QUESTO FORUM E' CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO... A LUI OGNI ONORE E GLORIA NEI SECOLI DEI SECOLI, AMEN!
 
Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

LA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA nella Tradizione e Magistero

Ultimo Aggiornamento: 02/07/2013 11:11
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 1.222
Sesso: Femminile
02/07/2013 10:56

PARTE SECONDA

LA SOCIETA' FAMILIARE

V. - LA FAMIGLIA

L'argomento della famiglia è sempre tra gli argomenti più attraenti, interessanti, appassionanti; esso, d'altronde, sempre di attualità, lo è in modo tutto particolare ai nostri tempi. Ciò perché la famiglia ha un'importanza fondamentale nella vita del­l'uomo e della società, mentre, d'altra parte, non pochi aspetti della vita contemporanea ne rendono l'esistenza difficile e giun­gono finanche ad insidiarla. Lo studio della famiglia, cristiana­mente intesa, merita perciò ogni attenzione.

Origine della famiglia.

Tra le tante società umane - la famiglia, le società profes­sionali, la società civile, la comunità mondiale, la Chiesa -, la famiglia è la prima e, senza dubbio, la fondamentale. Essa è la cellula delle altre società, perché è in essa che nascono le nuove vite, gli uomini, cioè, che sono destinati ad essere membri delle diverse società.

La famiglia ha origine dalla natura, e perciò da Dio, suo autore.

Per giungere a tale conclusione basti considerare

- il fatto della diversità dei sessi;

- il fatto che l'uomo e la donna si sentono vicendevolmente attratti; ed è dalla loro unione che sboccia la vita di nuovi esseri umani;

- il fatto che i figli, non per breve tempo (come avviene tra gli animali), ma per molti anni sono così sprovveduti che necessitano dell'aiuto dei genitori per poter sopravvivere; aiuto che dev'essere tanto più lungo se si vuole - com'è ragionevole - non solo nutrire il corpo, ma istruire, educare, formare l'intel­ligenza, il cuore, il carattere, e portare la nuova creatura alla rapida acquisizione delle conquiste della civiltà;

- il fatto dell'amore, che lega profondamente i due co­niugi, nonché, tra loro, i genitori e i figli.

Da tutto ciò risulta chiaro come la natura spinga l'uomo e la donna non solo ad una unione passeggera da cui possa nascere una nuova vita, ma ad una unione stabile, in ordine alla ge­nerazione, al mantenimento e all'educazione della prole: è la famiglia.

 

Il matrimonio.

La famiglia è cosa troppo seria ed impegnativa per poter essere lasciata agli umori, più o meno leggeri e capricciosi, di un momento di passione o di una improvvisa simpatia. Perciò presso tutti i popoli, in tutte le epoche, la famiglia s'è costituita con un atto solenne, in genere considerato sacro: il matrimonio: Tra cristiani il matrimonio non è soltanto un contratto, se pur d'altissima dignità, ma è anche uno dei Sacramenti della Nuova Legge.

Il matrimonio ha sue intrinseche leggi, volute dal Signore in ordine ai suoi fini. L'uomo ha libertà di sposarsi o non sposarsi, sposarsi con una persona o con un'altra, sposarsi presto o tardi, in un luogo o in un altro, ma non può, a suo piacere, modificare le leggi del matrimonio: questo è quel che è, come l'ha voluto il Creatore.

Le leggi principali del matrimonio sono due: l'unità e l'in­dissolubilità.

a) L'unità. Essa significa che il matrimono è unione di uno con una. È esclusa, - cioè, ogni forma di poligamia simultanea (non è proibito, invece, di passare a nuove nozze dopo la morte del coniuge). È interessante - a tale proposito - notare come anche tra i musulmani, ai quali da Maometto (che ne diede buon esempio, con 20 mogli) è permessa la poligamia, vada facendosi strada l'idea del matrimonio monogamico: non solo di fatto ma anche di diritto (ad es., appena raggiunta l'indipendenza, la Tunisia abolì la poligamia).

La poligamia si dimostra in contrasto con la legge misteriosa della natura che fa nascere pressoché un numero uguale di uomi­ni e di donne; essa, d'altra parte, offende gravemente la dignità della donna ed è contro ogni sentimento alto ed ideale dell'amore.

b) L'indissolubìlìtà. Essa significa che il matrimonio, una volta che sia validamente contratto, non può sciogliersi. Ciò cor­risponde pienamente a quella stabilità della famiglia, voluta dalla natura, della quale s'è parlato; essa è, inoltre, affermata cate­gorìcamente da Cristo, che disse: « Ciò che Dio ha unito, l'uomo non deve separarlo ».

Il divorzio - annullando il vincolo matrimoniale con facoltà di passare a nuove nozze - non può essere ammesso. Non solo vi s'oppone la legge cristiana, ma lo contrasta la stessa legge naturale.

Il divorzio, infatti - dove si ammette - rende leggeri e instabili i patti matrimoniali; facilmente inasprisce, con la sua prospettiva, gli inevitabili urti della vita coniugale; spinge ad evitare (o a ridurre al minimo) i figli, perché, com'è evidente, in caso di voluto divorzio, essi rappresentano la difficoltà più grave e il maggior rimorso; espone i coniugi al pericolo di facili tentazioni,, pone la donna in un piano d'inferiorità riducendola a uno strumento di piacere che, all'occasione, facilmente si cam­bia; prospetta ai figli una ben triste giovinezza..

Nei casi veramente gravi, è ammessa dalla Chiesa - e dalle leggi dello Stato - la separazione legale.

 

Fini del matrimonio.

Il fine primario del matrimonio è la generazione ed educa­zione della prole. Ciò risulta evidente dalle considerazioni già fatte a proposito della diversità dei sessi, delle caratteristiche del­l'amore, dell'assistenza, materiale e spirituale, dovuta ai figli.

Il matrimonio ha anche, però, due altri fini, secondari ma pur importanti:

- il reciproco aiuto e perfezionamento degli sposi, oggi messo in gran rilievo dagli studi di psicologia e da diffuse e positive esperienze (che però irragionevolmente vuol essere da alcuni elevato a fine primario del matrimonio);

- il contenimento dell'istinto sessuale nell'ambito del le­cito, potendo trovare i coniugi nei loro leciti frequenti rapporti (il matrimonio non è un atto ma è uno stato) quella soddisfazione sensibile che, bene intesa, rafforza l'amore, rende più stabile feconda la famiglia, allontana dalle tentazioni di spezzare la legge della fedeltà.

 

Natura della famiglia.

La famiglia, nelle sue fondamentali strutture, si presenta come:

a) una società naturale, voluta cioè, come s'è visto, dalla natura;

b) una società necessaria, essendo volontà di Dio la pro­pagazione del genere umano;

c) una società non perfetta, nel senso che non riesce da sola a dare all'uomo tutti i mezzi necessari per un completo svi­luppo della sua personalità, e perciò richiede l'esistenza di più auipie forme associative;

d) una società gerarchica, nella quale, cioè, esiste un'auto­rità. Ciò è necessario per il buon andamento della famiglia, come di ogni altra società. Essendo, però, la famiglia basata sull'amo­re, è evidente che l'autorità nella famiglia dovrebbe esercitarsi sempre su di un piano di comprensione e con forme delicate. Rispetto ai figli hanno autorità entrambi i genitori; in caso, però, di insuperabile diversità di vedute, deve ritenersi superiore e decisiva quella del padre. I rapporti tra i coniugi vanno realizzati sulla base di una sostanziale uguaglianza, essendo la donna vera compagna dell'uomo ed autentica regina del focolare domestico; il bene, però, dell'unità familiare impone che, ove vi fossero contrasti che lo scambio d'idee non riesce a superare, si affermi l'autorità del marito, riconosciuto dalle leggi di pressoché tutti i paesi e indicato in modo chiaro dalla natura come capo della famiglia.

 

Aspetti economici della vita familiare.

La vita familiare può incontrare gravi difficoltà al suo nor­male e salutare svolgersi in determinate situazioni economiche; occorre perciò studiare come l'ordine economico possa essere in­fluenzato al fine di favorire l'esistenza, la sanità, la prosperità della famiglia, ciò che, a sua volta, recherà larghi benefici a tutta la comunità sociale.

Principalmente occorrerebbe:

1) che la distribuzione dei redditi seguisse secondo il criterio familiare: il salario familiare, proporzionato (e veramen­te?) al numero dei figli, porterebbe alla famiglia grandi bene­fici, tra l'altro, non obbligando la madre a cercare fuori casa un lavoro redditizio, non spingendo i figli a trovare un'occupazione, magari faticosa, in troppo giovane età, non staccando i genitori dai figli e tutti i componenti della famiglia dal focolare domestico, ecc.;

2) che la famiglia possa avere una casa degna di persone umane, possibilmente propria, comunque con un sufficiente «spa­zio vitale», sul piano igienico come su quello morale;

3) che la famiglia sia protetta, con un efficiente sistema di assicurazioni sociali (cfr. cap. XI);

4) che le imposizioni fiscali non colpiscano quel ragione­vole minimo che è necessario ad una vita sufficientemente deco­rosa, non solo del singolo lavoratore, ma dell'intera sua famiglia.

 

Aspetti sociali-politici.

L'importanza della famiglia è tale che essa dev'essere tenuta in particolare considerazione dalle leggi: tutelata, incoraggiata, aiutata.

In modo particolare, in una società bene ordinata, si richiede: - che lo Stato riconosca la famiglia e non si sostituisca ad essa, bensì cerchi di favorirla nel suo costituirsi e nell'esple­tamento dei suoi compiti;

- che lo Stato non abbia leggi che attentino o insidiino, nemmeno in minima misura, la famiglia;

- che gli istituti dello Stato – ad es. la scuola - non solo non contrastino, ma cooperino con la famiglia all'istruzione ed educazione dei giovani;

-. che sia facilitata alla madre l'assistenza e la formazione dei figli;

- che siano stabilite delle provvidenze per le famiglie con numerosa prole;

- che sia dato ai capi famiglia, se e quando possibile, un particolare riconoscimento giuridico, con diritto a rappresen­tare, in qualche Ente e in qualche modo, l'intera famiglia;

- che, in caso di impossibilità o di evidente inadegua­tezza dei genitori, lo Stato, prudentemente e saggiamente, inter­venga per la tutela e la formazione dei giovani.

 

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 11:07. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com