È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
QUESTO FORUM E' CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO... A LUI OGNI ONORE E GLORIA NEI SECOLI DEI SECOLI, AMEN!
 
Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

LE LETTERE di santa Caterina da Siena Dottore della Chiesa (1)

Ultimo Aggiornamento: 19/10/2012 15:18
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 1.222
Sesso: Femminile
19/10/2012 14:04

22. All'abbate Martino di Passignano dell'ordine di Valle Ombrosa.

Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

Carissimo padre in Cristo dolce Gesù, io Caterina, serva e schiava dei servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo, con desiderio di vedervi vero ortolano, governatore dell'orto dell'anima vostra e dei sudditi vostri.

Noi siamo uno giardino, e veramente orto, del quale giardino e orto n'ha fatto ortolano, la prima Verità, la ragione col libero arbitrio; la quale ragione e libero arbitrio, con l'aiutorio della divina grazia, ha a divellare le spine dei vizii, e piantare l'erbe odorifere delle virtù. Ma non potrebbe piantare la virtù se prima non rivoltasse la terra insieme con le spine, cioè la terra della propria volontà sensitiva, che non si diletta d'altro che di diletti terreni e transitorii, pieni di triboli, di spine, di vizii e di peccati. Rivoltisi questa terra, carissimo padre, per forza d'amore, in questo punto del tempo che ci è rimaso; e si piantino le dolci e reali virtù: un amore ineffabile, tratto dall'amore dello immacolato Agnello, condito con l'odio e pentimento di sé, con pazienza vera, con fede viva e non morta, con vere opere, con uno pentimento del mondo, con una giustizia vera condita con la misericordia verso i sudditi vostri, una obbedienzia pronta a Cristo ed all'Ordine, perseverante infine alla morte.

All'Ordine, dico: d'essere osservatore dell'Ordine, col santo e vero desiderio, con la vigilia e continua orazione, cioè che lo intelletto vegghi sempre in raguardare e conoscere sé non essere, e la bontà di Dio in sé, che è Colui che è (Ex 3,14). A mano mano segue la continua orazione, ché lo continuo orare non è altro che uno santo desiderio e affetto dolce d'amore, e l'affetto va dietro allo intelletto. Ché fra le altre piante che gittino odore grandissimo in questo giardino, sono queste; e però io voglio che siate più sollicito: qui trovarete la fame de l'onore di Dio e della salute dei sudditi vostri, e così adempirete la volontà sua e desiderio mio, che dissi che io desideravo di vedervi vero ortolano dell'orto dell'anima vostra e dei vostri sudditi. Poiché, avendo fame della salute loro per onore di Dio, sarete sollicito di trargli di miseria e punire i difetti, ed essaltare coloro che sono virtuosi e che vogliono vivere secondo l'Ordine.

Poi che il giardino è così bene fornito, voglio che alla guardia poniate lo cane della conscienzia, e sia legato alla porta, sì che, se i nemici venissero e l'occhio dell'intelletto dormisse, lo cane abai, ché, abaiando con lo stimolo della conscienzia, l'occhio si desta; e fassi incontra ai nemici coi l'odio e pentimento, e subito ripara, e armasi con l'arme dell'amore. Conviensi dargli mangiare a questo cane, affinché sia bene sollicito: lo cibo suo non è altro che odio e amore portato nel vasello della vera umilità, tenuto con la mano della vera e perfetta pazienza; poiché fra l'odio e l'amore nasce l'umilità, e dolce e soave pazienza, e quanto più cibo, più sollicitudine. E tanto diventa cauto questo cane che, eziandio passando gli amici, abbaia perché lo intelletto si levi a vedere chi eglino sono e discernere se sono da Dio, o no. E così non potrà essere ingannato l'ortolano, né robbato lo giardino; e non verrà lo nemico a seminargli la zizzania (Mt 13,25) dell'amore proprio, lo quale amore proprio germina spine e affoga lo seme delle virtù. Dategli bere, dategli bere a questo cane: empite lo vasello della memoria vostra del sangue di Cristo crocifisso, e poneteglili inanzi continuamente, affinché non muoia e perisca di sete.

Su, padre carissimo, diamo dei calci al mondo, con tutte le pompe delizie e ricchezze sue; e, poverello, seguitate l'Agnello consumato e derelitto per voi in su.legno della santissima croce. Non aspettiamo più tempo, per l'amore di Dio!, ché il tempo c'è tolto fra le mani che l'uomo non se n'avede, e però non è senno dell’uomo d'aspettare quello che non ha, e perdere quello che egli ha. Non dico più.

Rimanete nella santa e dolce carità di Dio. Gesù dolce, Gesù amore.





23. A Nanna figlia di Benincasa in Firenze, sua nipote verginella.

Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

Carissima figlia in Cristo dolce Gesù, io Caterina, serva e schiava dei servi di Gesù Cristo, scrivo a te nel prezioso sangue suo, con desiderio di vederti vera sposa di Cristo crocifisso, e fuggire ogni cosa che t'impedisce ad avere questo dolce e glorioso Sposo.

Ma questo non potresti fare se tu non fussi di quelle vergine savie consegrate a Cristo, le quali avevano le lampane con l'olio, ed eravi dentro lo lume (Mt 25,1ss.). E però vedi che, a volere essere sposa di Gesù Cristo, ti conviene avere la lampana, e l'olio, e lume. Sai come s'intende questo, figlia mia? Per la lampana s'intende lo cuore nostro, poiché il cuore è fatto come la lampana. Tu vedi bene che lampana è larga di sopra e stretta di sotto: e così è fatto lo cuore, a segnificare che noi lo dobiamo sempre tenere largo di sopra - cioè per santi pensieri e per sante imaginazioni, e per continova orazione -, avendo sempre in memoria i benifizii di Dio, e massimamente lo benifizio del sangue per mezzo del quale siamo ricomprati, poiché Cristo benedetto, figlia mia, non ci ricomprò d'oro né d'argento, né di perle o d'altra pietra preziosa, anco ci ricomprò del sangue suo prezioso (1P 1,18-19). Unde tanto benifizio non si vuole mai dimenticare, ma sempre portarlo dinanzi a li occhi suoi (Ex 13,9), con uno santo e dolce ringraziamento, vedendo quanto Dio ci ama inestimabilmente: che non curò di dare l'unigenito suo Figlio a l'obrobiosa morte della croce, per dare a noi la vita della grazia.

Dissi che la lampana è stretta di sotto, e così è il cuore nostro: a significare che il cuore debba essere stretto verso queste cose terrene, cioè di non disiderarle né amarle disordenatamente, né appetire più che Dio ci voglia dare, ma sempre ringraziarlo, vedendo come dolcemente ci provede, sì che mai non ci manca nulla. Or a questo modo sarà lo cuore nostro una lampana.

Ma pensa, figlia mia, che questo non bastarebbe se non ci fusse l'olio dentro: per l'olio intende quella virtù piccola della profonda umilità, perché si conviene che la sposa di Cristo sia umile mansueta e paziente; e tanto sarà umile quanto paziente, e tanto paziente quanto umile. Ma a questa virtù de l'umilità non potremo venire se non per vero conoscimento di noi, cioè conoscendo la miseria e fragilità nostra, e che noi per noi medesimi non possiamo alcuno atto virtuoso, né levarci nessuna battaglia o pena; poiché se noi abiamo la infermità corporale, o una pena o battaglia mentale, noi non ce la possiamo levare: poiché, se noi potessimo, subito la levaremo via. Dunque bene è vero che noi per noi non siamo nulla altro che obrobio, miseria, puzza, fragilità e peccati: per la qual cosa sempre dobiamo stare bassi e umili.

Ma a stare solamente in questo conoscimento di sé non sarebbe buono, poiché l'anima verrebbe a tedio e a confusione, e dalla confusione verrebbe a disperazione; unde lo demonio non vorrebbe altro se non farci venire a confusione, per farci poi venire a disperazione. Conviensi dunque stare nel conoscimento della bontà di Dio in sé, vedendo ch'egli ci ha creati ad immagine e similitudine sua (Gn 1,26), e ricreati a grazia nel sangue de l'unigenito suo Figlio, Verbo dolce incarnato, e come continovamente la bontà di Dio aduopara in noi. Ma vedi che stare solamente in questo conoscimento di Dio non sarebbe buono, poiché l'anima ne verrebbe a presunzione e superbia. Conviensi Perciò che sia mescolato l'uno co.l'altro insieme, cioè stare nel conoscimento della bontà di Dio, e nel conoscimento di noi medesimi: e così saremo umili, pazienti e mansueti; e a questo modo aremo l'olio nella lampana.

Conviensi ora che ci sia lo lume, altrimenti non bastarebbe: questo lume vuole essere il lume della santissima fede. Ma dicono i santi che la fede senza l'uopera è morta (Jc 2,17-20): unde non sarebbe fede viva né santa, ma morta. E però ci è bisogno adoperare continuo virtuosamente, e lasciare le fanciullezze e le nostre vanità; e non istare più come mondane e giovane, ma stare come spose fedeli consecrate a Cristo crocifisso: e a questo modo aremo la lampana e l'olio e il lume.

Ma dice lo Vangelio che quelle vergine savie erano cinque (Mt 25,2): unde io ti dico che a ciascuno di noi conviene essere cinque, altrimenti non intraremo alle nozze di vita eterna. Per queste cinque intende che si conviene che noi soggioghiamo e mortifichiamo i nostri cinque sentimenti del corpo, per sì-fatto modo che noi non offendiamo mai con essi, pigliando con essi o con alcuni d'essi disordinato diletto o piacere. E a questo modo saremo cinque: cioè che aremo soggiogati i nostri cinque sentimenti corporali.

Ma pensa che questo dolce Sposo, Cristo, è tanto geloso de le spose sue, ch'io non tel potrei dire. E però se egli s'avedesse che tu amassi altro più che lui, subito si sdegnarebbe con con te. E se tu non ti coreggessi, non ti sarebbe aperta la porta, dove l'Agnello immacolato, Cristo, fa le nozze a tutte le sue fedeli spose, ma come adultere saremo cacciate via; sì come furono quelle cinque vergine stolte, le quali, gloriandosi solamente e vanamente della integrità e verginità del corpo, perderono la verginità dell'anima per corruzione dei cinque sentimenti, perché non portarono l'olio de l'umilità con loro; unde le lampane loro si spegnevano. E però lo' fu detto: «Andatevi a comprare de l'olio» (Mt 25,9); e per questo oglio s'intende in questo luogo le lusinghe e laulde umane, poiché tutti i lusinghieri e mondani laudatori vendono questo olio. Quasi come lo' fusse detto: «Della vostra verginità, e delle vostre buone opere, voi non avete voluto comprare vita eterna, anco avete voluto comprare laude umane, e per avere laulde umane l'avete fatte. E voi laulde andate a comprare, ché qua non intrarete voi».

E però, figlia mia, guardati delle laude de l'uomini; e non desiderare laude di nessuna opera che tu facessi, poiché non ti sarebbe poi aperta la porta di vita eterna. Unde, considerando io che questa era l'ottima via, dissi ch'io desideravo di vederti vera sposa di Cristo crocifisso: e così ti prego e comando che t'ingegni d'essere. Altro non dico.

Permane etc. Gesù dolce, Gesù amore.



24. A missere Biringhieri degli Arzocchi pioggiano d'Asciano.

Al nome di Cristo e di Maria dolce.

A voi, riverendissimo e carissimo padre mio in Cristo Gesù, io Caterina, serva e schiava dei servi di Dio, scrivo a voi e racomandomivi nel prezioso sangue del Figlio di Dio, con desiderio di vedervi vero ministro del Figlio di Dio, e che seguitiate sempre le vestigie sue.

Siate, siate quel fiore odorifero che dovete essare, e che gittiate odore nel conspetto dolce di Dio - sapete bene che il fiore, quando è stato molto nell'acqua, non gitta odore ma puzza -: così pare a me veramente, padre, che voi e gli altri ministri che doviate essare; ma questo fiore è messo nell'acque delle iniquità e immundizie dei peccati e miserie del mondo. O quanto è misero e miserabile colui ch'è posto come fiore ne la Chiesa santa, a rendare ragione dei sudditi suoi - sapete che Dio richiede nettezza e purezza in loro -: oimé oimé, venerabile padre, egli trova tutto lo contrario, sì e per sì-fatto modo che non tanto che sieno guasti eglino e puzzolenti, ma i sono guastatori di tutti coloro che s'accostano a loro.

Levatevi suso, e non pur dormite; assai tempo aviamo dormito, e morti allo stato de la grazia. Non ci ha più tempo, ch'egli è sonato a condennagione, e siamo condennati a la morte. Doh, dolcissimo padre, raguardate un poco lo pericoloso stato vostro: in quanto pericolo è, annegato in questo mare amaro dei peccati mortali! Or non crediamo noi avere a giognare a questo ponto de la morte? Non dubbitiamo che non è creatura che né per ricchezza né gentilezza la possa schifare. E allora la misera miserabile anima - che s'ha posto per specchio a le dilettazioni carnali, due s'è involta come porco in loto - di creatura diventa animale, in quella putrida avarizia sua; e spesse volte, per avarizia e cupidità, vendono le grazie spirituali e doni; enfiati per superbia, tutta la vita loro si spende in onori, e in conviti e in molti servidori e in cavalli grossi, quello che si die amministrare ai povari. Queste sono quelle opere le quali al punto de la morte si rapresentano per giudicio e giustizia. Credeva l'anima avere fatto contro Dio, ed egli ha fatto contro a sé medesimo, ed è stato giudice ch'ha condennato sé medesimo, ché s'è fatto degno de la morte eterna. Or non siamo più semplici, ché grande stoltizia è ch'i si faccia degno de la morte, là unde i può avere la vita.

Poi che sta a noi d'eleggiare o la vita o la morte, per lo libero arbitrio che ha dato a noi, prego carissimamente e dolcissimamente, quanto so e posso, che voi siate quel dolce fiore che gittiate odore dinanzi a Dio, e nei sudditi vostri, sì come pastore vero a ponare la vita per le pecorelle sue (Jn 10,11), correggendo lo vizio e confermando la virtù nei virtuosi. Lo non correggere infracida, sì come il membro corrotto nel corpo corrotto dell'uomo. Abbiate l'occhio sopra voi e sopra i sudditi vostri, e non vi paia duro a divellare queste barbe, ché molto vi sarà più dolce lo frutto che la fatica amara. O padre, raguardate a lo ineffabile amore che Dio ha a la salute vostra, e voi vedrete li smisurati beneficii e doni.

Che maggiore amore che ponare la vita per l'amico suo? Molto maggiormente è da commendare colui che ha posta la vita per li nemici suoi (Rm 5,7-8).

Or non si difendano più i cuori nostri, ma tragansi la durezza: non sieno sempre pietra a uno modo.

Rompasi questo legame e catena, col quale lo demonio spesse volte ci tiene legati; ma la forza del santo desiderio e dispregiamento dei vizii e amore de le virtù, romparà tutti questi legami. Inamoratevi de le virtù vere, le quali lo contrario fanno dei vizii, ché, come lo peccato dà amaritudine, così la virtù dà dolcezza: in questa vita gusta vita eterna. Quando venrà lo dolce tempo de la morte, la virtù adoperata risponde per lui, e difendelo dal giudicio di Dio, e dàgli sicurezza, e tollegli confusione, e conducelo ne la vita durabile, due ha vita senza morte, sanità senza infermità, ricchezze senza povertà, onore senza vitoperio, signoria senza servitudine, e tutti vi sono signori; e tanto quanto l'uomo è stato minore in questa vita, tant'è maggiore di là; quanto maggiore volrà essare in Siate piccolo per vera e profonda umilità, raguardate Dio che è umiliato a voi uomo, e non vi fate indegno di quello che Dio v'ha fatto degno, cioè del prezioso sangue del Figlio di Dio, del quale con tanto ardentissimo amore sete ricomprato. Noi siamo servi ricomprati, non ci possiamo più vendare: quando noi siamo nei peccati mortali, noi ciechi ci vendiamo al demonio. Pregovi, per amore di Cristo crocifisso, che noi usciamo di tanta servitudine. Non dico più, ma tanto vi dico ch'i miei difetti sono infiniti, e promettovi così, di pigliare i miei e vostri, e faronne uno fascio di mirra, e porrommelo nel petto (Ct 1,12) per continuo pianto e amaritudine fondata in vera carità: ci farà pervenire a la vera dolcezza e consolazione de la vita durabile. Perdonate a la mia presunzione e superbia.

Racomandatemi e benedite tutta la famiglia in Cristo Gesù. Pregolo che vi doni quella dolce eterna benedizione, e sia di tanta fortezza che rompi e spezzi tutti i legami che vi tollessero lui.

Rimanete ne la santa carità di Dio.

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 17:06. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com