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La psicologia degli adolescenti spiegata alle mamme - educazione cristiana

Ultimo Aggiornamento: 01/07/2013 10:32
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01/07/2013 09:59



PARTE PRIMA

LE ORIGINI DELLA NOSTRA PERSONALITÀ

DONDE HA ORIGINE IL NOSTRO CARATTERE?


Ascoltando le lagnanze materne sui difetti dei figli, si può notare come nella maggioranza dei casi esse li ritengono interamente responsabili: “ Mio figlio è un fannullone ”, “ Mia figlia è impertinente ”, “ È una figliola così chiusa! ”, “ È priva di volontà e manca di carattere ”. Se ne deduce che queste mamme ritengono evidentemente che un atto di volontà da parte dei giovani risolverebbe la situazione. Questo atteggiamento mostra che esse non tengono esattamente conto di come sia costituito il carattere di ognuno.

Il carattere è infatti la risultante di tre tipi di influssi: l'eredità, l'ambiente sociale ed educativo, lo sforzo personale. L'eredità fa sentire il suo influsso fin dalla nascita e durante tutta la vita, l'ambiente avrà influenza dopo i primi mesi di vita. Lo sforzo personale autonomo sarà possibile solo nell'adolescenza: questo sforzo tuttavia non riuscirà a modificare l'influsso dell'eredità o a sopprimere radicalmente le impressioni, spesso incoscienti, ricevute nei primi anni di vita.

“ Noi nasciamo vecchi ”, ha scritto Francois Mauriac. Con queste parole lo psicologo voleva sottolineare come una buona parte delle inclinazioni e delle tendenze del carattere le ereditiamo dai nostri avi, nel fisico.

Questa espressione originale è molto vera: noi nasciamo infatti con un insieme di organi e di ghiandole il cui funzionamento fisiologico avrà una notevole importanza e un largo influsso sulle nostre virtù e sui nostri difetti. Nasciamo tra l'altro con un sistema nervoso ben determinato le cui ricchezze, equilibrio o squilibrio, incideranno sul carattere.

Gli adulti sanno per esperienza che molti mali di stomaco, disturbi di fegato, malesseri, incidenti ginecologici hanno una netta ripercussione sull'umore del momento. Non c'è quindi da meravigliarsi se fin dai primi anni cause fisiologiche hanno nette ripercussioni sul carattere dei nostri figli.

Vi sono delle nature calme o nervose, golose o prive di appetito, irascibili o tranquille, ottimiste o pessimiste; queste tendenze si rivelano già nella prima infanzia; non sono quindi adottate deliberatamente, né dovute all'influsso dell'ambiente, bensì a cause fisiche.

La scienza ci dimostra che determinati prodotti chimici influenzano il nostro carattere, le nostre facoltà mentali ed affettive, il nostro comportamento esterno. Noi conosciamo oggi numerosi prodotti il cui ingerimento o iniezione, modifica, almeno temporaneamente, la nostra psiche. Nota è l'azione del pentotal, il “ siero della verità ” che annulla le nostre resistenze o reticenze ad esprimere i nostri pensieri, dell'acido glutannico che procura una certa vivacità, dell'actedron che permette di stare svegli quarantotto ore e che permetteva ai piloti durante la guerra i lunghi voli... E se questo è l'effetto prodotto da minime dosi di sostanze chimiche, si può facilmente comprendere l'influsso del fisico in cui si trovano in permanenza prodotti chimici fabbricati dall'organismo.

Questo complesso chimico esistente nel fisico e il tipo “ personale ” di sistema nervoso differenziano i caratteri dei figlioli nati dagli stessi genitori. Non può essere causa di differenziazione l'ambiente familiare, che è comune; il comportamento della mamma verso i piccoli è comunemente lo stesso. L’unica causa dei caratteri diversi che essi rivelano già nella prima infanzia è da ricercarsi nelle costituzioni fisiche diverse ereditate dai genitori.

La maggior parte delle mamme, quand'erano ragazze, vedendo bambini comportarsi male, pensavano immediatamente: “ Io non educherò certo così i miei figli! ”. L'esperienza della vita le ha rese più modeste: hanno appreso che l'educazione non è onnipotente. E allora perché credono che uno sforzo di volontà da parte di una adolescente o di un bambino possa modificare carattere e comportamento? Educazione e dominio di sé si trovano dinanzi necessariamente una base fornita dall'eredità fisica.

Dunque né l'educazione né il dominio di sé possono tutto. Questo però non significa che non possono nulla. Se l'educazione infatti non può modificare la struttura fondamentale del carattere, essa tuttavia può modificarne certi aspetti: l'esperienza quotidiana ci dice appunto l'influsso che essa può avere sul carattere e il comportamento dei bambini. Dal bambino piccolo, possiamo ottenere, per mezzo di abili sistemi di educazione, atteggiamenti e virtù alle quali egli non sarebbe portato né dall'istinto né dall'ereditarietà. Questo avviene perché il bambino, infatti, non è un essere tutto di un pezzo: egli ha innumerevoli risorse su cui l'educatore può far leva per attenuare o rinforzare particolari tendenze. Tutto ciò non avverrà in pochi giorni, ma dovrà cominciare dalle prime settimane, dai primi mesi o dai primi anni.

Numerose sono le leve di comando di un essere umano; sul piano più basso i vari istinti: desiderio del piacere, paura del dolore; sul piano superiore, invece, esse sono costituite dall'intelligenza, la volontà e la coscienza. Prendiamo per esempio il caso di un bambino goloso: a tre o quattro anni posso insegnargli a dominare i suoi desideri per timore di una privazione; verso i sei anni posso far appello al suo desiderio di un sorriso o di un bacio della mamma, al suo timore di dare un dispiacere. Se è più grande, potrò farlo ragionare, dimostrandogli che certi cibi non sono adatti e gli possono dare fastidio. Sono modi diversi per aiutarlo a dominare la sua golosità. Un lungo sforzo educativo può modificare più o meno sensibilmente un carattere e una condotta: può sempre ottenere un miglioramento se non una trasformazione radicale. Con lo sviluppo dell'intelligenza o col passare degli anni, non si avrà unicamente l'influsso dell'ambiente familiare, ma anche quello della scuola, dei divertimenti, del mondo in generale. In ogni creatura si trovano latenti i germi di tutte le virtù e di tutti i vizi. Sta appunto nell'abilità dell'educatore il saper fare leva sui vari elementi che costituiscono l'essere umano per aiutarlo a realizzare la pienezza del suo essere uomo. Usando intelligentemente premi e castighi d'ordine morale, intellettuale, sentimentale, fisico, l'educatore esperto potrà ottenere nella maggior parte dei casi che il goloso diventi temperante, il pauroso più coraggioso, il collerico relativamente padrone dei suoi nervi, il pigro un po' meno svogliato.

L'ambiente educativo agisce sui caratteri per il clima generale che crea più che per le esortazioni ufficiali: si può infatti non ascoltare queste ultime, non si può invece facilmente sottrarsi all'atmosfera morale che si respira in casa e fuori. Lo spirito religioso e sociale di una famiglia, la mentalità umanistica o giansenista, idee giuste e pregiudizi si riflettono nelle istituzioni e negli ambienti: e questa atmosfera avrà sul fanciullo un influsso maggiore dell'educazione che gli si impartisce. Vivendo per esempio in un ambiente di supremazia maschile e di parziale sottovalutazione della donna, è quasi impossibile che un ragazzo non senta nascere un forte senso di orgoglio per la sua appartenenza al " sesso forte ", e la ragazza non ne risenta un influsso deprimente.

Oltre all'eredità fisica, dunque, notevole importanza hanno gli insegnamenti " ufficiali " e le idee circolanti nell'ambiente in cui il giovane vive.

Il carattere innato può essere modificato da un terzo fattore: lo sforzo personale su se stessi, Questa possibilità non è del bambino, ma propria dell'adolescenza. È questa infatti l'epoca della presa di coscienza di sé, della nascita della possibilità del dominio di sé attraverso la comprensione dei fini che ci si propone di raggiungere.

Il bambino farà uno sforzo per dominarsi, perché gli è suggerito da altri, l'adolescente può deciderlo da sé; questo non vuol dire che lo faccia spesso! Questi sforzi su se stesso possono avere dei risultati più o meno appariscenti.

Essi non sopprimeranno le tendenze profonde dell'essere, dovute all'eredità, ma potranno attenuarne la violenza o accentuarne l'inclinazione. Le variazioni di umore sono frequentemente dovute nella ragazza a stati fisiologici o impressioni ricevute. Ma se si spiega alla adolescente o alla giovane le ragioni di questi mutamenti di umore, ella potrà acquisire consapevolmente e progressivamente una maggiore serenità ed equilibrio.

È chiaro infatti che la passione prenderà maggiore vigore se alimentata e coltivata; un sentimento anche violento può diminuire a poco a poco d'intensità se trascurato abilmente, rifiutandosi di soddisfarlo, indirizzando l'intelligenza e la volontà su altri centri d'interesse. Tutto questo non è lavoro di un giorno; in realtà sono molto pochi coloro che si preoccupano di studiare e di educare il proprio carattere, È però possibile ottenere dei buoni risultati e la prova sta nel fatto che alcuni li hanno realmente ottenuti. In questo caso anche il comportamento esterno potrà venire sensibilmente rettificato. Non si dice forse che san Francesco di Sales, l'uomo più mite e dolce, fosse stato violento nella sua giovinezza?

Accanto alle nostre attitudini pienamente coscienti ve ne sono molte altre adottate in stato di semicoscienza o di incoscienza, conseguenti all'emotività. Questa ha origine nel temperamento fisico, dipende dall'ambiente sociale, soprattutto familiare, e dalle reazioni dell'individuo a questi influssi. L'importanza dell'ambiente familiare è notevole: a seconda se avrà esasperato o calmato questa emotività, specie nella prima infanzia, se avrà determinato dei pericolosi rientri o avrà permesso opportune manifestazioni, si avranno, ad una certa età, individui dotati di una certa capacità affettiva predominantemente conformista o aggressiva, e tendenzialmente ottimista o pessimista, equilibrata o nervosa.

E per poter comprendere, avere in mano il carattere della propria figliola, bisogna tenere presenti tutti questi fattori: il temperamento, la fisiologia, gli influssi dell'ambiente familiare e sociale, le reazioni affettive che essa prova inconsciamente, o dietro suggerimento dei suoi educatori.

È dunque la sintesi degli influssi della nostra costituzione fisiologica, dell'ambiente educativo, delle nostre reazioni coscienti e incoscienti che costituisce il nostro carattere quando stiamo varcando la soglia dell'adolescenza.



PARTE SECONDA

L'ADOLESCENZA E LE SUE EVOLUZIONI

CAPITOLO I

LE TRASFORMAZIONI FISICHE DELL'ADOLESCENZA


Riteniamo superfluo descrivere minutamente le manifestazioni fisiche della pubertà. Sono ben note alle nostre lettrici. Ci limitiamo a sottolineare alcuni fattori ignorati da molti. Il mese femminile non è affatto caratterizzato da un periodo di riposo cui succederebbe una brusca attività: è esattamente il contrario. Durante tutto il mese ovaie e utero sono in attività. Inizialmente l'ovaio secerne con intensità un ormone, la follicolina, che immette abbondantemente nel sangue, mentre l'utero moltiplica le cellule della sua superficie interna e i suoi vasi sanguigni, base della futura funzione materna.

Verso la metà del mese, un ovolo è giunto a maturazione nell'ovaio, si stacca, cade nell'addome ed è raccolto dal padiglione di una delle trombe. L'ovaio secerne allora un secondo ormone, il progesterone; contemporaneamente l'utero, grazie ai caratteri della mucosa uterina in fase secretiva, ha acquisito la succulenza necessaria ad un eventuale annidamento dell'ovolo; questo avviene mentre l'ovolo procede lentamente attraverso le trombe. Se l'ovolo, poco dopo la sua uscita dall'ovaio non incontra uno spermatozoo nella tromba, si riassorbe lentamente. Tutta l'impalcatura costruita dall'utero è allora eliminata in qualche giorno con l'emorragia mensile.

Durante tutto il periodo della vita in cui una donna può concepire, ovaie e utero sono dunque in attività costante. Solo la gravidanza modificherà questo ritmo; l'ovaio secerne allora, con una doppia intensità, il secondo ormone, il progesterone, che ha il compito di portare a buon termine la gravidanza stessa. Non solo l'ovaio e l'utero sono in attività: lo sono pure il sistema glandolare e i due sistemi nervosi antagonisti, il simpatico ed il vagotonico (Per ricordare più facilmente il significato di questi termini, leghiamo al sistema simpatico l'idea di un influsso che ci rende le cose e gli uomini simpatici, al vagotonico quella di un'impressione vaga, di malinconia); predomina ora l'uno ora l'altro: il loro influsso alternato e parzialmente opposto influisce sulla psiche.

Nessuna meraviglia quindi che contemporaneamente a questi " incidenti " fisiologici si abbiano variazioni dell'umore femminile. Abbiamo visto nel primo capitolo l'influsso del fisico sul carattere. Il periodo antecedente le mestruazioni e il periodo stesso delle mestruazioni sono spesso caratterizzati da una grande emotività, una maggiore suscettibilità, nervosismo, tendenza al pessimismo e allo scoraggiamento. Da buona educatrice, la mamma non trascurerà di avvertire la adolescente di queste reazioni psicologiche: le insegnerà a giudicare le proprie impressioni, esaminandone la causa, e a non lasciarsi commuovere eccessivamente. E soprattutto la mamma cercherà di ottenere che la figliola cerchi di non sopprimere gli sbalzi di umore e le tendenze al nervosismo o alla vivacità, cosa impossibile, ma di dominarle pacificamente: questo le sarà molto utile per una buona impostazione della vita matrimoniale e del suo futuro ruolo di educatrice.

In questo periodo dell'adolescenza, in cui l'organismo deve provvedere all'esercizio di queste nuove funzioni e ai bisogni della crescita, non deve meravigliare il fatto che la ragazza accusi malesseri vari: il mal di testa non è raro, così pure i disturbi di cuore e di ventre. Spesso l'adolescente si sente stanca: logica conseguenza del suo comportamento irragionevole! Quando si sente in piena forma, infatti, si da volentieri ad attività fisiche, a giuochi violenti e non si concede poi un riposo adeguato.

Inoltre i programmi scolastici non tengono conto delle condizioni fisiche dell'adolescenza. La maggior parte delle scuole assegnano agli studenti compiti a casa che li obbligano spesso a veglie prolungate. E poiché di solito le femmine sono più ambiziose e più desiderose di primeggiare e le insegnanti più esigenti dei loro colleghi uomini, la ragazza prende le cose più sul serio del ragazzo, pur avendo una resistenza fisica inferiore. Molti ragazzi, soprattutto quelli che abbiamo definito, di tipo virile, resistono vittoriosamente alle minacce di esaurimento scolastico trascurando i compiti, studiando poco le lezioni, non preoccupandosi di ottenere brillanti risultati. Se si tiene presente inoltre che gli insegnanti seguono meno alla lettera le circolari ministeriali, che la formazione fisica del ragazzo segue un ritmo meno rude di quello della ragazza, risulta chiaro che questa sia più incline alla stanchezza. Bisognerebbe che i programmi femminili tenessero conto di certe verità fisiologiche e che le mamme ottenessero dalle loro figliole di condurre una vita più equilibrata e di concedere al loro fisico il riposo sufficiente.

In un libro sulla adolescente, è impossibile non chiedere alle mamme di avvertire a tempo le loro bambine delle prime mestruazioni. Questo incidente, anche quando è atteso, ma soprattutto quando sopraggiunge all'improvviso, ha una notevole influenza sulla psiche della fanciulla.

Molte donne mature, alle quali a suo tempo fu reso il cattivo servizio di non avvertirle in anticipo, non si ricordano più lo choc emotivo che fu loro causato dagli incidenti della pubertà. Il nostro cuore è così fatto che col tempo ci adattiamo a poco a poco ai nostri guai e dimentichiamo l'intensità delle nostre prime emozioni. Cosi succede generalmente degli affetti distrutti o dei dolori provati. Ma questo adattamento, che in fondo è un bene, non deve far dimenticare alle mamme il loro dovere di evitare il più possibile alle figlie scosse emotive violente.

Tutta la psicologia moderna, nei suoi recenti progressi, ha messo vivacemente in luce l'influenza considerevole che possono esercitare sulla psicologia e l'equilibrio mentale, e affettivo dell'adulto, fatti che lo colpiscono violentemente durante l'infanzia o l'adolescenza. Di questo vi sono testimonianze numerose e incontrovertibili: spesso è ad incidenti occorsi durante i primi anni di vita che bisogna collegare l'insorgere di numerose psicosi, nevrosi, nevrastenie e psicastenie, ossessioni e idee fisse.

Il sopraggiungere delle mestruazioni ha una importanza notevole nella formazione della psicologia femminile. Innegabilmente il loro primo verificarsi costituisce un fatto notevole nella vita della giovinetta. Si può dire che determina in modo decisivo e progressivo il suo modo di prendere coscienza del suo destino di donna. Una mamma non deve mancare di avvertire la figlia di quello che sta per accaderle. Non quando il fatto è già avvenuto, ma in anticipo, deve darle le necessarie spiegazioni in proposito. Certe volte tuttavia questo dovere elementare viene trascurato dalle madri di famiglia, e non senza gravi danni per l'avvenire delle figlie.

Un ultimo consiglio. Quando verso i sedici anni una giovanetta non si fosse ancora sviluppata, è opportuno farla visitare dal medico. Potrebbe avvenire che appunto una mancanza di sviluppo progressivo mantenesse gli organi genitali ad uno stato inadeguato all'età, con la conseguenza di compromettere la fecondità della donna.

L'età dell'adolescenza della quale parliamo in quest'opera, è l'età prossima alla pubertà. Essa precede quest'ultima di uno o due anni, mentre si va preparando fisicamente. L'adolescente continua poi per un periodo di uno o due anni dopo la pubertà. Gli aspetti del carattere che andiamo tratteggiando si rileveranno dunque, in modo particolare fra i dodici e i quindici anni, oppure tra i gli undici e i sedici. Dopo questo periodo costateremo che la figliola ha lasciato l'adolescenza ed è entrata nella giovinezza.

Si nota che la pubertà è raggiunta sensibilmente più presto dalle ragazze che dai ragazzi; agli inizi dei dodici o tredici anni dalle prime, ai quattordici o quindici dai secondi. Questa precocità è visibile non soltanto dal punto di vista fisico, ma anche da quello psichico; la ragazza si desta alla vita affettiva, sentimentale e sociale più presto del ragazzo. Questo era già rilevabile, nella prima età, per la vita intellettuale: la comparsa del linguaggio, la ricchezza del vocabolario, la capacità di espressione e di comprensione sono conquiste più precoci nelle bambine.

La pubertà è quella che segna la differenziazione profonda tra la psicologia dei due sessi. Fino a questa età esisteva, ma poco accentuata. Le bambine giocano alla bambola e mostrano delle tendenze spiccatamente femminili in specie se hanno altre bambine per amiche. Qualora invece si abbia mescolanza di sesso, quando l'ambiente familiare sia composto di maschi e femmine, si vedono spesso le bambine partecipare con la medesima vivacità ai giochi violenti dei fratelli. Senza dubbio la bambina si rende conto che è femmina, ma è nella pubertà soprattutto che essa si avvia a prendere coscienza di ciò che costituisce nella vita la diversa funzione dell'uomo e della donna.

(Con questo non pensiamo affatto di negare certe affermazioni della psicanalisi la quale pretende che già nella prima età la bambina inconsciamente si senta sminuita per il fatto di non essere maschio. Gli psicanalisti basandosi su casi patologici che hanno in cura, volentieri esagerano l'importanza di queste impressioni di inferiorità. Si deve evitare di prendere alla lettera l'affermazione che queste impressioni si estendano a tutto il sesso femminile; non si può tuttavia negare la loro esistenza e rifiutarsi di vedere il loro influsso nella formazione della psicologia dell'adulto).

Ma ormai abbiamo parlato abbastanza delle trasformazioni fisiche della pubertà femminile. È tempo di occuparci del tema centrale della nostra opera, che verte sull'evoluzione psicologica dell'adolescenza.


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