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Il sacrilegio della comunione alla mano di Don Giorgio Maffei

Ultimo Aggiornamento: 31/10/2015 19:50
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Sesso: Femminile
31/10/2015 19:45

Consentire la Comunione sulla mano equivale a consentirne la profanazione


Il modo tradizionale di dare e di ricevere la Comunione, cioè direttamente nella bocca del comunicando, è di istituzione ecclesia­stica. Ammettiamolo. Come tale potrebbe essere sostituito con un altro metodo. In realtà, non si saprebbe trovare una maniera più conveniente, essendosi questa rivelata la migliore, anzi l'unica. Tut­tavia, ammettiamo che si possa fare qualche modifica. Per principio è possibile, anche se praticamente non lo è. Bisogna però che il cam­biamento sia in meglio, non in peggio, o tale da causare addirittura una profanazione. La pratica della Comunione sulla mano, com'è in uso oggi, causa certamente ed inevitabilmente la profanazione delle sacre Specie. Poiché non è lecito profanare le sacre Specie, nemmeno è lecita una pratica che causa inevitabilmente tale criminosa profanazione. E se non è lecito consentire la profanazione delle sacre Specie, nemmeno sarà lecito consentire una pratica che causa certamente ed inevitabilmente la loro profanazione. Anche nell'arte medica possono essere studiati e sperimentati nuovi metodi per migliorare le operazioni di parto della donna, al fine di renderlo più facile, più svelto, più sicuro e che sia alla madre meno doloroso possibile.


Qualunque modifica alle pratiche in uso può essere lecitamente introdotta e può essere lecitamente acconsentita, purché non danneggi gravemente il concepito e tanto meno lo si uccida. Qualunque metodo potrà essere lecito, tranne quello dell'aborto, che pertanto non può essere autorizzato da alcuna autorità al mondo. Il metodo di far partorire per mezzo dell'aborto, non è lecito non tanto per se stesso, ma perché non è possibile attuarlo senza far morire la piccola creatura. Se fosse possibile abortire o far abortire senza far morire il nascituro, l'aborto forse sarebbe lecito. Diciamo forse, perché far nascere il concepito prima del tempo, sarebbe ancora esporlo a molti pericoli e gravi conseguenze. Tuttavia se fosse possibile far nascere la creatura in anticipo (aborto significa appunto nato prima), di per sé sarebbe lecito. Ma possibile non è. Per questo soprattutto, l'aborto non è lecito, anche se nelle intenzioni della madre e dei medici non ci fosse l'intenzione di uccidere, bensì solo quella di abortire, magari per una ragione per sé stessa buona, per esempio di salvare la madre dalla morte. Ma nemmeno per questa ragione l'aborto sarebbe lecito, perché non si può fare senza causare la sicura morte di una persona.


Uccidere è vietato. Procurare l'aborto equivale ad uccidere. Dun­que è vietato procurare l'aborto. Dunque è vietato consentire l'aborto procurato. Si potranno studiare e sperimentare altri metodi per dare e ricevere la Comunione, diversi da quello tradizionale (se pur ve ne fossero). Questo sì, sarebbe lecito, come si possono lecitamente praticare altri metodi per eseguire il parto quando ne è giunto il momento. Qualsiasi metodo per comunicare e per comunicarsi sarà lecito, tranne quello di mettere il SS. Sacramento nel pericolo grave, certo ed inevitabile di venir profanato, come sarà lecito qualsiasi metodo per alleviare i dolori del parto nella madre, tranne quello di far morire certamente il nascituro mediante l'aborto. Si potrebbe osserva­re: "Il paragone non fila bene, perché non è la stessa cosa. Nell'aborto si uccide per ottenere il parto, mentre con la Comunione sulla mano non si profana il SS. Sacramento per comunicare e comunicarsi. Nell'aborto c'è l'intenzione diretta e primaria di far morire il nascituro come mezzo alfine, ma nessun fine, anche buono, può giustificare l'uso di un mezzo cattivo, mentre nella Comunione sulla mano non c'è l'intenzione diretta e primaria di profanare il SS. Sacramento come mezzo, alfine di comunicare e di comunicarsi.


Sarebbe meglio (secondo i cavillosi) paragonare la profanazione che segue alla Comunione sulla mano, alla morte del concepito, che può seguire ad una cura di cui la madre ha necessità per non morire. Ciò che direttamente e primariamente è inteso ottenere, è la salvezza della madre mediante la cura, non la morte della creatura, come nella Comunione sulla mano ciò che è inteso ottenere è comunicare e comunicarsi, non la profanazione delle sacre Specie".


Rispondiamo che non si può fare tale paragone. E' vero che la Morale cattolica fa questa distinzione: la madre non può lecitamente uccidere con l'aborto la propria creatura nemmeno per avere lei salva la vita; può invece legittimamente, per avere salva la vita, fare l'unica cura possibile, con gravissimo pericolo, di morte della sua creatura. Sì, ma è proprio qui che non è la stessa cosa che la Comunione sulla mano, per cui i due fatti non si possono equiparare. Non dobbiamo dimen­ticare quanto si è detto riguardo alla moralità delle azioni che hanno un duplice effetto, di cui uno è cattivo. E' lecita un'azione di questo tipo se, tra l'altro, non si può ottenere l'effetto buono in nessun'altra maniera e se vi è una ragione proporzionalmente grave che la permetta (l'azione). Ora, nel caso della madre che si cura per avere salva la vita, ci sono entrambe le condizioni suddette che le permettono la cura, nonostante il pericolo di morte, anche certa, del suo nascituro, perché non può scegliere altra via che quella e la salvezza della madre è ragione grave e proporzionata che permette la cura.


Nel caso invece della Comunione sulla mano, mancano entrambe le suddette condizioni, perché per comunicare e comunicarsi ci sono altre maniere, tra le quali quella tradizionale, che è anche migliore, più semplice e più facile e non c'è una ragione grave e proporzionata che la permetta, anzi non ci può essere in alcun modo, perché nessuna ragione, per grave che sia, può permettere la profanazione del SS. Sacramento: è meglio non comunicarsi, piuttosto che commettere questo crimine. Perciò la Comunione sulla mano, che causa la profanazione certa, inutile, sciocca, inevitabile, evitabile facilmente comunicandosi in un'altra maniera, non è assolutamente lecita ed è peccato grave come se si avesse l'intenzione di profanare le sacre Specie. Perciò la Comunione sulla mano può giustamente essere paragonata all'aborto, più all'aborto che alla cura necessaria a salvare la madre. E come l'aborto, non può essere consentito da nessuna autorità al mondo, così nemmeno lo può la Comunione sulla mano, che rimane illecita e gravemente colpevole anche dopo una presunta autorizzazione dell'Autorità ecclesiastica.


Che se poi si volesse sostenere a tutti i costi che c'è molta differenza tra il volere di proposito la profanazione delle sacre Specie e la profanazione causata dalla Comunione sulla mano, bisogna dire che c'è la stessa differenza tra la profanazione operata da uno che ha l'uso della ragione e la profanazione operata da un demente. Diciamo inoltre che, se l'aborto fosse possibile senza far morire o senza danneggiare il nascituro, allora potrebbe essere lecito, mentre la Comunione sulla mano non sarebbe lecita nemmeno se con la morale certezza si evitasse la profanazione delle sacre Specie, perché non è l'unico male prodotto da questa pratica: c'è la mancanza di rispetto e di venerazione profonda verso il Corpo del Signore, trattato come fosse un biscotto, c'è la perdita o illanguidimento della fede e della devozione, non solo verso l'Eucaristia, ma verso tutta la vita cristiana di cui l'Eucaristia è il centro.


E non si dica che è esagerato equiparare la profanazione delle sacre Specie causata dalla Comunione sulla mano, con il crimine dell'aborto. Per chi non ha fede è esagerato, anzi è del tutto inutile il discorso che abbiamo appena fatto. Ma per chi ha fede, anche solo un poco, la profanazione del SS. Sacramento è un delitto ancor più grave, molto più grave dell'aborto. Inutile battersi contro il crimine dell'aborto, se non ci si batte con altrettanta energia contro la Comunione sulla mano, anzi, la si favorisce!


 


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