QUESTO FORUM E' CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO... A LUI OGNI ONORE E GLORIA NEI SECOLI DEI SECOLI, AMEN!
 
Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

LA MADONNA CONTESTATA

Ultimo Aggiornamento: 01/09/2009 08:08
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 1.208
Sesso: Maschile
01/09/2009 08:07

VII- Maria sempre Vergine. Dopo la Madonna contestata ci imbattiamo nel cap. XI, 'dove sono presentati "i fratelli e le sorelle di Gesù!” Queste ingenue? puerili? obiezioni le confuterò a suo tempo. Per ora parliamo della sempre Vergine Maria così come ci risulta dai vari racconti della S. Scrittura. Per il momento, per soddisfazione di chi legge, dirò che è vero che la Bibbia parla di fratelli e sorelle di Gesù, ma MAI di altri figli di Maria.

Leggendo attentamente Isaia (7,14) è facile scoprire che “la vergine concepirà e partorirà”, ossia che Maria, vergine concepisce per opera dello Spirito Santo, e vergine partorisce. Il Verbo Eterno, nascendo come Dio-Uomo da Maria, consacra l'integrità verginale della Madre. In Luca (1,26-38) si coglie il dialogo tra l'Angelo Gabriele e Maria. E' chiara la preoccupazione di Maria di mantenere intatta la sua Verginità a Dio consacrata e pronuncia il suo "fiat" soltanto quando l'Angelo l'assicura “Non temere, Maria... nulla è impossibile a Dio". Altre figure bibliche si possono riferire alla perpetua verginità di Maria: sono quella del “roveto ardente che non si consuma” (Es 3,2 ss.); quella di Ezechiele (44,1-2): "porta chiusa", applicata a Maria SS....

S. Basilio ricorre al "sensus fidellum" e dice: "Coloro che amano Cristo non sopportano di sentire che la “Madre di Dio” abbia ad un certo punto cessato di essere “vergine". S. Leone Magno dice: “Lo partorì (Gesù), conservando la Verginità come lo concepì conservando la Verginità”. Timoteo di Alessandria dice: “Poichè era il Dio incorruttibile che nasceva, Egli nacque dalla S. Vergine senza corromperne la Verginità”. Gaudenzio di Brescia ha scritto: “non ha potuto violare l'integrità nascendo, Colui che era venuto per reintegrare la natura".

Proclo di Costantinopoli afferma: "Se la Madre non è rimasta Vergine, allora il nato è solo uomo, e non ha avuto luogo nessuna nascita prodigiosa. Ma se Ella, dopo il parto, è rimasta Vergine, perchè Egli non avrebbe dovuto essere Dio?".

Dal Concilio Costantinopolitano II (553) abbiamo: "Prese carne dalla gloriosa Theotòkos (= Madre di Dio) e sempre Vergine Maria”. Anche Lutero, Zuiglio e Calvino furono difensori energici della perpetua Verginità di Maria. Non così gli altri "riformatori". In ultimo possiamo osservare: Gesù entra nel Cenacolo, più volte, a porte chiuse... senza violare nulla. Quando il fiore emette il profumo, lascia integra la corolla; quando dalla bocca esce la parola o il canto, le labbra non si strappano; quando dalla mente esce il pensiero che si traduce in iscritto e suono nella bocca, il suo passaggio e la sua attuazione lascia integri tutti gli organi e le parti del corpo per cui si esprime. Tutto ciò è soltanto opera ordinaria di Dio che sfugge alla nostra osservazione perchè attribuiamo tutto alla natura, dimenticandone l'Autore.

La natura di Cristo, l'Incarnazione, è un mistero profondo di Dio: e chi si avvicina a Dio, tocca necessariamente il mistero ed il prodigio. Infine, bisognerà ricordare che nella Chiesa di Dio i continui miracoli rendono evidente il dito di Dio e la presenza dello Spirito Santo che guida la Chiesa "alla Verità tutta intera” (cf Gv 10,13).

La presenza, anche visibile, di Maria tra gli uomini è uno dei fenomeni più frequenti e sconvolgenti che tocca il cuore dell'umanità e sorregge la fede, nonostante tante avversità e persecuzioni verso il Corpo Mistico di Cristo. Chi non conosce o non ha sentito parlare delle tante apparizioni della Madonna? E nello stesso tempo, chi non conosce la serietà unica e la diffidenza della Chiesa nell'accettare e vagliare tali avvenimenti?

VIII- Maria SS. aiuto dei Cristiani. La festa dell'Ausiliatrice assume ai nostri giorni un significato tutto particolare a causa della lotta fra la Città di Dio (la Chiesa) e la città di satana (il blocco delle forze anticristiane).

La Madonna è l'Ausiliatrice della Chiesa e del suo Capo, il romano Pontefice, contro le insidie e gli attacchi avversari. Fin dagli albori dell'umanità, alla Madre del Salvatore, alla nuova Eva, veniva affidata (Gen 3, 15) la singolare missione di cooperazione col nuovo Adamo (Cristo) in tutta l'opera della Redenzione. Nei momenti più critici della vita della Chiesa, nelle svolte più decisive della storia, l'umile navicella di Pietro, pilotata dal suo successore, tra flutti e marosi tempestosi, sa di non poter sommergere per le promesse divine, per le quali sa di essere invincibile e incrollabile. Queste promesse divine si imperniano sull'aiuto di Dio, onnipotente per natura, anche attraverso il braccio e la mano materna di Maria, onnipotente per grazia. Per questo la Chiesa e il suo Capo visibile si sono sempre rivolti e si rivolgeranno sempre con immutata fiducia alla Madonna, ripetendoLe con S. Germano: “Universo mundo auxiliatricem manum tuam porrige" (“Stendi a tutto il mondo la mano tua ausiliatrice").

 

La Chiesa non è rimasta mai delusa in questa sua fiducia. S. Giovanni Bosco, il grande propagatore del culto verso Maria SS. “Aiuto dei Cristiani”, adduce ben 20 esempi di straordinario intervento di Maria in favore dei Cristiáni. Tre di essi meritano di essere ricordati in modo particolare: la vittoria di Lepanto (7-10-1571), di cui ho già parlato; la liberazione di Vienna (nel 1683) e la liberazione di Pio VII, dopo cinque anni di prigionia napoleonica (il 24-5-1814), liberazione che diede origine all'istituzione della festa di Maria SS. “Auxilium Christianorum" (16 sett. 1816). Il Papa Pio XII non esitò a definire la vittoria del 18 aprile 1948 una seconda Lepanto, ritenendola “una grazia della Castellana d'Italia".

Pio XII riteneva la Madonna “la vincitrice di tutte le battaglie di Dio". Nessuna meraviglia quindi se il culto di Maria Ausiliatrice, per opera principalmente di San Giovanni Bosco e dei suoi figli, si sia rapidamente diffuso in ogni parte della terra.

Il celebre segretario fiorentino, Nicolò Macchiavelli, diceva: "Italiani, rifacciamoci alla storia!”. Con maggior ragione la Chiesa può ripetere a tutti i suoi membri: "Cristiani, rifacciamoci alla storia!. Essa è tutta intrecciata all'aiuto di Maria!".

IX- Maria nella fede e nella vita cristiana. I Protestanti - i classici negatori delle grandezze di Maria, e non di rado anche qualche cattolico poco illuminato - non possono contenere la loro meraviglia dinanzi alla parte larghissima che ha la Madonna nella Liturgia della Chiesa e nella devozione dei fedeli.

Tale meraviglia svanirebbe se si riuscisse a capire la parte importantissima che il ruolo di Maria ha nella fede e nella vita dei cristiani. Infatti, come si potrebbe concepire la fede cristiana senza Maria? E' evidente che la nostra fede ha per centro necessario Cristo, l'Uomo-Dio e Mediatore fra l'uomo e Dio. Ma Cristo, nella realtà dell'economia divina, non è neppure concepibile senza Maria, Madre Sua e Sua indivisibile Compagna in tutta l'opera redentiva e mediatrice. Perciò è impossibile separare il Verbo Incarnato da Colei nella quale si è incarnato. Dante direbbe: "Ella è la rosa in cui il Verbo divino  carne si fece. .." (Par. XXIII,73 ... ).

Possiamo concludere che la fede cristiana senza Maria non è neppure concepibile. “Nella S. Scrittura - così scrisse S. Pio X (Encicl. Ad diem illum) - quasi tutte le volte in cui viene predetta la nostra grazia futura, il Salvatore degli uomini vien presentato congiunto alla Sua Madre". Per questo Cristo e Maria, anche durante la vita terrena, sono intimamente congiunti nella mente e nel cuore e, quindi, anche nella venerazione e nel culto della Chiesa e di tutti i fedeli.

E' certo che dove più fiorisce la venerazione per Maria, ivi fioriscono la fede ed il culto verso Cristo. Mentre dove languiscono venerazione e culto verso Maria, ivi languiscono la fede ed il culto verso Cristo. La storia di tante confessioni piombate nel razionalismo negatore di Cristo, sta ad attestarlo.

Non è meno grande la parte che ha Maria nella vita cristiana, la quale, come si sa, é vita soprannaturale della grazia divina, innestata nella nostra vita naturale, per cui diveniamo “compartecipi della divina natura" (cf 2 Pt 1,4).

Ma chi è Maria? Ella è la Madre dell'Autore della Grazia!... Quindi Maria, insieme con Cristo, quantunque in linea secondaria e subordinata, non è estranea a tutta la nostra vita cristiana. Inoltre, la Madre del Verbo Eterno, dell'Uomo-Dio, ci è stata data da Dio come modello e come aiuto: come modello (il più perfetto e il più adatto) di vita cristiana, ossia di vita di fede, di speranza e di carità; e come aiuto per poter imitare Gesù che è Via, Verità e Vita.

 

Non cattolico. Nonostante le tue molteplici risposte e spiegazioni, i non cattolici non riescono a convincersi di Maria mediatrice, del nome di Madonna, delle varie distinzioni che fate nel culto per difendervi dalla idolatria, dell'appellativo Madre della Chiesa, dell'invocazione "Ave gratia plena" , facendo capire che Maria è distributrice di grazie. Invece dai vari episodi biblici Maria appare per quella che è, anzi spesso è proprio Gesù ad usare una certa durezza con Maria e a fare certe distinzioni onde evitare malintesi ed esagerazioni. Infine voglio farti presente che la dottrina mariana della Chiesa cattolica costituisce uno dei più grandi ostacoli per l'Ecumenismo.

 

Cattolico. Le tue obiezioni, in gran parte, trovano già una risposta in tutto quello che ho detto finora della Madre di Gesù. Ma capisco l'assillo del non cattolico il quale, per la sua tradizionale opposizione al cattolicesimo, riesce difficilmente a convincersi della grandezza di Maria. Grandezza, d'altra parte, che si ricava direttamente dalla Bibbia che più volte fa riferimento alla Sua divina Maternità. Il titolo di Madre del Dio fatto Uomo è, da solo, sufficiente a illuminare e a giustificare tutte le altre prerogative mariane.

E' vero che la Bibbia non dice molto di Maria, ma, approfondendo i testi, la liturgia cattolica non teme di applicare a Maria una serie di passi biblici anche veterotestamentari. Infatti La canta con gli elogi dell'Amata, della Sapienza, della Città santa, del Tempio,ecc., anche se è da credere che gli autori non pensarono in principio alla Madre del Messia.

Soltanto nel secolo VIII a.C. il profeta Isaia ci parlerà di "una giovane donna", dalla versione dei Settanta tradotta "la Vergine", e rappresenterà così una nuova tappa della rivelazione. Nella stessa epoca, il profeta Michea descrive l'avvento del Messia, come "il tempo in cui partorirà colei che deve partorire" (cf Is 7,14; Michea 5,2). Questi brevi presagi non ci descrivono la Madre del Messia, ma oppongono al re incredulo, Acaz, che confida soltanto nella forza degli eserciti dell'Assiria, il Messia bambino, inerme, in cui opera il solo potere salvifico, quello di Dio. Se il quasi silenzio su Maria ci sorprende nell'A.T:, non possiamo dire altrettanto del Messia, della sua passione e delle circostanze concrete della sua opera.

L’A.T. aveva il compito di preparare gli animi alla venuta del Messia, e credo che tutta la Scrittura veterotestamentaria abbia ben assolto questo compito. Perciò non c'è da meravigliarsi se in tutte le previsioni messianiche, la Chiesa di Cristo intraveda sprazzi di luce su Colei che ne sarebbe stata la Madre. Osea, nel sec. VIII, dopo secoli in cui la personalità della donna era stata depressa, vede nell'amore umano, specialmente nella maternità, un grande valore sì da elevarlo al rapporto di comunione tra Yahweh e Israele. Ormai appaiono numerose figure che attestano l'importanza, sempre maggiore, che la donna acquista nella vita d'Israele: l'Amata del Cantico dei Cantici, la donna perfetta dei Proverbi (3 1,10-3 1), Rut, Ester, Sara, la sposa di Tobia, Giuditta, ecc.... Così, quindi alla fine, può apparire la Vergine chiara e ferma dell'Annunciazione, che non avrebbe trovato posto nell'epoca antica. Le età che precedono Maria abbozzano a poco a poco i valori religiosi che essa eleverà al più alto punto. La sua devozione di madre, che la guiderà fino al Calvario, appare già in Rispah, che difende i corpi dei suoi figli giustiziati (2 Sam 21,1-14). La fede, l'amore e, l'ardente speranza del suo “Magnificat” si modellano sulle forme dei salmi e, soprattutto, su quelle del Cantico di Anna                                                                                                                    (1 Sam 2,1-10).

La sua umiltà, la sua semplicità e la sua fiducia procedono e si nutrono della religione dei poveri di Yahweh. La sua santità è il supremo frutto dell'A.T.

La missione di Maria si fa strada lentamente nel N. Testamento. Il Libro degli Atti, che conserva sia lo schema che la tematica della predicazione originaria, è tutto concentrato sulla missione di Gesù, dal suo battesimo alla sua Pasqua. Il Vangelo che si scorge alla base dei tre sinottici, menziona Maria una sola volta (Mc 6,3) per proclamare la superiorità della maternità spirituale su quella della carne.

Paolo, senza neppure nominarla, allude in un'occasione a Gesù come “nato da donna" (Gal 4,4). In Matteo (1,18-25) appaiono i racconti dell'infanzia e, specialmente, quello della concezione verginale di Gesù. In queste tradizioni, prettamente semitiche, San Giuseppe occupa il primo posto, poichè è colui che trasmette a Gesù l'eredità messianica: riceve i messaggi divini (Mt 1120-21; 2,13.19-20.22) e prende decisioni, mentre Maria rimane silenziosa al suo fianco. L’evangelista Luca mette Maria in piena luce. Le sue tradizioni palestinesi conferiscono a Maria il suo vero ruolo e permettono di intravedere la sua profonda personalità. Questo evangelista, nel racconto della missione di Gesù aggiunge soltanto un detto analogo a quello di Marco (cf Lc 11,28), ma presenta Maria in preghiera nel Cenacolo all'inizio degli Atti degli Apostoli (At 1, 14). In Giovanni la missione di Gesù è inquadrata fra due scene mariane visibilmente contrastanti (Gv 2,1-12; 19,25-27). Tanto a Cana come sul Calvario, Gesù definisce sopranamente il ruolo di sua Madre, prima come fedele, poi come madre dei suoi discepoli.

Di conseguenza la tradizione evangelica dà un valore crescente alla figura di Maria. Si può tentare di scoprirne i motivi.

E' logico che la prima generazione cristiana concentrasse il suo interesse sulla missione di Gesù: è pure normale che Luca e Giovanni, che si rivolgevano ai Greci, più sensibili dei Semiti sull'importanza della donna, dedicassero una maggiore attenzione alla Madre del Salvatore. Non.era forse necessario che trascorresse un certo tempo prima che i discepoli potessero discernere i valori evangelici, più segreti, più reconditi, che sono incarnati in Maria?

Seguendo i dati evangelici comprendiamo sempre meglio la sua missione.

Luca dice tutto brevemente (Lc 1,26-38) e Matteo ne conferma l'essenziale: Maria abitava a Nazareth, era vergine sposata con Giuseppe, discendente di Davide. Gli evangelisti, sempre molto sobri, non si curano di dati secondari, molti dei quali li ricaviamo dagli apocrifi e dai Padri della Chiesa. Si ignora se Maria è di discendenza davidica o di stirpe sacerdotale, come si potrebbe concludere dalla sua parentela con Elisabetta. Maria era stata educata nell'ambiente palestinese del sec.I e conosceva l'A.T. L'Angelo Gabriele, Elisabetta e Simeone, per comunicarle la missione di Gesù e la sua, citano gli oracoli di Isaia (Lc 1,31 e Is 7,14; Lc 2,30-32 e Is 40,5; 52,10; 42,6; 46,13), di Sofonia e di Zaccaria (Lc 1,28 e Sof 3,14-17; Zac 9,9), 1 racconti di Agar (Lc 1,31 e Gen 16,11), di Sara (Lc 1,37 e Gen 18,14), di Giaele (Lc 1,42 e Gdc 5,24). Ella stessa esprime la sua gioia con i versetti dei salmi e soprattutto dei Cantico di Anna (Lc 1,46-55 e 1 Sam 2,1-10). Dopo la nascita di Gesù, osserva la legge della purificazione e le altre prescrizioni della Torak (Lc 2,22- 24.27.39). Sappiamo che il suo fidanzamento. con Giuseppe costituisce, in conformità all'usanza giudaica, autentico matrimonio legale.

Luca attesta che la verginità di Maria è, più che un fatto materiale, una decisione personale di fronte alla quale si sente consacrata per sempre e tutta al Signore. Certo questo proposito è assai sorprendente in una giovane sposa, soprattutto nell'ambiente veterotestamentario.

E' vero che si trova qualche analogia nella Palestina del sec. I a.C., dove gli Esseni osservavano una stretta continenza: si proponevano anzitutto di evitare le impurità legali supposte dall'esercizio del matrimonio, anche quello legittimo (cf Lev 15). Maria non manifesta le sue ragioni, ma Luca lascia capire che la sua prima cura è quella di essere “l’ancella del Signore", totalmente dedicata al suo servizio, con l'esigenza di un amore esclusivo. Ciò le permette di realizzare il valore più alto dell'A.T., quell'amore totale che già abbozzarono Osea, Geremia, Ezechiele, i Salmi, il Cantico dei Cantici, ecc. (Salmi 16; 23; 42; 63; 84; 103, ecc.). Questi dati sono parchi, tuttavia permettono di comprendere che Maria ha ricevuto da Dio un appello eccezionale a cui vuol rispondere con tutto il suo cuore.

Maria è, quindi, pronta e Dio può disporre di Lei per la sua missione. E Dio lo fa in conformità all'economia generale dei suoi divini disegni, lo fa mediante una serie di rivelazioni progressive che illuminano gradualmente la fede di Maria e le rivelano il suo ruolo: ad essa spetta rispondere a Dio a nome di tutto il suo popolo. L'unica obiezione di Maria è quando fa notare all'Angelo il suo fermo proposito di Verginità, ma l'Angelo la tranquillizza. Ora Maria ne sa già a sufficienza per dare a Dio la risposta del suo popolo. La sua maternità è la più lucida, la più volontaria che sia esistita, esiste ed esisterà. Il mistero è troppo grande perchè Ella lo manifesti. Ma durante la visitazione ad Elisabetta, lo Spirito Santo le rivela, tramite la sua parente, il ministero profetico di Giovanni, la stessa sua missione di Madre del Signore... e prorompe nel “Magnificat”…che è tutto un programma esploso alla gioia del cuore di Maria. A Betlemme, Maria si accorge che la sua missione è soltanto agli inizi.

Maria, presentando al tempio Gesù, ascolta dalla bocca di Simeone una rivelazione; prolungando gli oracoli del Servo di Yahweh, l'ultimo profeta dell'A.T., Simeone, saluta in Gesù “la luce delle nazioni" e indica a sua madre, in modo oscuro, il mistero della passione: la spada la assocerà all'opera della redenzione.

Ma Gesù, a dodici anni, sale a Gerusalemme per la Pasqua (Lc 2,41-50) e coglie l'occasione, nel ritrovamento al Tempio, di far capire ai genitori la sua coscienza filiale verso il Padre celeste. Le parole di Gesù furono dure per Giuseppe e Maria. Luca riferisce che non le compresero, ma entrambi trovano in questo episodio una luce nuova per la loro missione.

Certamente Maria è la prima fedele del divin Maestro, e l'episodio di Cana          (Lc 2,51) le manifesta questo cambiamento e accrescimento della sua missione. Infatti è la prima ad avvertire l'imbarazzo dei suoi ospiti, gli sposi, e vi provvede subito ricorrendo a Gesù, il quale La esaudisce al più presto, ma Le vuole far rimarcare che la sua missione è indipendente da tutti i legami della terra. E Maria si tiene sempre nell'ombra durante la missione di Gesù. Appare una sola volta per intendere la medesima lezione, che suona molto aspra per lo nostre orecchie: "Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli ... ?" (Mc 3,31-35; Lo 8,19-21), In queste parole, e nella beatitudine, analoga di S. Luca (11,27-28), la tradizione ha visto giustamente la definizione della vera grandezza di Maria.

Elisabetta si felicitò con Maria per la sua fede (Le 1,45), fede che aumentò enormemente alla luce degli avvenimenti e dei messaggi divini, che Maria conservava nel suo cuore meditandoli (Lc 2,19.51). Quanta attenzione dovette prestare alla parola del suo Figlio divino!... E come dovette praticarla!... Sul Calvario, in una scena che offre l'esatta antitesi al racconto di Cana (Gv 19,25-27), è venuta l'ora di Maria. Tutti i discepoli sono fuggiti, eccettuato il prediletto. Maria è presente e le viene affidato Giovanni: "Donna, ecco tuo figlio". Il contesto è austero, troppo carico di intenzioni, e San Giovanni è troppo teologo, troppo attento ai simboli, perchè in queste parole non si trovi altro che l'affettuosa preoccupazione di un figlio che abbandona sua madre. Maria capisce che essendo la Madre del Maestro deve adesso essere la madre di tutti i suoi discepoli, i suoi nuovi fratelli e prepararli per il compimento del loro lavoro al servizio del Regno.

Due testi del N.T. suggeriscono discretamente questa missione materna di Maria nella nascente Chiesa. Il Libro degli Atti (1,14) mostra, dopo l'Ascensione, gli Undici nel Cenacolo, che "perseverano concordi nella preghiera, assieme ad alcune donne e a Maria, la Madre di Gesù".

Nell'Apocalisse, al cap. 12, troviamo la donna dalle dodici stelle, vestita di sole. La tradizione, che all'inizio l'ha identificata con la Chiesa, le ha dato, a poco a poco, in maniera parallela, un significato sempre più mariano. I critici moderni si dividono ancora fra l'una e l'altra interpretazione; ma anche quelli che si attengono all'interpretazione più antica riconoscono volentieri che il veggente ha potuto, senz'altro pensare alla Madre di Gesù: non era già stata salutata in Luca come la personificazione del popolo di Dio? E Giovanni non aveva visto in Maria, la Madre dei fedeli?

La tradizione continua la penetrazione del mistero di Maria che noi abbiamo constatato presso gli autori del N.T. Questa progressiva intelligenza appare in un doppio uso della S. Scrittura.

I Padri della Chiesa esprimono spesso il loro pensiero circa Maria, applicandole le figure dell'A.T. L'attuale liturgia conserva molte delle loro trovate. Canta Maria come il Tempio di Dio, l'Arca dell'Alleanza e il paradiso messianico (Is 35,1-7), immagini espressive che denotano la presenza di Dio nella Vergine. Il roveto ardente rappresenta la medesima presenza, che lascia inviolata la sua verginità. Gli oracoli e i salmi su Gerusalemme sono utilizzati per cantare la sua maternità universale.

Il Cantico dei Cantici le è applicato come alla fedele più amata e come alla personificazione del popolo eletto. I tratti delle grandi figure ideali, Debora, Giuditta, la Sapienza, servono per illustrare questo o quell'aspetto della sua santità. Eva, infine, madre universale e fonte del peccato, offre una eccellente antitesi alla nuova Eva, fonte di vita per gli uomini a motivo della sua fedeltà.

Questo uso dei testi veterotestamentari sorpassa evidentémente l'intenzione dei loro autori; ma comprende a fondo i valori spirituali che essi hanno voluto esprimere: hanno preparato Maria e si sono compiuti in Lei.

La tradizione - come ho già detto - ha pure meditato i testi del N.T. per dedurre una esplicita dottrina mariana. Il titolo di Madre di Dio era così caro nel secolo V, che il popolo cristiano accolse con entusiasmo la condanna di Nestorio al Concilio di Efeso, scorgendo in essa un'esigenza del testo della Bibbia. I dogmi dell'Immacolata Concezione e dell'Assunzione non vogliono esprimere che una intelligenza più penetrante del Vangelo e si fondano sui suoi dati: l'eccezionale santità di Maria proclamata dall'Angelo e la sua singolare unione alla santità di Gesù e a tutto il suo mistero pasquale.

Oggi ancora, attraverso la Scrittura, la riflessione cristiana si allaccia di preferenza alla maternità universale di Maria, ai legami così stretti che legano il suo mistero a quello della Chiesa. Maria nel disegno di Dio è la Madre di Gesù. In questo consiste la sua grandezza, la sua vocazione, il suo posto unico.

Preparato dalla lenta ascensione di Israele, questo disegno secolare culmina in Lei. Per la sua fede, il suo amore e la sua semplicità, Ella è il fiore più bello del suo popolo e di tutto il genere umano.

Molti, soprattutto tra i non cattolici, temono a volte che la nostra devozione a Maria menomi il culto dovuto a Gesù, alla sua unica signoria. Alcune devozioni imprudenti e alcune espressioni inesatte poterono offrire, a volte, un pretesto a questi timori. Ma la nostra fede, che si fonda sulla S. Scrittura e sulla sua intelligenza tradizionale, sa che Maria non desidera un culto che la opponga a suo Figlio. Ella vuole essere sua serva, consacrata interamente alla sua opera.

Grazie a questa comunione unica con la missione di Cristo e con la sua Croce, Ella partecipa tanto della sua santità come del suo potere e della sua gloria.

Il Conc. Vat. II, nel cap. VIII della Costituzione Lumen Gentium, promulgata il 21.11.64, ha fornito il più ampio e più ricco documento conciliare mariano della storia bimillenaria della Chiesa. Il testo approvato definitivamente si ispira ad una mariologia ecclesiotipica e biblica. Con questa impostazione è facilitato il dialogo ecumenico che trovava nella mariologia preconciliare il suo più grande ostacolo (Enc. della Bibbia, Ed. LDC - Leumann, p. 973).

 

Non cattolico. Hai detto tante cose, ma non ancora mi sento soddisfatto. Ti prego ora di rispondere ad ognuna delle domande che ti porgo.

- Il Cardinale Paul Emile Léger, al Conc. Vat. II, 11 ottobre 1964, si oppose al titolo di “Mediatrice" dato a Maria dicendo: “E difficile ad essere esattamente interpretato; sembra in contraddizione con il testo biblico che chiama Cristo il solo Mediatore".

 

Cattolico. Ribadisco che la Chiesa proclama solennemente, come ha sempre fatto, che Cristo è l'unico ed eterno Mediatore. Nessuna creatura infatti può essere paragonata al Verbo Incarnato e Redentore; ma come il sacerdozio di Cristo è in vari modi partecipato e dai sacri ministri e dal popolo fedele, e come l'unica bontà di Dio è realmente diffusa in vari modi nelle creature, cosi anche l'unica mediazione del Redentore non esclude, ma suscita nelle creature una vera cooperazione partecipata da un'unica fonte.

E questa funzione subordinata di Maria, la Chiesa non dubita di riconoscerla apertamente, continuamente la sperimenta e la raccomanda all'amore dei fedeli, perchè, sostenuti da questo materno aiuto, siano continuamente congiunti col Mediatore e Salvatore (cf Lumen Gentium, 437-438). Queste parole del Conc. Vat. II potrebbero e dovrebbero tranquillizzarti, tanto più che il documento che ne parla, su 2156 votanti ha avuto 2151 voti favorevoli. Il Card. Léger era tra i 5 contrari...

 

Non cattolico. Il nome "Madonna" (mia Signora) non si trova neppure una volta nelle Sacre Scritture.

 

Cattolico. Più di una volta ho detto che molte parole non si trovano nella S. Scrittura, come, per es., la stessa parola Bibbia, eppure le usiamo convinti di dire parole esatte e che hanno un loro chiaro e preciso significato. Anche più volte ho fatto cenno alla missione e alla grandezza di Maria. Non credo che invocandola col titolo di Madonna (mia Signora) si contravvenga alla S. Scrittura, dal momento che la stessa Scrittura ce la presenta esplicitamente come "Madre del Signore", o dell'Emmanuele, Dio-con-noi.

 

Non cattolico. Ho già detto che il clero insegna ad invocare e a pregare Maria con tanti titoli che possono essere rivolti a Dio e a Gesù Cristo, ai quali soltanto è dovuta l'adorazione. E tutto questo viene giustificato col fare delle distinzioni (latria - dulia - iperdulia), le quali però lasciano intatte le cose: l'idolatria permane.

 

Cattolico. I vari titoli che si danno alla Madonna sono ben chiari nella fede e nella mente dei fedeli cattolici. Non c'è nessuna confusione nel cristiano che dice a Maria madre mia, fiducia mia e a Gesù “Io t'amo e confido in Te”.

Noi sappiamo bene che la Madre di Gesù, nonostante la sua altissima dignità è sempre una donna creata da Dio e alla quale spetta un culto di venerazione, di onore, e non di adorazione che si dà solo a Dio, solo e sempre nei riguardi delle Tre Divine Persone della SS. Trinità.

 

Non cattolico. Nella terza sessione del Conc. Vat. II, il Vescovo S. Mendez Arceo, parlando a nome di 40 vescovi latino-americani, presentò una serie di 12 argomenti contro l'inclusione del titolo “Madre della Chiesa". Ciononostante il titolo è stato proclamato solennemente dal papa Paolo VI.

 

Cattolico. Guardando le votazioni dei vari documenti conciliari, si osserva che nessuno di essi ha avuto la completezza dei voti. Per i voti contrari si va dal 2 al 164. Quelli contrari che danno all'occhio sono i 164 sui “Mezzi di comunicazione sociale" (Inter mirifica), e gli 88 sulle “Religioni non cristiane" (Nostra aetate). L’uno e l'altro documento sono stati approvati, il primo con 1960 ed il secondo con 2221 voti favorevoli. Non mi sembra che sia da scandalizzarsi se il Papa e tutta l'Assemblea conciliare, costituita da oltre 2000 persone, non abbiano bloccato il titolo di "Madre della Chiesa” per le opposizioni di 41 membri contrari.

 

Non cattolico. La Chiesa cattolica insegna ad invocare la Madre di Gesù “Ave Maria, gratia plena”, cioè “Ti saluto, o Maria, piena di grazia” favorendo così l'equivoco che Maria sia dispensatrice di Grazie. Invece l'Angelo aveva detto: "Salve, o tu, a cui è stata fatta grazia” (Lc 1,28, testo greco originale). E per bene escludere che si potesse interpretare diversamente, lo stesso Angelo ha aggiunto: “Non temere, Maria, perchè tu hai trovato grazia davanti a Dio".

S. Ambrogio così commenta questo passo: "Nessuno distolga verso la Vergine Maria questa parola! Maria era il tempio di Dio e non il Dio dei tempio. Solo dev'essere adorato Colui che era all'opera nel tempio".

 

Cattolico. Conosco pochissimo il greco e perciò non sono in grado di confutare quanto obietti. Ma sono sicuro che la traduzione della Bibbia cattolica risponde bene al pensiero di S. Luca. Nella Bibbia interconfessionale troviamo: “Ti saluto, o Maria! Il Signore è con te, Egli ti ha colmata di grazia". Mi sembra che le due espressioni si. equivalgano. Comunque, è da osservare che quando l'Angelo le disse: "Non temere, Maria”, voleva rassicurarla che quanto le diceva era la volontà di Dio. E quando Maria domanda all'Angelo come tutto ciò si sarebbe avverato in Lei che non avrebbe mai conosciuto uomo, l'Angelo la rasserena ancora dicendole che lo Spirito Santo l'avrebbe adombrata con la Sua potenza.

Le parole di S. Ambrogio non contrastano con la grandezza della Madre del Dio fatto Uomo, solo precisano - forse a smorzare qualche zelo indiscreto - la realtà dei fatti che tutti comprendiamo.

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 05:06. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com