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Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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L'EUCARISTIA E LA SANTA MESSA

Ultimo Aggiornamento: 01/09/2009 08:13
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01/09/2009 08:12

Non cattolico. Allora il sacerdote può consacrare anche una sola specie e comunicarsi di essa.

 

Cattolico. Come ho già detto, la presenza del Cristo tutto intero, con la Sua Carne e il Suo Sangue si trova sotto ciascuna delle specie. Perciò qualsiasi delle due specie si riceva, si riceve tutto Gesù Cristo e si adempie al suo precetto. Alla Comunione, inoltre, Gesù annette, come frutto, la vita eterna. Ora questo frutto è promesso anche alla Comunione sotto una sola specie; infatti Egli disse: “Io sono il pane di vita;.... questo è il pane disceso dal cielo, affinchè chi ne mangia, non muoia" (Gv 6,48-50). 

Nell'Ultima Cena Gesù, dopo il pane consacrato, porse agli Apostoli il calice, dicendo: "Bevetene tutti" (Mt 26,27); e, finita la Comunione aggiunse: “Fate questo in memoria di me” (Lc 22,29). Ma il comando di bere il calice non era rivolto a tutti i cristiani bensì al presenti all'Ultima Cena; e l'aggiunta, “Fate questo in memoria di me" esprime il potere concesso agli Apostoli e ai loro successori di riprodurre quello che Egli aveva fatto, offrendo, come Lui, il Sacrificio Eucaristico (Conc. Trid., sess XXII, cap. 1, can. 2).

Ora questo sacrificio, riferentesi a quello della Croce, esige di natura sua la consacrazione distinta del pane e del vino e, come integrazione, la Comunione dei celebrante sotto le due specie.

Ma la Comunione dei laici e dei chierici non celebranti non appartiene né all'essenza né alla integrità dei sacrificio.

La Chiesa cattolica, pur ammettendo che la Comunione sotto le due specie rende più evidente il banchetto eucaristico, ha ritenuto opportuno, per tutte le ragioni di cui ho fatto cenno, di permettere, consigliare e, delle volte, anche obbligare, la Comunione con una sola specie. Già da tempo però - pur rimanendo sempre valida sotto una sola specie - si usa fare la Comunione o per intinzione o anche col calice. Gli inconvenienti, pur con tutta l'attenzione e il rispetto alle specie consacrate, non possono essere completamente eliminati.

La Chiesa cattolica, peraltro, non critica e non condanna quella Orientale per l'uso della Comunione sotto entrambe le specie, essendo essa più rappresentativa del Sacrificio della Croce. Ma la Chiesa difende la verità dogmatica, essere il Cristo interamente sotto l'una e sotto l'altra specie, sicchè chi riceve una sola specie riceve lo stesso Cristo intero di chi riceve le due specie. E se la legge liturgica nel passato eliminò per i laici l'uso del calice - per ragioni pratiche facilmente intuibili - in nulla defraudò i laici quanto alla natura, alla sostanza, agli effetti del Sacramento, tutto dipendendo dalla presenza reale del Cristo, che è la medesima tanto in una sola specie quanto in ambedue.

Tutti sappiamo che le odierne disposizioni liturgiche consentono ai laici in non poche circostanze, la forma di Comunione sotto le due specie come forma più eccellente di partecipazione al Sacrificio Eucaristico.

 

Non cattolico. Altra cosa che non va è l'altare su cui viene celebrata la Messa. L’altare è la tavola su cui i pagani e i Giudei offrivano dei sacrifici in espiazione dei loro peccati. Invece nei nostri luoghi di culto non vi sono altari, perchè il sacrificio di Cristo é stato compiuto una volta per sempre e non ha bisogno di essere ripetuto: "Cristo non ha bisogno, come gli altri sommi sacerdoti, di offrire dei sacrifici prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo, perchè questo Egli ha fatto una volta per sempre, quando ha offerto se stesso" (Eb 7,27).

 

Cattolico. Ti rispondo con le parole del catechismo della Chiesa cattolica (p. 357) e, quindi, con una certa brevità: l’altare, attorno al quale la Chiesa è riunita nella celebrazione dell’Eucaristia, rappresenta i due aspetti di uno stesso mistero: l'altare del sacrificio e la mensa del Signore, e questo tanto più in quanto l'altare cristiano è il simbolo di Cristo stesso, presente in mezzo all'assemblea dei suoi fedeli sia come la vittima offerta per la nostra riconciliazione, sia come alimento ce leste che si dona a noi". “Che cosa è l'altare di Cristo se non l'immagine del Corpo di Cristo?" - dice S. Ambrogio, e altrove: “l’altare è l'immagine del Corpo [di Cristo], e il Corpo di Cristo sta sull'altare".

La liturgia esprime in molte preghiere questa unità del Sacrificio e della Comunione. La Chiesa di Roma, ad esempio, prega così nella sua anafora: Ti supplichiamo, Dio onnipotente: fa che questa offerta, per le mani del tuo Angelo santo, sia portata sull'altare del cielo davanti alla tua maestà divina, perchè su tutti noi che partecipiamo di questo altare, comunicando al santo mistero del Corpo e del Sangue del tuo Figlio, scenda la pienezza di ogni grazia e benedizione del cielo.

L’Eucaristia, poi, ripresenta il sacrificio della Croce, perchè ne è il memoriale e

perchè ne applica il frutto. Si, Cristo, Dio e Signore nostro, anche se si sarebbe immolato a Dio Padre una sola volta morendo sull'altare della croce per compiere una redenzione eterna, poichè, tuttavia, Egli resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta ed è sempre vivo per intercedere per quelli che per mezzo suo si accostano a Dio (cf Eb 7,24-27), nell'Ultima Cena, la notte in cui fu tradito (1 Cor 11,23), volle lasciare alla Chiesa, sua amata Sposa, un sacrificio visibile (come esige l'umana natura), con cui venisse significato quello cruento che avrebbe offerto una volta per tutte sulla Croce, prolungandone la memoria fino alla fine del mondo (cf 1 Cor 11,23), e applicando la sua efficacia salvifica alla remissione dei nostri peccati quotidiani (cf Concilio di Trento, Denz. - Schonm., 1740, vedi Catechismo della Chiesa Cattolica, p. 355).

Sant'Agostino ha mirabilmente riassunto questa dottrina che ci sollecita ad una partecipazione sempre più piena al sacrificio del nostro Redentore che celebriamo nell'Eucaristia: Tutta quanta la città redenta, cioè l'assemblea e la società dei santi, offre un sacrificio universale a Dio per opera di quel Sommo Sacerdote che nella passione ha offerto anche se stesso per noi, assumendo la forma di servo, e costituendoci come corpo di un Capo tanto importante... Questo è il sacrificio dei Cristiani: “Pur essendo molti, siano un solo corpo in Cristo" (Rm 12,5); e la Chiesa lo rinnova continuamente nel Sacramento dell'altare, noto ai fedeli, dove si vede che in ciò che offre, offre anche se stessa (S. Agostino, De Civitate Dei, 10,6).

 

Non cattolico. Sappi che, contrariamente a quanto dicono e credono i cattolici, i Protestanti alla Conferenza mondiale di Losanna hanno fatto le seguenti dichiarazioni: “Noi crediamo che il nostro Signore è presente nella Santa Cena. In essa noi comunichiamo con Dio, nostro Padre, e con Gesù Cristo, Suo Figlio e nostro Signore glorificato. Egli è il nostro medesimo Pane, dato per la vita del mondo, il quale sostiene la vita di tutti, quelli che gli appartengono, cosicché noi siamo in comunione con tutti quelli che sono uniti a Lui. Noi affermiamo concordemente. che il sacramento della Santa Cena è, nella Chiesa, l'atto di culto più solenne, per mezzo del quale noi commemoriamo e annunziamo la morte espiatrice del Signore. Esso è anche un sacrificio di lode, di azioni di grazie e un solenne atto di consacrazione dell'individuo. Vi sono fra noi delle divergenze di vedute... ma riconosciamo d'altra parte che la realtà della presenza divina in questo sacramento non può essere pienamente concepita, né espressa adeguatamente dall'intelletto umano".

 

Cattolico. Le dichiarazioni fatte a Losanna dai Protestanti possono sembrare belle parole, ma praticamente rinnegano il dogma cattolico dell'Eucaristia.

Intanto sappiamo che Lutero rinnegò il sacerdozio ministeriale, e questo fatto basterebbe da solo a farci capire lo spirito delle dichiarazioni di Losanna. Mancando il sacerdote consacrante non c'è neppure la presenza e la realtà sacramentale di Cristo. Il sacerdote celebra la S. Messa come incaricato dalla Chiesa; celebra in persona non solo del Cristo, ma della Chiesa, per cui ogni celebrazione è un atto di culto ufficiale, pubblico, quindi azione di Cristo nella Chiesa; poichè l'essenza della S. Messa è il sacrificio della Croce rinnovato, e operato da Cristo in redenzione di tutti. La Chiesa lo offre infatti a nome di tutti i fedeli e per le necessità di tutti i fedeli.

Sappiamo, noi cattolici, che non c'è stato mai nessun tempo in cui la Chiesa - secondo le previsioni di Cristo - non fosse disturbata dalle eresie. Abbiamo trovato dei cenni di eresie eucaristiche già in S. Cipriano; la Messa fu il bersaglio degli Albigesi nel sec. XII e, due secoli dopo, dei seguaci di Wicleff. Ma il grande assalto contro la Messa fu opera delle varie sette protestanti nel sec. XVI. Era logico che, rinnegato il sacerdozio ministeriale fosse anche abolito il sacrificio eucaristico. Ho trovato scritto che "Nessuna eresia può essere logica fino in fondo e dal principio alla fine. Questo è un privilegio esclusivo della vera fede. Ma nessuna eresia può essere del tutto illogica, se vuoi avere qualche possibilità di vivere, specialmente in una età, come era quella del sec. XVI, quando si dava ancora molta importanza al pensiero umano logico e ragionato" (cf Enc. della Dottrina Cattolica, Ed. Paoline, p. 1010). Così, una volta che i protestanti ebbero adottato la dottrina della giustificazione mediante la sola fede e fatto man bassa della realtà della grazia santificante, come vita soprannaturale dell'anima, non si poteva fare a meno di disfarsi della fede nei sacramenti come mezzi operanti della grazia. Così se ne dovevano andare la presenza reale e la transustanziazione, e l'Eucaristia doveva perdere del tutto il suo carattere sacrificale, per essere ancora conservata, caso mai, come un semplice memoriale dell'Ultima Cena, dove l'anima si sente mossa alla preghiera e messa in grado di entrare, in qualche modo, in comunione con Gesù Cristo. Ci furono anche degli altri motivi, meno rispettabili che non le esigenze della logica, che mossero i "riformatori" ad abolire la Messa, ma questi appartengono alla storia. Resta il fatto che la fede nella Messa divenne in massima parte la pietra di paragone dell'ortodossia cattolica e che nei secoli seguenti di controversia col protestantesimo essa ha messo alla prova tutta la capacità e buona volontà dei teologi che hanno il compito di difenderla. Era naturale che il Concilio di Trento prendesse questo problema nella più attenta e minuta considerazione, richiamando su di esso l'attenzione della più brillante assemblea che il mondo abbia mai visto, perchè ogni punto ne fosse discusso con la più grande completezza e precisione possibile. I decreti e le definizioni che vennero a conchiudere le deliberazioni del Concilio, non solo costituiscono la regola della fede dei cattolici in questa materia, ma rappresentano anche la base ed il punto di partenza della speculazione teologica che seguirà. Essi sono molto densi e costituiscono il punto di confronto di tutte le teorie che umanamente si possono escogitare.

Quanto ho scritto finora credo che sia sufficiente a farti capire che tutte le tue obiezioni dimostrano la mancanza di fede nel mistero eucaristico, ossia nel mistero della fede, per antonomasia, il più cospicuo e importante della Chiesa di Cristo.

Non cattolico. Io rimango fermo nelle mie idee, le quali, peraltro, si rinsaldano, quando penso che la Chiesa, in appoggio alla sua dottrina nella S. Messa, in numerose pubblicazioni, debitamente autorizzate con imprimatur, cita una infinità di miracoli, nei quali la credulità popolare trova il suo nutrimento spirituale.

Cattolico. Il motivo di credere non consiste nel fatto che le verità rivelate appaiano come vere e intellegibili alla luce della nostra ragione naturale. Noi crediamo "per l'autorità di Dio stesso che le rivela, il quale non può ne ingannarsi né ingannare". "Nondimeno, perchè l'ossequio della nostra fede fosse conforme alla ragione, Dio ha voluto che agli interiori aiuti dello Spirito Santo si accompagnassero anche prove esteriori della sua Rivelazione" (Conc. Vat. I, Denz.- Schonm, 3009).

Così i miracoli di Cristo e dei santi (importante leggere Mc 16,20 e Eb 2,4), le profezie, la diffusione e la santità della Chiesa, la sua fecondità e la sua stabilità "sono segni certissimi della divina Rivelazione, adatti ad ogni intelligenza", sono "motivi di credibilità” i quali mostrano che l'assenso della fede non è “affatto un cieco moto dello spirito" (Conc. Vat. I, Denz. - Schonm, 3008-3010). E poichè molti miracoli eucaristici sono accertati e provati scientificamente, ti dirò che "anche se la fede è sopra la ragione, non vi potrà mai essere vera divergenza tra fede e ragione; poichè lo stesso Dio che rivela i misteri e comunica la fede, ha anche deposto nello spirito umano il lume della ragione, Egli non potrebbe negare se stesso, né il vero contraddire il vero" (Conc. Vat. I, Deriz.-Sconm, 3017). "Perciò la ricerca metodica di ogni disciplina, se procede in maniera veramente scientifica e secondo le norme morali, non sarà mai in reale contrasto con la fede, perchè le realtà profane e le realtà della fede hanno origine dal medesimo Dio. Anzi, chi si sforza con umiltà e perseveranza di scandagliare i segreti della realtà, anche senza che egli se ne avveda, viene come condotto dalla mano di Dio, il quale, mantenendo in esistenza tutte le cose, fa che siano quelle che sono" (Conc. Vat. II, Gaudium et Spes, 36,2, vedi Cat. della Chiesa Cattolica, pp. 54-55).

A prescindere dalle considerazioni suddette, si può affermare, sempre rimanendo nell'ambito della fede autentica, che i miracoli sono tra le prove più significative della verità. Gesù stesso vi ha largamente ricorso continuamente. Ho sottomano il Vangelo di Giovanni e mi limito soltanto ad esso- "... Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è in me compie le sue opere. Credetemi: Io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro credetelo per le opere stesse. In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perchè io vado al Padre. Qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perchè il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò" (Gv 14,10-14).

Non è un portento tutta la vita di Cristo? E la Vergine-Madre? E tutti i santi?

Può ridicolizzare sui miracoli, e specie su certi miracoli, soltanto chi dice di credere, ma poi effettivamente non crede neppure a Cristo. Perchè chi crede in Cristo, crederà fermamente anche al suo prolungamento, che è la Chiesa da Lui fondata (“Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi" Gv 20,21) e crederà anche ai suoi legittimi rappresentanti, ai quali ha assicurato “Chi ascolta voi ascolta me..." (Lc 10, 16; vedi anche Mt 28,18-20).

Io, per grazia esclusiva dell'Altissimo, nonostante tutta la mia miseria e indegnità, a 37 anni circa (ero prigioniero di guerra nel Kenia alle dipendenze degli inglesi), dopo lunghi e profondi ragionamenti, sotto l'azione dello Spirito Santo e non senza Suoi segni particolari e certi, sono giunto alla Verità, ma ho sempre detto e continuo a dire sinceramente che io sono un credente non un credulone. Quante volte, nel mio ministero sacerdotale, sono costretto a far buon viso a certi racconti di alcune persone che credono tante cose... che dall'Alto verrebbero loro comunicato ... Spesso, notandomi scettico ai loro racconti, spariscono dalla circolazione  ... e mi lasciano in pace  ....

 

Non cattolico. E proprio questo che io voglio dire quando parlo della credulità popolare.

 

Cattolico. Ho ben capito quello che vuoi dire. Capisco pure che questi casi possono darsi, ma è strano che queste osservazioni le faccia un non cattolico, il quale, generalmente, se non sempre, ascolta tutto ciò che a lui viene detto dal gruppo a cui appartiene dove, anzichè studiare veramente la S. Scrittura, si studiano, quasi esclusivamente, tutte le dottrine che vengono presentate dalle varie tendenze protestantiche, partendo dal libero arbitrio e dall'esame personale, che è,  poi, quello del gruppo.

Tu hai detto pure che le numerose pubblicazioni sono debitamente fornite di imprimatur. Non mi fermo a dirti per filo e per segno cosa vuol dire la parola imprimatur. Generalmente tutti i cattolici sanno cosa è l'imprimatur, e lo sai anche tu. L'imprimatur dell'autorità ecclesiastica dà al cattolico la serenità e la sicurezza che quel che legge è garantito dall'autorità competente. Noi cattolici ringraziamo Dio di queste disposizioni perchè sappiamo che Gesù ha lasciato una Chiesa unica, con un'autorità Somma (Romano Pontefice), e quella dei Vescovi uniti a lui.

Non cattolico. Tu hai parlato anche di scienza e fede. Cosa c'entra la scienza con questi cosiddetti miracoli?

 

Cattolico. C'entra molto, perchè la Chiesa di Gesù, essendo la "custode del deposito della fede" (cf 1 Tm 6,20-21) ha delle gravi responsabilità di fronte al mondo intero, e poichè essa non è credulona, vuole accertarsi dei fatti naturali e soprannaturali non solo con la forza della fede, ma vuole che il fatto straordinario - quando è possibile - sia accertato anche scientificamente.

Spesso da questi accertamenti scientifici, i prodigi hanno acquistano maggiore prestigio e hanno convinto molti increduli.

Io consiglio gli scettici a recarsi sul posto per constatare che quanto dice la fede è perentoriamente confermato dalla scienza. Qui potrei segnalare molti fatti in cui la scienza ha rafforzato enormemente la fede. Mi limito a pochi, invitando i lettori a far ricerche più accurate per conoscere integralmente i fatti.

 

“Narrate tra i popoli la gloria del Signore; a tutte le nazioni dite i suoi prodigi; grande è il Signore e degno di ogni lode" (Sal 95,3-4).

 

So che molte religioni (cristiane e non), possono parlare, e con verità, di fatti straordinari, e di persone così rette e buone da potersi - in qualche modo - paragonare ai nostri santi.

Il miracolo nella Chiesa Cattolica - e solo nella Chiesa Cattolica - molto spesso assume l'aspetto del "Dito di Dio” che ci indica la Verità. Anzi, molti miracoli avvengono proprio a prova della Verità.

A questo punto posso dirti con fraterno affetto, ma con assoluta certezza ed anche con molta umiltà, che non tutti sono bene informati. Leggi e studia senza pregiudizi, e troverai prove schiaccianti dei grandi e soprannaturali fatti avvenuti, e che continuamente avvengono nella Chiesa Cattolica. Su questo argomento si possono trovare e scrivere molti volumi.

Pensa che a Lourdes su circa 40 grandi miracoli che in media si verificano ogni   anno, la Chiesa ne approva soltanto uno o due; e questo solo perchè non tutti i medici, scienziati, atei e scettici che li constatano sono d'accordo sulla loro straordinarietà o su qualche altra presumibile ragione che possa essere oggetto di contestazione.

A dimostrarti il rigore che usa l'autorità ecclesiastica nel giudizio dei miracoli, valga questo esempio.

 

“Il cardinale Lambertini (che fu poi Papa col nome di Benedetto XIV, 1740-1758) ricevette un giorno la visita di un protestante studioso e dotto. Dovendo egli assentarsi per un'udienza grave, disse al protestante di aspettarlo, e intanto gli presentò l’incarto dei miracoli proposti per la canonizzazione di San Francesco Regis. Tornato il cardinale, il protestante, che aveva letto ed esaminato per più di un'ora, gli restituì l'incartamento dichiarando: “E' davvero un santo; se tutti i miracoli della Chiesa fossero provati come questi, neppure, noi avremmo difficoltà ad ammetterli!”. E il cardinale rispose: “Noi siamo più rigorosi ancora, perchè non abbiamo ammesso nessuno di questi miracoli, non ritenendoli sufficientemente provati: e Francesco Regis, se non opera altri miracoli più dimostrabili, non sarà canonizzato...”. Pensate lo stupore del protestante!" (Dauberton, “Vita di San Francesco Regis").

 

Forse è proprio in base a questi fenomeni che un gruppo di teologi luterani si è cosi espresso in quello che è chiamato il "Manifèsto di Dresda"', pubblicato qualche anno fa nella Germania Orientale.

"Noi non possiamo passare davanti a questi fatti senza fermarci per un serio esame. Questo atteggiamento comporterebbe una grave responsabilità. Un cristiano evangelico non ha il diritto di ignorare queste realtà per partito preso, ossia per la sola ragione che essi si presentano nella Chiesa Cattolica. Questi fatti debbono piuttosto indurci a riportare la Madre di Dio nella Chiesa Evangelica....

Tutti questi fatti (il documento si riferisce non solo ai miracoli, ma anche alle apparizioni della Vergine a Lourdes e a Fatima) sono una prova irrefutabile dei ruolo decisivo che Maria è chiamata a svolgere oggi, per la nostra salvezza" (Da “Il Sacro Monte di Varallo”, n. 1, Anno 58° Feb. 1982).

 

Quel gruppo di Luterani sa che:

 

a) a Lourdes arrivano ogni anno oltre quattro milioni di pellegrini, tra cui oltre 60.000 ammalati;

b) tra i miracolati molti, per vane ragioni, non si presentano neppure all'Ufficio di Constatazioni Mediche;

c) tra quelli che si presentano all'Ufficio Medico, soltanto uno su quattro viene preso in considerazione;

d) l'esame dei fatti ritenuti straordinari spesso dura per anni;

e) i medici sono di tutte le estrazioni e tutti (credenti, miscredenti, atei...) sono ammessi a dare il proprio giudizio;

f) c'è una Presidenza ed una équipe di circa 1.800 medici;

g) dall'istituzione di tale Ufficio ai giorni nostri, i casi di guarigioni "certe, definitive, inspiegabili" raggiungono, la cifra di 5.000; 

h) l'autorità ecclesiastica, molto più rigorosa dei medici, ha dichiarato finora "miracolose” soltanto 64 guarigioni;

i) la funzione fondamentale di Maria (come ha scritto Giannino Piana "è quella di umanizzare il Cristianesimo. Creatura come noi, Ella ha vissuto in pienezza l'esperienza umana, nella semplicità e nel nascondimento" (dalla "Domenica", Ed. Paoline, III Dom. di Pasqua).

Inoltre, per chi senza pregiudizi e animato da buona volontà volesse accertare e approfondire la Verità, affidata da Gesù alla "Sua Chiesa” e che Dio dimostra al mondo per mezzo della religione rivelata, è ancora disponibile la possibilità di constatare centinaia di casi permanenti esistenti nella nostra Chiesa. Ne cito solo alcuni accennandoli appena e rimandando il lettore di buona volontà alle fonti.

 

1. Il più grande miracolo eucaristico della storia.

 

Permane evidente e incontestabile da 12 secoli in Lanciano (Chieti - Italia). Il 4 marzo 1971 i due scienziati, Proff. Lindi e Bertelli, dopo rigorose ricerche fatte in laboratorio, hanno così concluso:

a) La carne è veramente carne; il sangue è veramente sangue.

b) L’una e l'altro sono carne e sangue umani.

c) La carne e il sangue hanno, lo stesso gruppo sanguigno (AB = degli uomini del Medio Oriente).

d) La carne e il sangue sono di persona vivente.

e) Il diagramma di questo sangue corrisponde a quello di sangue umano prelevato su un corpo umano nel giorno stesso.

f) La carne è costituita dal tessuto muscolo del cuore (miocardio).

g) La conservazione di queste reliquie lasciate allo stato naturale per lunghi secoli, esposte all'azione di agenti fisici, atmosferici, ecc., rimane un fatto straordinario.

La conclusione dei due professori fu comunicata ai francescani, che conservano la reliquia, con questo telegramma: Et Verbum caro factum est (E il Verbo si è fatto Carne).

 

 

2. Il Corporale di Bolsena religiosamente custodito nel Duomo di Orvieto.

 

Il fatto miracoloso avvenne nel 1263. Ancora oggi sono visibili i segni di 83 gocce di

sangue, in 12 delle quali, più dense e meglio conservate, si vede l'immagine di Cristo in forma di "Ecce Homo" (Enc. Catt. T. II Colonna 1819, Roma 1949)

 

 

3. Sprizza sangue da un'ostia serrata in breviario.

Il prodigio avvenne a Siena nel 1330. La reliquia è conservata a Cascia. In essa appare chiara e distinta la figura del volto di Cristo con i capelli un poco arruffati e con la barba (Adolfo Morini, La reliquia dei corpo di Cristo di Cascia, pp. 1-3; 53-54, Firenze 1930).

 

4. Il miracolo eucaristico di Siena.

 

In una delle cappelle della Chiesa di S. Francesco in Siena, in un ostensorio gotico, sono racchiuse 223 Particole consacrate nella lontanissima estate dell'anno 1730. La fama e la devozione si accrebbero per un nuovo prodigio che gli anni aggiunsero alla singolarità del rapimento e ritrovamento: capovolgendo tutte le leggi fisiche e chimiche, che decretano l'inevitabile corruzione della materia, le Sacre Particole si mantengono bianche, incorrotte e freschissime. Anche qui, come in tutti gli altri casi, i fatti sono scientificamente accertati. (Dagli Annali della Chiesa di S. Francesco in Siena e dagli Archivi della Curia).

I miracoli eucaristici sono innumerevoli, data l'importanza dell'istituzione fatta da Gesù nell'Ultima Cena. Egli che era Dio, Bontà e Onnipotenza infinita, potè realizzare in maniera molto semplice quanto era desiderio del suo Cuore divino: rimanere sempre in mezzo a noi per non lasciarci orfani (cfr Gv 14,18). Superando tutte le umane aspettative, Gesù poteva darci la più bella e strabiliante realizzazione della legge dell'alimentazione. Sappiamo, infatti, che ogni vita si mantiene, si ripara, si sviluppa, con un alimento proporzionato alla vita che deve sostenere.

Cosi la pianta affonda le sue radici nel suolo e ne trae alimento per la crescita; l'essere animato, (bestia o uomo che sia) per poter crescere deve fare, mi si consenta il termine, la "comunione" con un cibo adatto alla sua natura. Anche la vita affettiva ed intellettiva vengono alimentate da un cibo proporzionato: il cuore dall'affetto (comunione d'affetti), l'intelligenza dal pensiero (comunione della parola scritta, pensata, parlata).

Era logico, quindi, che Gesù, avendoci elevati con l'innesto in Lui, alla vita soprannaturale (cfr 2 Pt 1,4), ci mettesse nella possibilità di alimentarla, ripararla, sostenerla, con un cibo proporzionato alla vita divina. Ed ecco l'Eucaristia!

Diceva Lutero: “Io vorrei trovare un uomo abbastanza desto da persuadermi che nell'Eucaristia c'è solo pane e vino; egli mi renderebbe un grande servizio. Ho sudato studiando questa materia, ma mi sento incatenato: il testo del Vangelo è troppo chiaro".

 

5. Il miracolo del sangue di S. Gennaro.

 

Due volte all'anno, e per otto giorni di seguito, nel Duomo di Napoli, si può constatare il miracolo del sangue (si ravviva e si liquefa) del vescovo e martire San Gennaro. Scienziati di tutte le estrazioni hanno scritto molto tentando di demolire l'evidenza dei fatti. Tutte le obiezioni sono state ritenute puerili, infondate, ascientifiche dagli scienziati seri.

 

 

6. Cieca che vede.

 

A Ribera (AG), in via Fratelli Cervi n. 5, abita la signorina Gemma Di Giorgi, (da me personalmente conosciuta), infermiera all'ospedale di Ribera, la quale, per la scienza e per i medici, è clinicamente cieca. Ella però, nata cieca, dopo diverse volte che la nonna, con fiduciosa insistenza, l'aveva portata a S. Giovanni Rotondo (FG) da Padre Pio da Pietrelcina, si sentì dire: “Vattene e non venire più perchè la bambina presto vedrà". E così fu! Questo miracolo è unico al mondo. Mi è stato detto che ce n'è un altro simile di una persona che, cieca, a Lourdes, ha ottenuto la grazia di vedere, pur rimanendo clinicamente cieca. Di questo secondo fatto non so dare particolari perchè non lo conosco personalmente.

 

N.B. Tra i miracoli che ho chiamati "permanenti" se ne potrebbero citare ancora tanti altri come quello della lingua di S. Antonio che si conserva incorrotta a Padova nella Basilica dedicata al Santo; quello del corpo incorrotto di S. Chiara ad Assisi, ecc. Ai mira- coli ricordati voglio aggiungere due di mia conoscenza (verificabili da chiunque) dei quali, però, non esistono documenti strettamente storici.

 

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