QUESTO FORUM E' CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO... A LUI OGNI ONORE E GLORIA NEI SECOLI DEI SECOLI, AMEN!
 
Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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La Chiesa Cattolica - la sua dottrina - Vol.II - con Imprimatur Vescovile - Trieste 1886

Ultimo Aggiornamento: 21/03/2012 10:12
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21/03/2012 10:12

- Come avverrà la retribuzione finale?

 

1) il finimondo

 

Il Peccato Originale, attirando alla terra e agli uomini la maledizione divina (Gn.3,17), ha fatto degenerare tutte le creature le quali, come scrive San Paolo: " omnis creatura congemiscit et comparturit usque adhuc / tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto" (Rm.8,22), la Redenzione operata già da Gesù Cristo, spiega così l'Apostolo, rigenererà anche la natura materiale, ed il mondo sarà reso libero dalla schiavitù della materialità, da ogni corruzione alla libertà della Creazione originale, per la gloria dei Figli di Dio.

 

Ma quando avverrà tutto questo, e in che modo verrà distrutta la terra?

Tutto il capitolo 24 di San Matteo ci racconta come il Signore Gesù ha spiegato questo "finimondo" e come avverrà, ma quanto al giorno e all'ora è stato chiarissimo: " De die autem illa et hora nemo scit, neque angeli caelorum neque Filius, nisi Pater solus. / Quanto a quel giorno e a quell'ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre" (Mt.24,36), si fugga pertanto dai falsi profeti finimondisti, seguaci di quel millenarismo sempre condannato dalla Santa Chiesa. L'aver detto, nostro Signore Gesù Cristo, che allora:" Consurget enim gens in gentem, et regnum in regnum, et erunt fames et terrae motus per loca (...) et multi pseudoprophetae surgent et seducent multos / Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi (..) Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti" (Mt.24,7-11), fa si che ogni qualvolta che i tempi erano calamitosi, si predicesse vicino il termine del tempo del mondo, ma seppur non ebbe fine il mondo, sicuramente ebbero fine dei tempi che gravavano periodicamente e pesantemente contro i Cristiani.

Per capire come queste profezie di Nostro Signore vadano interpretate, è saggio e confortevole ascoltare i Santi Padri come S. Cipriano nel terzo secolo, nel quarto ne parlava S. Giovanni Grisostomo, nel sesto S. Gregorio Magno e sempre, fra i più grandi Santi c'è l'insegnamento a guardare "i segni dei tempi". La opinione che il mondo non dovrebbe durare oltre i "sei mille anni" (da non confondersi con l'eresia millenarista) è antichissima, si pensa persino apostolica, di certo è che Sant'Agostino la riporta nel suo Libro "La Città di Dio" e vi osserva che: "essendo mille anni presso Dio come un giorno solo (2Pt.3,8), come la settimana della Creazione durò sei giorni e il settimo fu di riposo, così sei mille anni durerà il tramestio delle cose terrene, ed a questo succederà il Sabbato eterno. Ma nessuno può sapere quando ciò avverrà, quando il mondo finirà, quale il suo giorno, quale la sua ora, solo ci è detto di guardare ai segni dei tempi..."

"Vigilate ergo, quia nescitis qua die Dominus vester venturus sit.  / Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà" (Mt.24,42), nell'insegnamento dei Santi Padri è più conveniente che il fedele si preoccupi più per la sua anima che non di stabilire il giorno e l'ora del finimondo: " Dico vobis: Cito faciet vindictam illorum. Verumtamen Filius hominis veniens, putas, inveniet fidem in terra? / Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?" (Lc.18,8), benché i segni saranno manifesti, il Signore amorevolmente continua a metterci in guardia dall'ozio spirituale: " Sicut enim erant in diebus ante diluvium comedentes et bibentes, nubentes et nuptum tradentes, usque ad eum diem, quo introivit in arcam Noe, et non cognoverunt, donec venit diluvium et tulit omnes, ita erit et adventus Filii hominis. / Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo" (Mt.24,38-39).

Intorno al modo del finimondo, oltre quanto riportato dal Vangelo di Matteo 24, anche San Pietro scrive: " dicentes: “ Ubi est promissio adventus eius? Ex quo enim patres dormierunt, omnia sic perseverant ab initio creaturae ”. Latet enim eos hoc volentes, quod caeli erant prius, et terra de aqua et per aquam consistens Dei verbo, per quae ille tunc mundus aqua inundatus periit; caeli autem, qui nunc sunt, et terra eodem verbo repositi sunt igni, servati in diem iudicii et perditionis impiorum hominum.  / 

e diranno: "Dov'è la promessa della sua venuta? Dal giorno in cui i nostri padri chiusero gli occhi tutto rimane come al principio della creazione". Ma costoro dimenticano volontariamente che i cieli esistevano già da lungo tempo e che la terra, uscita dall'acqua e in mezzo all'acqua, ricevette la sua forma grazie alla parola di Dio; e che per queste stesse cause il mondo di allora, sommerso dall'acqua, perì. Ora, i cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima parola, riservati al fuoco per il giorno del giudizio e della rovina degli empi" (2Pt.3,4-7), l'uomo oggi sa che le indagini della scienza confermano le parole dell'Apostolo. Come il corpo dell'uomo ha in sé stesso il principio della dissoluzione, così racchiude la terra nelle sue viscere l'elemento che se oggi l'alimenta, domani la distruggerà. E' riportato nel Corso di Storia Naturale (Geologia di F.S. Beudant, Milano, Vallardi 1847) che le osservazioni dei dotti hanno dimostrato che ad ogni 33 metri di profondità sotto il punto della temperatura stazionaria, il calore cresce d'un grado; per il che, se anche il calore non cresce uniformemente, ad una profondità di 200 chilometri l'interna temperatura dev'essere di 4000 gradi, temperatura che mantiene in fusione qualunque corpo. Considerando ora, che il raggio terrestre è di 6000 e più chilometri, e lo spessore della crosta solida non è più che di 20 e quindi non raggiunge neppure, in paragone, allo spessore che ha il guscio dell'uovo relativamente al suo raggio, s'arriva a persuadersi, che il periodo di calma in cui si trova oggi la nostra terra (ricordiamo che questo testo è del 1886 - nota mia), periodicamente riprende le sue attività assottigliandosi sempre di più, aumentando i disastri naturali, terremoti e vulcani, e il tutto trova un appoggio anche nelle stesse leggi che sembrano reggere il mondo e che sono riportate nella "Città di Dio" di Sant'Agostino dove scrive: "In questo mondano incendio s'abbruceranno interamente le qualità degli elementi corruttibili ch'erano adatte ai nostri corpi corruttibili, e la sostanza medesima avrà quelle qualità che per ammirabile cambiamento possono convenire a corpi immortali; cioè così, che il mondo rinnovato in meglio, ben si adatti agli uomini, che pur saranno nella carne in meglio rinnovati."

Il Santo Padre della Chiesa non fa altro che riportare le parole dell'Apostolo: " Non tardat Dominus promissionem, sicut quidam tarditatem existimant, sed patienter agit in vos nolens aliquos perire, sed omnes ad paenitentiam reverti. Adveniet autem dies Domini ut fur, in qua caeli magno impetu transient, elementa vero calore solventur, et terra et opera, quae in ea invenientur. Cum haec omnia ita dissolvenda sint, quales oportet esse vos in sanctis conversationibus et pietatibus, exspectantes et properantes adventum diei Dei, propter quam caeli ardentes solventur, et elementa ignis ardore tabescent! Novos vero caelos et terram novam secundum promissum ipsius exspectamus, in quibus iustitia habitat. Propter quod, carissimi, haec exspectantes satagite immaculati et inviolati ei inveniri in pace  /  Il Signore non ritarda nell'adempiere la sua promessa, come certuni credono; ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi. Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli con fragore passeranno, gli elementi consumati dal calore si dissolveranno e la terra con quanto c'è in essa sarà distrutta. Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi così, quali non dovete essere voi, nella santità della condotta e nella pietà, attendendo e affrettando la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli si dissolveranno e gli elementi incendiati si fonderanno! E poi, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia. Perciò, carissimi, nell'attesa di questi eventi, cercate d'essere senza macchia e irreprensibili davanti a Dio, in pace". (2Pt.3,9-14)

- Diremo solamente due parole alla questione relativa dell'Anticristo.

 

L'argomento è di prudenziale trattazione e molto deve essere concepito alla luce della dottrina sulle "cose ultime" e dei Novissimi, tratteremo qui solo alcuni spunti di riflessione e di ammaestramento essenziale. La questione dell'Anticristo che precederà il ritorno di Cristo, imperciocché non si trascuri di studiare le Sacre Scritture e il magistero dei Santi i quali spiegano come per mezzo di prodigi diabolici e pervertitori l'Anticristo pretenderà d'essere Dio e di come vorrà essere adorato come Lui: cfr. 2Tess.2,4-10/Ap.13,4. La Scrittura stessa pone la figura dell'ultimo nemico di Cristo terreno, da cui appunto il nome "Anti", col duplice senso che chi sta contro Cristo, a Lui pretende di sostituirsi. Le Profezie ritenute edificanti dalla Chiesa ci mettono in guardia da questa evoluzione: prima avviene la persecuzione a Cristo il quale è stato odiato e Crocefisso, ma Lui è Risorto e da allora i nemici del Cristo, "anticristi", muovono guerra ai suoi discepoli, alla Sua Chiesa, perseguitandoli ed uccidendoli, poi alla fine dei tempi, quando ai nemici di Cristo non basterà più di perseguitare i Suoi discepoli, arriveranno tanti che diranno di essere Lui e alla fine verrà l'Anticristo che Gesù stesso, nostro Signore, sconfiggerà definitivamente.

Non si faccia ulteriore discussione dell'argomento al di fuori dell'insegnamento della Chiesa, tenendo per saggio il monito di Papa Leone X nel Quinto Concilio Lateranense del 1516, nel quale emanò il seguente Decreto: "Ordiniamo a tutti coloro che esercitano l'ufficio della predicazione o che l'eserciteranno in futuro, di non presumere di fissare nelle loro predicazioni o nelle loro affermazioni un tempo determinato per i mali futuri, sia per la venuta dell'Anticristo, sia per il giudizio finale. Poiché la Verità ha detto: non vi è dato di conoscere il tempo o il momento che il Padre ha fissato di sua propria autorità. Dunque, coloro che sino al presente, hanno osato asserire simili cose, hanno mentito, ed è accaduto che, per causa loro, un gran danno è stato arrecato all'autorità di coloro che predicano saggiamente".

La Chiesa insegna che sappiamo per certo che l'impero dell'Anticristo sarà universale, S. Giovanni ci dice che alla bestia "fu dato potere sopra ogni stirpe, popolo, lingua e nazione" (Ap.13,7), e - spiega S. Giovanni Grisostomo: " E neanche pensiamo ch'egli (l'Anticristo) sia il Diavolo o un demone, come alcuni erroneamente pensano, ma sarà uno dell'umanità (un uomo) in cui Satana abiterà totalmente (...) proferendo dalla sua bocca grande vanto, perché egli è l'uomo del peccato, il figlio della perdizione, tanto che siederà nel tempio come fosse Dio..." (S. G.Chrisost. III Om. su II.Tess. ), e S. Girolamo scrive: "Cristo non verrà a giudicare i vivi e i morti, se prima non verrà il suo avversario, l'Anticristo, a trarre in errore i morti nell'anima, sebbene attiene a un giusto giudizio di Dio che da lui siamo tratti in errore. Infatti la sua presenza avverrà nella potenza di Satana con ogni specie di portenti, di segni e prodigi, di menzogna, e con ogni sorta di inganno per quelli che si vogliono perdere. Allora Satana sarà slegato e regnerà per un certo tempo e agirà mediante l'Anticristo..." (S. Girolam. Commentariorum in Danielem).

Due sole sono le corrispondenze che noi, viventi, dobbiamo avere a riguardo di questi tempi:

a. Verumtamen Filius hominis veniens, putas, inveniet fidem in terra? / Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?" (Lc.18,8);

b. et multi pseudoprophetae surgent et seducent multos. Et, quoniam abundavit iniquitas, refrigescet caritas multorum; qui autem permanserit usque in finem, hic salvus erit.  / Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; per il dilagare dell'iniquità, l'amore di molti si raffredderà. Ma chi persevererà sino alla fine, sarà salvato" (Mt.24,11-13).

 

 

- Conclusione dei Capitoli trattati

 

L'uomo è nato per essere felice, ma la sua felicità non può che trovarla in Dio. S'illude chi pensa che esistano altre strade, e s'illude chi pensa che dopo la morte non vi sia nulla per cui non valga la pena di discutere sul proprio senso della vita. Il tentativo di stravolgere questa felicità è sempre stato presente in ogni società e ad ogni generazione, imperciocché troppi rifiutano di studiare le radici di questi stravolgimenti che sono nel Peccato Originale. Ma l'uomo è nato per essere veramente felice e i nostri primi padri la cercarono rendendosi indipendenti da Dio, e finirono col precipitare, ma la misericordia Divina riorganizzò la vita così  che, l'uomo soffrendo su questa terra le conseguenze del peccato, trovasse in un mondo migliore la sua felicità. A questo convito di eterna beatitudine, Dio chiama tutti, perché tutti vuole che si salvino (1Tim.2,4), ma non tutti corrispondono a questo invito.

Per superare le difficoltà di questa apologetica Cattolica, è necessario munirsi di tutte le virtù e di esercitarle ogni giorno, non serve alcuna scienza, serve solo la volontà per accogliere il messaggio contenuto, affidarsi alla Divina Provvidenza, Pregare, mantenersi nello stato di grazia sfruttando spesso il Sacramento della Penitenza, ricevere la Divina Eucaristia.

Alla Beatissima Vergine Maria, Madre di Dio e Madre nostra, noi che ricorriamo supplici mentre viviamo in questa valle di lacrime, affidiamo la conversione di tutti i cuori che tanto dolore costano al suo Cuore Immacolato, e tanto dolore costò al suo Divin Figlio, Gesù Cristo, il nostro Signore Dio.

 

Sia lodato Gesù Cristo +

 

P.S. I Sacramenti verranno trattati in un capitolo a parte.

 

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