BEATI I PURI DI CUORE
È da escludere l’interpretazione più corrente che identifica la purezza di cuore con la castità o, anche con il retto uso della sessualità: tutto questo può anche rientrare nella beatitudine dei puri di cuore, a condizione però di partire da altre e più larghe premesse, che riguardano tutto l’uomo nella sua interiorità e anche nella sua esteriorità.
Chi sono dunque i puri di cuore di cui parla il vangelo secondo Matteo?
Gli studiosi sono d’accordo nel far risalire al salmo 24 l’espressione che stiamo commentando: Chi salirà il monte del Signore, chi starà nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non pronunzia menzogna, chi non giura a danno del suo prossimo. Otterrà benedizione dal Signore, giustizia da Dio sua salvezza. Ecco la generazione che lo cerca, che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe (Sal 24,3-6).
La purezza di cui si parla qui è quella interiore che raggiunge in profondità le intenzioni delle nostre azioni e le fanno essere conformi alla volontà di Dio: la purezza di cuore è la santità autentica. Il cuore puro, innocente, non solo è libero dalla colpa, ma anche dal fascino sempre ritornante della tentazione. E questo può esserci dato come dono solamente da Dio. Infatti il salmista prega così: Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo (Sal 51,12).
Nella Bibbia, il cuore è il centro della vita interiore, dove trovano sede e origine tutte le forze e le funzioni psichiche e spirituali. Il cuore è soprattutto il vero centro dell’uomo, a cui Dio si volge; qui è la radice della vita religiosa, che determina l’atteggiamento morale. È il cuore che rende puro o impuro tutto l’uomo.
Leggiamo nel vangelo secondo Matteo queste parole di Gesù: Ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende immondo l’uomo. Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adulteri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie. Queste sono le cose che rendono immondo l’uomo (Mt 15,18-20). San Paolo scrive al vescovo Tito: Tutto è puro per i puri; ma per i contaminati e gli infedeli nulla è puro; sono contaminate la loro mente e la loro coscienza (Tt 1,15). Purezza di cuore quindi vuol dire purezza di mente e di coscienza: avere la coscienza pulita.
Il cuore puro è la coscienza innocente, limpida, trasparente, che riflette la luce del volto di Dio, permeabile e docile al suo messaggio e ai suoi comandamenti.
Beati i puri di cuore perché vedranno Dio. Quando vedranno Dio?
Nel libro dell’Esodo leggiamo queste parole di Dio rivolte a Mosè: Tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo (Es 33,20). Quindi il testo di questa beatitudine si riferisce principalmente alla gloria finale, al paradiso.
L’Apocalisse ci descrive con toni esultanti la felicità dei salvati nella Gerusalemme del cielo: Il trono di Dio e dell’Agnello sarà in mezzo a lei e i suoi servi lo adoreranno; vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome sulla fronte (Ap 22,3-4).