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LE XXIV TESI DEL TOMISMO contro la falsa metafisica spiegata da Don Curzio Nitoglia

Ultimo Aggiornamento: 29/11/2012 22:29
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29/11/2012 22:28

Commento alle XXIV Tesi del tomismo: X Tesi

(la quantità)


d. CURZIO NITOGLIA

28 maggio 2012

www.doncurzionitoglia.com/10a_tesi_tomismo_commento.htm

X Tesi del Tomismo: la quantità

*

“ L’estensione segue la natura corporea. Tuttavia la sostanza non è l’estensione. La sostanza in se stessa è indivisibile non avendo dimensioni; la quantità, che dà alla sostanza l’estensione, è realmente distinta dalla sostanza ed è un vero accidente reale ”[1].

*

● La quantità o estensione segue necessariamente la sostanza corporea. L’uomo sperimenta continuamente l’azione su di lui dei corpi estesi. Nella IX Tesi abbiamo visto come il senso comune e l’esperienza hanno scoperto nei corpi un co-principio potenziale e uno attuale. La radice prossima della quantità è la potenza, che dice materia; mentre l’atto dice forma, che è radice prossima della qualità e dell’azione.



● Tuttavia la quantità non è la sostanza. Infatti è un accidente che è realmente distinto dalla sostanza: ad esempio, un uomo che pesa 50 kg è uomo come uno che ne pesa 100; essi differiscono solo quanto all’accidente quantità, ma non quanto alla sostanza umana. La quantità è il primo dei nove accidenti. Le qualità si aggiungono alla quantità: per esempio l’albero di un quintale (quantità) sarà liscio o ruvido, fresco o caldo, marrone o bianco-sporco.



● La quantità in quanto accidente dà l’essere secondario (esse tale) alla sostanza che riceve dalla forma l’essere primo (esse simpliciter). Perciò la quantità conferisce la divisibilità e la corruttibilità alla sostanza cui inerisce[2]. Quindi le sostanze spirituali che non hanno quantità o materia (l’angelo e l’anima umana) non sono divisibili né corruttibili.



● Il ruolo della quantità è quello di dare alla sostanza, che in se stessa è indivisibile, delle parti integranti (per esempio la linea è costituita da vari punti, che la rendono divisibile), una estensione e una dimensione. Quindi la natura della quantità comporta di avere parti distinte, ossia che una parte non sia l’altra parte (“habere partes extra partes”). Ne segue che queste parti possono separarsi e dividersi, ed ecco la corruttibilità che segue immancabilmente la quantità, l’estensione e la materia, le quali possono essere anche misurate.



● Perciò la quantità è un accidente distinto dalla sostanza, in quanto le aggiunge delle parti che possono aumentare o diminuire, mentre la sostanza resta immutata. La quantità è un accidente reale e non logico, che può essere toccato, visto, misurato, pesato.





d. CURZIO NITOGLIA

28 maggio 2012

www.doncurzionitoglia.com/10a_tesi_tomismo_commento.htm

[1] Cfr. ARISTOTELE, VII Methaphys., S. TOMMASO, in VII Methaphys, I.

[2] Cfr. S. Th., I, q. 50, a. 2; Summa c. Gent., lib. IV, c. 65.


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