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Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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La Dottrina Mariana in sant'Agostino

Ultimo Aggiornamento: 16/07/2012 21:36
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Sesso: Femminile
16/07/2012 21:15

«Se è falsa la madre, è anche falsa la carne, falsa la morte, false le
piaghe della passione, false le cicatrici della risurrezione»41.
«Se dunque Verbo significa Dio e carne significa uomo, che cosa
significa: Il Verbo si è fatto carne se non: “Colui che era Dio si è
fatto uomo”? E perciò colui che era Figlio di Dio è divenuto figlio
dell’uomo assumendo ciò che era inferiore, non mutando ciò che
era superiore; prendendo ciò che non era, non perdendo ciò che
era. Come potremmo affermare nella professione di fede di credere
nel Figlio di Dio che è nato da Maria Vergine, se fosse nato dalla
Vergine Maria non il Figlio di Dio, ma un figlio dell’uomo?
Nessun cristiano nega che da quella donna fosse nato un figlio
d’uomo; afferma però che Dio si è fatto uomo e che quindi un
uomo è divenuto Dio. Il Verbo infatti era Dio e il Verbo si è fatto
carne.

La vera fede è che colui che era Figlio di Dio, per poter nascere
dalla Vergine Maria, prese le sembianze di servo (cf. Fil
2,7), divenne figlio dell’uomo, restando ciò che era e assumendo
ciò che non era. Cominciò ad essere nella natura umana, inferiore
al Padre (cf. Gv 14,28), continuò a rimanere nella natura divina,
nella quale lui e il Padre sono una cosa sola (cf. Gv 10,30)»42.
Più volte Agostino riporta alla memoria dei fedeli, con delle espressioni
incisive, la verità del Logos che dall’eternità ha scelto la
propria madre, essendo Egli stesso «autore di Maria», «creatore di sua
madre»43:
«Si formò una madre, mentre era presso il Padre; e mentre veniva
fatto dalla madre, rimase sempre nel Padre»44,
così da dover dire altrove che il Figlio del Padre «è stato formato
da colei che lui stesso ha creato»45. Il Cristo
«è stato formato da una madre che lui ha creato; è stato sorretto da
mani che lui ha formato; ha succhiato da un seno che lui ha riempito;


––––––––––
41 Commento al Vangelo di S. Giovanni, 8, 6.
42 Discorso 186, 2.
43 Discorso 187, 1 e 4: «Conditor Mariae, natus ex Maria».
44 Discorso 186, 1: «Fecit sibi matrem, cum esset apud Patrem: et cum fieret ex matre,
mansit in Patre».
45 Discorso 189, 2: «Creatus est enim de illa quam creavit».

-----------------------------------
il Verbo senza il quale è muta l’umana eloquenza ha vagito
nella mangiatoia, come bambino che non sa ancora parlare»46.
Si dà infine ascolto ad un’altra omelia natalizia di Agostino, in
cui attraverso la contemplazione del mistero del Dio-Uomo, si delucida
il mistero della maternità divina di Maria, ricorrendo sempre alla
pagina biblica dei misteri della vita di Cristo:
«Egli che presso il Padre precede tutta l’estensione dei secoli, nascendo
dalla madre nel tempo in questo giorno [del Natale] si inserì
nel defluire degli anni. Il creatore dell’uomo è diventato uomo:
perché, pur essendo l’ordinatore delle stelle, potesse succhiare
da un seno di donna; pur essendo il pane (cf. Gv 6,35) potesse aver
fame (cf. Mt 4,2); pur essendo la fonte (cf. Gv 4,13) potesse
aver sete (cf. Gv 19,28); pur essendo la luce (cf. Gv 1,9) potesse
dormire (cf. Lc 8,23); pur essendo la via (cf. Gv 14,6) potesse
stancarsi per il viaggio (cf. Mc 14,56); pur essendo la verità (cf.
2Tm 4,1) potesse essere accusato da falsi testimoni (cf. 1Cor
1,30); pur essendo giudice dei vivi e dei morti (cf. Mt 27,26-29)
potesse essere giudicato da un giudice mortale; pur essendo la giustizia
(cf. 1Cor 3,11) potesse essere condannato da uomini ingiusti;
pur essendo il flagello potesse essere colpito da flagelli; pur
essendo grappolo potesse essere coronato di spine; pur essendo il
fondamento potesse essere sospeso ad un legno; pur essendo la
fortezza potesse diventare debole; pur essendo la salvezza potesse
essere ferito; pur essendo la vita potesse morire. Sostenne per noi
queste cose ed altre simili pur non meritandosele, per liberare noi
anche se eravamo indegni. Mentre né lui, che per noi sopportò tanti
mali, si meritava alcunché di male, né noi, che tramite lui abbiamo
ricevuto tanti beni, ci meritavamo alcunché di bene. Per
questi motivi colui che era Figlio di Dio prima di tutti i secoli senza
inizio di giorni, negli ultimi tempi si è degnato di diventare figlio
dell’uomo. E colui che, nato dal Padre, non è stato formato
dal Padre, è stato formato nella madre che aveva fatto. È nato da
lei per poter rimanere finalmente qui in terra; mentre lei mai e da
nessuna parte avrebbe potuto esistere se non per mezzo di lui»47.


––––––––––
46 Discorso 188, 2: «crearetur ex matre quam creavit, portaretur manibus quas formavit,
sugeret ubera quae implevit, in praesepi muta vagiret infantia Verbum, sine quo muta est
humana eloquentia».
47 Discorso 191, 1, 1: «…et qui de Patre natus, non a Patre factus erat, factus est in
matre quam fecerat; ut ex illa ortus hic aliquando esset, quae nisi per illum nunquam et
nusquam esse potuisset».

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