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I Simboli che circondano il Cuore Divino di Gesù

Ultimo Aggiornamento: 04/06/2013 16:11
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04/06/2013 16:05


CAPITOLO IV

«LA CORONA»


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La corona del Cuor di Gesù è l'emblema di Gesù Cristo Re. Sì, quella corona, benché di spine, è il segno caratteristico di Gesù Cristo Re, è il segno della sua divina sovranità, perché chi è Dio è naturalmente Re. Pertanto Egli, rivelandosi al mondo, doveva affermare e confermare la Sua monarchia alta ed eterna, perché Gesù Cristo è Re assoluto, universale, eterno e divino. Ed è Re non pure in quanto è Dio, ma ancora in quanto è uomo, perché, per l'ipostatica unione e per l'unità di persona, anche come uomo è Dio, essendo bensì uomo nella sua natura umana, ma sempre Dio nella sua persona Divina. Perciò è suo ogni primato, né solamente nell'ordine delle cose spirituali, ma delle temporali ancora e delle politiche; e la terra è sua e i popoli appartengono a Lui...

Però, volendo Egli insegnare coll'esempio il distacco dal mondo e l'amore dell'umiltà, non volle nella sua vita mortale esercitare la politica monarchia, e perciò la sua vita è stata prima nascosta e poi travagliata, povera sempre; ma quanto a monarchia spirituale la dichiarò, la volle, la esercitò subito, sempre e da per tutto.

Oh! come è ammirabile il regno di Gesù! Questo regno è la Chiesa. Se noi guardiamo i sudditi, Gesù regna direttamente non sui corpi, come i Re, ma sulle anime e sui cuori, dove nessun conquistatore poté mai stendere lo scettro. E se guardiamo l'organismo è unico; la gerarchia dei suoi Sacerdoti scende dal Capo supremo all'ultimo Sacerdote, e influisce sopra tutti i cristiani; le leggi sono due amori grandi, di Dio e del prossimo; le tasse non sono che di opere buone; l'erario pubblico sono le ricchezze del tesoro di Cristo, dove i sudditi nulla mettono di loro e vi trovano tutto per sé; i tribunali poi sono di perdono e di pace, sparsi per tutta la terra, sono aperti a tutti i rei, e mentre nei tribunali del mondo chi si confessa reo è condannato, nei tribunali di Gesù chi si confessa reo è perdonato. Questo regno poi non ha nessun confine né nella terra né nei secoli, esso è universale ed eterno.

Ecco adunque con quanta verità Gesù Cristo è Re e come a Lui si addice bene la corona reale. Ma questa corona Gesù la porta sul Cuore, perché Egli regna per via di amore; non regna colla diplomazia, destreggiando e ingannando; non regna colla forza, spaventando i deboli e schiacciando i nemici; regna coll'amore. Egli ama e domanda di essere amato; tutta la sua legge è l'amore.

Ma la sua corona è di spine per ricordare a tutti in qual modo Egli fondò il suo regno e come fu consacrato Re della terra, cioè col sacrificio. La sua consacrazione pubblica, solenne, clamorosa si fece sul Golgota. Il monte delle umiliazioni e del dolore, del sangue e del sacrifizio è la reggia di Gesù, perché mentre gli altri re per farsi un trono oppure per conservarlo fanno morire i sudditi, Gesù invece per salvare i sudditi sacrificò se medesimo sul Calvario, dove il suo trono è la croce, il suo diadema le spine, la sua porpora il sangue, e le guardie e la corte sono i carnefici, i farisei, i nemici suoi e quel popolo ebreo, che lo ha rifiutato. Ecco la cerimonia della sua consacrazione reale!!! Ecco la pompa in mezzo alla quale fu dichiarato Re.

Oh! Gesù, Re d'amore, fammi la grazia di essere sempre la suddita del tuo eterno amore... Il mondo non ha mai voluto riconoscere la sovranità di Gesù, ma essa è così vera e sicura, che nell'ultimo giorno nessun'altra cosa risplenderà di così viva luce come la sovranità di Gesù. I diritti che ha Gesù per regnare sono ben diversi da quelli che vantano i re della terra; essi sono diritti proprii di Gesù soltanto, perché soltanto Gesù è veramente ed eternamente Re. Gesù è un monarca universale, assoluto e solo.

Per diritto di creazione. Gesù è il Creatore, essendo il Verbo incarnato, quel Verbo che creò tutte quante le cose. Gesù è creatore non già come uomo, bensì come Dio. Essendo Egli il Creatore, è il gran padrone delle sue creature; a Lui appartengono la terra, la luna e il sole, le stelle, il Paradiso, gli Angeli in Cielo, a Lui gli uomini in terra; noi siamo suoi e il nostro cuore appartiene a Gesù, come la pianta a colui che la piantò nel suo giardino, la statua a colui che la scolpì. Perciò chi non dà il suo cuore a Dio glielo ruba, perché è Gesù che ci ha creato in petto quel cuore che palpita di vita e vibra d'amore.

Ma perché Gesù ci ha dato un cuore? Forse perché ci servisse ad amare tutti e tutto fuorché Colui che lo fece? Questo sarebbe una grande mostruosità. Gesù ci ha dato il cuore e l'amore, affinché potessimo rivolare a Lui, nostro Dio e Creatore, nostra pace e felicità. E questa è la vera e suprema destinazione dell'amore; e di qui ne viene che il nostro cuore non è mai contento degli amori della terra, perché mentre noi amiamo e vagheggiamo la bellezza, la bontà, la pace, la felicità, cioè Dio, difatti, poi, che cosa troviamo negli amori della terra, se non illusioni e disillusioni, aurore e tramonti?

Come gli abissi del mare sono così vasti e profondi che non potevano essere fatti che per le grandi acque del mare, così è il nostro cuore: ha così larghe misure che solo l'amor di Dio lo può riempire.

Per diritto di eredità. Il Padre Eterno diede al Suo Verbo incarnato in eredità tutte le genti. Ma questo non vuol dire che i cuori appartengono a Gesù come la eredità all'erede?

Tutto serve e deve servire a Gesù, ma diversamente, secondo le diverse nature, e mentre certe cose Lo servono per necessità come gli astri, le stagioni e le bestie ecc..., altre cose invece lo debbono servire con libera volontà, e tali sono le ragionevoli creature; anche esse debbono appartenere a Gesù e servirlo, ma per elezione di volontà, ossia per amore.

Del resto non succede così anche a noi nel corso della vita? I campi, gli alberi, le fonti ci servono sì, ma necessariamente; gli animali della terra ci servono, ma istintivamente; non però così ci servono gli uomini: essi ci servono liberamente. Difatti, quando si chiama una persona a servizio, prima si interroga se vuole, e poi si viene ai patti; allora la serva liberamente comincia a servire e seguita liberamente. Questo è servire al modo umano.

Orbene, quando Dio ci diede in eredità a Gesù, qual dubbio che ci volle di Gesù alla maniera umana, cioè con libertà, per volontà, ossia per amore? Altrimenti, se noi servissimo Gesù per necessità, e Dio poteva ben farlo, noi certamente saremmo di Gesù, ma con quale sua gloria? Dunque i nostri cuori appartengono a Gesù e Gesù li vuole, sono la sua grande e cara eredità.

E chi può dire a parole quanto egli apprezzi l'eredità dei cuori? L'apprezza tanto, che appunto per avere dei cuori che Lo amino Egli conserva la terra e le cose umane. Perduti i nostri cuori, che cosa Gli vale il resto? Gesù preferisce un cuore a tutte le stelle, e perdere un cuore Gli costa di più che se perdesse tutto il firmamento. Nei cuori Gesù regna e riposa, e vuole i cuori; e negargli il cuore è negare all'erede la sua propria eredità. Eppure, quanti sono che escludono Gesù dal loro cuore!

O Gesù, mio Creatore, io godo di appartenere a Te. O dolce mio Amore, divinissimo Erede, io voglio essere tua, cosa tua. O Gesù, conquistatore Divino, io voglio essere una delle tue conquiste. O , Gesù, veramente Re, io voglio essere veramente tua in terra e in Paradiso.

Non si può servire a due padroni, perché sono di genio l'uno contrario all'altro e apertamente nemici; questi due padroni sono Gesù, re vero e legittimo, e il mondo, re falso e bugiardo. Tutti due regnano in questa terra, e da per tutto hanno dei seguaci, e i loro seguaci sono tutti volontarii, i quali scelgono ciascuno un re a cui vogliono servire, distinguendoli chiaramente dalla corona, perché Gesù è coronato di spine, e il mondo di rose.

Il mondò si divide moralmente in due popoli, perché vi sono due re, e tra l'uno e l'altro l'umanità si divide: divisione che diventerà visibile ed eterna nel dì del Giudizio.

Chi entra nel mondo e vive, non tarda a conoscere che nel mondo vi è il vero e il falso, cioè il bene e il male, le virtù e i vizi, la grazia e la natura; insomma Gesù e il mondo. Ma il mondo ha in fronte una corona di fiori, perché vuol godere tutte le libertà delle passioni e dei sensi; mentre Gesù si presenta colla corona di spine, perché da una parte Egli ha patito tanto, e dall'altra non potrebbe regnare sopra di noi senza la mortificazione delle passioni e dei nostri sensi.

Ecco i due re: bisogna scegliere. Gesù regna colla verità e colla virtù, il mondo invece colla falsità, le apparenze e le passioni.

Gesù aiuta i Suoi con tutti gli aiuti della Sua Chiesa e della Sua grazia; il mondo non aiuta nessuno, e mentre molto esige, nulla dà.

Gesù regna cercando il nostro bene e non il suo; il mondo regna per sfoggiare e godere, a spese però dei mondani, che ci mettono il tempo, il denaro e l'anima.

Il regno di Gesù va dalla vita presente alla futura nell'eternità, dove oh! beati i sudditi suoi!!!... mentre il regno del mondo finisce alle porte del cimitero. In quanto poi all'eternità, ci pensino i mondani, il mondo non se ne occupa.

Bisogna dunque eleggersi un re: o Gesù colla sua corona di spine, oppure il mondo colla sua corona di rose; essere di Gesù e del mondo non è proprio possibile, ed è chiaro. Eppure ce ne sono tanti che credono proprio di riuscirvi, e questi sarebbero quei cristiani che hanno un poco di Gesù e non poco del mondo, e così mescolano tutto assieme, un po' di vero col falso e un po' di bene col male; si lusingano di essere in via anche essi verso il Paradiso. Ma si ingannano, se credono di servire a Gesù, almeno quanto basta, perché essi servono realmente al mondo e non appartengono al re coronato di spine, bensì al re coronato di fiori.

E qui si vede l'uso o l'abuso della libertà! Fra i doni naturali quello della libertà è il più grande. Ma che pensiamo noi? Che Dio ce l'abbia data non per altro che per scegliere liberamente una professione, uno stato di vita ecc.? Oh no, no, la libertà può servire a tutto, anche alle minime cose, anche a fare il male!!! Ma Dio ce la dà affinché noi, cooperando alla grazia, facciamo il bene di giorno in giorno, di ora in ora, di cosa in cosa, e così ci prepariamo alla nostra eternità...

I buoni scelgono il Re coronato di spine e si salvano; i cattivi scelgono il re coronato di rose e si perdono, e così tutti e due, usando la loro libertà, fissano le loro sorti eterne. Dei due chi si serve bene della sua libertà non è il cristiano? Eppure i cattivi ci spreggiano; essi, non volendo altro che dei fiori, si fanno schiavi del mondo, delle passioni e del demonio; essi inneggiano alla libertà.

Oh! cattivi, tacete pure, voi che avete tante catene quante sono le passioni e le falsità a cui servite; tacete pure, ché voi non siete liberi, ma schiavi! Liberi sono quei cristiani, ma veri cristiani, i quali, dovendo scegliere il bene o il male, Gesù o il mondo, il Paradiso o l'inferno, scelgono il bene che è Gesù, il Paradiso, adesso liberamente buoni e in Cielo liberamente felici...

 



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