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Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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CITAZIONI IN LATINO strumento utile

Ultimo Aggiornamento: 22/08/2014 10:27
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22/08/2014 10:25


Lettera R

Motti latini, sentenze e citazioni di uso quotidiano, con indicazione delle fonti, con i chiarimenti necessari e la traduzione italiana.

Motti latini che iniziano con la lettera R.



Rara avis. (Giovenale, Satire VI, 165). 
Uccello raro. - E' l'inizio del verso di Giovenale che chiama una donna bella e pudica: Rara avis in terris, nigroque simillima cycno, uccello raro sulla terra, simile a un cigno nero. Sinonimo di questa locuzione è mosca bianca che significa appunto persona o cosa rarissima. La locuzione latina viene spesso adoperata per indicare cosa o persona molto rara o che ha qualità particolari:in questa società un uomo onesto è veramente una rara avis

Rari nantes in gurgite vasto. (Virgilio, Aen. I, 118). 
Rari nuotatori nel vasto gorgo. - Sono i compagni di Enea, travolti dalla tempesta scatenata da Giunone. Le prime due parole, e anche l'intera locuzione sono usate talvolta per indicare poche cose o persone disperse in ambiente vastissimo o tra moltissime altre. La prima parte della frase è stata adottata come nome di società di nuoto (Rari Nantes Florentia, ecc.). 

Rebus sic stantibus
Stando così le cose. - Nell'uso comune, la locuzione è adoperata per introdurre un'affermazione fondata sul fatto che le cose stanno così, che la situazione è quella che è e non si presume che possa cambiare: Rebus sic stantibus (o anche sic stantibus rebus), è meglio trovare un accordo

Redde rationem
Rendi il conto. - Locuzione con cui s'invita altri a rendere conto, a dare spiegazione del proprio operato, o della propria amministrazione e gestione. Si usa spesso nel significato di resa dei conti, giudizio finale, in frasi di tono solenne o sarcastico o scherzoso: l'addetto alla riscossione delle imposte comunali è stato chiamato al redde rationem; tutti un giorno saremo chiamati al redde rationem

Refugium peccatorum
Rifugio dei peccatori. - Espressione con cui è invocata nelle litanie lauretane la Madonna, come madre di misericordia. Con sfumatura d'ironia, ricorre nell'uso ad indicare persona o istituto di grande, e anche eccessiva, bontà e indulgenza: quell'istituto privato è il rifugium peccatorum degli studenti fannulloni

Relata refero
Riferisco cose riferite (da altri). - E' una locuzione latina di origine medievale, che viene usata spesso quando si riferiscono notizie apprese da altri, delle quali non s'intende assumere la responsabilità. La frase ricorda in qualche modo un passo dello storico greco Erodoto (VII, 152), che così parla dei suoi doveri di storico: "ho l'obbligo di dire ciò che vien detto, ma non ho l'obbligo di crederci

Repetita iuvant
Le cose ripetute giovano . - Sentenza latina d'incerta origine, che si pronuncia spesso, nell'uso corrente, per affermare l'utilità di ripetere una raccomandazione, un precetto, un ammonimento. 

Requiescant in pace
Riposino in pace. - Frase con cui termina la preghiera dei defunti: requiem aeternam dona eis, Domine..., l'eterno riposo dona loro, o Signore... .Nel linguaggio comune, si ripete spesso, per lo più al singolare, requiescat in pace, parlando di un morto, e anche, con tono ironico, di persona che, allontanandosi da una compagnia, non lascia rimpianto. Risus abundat in ore stultorum
Il riso abbonda sulla bocca degli stolti. - Proverbio latino non classico, spesso citato per biasimare chi ride troppo e a sproposito. 

Ruit hora
Precipita l'ora. - Frase latina, con cui si allude al tempo che fugge e soprattutto all'imminenza della morte. E' anche in titolo di un' ode barbara del Carducci il quale, dalla fugacità della vita, trae motivo per godere più intensamente l'amore.



 



Lettera S

Motti latini, sentenze e citazioni di uso quotidiano, con indicazione delle fonti, con i chiarimenti necessari e la traduzione italiana.

Motti latini che iniziano con la lettera S.



Sancta sanctorum
Le cose sante tra le sante. - Nell'Antico Testamento, la parte più segreta del tempio di Gerusalemme, dove soltanto il sommo sacerdote poteva entrare. Nelle chiese cristiane s'intende il presbiterio e il tabernacolo, che custodisce il Santissimo Sacramento. In senso figurato, e spesso scherzoso, il luogo riservato ed esclusivo della politica, dell'economia, della finanza dove hanno accesso soltanto pochi privilegiati: mi hanno permesso di accedere al sancta sanctorum della redazione. 

Semel abbas semper abbas
Una volta abate sempre abate. - Proverbio, probabilmente di origine medievale, con cui s'intende affermare che il carattere sacerdotale è indelebile, non si perde neppure cambiando d'abito o facendo abiura. In senso estensivo, si usa con riferimento a qualsiasi attività o mestiere che lascia traccia nel carattere. 

Semel in anno licet insanire
Una volta all'anno è lecito fare follie. - Nota sentenza, divenuta proverbiale nel medioevo, che si cita (spesso in forma abbreviata, semel in anno) per giustificare follie passeggere, generalmente innocue, e soprattutto le mascherate e le baldorie del carnevale. Questo proverbio si rifà ad un passo di Seneca conservatoci da sant'Agostino nel De civitate Dei (VI, 10):"tolerabile est semel anno insanire"

Semel in hebdomada. (Celso, De medicina
Una volta la settimana. - Sentenza latina attribuita allo scrittore romano Cornelio Celso (I sec. d.C.), che avrebbe consigliato di limitare l'attività sessuale ad un solo rapporto settimanale. Lutero ne concede due la settimana e Tommaso Campanella, nella Città del Sole, uno ogni tre sere. 

Senatores boni viri senatus autem mala bestia
I senatori sono uomini perbene, ma il senato è una cattiva bestia. - Il detto latino riguarda ogni collettività in cui i singoli componenti sono brave persone, mentre non sono più tali quando agiscono in assemblea, essendo esposti a suggestioni collettive, ad emozioni e passioni di parte. 

Senectus ipsa est morbus. (Terenzio, Phorm. IV, I, 9). 
La vecchiaia è per se stessa una malattia. - Nota sentenza dello scrittore latino P. Terenzio Afro, che si trova espressa nel quarto atto, scena prima, della commedia Formione. Di parere opposto è Cicerone, che nel De senectute (Della vecchiaia) esalta i vantaggi della terza età. 

Servus servorum Dei
Servo dei servi di Dio. - Formula costantemente adoperata nella intitolazione dei documenti emanati dal papa. Fino al secolo 12° fu usata anche dagli arcivescovi di Ravenna. 

Sic et simpliciter
Così e semplicemente. - Espressione usata col significato generico di "semplicemente così, senza alcuna aggiunta". Si adatta di volta in volta a contesti e situazioni diverse: glielo dirò io, sic et simpliciter; accettare sic et simpliciter non mi conviene

Sic transit gloria mundi
Così passa la gloria del mondo. - Frase che, secondo il rito tradizionale, il cerimoniere ripete tre volte davanti al pontefice neoeletto, mentre fa bruciare un batuffolo di stoppa in cima a una canna d'argento. Oggi questo rito è abolito. La frase (anche nella forma abbreviata sic transit) resta nel linguaggio comune e viene pronunciata, in occasioni meno solenni, e talvolta in tono scherzoso, con riferimento alla caducità delle cose umane. 

Sine cura
Senza cura (di anime). - Beneficio ecclesiastico senza obbligo di uffizi e di cura spirituale di fedeli. Oggi diciamo sine cura (unificato in sinecura), un ufficio o un'occupazione di poca responsabilità e pochissimo impegno: mi è stato assegnato un incarico sine cura

Sine die
Senza giorno (stabilito). - Locuzione usata anche in contesti italiani e nella lingua parlata, in espressioni come rimandare, rinviare sine die, indefinitivamente, a tempo indeterminato. Talvolta sine die sottintende alle calende greche (vedi Ad calendas graecas). 

Sine ira et studio. (Tacito, Ann. I, 1). 
Senza ira o parzialità. - Espressione usata da Tacito con riferimento al principio morale cui promette di attenersi nel suo programma storiografico. Queste parole vengono talvolta citate per sottolineare l'obiettività di un proprio giudizio o atteggiamento. 

Si parva licet componere magnis. (Virgilio, Georg. IV, 176). 
Se è lecito confrontare le cose piccole con le grandi. - Frase latina usata da Virgilio a proposito del paragone che egli istituisce tra il lavoro delle api e le fatiche dei Ciclopi. L'espressione virgiliana viene ripetuta talvolta, in tono scherzoso, per scusarsi di accostare o paragonare cose, fatti , argomenti molto diversi tra loro per valore o importanza. 

Sit venia verbo
Sia scusa alla parola. - Frase latina che si pone talvolta come inciso nel discorso per chiedere scusa di un'espressione che si sia stati costretti ad adoperare. Equivale talvolta all'italiano "mi si passi l'espressione"

Si vis pacem para bellum
Se vuoi la pace, prepara la guerra. - Sentenza presente, in modo poco diverso, in vari autori. Si cita soprattutto per affermare che uno dei mezzi più efficaci per assicurare la pace è quello di essere armati e in grado di difendersi, in modo da scoraggiare eventuali propositi aggressivi da parte degli avversari. 

Spes ultima dea
La speranza è l'ultima dea. - Frase latina spesso usata per significare che la speranza è l'ultima dea che siede al capezzale del morente, con riferimento al mito greco della dea Speranza che resta tra gli uomini a consolarli, anche quando tutti gli altri dèi abbandonano la terra per l'Olimpo. Un detto popolare dice che la speranza è l'ultima a morire, e Foscolo nei Sepolcri
". . . . . . . Anche la speme,
ultima dea, fugge i sepolcri". 

Stabat Mater
Stava la Madre. - Sono le parole iniziali di una sequenza liturgica, attribuita a Iacopone da Todi, in cui il fedele contempla lo strazio della Vergine ai piedi della ceroce. Lo Stabat Mater ispirò molti musicisti, dal Palestrina a Pergolesi, da Rossini a Verdi, da Liszt a Dvorák . Statu quo
Nello stato in cui. - Espressione abbreviata del latino in statu quo ante (o prius) o nunc, nelle condizioni di prima o di ora, usata soprattutto nella terminologia diplomatica per indicare la condizione di fatto sussistente al momento di un accordo fra potenze, con riferimento alla situazione territoriale creatasi in seguito ad eventi bellici: trattare la pace sulla base dello statu quo; riconoscimento dello statu quo. Nel diritto privato, l'espressione viene usata in genere per indicare il ristabilimento di una situazione giuridica, cui per conseguenza il fatto si deve adeguare. 

Sua sponte
Di sua volontà. - Locuzione latina, usata talora anche in contesti italiani con significato equivalente a "di sua volontà, spontaneamente". Nel linguaggio colloquiale, se ne è tratta la locuzione maccheronica: sponte aut spinte, spontaneamente o per forza. 

Sub iudice
Sotto il giudice. - Locuzione usata con riferimento a questioni molto discusse, a controversie non ancora risolte: durante i restauri sono stati scoperti interessanti affreschi, ma l' attribuzione è ancora sub iudice

Sub specie aeternitatis
Sotto l'aspetto dell'eternità. - Espressione in uso nella filosofia scolastica e nella dottrina cattolica, con cui viene indicato il modo di valutare le cose del mondo sotto un profilo universale, prescindendo da ogni considerazione di tempo e di luogo. 

Sui generis
Di genere proprio. - Locuzione usata nel linguaggio della scolastica, per designare una realtà, un'idea non riconducibile a un concetto più esteso. E' poi passata a indicare in generale tutto ciò che, per l'originalità e singolarità delal sua natura fa parte per se stesso: ha un carattere sui generis, e bisogna lasciarlo stare!

Summum ius summa iniuria. (Cicerone, De off. I, 10). 
Il sommo diritto è somma ingiustizia. - Aforisma giuridico con cui si suole affermare che l'uso rigoroso e indiscriminato di un diritto può diventare un'ingiustizia. Cicerone scrive: "Si commettono spesso ingiustizie a causa di una cavillosa, troppo sottile e in realtà maliziosa interpretazione delle leggi"

Super partes
Sopra le parti. - Locuzione usata per indicare la posizione di chi deve giudicare, o di chi ricopre una carica o adempie una funzione che esigono da parte sua assoluta imparzialità fra partiti opposti, fra parti in contesa: il Presidente delal Repubblica deve essere, in ogni occasione, super partes

Surge et ambula. (Matteo, IX, 5). 
Alzati e cammina. - Sono le parole rivolte da Gesù al paralitico. Nel linguaggio comune vengono usate per incoraggiare chi si accascia per avversa fortuna. 

Sursum corda
In alto i cuori. - Esortazione dell'officiante durante la messa, prima del Sanctus, con riferimento alle Lamentazioni della Bibbia (III, 41): "Alziamo al cielo, insieme con le mani, i nostri cuori al Signore". Nel linguaggio comune, si ripete come esortazione a farsi coraggio, a tener alto il morale.





 
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