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Beato Enrico Suso, frate domenicano Libretto della vita perfetta

Ultimo Aggiornamento: 20/10/2012 23:51
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Sesso: Femminile
20/10/2012 23:37

2 Se nella più alta unità può esistere qualche diversità


Il discepolo interrogò dicendo: Non so capire, dal momento che quest’Uno è tanto semplice, da dove provenga la molteplicità che gli si attribuisce. Uno lo riveste di sapienza e lo chiama la Sapienza, uno di bontà, uno di giustizia e simili cose; così asseriscono i preti a motivo della fede nella divina Trinità. Perché non lo si lascia restare nella sua semplicità che è lui stesso? Mi sembra in tutto che quest’unico Uno abbia troppe opere e troppa diversità; o come può essere un così puro Uno, se c’è in lui tanta molteplicità?
La Verità rispose dicendo: Tutta questa molteplicità è, al fondo e alla base, una semplice unità.
Il discepolo disse: Che cosa chiami tu «fondo» e «origine», o «non fondo»?
La Verità: Io chiamo «fondo» la fonte e l’origine da dove scaturiscono le effusioni.
Il discepolo: Signore, che cos’è ciò?
La Verità: È la natura e l’essenza della divinità; e in questo abisso senza fondo si sprofonda la Trinità delle Persone nella loro unità, e ogni molteplicità è là disfatta in qualche modo di se stessa. Prendendolo in questa maniera, non c’è là opera estranea, ma solo una silenziosa tenebra sospesa in se stessa.
Il discepolo disse: Caro Signore, dimmi, che cos’è allora che conferisce a questo stesso [fondo] il primo sguardo alle operazioni, e soprattutto alla sua propria operazione che è il generare?
La Verità disse: Fa ciò la sua possente forza.
Il discepolo: Signore, che cos’è ciò?
La Verità: E la natura divina del Padre; e là, nello stesso istante, essa è gravida di fecondità e di operazione, perché là, secondo l’intendimento della nostra intelligenza, la divinità s’è slanciata in Dio.
Il discepolo: Caro Signore, non è ciò una cosa sola?
La Verità disse: Si, divinità e Dio sono una cosa sola, e tuttavia la divinità non opera né genera, ma Dio genera e opera. E ciò viene dalla distinzione che è nella designazione, secondo la comprensione della ragione. Ma è una cosa sola nel fondo; perché nella natura divina non c’è altro che l’essenza e le proprietà relative, e queste non aggiungono assolutamente nulla all’essenza: esse sono questa tutte insieme, benché siano distinte da ciò a cui sono opposte, cioè dal loro termine opposto. Perché la natura divina, a prenderla secondo lo stesso fondo, non è affatto più semplice in se stessa, del Padre preso nella stessa natura, o di alcun’altra Persona. Tu sei ingannato unicamente dall’immaginazione, che considera ciò secondo il modo in cui è reso nella creatura. Ciò è in se stesso unico e semplice.
Il discepolo disse: Vedo bene di essere giunto all’ultimo fondo della più alta semplicità, più addentro di cui, nessuno che vuol possedere la verità, può andare.



3 Come l’uomo e tutte le creature si sono tenute eternamente [in Dio] e la loro processione nel divenire


Il discepolo: Eterna Verità, ma come le creature si sono tenute eternamente in Dio?
Risposta: Vi sono state come nel loro eterno esemplare.
Il discepolo: Che cos’è questo esemplare?
La Verità: È la sua essenza eterna, presa secondo che si dà a conseguire in maniera partecipata alle creature. E nota che eternamente tutte le creature sono in Dio, e non hanno avuto là alcuna distinzione profonda, fuorché come si è detto. Esse sono la stessa vita, essenza e potenza, per quanto sono in Dio, e sono lo stesso Uno e nulla di meno. Ma dopo l’uscita, quando prendono il loro essere proprio, ciascuna ha la sua essenza particolare, distintamente con la propria forma, che le dà il suo essere naturale; perché la forma dà l’essenza particolare e distinta, sia riguardo all’essenza divina che a ogni altra, come la forma naturale della pietra le dà di avere la sua propria essenza. E questa non è l’essenza di Dio, né Dio è la pietra, benché questa e tutte le creature sono da lui ciò che sono. E in questa effusione tutte le creature hanno acquistato il loro Dio, perché, quando la creatura si trova creatura, essa confessa il suo creatore e il suo Dio.
Il discepolo: Caro Signore, l’essere delle creature è più nobile secondo che è in Dio, o secondo che è in se stesso?
La Verità: L’essere delle creature in Dio non è creatura, ma la creaturalità di ciascuna creatura è a essa più nobile e più utile dell’essere che ha in Dio. Perché che cos’ha di più la pietra o l’uomo o qualunque creatura nel suo stato creaturale, per ciò che sono stati eternamente Dio in Dio? Dio ha bene e rettamente ordinato le cose, perché ciascuna cosa guarda indietro alla sua prima Origine, in maniera sottomessa.
Il discepolo: Signore, da dove vengono allora il peccato o il male o l’inferno o il purgatorio o il diavolo e cose simili?
Risposta: La creatura ragionevole dovrebbe avere una reintroversione che si sprofonda nell’Uno; ma perché essa resta estroversa all’esterno con un ingiusto sguardo di proprietà sul proprio io, vien fuori allora diavolo e ogni malizia.

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