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La Dottrina Mariana in sant'Agostino

Ultimo Aggiornamento: 16/07/2012 21:36
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Sesso: Femminile
16/07/2012 21:09

Diversi sono gli elementi mariologici di particolare importanza che si
apprendono dagli scritti dell’Ipponate e per questa nostra rivisitazione
potrebbero essere elencati nel modo seguente: (1) la funzione cooperativa
di Maria nell’opera della redenzione, (2) gli elementi della teologia
dei misteri della vita di Maria, (3) la maternità divina nei riguardi
di Cristo, Verbo incarnato e (4) la maternità spirituale nei confronti di
tutti i cristiani, a cui segue (5) la relazione vitale con la Chiesa, (6) la
singolare santità e la pienezza di grazia con l’esclusione del peccato,
(7) la piena e perpetua verginità della Madre (prima, durante e dopo il
parto), come anche (8) il matrimonio con Giuseppe e la questione del
voto di verginità, che offrono modello della vita consacrata e della vita
matrimoniale, nonché (9) le virtù (obbedienza, fede, etc.) e la dignità
di Maria, con elementi riguardanti (10) la questione di una possibile
devozione e venerazione della Vergine.

2.3 La cooperazione di Maria all’opera della redenzione

Sant’Agostino con grande insistenza riconosce il ruolo unico e irripetibile
di Maria nella cooperazione con cui lei partecipa alla redenzione
operata dal Figlio: «la nostra salvezza – dice il Santo – si attuò
quando la donna concepì in seno la carne dell’Onnipotente»18.
Tale cooperazione è vista innanzitutto attraverso le pagine della
Sacra Scrittura, il che costituisce un tratto caratteristico del pensiero
agostiniano. La Bibbia rimane sempre la principale fonte
dell’intelligenza credente riguardante la Madre. Bisogna però notare
che Agostino non ha commentato per intero i Vangeli di Matteo e di
Luca, che più parlano di Maria, anche per il solo fatto che in essi sono
depositati i capitoli dei Vangeli dell’infanzia di Gesù (Mt-Lc 1-2).
Nonostante ciò, il Vescovo d’Ippona rimane sempre fedelmente “biblico”
quando guarda alla Madre, lasciando trapelare soprattutto attraverso
suoi discorsi e commenti biblici molti elementi per una riflessione
teologica sui misteri della vita di Maria: l’annunciazione del Signore19,
lo sposalizio con San Giuseppe20, la visita a Santa Elisabetta21,
la ricerca del Figlio nel tempio22, le nozze di Cana23, la partecipazione
––––––––––
18 Discorso 289, 2: «salus nostra facta est, cum femina concepit in utero carnem
Omnipotentis».
19 Cf. Discorsi 214, 6; 215, 4; 290, 4, 4- 5, 5; 291, 4-6; Esposizione del Salmo 67, 21.
20 Le nozze e la concupiscenza, 1, 11, 12-13.
21 Discorsi 196, 2; 291, 1.
22 Discorso 51, 10, 17.

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della Madre nella vita pubblica di Gesù24, la presenza sotto la croce25 e
poi nella prima comunità di Gerusalemme26. Tutti questi misteri della
vita della Madre si comprendono a partire dai misteri di Cristo e sono
a quest’ultimi subordinati e sottomessi. Il mistero di Maria partecipa
nel mistero di Gesù Cristo.

2.4 La maternità divina di Maria

Possiamo costatare in principio che per Agostino «tout se résume
(…) dans cette maternité virginale: Marie est la Mére vierge du Fils
de Dieu fait homme; Marie est la Mére Vierge des hommes. La doctrine
de saint Augustin est exactement résumée dans ces deux propositions
»27.
Pur essendo vero che, a livello di titoli, Agostino preferisce parlare
di «mater Domini»28 piuttosto che di «Dei genitrix», che corrisponde
al greco «Theotokos», gli scritti agostiniani non lasciano dubbi sulla
dottrina della maternità divina, la quale solennemente sarà definita
dal Concilio di Efeso (DS 251-252), convocato nel 431, cioè solo dopo
la morte del Vescovo d’Ippona. In realtà, tenendo presente la chiara
dottrina agostiniana della communicatio idiomatum, ovvero del fatto
che le proprietà del Verbo divino possono essere attribuite all’uomo
Gesù Cristo, deve essere anche riconosciuta la sua fede nella maternità
divina della Vergine.
Il più noto principio della mariologia agostiniana è la celebre espressione,
di per sé ripresa poi da San Leone Magno29: «prius concepit
mente quam ventre»: Maria concepì prima nella mente che nel seno,
prima nell’animo che nel corpo30.

––––––––––
23 Commento al Vangelo di S. Giovanni, 8, 4-5; 8, 9.
24 Commento al Vangelo di S. Giovanni, 10, 2; Discorso 72A, 3-6.
25 Commento al Vangelo di S. Giovanni, 119, 1-2.
26 Commento al Vangelo di S. Giovanni, 119, 3.
27 S. PROTIN, «La mariologie de saint Augustin», Revue augustinienne 1 (1902) 375-
396, qui 376 (il corsivo nostro).
28 «Mater Domini nostri Jesu Christi»…
29 LEONE MAGNO, Discorso 1 per il Natale del Signore, 2, 3; questo testo leonino viene
d’altronde proposto dall’Ufficio delle letture della memoria liturgica di B.V. Maria del Monte
Carmelo, il 16 luglio (Ufficio delle Ore, vol. III).
30 AGOSTINO D’IPPONA, Discorso 215, 4: PL 38, 1074. Cf. J. PINTARD, «Le principe
“prius mente quam corpore [...]” dans la Patristique et la Théologie latines», Etudes Mariales
27 (1970) 25-58.

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«Di nessun valore sarebbe stata per lei la stessa divina maternità,
se lei il Cristo non l’avesse portato nel cuore, con una sorte più
fortunata di quando lo concepì nella carne»31.
«La Vergine Maria partorì credendo quel che concepì credendo
(…) Maria credette e in lei quel che credette si avverò»32.

«La vergine Maria (…) per la fede credette, per la fede concepì»33.
La maternità di Maria in modo paradigmatico ed esemplare ripercorre
i tratti del giusto atteggiamento di ogni creatura nei confronti
della vocazione divina: quello dell’umile corrispondenza,
dell’accoglienza nella fede dello Spirito di Dio, che opera nella creatura,
la quale si rende disponibile ai progetti del Signore, che ha parlato
a noi e si è incarnato per noi. Perciò Agostino può costatare addirittura
che:
«vale di più per Maria essere stata discepola di Cristo anziché madre
di Cristo; vale di più, è una prerogativa più felice essere stata
discepola anziché madre di Cristo»34.
Tornando alla fede nella Madre del Verbo di Dio: nell’imponente
opera De Trinitate Agostino esprime chiaramente la maternità divina
di Maria, quando dice: «Dio è nato da una donna»35, l’umiltà ha spinto
Dio a nascere da donna… Al riguardo Agostino spesso parla delle due
nascite di Gesù Cristo, quella eterna dal Padre e quella in forma di natura
umana nell’Incarnazione del Verbo del Padre. Egli apre un sermone
per il Natale conseguenti parole:
«È spuntato per noi questo giorno solenne del Natale del Signore
nostro Gesù Cristo; giorno di Natale, nel quale è nato Cristo, il vero
giorno (…) [- e sviluppa il tema della nascita -] Due sono le nascite
del Signore nostro Gesù Cristo una divina, l’altra umana,

––––––––––
31 La santa verginità, 3, 3: «[Beatior, ergo Maria percipiendo fidem Christi quam
concipiendo carnem Christi.] Sic et materna propinquitas nihil Mariae profuisset, nisi felicius
Christum corde quam carne gestasset».
32 Discorso 215, 4: «Nam et ipsa beata Maria, quem credendo peperit, credendo
concepit. (…) Credidit Maria, et in ea quod credidit factum est».
33 Discorso 72A, 7: «virgo Maria, quae fide credidit, fide concepit».
34 Discorso 72A, 7: «et ideo plus est Mariae discipulam fuisse Christi, quam matrem
fuisse Christi: plus est, felicius est discipulam fuisse Christi, quam, matrem fuisse Christi».
35 La Trinità, 8, 5, 7: «natus est Deus ex femina». Cf. Gal 4,4.

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