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Il sacrilegio della comunione alla mano di Don Giorgio Maffei

Ultimo Aggiornamento: 31/10/2015 19:50
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31/10/2015 19:37

IL SACRILEGIO DELLA COMUNIONE SULLA MANO


Di Don Giorgio Maffei


La comunione sulla mano è un sacrilegio


Tra le sciagure che hanno funestato la fede e la pietà cristiana, purtroppo col consenso dell"Autorità Ecclesiastica, l'ultima in ordine di tempo (ma, quale altra sarà già in atto, o sta per esserlo?), c'è la "Comunione sulla mano", ossia l'usanza entrata malauguratamente in vigore nella Chiesa cattolica di dare e di ricevere la Comunione depositando la sacra Ostia su una mano del fedele, il quale poi, provvede da sé a comunicarsi.


Molti fedeli e qualche raro sacerdote, che ancora hanno la fede ed il rispetto verso il SS. Sacramento, rifiutano decisamente questa abominevole pratica, non tutti però, specialmente tra i fedeli i quali hanno meno esperienza dei sacerdoti, si rendono conto della ragione più grave per cui ricevere la Comunione in questo modo è illecito e sacrilego; la caduta, cioè la dispersione e la conseguente profanazione delle sacre Specie, benché sotto forma di minuscoli frammenti, che essi pure sono il Corpo Santissimo di Nostro Signore Gesù Cristo.


Quasi tutti i fedeli (veramente fedeli), che rifiutano la pratica sacrilega della Comunione sulla mano, ne motivano la loro giusta avversione col rispetto profondo che nutrono verso l'Eucaristia, professano umilmente la propria indegnità di toccare il sacro Corpo del Signore senza avere le mani consacrate come quelle del sacerdote e non ardiscono, perciò, prendere in mano l'Ostia santa per comuni­carsi da soli. E' un motivo buono e lodevole, che onora quelli che ancora credono nella presenza reale di Nostro Signore Gesù Cristo nel Pane eucaristico e temono di offenderlo, o anche solo di mancargli di rispetto.


Ma il sacrilegio non consiste soltanto in questo, che in casi particolari e nella dovuta maniera, si può anche fare; bensì soprattutto nel fatto già su accennato che nel dare e nel ricevere la Comunione, dall'Ostia si staccano spessissimo frammenti, i quali con la Comunione data nel modo tradizionale e l'uso del piattello, vi cadono sopra e vengono recuperati alla fine della distribuzione, mentre con la Comu­nione data e ricevuta sulla mano i frammenti che cadono vanno dispersi per terra, quindi calpestati o spazzati via. Insomma vengono inevitabilmente profanati. E poiché non si tratta di semplice disgrazia, ma di un fatto conosciuto, previsto e volutamente causato, si tratta di un vero e proprio sacrilegio.


Tanto accecamento nel mondo cattolico sarebbe incredibile se non fossimo abituati a vedere il SS. Sacramento già profanato in molte maniere, ma questa è forse la più grave in quanto la profanazione è evidente, è certa, è prevedibile e facilmente evitabile, essendo questa sacrilega pratica perfettamente inutile. Qualcuno, per non contraddirsi (è infatti una solenne contraddizione fare professione di fede cattolica, protestare rispetto per il SS. Sacramento e poi usare una pratica che ne causa inevitabilmente una gravissima profanazione), sostiene che nei frammenti di Pane consacrato non c'è più la reale presenza del Signore!


Così la Comunione portata in una frazione di Ostia agli ammalati che non possono deglutire sarebbe una finzione, e la cura del sacerdote di recuperare i frammenti caduti sul piattello, o di purificare ben bene il calice ed i vasi sacri su cui sono rimaste gocce o particelle del SS. Sacramento, non sarebbe altro che un inutile scrupolo. Ci proponiamo pertanto di esaminare la dottrina della Chiesa sulla presenza reale di Nostro Signore Gesù Cristo nell'Eucaristia, la grave responsabilità di chi pratica la Comunione sulla mano e l'assoluta illiceità di questa pratica, che rimane moralmente vietata nonostante la "autorizzazio­ne" concessa dall'Autorità religiosa.


 


La dottrina della Chiesa


Ricordiamo solo alcune verità essenziali riguardanti la SS. Euca­ristia, quelle che interessano direttamente la questione che stiamo trattando, verità solennemente dichiarate di fede, che si debbono credere per non cadere nell'eresia e per non incorrere nelle scomuniche comminate dai sacri Concili.


1° ) Cristo è realmente e totalmente presente nel Pane consacrato


In ogni Ostia consacrata vi sono il Corpo ed il Sangue di Cristo insieme alla sua Anima e Divinità, e quindi tutto Gesù Cristo veramente presente. Lo ha definito il Concilio di Trento:


"Se qualcuno negherà che nel SS. Sacramento dell'Eucaristia è contenuto veramente, realmente e sostanzialmente il Corpo e il Sangue insieme con l'Anima e la Divinità di Nostro Signore Gesù Cristo e, perciò, tutto il Cristo, SIA SCOMUNICATO". (D. 883)


2° ) Cristo è totalmente presente nelle singole parti di ciascuna specie, fatta la separazione


Spezzando l'Ostia in molte parti, anche minutissime, tutto il Cristo rimane presente in ciascuna di esse. Definito dal Concilio di Trento: "Se qualcuno negherà... che Gesù Cristo si trova tutto sotto le singole parti di ciascuna specie, fatta la separazione, SIA SCO­MUNICATO". (1).885)


Per capire questa dottrina, i Teologi spiegano che nella transustanziazione il Corpo di Cristo prende il posto della sostanza del pane, ed è perciò presente nell'Ostia consacrata allo stesso modo con cui vi era presente la sostanza del pane. Il pane non ancora consacrato, anche se viene sbriciolato, contiene tutta la sostanza in ogni briciola e frammento. Non è perduta la sostanza del pane, tanto che se le briciole ed i frammenti venissero nuovamente riuniti, costituirebbero il pane di prima. Così il Pane consacrato dell'Eucaristia, anche se viene sbriciolato, contiene ancora il Corpo di Cristo, cioè tutto il Cristo, in tutte ed in ciascuna parte, per piccola che sia, dell'Ostia spezzettata e frantumata (Cfr. S. Th. III 76,3), in modo che, raccogliendo accuratamente tutti i frammenti e potendoli riunire, torneremmo ad avere ancora l'Ostia di prima.


3° ) Il Signore permane realmente presente nel Pane consacrato anche dopo la celebrazione eucaristica


Terminata la S. Messa, il Pane consacrato sotto forma di ostie che non sia stato consumato, contiene ancora il Corpo del Signore e viene appunto conservato nel Tabernacolo, per essere adorato e distribuito a chi desideri comunicarsi. E' di fede definita nel Concilio di Trento:


"Se qualcuno dirà che ... il Corpo ed il Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo... è presente solo fino al momento della Comunione ... e non oltre, e che nelle Ostie consacrate (non consumate, N.d.A.) dopo la Comunione non rimane il vero Corpo del Signore, SIA SCOMUNICATO". (D. 886-9)


Se è così per le Ostie non consumate rimaste dopo la Comunione, sarà altrettanto, così secondo la dottrina precedentemente esposta (n. 2), anche per i frammenti di Ostie che si staccano e cadono durante la distribuzione della Comunione, i quali con la pratica della Comunione sulla mano vanno dispersi, calpestati o spazzati via, ovvero gravemente profanati.


 


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