È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
QUESTO FORUM E' CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO... A LUI OGNI ONORE E GLORIA NEI SECOLI DEI SECOLI, AMEN!
 
Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

LA CITTA' DI DIO di sant'Agostino - Libri XVII- XXII (4)

Ultimo Aggiornamento: 22/12/2012 22:19
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 1.222
Sesso: Femminile
22/12/2012 22:10

Per chi non fonda sul Cristo...
26. 2. Apprenderemo chi si può salvare mediante il fuoco se prima apprendiamo che cosa significa avere il Cristo come fondamento. Per cogliere quanto prima tale significato dall'analogia stessa, riflettiamo: nessuna struttura nell'edificio è anteposta al fondamento; quindi chiunque ha nel cuore il Cristo, in modo tale che non gli antepone gli ideali della terra e del tempo e neanche quelli che sono leciti e di consiglio, ha il Cristo come fondamento; se li antepone, quantunque sembri che abbia la fede di Cristo, non v'è tuttavia in lui il Cristo come fondamento perché gli si antepongono quegli ideali; a più forte ragione se, trascurando i comandamenti della salvezza, commette azioni immorali, si può rimproverargli che non ha anteposto ma posposto il Cristo, perché ha gettato alle spalle il suo comandamento o il suo consiglio, dal momento che contro i suoi comandamenti e consigli ha preferito, mediante colpe, appagare la propria lussuria. Se dunque un cristiano ama una prostituta e diviene un solo corpo congiungendosi a lei 126, non ha il Cristo nel fondamento. Se qualcuno invece ama la propria moglie, ma in Cristo 127, non v'è dubbio che per lui nel fondamento v'è Cristo. Se invece la ama secondo il costume del mondo, sensualmente, nella esaltazione delle passioni, come i pagani che non conoscono Dio, per indulgenza l'Apostolo ammette tale comportamento 128, o meglio Cristo mediante l'Apostolo. Anche questo individuo dunque può avere Cristo nel fondamento 129. Se infatti non gli antepone nulla di simile affettuosità e piacere, sebbene al di sopra costruisca legno, fieno, paglia, è Cristo il fondamento e perciò avrà la salvezza mediante il fuoco. Infatti il fuoco dell'afflizione brucerà le soddisfazioni di tal fatta e gli amori terreni, non meritevoli di condanna a causa del vincolo coniugale; a questo fuoco appartengono appunto le perdite e tutte le disgrazie che eliminano tali soddisfazioni. Perciò per chi ha costruito, questa costruzione sarà sfavorevole perché non recupererà quel che ha costruito al di sopra e sarà afflitto dalla loro perdita perché gioiva godendone, ma sarà salvo mediante questo fuoco in virtù del fondamento, giacché se da un persecutore gli fosse proposto se preferiva avere quella soddisfazione o il Cristo, certamente la soddisfazione non sarebbe stata anteposta al Cristo. Riconosci nelle parole dell'Apostolo l'uomo che sopra il fondamento costruisce oro, argento, pietre preziose: Chi è senza moglie, dice, pensa alle cose di Dio, come possa piacere a Dio 130. Ravvisa l'altro che costruisce legno, fieno, paglia: Chi invece è sposato, dice, pensa alle cose del mondo, come possa piacere alla moglie 131. L'opera di ciascuno sarà resa palese; la farà conoscere quel giorno (cioè il giorno dell'afflizione), poiché, continua, si manifesterà nel fuoco 132. (Definisce fuoco questa stessa afflizione, come si legge in un altro passo della sacra Scrittura: La fornace prova gli oggetti del vasaio e l'esperienza dell'afflizione gli uomini giusti 133). E il fuoco proverà la qualità dell'opera di ciascuno 134. Se l'opera di qualcuno persisterà (persiste il fatto che uno pensa le cose che sono di Dio, come possa piacere a Dio), riceverà una ricompensa di ciò che ha costruito sopra (così riceverà da dove ha pensato di ricevere); ma se l'opera finirà bruciata, subirà la punizione (perché non avrà ciò che ha amato), tuttavia egli si salverà (perché nessuna afflizione lo ha smosso dalla stabilità di quel fondamento), però come attraverso il fuoco 135 (infatti perde con un fuoco bruciante ciò che ha ottenuto soltanto con un amore allettante). In tal modo, per quanto sembra a me, è stato rintracciato il fuoco che non condanna alcuno, ma arricchisce l'uno, punisce l'altro, mette alla prova l'uno e l'altro.

... per lo meno legno, fieno e paglia...
26. 3. Ma per ipotesi figuriamoci di intravedere in questo passo il fuoco, di cui il Signore dirà a quelli di sinistra: Via da me, maledetti, nel fuoco eterno 136, in modo che si ravvisino in essi anche costoro che sul fondamento costruiscono legno, fieno, paglia e che il merito del buon fondamento dopo un periodo di tempo, relativo ai demeriti, li liberi da quel fuoco. Allora dovremmo intravedere in quelli di destra, ai quali si dirà: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete il regno preparato per voi 137, soltanto coloro che sul fondamento hanno costruito oro, argento e pietre preziose. Ma in quel fuoco, di cui è stato detto: Così come attraverso il fuoco 138, se si deve interpretare in questo senso, certamente vi si dovrebbero gettare tanto quelli di destra come quelli di sinistra. Gli uni e gli altri infatti devono essere saggiati da quel fuoco perché di esso è scritto: Farà conoscere quel giorno perché si manifesterà col fuoco e il fuoco saggerà la qualità dell'opera di ciascuno 139. Se dunque il fuoco saggerà l'una e l'altra opera in modo che se l'opera di uno resisterà, cioè non sarà distrutta dal fuoco, ciò che ha costruito sopra il fondamento riceva la ricompensa, se invece l'opera di uno brucerà, subisca la punizione, certamente non è quello il fuoco eterno. In quel fuoco saranno gettati soltanto quelli di sinistra con una finale e perenne condanna, questo invece si limita a saggiare quelli di destra. Ma saggia alcuni in modo da non bruciare e distruggere la costruzione che troverà da loro eretta sul fondamento Cristo; diversamente saggia gli altri, nel senso cioè che brucia ciò che hanno eretto al di sopra e da questo subiscano la punizione, ma abbiano la salvezza perché con una carità, che è al di sopra, hanno conservato il Cristo stabilmente posto nel fondamento. Se dunque avranno la salvezza, certamente staranno alla destra e con gli altri udranno: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete il regno preparato per voi, non alla sinistra, dove saranno coloro che non avranno la salvezza e quindi udranno: Via da me, maledetti, nel fuoco eterno. Nessuno sarà immune da quel fuoco, perché tutti quelli andranno alla pena eterna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si spegne e con esso saranno straziati giorno e notte per sempre.

... che bruceranno in un fuoco che purifica.
26. 4. Se si afferma che nel periodo di tempo che dalla morte del corpo si protrae fino a quel giorno, che dopo la risurrezione dei corpi sarà il giorno finale della condanna e della ricompensa, l'anima dei defunti sopporti un fuoco tale che non debbano sperimentare coloro i quali nella vita terrena non ebbero costumi e amori tali che il loro legno, fieno e paglia siano bruciati; se, al contrario, si afferma che lo sperimentino invece gli altri che si sono portati dietro simili costruzioni e trovino il fuoco di una transitoria sofferenza, il quale brucia tali costruzioni che, sebbene non meritevoli della condanna, persistono soltanto di là o qui e di là o per questo qui affinché non di là, non ribatto perché probabilmente è vero. Può infatti appartenere a questo tipo di espiazione anche la morte fisica che è stata contratta dalla perpetrazione del peccato originale, sicché in corrispondenza alla costruzione di ciascuno si trascorra da lui il tempo che la segue. Anche le persecuzioni, dalle quali sono stati coronati i martiri e che qualsiasi cristiano può subire, saggiano, come il fuoco, ambedue le costruzioni e alcune ne distruggono con gli stessi costruttori, se non trovano in esse Cristo come fondamento, le altre senza i costruttori se ve lo trovano. Infatti, sia pure con la punizione, costoro avranno la salvezza, ma le persecuzioni non distruggono le altre costruzioni perché le riscontrano tali da persistere nell'eternità. Vi sarà alla fine del mondo, al tempo dell'Anticristo, una espiazione quale mai si ebbe 140. Vi saranno allora molte costruzioni, di oro e di fieno, sull'ottimo fondamento che è Cristo Gesù, in modo che il fuoco saggi le une e le altre e dalle prime adduca beatitudine e dalle altre punizione, ma in virtù dello stabile fondamento non dia alla perdizione né gli uni né gli altri di coloro in cui riscontra tali costruzioni. Ma chiunque antepone a Cristo, non dico la moglie, dal cui accoppiamento nella carne usa per un piacere carnale, ma anche altri individui legati dall'affetto, esenti da simili soddisfazioni, amandoli carnalmente in modo umano, non ha il Cristo come fondamento e quindi non avrà mediante il fuoco la salvezza, ma non l'avrà affatto perché non potrà essere con Cristo che dà la salvezza e che sull'argomento ha detto con molta chiarezza queste parole: Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; e chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me 141. Però chi ama questi vincoli di parentela carnalmente, in modo però da non anteporli al Cristo e da preferire di essere privo di loro anziché del Cristo, qualora fosse costretto a un simile momento critico della prova, avrà la salvezza nel fuoco perché è ineluttabile che per la loro perdita il dolore bruci tanto quanto l'amore rendeva uniti. Inoltre, se qualcuno amerà padre e madre, figli e figlie secondo il Cristo in modo da provvedere a loro per raggiungere il suo regno ed essere a lui uniti, o se ama in essi il fatto che sono membra del Cristo, certamente questo affetto non si riscontrerà nel legno, fieno e paglia per essere bruciato, ma sarà assegnato alla costruzione in oro, argento e gemme. Come infatti può amare loro più che il Cristo se li ama per lui?

6) L'elemosina non sana i peccati d'ogni giorno.
27. 1. Rimane da rispondere a quelli, i quali dicono che bruceranno nel fuoco coloro che trascurano di fare elemosine adeguate ai propri peccati, in relazione a quel che dice l'apostolo Giacomo: Giudizio senza misericordia per colui che non ha usato misericordia 142. Per colui dunque che l'ha usata, dicono, anche se non ha emendato la condotta perversa, ma in mezzo alle proprie elemosine è vissuto con un comportamento infame e indegno, vi sarà un giudizio con misericordia nel senso che non sia condannato affatto o dopo qualche tempo sia prosciolto dalla condanna finale. E pensano che il Cristo col solo criterio della diligenza e trascuranza delle elemosine operi la separazione tra quelli di destra e quelli di sinistra per inviare gli uni al regno, gli altri alla pena eterna. Per convincersi della possibilità che mediante le elemosine siano loro rimessi i peccati di ogni giorno che, di qualsiasi qualità e numero, non cessano mai di commettere, si danno da fare per aggiudicare a sé come patrocinatrice e teste la preghiera che il Signore stesso ha insegnato. Come non v'è giorno, dicono, in cui dai cristiani non si dice questa preghiera, così non v'è un qualsivoglia peccato di ogni giorno che con essa non sia rimesso, quando diciamo: Rimetti a noi i nostri debiti, se procuriamo di eseguire quel che segue: Come noi li rimettiamo ai nostri debitori 143. Il Signore, dicono, non ha detto: "Se rimetterete i peccati agli uomini, il Padre vostro rimetterà a voi i piccoli peccati di ogni giorno", ma dice: Rimetterà a voi i vostri peccati 144. Dunque di qualunque quantità e numero siano, anche se si commettono ogni giorno ed anche se la vita non se ne ritrae col volgersi a una vita più buona, pretendono che si possano loro rimettere attraverso le elemosine del perdono accordato.

Incompossibili elemosina e volontà di peccato...
27. 2. Giustamente costoro avvertono che si devono offrire elemosine adeguate per i peccati; però se dicessero che elemosine di qualsiasi genere possono ottenere la misericordia di Dio anche per i gravi peccati di ogni giorno e per l'assuefazione, per quanto prolungata, ad azioni riprovevoli, in modo che ad essi segua il condono di ogni giorno, si dovrebbero accorgere di dire una cosa assurda e ridicola. Sarebbero costretti ad ammettere l'eventualità che un uomo ricchissimo con dieci monetine, spese in elemosine, riscatti omicidi, adultèri e azioni criminali di qualsiasi genere. Se è assolutamente assurdo e pazzesco affermarlo e si chiede quali elemosine siano adeguate ai peccati e delle quali anche il Precursore di Cristo diceva: Fate dunque frutti degni di conversione 145, si nota ovviamente che non la compiono coloro che fino alla morte dissipano la propria vita con la perpetrazione di giornalieri delitti. Questo soprattutto perché, appropriandosi dei beni degli altri, ne sottraggono molti di più di quei pochi con cui, donandoli ai poveri, si lusingano di sfamare il Cristo, sicché, illudendosi di aver comprato da lui il permesso di azioni malvage o meglio di comprarlo ogni giorno, commettono tranquilli tante opere biasimevoli. Invece, se essi per una sola colpa grave distribuissero alle membra indigenti di Cristo tutti i propri beni e non desistessero da tali azioni con l'esercizio della carità che non opera alla cieca, non potrebbe esser loro di giovamento 146. Chi dunque offre elemosine adeguate ai propri peccati, cominci prima ad offrirle da se stesso. È sconveniente infatti che non operi per sé chi opera per il prossimo giacché può ascoltare la parola di Dio: Amerai il prossimo tuo come te stesso 147; e: Abbi pietà della tua anima rendendoti gradito a Dio 148. Non si può dire infatti che chi non offre alla propria anima questa elemosina, cioè di rendersi gradito a Dio, può elargire elemosine adeguate ai propri peccati. A proposito v'è il passo della Scrittura: Chi è cattivo con se stesso, con chi sarà buono? 149. Le elemosine infatti aiutano le preghiere e si deve certamente prestare attenzione al passo della Scrittura: Figlio, hai peccato, non aggiungerne altri e prega per le colpe passate affinché ti siano perdonate 150. Per questo appunto si devono offrire elemosine, per essere esauditi quando imploriamo il perdono per i peccati passati e non per illuderci che, pur ostinandoci in essi, mediante le elemosine ci procuriamo il permesso di fare del male.

... perché nel fratello bisognoso v'è il Cristo.
27. 3. Perciò il Signore ha predetto che calcolerà a quelli di destra le elemosine elargite e a quelli di sinistra le non elargite, per mostrare quanto siano utili a cancellare i peccati già commessi e non a commetterli per sempre impunemente. Non si deve pensare che fanno elemosine coloro che non vogliono dall'abitudine a colpe gravi convertire in meglio la propria vita. Anche nelle parole: Quando non l'avete fatto a uno dei miei fratelli più piccoli, non lo avete fatto a me 151, dimostra che non lo fanno anche quando si illudono di farlo. Se dessero il pane a un cristiano affamato perché cristiano, non rifiuterebbero per sé il pane di giustizia che è lo stesso Cristo, poiché Dio non bada a chi si dà, ma con quale intenzione si dà. Chi dunque ama Cristo nel cristiano gli porge l'elemosina con l'intenzione di andare a Cristo e non di allontanarsi impunito da lui. Tanto più uno infatti si allontana da Cristo quanto più ama ciò che Egli condanna. E che cosa giova ad uno essere battezzato se non è libero dal peccato? Infatti chi ha detto: Se uno non sarà rinato da acqua e da Spirito, non entrerà nel regno di Dio 152, ha detto anche: Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli 153. Perché temendo il primo monito molti corrono a battezzarsi e non temendo l'altro non molti si preoccupano di essere liberi dal peccato? Come dunque non dice a un suo fratello: Pazzo chi, nel dirlo, non è avverso all'affetto per il fratello ma al suo peccato, altrimenti sarà reo del fuoco della geenna 154, così al contrario se si porge un'elemosina a un cristiano, non la porge a un cristiano chi in lui non ama il Cristo; e non ama il Cristo chi si rifiuta di essere libero in Cristo dal peccato. E se qualcuno sarà incorso in questa colpa, di dire a un suo fratello: Pazzo, cioè se senza voler evitare un suo peccato, lo oltraggerà ingiustamente, è troppo poco per lui fare delle elemosine allo scopo di riparare, se non aggiunge il rimedio della riconciliazione che si ha nel seguito del passo citato. Lì segue infatti: Se dunque presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricorderai che un tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia la tua offerta davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi tornerai ad offrire il tuo dono 155. Perciò è troppo poco offrire le molte elemosine per qualsiasi grave peccato e rimanere nel vezzo dei peccati gravi.

Il vero perdono proviene dal nostro perdono...
27. 4. La preghiera di ogni giorno, che ci ha insegnato Gesù stesso, e perciò è detta anche del Signore, toglie certamente i peccati di ogni giorno, quando ogni giorno si dice: Rimetti a noi i nostri debiti, e quel che segue non solo si dice ma anche si compie: Come noi li rimettiamo ai nostri debitori 156, ma si dice perché si commettono i peccati, ma non affinché si commettano perché si dice. Il Salvatore ci ha voluto mostrare che, per quanto viviamo onestamente nella fragilità del pensiero e del volere di questa vita, non ci vengono a mancare i peccati e che dobbiamo pregare perché ci siano rimessi e dobbiamo perdonare quelli che peccano contro di noi affinché anche a noi si perdoni. Perciò il Signore non ha detto: Se rimetterete agli uomini i peccati, anche il Padre vostro rimetterà a voi i vostri peccati 157, affinché, contando su questa preghiera, commettessimo le colpe di ogni giorno, tranquilli per il prestigio per cui non dobbiamo temere le leggi degli uomini, o con l'intrigo col quale possiamo ingannare gli uomini stessi, ma affinché, mediante la preghiera, imparassimo a non ritenerci senza peccati, anche se siamo immuni dai delitti. Anche ai sacerdoti della vecchia Legge Dio inculcò questo stesso avvertimento riguardo ai sacrifici che ordinò di offrire prima per i propri peccati, poi per quelli del popolo 158. Poi anche le parole del grande Maestro e Signore nostro si devono esaminare con attenzione. Egli non ha detto: "Se rimetterete i peccati agli uomini, anche il Padre vostro rimetterà a voi i peccati di qualsiasi specie", ma ha detto: i vostri peccati. Egli stava insegnando la preghiera di ogni giorno e parlava ai discepoli liberati dal peccato. Dunque l'assunto: I vostri peccati significa i peccati senza dei quali neanche voi sarete, sebbene restituiti all'onestà e alla santità. Dunque nel passo, in cui costoro cercano, mediante questa preghiera, il pretesto per commettere delitti ogni giorno e affermano che il Signore ha incluso anche i peccati gravi, perché non ha detto: "Rimetterà i peccati leggeri", ma i vostri peccati, noi nello stesso passo, tenendo presente coloro a cui parlava e ascoltando le parole: I vostri peccati, dobbiamo concludere che erano peccati leggeri, perché i peccati di simili persone non erano gravi. E poi, dico, i peccati gravi, dai quali si deve recedere col miglioramento della condotta, non sono rimessi se non si adempiono quelle parole: Come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori. Se i peccati più leggeri, dei quali neanche la vita dei giusti è immune, non si rimettono con altro mezzo, a più forte ragione coloro, che sono immischiati in molte e gravi colpe, anche se ormai smettono di compierle, non ottengono il perdono, se saranno inesorabili nel rimettere agli altri qualsiasi loro mancanza, giacché il Signore dice: Se non rimetterete agli uomini, neanche il vostro Padre rimetterà a voi 159. È valido a proposito il pensiero dell'apostolo Giacomo che si avrà un giudizio senza misericordia per chi non ha usato misericordia 160. Deve venire in mente anche quel servitore, al quale, essendo debitore, il padrone condonò diecimila talenti 161, che poi gli ingiunse di restituire, poiché egli non ebbe compassione di un suo compagno che gli doveva cento denari. Dunque per quelli che sono figli della promessa e vasi di misericordia 162 vale quel che il medesimo Apostolo ha soggiunto: La misericordia invece prevale sul giudizio 163. Infatti anche quei giusti, che sono vissuti in tale santità da accogliere nelle dimore eterne anche gli altri, divenuti loro amici con un provento illecito 164, per essere così santi sono stati liberati da colui che rende onesto il disonesto perché attribuisce la paga in base al credito e non al debito 165. Nel loro numero v'è anche l'Apostolo che dice: Ho ottenuto misericordia dal Signore per meritare fiducia 166.

... e s'inserisce nella comunione dei santi...
27. 5. Si deve ammettere poi che coloro i quali sono accolti dagli eletti nelle dimore eterne non siano dotati di una condotta tale che per liberarli, senza il favore dei santi, possa bastare la loro vita e che perciò molto più largamente in essi prevale la misericordia sul giudizio. Tuttavia non si deve pensare che un individuo molto colpevole, non convertito a una vita buona o più accettabile, sia accolto nelle dimore eterne perché ha reso omaggio ai santi da un provento illecito, cioè da denaro o ricchezze mal guadagnate o, anche se bene, non vere, sebbene la disonestà pensa che siano ricchezze perché non sa quali siano le vere, di cui abbondano coloro che accolgono gli altri nelle dimore eterne. V'è dunque un tenore di vita, non tanto cattiva che per coloro che lo mantengono non giovi a raggiungere il regno dei cieli la generosità delle elemosine, con le quali ha il sostentamento anche la povertà dei santi e ne divengono amici coloro che li ricevano nelle dimore eterne; e non tanto buona che da sola basti a conseguire la grande felicità se non conseguono la misericordia con i meriti di coloro che hanno reso amici. Sono solito stupirmi che anche in Virgilio si riscontri il pensiero del Signore che dice: Fatevi degli amici da un provento illecito affinché essi vi accolgano nelle dimore eterne 167, o quest'altro molto simile: Chi accoglie un profeta, come profeta, riceverà la ricompensa del profeta e chi riceverà un giusto, come giusto, riceverà la ricompensa del giusto 168. Difatti il grande poeta, nel descrivere i Campi Elisi in cui, come essi pensano, soggiornano le anime dei beati, non vi ha assegnato soltanto le anime di coloro che con i propri meriti sono potuti giungere a quelle dimore, ma ha soggiunto: E coloro che hanno suscitato il ricordo degli altri 169, cioè coloro che hanno conseguito la benevola attenzione degli altri e hanno destato il loro ricordo con opere meritevoli; proprio come se rivolgessero loro l'espressione che si usa frequentemente nel linguaggio cristiano quando qualche persona umile si raccomanda a uno dei santi e dice: "Ricordati di me", e procura con opere meritorie che questo avvenga. Ma è molto difficile giudicare e molto rischioso stabilire quale sia il criterio e quali siano i peccati che impediscono l'arrivo al regno di Dio, ma che tuttavia ottengono il perdono per i meriti di santi amici. Io, sebbene mi dessi da fare fino ad oggi sull'argomento, non sono potuto giungere a formulare una conclusione. E forse questi concetti sfuggono affinché non stagni la diligenza per giungere a evitare tutti i peccati. Infatti, se si sapesse quali e di quale specie siano le colpe per le quali, anche se abituali e non superate con l'avanzamento a una vita più buona, si deve desiderare e sperare l'intercessione dei giusti, l'umana noncuranza si intricherebbe tranquilla in essi e non si preoccuperebbe affatto di districarsi dai grovigli con la funzione svincolante di qualche virtù, ma cercherebbe soltanto di liberarsi con i meriti degli altri, che avrebbero resi amici con la generosità delle elemosine da proventi illeciti. Ora invece, finché s'ignora il limite d'una colpa veniale, anche se abituale, si osserva però l'impegno di avanzare a un miglioramento pregando e resistendo più attentamente e non si trascura la sollecitudine di farsi amici i santi dal provento illecito.

... secondo la diversità dei meriti.
27. 6. Però questo tipo di liberazione, che si ha sia con le proprie preghiere di qualsiasi specie, sia con l'intercessione dei santi, ottiene che uno non sia mandato al fuoco eterno e non che, se vi è stato mandato, ne sia estratto dopo un certo periodo di tempo. Infatti coloro i quali pensano d'interpretare quel brano della Scrittura, in cui la terra buona produce il frutto, dove il trenta, dove il sessanta, dove il cento 170, nel senso che i santi, secondo la differenza dei meriti, liberino alcuni trenta uomini, altri sessanta, altri cento, di solito suppongono che avverrà nel giorno del giudizio e non dopo. Si dice che un tale, notando che con un simile pregiudizio molti si sarebbero arrogati l'impunità troppo alla rovescia dal momento che in tal modo tutti all'apparenza potrebbero essere assegnati alla salvezza, con molta finezza abbia replicato che piuttosto si deve vivere bene in modo che ciascuno si venga a trovare fra quelli che dovranno intercedere per liberare. Diversamente gli intercessori sarebbero così pochi che, arrivando ciascuno di essi rapidamente al proprio numero di trenta, sessanta e cento, ne rimangano molti che non possono essere liberati dalle pene con la loro intercessione e che fra di essi si trovi chiunque con infondata storditezza fonda la speranza sul rendimento degli altri. Mi basta avere replicato queste cose a coloro i quali non rifiutano l'autorità della sacra Scrittura, che abbiamo in comune, ma interpretandola male pensano che avverrà non ciò che essa dice ma ciò che essi vogliono. Data questa replica, pongo fine al libro come ho promesso.
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 05:31. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com