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La psicologia degli adolescenti spiegata alle mamme - educazione cristiana

Ultimo Aggiornamento: 01/07/2013 10:32
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Sesso: Femminile
01/07/2013 10:23

PARTE PRIMA

LE ORIGINI DELLA NOSTRA PERSONALITÀ

CAPITOLO UNICO

DONDE VIENE IL NOSTRO CARATTERE?


Prima di precisare le linee della psicologia dell'adolescente, sembra utile ricercarne le origini profonde.

Ecco un ragazzo di tredici, quattordici, quindici anni. Ha una “ personalità ” abbastanza definita, cioè un insieme di caratteristiche che lo rendono diverso, leggermente o profondamente, da questo o da quel compagno: è timido o spaccone, impulsivo o sfuggente, gioviale ed ottimista o sensibile e tormentato. Donde gli vengono queste caratteristiche della sua personalità?

Perfino tra fratelli esistono profonde differenze di carattere. È una cosa che stupisce le mamme. Come mai — pensano — due esseri venuti dallo stesso padre e dalla stessa madre, educati nello stesso ambiente familiare e sociale, possono essere cosi diversi?

L'origine più profonda del nostro carattere è la fisiologia. Anch'essa è ben lontana dallo spiegare tutto: il clima affettivo dell'ambiente in cui cresceremo avrà pure una grande influenza, ma la psicologia spiegherà tuttavia molto e, almeno in parte, il modo col quale la nostra emotività reagirà a questo clima.

Si possono fornire molte prove del fatto che la nostra costituzione fisica ha una diretta influenza sulla nostra personalità morale. Le mamme spesso notano fin dai primi mesi certi aspetti del carattere del poppante. Franco è geloso e ghiottone, Franchina è sobria, Giacomo pacifico e aperto, Giacomina collerica e testarda, Luca nervoso, Maria-Luisa tranquilla. In una età in cui il bambino è ancora tutto spontaneità e l'influenza della educazione è necessariamente assai limitata, donde potrebbero venire queste differenze se non da tendenze radicate nell'essere fisico?

Oggi abbiamo prove più dirette dell'influenza notevole, anzi in certi casi decisiva, del fisico sulla parte intellettiva e sul morale. L'alcool annebbia la ragione dell'ubriacone, l'eccesso di bile suscita la collera, la debolezza dei nervi crea la depressione, la tristezza; fatti che, con mille altri, sono noti da tempo. Da poco sappiamo anche che, se gli si somministra del pentothal (“ siero della verità ”), l'individuo diventa veritiero e sincero e rivela senza infingimenti i movimenti più intimi delle sue azioni: che con la resezione dei nervi che collegano la parte anteriore alla parte retrostante del cervello viene soppressa l'angoscia, l'inquietudine e il rimorso e provocata l'indifferenza morale... Non c'è nessun sentimento, anche tra quelli che stimiamo più nobili, che non dipenda in parte dalle condizioni fisiche; il sentimento paterno o materno indubbiamente dipende dagli ormoni dell'organismo. Si tolgano ad un individuo le ghiandole proprie del suo sesso — operazione compiuta con successo nel mondo animale innumerevoli volte — ed il suo comportamento affettivo sarà totalmente trasformato: la chioccia diventata gallo perde ogni interesse ai pulcini, il gallo diventato chioccia prende verso di loro atteggiamenti materni.

Si può concludere dunque con una assoluta certezza che il momento dell'incontro tra l'ovulo e lo sperma al concepimento, non solo determina in maniera precisa i tratti fisici dell'individuo che nascerà, ma anche, in parte, i suoi tratti psichici, le sue inclinazioni, le sue tendenze, le sue simpatie o antipatie.

Questo spiega facilmente le differenze, sia fisiche sia di altro genere, che si incontrano tra i membri dello stesso sesso di una famiglia: la diversità del capitale ereditario, portato dalle cellule donde essi provengono, determina la diversità talvolta assai grande, del loro carattere nativo.

A seconda che domina in loro il sistema nervoso detto simpatico o il vagotonico, saranno ardenti, attivi, intraprendenti o molli, linfatici e senza nervi: lo stesso si deve dire per le secrezioni sovrabbondanti o deficienti delle ghiandole surrenali. (Nota: Si distinguono due sistemi nervosi; il simpatico e il vagotonico, l'uno dipendente reciprocamente dall'altro. Per aiutare i nostri lettori a ricordare più facilmente il significato generale di influenza di questi due sistemi nervosi, diciamo in breve che la prevalenza del simpatico ci fa giudicare “ simpaticamente ” vita e persone; quella del vagotonico ci porta “ il vuoto nell'anima ”.)

La prevalenza di un sistema nervoso sull'altro avrà influenza tanto sulle ragazze come sui ragazzi. Nell'uno e nell'altro sesso troveremo dei tipi i cui lineamenti del carattere risentono in prevalenza del simpatico o in prevalenza del vagotonico. Tuttavia dal fatto che le ghiandole genitali sono diverse, come pure gli ormoni che esse producono, si può capire facilmente che certi tratti di carattere abitualmente saranno avvertibili nei ragazzi (la sensualità, per esempio, l'equilibrio dell'umore o il desiderio di comando) ed altri nelle ragazze (l'emotività, l'impressionabilità, la variabilità di umore, il bisogno di sostegno).

Bisogna senza dubbio evitare di immaginarsi le cose come se certi ormoni appartenessero esclusivamente ad un sesso e non all'altro. Oggi si pensa non ad una assenza totale, ma a differenze di proporzioni.

I due sessi, in realtà, hanno gli stessi ormoni. Però nei ragazzi certi ormoni sono comunemente e sensibilmente più abbondanti di certi altri, mentre il contrario avviene nelle ragazze. La dose di ormoni varia da ragazzo a ragazzo e da bambina a bambina. Questo spiegherebbe, almeno in parte, come mai ci sono ragazzi con un carattere assai virile ed altri con un carattere più femmineo e viceversa nelle ragazze. In effetti la realtà è più complessa: non sono solo gli ormoni che formano il carattere, ma è indubbio che essi hanno una reale influenza su di esso.

Qualunque sia la certezza di questi dati in linea assoluta non possiamo più stupirci di incontrare degli elementi del carattere che sono abitualmente maschili e degli elementi che abitualmente sono femminili. Ne sappiamo ora la causa. Per portare solo un esempio concreto, verosimilmente il ragazzine deve i suoi istinti turbolenti o bellicosi o il suo gusto delle avventure ai suoi ormoni testicolari, surrenali o tiroidei. Certo non è facile distinguere la parte che in questo è dovuta all'influenza dello spirito di imitazione, così marcato nel bambino: ma esso non sembra operare né solo, né prevalentemente. Sappiamo quanto piaccia ai fanciulli vestirsi da cow-boy o da soldato, armarsi di revolver o di spade di legno: guardiamoli al termine di una lezione mentre si divertono in ricreazione in cortile; saranno pugni pronti, finte gare di lotta o di boxe o liti autentiche: la maggior parte dei fanciulli sognano solo avventure. Una birba di otto anni diceva un giorno ad una signora; “ Nella nostra classe ci sono solo aviatori o marinai ”.

Contemporaneamente per istinto di imitazione ma anche per l'influenza dei propri ormoni, la maggior parte delle bambine della stessa età gioca alla bambola, alla casetta o discute dei vestiti della prima comunione.

Gli orientamenti diversi dei bambini e delle bambine, nei pensieri, gusti, attività si demarcano dunque chiaramente fin dai primi anni. Certo restano molte inclinazioni del carattere che si trovano in entrambi i sessi.

Non c'è da meravigliarsi, dal momento che ci sono in loro ghiandole simili e lo stesso funzionamento fondamentale del sistema nervoso. Però è ugualmente vero che esistono anche certe particolarità specifiche in ciascuno dei due.

Quando, con la pubertà, nei due sessi sopravverranno delle manifestazioni fisiche nettamente differenziate, le diversità di orientamento psichico si accentueranno tra gli adolescenti e le adolescenti. nuova prova che le particolarità del nostro carattere dipendono largamente dalla nostra fisiologia.

Dipendono però in maniera notevole anche dall'ambiente familiare e sociale dove siamo vissuti nei primi anni e nell'adolescenza. La fisiologia suscita in noi inclinazioni più o meno imperiose. Ci sono dei casi e degli individui in cui sono irresistibili o quasi. Ma abitualmente la loro efficienza non raggiunge questo grado di necessità e l'essere umano potrà attenuare, o anche dominare più o meno totalmente le forze delle sue tendenze: sarà questione di preghiera e di grazia divina, di un aiuto o di una direzione esterna, di sforzi personali su se stesso.

Che l'influenza dell'ambiente familiare e sociale — in questo termine includeremo sempre la formazione religiosa — possa essere grande sul comportamento di un individuo e sui suoi sentimenti, numerosi tatti lo attestano con evidenza. Prendiamo per esempio l'istinto materno. Se c'è un istinto che sembra essere radicato nella psicologia femminile è proprio questo.

Mille cause contribuiscono ad istillarlo: influenze ormonali, spirito di imitazione innato nella bambina, desiderio naturale, provato verso i quindici o vent'anni, di manifestare la propria personalità, di fare opere costruttive e di dare un senso creatore alla vita.

Ebbene, l'ambiente sociale in genere, quello delle officine, dei laboratori, degli uffici può con gli esempi che vi si offrono di una vita di piacere e di libertà, come pure con i discorsi che vi si ascoltano, arrivare a far scomparire questo desiderio istintivo di maternità, a cambiarlo in una vera ostilità nei confronti del bambino, presentato come ostacolo alla libertà di movimenti, di viaggi, di piaceri. Certamente l'istinto naturale cosi contrariato ed impedito di manifestarsi apertamente troverà delle vie di infiltrazione sotterranee, delle scaturigini segrete e mascherate, ciò che prova che non è stato abolito.

Ma resta altrettanto vero che sul piano cosciente l'influenza dell'ambiente sociale è riuscita a soffocare apparentemente l'istinto materno, cosi profondamente radicato nel cuore delle donne. Del resto basta osservare il comportamento del mondo animale, dove non esiste la perversione dell'ambiente sociale, per rendersi conto che l'apparato ovarico suscita spontaneamente il senso materno. E questo esempio di distruzione apparente del sentimento della maternità dovuta all'ambiente sociale mostra le possibilità considerevoli che esso ha di influenzare il carattere.

A differenza dell'animale, completamente diretto dai suoi impulsi naturali, l'uomo oltre che da questi è guidato nella sua educazione, che lo influenza per le vie dell'intelligenza e della volontà. È naturale che queste due facoltà supplementari del mondo umano s'innestino nella struttura totale della sua personalità e in un modo o nell'altro reagiscano all'istinto.

Un'abile educazione potrà riuscire ad attenuare o ad intensificare le tendenze innate: non arriverà in genere né a sopprimerle radicalmente, né a crearle totalmente. Con molti sforzi si riuscirà a fare di un collerico costituzionale un uomo che si domina abitualmente, anzi costantemente; con la sola educazione però non si potrà fare si che egli sopprima i suoi movimenti di collera o di vivacità. Da un uomo molle forse si potrà ottenere che diventi un uomo del dovere, fedele nell'eseguire i suoi compiti: ma non si potrà farne un uomo ardente, pieno di iniziativa e non si potrà evitare che l'azione e lo sforzo gli costino fatica.

Anche negli animali l'addestramento può riuscire a far prevalere un istinto su un altro. Un cane da caccia invece di mangiare la selvaggina la porterà al suo padrone. È stato adoperato il suo istinto di conservazione e di paura del dolore per fargli dominare l'istinto di divorare la preda. Poiché in un organismo ci sono molte facoltà si può far si che l'una si rinforzi e prevalga nei confronti di un'altra.

Questa è la tecnica della educazione. Se non può tutto, non è però priva di potere. Nell'uomo sarà infatti tanto più possibile reprimere un orientamento indesiderato o intensificare una felice disposizione in quanto in lui alle diverse facoltà che troviamo nella vita psichica animale se ne aggiungono altre della massima importanza: l'intelligenza, la volontà, la coscienza morale. Facendo appello con abilità ai molti centri di interesse intellettuale, affettivi o morali che ogni essere umano porta con sé, un educatore capace potrà far sì che a quindici anni l'adolescente che gli è affidato sia assai diverso da quello stesso adolescente allo stato naturale. Robinson Crusoe, rozzo e istintivo, che sarebbe divenuto se fosse stato completamente abbandonato a sé? La differenza dei due tipi mostra esattamente quello che deriva dalla fisiologia e quello che deriva dall'arte dell'educazione in una personalità di adolescente o di adulto.

Il carattere di un individuo ha dunque una base fisiologica e può essere modificato dall'ambiente sociale generale con le sue influenze molteplici, felici o nocive; inoltre è costituito dalle sue reazioni personali nei confronti di ciò che egli è e dell'ambiente in cui vive. A dire il vero, non è che all'età dell'adolescenza, e ancor più, all'età della giovinezza o della maturità che l'individuo può, fuori da ogni suggestione esterna, con una decisione personale “ prendersi in mano ” e lavorare il proprio carattere. Ma questo lavoro della propria formazione sono ben pochi che lo intraprendono: la maggior parte degli uomini si accontenta di lasciarsi andare, trascinata dalla corrente. Pochissimi si conoscono, riflettono su ciò che sono, si rendono conto chiaramente delle risorse e delle carenze del loro carattere e si decidono a compiere degli sforzi sistematici per rimediare a queste ultime.

Sforzi siffatti si costatano di più nel campo intellettuale per gusto o spesso per ambizione, si costatano meno in campo morale. È l'ambiente sociale o l'ambiente dell'educazione che può spingere a compierli, più o meno direttamente, ma l'individuo può — e troppo spesso questo è il suo atteggiamento — non rispondere a questi inviti oppure farli suoi ed adottarli. In questo caso, a forza di costanza, l'essere umano potrà smussare gli angoli del suo carattere o accentuarli e presentare in realtà un comportamento esterno che non sia soltanto la conseguenza dei suoi istinti fisiologici o della influenza dell'ambiente sociale, ma anche degli sforzi personali per autodominarsi.

Però accanto alle reazioni pienamente coscienti del soggetto ce n'è un gran numero ch'egli compie in una condizione di semicoscienza o addirittura di incoscienza, secondo la sua affettività e la sua emotività. Questa affettività trova la sua origine nel temperamento e nella fisiologia della persona in causa. Dipende del resto in quantità notevole dall'ambiente sociale e soprattutto dall'ambiente familiare che, secondo la maniera più o meno nobile con cui avrà agito, specialmente calmata questa emotività, avrà creato delle dannose introversioni o permesso delle opportune manifestazioni. Finalmente, questa affettività è dovuta alla maniera con cui l'individuo avrà reagito alle influenze diverse; cosi, ad una certa età, egli si trova dotato di un determinato tipo di affettività in cui predomina il conformismo o l'aggressività, l'ottimismo o il pessimismo, l'equilibrio o il nervosismo. Poiché prima della adolescenza — che ci interessa in questo libro — è raro che un essere umano possa essersi formato coscientemente; il carattere del ragazzo di questa età deriva soprattutto dal suo temperamento e dalla sua fisiologia, dalle influenze dell'ambiente familiare e sociale e dalle reazioni che egli ebbe in maniera incosciente o semicosciente. Fisiologia, ambiente educativo, reazioni personali coscienti od incoscienti, ecco le origini del nostro carattere.



PARTE SECONDA

L'ADOLESCENZA E LE SUE EVOLUZIONI

CAPITOLO I

LE TRASFORMAZIONI FISICHE DELL'ADOLESCENZA


È difficile determinare con precisione i termini di infanzia, preadolescenza, adolescenza e giovinezza. Gli autori sono di diverse opinioni a questo proposito. In quest'opera si considererà l'infanzia come avente termine fisicamente e psicologicamente verso i tredici anni, data dell'inizio della preadolescenza: l'adolescenza propriamente detta verrà fissata verso i quindici o sedici anni: la giovinezza comincerà due anni più tardi.

Tuttavia bisognerà notare che se, abitualmente, c'è una concomitanza tra l'adolescenza fisica e l'adolescenza psichica, con un piccolo ritardo di solito della seconda sulla prima, ci può essere anche il contrario, cioè la psicologia che matura prima del fisico. È una situazione di cui, in genere, si troverà la causa nell'ambiente sociale; un bambino che viva esclusivamente con adulti o che sia a contatto con un ambiente pervertito potrà evolversi spiritualmente più presto che fisicamente: nuova prova, se occorresse, della influenza di quanto ci attornia sul carattere. Nel nostro libro daremo uno schizzo della psicologia del ragazzo tra la fine dell'infanzia e l'inizio della giovinezza: la rappresenteremo nella preadolescenza e nella adolescenza.



Non si cerchi qui una esposizione scientifica completa della questione. Mantenendoci fedeli al proposito pratico che ci guida nel comporre quest'opera diremo appunto ciò che è indispensabile che le mamme conoscano.

L'adolescenza è contrassegnata essenzialmente dalla maturazione e dalla entrata in funzione delle ghiandole riproduttrici. Finora sembravano rimaste a dormire: ecco che si svegliano; i testicoli si mettono a produrre con regolarità lo sperma.

Contemporaneamente immettono nel sangue degli ormoni che, indipendentemente dagli effetti psichici, di cui parleremo nel capitolo seguente, provocano l'apparizione di molteplici caratteri secondari del sesso maschile: pelosità, pelurie lanose, poi peli alle labbra e al mento, mutamento di voce, acquisto di toni bassi del registro vocale. Tutti questi fenomeni secondari vanno affermandosi progressivamente, dopo i modesti inizi della preadolescenza. Nel loro complesso contribuiscono a differenziare l'aspetto fisico dell'adolescente da quello della adolescente e a poco a poco gli fanno acquistare l'aspetto da adulto.

La comparsa dello sperma segna il definitivo abbandono della preadolescenza e l'entrata nella adolescenza. Ormai l'organismo ne produrrà fino all'età avanzata. Lo fabbricherà in quantità notevole, con variazioni di intensità da individuo ad individuo.

Poiché non compie ancora la sua funzione, la natura ha provveduto ad un processo spontaneo di eliminazione di periodicità variabile: ogni due o tre giorni per qualcuno, ogni settimana circa per altri, meno spesso per certuni che in genere saranno i temperamenti meno robusti. C'è chi pensa che un processo di riassorbimento nell'organismo accompagni questo processo esterno di eliminazione. Questi fenomeni per lo più si verificano durante il sonno: talvolta destano il dormiente. Capita anche che si effettuino da svegli, sia spontaneamente poiché è il momento, sia più sovente, in conseguenza di una eccitazione esterna, imprevista o cercata. Spettacoli, pensieri, immaginazioni, letture, abbigliamenti femminili, contatti, lotte tra ragazzi e ragazze e molte altre cause psichiche o fisiche possono causare questo fenomeno. Allora esso è provato dall'adolescente con una sensazione breve, ma intensa, di piacere.

Nella sua essenza questo piacere è fondamentalmente della stessa natura di quello delle relazioni coniugali. Non è della stessa intensità; gli mancano tutte le gioie psicologiche della conquista progressiva. La presenza di un piacere è sufficiente da sola a spiegare quella differenza radicale nell'apprezzare gli elementi sensuali dell'amore che si osserva abitualmente durante la giovinezza, e spesso durante tutta la vita, tra l’uomo e la donna. Più avanti si vedrà quali notevoli ripercussioni psichiche porti con sé questo stato di cose. Basterà che le mamme si ricordino i loro sentimenti personali nell'adolescenza per comprendere che erano essenzialmente di altro genere.

Questo fenomeno di eliminazione dello sperma, indizio del definitivo stabilirsi dell'adolescenza, di solito si colloca tra i quindici e i sedici anni; occasionalmente la data è più precoce o più tardiva di un anno. Se dopo i diciassette anni non si fosse ancora prodotto sarà il caso di consultare un medico. Del resto, per principio, il ricorso periodico ad un medico è consigliabile tanto per il bambino quanto per l'adolescente.

Un certo numero di istituti scolastici ha introdotto opportunamente una o due volte all'anno l'esame medico delle scolaresche: spesso è una ottima occasione per individuare delle difettosità secondarie o dell'apparecchio visivo, uditivo, respiratorio, genitale o scheletrico.

Notiamo che pubertà non è totalmente sinonimo di nubilità: la pubertà indica una fondamentale possibilità di matrimonio e di paternità, ma agirebbe solo a danno della sua stabilizzazione fisica ed intellettuale l'adolescente che desse libero corso alle sue possibilità genitali. La prova è fornita da molti esemplari delle razze nere del Congo dove adolescenza significa di fatto vita genitale. La formazione fisica del negro da questo punto di vista si trova in svantaggio e la sua evoluzione intellettuale è parzialmente bloccata.

Certo la sola causa di questi danni non sembra essere l'esercizio precoce del matrimonio: ma parrebbe tuttavia innegabile che esso vi eserciti una parte importante. La nubilità non si stabilizza che due o tre anni più tardi od anche quattro o cinque, quando l'organismo ha potuto accumulare a poco a poco diverse riserve: allora vi sarà la possibilità concreta, e questa volta indenne da ogni inconveniente fisico e intellettuale, del matrimonio e della paternità.

Prima dell'inizio decisivo dell'adolescenza con il fenomeno che abbiamo ricordato, il ragazzetto può provare nella sfera genitale delle sensazioni che, pur non essendo dello stesso tipo di quelle che abbiamo descritto, tuttavia non sono meno di natura piacevole e sensuale.

Ma è il verificarsi della funzione spermatica ciò che segna una tappa decisiva nettamente tracciata nel fisico come nella psiche dell'adolescente.

Questa evoluzione psichica è quella che descriveremo adesso.

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