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I Simboli che circondano il Cuore Divino di Gesù

Ultimo Aggiornamento: 04/06/2013 16:11
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04/06/2013 15:56


CAPITOLO I

«GLI SPLENDORI»


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Nella Santa Umanità di Gesù tutto è bello, grande, nuovo e meraviglioso, ma queste meraviglie hanno il loro fondamento comune nella Divinità personalmente unita a quella Umanità, e se noi vogliamo studiare e capire i simboli del Sacro Cuore è necessario cominciare dal simbolo degli splendori, perché questi splendori ci significano prima di tutto la Sua Divinità. Gesù medesimo dice: Io sono la luce del mondo. Sì, Dio è la luce, la luce vera, ecco per qual motivo il Sacro Cuore si rivelò e si dipinge raggiante come un sole: esso è il Cuore Divino. Questi splendori, adunque, non dicono solo la bellezza di quel Cuore, la grandezza, la santità. I Santi hanno avuto tutti un cuor bello santo grande eroico, ma i cuori dei Santi non si dipingono fra gli splendori; questa gloria è riserbata al Cuore dolcissimo di Gesù, perché è il Cuore di Dio. Questi splendori adunque ci rappresentano la Divinità del Sacro Cuore.

Siccome la gloria prima e fondamentale di quel Cuore è questa, che esso è veramente il Cuore di Dio, questa verità nasce dall'incarnazione. Questo Verbo, dopo aver creato l'universo, fissate le leggi della materia, dopo aver creato il mondo degli Angeli nella sua stupenda bellezza, dopo le promesse fatte ai Patriarchi, dopo le visioni comunicate ai Profeti, dopo i simboli, i riti e le meraviglie e i grandi avvenimenti dei secoli antichi, nei quali veniva delineando e preparando il futuro, sì, sì! questo medesimo Verbo finalmente assunse la natura umana nel tempio della Verginità, che è l'immacolato seno della Mamma Celeste, e nacque in Betlemme e visse uomo fra gli uomini. Da quel giorno in poi il Verbo, senza cessare di essere Dio, fu anche uomo; ed è che gli Angeli adorano un uomo in Gesù, mentre gli uomini non adorano mai e poi mai nessun Angelo. Se avesse voluto, questo Verbo Divino poteva di certo assumere la natura angelica, che pareva anzi convenirgli meglio che la natura umana, essendo totalmente spirituale; ma invece no, in nessuno dei nove gradi del mondo Angelico il Verbo si fermò, ma scese al nostro mondo: «et Verbum caro factum est». La divinità adunque sarà in Gesù unita sempre all'umanità e Gesù sarà eternamente vero Dio e vero uomo. Ma perciò stesso non è egli chiaro che questo Dio incarnato ebbe e avrà sempre un cuore, un cuor vivo e palpitante, cuore umano del Verbo Divino?

Ed è questo cuore, Reverendo Padre, che noi contempliamo nei suoi splendori. Oh! sì! sì!

quelle mani che fecero tanti miracoli, quei santissimi piedi che si stancarono tanto a cercare le pecorelle smarrite, quella fronte così bella, quegli occhi così dolci, quei sorrisi così consolanti, erano pure le mani i piedi la fronte gli occhi i sorrisi di Dio... e per la medesima ragione quel cuore fulgidissimo è il Cuore di Dio.

Facciamo una supposizione, come la mia ignoranza lo permette: figuriamoci una solitudine immensa, dove non si trovi nulla fuorché il deserto, mentre il sole versa sopra il deserto oceani di luce; figuriamoci ancora che Gesù crei, tutto all'improvviso, in quel deserto, un tempio assai magnifico di cristallo. Che cosa avviene? Ecco, quel tempio entra tutto quanto nel dominio del sole, gli splendori del sole lo circondano, lo investono, lo riempiono tutto in modo che esso tutto quanto rifulge degli splendori del sole.

A questo Cuore noi dobbiamo non solo il tributo della nostra venerazione e ammirazione e imitazione e amore, ma anche il tributo della nostra adorazione...; e sì, perché chi non sa che tutto quello che appartiene personalmente a Dio è cosa adorabile? Ora, il Sacro Cuore appartiene personalmente a Dio ed è per questo che noi lo dobbiamo adorare, come per questo medesimo motivo noi lo vediamo sempre cinto di splendori e di gloria. Sia adunque gloria al Sacro Cuore di Gesù, sia adorato e lodato in eterno.

La natura divina è la santità, come la natura del sole è la luce; siccome diventa luminoso tutto quello che è toccato dal sole, così tutto quello di cui Dio prende possesso diventa santo. Ecco adunque un carattere tutto proprio del Cuore di Gesù: la santità.

Essendo il Cuor di Dio, è santità, tutto santità e gli splendori che lo circondano sono gli splendori della sua santità.

Sebbene i divini attributi siano tutti essenziali a Dio e infinitamente perfetti, tuttavia a me sembra che ce ne sia uno che sia il maggiormente preferito, e sarebbe la santità, perché se si togliesse a Dio la bontà e la santità, qual dubbio allora che l'immensità, l'eternità, la sapienza, la potenza infinita ne farebbero un Essere grande ma terribile, ammirato ma non amato, sorprendente ma spaventoso: non le pare, Padre mio? E anche sopra di questa terra succede così; se uno, che abbia sapienza danari e possanza, possiede la bontà del cuore, lui sarà un idolo di tutti; ma se manca la bontà, allora la sua sapienza, la possanza e il suo oro a che servirebbe se non a fare di lui un tiranno? Davanti a lui tutti dovrebbero tremare. Così sarebbe anche di Dio se gli mancasse la bontà e la santità; ma invece in Dio non v'è pur santità, ma la santità a uno spicco di primato (una specie di primato) tra i divini attributi, perché essa risplende in ciascun di loro. Ond'è che se Dio, (cosa impossibile che non potrà mai succedere) dovesse perdere qualcheduno dei suoi attributi salvo però la santità, oppure perdere la santità per conservare gli altri attributi, Dio rinuncerebbe ad altri attributi, ma non rinuncerebbe mai alla santità: è la sua bellezza morale, la sua amabilità e felicità suprema; e i Santi e gli Angeli ne sono eternamente rapiti in estasi sempre nuove e non fanno altro che ripetere: Sanctus, Sanctus, Sanctus!!!

Essendo Iddio tale, non è chiaro che il carattere primissimo della umanità di Gesù deve essere la santità? Per esempio, se dentro a un globo di cristallo si nascondesse il sole, è certo che lo splendore del sole diventerebbe lo splendore del cristallo; così è certo che nella incarnazione la santità di Dio è diventata la santità di Gesù Cristo.

In Gesù poi la santità è triplice: santità sostanziale, che è la stessa divinità unita in Gesù Cristo alla natura umana; santità personale, che è la grazia santificante, della quale essendone Gesù capace, non gli doveva mancare a ciò avesse ogni perfezione; santità universale, che è la.grazia che Gesù come capo universale può infondere nelle membra vive del Suo corpo mistico, le anime giuste, che unite insieme formano con Gesù la Chiesa.

Questa santità mirabile, tutta propria di Gesù, si trova immediatamente nell'anima Sua adorabile, perché è l'anima l'oggetto della santità; come la prudenza fa l'anima prudente e la sapienza la fa sapiente, così la santità la fa santa. La santità però passa in qualche modo dall'anima al corpo e in modo speciale al cuore, che è nel corpo umano quell'organismo che mirabilmente rispecchia e risente i moti e le qualità morali dell'anima; e se l'anima è buona o cattiva anche il cuore è buono o cattivo. Posta adunque la santità ineffabile dell'anima di Gesù, che diremo del Suo Cuore adorabile se non che è un abisso e un oceano di santità? Santificato dal Verbo, a cui appartiene, e santificato dalla grazia santificante e formale, che è in Lui e che non ha nessuna misura e vi splende in tutte le sue forme diverse, Esso è l'abisso della grazia e la fonte di ogni santità, anzi è il sole del mondo soprannaturale.

Ecco, mio Reverendo Padre, perché questo dolce Amore, Gesù, ci ha mostrato il suo Cuore trasparente come un cristallo e raggiante più che il sole; esso è immerso nei suoi splendori e i suoi splendori sono non solo la Sua Divinità, ma ancora e per conseguenza la Sua santità.

Ora veniamo un po' a noi. Davanti a questo Cuore Divino che cosa sono i nostri cuori? Questo Cuore Divino è un oceano di santità, mentre i nostri cuori sono pieni di miserie e di colpe. Eppure, qualunque cuore umano potrebbe essere pieno di grazia, di virtù e di bellezze morali, come è il cuore dei vergini, il cuore degli umili; il cuore dei casti, il cuore dei Santi; e perché dunque non è anche così il nostro cuore? Oh! lo so io il perché: perché trattiamo troppo poco con Gesù, abbiamo troppa paura di Lui e non ci addomestichiamo con Lui. Per esempio, chi sta dentro a una profumeria ne esce fuori profumato; così sarebbe di noi. Se pregando, meditando, visitandolo sovente ci intrattenessimo e trattassimo sovente e molto con Gesù, non saremmo alla fine profumati anche noi della santità di Gesù?

Bisogna che noi davanti a questo Cuore Divino ci prostriamo, ci umiliamo e confidiamo tanto, tanto. Bisogna prostrarsi perché ci troviamo davanti a questo splendido sole di santità; bisogna umiliarsi perché davanti a tanta santità noi abbiamo un cuore pieno di miserie e di peccati; e poi bisogna confidare, ma confidare tanto tanto, perché il Cuore di Gesù, pieno di santità, è anche pieno di una grande e infinita misericordia per liberarci dalle nostre miserie ed elevarci sopra di esse. Oh! sì! Cuore Divino, circondaci colla tua misericordia infinita e rendici partecipi della tua santità.

Torniamo, Padre mio, a meditare gli splendori di questo Cuore Divino, perché non ho ancora terminato. Vi scopriamo un terzo significato che è la grazia. E come?! la grazia non ha forse i suoi splendori? E questi splendori non escono dal Sacro Cuore quasi raggi dal sole per illuminare le anime, per farle belle, gloriose, divine, insomma degne del bel Paradiso? La grazia è uno splendore Divino che fa le anime divinamente belle.

Io qui, Padre mio, parlo della grazia santificante e non delle grazie attuali. La differenza è grande tra queste e quella, perché le grazie attuali toccano la mente e la volontà, mentre invece la grazia santificante tocca e penetra la sostanza dell'anima; le grazie attuali sono tantissime, ma la grazia santificante è una sola; le grazie attuali si danno a tutti, anche ai peccatori, ma la grazia santificante si trova solamente nei giusti; le grazie attuali sono infinite come le vie di Dio, ma la grazia santificante è la meta a cui tendono, è il soglio su cui Dio si siede come Re e Padre delle anime buone. Questa grazia santificante è lo splendore di Dio, è un raggio della sua santità, che investe un'anima come raggio di sole che investe uno specchio. E non basta questo per capire che dunque la grazia santificante è uno splendore grande, celeste e divino? (la mia ignoranza non sa farsi capir meglio; mi perdoni, Padre, che non so farmi capire in poche parole; per spiegare una cosa mi dilungo troppo).

Guardiamo il Cuor di Gesù, giacché il Sacro Cuore è per noi il centro visibile della grazia santificante. In Gesù è tutta la pienezza della divinità e quindi tutta la pienezza della grazia. Essendo Egli il capo spirituale dell'umanità, da Lui esce la grazia santificante e da Lui si effonde e si trasfonde in tutte le anime buone e nulla c'è in noi di grazia che non ci venga da Lui; e così noi per mezzo di Gesù partecipiamo degli splendori e della vita di Dio. Ma, benché sia vero che tutto Gesù è pieno di grazia santificante, nel Suo Cuore divino mirabilmente raccogliesi e da questo Cuore si espande sopra di noi. La ragione mi sembra questa: che sebbene è vero che il soggetto della grazia santificante è l'anima, è però anche certo che la grazia santificante dall'anima passa sensibilmente al cuore, che nell'organismo umano è quella parte che sola può sentirsi negli influssi della vita soprannaturale. Il che, se succede nei Santi, quanto più altamente e profondamente deve succedere nel Cuor di Gesù?

Come le grandi acque hanno per loro propria sede il mare, ma poi dal mare evaporando formano le nubi, viene la pioggia che cade sui campi così la grazia santificante sta nella grande anima di Gesù, ma poi dall'anima si concentra nel Sacro Cuore e di là per opera di amore ricade sulla Chiesa come la pioggia sui campi e sopra delle anime come rugiada sui fiori.

Il Cuor di Gesù è come centro sensibile della vita di Gesù, è pieno di grazia santificante, la quale si trova come grazia personale per la gloria di Gesù Cristo, e di là poi si spande come grazia universale per la santificazione delle anime. Della grazia santificante la Divinità è la causa meritoria, il Sacro Cuore è la causa instrumentale.

Siccome il mare ci rappresenta molto bene la grazia di Gesù per la immensità, così il sole ce lo dipinge ancor meglio quanto alla sua potenza. Nel sole Dio ha raccolta tutta la luce necessaria a noi, e tutti i pianeti solari non vivono che di sole; così nel mondo soprannaturale Dio ha raccolto nel Sacro Cuore tutta la grazia, e il genere umano non la riceve che dal Sacro Cuore, il quale è il Sole venuto a illuminare le anime. Eh! guai alla terra se le mancasse il sole; che cosa sarebbe la terra senza il sole? Guai a noi se ci mancasse il Cuor di Gesù: non avremmo nè verità nè grazia e nè vita soprannaturale.

È anche da fare osservazione che il sole, sebbene non abbia che una luce sola, tuttavia con quella luce crea nel mondo quella meravigliosa varietà di colori e di tinte, che rendono la natura così varia e così bella. Così è la grazia santificante, che trabocca dal Cuor di Gesù: benché sia una, fa nascere però nella Chiesa tutte le molteplici tinte delle virtù e della santità. Dal Cuore di Gesù cade un raggio di generosità, ed ecco i martiri; un raggio di carità, ed ecco i limosinieri; un raggio di contrizione, ed ecco i penitenti; un raggio di fervore e di eroismo, ed ecco i Santi. Oh! sì! sì! Il Cuore di Gesù è il sole del mondo soprannaturale. Oh! quanto tutti abbiamo bisogno di vivere e di riscaldarci ai raggi di questo sole Divino!

Bisogna ancora, Reverendo Padre, imparare le virtù, perché chi vuole imparare un mestiere cerca sempre un modello, anche quando si tratta di un mestiere basso. Che cosa dirò adunque di quell'arte, che è la più alta insieme e la più necessaria a noi, che è l'arte di imparare quelle virtù, che possono farci buoni e cari a Dio e meritevoli del bel Paradiso? E chi è che potrebbe mettere in dubbio la necessità di un modello visibile e perfetto in ogni virtù? Ebbene, questo modello è Gesù: egli è il maestro che Dio ci ha dato e la sua scuola è il Suo medesimo Divin Cuore.

Guardiamo un po' questo splendore del Cuore Divino e cominciamo di qui: che il cuor buono è in noi la sede sensibile delle virtù, perché sebbene è vero che le virtù sono l'ornamento e la perfezione della volontà e dell'amore, facoltà proprie dell'anima, pure questa volontà e questo amore passano sensibilmente dall'anima al cuore come al suo proprio nido. È per questo che questo dolce Amore diceva che il cuor buono è un tesoro da cui escono opere virtuose e sante; e per questo anche noi, quando vediamo delle opere virtuose e sante, diciamo: Oh! che bel cuore!!!

Adunque il cuor buono è il nido delle virtù; e come noi vediamo gli uccelli che volano da per tutto e cantano nei boschi, e il loro principio è il nido da cui sono usciti; così le opere virtuose e belle si vedono spuntare nei vari campi della virtù cristiana, ma il loro nido è il cuor buono. Se il cuor buono è il nido delle virtù, qual Cuore sarà mai il Cuor di Gesù in cui si trovano come in sede natia tutte quante le virtù? Oh! con quanta ragione esso è pieno di splendori! sono essi gli splendori di tutte de virtù. Le virtù sono la dovizia, la grazia, il profumo del cuore, e un cuore senza virtù è una miniera senza gemme, un giardino senza fiore, un cielo senza stelle. Oh! come il Sacro Cuore di Gesù doveva essere bello, il più bello di tutti i cuori, e doveva essere il nido ancora e il centro luminoso di tutte le virtù, miniera ricca di tutte le gemme, giardino fecondo di tutti i fiori, firmamento scintillante di tutti i più splendidi astri! Ed è proprio così, perché prima di tutto il Cuor di Gesù possiede tutte quante le virtù. Il sole non possiede forse tutti i raggi che può avere un sole, senza che gliene manchi neppure uno? Così il Cuor di Gesù possiede tutte quante le virtù e neppure una gliene manca: sono i raggi del Cuor di Gesù. In secondo luogo poi ciascheduna virtù raggiunge in quel Cuore l'ultimo apice di quella perfezione e beltà di cui è capace. Nei Santi non è così; essi hanno bensì tutte le virtù, ma chi è sommo in una virtù e chi è sommo in un'altra, mentre invece Gesù è sommo, è ammirabile in tutte le virtù.

Il sole ha tutti i raggi, ma di questi raggi quale è più luminoso e quale meno? Non sono essi tutti luminosi egualmente? Così il Cuore di Gesù non solo ha tutte quante le virtù, ma sono tutte egualmente belle, tutte perfette, tutte sublimi fino al grado supremo. In quel Cuore adorabile a quali abissi l'umiltà è discesa? A quale universalità si estese la carità? A quali altezze giunse l'amore? A quale dolcezza è arrivata in quel Cuore la mansuetudine, a quale spogliamento il distacco, a quanta bontà il perdono, a quanti eroismi il sacrificio?

Ecco adunque, Reverendo Padre, un Cuore che veramente è il sole delle virtù; e tutti i giusti, tutte le vergini, i vergini e i martiri e tutti i Santi non sono altro intorno a questo sole se non piccole stelle, le quali hanno imparato da Lui a risplendere.

Il Sacro Cuore è quel modello che bisogna studiare e imitare; e chi è che non può imitare le virtù domestiche e sociali di Gesù? Questo Cuore Divino, sole di tutte le virtù, risplende sopra di noi acciocché tutti lo vedano, tutti lo studino e tutti lo imitino. Conoscere e imitare questo Cuore Divino non e solo un privilegio concesso ai Santi, ma è un dovere intimato a tutti da Gesù medesimo quando disse: «Imparate da me». Chi è mai che non abbia il bisogno di imparare da quel Cuore? Qualche cosa manca a tutti, per esempio a chi manca la pazienza, a chi la carità, a chi la divozione, a chi il coraggio cristiano, a chi la mansuetudine, a chi la purità.

Ma c'è Gesù; non c'è forse il Suo Cuore? E in quel Cuore non c'è forse ogni grazia? ogni virtù? ogni benedizione preparate per noi?

Quel complesso di verità religiose che debbono illuminare le anime e salvarle, sono chiamate la luce, lo splendore, e sono i raggi delle verità religiose portateci da Gesù, cioè di quelle verità che rivelano e costituiscono la dottrina del soprannaturale. Noi possiamo considerare il soprannaturale come un grande sistema di verità rivelateci da Gesù. Si può dividere il soprannaturale in tre supremi gruppi di verità, che chiameremo i misteri di Dio, i misteri dell'uomo e i misteri dell'eternità: sono tre gruppi di verità, i cui raggi risplendono dal Cuor di Gesù.

I misteri di Dio sono per noi principalmente tre: Trinità, Incarnazione e Riscatto. Ora queste tre verità non sono tre splendidi raggi del Cuor di Gesù? Basta che noi li consideriamo un poco. Difatti, non è esso il Cuore del Figlio di Dio, Cuore che fu formato dallo Spirito Santo? Ecco adunque il ricordo della Santissima Trinità. E questo Cuore non è veramente in carne umana, essendosi il Verbo veramente incarnato in seno alla celeste e bella Mammina? Ecco adunque il ricordo della Incarnazione. E poi le spine, la croce, la ferita del Sacro Cuore non ci simboleggiano la Redenzione? Ecco adunque il ricordo del Divin riscatto.

E così il Sacro Cuore, guardato con fede, ridesta nelle anime il pensiero della Trinità, dell'Incarnazione e della Redenzione: tre verità fondamentali, che sono i misteri di Dio.

E tre sono anche i misteri dell'uomo: la grazia, il peccato e i meriti. La grazia è un mistero intimo e spirituale, che innalza l'uomo alla figliuolanza divina; il peccato è una specie di mistero diabolico, tutto contrario al primo, perché separa l'uomo tutto da Dio; i meriti poi sono ancora essi un mistero intimo, per mezzo del quale noi, sebbene siamo un essere da nulla, specialmente davanti a Dio, tuttavia acquistiamo un vero diritto al regno dei Cieli. E se guardiamo il Sacro Cuore non vedremo forse in questo divinissimo libro affermati e spiegati questi misteri?

È una gran cosa certamente la grazia, che ci eleva a diventare figli di Dio, ma questo altissimo dono lo dobbiamo al Cuor di Gesù, che con il suo gran sacrificio ci meritò la grazia e nel suo sommo amore ce la dispensa. Il Cuore di Gesù è la fonte della grazia che ci deve salvare; come la fonte ricorda l'acqua, così il Cuor di Gesù ci ricorda la grazia.

In quanto al peccato, esso è un diabolico mistero di ingratitudine a Dio, di opposizione e di rivolta, è la rovina somma, totale e per sè eterna delle anime; ma ecco là, in quel Cuore le spine, la croce, la ferita. Ora, che cosa sono là a fare questi simboli nel Cuor di Gesù? Non sono essi la memoria e gli avanzi del sacrificio del Redentore? Dunque sono i simboli di quella redenzione che ci liberò dal peccato; dunque sono i ricordi del peccato per cui si sacrificò Gesù; dunque non si può considerare il Sacro Cuore senza ricordare i nostri peccati e senza piangerli.

Circa poi i meriti, chi è che può negarlo? egli è un gran fatto che noi, figli della terra e del nulla, possiamo con veri meriti acquistarci il diritto del bel Paradiso e essere eternamente felici; ma è sempre Gesù, che nella bontà del Suo Cuore ci associa a sè nell'oceano della sua vita soprannaturale; è Gesù che dona a noi i Suoi meriti, è Gesù che a noi partecipa il suo diritto al Paradiso, purché noi ci troviamo a Lui uniti spirito a spirito e cuore a cuore.

Rimangono da vedere i misteri della eternità, che sarebbero la Risurrezione, il Paradiso e l'inferno; ma il Cuor di Gesù oh! con quanta chiarezza ce li fa vedere!

Siccome il Cuor di Gesù mori nel sacrificio del Golgota e fu anche trafitto da una lancia crudele, adesso quel medesimo Cuore vive di nuovo e palpita ancora. Oh sì! sì! vive e vivrà, palpita e sempre palpiterà, perché Gesù è risorto ed è risorto immortale. Quel Cuor Divino ricorda a noi tutti la resurrezione, ce la presenta, ce la promette e nello stesso tempo ci ricorda e ci promette il Paradiso... Gesù è il Padrone del Paradiso e dal Paradiso a noi viene e ci chiama, ci invita al Paradiso e non per altro motivo ci presenta il Suo Cuore se non per dirci che ci ama tanto e che, se lo vogliamo, il Paradiso è per noi.

Però ci ricorda anche l'inferno. Se guardiamo bene Gesù con quel Suo Cuore così tormentato, (ferito, possiamo noi dimenticarci che Gesù fece quanto fece, per liberarci dall'inferno?

Ecco adunque, il Cuor di Gesù, ben capito e ben meditato, ci ricorda coi suoi splendori le più grandi verità soprannaturali e non permetterà mai ai suoi veri devoti di poter dimenticare i misteri di Dio, dell'uomo e dell'eternità. Esso è un sole che splende nel sentiero della nostra vita. Oh dunque, camminiamo allo splendore di questo astro Divino e non dimentichiamo tanto facilmente quelle grandi verità che esso coi raggi suoi ci ricorda. Il Cuor di Gesù nei Suoi splendori non ci ricorda le ricchezze, le pompe, le agiatezze della terra, ma invece ci ricorda i misteri della fede, ci raccomanda il timor santo e la gratitudine a Dio, l'odio al peccato, e ci ripete l'affare grande, cioè di salvare l'anima e andare in Paradiso.

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