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IL CULTO DEI SANTI

Ultimo Aggiornamento: 01/09/2009 08:01
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01/09/2009 07:59

XII CAPITOLO DEL LIBRO:

"MA IL VANGELO NON DICE COSI'":

 

Fascicoli dal n° 227 al n° 237

 

IL CULTO DEI SANTI

 

A cura di frà Tommaso Maria di Gesù dei frati minori rinnovati

Via alla Falconara n° 83 - 90100 Palermo  - Tel. 0916730658

 

Il cap. XII del libro “Ma il Vangelo non dice così" contesta il culto dei Santi che la Chiesa cattolica insegna ai fedeli. Mettiamoci in ascolto di tutte le obiezioni e poi rispondiamo ad esse, come di solito, poggiando le nostre osservazioni sulla ragione, sulla vita della Chiesa e sulla Parola di Dio.

 

Non cattolico. Iniziando la problematica sul Culto dei Santi, voglio ricordarti quanto scrive S. Ambrogio (Liber de Isaac et Anima; cit. da: J. Rilliet, Le pierres d'achoppement, 1935, p.35): "Cristo è la nostra bocca, con la quale parliamo al Padre; il nostro occhio, con il quale vediamo il Padre; la nostra mano destra con la quale ci offriamo al Padre. Senza questa mediazione non c'è nessuna possibilità di avvicinarsi a Dio, né a noi, né a nessun santo”.

 

Cattolico. Certamente S. Ambrogio, uno dei più grandi dottori della Chiesa, sapeva benissimo dei culti antichi e di quello restaurato da Cristo nella "Sua" Chiesa. Gli era noto che la manifestazione individuale e comunitaria del rapporto con Dio investe un vasto insieme di istituzioni, atteggiamenti umani interni ed esteriori, riti, pratiche religiose, feste, oggetti, ecc. che costituiscono il culto.

Nell'A.T., a partire da Mosè, troviamo un'organizzazione rigorosa che ha per centro l'Arca dell'Alleanza e il tabernacolo e viene esercitato dal sacerdozio che Mosè istituì o riformò. Le feste costituivano tempi sacri dedicati in modo speciale al culto. Fanno parte del culto anche i voti o promesse a Dio.

Nella storia del Culto in Israele, hanno notevole importanza i profeti. La ripresa del culto dopo l'esilio oltre alla lotta contro le raffigurazioni (idoli) di Jahwè (2 Cro 11,15-16) e alla introduzione di nuove feste e sacrifici (1 Macc 4,59; Nee 13,3 1) porta a dare maggiore importanza alla preghiera (Esdra 9,6-7; Sir 51,1-12), alla lettura e meditazione comunitaria della legge e dei profeti (Nee 8,3; 9,3).

Nel N.T. Gesù segue fedelmente sia il culto della sinagoga che quello del tempio, ma allo stesso tempo ne dimostra l'incompletezza e la provvisorietà. L'incompletezza del culto giudaico è dimostrata da Gesù col permeare gli antichi riti di Israele con il suo spirito di preghiera filiale (cf Mt 23,16-23), con la purezza interiore del cuore (Mt 23,25 ss.; 5,8-23 ss.). Da parecchi testi, come Gv 4,23-24, si desume che il nuovo culto è lo stesso Cristo, Egli è la nuova realtà che fa irruzione nel mondo e modifica profondamente tutta la gamma dei rapporti con Dio: il sabato, il tempio, la stessa celebrazione della Pasqua nella quale introduce elementi assolutamente nuovi: il suo sacrificio, la sua presenza.

Cristo è il punto di convergenza di tutto il culto: Egli è il nuovo Mosè, nel suo sangue è suggellato il nuovo Patto. Egli è la vittima che toglie i peccati del mondo, Egli, nel suo corpo glorioso, è il nuovo Tempio (Gv 2,19 ss.). Cristo è il solo sacerdote, unico mediatore tra Dio e l'uomo (Eb 7,11-18; 9,8-9). Cristo rinnova la lettura della Parola di Dio e l’A.T. è letto in chiave profetica relativamente al significato che esso assume in rapporto al Cristo (Sal 2,7-9; Is 53); le formule di benedizione vengono espresse in nome di Gesù (Gal 6,18; Fil 4,23; 1 Cor 13,13); gli inni hanno per tema i grandi momenti della sua esistenza (Fil 2,6-11). Ma il centro vivo e il culmine del culto cristiano è l'Eucaristia in quanto in essa, in forma sintetica e visibile, si esprimono tutti gli elementi del culto: commemorazione del passato della storia della salvezza; commemorazione della vita, morte e risurrezione del Signore; rinnovazione del suo sacrificio; sua presenza gloriosa; anticipo della manifestazione finale escatologica.

 

Non cattolico. Ti ho lasciato dire tante cose perchè, se non erro, in gran parte, hai affermato quello che dice S. Ambrogio e che dico anch'io: Gesù è l'unico e non vi sono altri, senza Gesù finisce anche il culto.

Cattolico. Certo, io ho detto quello che afferma S. Ambrogio, quello che dice la Chiesa, quello che dice anche Gesù, ma non quello che dici tu. Infatti, tu neghi l'esistenza del culto - secondario e subordinato a quello di Cristo - dei santi, dell'onore che loro è dovuto, la venerazione delle loro immagini e reliquie, la loro intercessione e mediazione subordinata, la loro protezione. Addirittura tu arrivi a pensare che il culto dei santi proviene dal paganesimo, che la Chiesa propone al culto dei fedeli dei santi che non sono mai esistiti e che i santi, così come l'intende e li propone la Chiesa cattolica, non sono menzionati mai nella S. Scrittura per la quale è santo semplicemente chi è consacrato al Signore. Anche tu credi nella "comunione dei santi", cioè dei credenti ora viventi e di quelli che già sono nella gloria del Padre, ma non ti senti di aderire alla dottrina della Chiesa in merito, perchè, a tuo avviso, il culto loro tributato li farebbe dei semidei.

Non cattolico. Si, io credo in questa maniera e ti sfido a dimostrarmi il contrario.

Cattolico. Il termine "Comunione dei Santi" sembra sia stato per la prima volta inserito nei "credo" battesimali nel sud della Gallia; e va inteso come gli scrittori del sud della Gallia del V e VI secolo lo intendevano; dando alla parola "Santi" il normale significato che esso conserva oggi: gli Eletti, quelli che hanno raggiunto il fine per il quale furono creati, nel regno di Dio.

Nel venerare i Santi di Dio, e specialmente la Madre di Dio, noi tributiamo ad essi il dovuto onore in vista dell'eccellenza soprannaturale che in essi riconosciamo come derivata da Dio stesso attraverso i meriti di Gesù Cristo. La venerazione dei santi si risolve così nella gloria di Dio, che è meraviglioso nei suoi santi ed è giusto che nei suoi santi sia glorificato.

Questi uomini che hanno vissuto e vivono fra noi con la loro vita proiettano fasci di luce che illuminano le pagine del Vangelo. Gesù Cristo diviene vivente e comprensibile come anche la storia della Rivelazione. La santità che Gesù volle per la "Sua" Chiesa deve essere visibile ed eminente. Per la Chiesa fondata da Cristo non basta la semplice santità che viene dal battesimo, ma occorre che si tratti di santità eroica, quella che rende veramente i fedeli "luce del mondo e sale della terra", quella cioè che porta e dona veramente buoni frutti. Cristo previde anche la presenza dei peccatori come la zizzania in mezzo al buon grano e i pesci cattivi insieme ai pesci buoni.

Giovanni Papini, scrivendo della sua conversione alla Chiesa cattolica, affermava: “Tra le Chiese innumerevoli che si dicono fedeli interpreti di Cristo, scelsi quella cattolica, sia perchè essa rappresenta veramente il tronco maestro dell'albero piantato da Gesù, ma anche perchè, a dispetto delle debolezze e degli errori umani di tanti suoi figli, essa è quella, a parer mio, che ha offerto all'uomo le condizioni più perfette per una integrale sublimazione di tutto l'esser suo e perchè in essa soltanto mi parve che fiorisse abbondante il tipo di eroe che ritengo il più alto: il Santo" (La Pietra infernale Morcelliana, Brescia, 1934, pp. 162-163).

I protestanti affermano che la vera Chiesa di Gesù è durata fino all'epoca di Costantino, e tutti i santi che vengono dopo, che sono la stragrande maggioranza, da quale religione hanno avuto origine? In quale Chiesa possiamo trovare un altro San Benedetto, Bernardo, Noberto, Domenico, Francesco d'Assisi, Anselmo, Bonaventura, Alberto Magno, Tommaso d'Aquino, Vincenzo Ferreri, Bernardino da Siena, Santa Geltrude, Ildegarda, Chiara, Caterina da Siena, ecc.? E i re e i principi come santo Stefano, Luigi, Enrico, Leopoldo, Stanislao, ecc.?

E dopo la rivoluzione protestantica, dove potremmo trovare un S. Ignazio, Teresa, Giovanni della Croce, Francesco di Sales, Francesco Saverio, Luigi Bertrando, Filippo Neri, Carlo Borromeo, Vincenzo dei Paoli, Paolo della Croce, Alfonso dei Liguori, ecc.? E dopo la rivoluzione francese dove potremmo trovare un altro santo curato d'Ars, Giovanni Bosco, Giuseppe Cafasso, G. Cottolengo, Teresa del Bambin Gesù, Pio X, Maria Cabrini, ecc.?

 

Non cattolico. Ti prego ancora una volta: Bibbia alla mano, e dimostrami quanto afferma la Chiesa cattolica. Anzi, seguiamo un ordine e prima di tutto convincimi che l'adorazione delle immagini dei santi, cosi diffusa nella Chiesa cattolica, non sia una vera e propria idolatria.

 

Cattolico. Uno degli errori più comuni tra i non cattolici (eccetto gli ortodossi) è quello riguardante le immagini e le sculture sacre. Mi limiterò a pochi ma sicuri accenni, invitando il lettore a completare la sua istruzione consultando la Bibbia secondo le mie indicazioni.

Per questi errori banali e puerili (non si possono classificare diversamente), provenienti tutti dall'ignoranza, sono moltissimi quelli che lasciano la verità per la menzogna, credendo di trovare in questa la verità biblica.

Il culto delle immagini, ci introduce in diverse questioni e obiezioni mosse da quelli che vi si oppongono. I principali problemi da chiarire sono i seguenti:

 

1. Iconoclastia, (parola proveniente dal greco e che significa "distruzione delle immagini”. E' un'eresia che afflisse la Chiesa per 116 anni (726-842 d.C.). Fu uno degli episodi della intromissione del potere civile nelle questioni ecclesiastiche. In quell'epoca, in Occidente, più vicini e meglio controllati da Roma, non vi furono abusi; ma tra i fedeli d'Oriente vi furono degli eccessi e si giunse anche al fanatismo nella venerazione e nel culto delle immagini sacre. Per reprimere gli abusi, l'imperatore Leone III L’Isaurico, usurpando alla Chiesa il diritto di legiferare in merito, ordinò la distruzione di un'immagine di Cristo, assai venerata. Ciò costituì l'inizio di gravi lotte e discordie tra Papi e Imperatori. Finalmente, dopo oltre un secolo di avversioni e lotte, nell'842 l'imperatrice reggente Teodora ristabilì le immagini ed il loro culto. Ci furono anche in Occidente delle ripercussioni iconoclaste, che però finirono con i due Concilii tenutisi a Costantinopoli nell'869 e nell'870, che diedero l'ultimo colpo all'eresia. Questa rivisse dopo tra alcuni gruppi ereticali (Albigesi, Valdesi, Hussiti, ecc.), ma senza importanza ed in forma sporadica. Purtroppo, con l'avvento del Protestantesimo, nel sec. 16° l'eresia riprese vigore. Si sa che i movimenti non cattolici provengono, tutti, dalla rivoluzione luterana; essi rigettano il culto delle immagini credendo di essere coerenti con la Bibbia, mentre è solo vero che questa non ha mai proibito le immagini in sé e per sé.

E' bene sapere che tutti i movimenti di matrice protestante, sono immersi nello studio della Bibbia per trovarvi tutto ciò che possa opporsi alla Chiesa cattolica. Questo spirito di avversione, preda del pregiudizio, è una delle ragioni principali che fa cadere tanti fratelli nell'errore.

 

2. Idolatria. Anche questa parola viene dal greco e vuol dire culto dato a dei non esistenti, ossia agli idoli.

 

3. Latria. Questo è, invece, il culto assoluto tributato alla divinità come tale, o meglio, al Dio unico. Latria significa, quindi, il culto di adorazione che è dovuto al solo, unico, vero Dio, mentre il culto dato agli "idoli", sotto qualunque forma, diventa idolatria, cioè un errore, un peccato, una cosa indegna dell'essere umano fatto ad immagine e somiglianza di Dio.

Nell'A.T. idolatria significò, giustamente, il culto reso agli dei falsi. Essa appare con il politeismo (più dei) nelle varie civiltà antiche.

Nell'idolatria vi è una bipolarità di servitù... Quando l'uomo abbandona il servizio di Dio, si fa schiavo di degradanti realtà materiali, che sono, in definitiva, gli idoli. Quanti idoli esistono ancora!...

Le immagini - sculture idolatriche sono quasi del tutto scomparse, ma gli idoli no. Colui che si dice credente in un Dio unico e Sommo, oggi può essere schiavo di vari idoli, meno percepibili, ma non per questo meno pericolosi. Ne faccio un piccolo elenco: denaro, sesso, benessere materiale, moda e convenzioni sociali sconvenienti, ossia poco cristiane, il lusso sfrenato, il culto esagerato per il proprio corpo e per se stessi, la tecnica e la scienza quando pretendono di sostituirsi a Dio, il seguire il capo di una sètta che al posto dell'autorità di Cristo pone quella di un uomo, generalmente ribelle alla “Verità tutta intera", alla quale, come sappiamo, lo Spirito Santo guida la Chiesa di Gesù.

 

4. Culto di venerazione o di dulia. E' quello prestato ai santi, e, per essi, alle immagini sacre. Da tenere presente che il culto di venerazione (o di dulia) prestato ai santi, in ultima analisi è culto prestato a Dio autore della santità.

 

5. Mediazione e intercessione.

 

a)     Mediazioni.

Nell'A.T. si riscontra qualche cosa di fermamente costante: la trascendenza di Dio, infinitamente elevato sopra l'uomo e sopra tutte le realtà cosmiche, ma anche la Sua condiscendenza per cui Dio non è lontano dall'uomo e dalla sua storia. Anzi Dio è sempre vicino all'uomo. Dio e i Patriarchi operano senza alcun intermediario. Tuttavia la figura misteriosa di Melchisedec che come sacerdote dell'Altissimo benedisse Abramo (cf Gen 14,18), la scala di Giacobbe popolata di Angeli che salivano e scendevano dal cielo alla terra (cf Gen 28,12) proludevano ad un abbozzo del sistema di mediazione che vigerà nella economia della salvezza.

 

b)     Intercessione.

Tali protagonisti (ossia Melchisedec, Angeli, ...) esercitano la mediazione di intercessori. Teniamo presente che la mediazione e l'intercessione si completano. Così Abramo tenta di ottenere da Dio il perdono di Sodoma e intercede per la salute di Abimelek di Gerar (cf Gen 18,22-32; 20,17). Ugualmente Giuseppe è motivo di salvezza per i suoi fratelli e per la famiglia di Putifarre (Gen 39,3).

- Con l'elezione, il popolo di Israele ha bisogno di una maggiore quantità di mediatori che lo rappresentino davanti a Dio. Dopo che l'esilio babilonese aveva provocato la sgretolazione di tutte le istituzioni comunitarie, il giudice e sacerdote Eli potè dire angosciato: "Se l'uomo peccherà contro Jahwè, chi intercederà per lui?”           (1 Sam 2,25).

- Il primo e più grande mediatore dell'A.T. è Mosè.

Le diverse fonti e tradizioni ci hanno trasmesso la complessa e difficile missione mediatrice di Mosè: le mani alzate nella preghiera mentre Giosuè combatteva contro Amalek (cf Es 17,11).

Dopo Mosè, i Giudici e i Re, i sacerdoti ed i profeti furono mediatori e intercessori a favore del popolo.

La mediazione-intercessione sacerdotale fu soprattutto ascendente (dal popolo a Dio), mentre quella dei profeti (bocca di Dio) fu principalmente discendente, come apportatrice di rivelazione.

- Fino ad un'epoca molto tardiva, non vi sono allusioni agli Angeli mediatori.

 

c) Il termine mediatore-mediazione nel N.T. neppure abbonda. Lo troviamo varie volte e come mediazione e come intercessione. Mi limito a pochi esempi.

Il primo mediatore necessario, unico è Gesù, il quale dalla Croce prega il Padre per i suoi crocifissori (Lc 23,34), e rimette i peccati (Mc 2,5).

In Lc 7,2-10 viene raccontato l'episodio del centurione che manda a Gesù alcuni anziani dei Giudei a pregare di venire a casa sua per salvare un suo servo ammalato. "Costoro giunti da Gesù lo pregavano con insistenza: 'Egli merita che Tu gli faccia questa grazia, dicevano, perchè ama il nostro popolo..."' "Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande..." "E gli inviati quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito".

 

N. B.: Qui vediamo l'intervento degli anziani presso Gesù. E' facile comprendere che la mediazione unica, necessaria di Gesù, non esclude una mediazione secondaria, subordinata all'unica di Cristo dal quale e per il quale ci viene tutto. Uguali intercessioni subordinate e secondarie le troviamo anche in Gv 2,3: “La Madre di Gesù gli disse. ‘Non hanno più vino’ "ed ottenne dal figlio il vino ricavato dall'acqua. Anche negli Atti (12,5) troviamo che tutta “la Chiesa pregava per Pietro", e Pietro fu liberato dalla prigione per l'intervento di un angelo.

 

Non cattolico. Non hai ancora finito?

 

Cattolico. No. Ti prego di lasciami ancora parlare. Continuiamo a vedere gli effetti della mediazione e dell'intercessione.

In molti passi delle lettere paoline si trova la preghiera fatta per gli altri (es. Col 1,9-14; Rm 1,8-10 ed in Mc 1,30). In 1 Tm, 2,5 troviamo esplicitamente: "uno solo è il mediatore tra Dio e gli uomini". Molti sono i passi che ci parlano della mediazione di Gesù Cristo.

In Mt 14,19 e Mc 6,39, troviamo che i discepoli fanno da intermediari tra Gesù e la folla nella distribuzione dei pani moltiplicati. Mai come in Gesù si sono accostati tanto Dio e l'uomo. Gesù essendo "Mediatore unico e perfetto”, nessuno può sostituirlo.

Non cattolico. Dunque sei d'accordo con me: Gesù è l'unico e insostituibile mediatore.

Cattolico. Si sono d'accordo, però tu non vuoi comprendere che Egli ha lasciato PROLUNGATORI DELLA UNICA MEDIAZIONE I DISCEPOLI, i quali continuano nel

nel mondo “fino alla consumazione dei secoli” la Sua opera di salvezza come responsabili della parola, della Chiesa, dei Battesimo, della Eucaristia, del perdono dei peccati, ecc.

 

Non cattolico. Le tue risposte non mi convincono.

 

Cattolico. Per meglio comprendere l'intercessione e la mediazione, dobbiamo considerare e capire un altro articolo della nostra fede: la comunione dei Santi, inserito nel Simbolo apostolico nel V sec. circa.

 

Natura della Comunione dei Santi.

 

Per essa tutti i fedeli formano il Corpo Mistico di Gesù Cristo e profittano del bene che è e si fa nel Corpo stesso ...  purchè non siamo impediti dall'affetto al peccato. Anche il male (= peccato) si ripercuote su tutto il Corpo Mistico.

Certamente da questa unità sgorga la solidarietà. Questa solidarietà già compare nell'A.T.: la salvezza di Sodoma dipende da dieci giusti (Gen 18,23-33); la vittoria del popolo ebraico contro gli Amaleciti a Raphidim è in relazione con le semplici mani alzate di Mosè (Es 17,8-16); lo stesso peccato originale è indice della solidarietà di tutti gli uomini con Adamo, giacchè in lui tutti peccarono (Rm, 5,12).

Nel N.T. la solidarietà è continuamente raccomandata. Basta ricordare la preghiera sacerdotale di Gesù (Gv 17,21-24) al Padre perchè tutti siano uno! ... Tale solidarietà si estese, nella primavera della Chiesa, anche alla Comunione dei beni materiali (At 4,32-37).

S. Paolo spesso parla della Chiesa come Corpo di Cristo (Ef 1,23; Col 1,24) e 164 volte ci fa notare il nostro inserimento in Cristo. Vi sono molte membra ... ma il corpo è uno solo  ... così tutti in Cristo (cf 1 Cor 12,4-12; 20,20-26).

 

Non cattolico. Dici quello che vuoi, io ho bisogno solo di Cristo.

 

Cattolico. Anch'io ho bisogno di Cristo. Ma ascoltami. Ho ancora qualcosa da dirti sulla preghiera mediatrice. L’Apostolo Paolo domanda ai fedeli orazioni per sè e per gli altri (Rm 15,30; Ef 6,18-19).   

In 1 Tm 2,1-6, dice: "... la preghiera infatti, è cosa buona e accetta al Salvatore nostro Dio, il quale vuole che tutti gli uomini si salvino e giungano alla cognizione della verità”.

La preghiera dei fedeli è utile non soltanto ai vivi, ma giova pure ai morti. Perciò l'Apostolo, riconoscente per i benefici ricevuti dal defunto Onesiforo, cristiano di Efeso, per lui prega “che il Signore gli doni di trovare misericordia presso Dio in quel giorno" (2 Tm 1,18).

S. Giacomo insiste: “Pregate l'uno per l'altro per essere salvi; molto può la preghiera intensa del giusto" (Gc: 5,16).

 

Da quanto detto, e conoscendo ormai bene la distinzione tra adorazione e venerazione, possiamo dedurre che la parola "pregare", intesa nel senso vero e profondo, definisce essenzialmente il nostro modo di rivolgerci a Dio. Non si possono pregare i Santi nello stesso modo con cui si prega Dio. Essi sono più vicini a Dio, e, quindi, possono intercedere efficacemente presso di Lui per noi. Infatti, i Santi sono in cielo con Cristo: “Chi ama la propria vita la perderà. Chi è pronto a perdere la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io ci saranno anche quelli che mi servono. E CHI SERVE ME SARA’ ONORATO DAL PADRE" (Gv 12,26).

QUANTO ONORE, VENERAZIONE, RISPETTO, AMORE NON DOVREMO DARE NOI Al GIUSTI SANTI SE IL PADRE CELESTE LI ONORA?

Gv 17,24: “Padre, voglio che dove sono io siano anche quelli che tu mi hai dato, perchè vedano la gloria che Tu mi hai dato: Infatti, Tu mi hai amato prima della creazione del mondo".

2 Cor 5,6-8: "Coraggio, dunque. E' certo che finchè viviamo in questa vita terrena siamo lontani da Casa (Paradiso), lontani dal Signore... Però abbiamo fiducia e preferiamo lasciare questa vita pur di essere vicini al Signore".

Fil 1,23-34: “Sono spinto da opposti desideri: da una parte desidero lasciare questa vita per essere con Cristo, e ciò sarebbe certamente per me la cosa migliore; dall'altra è molto più utile per voi che io continui a vivere .

Questa intercessione o mediazione dei Santi NON INTACCA MINIMAMENTE la posizione di Gesù Cristo quale unico mediatore fra Dio e gli uomini (1 Tm 2,5). Infatti tutte le preghiere che sono rivolte a Dio - comprese quelle della intercessione dei Santi - sono tutte rivolte a Lui per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo". Così ha sempre pregato e continua a pregare la S. Madre Chiesa.

Queste precisazioni restano sempre vere, anche quando un fedele, per ignoranza o per semplicità, dovesse intendere o fare diversamente. La Chiesa interviene ed è sempre intervenuta per correggere qualunque deviazione al riguardo.

 

Non cattolico. Ho ancora molte perplessità.

 

Cattolico. Per chi non fosse ancora convinto, possiamo citare Eb 12,22 ss., dove i cristiani viventi in terra sono considerati non solo uniti con Dio e con Gesù, ma anche con gli altri “spiriti dei giusti portati alla perfezione” e con "miriadi di angeli" ai quali si sono accostati.

Questa comunità di creature celesti e terrene forma la Comunione dei Santi. Gli uomini che vivono in terra sanno, per fede, di adorare Dio unitamente agli Angeli e agli uomini che non sono ancora in cielo.

Paolo, come abbiamo già visto (cf 1 Tm 2,1-6) insegna la dottrina della intercessione. Egli aggiunge che la preghiera per gli altri (di intercessione) è una cosa bella e gradita a Dio... perchè i lontani possano avere piena conoscenza del vero Dio e dell'unico Mediatore Gesù Cristo. Quindi tutti i fedeli possono e devono concorrere con la preghiera e con le buone opere perchè Cristo sia conosciuto e possa applicare la Sua Mediazione a tutti gli uomini.

S. Paolo, sempre coerente, scrive: "... sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo a favore del Suo Corpo che è la Chiesa" (cf Col 1,24). Gesù non è Lui l'unico mediatore? E cosa può apportare di bene Paolo al Corpo di Cristo che è la Chiesa? E' presuntuoso Paolo? E allora? Non dimentichiamo mai che qualunque intercessione-mediazione è sempre secondaria e subordinata a quella, di Cristo.

Nel Libro di Giobbe (42,8), troviamo: "Prendete dunque sette vitelli e sette montoni e andate dal mio servo Giobbe e offriteli in olocausto per voi; il mio servo Giobbe pregherà per voi, affinchè io, per riguardo a lui, non punisca la vostra stoltezza...".

Tutti possiamo e dobbiamo concorrere alla salvezza degli altri (la moglie fedele santifica il marito infedele... e viceversa (cf 1 Cor 7,14).

Questo insegna la S. Scrittura e questo insegna da sempre la Chiesa.

Un autore anonimo dell'8° sec., in una omelia su S. Gennaro così si esprime: “... E' giusto che godiamo ed esultiamo nel Signore nostro Dio... Grande è la gloria dei martiri, grandiosa e splendente la loro corona. Gli Angeli e tutti i cori celesti li ammirano: li ama Cristo, li onora il Padre (cf Gv 12,26), li illumina lo Spirito Santo... Essi sono gli imitatori di Cristo, i suoi coeredi... compartecipi della Sua gloria... E noi dobbiamo sempre ricordare le loro virtù e cantare le loro lodi. Infatti “preziosa al cospetto del Signore è la morte dei suoi fedeli” (Sal 115,15); “Il Signore preserva tutte le loro ossa...” (Sal 33,21). Chi nega tutto ciò è in contrasto con le parole di Dio: “Beati d'ora in poi i morti che muoiono nel Signore” (Ap 14,13), e con quello che dice il profeta: “Di nuovo vivranno i tuoi morti” (Is 26,19). E ancora: “Questi sono coloro che sono passati per la grande tribolazione... e stanno davanti al Trono di Dio...” (Ap 7,14-15). Per i suoi meriti e i suoi benefici il suo corpo è degnamente onorato ... per le sue preghiere meritiamo di essere purificati dai nostri peccati... e ci gloriamo nel nostro Signore Gesù Cristo”.

Non cattolico. Risulta dalla S. Scrittura che l'intercessione è fatta soltanto da persone viventi su questa terra.

Cattolico. E' vero che la S. Scrittura ci narra molti episodi di viventi, ma non é meno vero, perchè ancora più logico e giusto, che l'intercessione, dopo la vita terrena di Cristo, si sarebbe realizzata per mezzo di chi vive e prega quaggiù, ma molto di più per mezzo dei fedeli passati nella vita eterna e che sono presso Dio a goderne la beatitudine. Senza continuare a far troppe discussioni, sarà bene mettere sotto gli occhi dei dubbiosi, cattolici o non, alcuni passi della Bibbia, che confermano la prassi e l'insegnamento della Chiesa cattolica.

- Quelli che sono già al cospetto di Dio, morti per la fedeltà alla Parola di Dio, gridano a gran voce: Fino a quando, o Sovrano Santo e Verace, non scendi in giudizio e non vendicherai il nostro sangue?" (Ap 6,9- 10);

- “I Santi che sono in cielo con le loro preghiere riempiono di profumi i vasi d'oro che salgono continuamente al trono dell'Agnello" (Ap 5,8);

- “Io preparo un Regno per voi, che avete perseverato con me nella prova, perchè possiate mangiare e bere alla mia mensa" (Lc 22,28-30);

- “Chi perderà la propria vita per me e per il Vangelo la salverà, dice il Signore" (Rm 8,35);

- "Né morte, né vita, né alcuna altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Cristo" (Rm 8,38-39);

-   “Venite, benedetti dal Padre mio, prendete possesso del regno preparato per voi fin dall'origine del mondo" (cf Mt 25,24);

- “Al vincitore darò da mangiare dell'albero della vita che si trova nel Paradiso di Dio" (Ap 2,7);

- “Questi sono i Santi che hanno vinto... per questo regnano con Cristo in eterno" (Ap 12,11);

- "Se moriamo con Cristo, vivremo anche con Lui; se con Lui perseveriamo, con Lui anche regneremo" (2 Tm 2,11-12);

- “Beato il servo che il Signore al suo ritorno troverà vigilante; in verità vi dico, gli affiderà tutti i suoi beni" (cf Mt 24,46-47);

- “Questo è il servo saggio e fedele, che il Signore ha posto a capo della sua famiglia, per distribuire il cibo a tempo opportuno" 12,42);

- “I popoli proclamano la sapienza dei santi, e la Chiesa ne celebri le lodi, il loro nome vivrà in eterno" (cf Sir 44,15.14);

- “I saggi rifulgeranno come lo splendore del firmamento; coloro che insegnarono a molti la giustizia brilleranno come stelle per sere" (cf Dn 12,3).

 

Mi fermo qui, perchè la lista delle citazioni può ancora continuare a mostrarci che Dio non ha nessuna difficoltà ad affidare ai suoi servi fedeli “tutti i suoi beni” (non certo quelli terreni che sono effimeri e si consumano ma quelli del Suo Regno, ossia le grazie ottenute per la loro intercessione presso il trono dell'Agnello. Dunque, beni che essi, ricevuti dall'unico mediatore necessario ed indispensabile, possono distribuire a tempo opportuno. Si, essi possono far questo perchè vivono in eterno insieme a Gesù, per sempre, nel Santo Paradiso.

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