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IL PAPATO - 2 -

Ultimo Aggiornamento: 01/09/2009 08:34
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01/09/2009 08:27

Non cattolico. Hai detto tutto su Benedetto IX?

 

Cattolico. Ti ho sunteggiato le notizie che ho trovato nell'Enc. Catt. Ma ti do qualche altra notizia presa da altre fonti per chiarire qualche cosa. Nell'Enc. del Papato, 1° Vol., a pag, 479, leggo: A dispetto delle anormali circostanze della sua nomina, Benedetto IX è ritenuto tra i papi legittimi, perché la sua autorità è stata implicitamente ratificata dal fatto che il clero e il popolo di Roma per dodici anni hanno accettato di essergli sottomessi. Salito al trono pontificio, Benedetto IX non migliora la sua vita. Continua a cercar piaceri e ricchezze e si presta docilmente a tutte le ambizioni della sua famiglia e ai piani dell'imperatore.

 

Non cattolico. Bravo! T'ammiro per la tua sincerità.

 

Cattolico. Tieni presente che finora mi sono sforzato di essere sempre sincero e, con l'aiuto di Dio, credo di esserci sufficientemente riuscito. A completamento di questa mia sincerità, ti riferisco ancora che "l'insegnamento ufficiale del papa Benedetto IX è la condanna della sua vita. Dio, che per far toccare col dito le funeste conseguenze dell'intromissione dei potere civile nella scelta dei suoi vicari, lascia che la corruzione salga fino al trono di Pietro nella persona di un papa indegno, non permette però che la Chiesa abbia ad arrossire d'un sol rigo del suo bollario". (ivi pag. 480).  -

 

Non cattolico. Ti ringrazio delle notizie datemi. Soltanto bisognerebbe meglio accertare se Benedetto IX è stato veramente nominato papa a dodici anni.

 

Cattolico. Le notizie fornite mi sembrano il risultato di una critica assennata e abbastanza rigorosa. Si potrebbe anche pensare che egli fosse stato proposto dal padre Alberico a quell'età, ma che poi la nomina sia avvenuta a età più matura. Vorrei dirti ancora che leggendo il 2° Vol. dell'Enc. del. Papato, abbiamo qualche altra precisazione a p. 1379. Benedetto IX, 1032-1044, per la prima volta; 10 apr. 1045 - 1 mag.1045, per la seconda volta; 8 nov. 1047 - 17 lugl. 1048 per la terza volta. L'Annuario Pontificio 1961 (p. 15) scrisse: "Se la triplice rimozione di Benedetto IX (1044, 1046, quando cedette a Gregorio VI e poi nel Sinodo del dicembre) non fu legittima - e questo dovrebbe considerarsi sicuro per Silvestro III - quest'ultimo, Gregorio VI e Clemente  II furono antipapi".

 

Non cattolico. Gregorio VI (1045) sborsò una buona somma al papa Benedetto IX perché gli vendesse il papato. Fu costretto ad abdicare sotto l'accusa di simonia. (Saba, I, p. 518).

 

Cattolico. Ho consultato diversi punti della Enciclopedia del Papato, ed ho anche letto quanto l'Enciclopedia Cattolica dice in merito a questo papa. Le notizie che mi sembrano le più chiare, precise e riassuntive sono quelle dell'Enc. Catt. che qui appresso riferisco.

Gregorio VI, papa, -. Giovanni Graziano. Pontificò dal 5 mag. 1045 al 20 dic. 1046. Arciprete di S. Giovanni ante Portam Latinam, uno dei precettori di Ildebrando-Gregorio (vedi Gregorio VII); acquistò con una certa somma da papa Benedetto IX la tiara, per liberare la Chiesa da quel Papa.

Uomo degno, fu eletto unanimemente dal clero e dal popolo romano, salutato con entusiasmo da S. Pier Damiani e riconosciuto dal re di Francia e da principio anche da Enrico III re di Germania.

Quest'ultimo però, inteso sinceramente alla riforma della Chiesa e totalmente contrario alla simonia, nel Sinodo (dic. 1046), oltre a Benedetto IX e Silvestro III, che già aveva deposti, depose anche Gregorio VI, quantunque personalmente degno, a causa dell'atto simoniaco nell'acquisto del sommo pontificato e lo mandò in esilio. Lo seguì, come suo cappellano, Ildebrando, fino a Colonia, dove Gregorio VI morì ben presto.

 

Non cattolico. Praticamente tu lo scusi e lo apprezzi.

 

Cattolico. Quello che non apprezzo dei fratelli non cattolici è questo vezzo abituale di riferire solo la parte negativa. Per cui: è vero che Gregorio VI acquistò il papato con denaro e che per questa ragione fu deposto, ma è anche vero che lo scopo fu solamente quello di voler liberare la Chiesa dalle mani dell'indegno Benedetto IX. Inoltre bisognerebbe anche dire, per essere precisi e veritieri, che la sua elezione fu accolta da tutti entusiasticamente perché era un uomo degno e virtuoso.

 

Non cattolico. Adesso, giustificami, se puoi, la condotta del papa Gregorio VIII (1187), il quale, passando per Lucca, fece aprire la tomba dell'antipapa Ottaviano, e gettar via le ossa fuori dalla Chiesa (Saba, 1, p. 518).

Cattolico. Per accertarmi della vita di questo papa, ho dovuto perdere molto tempo e, finalmente, mi pare,di aver capito che molto probabilmente quello da te citato deve essere l'antipapa Gregorio VIII, la cui elezione fu dovuta all'arbitrio dell'imperatore tedesco Enrico V. Questo antipapa si chiamava Maurizio Burdino (o asino), ed era di origine francese, mentre il vero papa Gregorio VIII si chiamava Alberto de Morra, nato a Benevento e morto a Pisa il 17 dic. 1181. Egli fu canonico regolare di S. Agostino, del quale istituto fondò pure una Congregazione a Benevento con rigidi statuti. Nel 1155-56 era cardinale diacono, nel 1158 cardinale prete, e dal 1178, cancelliere di Santa Romana Chiesa. Eletto papa a Ferrara il 21 ott. 1187, veniva consacrato a Pisa il 25 dello stesso anno. Dopo soli 57 giorni la morte troncava un pontificato che si presentava promettente per i disegni che Gregorio aveva concepiti, specialmente per una nuova crociata, la riforma della Chiesa e la pacificazione con l'Impero. (Per il papa Gregorio VIII vedi Enc. Catt., Vol. VII, p. 12; mentre per l'antipapa vedi Enc. del Papato, Vol. II, p. 144).

 

Non cattolico. Cercherò di fare migliori ricerche e, se ho fatto la confusione che mi addebiti, ti chiederò scusa. Però adesso ti chiedo di darmi notizie del papa Innocenzo IV (1243), il quale, oltre ad aver autorizzato l'uso generale della tortura contro gli eretici, approvò, nel 1246, un piano ingegnoso per l'uccisione dell'imperatore Federico II (H. Kuhner, I tabù nella storia della Chiesa, Torino, Gribaudi, 1967. p. 46).

 

Cattolico. Per il papa Innocenzo IV ho consultato tre Enciclopedie: la Cattolica, quella del Papato e la UTET.

Incominciando da quest'ultima, nel vol. VIII a pag. 198-99, troviamo le seguenti notizie da me riassunte e che racconto molto brevemente.

Innocenzo IV fu papa dal 25.7.1243 al 7.12.1254. Fu eletto pontefice mentre intorno ad Anagni e a Roma premeva con le sue armi e i suoi maneggi Federico II. Ci furono tentativi di riconciliazione tra il papa e l'imperatore, ma non si approdò a nulla perché le pretese dell'uno e dell'altro erano poco conciliabili. Innocenzo, imbarcatosi a Civitavecchia, approdò a Genova accoltovi trionfalmente dal popolo... Poi andò a Lione dove, nel giugno 1245, convocò il XIII Concilio ecumenico al quale intervennero 140 prelati, l'Imperatore d'Oriente, Baldovino II, gli ambasciatori dei sovrani... Federico, adirato, trovandosi a Torino, non volle comparire dinanzi al papa e mandò in sua vece Taddeo di Suessa con l'incarico di avvalersi di tutta la sua eloquenza e dottrina giuridica per scagionare l'imperatore e dimostrare che quel Concilio non era ecumenico. Ma Innocenzo, avendo risposto che mancavano al Concilio solo i prelati impediti da Federico, in una atmosfera di sbigottimento e con solennità dichiarò scomunicato e deposto l'imperatore, sciogliendo i suoi sudditi in perpetuo dai vincoli di fedeltà. Federico allora pubblicò da Torino il famoso manifesto, indirizzato ai principi cristiani, nel quale, sulla base di concetti audaci e rivoluzionari per il suo tempo, denunciava, con evidenti scopi politici, i reali vizi, le smoderate ricchezze e la corruzione dei prelati. Il papa rispose con l'enciclica Aeger cui levia, contenente la formula perentoria e assoluta della teocrazia papale del Medioevo, affermando essere il Primato pontificio immediata istituzione del Figlio di Dio per cui nessuno può sottrarsi alla giurisdizione del Vicario di Cristo. La condanna di Lione coincise con il precipitare delle sorti di Federico che moriva poco dopo (1250).

Innocenzo si rallegrò alla sua morte per le sorti dei Guelfi in Italia, ma, dopo essere trionfalmente rientrato in Roma, a sua volta moriva a Napoli (1254), dove si era recato con un forte esercito a prendere possesso del reame di Federico per consegnarlo agli Inglesi.

 

Dalla Enciclopedia del Papato abbiamo:

 

a) L'elezione di Innocenzo IV subì un grande ritardo per l'opposizione di Federico II ed avvenne ad Anagni il 25.6.1243. Il papa morì il 7 dic. 1254 a Napoli, dove si trovava da alcune settimane, cacciato da Roma dall'insubordinazione della borghesia romana. E podestà di Napoli, per costringere i cardinali a eleggere senza indugio un nuovo papa, fece chiudere le porte della città. L'elezione avvenne infatti il 12 dic. (ivi vol. I, p. 255).

 

b) A nostro giudizio Innocenzo IV ha dato la formula più assoluta della potenza papale, nel medioevo, nella sua enciclica Aeger cui levia, nella quale stigmatizza il comportamento di Federico II, scomunicato e deposto nel Concilio di Lione (1245) e riporta la questione al suo punto focale ricordando l'istituzione immediata del primato da parte del Figlio di Dio stesso. Sottrarsi alla giurisdizione del suo Vicario significa non tener conto dell'autorità divina e misconoscere l'eredità di Cristo.. I successori di Metro sono stati investiti della pienezza del potere non solo per legare e sciogliere qualunque uomo ma qualsiasi cosa... Questa è l'altezza prodigiosa a cui il papato è arrivato attraverso numerose lotte, sostenuto dalle idee del tempo, ma senza deviare dal suo principio tradizionale.

Essa rispondeva allora all'aspirazione dei popoli, salvaguardando la giustizia e creando il diritto in quella specie di società delle nazioni che era la cristianità medioevale.

Col tempo si è sempre meglio capito che bisogna "... dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio" (cf Mt 22,17-21; ivi p. 496-97).

 

c) Innocenzo IV... energico ed abile ... conclude nel marzo 1244 la pace con Federico II, poi, vedendo che l'imperatore si rifiutava di rilasciare i vescovi fatti prigionieri nel 1241, fuggì a Lione, vi riunì il XIII Concilio ecumenico (Lione 1, 1245), scomunicò Federico, lo depose e indisse una crociata contro di lui.

L'accanimento della lotta cominciò a causare una deviazione di politica finanziaria della S. Sede, per cui si può, datare da questo grande pontificato l'inizio della decadenza del papato medioevale. Dopo la morte di Federico II (1250), il papa ebbe il torto di perseguitare i suoi discendenti (Corrado e Manfredi) e di mirare alla sovranità in Sicilia. Rientrò in Roma nel 1253.

 

Dalla Enciclopedía Cattolica ricaviamo che Innocenzo IV studiò sotto la guida di uno zio paterno, che era Vescovo di Parma. Frequentò a Bologna le celebri scuole di diritto canonico e romano ascoltando maestri illustri, come Azone e Accursio, e divenne egli stesso uno dei più rinomati canonisti dei suo tempo; nel 1226 si trasferì a Roma ove ebbe incarichi in Curia e compì legazioni; il 23 set. 1227 Gregorio IX, che lo conosceva da tempo, lo elevò al cardinalato, mentre la Chiesa era in condizioni gravissime per l'ostilità di Federico II. Finalmente i pochi cardinali superstiti elessero all'unanimità Sinibaldo Fieschi che assume il nome di Innocenzo IV (24 giugno 1243).

Il nuovo papa mostrò dapprima l'intenzione di svolgere trattative con il Sovrano, ma ben presto ogni intesa divenne impossibile perché entrambe le parti avevano troppe pretese. Innocenzo si sentì poco sicuro in Roma e si portò a Genova e di qui a Lione, dove convoca un Concilio generale e Federico II venne solennemente scomunicato, per la seconda volta e deposto dal trono; seguì un periodo di lotte con alterna fortuna, chiuso con la morte dell'imperatore (17.12.1250).

Allora Innocenzo prese la via del ritorno, ma soltanto il 6 ott. 1253 entrò in Roma, quando erano già scoppiati i nuovi dissidi con gli eredi di Federico, Corrado e Manfredi; un anno dopo Innocenzo, da tempo ammalato, morì a Napoli il 7 dicembre.

 

Non cattolico. Dunque, dobbiamo ammirare anche Innocenzo IV?

 

Cattolico. Non dico di doverlo ammirare, ma mi sembra che le notizie che dai di lui sono quelle esagerate o, forse, inventate dalla parte avversa. E' chiaro che tra il papa e Federico II vi è stata una grande avversione, ma "il piano ingegnoso per l'uccisione dell'imperatore" può essere una forzatura degli avversari. Lo stesso si può dire anche per l'uso generale della tortura contro gli eretici. Qui sarà bene ricordare che la situazione:del medioevo era ben diversa da quella odierna. E la Chiesa permise inquisizioni, torture, rogo, contro il suo tradizionale orientamento e la sua tradizionale prassi di clemenza e di perdono, sospinta dalla pressione dei poteri civili, dall'opinione pubblica e dalla gravità dei pericolo, un pò come si fa in guerra quando legittimamente si istituiscono i tribunali di eccezione.

Il rogo contro gli eretici, per esempio, fu istituito proprio dall'imperatore Federico II nel 1231, e in Inghilterra dal Parlamento che lo decretava contro i Lollardi (1401).

Tutto era più duro allora. La procedura inquisitoriale e la penalità era tutta regolata con la severa unità di misura, consona alla giurisprudenza e allo stato dei tempi. L'opinione pubblica spesso rimproverava, alla Chiesa troppa clemenza e misericordia verso gli eretici divenuti un pericolo pubblico da cui il potere civile cercò di difendersi adeguatamente.

 

Non cattolico. Tra i papi che vissero "con infamia e, senza lode" troviamo anche Niccolò III (1277), il quale arricchì i suoi parenti con i beni della Chiesa (A. Duchesne, II, p. 1357).

 

Cattolico. Anche per questo papa ho fatto ricerche varie.

 

a) Dall'enciclopedia del Papato (Vol. II, p. 1324) si apprende che egli pontificò dal 25 nov 1277 al 22 ago 1280. Si chiamava Giovanni Gaetano Orsini. Nella controversia tra i vari rami francescani, si pronunziò per la stretta osservanza (Bolla Exiit). Inviò ambasciatori in Mongolia. Cercò di stabilire la pace tra Carlo d'Angiò e Rodolfo d' Asburgo. Obbligò i Greci ad introdurre il Filioque nel Credo. Fu nepotista.

 

b) Dall' Enciclopedia UTET (vol. IX, p. 147), sappiamo che venne eletto il 25 nov. del 1277, dopo sei mesi di vacanza, succedendo dopo tre brevissimi pontificati a Gregorio X, di cui  ripigliò la politica ostile a Carlo d'Angiò. Una costituzione papale del 18 luglio 1278 stabili che nessun imperatore, re o principe potesse rivestire la carica di senatore di Roma, che re Carlo fu costretto ad abbandonare, come quella di vicario di Toscana. Fece attribuire a sé l'ufficio di senatore di Roma e lo delegò a suo nipote prima, poi a un Colonna e ad un Savelli. Continuò pure, come Gregorio X, nella politica di pacificazione tra Guelfi e Ghibellini nelle città italiane; in particolare fece concludere a Firenze la Pace che fu detta del Cardinal Latino (1280). Ottenne da Rodolfo d'Asburgo la cessione definitiva dei diritti imperiali sulla Romagna e sulle Marche in cambio dell'offerta della corona imperiale, che però Rodolfo non poté venire a prendere. I signori di Romagna furono costretti a giurare fede al pontefice. Patrocinò la pace tra Rodolfo e Carlo, in cui questi riconobbe di tenere la Provenza come feudo dell'impero (1280). Pare che Niccolò pensasse di costituire in Toscana e in Lombardia due monarchie per i suoi nipoti; in generale rimase famoso il suo nepotismo, flagellato da Dante (Inf. e. XIX). Ma si deve riconoscere che fu più geloso della grandezza della Santa Sede che della propria casa. Favorì la regolare osservanza dei Francescani con la Bolla Exiit qui seminat (1279).

 

c) L'Enciclopedia Cattolica (Vol. VIII, p. 824-26) ci dice che Niccolò III propose di tenere alta l'autorità della Chiesa romana, tenendola al di sopra delle opposte fazioni che straziavano le città italiane e mirò a concludere una politica nazionale per dare ordine e pace a tutta la penisola...

Favorì il matrimonio fra Carlo Martello, nipote di Carlo d'Angiò con Clemenza, figlia di Rodoldo d'Asburgo, allo scopo di eliminare ogni ragione di gelosia fra i due sovrani. Per mettere ordine nelle contrastanti tendenze delle famiglie e del popolo romano, non volle che al termine del decennio fosse rinnovato al re Carlo l'ufficio di senatore, ma volle che fosse conferito a lui stesso, e stabilì che in avvenire fosse esercitato da uno o da lui stesso e stabilì che in avvenire fosse esercitato da uno o da due senatori ogni anno (16 settembre 1278). Fece importanti restauri nella Basilica Vaticana e nel Laterano. Distribuì ai suoi uffici ecclesiastici e civili, ciò che gli procurò l'accusa di nepotismo e di simonia (vedi Dante Inf. XIX). Morì di apoplessia a Soriano il 22 agosto 1280.

Non cattolico. Dunque, anche questo è un santo papa.

Cattolico. Certamente no, ma ha fatto anche tante cose buone, pur essendo chiaro che ha peccato di nepotismo. Per la Chiesa di Cristo è assolutamente importante che il Papa non commetta errori in materia di fede e di morale. Si sa bene da tutti che l'infallibilità pontificia non esime nessun papa dalla sua natura umana, la quale è per se stessa fallibile. Chi confonde la infallibilità pontificia con la impeccabilità personale non ha capito bene la forza e la prerogativa dell'infallibilità così come ce la indicano le parole e le frasi evangeliche di Nostro Signore Gesù Cristo.

 

Non cattolico. Sono desideroso di sentire la tua risposta sul papa Bonifacio VIII (1294) [che secondo il regnante pontefice "ha esercitato il suo mandato apostolico secondo delle forme rivestite da autentica luce" ] (Paolo VI, Discorso: ad Anagni. Vedi: "Docum. Cathl". del 18 settembre 1966), il quale desiderò talmente il pontificato, da non lasciare nessun inganno per conseguire il suo fine. Avido di denaro, cercava di procurarselo con ogni mezzo (Platina, p. 347). Fece imprigionare il papa Celestino V in una cella così stretta e malsana che questi tosto morì (Baronio, p. 1295).

 

Cattolico. Carissimo fratello non cattolico, forse avresti fatto molto meglio ad accertarti, prima di esporre giudizi così negativi sul papa da te incriminato. Ti prego di lasciarmi dire tutto quello che devo fino all'ultimo. Come il solito, ho consultato tre Enciclopedie (quella del Papato, la Cattolica e la UTET), e poiché non ci sono sostanziali differenze, cercherò di raccogliere, molto brevemente in questa risposta, le principali chiarificazioni atte a scagionare Bonifacio VIII da tutte le accuse e le calunnie orchestrate contro di lui dai suoi avversari e che poi per secoli sono state ripetute da una storia poco illuminata e per niente preoccupata di mettere a fuoco la verità dei fatti.

 

Bonifacio VIII - Benedetto Caetani - Sommo Pontefice dal 1294 al 1303. Nato ad Anagni tra il 1220 ed il 1230, di nobili genitori.

Recatosi a Roma in giovane età, molto incline per le discipline giuridiche, si affermò presto presso le sfere curiali, grazie al vivo ingegno e ad instancabile attività, alla quale, fu chiamato dalla S. Sede, anche per la Sua diplomatica abilità.

Quando Celestino V (1294), desideroso dopo cinque soli mesi, di tornarsene alla sospirata vita eremitica, gli domandò consiglio circa la liceità e opportunità di una eventuale rinuncia, non esitò ad incoraggiarlo ed a confortarlo, senza però ricorrere a quelle astuzie di cui, poi, venne cosi ingiustamente accusato, ed alle quali così facilmente credette lo stesso Villani (storico dell'epoca, rappresentante presso la curia romana, appartenente al partito guelfo nero).

Avvenuta, pertanto, la famosa rinunzia il 13 dic. 1294 a Napoli, nel conclave ivi stesso adunato dopo dieci giorni a norma delle disposizioni gregoriane, da Celestino V ristabilite, pochi scrutini condussero alla proclamazione a pontefice, con grande, maggioranza di voti, del Card. Benedetto Caetani (24 dic.), che assunse il nome di Bonifacio VIII. Si tratta, dunque, di elezione assolutamente canonica e regolare, avvenuta senza gli intrighi simoniaci cui allude Dante Alighieri, anch'egli ingannato dai giudizi fatti propalare da interessati mestatori di parte avversa.

Gli scopi fondamentali del nuovo papa furono quelli di restaurare la completa libertà della Chiesa e di pacificare il popolo cristiano.

Per ottenere l'indipendenza del papato cercò di sottrarsi all'influenza degli Angioini col trasferirsi immediatamente a Roma... Rimase, tuttavia, fedele alle tradizionali relazioni di buona amicizia con gli Angiò, che non desistevano dal difendere gli interessi guelfi contro gli smodati entusiasmi imperiali dei ghibellini. In tal senso vanno veduti e giudicati molti momenti fra i più controversi della storia del pontificato di Bonifacio VIII e specialmente le vicende concernenti la difesa dea dinastia angioina nel Regno di Sicilia, la lotta contro i Colonnesi, il conflitto aspro e selvaggio di Filippo il Bello, IV re di Francia.

Gli stessi accesi contrasti tra Guelfi e Ghibellini che laceravano tanto fiorenti contrade e città di Italia, fecero ripetute volte naufragare gli sforzi di Bonifacio VIII pazientemente e generosamente compiuti per ottenere l'auspicata pacificazione.

Il pontificato di Bonifacio VIII ebbe tragiche vicende a causa della ribellione dei Colonnesi e della lotta con Filippo il Bello.

Per quanto riguarda la successione a Celestino V, si diffusero, e più di una volta, le voci calunniose sulla illegittimità di Bonifacio. La responsabilità diretta di aver suscitata, un'ondata calunniosa contro il Pontefice risale ai cardinali Colonnesi Giacomo e Pietro, i quali non si trattennero neanche di sfruttare in loro favore il caso pietoso della prigionia e morte del Papa rinunciatario.

Dopo un vano tentativo di fuga il vecchio Celestino fu preso e condotto in Anagni alla presenza del Papa che lo fece custodire nella non lontana rocca di Fumone, ove, in una povera cella, santamente spirava il 19 mag. 1296 di morte naturale e non violenta, come falsamente affermarono, tra gli altri, i Colonnesi.

I contrasti fra i Colonnesi e la sedo papale si inasprirono e furono scritti libelli contro il Papa controfirmati dallo stesso Jacopone da Todi e dagli Spirituali..

Ma il conflitto più fatale per il Papa fu quello condotto contro Filippo il Bello, le cui prepotenze ed abusi oltrepassarono tutte lo misure, ed egli, con gli inganni dei suoi adepti, riuscì a farsi credere e ad ottenere il favore della nobiltà e della borghesia... "per difendere la libertà della nazione"!...

Il Papa, in un Sinodo romano, assistito anche da prelati francesi, emanò una delle più famose Bolle della storia: la Unam Sanctam.

Nell'Enciclopedia dei Papato, Vol I, p. 500, leggiamo: Noi definiamo che la sottomissione di ogni creatura umana al Pontefice è assolutamente necessaria alla salvezza”. Questa conclusione, suscettibile di un accordo con le teorie più mitigate sul potere pontificio, come è stato notato dai teologi, è in stridente contrasto con le dottrine assolutiste esposte nelle premesse. Essa sola viene imposta alla fede.

E pensando alla personalità del suo autore, ci si può vedere una luminosa manifestazione dell'assistenza dello Spirito Santo.

 

Non cattolico. Quindi le mie "strettamente storiche" citazioni non sarebbero vere!…

 

Cattolico. Carissimo fratello, non possiamo dilungarci. Io già sapevo da molti anni di questa rivalutazione storica di Bonifacio VIII. Ma poiché tu e tutti i non cattolici non la vogliono ammettere, è chiaro che i loro riferimenti storici si rifaranno, chissà ancora per quanto tempo, sempre e solo ai "falsi storici".

         Mi dispiace, ma devo dirti che molti sono gli errori dei non cattolici perché nelle obiezioni che fanno alla Chiesa non si regolano secondo equità e giustizia, ma studiano la storia e la stessa sacra Scrittura soltanto in funzione anticattolica.

 

 Non cattolico. E adesso, caro fratello cattolico, cerca di trovare anche qualche giustificazione per Clemente VI (1342), il quale, per continuare le sue abitudini di vita splendida e spendereccia, aveva bisogno di nuove fonti di denaro, e seppe trovarne. Quando gli veniva fatto osservare che i suoi predecessori non si sarebbero permesse tali cose, rispondeva: "i miei predecessori non seppero essere papi" (L. Von Pastor, Storia dei papi, I, pp. 85-87).

 

Cattolico. Anche qui, come altrove, dobbiamo sempre dare uno sguardo al momento storico e ad altre circostanze che in certi periodi hanno potuto avere un forte influsso per la scelta del successore di Pietro: famiglie regnanti, la provenienza del soggetto, l'influsso di certe personalità da cui si sperava protezione o si temevano rappresaglie, ecc.

Queste ragioni non sono ipotetiche; spesso rispondono a sconcertante realtà.

Per Clemente VI, troviamo che gli stessi genitori, per ambizione, lo avviarono, fin da ragazzo - come allora si soleva fare in certe famiglie nobili - nel monastero benedettino di Chaise-Dieu (1301), poi fu successivamente abate di Fécamp (1326), vescovo di Arras (1328), arcivescovo di Sens (1329), poi di Rouen (1330), cardinale (1338). Eletto alla morte di Benedetto XII, fu il 4° dei papi avignonesi. Amò le splendidezze e le pompe, fu dotto, eloquente, largo verso i poveri; ma troppo prodigo nello splendore, inaugurò quella politica di magnificenza che tanti danni doveva arrecare alla Chiesa. Accolse benevolmente come ambasciatore dei Romani Cola di Rienzo, accordandogli la sua protezione e approvò la nuova costituzione che il tribuno inaugurò poi in Campidoglio.

Ma quando gli onori e le adulazioni trasformarono il fantastico sognatore in demagogo sanguinario e tirannico, il papa lo condannò e il popolo sollevato lo cacciò da Roma.

Nel 1349, supplicato dal Petrarca e dai Romani, pubblicò una bolla che fissava la celebrazione del Giubileo ad ogni 50 anni.

L'anno seguente Roma vide un numero immenso di pellegrini. A quel giubileo senza il papa, che preferì starsene in Avignone, Clemente VI sopravvisse due anni.

Fu grande principe, e sarebbe anche stato grande pontefice se non si fosse mostrato troppo ligio alla Francia, troppo prodigo e amante dei suoi. Al contrario, fu avverso alla Germania separandola da Roma, preparando così un altro elemento della futura Riforma luterana.

Nel 1348 acquistò dalla regina Giovanna di Napoli la città e il territorio di Avignone.

 

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