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LA CITTA' DI DIO di sant'Agostino - Libri XVII- XXII (4)

Ultimo Aggiornamento: 22/12/2012 22:19
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22/12/2012 21:59


La Chiesa e l'eresia.

51. 1. Il diavolo, osservando che i templi dei falsi dèi erano abbandonati e che il genere umano accorreva al nome del Mediatore che riscatta dal male, sobillò gli eretici affinché col palliativo del nome cristiano si opponessero alla dottrina cristiana, quasi fosse possibile essere accolti senza ammonizione nella città di Dio, come la città della Confusione accolse indiscriminatamente filosofi che sostenevano teorie diverse e contrarie. Coloro dunque che nella Chiesa di Cristo sostengono una opinione erronea e immorale e, avvertiti affinché ne sostengano una vera e conforme all'onestà, resistono con ostinazione e non vogliono rettificare le proprie teorie apportatrici di errore e di malcostume, ma persistono nel difenderle con caparbietà, divengono eretici e ponendosi fuori sono considerati avversari di professione. Anche così col proprio male giovano ai cattolici veri membri del Cristo, poiché Dio usa per il bene anche i malvagi e per coloro che lo amano tutto concorre al bene 218. Infatti tutti i nemici della Chiesa, qualsivoglia sia l'errore che li rende ciechi e la malvagità che li rende disonesti, se hanno la possibilità di affliggerla nel corpo, allenano la sua pazienza, se la contrariano con false dottrine, allenano la sua sapienza. Ed affinché siano amati anche i nemici, allenano la sua attitudine a volere il bene o anche a farlo, tanto se si comporta con loro mediante la convinzione dell'insegnamento, quanto mediante il timore della correzione. Perciò il diavolo, principe della città terrena, sia pure aizzando i propri gregari contro la città di Dio, esule in questo mondo, non ha possibilità di nuocerle in alcun modo. A lei senza dubbio dalla divina provvidenza sono garantiti il conforto mediante la prosperità, affinché non sia indebolita dalle avversità, e lo sprone dalle avversità, affinché non sia depravata dalla prosperità. Così l'una e l'altra emergenza si contengono a vicenda, affinché si riconosca che solo dalla Chiesa proviene quel grido contenuto nel Salmo: Quando ero oppresso da tanti dolori nel mio cuore il tuo conforto mi ha consolato 219. Dello stesso senso è il detto dell'Apostolo: Siate lieti nella speranza, pazienti nella tribolazione 220.

La Chiesa e i cattivi cristiani.
51. 2. Non si deve pensare però che in qualche tempo possa non verificarsi quel che ha detto lo stesso Apostolo: Coloro che vogliono vivere piamente nel Cristo subiscono la persecuzione 221. Infatti quando sembra che da parte di quelli che sono al di fuori e che non infieriscono vi sia tranquillità e la si ha veramente e apporta molto conforto, soprattutto ai deboli, tuttavia non mancano, anzi ve ne sono molti all'interno che tormentano, col comportamento depravato, il sentimento di coloro che vivono religiosamente, poiché per colpa loro viene oltraggiato il nome cristiano e cattolico 222. E se questo nome è molto caro a quelli che vogliono vivere religiosamente nel Cristo, essi si dolgono molto del fatto che per colpa dei cattivi cristiani lo si ami di meno di quanto desidera la coscienza dei devoti. Anche gli eretici, poiché si pensa che abbiano di cristiano il nome, i sacramenti, la Scrittura e la professione, causano un grande dolore nel cuore dei devoti perché molti, che vorrebbero essere cristiani, sono costretti a esitare a causa del loro dissenso e anche per colpa loro molti maldicenti trovano materia d'insultare il nome cristiano, perché anche essi in qualche modo sono considerati cristiani. A causa di questi e simili costumi depravati ed errori degli uomini subiscono persecuzione coloro che vogliono vivere religiosamente in Cristo, anche se non v'è chi affligge e tormenta il loro corpo. Subiscono infatti questa persecuzione non nel corpo ma nel cuore. Da qui quel grido: Quando ero oppresso da tanti dolori nel mio cuore. Non ha detto "nel mio corpo". Ma si sa che le promesse divine sono immutabili e che è vero ciò che dice l'Apostolo: Il Signore conosce i suoi 223, perché non può andare perduto alcuno di quelli che da sempre ha conosciuto e predestinato a esser conformi all'immagine del Figlio suo 224. Perciò nel Salmo citato si ha di seguito: Il tuo conforto mi ha consolato 225. Anche il dolore che si verifica nel cuore dei devoti, perseguitati dal comportamento dei cristiani malvagi o falsi, giova a coloro che lo sopportano, poiché proviene dalla carità con cui desiderano che i malvagi non vadano perduti e che non impediscano la salvezza degli altri. Inoltre grande conforto deriva anche dalle loro conversioni che inondano l'anima dei devoti di tanta gioia, pari al dolore che li tormentava per la loro perdizione. Ma in questo tempo, in questi giorni malvagi, non solo dal periodo della presenza corporale del Cristo e dei suoi Apostoli, ma dallo stesso Abele, il primo giusto ucciso dal fratello scellerato, e di seguito fino alla fine del tempo la Chiesa si evolve pellegrina fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio.

La Chiesa e le persecuzioni di Roma.
52. 1. Poi ritengo che non si deve affermare o sostenere sconsideratamente la tesi di alcuni i quali hanno detto o dicono che la Chiesa non subirà più persecuzioni fino alla venuta dell'Anticristo oltre quelle che ha già subite, cioè dieci, in modo che l'undicesima provenga dall'Anticristo. Calcolano che la prima sia stata messa in atto da Nerone, la seconda da Domiziano, la terza da Traiano, la quarta da Antonino, la quinta da Severo, la sesta da Massimino, la settima da Decio, l'ottava da Valeriano, la nona da Aureliano, la decima da Diocleziano e Massimiano. Alcuni pensano che le piaghe d'Egitto, anche esse dieci, prima che il popolo di Dio uscisse dal Paese, debbano essere ricondotte a questa spiegazione, che cioè l'ultima persecuzione dell'Anticristo si possa confrontare con l'undicesima piaga, per cui gli Egiziani, nell'inseguire da nemici gli Ebrei, annegarono nel Mar Rosso, mentre il popolo di Dio lo passava all'asciutto 226. Io non ritengo che le persecuzioni furono simboleggiate profeticamente da quell'evento in Egitto, sebbene da coloro che la pensano così gli uni e gli altri avvenimenti siano stati raffrontati fra di loro con acutezza e perspicacia, però non con spirito profetico ma in una ipotesi dell'intelligenza umana che talora attinge il vero, talora prende abbaglio.

La Chiesa e le altre persecuzioni.
52. 2. Ma i sostenitori di questa ipotesi non sanno che dire della persecuzione, nella quale il Signore stesso fu crocifisso, e a quale computo assegnarla. Possono, fatta eccezione per questa, presentare un computo in cui siano annoverate soltanto quelle che riguardano il corpo e non quella con cui è stato imprigionato e ucciso il capo. Nell'ipotesi non sapranno come considerare quella che, dopo l'ascensione del Cristo in cielo, si verificò a Gerusalemme, nella quale il beato Stefano fu lapidato 227, Giacomo fratello di Giovanni fu ucciso di spada, nella quale Pietro fu incarcerato per essere ucciso e fu liberato da un angelo, nella quale i fratelli furono scacciati e allontanati da Gerusalemme 228, nella quale Saulo, che poi divenne l'apostolo Paolo, sconvolgeva la Chiesa, nella quale egli stesso, mentre già predicava la fede che aveva perseguitato, subì le pene che aveva inflitto nella Giudea e nelle altre nazioni, dovunque con grande fervore predicava il Cristo. Non hanno motivo di ritenere che si debba iniziare da Nerone, perché la Chiesa nel suo sviluppo giunse al tempo di Nerone fra spietate persecuzioni e si andrebbe per le lunghe a parlarne. Se ritengono che nel computo devono apparire anche le persecuzioni eseguite dai re, vi sarebbe il re Erode che scatenò una violenta persecuzione dopo l'ascensione del Signore. Non hanno da ribattere nei confronti di Giuliano che non includono fra i dieci. Anche egli ha perseguitato la Chiesa perché vietò ai cristiani d'insegnare e di apprendere le discipline liberali. Da lui Valentiniano I, che fu il terzo imperatore dopo di lui e aveva professato la fede, fu radiato dall'esercito. Ometto quel che avrebbe cominciato a fare presso Antiochia, se non fosse rabbrividito nell'ammirare la serena arditezza di un giovane molto religioso e risoluto che, fra molti imprigionati per essere torturati, fu torturato per primo e che canticchiava fra gli strumenti di tortura e gli strazi. Giuliano temette che se avesse continuato con gli altri, avrebbe dovuto arrossire più vergognosamente. Infine ai nostri giorni Valente, ariano, fratello del suddetto Valentiniano, con una grande persecuzione desolò in Oriente la Chiesa cattolica. È quasi assurdo non riflettere che la Chiesa, la quale è in sviluppo e incremento in tutto il mondo, può subire la persecuzione dai re in alcune nazioni, anche se in altre non la subisce. Si deve considerare persecuzione anche quella in cui il re dei Goti, nel proprio paese, perseguitò i cristiani con incredibile crudeltà, sebbene fossero tutti cattolici. Molti furono coronati dal martirio, come ho udito da alcuni fratelli che allora erano fanciulli e si ricordavano di aver visto questi fatti. E attualmente nella Persia? Vi infierì contro i cristiani una persecuzione, seppure è cessata, che alcuni, fuggendo dal paese, giunsero in territorio romano. Quando rifletto su questi e analoghi avvenimenti, non mi pare che si possa calcolare il numero delle persecuzioni con cui la Chiesa viene messa alla prova. Ma non è minore sconsideratezza affermare che ve ne saranno altre dai sovrani oltre la finale, di cui nessun cristiano dubita. Quindi lasciamo sospeso l'argomento senza garantire o demolire alcuna delle due parti della questione, ma denunziando l'arrogante pretesa di affermare l'una o l'altra.

Mistero sull'ultima persecuzione.
53. 1. Gesù stesso con la sua presenza porrà fine alla persecuzione finale che sarà attuata dall'Anticristo. È stato scritto infatti che lo ucciderà col soffio della sua bocca e lo annienterà con lo splendore della sua presenza 229. A questo punto si suol chiedere: Quando avverrà? Domanda del tutto a sproposito. Se ci giovasse saperlo, ci sarebbe stato manifestato molto opportunamente dallo stesso Dio Maestro, quando i discepoli lo interrogarono. Non tacquero sull'argomento con lui, ma chiesero a lui presente: Signore, in questo tempo ristabilirai il regno d'Israele? Ed egli rispose: Non spetta a voi conoscere i tempi che il Padre ha riservato al suo potere 230. Quando ricevettero questa risposta, non l'avevano interrogato sull'ora, il giorno, l'anno, ma sul tempo. Quindi tentiamo inutilmente di calcolare e fissare gli anni che rimangono al tempo, poiché ascoltiamo dalla bocca della Verità che non ci spetta saperlo. Alcuni dicono che dall'ascensione del Signore fino alla sua ultima venuta possono trascorrere quattrocento anni, altri cinquecento, altri mille. Sarebbe lungo e non necessario mostrare come ciascuno di loro sostiene la propria opinione. Si servono di criteri umani e da loro non si adduce una prova certa fondata sull'autorità della Scrittura canonica. Ordina di distendere e tener ferme le dita di tutti coloro che conteggiano colui che dice: Non spetta a voi conoscere i tempi che il Padre ha riservato al suo potere.

Il mito di Pietro stregone.
53. 2. Ma poiché questa è una frase del Vangelo, non fa meraviglia che gli adoratori di molti e falsi dèi non siano stati trattenuti dall'immaginare attraverso i responsi dei demoni, venerati come dèi, che è stato stabilito per quanto tempo rimarrà la religione cristiana. Si sono accorti che non poteva esser distrutta da tante e così gravi persecuzioni ma che da esse aveva ricevuto uno sviluppo enorme. Immaginarono allora non saprei quali versi in greco che sarebbero stati fatti udire durante la consultazione di un oracolo. In esso considerano il Cristo innocente dal delitto di questa supposta profanazione, ma soggiungono che Pietro ha compiuto atti di stregoneria perché il nome di Cristo fosse venerato per altri trecentosessantacinque anni; quindi, terminato questo numero di anni, il cristianesimo senza indugio avrebbe avuto fine. Questo è il buon senso dei dotti. Questo è l'ingegno di voi, persone colte, disposte a credere certe cose del Cristo, sebbene non volete credere nel Cristo. Il suo discepolo Pietro non avrebbe appreso le arti magiche da lui ma, rimanendo Egli innocente, sarebbe stato il suo stregone, avrebbe preferito che fosse onorato il suo nome anziché il proprio con le arti magiche, con le proprie sofferenze e pericoli e infine con lo spargimento del sangue. Se Pietro fu uno stregone perché il mondo amasse il Cristo in tal modo, che cosa ha fatto il Cristo innocente perché Pietro lo amasse a quel punto? Si rispondano da se stessi e cerchino di capire, se possono, che per merito della grazia dall'alto è avvenuto che il mondo amò il Cristo in vista della vita eterna. In virtù di questa grazia è avvenuto anche che Pietro amò il Cristo per ricevere da lui la vita nell'eternità fino a sopportare per lui la morte nel tempo. Ci si chiede che razza di dèi sono questi che possono prevedere ma non impedire tali fatti perché soggiacciono a uno stregone e al suo misfatto malefico. Con esso, dicono, un bimbo di un anno fu ucciso, squartato e sepolto con un rito infame per permettere che la setta, a loro avversa, potesse essere in vigore per un lungo tempo non respingendo ma superando con la pazienza tante orribili crudeltà delle grandi persecuzioni e giungere all'annientamento dei loro idoli, templi e oracoli sacri. Infine qual è questo dio, loro non nostro, che è stato o sedotto o costretto da sì grande delitto a concedere simili prerogative? Quei versi dicono che Pietro con l'arte magica suggerì quegli eventi a un dio, non a un demone. Hanno un tale dio quelli che non hanno il Cristo.

Confutazione del mito di Pietro stregone.
54. 1. Addurrei queste e simili fantasticherie, se non fosse ancora trascorso l'anno che la simulata predizione ha promesso e l'ingannata frivolezza ha creduto. Poiché da alcuni anni sono già passati i trecentosessantacinque dal tempo in cui la venerazione del nome di Cristo ha avuto inizio mediante la sua esistenza terrena e l'opera degli Apostoli, non c'è altro da chiedersi per respingere questa fandonia. Anche se non fissiamo l'inizio di questo evento storico alla sua nascita, perché da bambino e da fanciullo non aveva discepoli, tuttavia quando iniziò ad averli, si manifestarono mediante la sua presenza fisica la dottrina e la religione cristiana, cioè dopo che fu battezzato nel fiume Giordano con la funzione ministeriale di Giovanni. Perciò parlando di lui la profezia aveva premesso: Dominerà da un mare all'altro, dal fiume fino ai confini della terra 231. Perciò prima che subisse la Passione e risuscitasse dai morti, la fede non era stata ancora stabilita per tutti. Fu stabilita nella risurrezione del Cristo, così infatti si esprime l'apostolo Paolo parlando agli Ateniesi: Ora Dio ordina a tutti gli uomini di tutti i luoghi di convertirsi, poiché egli ha stabilito un giorno nel quale giudicare la terra con giustizia per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti 232. Quindi nel risolvere il problema prendiamo le mosse da quel tempo, soprattutto perché allora fu mandato anche lo Spirito Santo, era infatti conveniente che fosse mandato dopo la risurrezione del Cristo in quella città, da cui doveva avere inizio la seconda legge, cioè la Nuova Alleanza. La prima venne dal monte Sinai mediante Mosè e si considera l'Antica Alleanza. Invece dell'Alleanza, che doveva essere accordata mediante il Cristo, era stato predetto: Da Sion uscirà la legge e la parola del Signore da Gerusalemme 233. Anche egli disse a coloro i quali dovevano predicare la conversione che dovevano cominciare da Gerusalemme 234. In quella città ebbe dunque inizio la venerazione di questo nome affinché si credesse in Gesù Cristo crocifisso e risorto. A Gerusalemme la fede si segnalò splendidamente ai suoi inizi. Alcune migliaia di uomini, convertiti al nome di Cristo con meravigliosa prontezza 235 e venduti i propri beni, perché fossero distribuiti ai bisognosi 236, abbracciarono con un santo proposito e con carità appassionata la povertà volontaria. Poi a contatto con i Giudei sdegnatissimi e sitibondi di sangue si prepararono a combattere fino alla morte per la verità, non con un potere armato ma con la più potente sopportazione. Se questo è avvenuto senza le arti magiche, non hanno motivo per dubitare che sia potuto avvenire in tutto il mondo con quel divino potere con cui è avvenuto. Se poi la stregoneria di Pietro aveva ottenuto che a Gerusalemme si dedicasse con ardore alla venerazione del nome di Gesù una grande moltitudine di uomini che l'avevano crocifisso dopo averlo catturato e schernito dopo averlo crocifisso, si deve investigare quando, partendo da quell'anno, si sono compiuti i trecentosessantacinque anni. Dunque il Cristo è morto sotto il consolato dei due Gemini il 25 marzo. Risuscitò il terzo giorno, come gli Apostoli hanno verificato per diretta esperienza 237. Dopo quaranta giorni salì al cielo 238, dopo dieci giorni, cioè cinquanta dopo la sua risurrezione, inviò lo Spirito Santo 239. In quella circostanza tremila uomini credettero agli Apostoli che lo annunziavano 240. Con loro cominciò allora il cristianesimo per l'azione dello Spirito Santo, come noi crediamo e la verità attesta ma, come immagina o ritiene l'empia frivolezza, con le arti magiche di Pietro. Poco dopo, in seguito anche a un prodigioso evento, allorché alla parola dello stesso Pietro un mendicante, zoppo dalla nascita sicché era portato alla porta del tempio e lì collocato a chiedere l'elemosina, nel nome di Gesù Cristo, saltò su sano e salvo 241, credettero cinquemila uomini 242. In seguito con continue aggiunte dei credenti la Chiesa aumentò di numero. Perciò si calcola anche il giorno, in cui l'anno ha avuto inizio, cioè quando fu inviato lo Spirito Santo, esattamente il 15 maggio. Quindi col numero dei consoli si costata che trecentosessantacinque anni al 15 di maggio si compirono col consolato di Onorio ed Eutichiano. Inoltre l'anno seguente, sotto il consolato di Manlio Teodoro, quando secondo il responso dei demoni o la fandonia degli uomini non doveva esservi più la religione cristiana, non fu necessario investigare cosa avvenne nelle altre parti del mondo. Frattanto, questo lo sappiamo, nella famosa e illustre città di Cartagine in Africa Gaudenzio e Giovio, conti dell'imperatore Onorio, il 19 marzo, demolirono i templi dei falsi dèi e ne fracassarono le statue. Da allora fino ad oggi, per circa trent'anni, ognuno può costatare quanto è aumentato di numero il cristianesimo, soprattutto dopo che si sono resi cristiani molti di quelli che da quel responso, ritenuto vero, erano allontanati dalla fede e si accorsero, ormai compiuto il numero degli anni, che era stupido e ridicolo. Noi dunque che siamo e siamo chiamati cristiani, non crediamo in Pietro, ma in colui in cui Pietro credette perché siamo ammaestrati dalle parole di Pietro sul Cristo, non avvelenati dalle sue formule magiche, non ingannati dalle sue operazioni malefiche, ma aiutati dalle sue buone azioni. Il Cristo è il maestro di Pietro nella dottrina che guida alla vita eterna, egli è anche il nostro maestro.

Confronto fra le due città.
54. 2. Ma concludiamo ormai questo libro, dopo aver esposto fin qui e, per quanto sembrava opportuno, dimostrato quale sia l'evoluzione storica delle due città, la celeste e la terrena, commischiate dall'inizio fino alla fine. La terrena ha creato per sé, da ogni provenienza o anche dagli uomini, i falsi dèi che ha voluto, per sottomettersi a loro mediante l'offerta di vittime. Invece quella celeste, che è esule sulla terra, non crea falsi dèi, ma essa è stata creata dal vero Dio ed essa stessa è la sua vera immolazione. Tutte e due però usano ugualmente i beni temporali e sono colpite dai mali con diversa fede, diversa speranza, diverso amore, fino a che siano separate dal giudizio finale e raggiunga ognuna il proprio fine che non ha fine. Del fine di entrambe si parlerà in seguito.
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