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La Dottrina Mariana in sant'Agostino

Ultimo Aggiornamento: 16/07/2012 21:36
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Sesso: Femminile
16/07/2012 21:32

quando udiamo tutte le maledizioni possibili, non da parte della
verità, ma perché combattiamo per la verità (cf. Mt 5,12). Ecco, io
non dico che ci sia la necessità del male, perché neppure Ambrogio,
e tuttavia io dico che i bambini vengono rinnovati dalla loro
malizia: ciò che dice anche Ambrogio. E per questo non c’è nessuna
necessità del male, perché è sanabile da Dio anche il male
che trae la natività; quanto più il male che aggiunge la volontà!
Non dico che gli uomini non vengono liberati nemmeno per mezzo
della grazia: il che è ben lungi dal dirlo Ambrogio. Ma diciamo
ciò che tu non vuoi: che gli uomini non sono liberati se non per
mezzo della grazia, non solo perché siano rimessi a loro i debiti,
ma anche perché non siano indotti nella tentazione».

A questo punto si introduce lo speciale caso della Madre del Redentore
inserito in una professione di fede sulla potenza della grazia
salvifica operata da Cristo:
«Non assegniamo Maria al diavolo per la condizione del nascere,
ma per questo: perché la stessa condizione del nascere è risolta dalla
grazia del rinascere (lat. Non trascribimus diabolo Mariam
conditione nascendi; sed ideo, quia ipsa conditio solvitur gratia renascendi)
»,
continuando poi ad affrontare serenamente l’elenco di accuse e di
per sé gli errori di Giuliano, tra i quali non si trascura la questio mariana:
«Non anteponiamo la verginità alle nozze come il bene al male,
ma come il meglio al bene. Non diciamo, come tu ci calunni, che i
buoni e gli empi devono essere tormentati da un unico supplizio,
ma diciamo che i buoni da nessun supplizio, mentre gli empi non
da un unico, ma da diversi supplizi secondo la diversità dell’empietà
stessa. Non diciamo che Dio pecca nei misteri per insufficienza,
nei precetti per eccessiva esigenza, nei giudizi per disumananza:
perché e i misteri di Dio sono utili ai rigenerati dalla
grazia, e i precetti di Dio sono salutari ai liberati dalla grazia, e i
giudizi di Dio sono convenientemente distribuiti ai buoni e ai cattivi.
Ecco, noi allontaniamo da noi tutti gli errori dove voi ci dite
peggiori di Gioviniano; voi allontanate da voi, se potete, gli errori
in cui dimostrerò che siete peggiori dello stesso e medesimo Gioviniano.
Egli disse che c’è la necessità del bene, voi dite che è
buona la cupidità del male. Egli afferma che per mezzo dei misteri
gli uomini vengono tenuti lontani dall’errore, voi dite che la cupidità
di camminare sulla retta via non è ispirata da Dio, ma è procurata
dal libero arbitrio. Egli dissolve la verginità di Maria per la
condizione del parto, voi uguagliate a tutta l’altra carne umana la
stessa carne santa procreata dalla Vergine, non distinguendo la
carne somigliante alla carne del peccato dalla carne del peccato.
Egli mette sullo stesso piano il meglio e il bene, cioè l’integrità e il
matrimonio, voi il male e il bene: dite infatti che la discordia tra la
carne e lo spirito è un bene come lo è la concordia delle nozze.
Egli dice che presso Dio avranno uguale onore i buoni e gli ottimi,
voi al contrario dite che alcuni tra i buoni non solo non conseguiranno
nessun onore nel regno di Dio, ma non vedranno nemmeno
il regno di Dio. Egli dice che gli uomini iniziati ai misteri di Dio
non possono peccare, voi dite che gli uomini per mezzo della grazia
di Dio possono certo più facilmente non peccare, ma possono
non peccare anche senza la grazia, per mezzo del libero arbitrio;
ribellandovi voi così con audacia gigantesca a Dio, il quale parlando
dei buoni frutti dice: Senza di me non potete fare nulla (Gv
15,5). Mentre dunque tanto distate in peggio dall’errore di Gioviniano,
tuttavia mettete noi al di sotto di lui e ci pareggiate piuttosto
a Manicheo. Vi siete proprio ben protetti: viene fatto di pensare
che abbiate fondato un’eresia nuova, perché quando vi accusiamo
non abbiamo la possibilità di equipararvi a nessun altro gruppo di
eretici. Tuttavia in questa causa, nella quale sembra che io debba
essere tanto detestato da te riguardo al peccato originale e allineato
piuttosto a Manicheo, mi trovo, lo voglia tu o non lo voglia, in
compagnia di Ambrogio, che Gioviniano diceva manicheo, come
fai tu: ma lui scopertamente, tu subdolamente. Inoltre Gioviniano
è vinto una volta sola, quando si dimostra che Ambrogio non è
manicheo; tu invece, poiché hai voluto avere un cuore doppio, sei
vinto due volte. Accusi Ambrogio di essere manicheo e io dimostrerò
che non lo è. Neghi di accusarlo e io dimostro che lo accusi.
Ma l’una e l’altra verità si farà chiara a chi leggerà quanto Ambrogio
ha detto più sopra»69.
La dottrina della libertà di Maria da peccati personali o attuali
non lascia dubbi nel pensiero di Agostino, ma anche rispetto alla dottrina
del peccato in genere, compreso il peccato originale, Maria deve
presentare un’eccezione nell’orizzonte della dottrina agostiniana
dell’universalità del peccato originale, anche se il teologo non riesce
ancora a spiegarne il modo con cui tale libertà viene posta da Dio in
atto. Per ora egli presuppone un dono speciale, che al riguardo andrebbe
riconosciuto nei confronti della Madre. Si muove in giusta direzione guidato dal dato rivelato, sempre quale apostolo zelante della
potenza prioritaria della Grazia di Cristo. Tale priorità dell’opera salvifica
del Figlio in realtà spinge a osare di esprimere l’eccezionalità
data alla sua Madre.

––––––––––
69 Opera incompiuta contro Giuliano, 4, 122 (i corsivi nostri).

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