QUESTO FORUM E' CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO... A LUI OGNI ONORE E GLORIA NEI SECOLI DEI SECOLI, AMEN!
 
Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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Le Orazioni di Santa Caterina da Siena

Ultimo Aggiornamento: 19/10/2012 23:28
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19/10/2012 22:00

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[SM=g27998] Orazione 11

NEL GIORNO DELL’ANNUNCIAZIONE

1. UNA CASCATA DI LODI


O Maria! Maria, tempio della Trinità! O Maria, portatrice del fuoco! Maria, dispensatrice di misericordia. Maria, da cui è germogliato il frutto.
O Maria, che hai ricomprato il genere umano, perché portando nel tuo seno il Verbo, fu ricomprato il mondo: Cristo lo ricomprò con la sua passione e tu col dolore del corpo e della mente.
O Maria mare pacifico, Maria donatrice di pace, Maria terra feconda.
Tu, Maria, sei quella pianta dalla quale abbiamo il fiore profumato del Verbo, Figlio unigenito di Dio, perché in te, terra feconda, fu seminato questo Verbo. Tu sei la terra e la pianta.
O Maria carro di fuoco, tu hai portato il fuoco nascosto e velato sotto la cenere della tua umanità.
O Maria vaso d’umiltà, in cui arde la luce della vera conoscenza, con la quale ti sei innalzata al di sopra di te, e sei piaciuta all’eterno Padre, che ti prese e attirò a sé amandoti di un amore singolare. Con la luce e il fuoco della tua carità e con l’olio della tua umiltà hai attirato la sua divinità a chinarsi e venire in te, benché prima sia stato spinto dal fuoco ardente della sua inestimabile carità a venire a noi.

2. MARIA, VERGINE PRUDENTE


O Maria, perché hai avuto questa luce, non fosti stolta, ma prudente, e con prudenza hai voluto investigare dall’angelo come fosse possibile quello che t’annunciava.
Forse non sapevi che questo era possibile a Dio onnipotente? Certamente sì, senza alcun dubbio. Dunque perché hai detto:
«Non conosco uomo»?
Non perché mancassi di fede, ma per la tua profonda umiltà, considerando la tua indegnità, e non perché tu dubitassi che ciò fosse possibile presso Dio.
Maria, fosti turbata dalla parola dell’angelo per paura? Se guardo nella luce della fede, non sembra che per paura fossi turbata, benché tu mostrassi meraviglia e turbamento. Dunque, di che ti meravigli?
Della grande bontà di Dio che tu vedevi; e considerando te stessa e quanto fossi indegna di tanta grazia, eri stupefatta. Dunque considerando la tua indegnità e miseria e l’ineffabile grazia di Dio, eri ammirata e stupefatta.
Così domandando con prudenza hai dimostrato la tua profonda umiltà, e non hai avuto timore, ma ammirazione della smisurata bontà e carità di Dio per la bassezza e piccolezza della tua virtù.
Tu, o Maria, sei divenuta il libro nel quale oggi è scritta la nostra regola: Gesù Cristo.
In te oggi è scritta la sapienza dell’eterno Padre, in te si manifesta oggi la fortezza e la libertà dell’uomo.
Dico che si mostra la dignità dell’uomo perché se guardo in te, Maria, vedo che la mano dello Spirito Santo ha scritto in te la Trinità, formando in te il Verbo incarnato, Figlio unigenito di Dio: ci ha scritto la sapienza del Padre, cioè lo stesso Verbo; ci ha scritto la potenza, perché fu potente a fare questo grande mistero; ci ha scritto la clemenza dello Spirito Santo, perché solo per grazia e clemenza divina fu ordinato e compiuto un mistero così grande.

3. LODE ALLA TRINITÀ


Se considero il tuo grande consiglio, Trinità eterna, vedo che nella tua luce hai visto la dignità e nobiltà della stirpe umana; quindi, come l’amore ti spinse a trarre l’uomo da te nella creazione, così quel medesimo amore ti spinse a ricomprarlo, dato che era perduto.
Tu hai dimostrato che hai amato l’uomo prima che esistesse quando hai voluto trarlo da te solo per amore; ma gli hai mostrato un amore ancora maggiore dando te stesso, rinchiudendoti oggi nel vile sacco della sua umanità. E che cosa gli potevi dare di più, che dare te stesso? Perciò veramente gli puoi dire:
«Che cosa dovevo o potevo fare ancora, che io non abbia fatto?». Così vedo che ciò che la tua sapienza in quel grande ed
eterno consiglio ha visto fosse da fare per la salvezza dell’uomo, la tua clemenza l’ha voluto e la tua potenza l’ha oggi adempiuto, sicché nella nostra salvezza si accordarono in quel consiglio la tua potenza, sapienza e clemenza, o Trinità eterna.
In quel divino consiglio la tua grande misericordia voleva usare misericordia alla tua creatura, e tu, Trinità eterna, volevi compiere in lei la tua verità di darle la vita eterna, poiché per questo l’hai creata: perché partecipasse e godesse di te.
Ma questo disegno contraddiceva la tua giustizia nel tuo grande consiglio, perché, come ti è propria la misericordia, così anche la giustizia, che rimane in eterno. E la giustizia non lascia impunito alcun male, così come non lascia senza ricompensa alcun bene: questa giustizia non si poteva salvare perché l’uomo non poteva soddisfare a te per la sua colpa.
Quale modo hai trovato, Trinità eterna, perché si adempisse la tua verità facendo misericordia all’uomo, e la tua giustizia fosse soddisfatta? Che rimedio ci hai dato? Ecco il rimedio adatto: tu hai disposto di darci il Verbo del tuo Figlio unigenito, che prendesse la nostra carne che ti aveva offeso perché, sostenendo la passione nella sua umanità, la tu giustizia fosse soddisfatta, non in virtù dell’umanità, ma ir virtù della divinità unita ad essa. E così fu fatto e si adempì li tua verità, e furono soddisfatte la giustizia e la misericordia.

[SM=g27998] 4. IL SÌ DI MARIA
O Maria, vedo che questo Verbo, che t’è dato essere in te, nondimeno non è separato dal Padre, così come la parola ch l’uomo ha nella mente la quale, benché sia proferita di fuori comunicata ad altri, tuttavia non si stacca, né è separata da cuore. In queste cose si dimostra la dignità dell’uomo, per li quale Dio ha operato tante e così grandi cose.
In te ancora, o Maria, oggi si dimostra la fortezza e la libertà dell’uomo perché, dopo la deliberazione di un così grande e alto consiglio, è mandato a te l’angelo ad annunciarti il mistero del consiglio divino e a cercare la tua volontà, per cui il Figlio di Dio non discese nel tuo grembo prima che tu lo consentissi con la tua volontà. Aspettava alla porta della tua volontà che tu gli aprissi, perché voleva venire in te; e giammai vi sarebbe entrato se tu non gli avessi aperto dicendo: «Ecco, sono la serva del Signore, si faccia di me secondo la tua parola».
Dunque si dimostra in modo manifesto la fortezza e la libertà della volontà, perché non si può fare alcun bene o alcun male senza la volontà; e non c’è demonio, né alcun’altra creatura che possa costringerla alla colpa del peccato mortale se essa non vuole, e nemmeno può essere costretta ad operare alcun bene più di quanto voglia. Sicché la volontà dell’uomo è libera, e nessuno la può costringere al male o al bene se essa non vuole.
Bussava, o Maria, alla tua porta, l’eterno Dio, ma se tu non avessi aperto l’uscio della tua volontà, Dio non si sarebbe incarnato in te. Vergognati, anima mia, vedendo che Dio oggi si è imparentato con te in Maria.
Oggi ti è mostrato che, benché tu sia stata fatta senza dite, non sarai salvata senza dite; e oggi Dio bussa alla porta della volontà di Maria e aspetta che lei gli apra.
O Maria, dolcissimo amore mio, in te è scritto il Verbo dal quale noi abbiamo la dottrina della vita; tu sei la pagina che ci porge quella dottrina.
Io vedo che questo Verbo, non appena è scritto in te, non è senza la croce del santo desiderio: appena egli fu concepito in te gli fu innestato il desiderio di morire per la salvezza dell’uomo, per la quale egli si era incarnato; e perciò una grande croce fu per lui portare per tanto tempo quel desiderio che egli avrebbe voluto si adempisse subito.

5. SUPPLICA FINALE

A te ricorro, Maria, e a te offro la mia supplica per la dolce sposa di Cristo dolcissimo, tuo figlio, e per il suo vicario in terra: che gli sia data luce, perché con discernimento e prudenza agisca in modo efficace per la riforma della santa Chiesa. E si unisca in ciò anche il popolo e conformi il suo cuore a quello del suo pastore, perché non si ribelli contro il suo capo.
Mi sembra, o Dio eterno, che tu abbia reso il tuo vicario come un’incudine, perché ognuno lo percuote quanto può con la sua lingua e le sue azioni.
Ti prego anche per quelli che tu hai messo nei mio cuore con un amore singolare: infiamma i loro cuori perché siano carboni ardenti e non spenti, accesi e infuocati nella tua carità e in quella del prossimo, cosicché nel tempo del bisogno essi abbiano le stive ben fornite per loro stessi e per gli altri. Io ti prego per quelli che mi hai dati, benché io non sia per loro motivo di alcun bene, ma sempre di male, perché per loro sono specchio non di virtù, ma di molta ignoranza e negligenza.
Ma oggi la mia preghiera è ardita, perché questo è il giorno delle grazie e so che a te, Maria, nessuna cosa è negata.
O Maria, oggi la tua terra ha germogliato per noi il Salvatore. Ho peccato contro il Signore, per tutto il tempo della mia vita, ho peccato contro il Signore, pietà di me, dolcissimo e inestimabile amore.
O Maria, benedetta sia tu fra tutte le donne nei secoli dei secoli, perché oggi ci hai dato della tua farina.
Oggi la divinità è unita e impastata con la nostra umanità così fortemente che mai si può separare, né per la morte né per la nostra ingratitudine; anzi, sempre la divinità fu unita sia col corpo nel sepolcro, sia con l’anima nel limbo, e insieme con l’anima e il corpo in Cristo.
Questo matrimonio fu contratto e congiunto in modo tale che, come mai fu diviso, così in perpetuo mai si scioglierà.
Amen.

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