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IL PAPATO - 2 -

Ultimo Aggiornamento: 01/09/2009 08:34
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01/09/2009 08:27

Non cattolico. Mi pare che da quanto dici ammetti quanto io ho affermato.

 

Cattolico. Io ti sto dicendo qualche cosa in più di quello che tu hai detto. Però, se hai notato, c'è stato in questo papa anche qualcosa di buono. Quella frase da te citata: "i miei predecessori non seppero fare i papi", da tutto il complesso mi fa pensare che sia una aggiunta degli avversari, e non sarà facile appurarne la realtà storica, come è avvenuto con l"eppur si muove" di G. Galilei, perché anche oggi - pure accertatane la falsità - essa circola ancora nella odierna società, nelle scuole e anche in qualche libro.

Lo sentiamo apprezzato come uomo energico, caritatevole, specie verso i poveri. Non sempre gli riuscirono le imprese a cui si era dedicato. Tra quelle positive si possono ricordare la lega conclusa con Venezia, Cipro e gli Ospedalieri contro il Turco, che portò all'occupazione di Smirne e alla vittoria di Imbros (1344-47). Concluse a buon fine la lotta contro Ludovico il Bavaro, che fu deposto (13 apr. 1346) e sostituito da Carlo IV di Lussemburgo. Assolse Giovanna di Napoli dall'accusa di aver ucciso il primo marito Andrea d'Ungheria e le permise il matrimonio con il cugino Luigi di Taranto. Nella grande peste del 1348, che fece tanti milioni di vittime in tutta Europa, Clemente VI non si mosse dalla città di Avignone che ebbe sessantamila vittime, moltiplicando gli aiuti spirituali e materiali. Difese gli Ebrei, che il popolino accusava di essere colpevoli della peste. Mori in Avignone il 6 dic. 1352.

 

Non cattolico. Noto con interesse che dalle notizie che mi rechi anche tu non hai troppa simpatia per un papa che col suo lusso preparò una certa decadenza alla Chiesa.

 

Cattolico. Io sono francescano... e ciò ti dice la mia giusta antipatia. Anzi potrei dirti ancora molte cose, ma non lo ritengo opportuno. Dico solo una cosa per soddisfare la nostra curiosità: S. Brigida, la santa mistica svedese, nel 1350 venne a Roma per il Giubileo. S'era fatta precedere da una lettera a Clemente VI, nella quale gli ordinava, in nome di Cristo, di trattare la pace tra Francia e Inghilterra e di recarsi a Roma per il Giubileo. Clemente rimase tranquillamente ad Avignone. La veggente svedese dice al papa, sempre in nome di Cristo, molte altre cose, fino a profetizzare dei castighi. Infatti il 3 dic. 1352, in un violento uragano, cadde un fulmine sulla Chiesa di S. Pietro: le campane si fusero e all'orecchio di S. Brigida risuonarono queste parole: "Il papa muore! Benedetto questo giorno, ma non questo papa"! Tre giorni dopo (6 dic.) Clemente spirava.

 

Non cattolico. Forse c'è ancora tempo e spazio per chiederti conto di un altro papa tra quelli che hanno disonorata la Chiesa di Cristo. Intendo parlare di Urbano VI (1378), il quale mancava di mitezza e di carità cristiana. Con la irrefrenata violenza del suo carattere, diede pretesti a gravi e giuste lamentele. Scoppiata una congiura, fece crudele vendetta dei cardinali ribelli, che vennero incarcerati, torturati e infine messi a morte (L. Von Pastor, I, pp. 114, 120, 129).

 

Cattolico. Non ti nascondo, caro fratello, che per Urbano VI verrò a trovami in molte difficoltà, soprattutto perché egli è legato al Grande Scisma.

La sede papale ad Avignone aveva accresciuti i problemi.

Gregorio XI, ultimo papa francese, era morto a Roma il 26 giu. 1378. Il troppo lungo soggiorno ad Avignone aveva suscitato nella Cristianità, e soprattutto in Italia, il più amaro malcontento. I papi di Avignone erano stati in genere uomini degni e notevolmente istruiti; ma venivano considerati come cappellani dal re di Francia; inoltre si rinfacciava loro il troppo fasto e le gravose tasse imposte alla Chiesa. Insomma, non si voleva più un papa francese. Ma i cardinali francesi erano la maggioranza. Questa naturale opposizione tra i desideri della popolazione cristiana e la tendenza della maggioranza degli elettori del papa portò alla terribile crisi che sfociò nel Grande Scisma.

Nel grande scisma entrano in gioco le ambizioni degli antipapi e la durezza di carattere di Urbano VI, che, nonostante tutto, era stato eletto proprio per placare i tumulti del popolo che gridava: “Romano lo volemo o almanco Italiano".

La sua elezione aveva suscitato degli entusiasmi. Ma dalla sera alla mattina tutte le speranze diventarono illusioni. Si alienò un pò tutti. I Cardinali lasciarono Roma con diversi pretesti, riunirono un conclave fraudolento ed elessero Roberto di Ginevra col nome di Clemente VII (antipapa). Ci furono così due obbedienze: per il papa romano e per Clemente VII, tornato ad Avignone (antipapa).

In tutte queste circostanze Urbano VI creò molte difficoltà per la durezza del suo carattere, però stento a credere alle parole che tu dici: “scoppiata una congiura, fece crudele vendetta dei cardinali ribelli...".

Dalle notizie da me attinte nelle tre enciclopedie sopite, non si può ricavare che sia una vendetta personale e così crudele... anche se troviamo scritto (Encicl. Catt.) che cinque dei sei cardinali prigionieri perirono misteriosamente.

 

Non cattolico. Un altro papà che ha fatto poco onore a Cristo è Bonifacio IX (1399).

I mezzi da lui adoperati per empire le casse della camera apostolica hanno danneggiato gravemente il prestigio e la venerazione della suprema dignità ecclesiastica. Dense nubi sulla memoria di Bonifacio IX getta anche il suo nepotismo (L. Von Pastor, I, p. 152).

 

Cattolico. Da notare che molte volte quello che dici è fondato su fatti veri, però non manca mai l'esagerazione, e anche l'avversione nel descrivere certi punti negativi.

E' vero che Bonifacio IX (Pietro Tomacelli, napoletano) non rifuggì dal procurarsi il denaro necessario con l'elargizione di indulgenze e di grazie spirituali, ma è anche vero che egli aveva ereditato da Urbano VI un papato in difficilissime condizioni e con un antipapa, Clemente VII ad Avignone che frustò tutti i suoi buoni tentativi per una pacificazione. Attese a ricostruire Castel S. Angelo che i Romani avevano distrutto sotto Urbano VI ed a fortificare il Campidoglio. In queste rischiose imprese Bonifacio fu efficacemente aiutato dal fratello Andrea e dai nipoti, verso i quali egli dimostrò un fervore che parve eccessivo, però bisogna anche dire che era da scusarsi per le gravi difficoltà dei momento.

Di lui troviamo anche scritto che era un uomo pio e buono (Enc. del Papato, vol. II, p. 1386), cortese e conciliante di modi, ma deciso e perspicace; sicché riuscì presto a conciliarsi con coloro che si erano allontanati da Urbano VI ed a risollevare le sorti della sua obbedienza, seriamente compromessa (cf Enc. Catt., vol. II, p. 1875-76).

 

Non cattolico. Con tutte le scuse che adduci, praticamente ammetti che peccò nel modo di procurarsi il denaro e anche di nepotismo.

 

Cattolico. Io ammetto l'una e l'altra mancanza, ma, a voler essere obiettivi, mi sembra che sia il caso di evidenziare anche le gravi difficoltà che dovette affrontare nel suo pontificato, che sotto tanti punti di vista, fu anche positivo. Bisogna poi sempre ricordare che le sue debolezze umane non intaccarono per nulla le sue responsabilità dottrinali e morali commessegli nella elezione pontificia.

 

Non cattolico. Dimmi ora qualche cosa di buono circa Gregorio XII (1410), il quale fu deposto solennemente come eretico, scismatico e spergiuro dal Concilio di Pisa del 1409 (cf Enc. Cattolica).

 

Cattolico. Stralcio dalla Enciclopedia del Papato, vol. II p. 1336, le seguenti riassuntive notizie.

Gregorio XII (30 novembre 1406 - 4 luglio 1415, data della rinuncia, morto il 18 ottobre 1417).

Angelo Correr, veneziano, nato nel 1327.

Abbandonato dai suoi cardinali e deposto illegalmente a Pisa nel 1409. Diede liberamente le sue dimissioni nella 14° sessione del Concilio di Costanza (16° Concilio ecumenico, 1414-1418) il 4 luglio 1415. Mori a Recanati, come cardinale vescovo di Porto.

I Papi di Pisa: Alessandro V (1409- 1410) e Giovanni XXIII (1410-1415) devono

essere considerati illegittimi.

 

Non cattolico. Cosa significa tutto quello che tu dici? Io ho mentito?

 

Cattolico. Intendo solo precisarti che quello che tu dici non è esatto, perché, ripeto, il

Concilio di Pisa che condannò Gregorio XII, non è da considerarsi un Concilio vero e proprio della Chiesa, e, quindi, cadono tutte le accuse contro di lui. Inoltre questo papa si è trovato a competere con l'antipapa avignonese Benedetto XIII, il quale, come si sa dalla storia, appoggiato dalla Francia e da altri partigiani, era riuscito a sottrarre dalla fedeltà verso Roma molte città, fra le quali Genova, che aveva accolto esultante l'antipapa (20 maggio 1405).

La storia ecclesiastica è molto lunga e molti sono gli avvenimenti di questo periodo che stiamo trattando, credo però che i pochi accenni da me fatti siano sufficienti a far meglio capire le esagerazioni dell'illegittimo Concilio di Pisa.

 

Non cattolico. Dimmi, ora su Giovanni XXIII (1410), il quale non poteva neanche lontanamente rispondere ai doveri della sua carica. E' sicuramente fondata l'accusa di immoralità contro questo papa. Ha messo al mondo un figlio e una figlia (L. Von Pastor, I, p. 177).

 

Cattolico. Non mi sembra opportuno riferirmi a tutti i fatti storici per inquadrare la figura, di questo Giovanni XXIII di cui tu parli.

Ho cercato sulle tre solite enciclopedie che io studio per risponderti ed ho scoperto che di Giovanni XXIII papa ce n'è uno solo, e tu ed io l'abbiamo anche conosciuto col nome del papa buono che ha promosso ed iniziato il Concilio Vaticano II (1958-1963). .

Il Giovanni XXIII da te nominato è indicato col nome di Cossa (Coscia) Baldassare ed è antipapa. Non è il caso di parlarne. Già ho detto, parlando di Gregorio XII, che i papi Alessandro V e Giovanni XXIII furono illegittimi, antipapi.

 

Non cattolico. Dimmi qualcosa di Martino V (1417), il quale curò in misura amplissima i membri della sua famiglia. Uno sguardo ai possedimenti dei Colonna fa vedere che, nel favorire i congiunti, Martino V sorpassò i limiti del lecito e che andò più avanti di quel che esigessero le cose (L. Von Pastor, 1, p.209).

 

Cattolico. Anche Martino V (1417-1431), come tanti altri papi incriminati ha avuto dei meriti, ma non è stato esente da debolezze. Riuscì a sollevare, almeno in parte, le sorti e i diritti della S. Sede, ma non riuscì a togliere tutti gli abusi.

Egli fu eletto nel Concilio di Costanza l'11 novembre 1417, giorno di S. Martino. Della cresciuta autorità pontificia seppe fare in gran parte buon uso: creò cardinali degni, tra i quali il Capranica, il Cesarini, l'Albergati, accordò per il 1423 il giubileo, fece trasportare solennemente a Roma le ossa di S. Monica; giustificò S. Bernardino da Siena dalle accuse degli avversari, approvando il culto, introdotto da lui, del Santo Nome di Gesù (1427). Fu mite con gli Ebrei, vietando la predicazione violenta contro di loro e il Battesimo dei loro bambini inferiori ai dodici anni, senza il consenso dei genitori, o la richiesta dell'avo. Ma non ebbe volontà o forza per l'auspicata riforma radicale.

Ebbe grandi meriti quale pacificatore o restauratore di Roma dopo gli orribili danni dell'età precedente.

Sottomise con la forza, e più con l'accortezza le città del Patrimonio e Bologna, e vi mantenne l'ordine con mano ferma, nuovo creatore dello Stato papale.

L'epitaffio in Laterano lo saluta temporum suorum felicitas (felicità dei suoi tempi); Enea Silvio Piccolomini lo disse iusti tenax ac pacis cultor (tenace cultore del giusto e della pace). Ma Egidio da Viterbo lamentò che egli avesse accresciuto la potenza e la ricchezza della Chiesa ed il lusso a scapito della virtù e dell'onore. Parco e semplice nella vita, aprì la via a una profonda corruzione della Curia, non togliendone gli abusi e introducendovi uomini non tutti degni, e inaugurò la triste ora del grande nepotismo, facendo dei Colonna una pericolosa potenza nello Stato papale e procurando loro feudi nel Regno; è vero tuttavia che ne ebbe valido aiuto nelle lotte da lui dovute sostenere (cf Enciclopedia Cattolica).

 

Non cattolico. Dimmi. ora qualcosa di Niccolò V (1447). Di natura collerico (Platina, p. 452). Quando nel 1450 scoppiò la peste "tutta la Curia prese la fuga come gli Apostoli di Nostro Signore il Venerdi Santo. Ritiratosi nel castello di Fabriano promulgò un decreto in cui si comminava la scomunica a chi, proveniente da Roma, si fosse avvicinato a meno di sette miglia dalla sua residenza". (L. Von Pastor, I, p. 391).

Cattolico. Niccolò V papa. Tommaso Parentucelli, nato a Sarzana il 15 nov. 1397, mori a Roma il 24 mar. 1455.

Si rese benemerito per diverse missioni condotte felicemente ed il Papa, Eugenio IV, allora a Firenze, lo creò vicecamerlengo e poi vescovo di Bologna. Mandato dal Papa due volte in Germania, al ritorno dalla seconda missione, nel dic. 1446, ebbe la porpora in Premio per aver conciliato col Papa la Lega dei principi elettori.

Nel Conclave, morto papa Eugenio, al terzo giorno fu inaspettatamente eletto dai 24 cardinali presenti per la mitezza del carattere, la vita esemplare, l'esperienza diplomatica.

Si preoccupò anzitutto di spegnere le reliquie dello scisma, già assai ridotto, di mantenere la pace, specie, nello stato ecclesiastico, infine di soccorrere Costantinopoli. Ottenne che l'antipapa di Basilea Felice V rinunciasse (7 apr. 1449). Il 19 genn. 1449 fece bandire per il Natale il Giubileo che ebbe grande successo; durante l'anno canonizzò S. Bernardino da Siena così popolare in Italia (morto nel 1445); l'anno fu funestato dalla peste, che infierì nell'estate. Promosse la riforma della vita ecclesiastica, specie in Germania con visite del Card. Cusano e di S. Giovanni da Caffistrano. Mantenne la pace nel suo Stato. Pagò i debiti del suo predecessore. Cercò di soccorrere Costantinopoli, ma la mancata riunione delle due Chiese (Orientale e Occidentale), le guerre italiane ed europee resero vano ogni suo sforzo. Negli ultimi due anni la sua attività fu assai diminuita dalla gotta che lo spense nel 1445.

Niccolò V fu l'iniziatore del mecenatismo papale verso le lettere e le arti; morendo lasciò ben 807 codici latini raccolti in tutta Europa; progettò il rinnovamento della Città Leonina e la sua fortificazione contro le frequenti rivolte di Roma; la ricostruzione di S. Pietro, in conformità alle nuove tendenze artistiche, nella città restaurò strade, acquedotti e monumenti; la morte troncò quasi tutti questi grandi progetti (cfr. Enciclopedia Cattolica).

Non cattolico. Allora, secondo quello che dici, anche questo Papa è da lodare?

 

Cattolico. Come ben sai, ho consultato le solite tre Enciclopedie (quella Cattolica, la UTET e quella del Papato), leggendo e rileggendo più volte le notizie su Niccolò V e non sono riuscito a trovare l'addebito, di collerico, né le altre notizie che tu ci dai per l'avvenimento della peste. Nella Enc. UTET leggo che "la celebrità di Niccolò V è dovuta alla sua opera in favore delle lettere e delle arti, nella quale si congiunsero il suo amore per la cultura al desiderio di accrescere il prestigio della S. Sede. Il suo pontificato segna il trionfo dell'umanesimo in Roma". Della Encic. del Papato ho letto molti punti, proprio per trovare quello che tu dici, ma le notizie su per giù, con qualche variante, sono le stesse. A pag. 739, 1 vol. vi leggo: "Niccolò V (1447-55) che all'inizio dei suo pontificato, ebbe la gioia di vedere Bologna tornare a poco a poco sotto la sua obbedienza, governò in pace (se si eccettua la congiura di Porcari, 1453). Primo Papa umanista, fu anche un amministratore che rimise in ordine le finanze pontificie, un grande restauratore che seppe, col mantenimento dell'ordine, riportare la prosperità in Roma e nello Stato Pontificio”.

A pag. 1163 del 2° Vol., vi è detto che Niccolò V fu il vero fondatore della Biblioteca Vaticani; raccogliendo collezioni private, acquistando audacemente importanti documenti d'interesse universale, lasciando alla sua morte 1209 codici, 414 greci e 795 latini, superando così per numero ogni altra biblioteca del suo tempo. Niccolò V non si limitò a raccogliere codici, ma favorì gli studi, non soltanto ecclesiastici ma umanistici. A questo interesse dei Papi alla cultura si deve se molte opere antiche furono salvate, opere religiose e profane, e se a noi sono pervenute non tanto per mezzo vaticano, quanto in un'ampia diaspora tramite i vari monasteri benedettini diffusi in tutta l'Europa, le fondazioni culturali della civiltà latina e orientale.

A pag. 1387, 2° Vol. della stessa Enc. del Papato, è detto che Niccolò V "dà inizio a quella politica di magnificenza che se dà splendore alla Chiesa la mette però su una strada pericolosa". Questo si che è un pericoloso difetto. A giustificazione di questo suo modo di pensare ho, trovato scritto che egli era convinto che "essendo il Papato una cosa divina e la più grande istituzione che c'è sulla terra, doveva essere rappresentato con tanta magnificenza".

Non cattolico. Quanto io ho detto contro questo papa, è scritto in due libri. Non credo che questi autori scrivano le cose a casaccio o soltanto per sentito dire.

 

Cattolico. Anch'io sono convinto di questo. Però chi è anticlericale, anticattolico, attinge, generalmente, da una fonte avversa. Non mi meraviglio che qualcuno abbia scritto all'epoca della peste del 1449 qualcosa contro il papa e la curia romana, tacendo di un avvenimento normale e semplice, un atto così odioso come tu l'hai descritto. Già altre volte ho avuto occasione di dirti che se tu potessi leggere alcuni giornali, diatribe di giornalisti attuali... fra 100-200.. anni, vi potrà trovare che Giovanni Paolo II è un papa spendaccione, che si interessa di politica, che gli piacciono i voli planetari....

Di Platina, che tu citi spesso è scritto: "L'opera principale è il `Liber de Vita Christi ac omnium pontificum', compiuto nel 1474 e poi redatto in forma più breve... Ebbe larghissima diffusione, sebbene non sempre imparziale, specialmente per la parte che si riferisce ai pontefici del suo tempo" (Enc. Cattolica, IX Vol. p. 1602).

Non cattolico. Un altro papa che ha fatto poco onore alla Chiesa è Callisto III (1455). Egli conferì ai suoi parenti spagnoli le cariche più importanti e lucrose della Chiesa (L Von Pastor, I, p. 684).

Cattolico. Come al solito, tu ti limiti soltanto alla parte negativa. Ma un papa può aver fatto molte cose buone e grandi, pur cadendo in qualche difetto. Io mi limiterò a pochissime notizie, e solo per rispondere a quello che tu dici.

Nell'Enc. Cattolica si legge: "ottenne il cappello cardinalizio, che portò con molta dignità, e nel Conclave dell'Aprile 1455 succedeva a Niccolò V coi nome di Callisto III. Tre principali questioni occuparono il suo pontificato: 1. La Crociata contro i Turchi; 2. La difesa dello Stato Pontificio; 3. Il mantenimento della dottrina cattolica.

Se Callisto III diede troppa ingerenza ai “Catalani" nel governo dello Stato Pontificio, bisogna riconoscere che mantenne salda la sua autorità davanti a tutti.

Dall'Encicl. del Papato apprendiamo che fu papa zelante, virtuoso, ma troppo debole verso i nipoti (p. 1387).

L'Encicl. Cattolica così conclude su questo papa: "La sua memoria sarebbe forse più venerata qualora egli non avesse chiamato a Roma troppi parenti Borgia, tra i quali il nipote Rodrigo, creato da lui cardinale nel 1456, e divenuto poi Alessandro VI".

 

Non cattolico. Dopo i precedenti, ti chiedo notizie dei tre seguenti papi:

l. Paolo II (l464). Le ombre oscure del suo carattere sono la sua gelosia, vanità ed eccessivo amore del fasto (L. Von Pastor, II, pp. 286,288,422).

2. Sisto IV (1471). Appena eletto, provvide a ricompensare i suoi sostenitori, fra gli altri nominò cardinale il nipote Pietro Riario di 25 anni. Con somma sfrontatezza veniva gettato il disprezzo su ogni sentimento di pudore da quest'uomo, il quale si aggirava per il suo palazzo in vestimenti ricchi d'oro, mentre la sua amante dal vertice alla pianta dei piedi era seminata di pietre genuine (L. Von Pastor, II, p. 460).

3. Innocenzo VIII (1484). “Egli ebbe due figli illegittimi, Teodorina e Franceschetto. Quest’ultimo era un uomo grossolano e senza ingegno, non aveva altro sentimento che per il denaro, il quale poi subito dissipava nel gioco e nei bagordi. Innocenzo VIII celebrò in Vaticano le sue nozze, offrì in onore degli sposi un banchetto e fece loro un regalo in gioielli dei valore 10.000 ducati" (L. Von Pastor, II, p. 197).

 

Cattolico. Quando io sono costretto a costatare che nella Chiesa di Gesù ci sono stati e ci sono ancora degli scandali, provo una stretta al cuore, e vorrei che ciò non fosse mai stato e che mai sarà per l'avvenire. Questo mio sentire è umano e comprensibile. Ma poi mi bastano poche riflessioni e mi sento subito rinfrancato, andando ad una realtà più profonda del Cristianesimo.

 

Non cattolico. Quali sono queste realtà più profonde? 

 

Cattolico. La considerazione, della umana fragilità non toglie alla Chiesa di Dio la sua indefettibilità, la sua infallibilità, la sua immacolatezza di dottrina e di autenticità.

Per la sua indefettibilità la Chiesa è perenne, sarà sempre la stessa nella sua costituzione e nelle sue proprietà specifiche, il che significa che rimarrà sempre identica a se stessa e non perderà alcuna delle sue note, specialmente il carisma dell'infallibilità da Cristo impressole.

 

Non cattolico. Allora se è così la Chiesa può essere governata da uno qualunque?

 

Cattolico. Non dico proprio questo, ma capisco che il Signore può permettere che non tutti siano all'altezza di governare bene la Chiesa, proprio perché per il comportamento troppo umano di alcuni papi possa meglio rifulgere l'assistenza dello Spirito Santo e la presenza continua di Cristo.

Infatti, questo spettacolo è particolarmente impressionante, e non può non far riflettere, se si considera il vertice della gerarchia ecclesiastica, il papato. Fra coloro che tennero il seggio di Pietro, poté ben esserci chi lo comprò per simonia, chi lo vendette per avarizia, chi lo disonorò per impudicizia, chi lo imbrattè di sangue, chi lo avvilì nella mondanità e nello sfarzo: eppure la santa, incontaminata Chiesa di Cristo è sempre rimasta la santa incontaminata, Chiesa di Cristo. La vita di alcuni, papi poté ben mentire il loro magistero, ma il loro magistero non tradì né la verità, né la bontà, né la fede, né la morale. Gesù stesso sembra abbia voluto premunirci contro lo scandalo della santità nella Sua Chiesa, permettendolo tra i suoi discepoli, anzi tra i suoi apostoli....

"Questo fatto è una terribile e sconcertante realtà. Ma essa, invece di produrre scandalo e sdegno, dovrebbe produrre amore ancora maggiore, quello che noi abbiamo per le persone care quando sono ammalate" (Paolo VI, 20.10.65).

I non cattolici sono molto impegnati contro la Chiesa di Dio e sferrano contro di essa attacchi molto forti ammantati di un "raffinato spiritualismo" che si vale appunto delle infermità umane ecclesiali "per aggredirla con acerbe e alcune volte radicali negazioni della sua organica e potestativa incarnazione umana" (Paolo VI, all'A.C.I., 25.10.70).

 

Non cattolico. Lasciamo stare la poesia e il sentimento e rispondimi in merito ai tre suddetti Papi.

 

Cattolico. Le mie risposte sono molto semplici e precise. Come ho fatto, finora continuerò a dire pane al pane e vino al vino: "Io non intendo giustificare nessuno, però, dal momento che tu metti in evidenza solo la parte negativa, sembra un atto di giustizia completare la figura di tutti questi papi incriminati e cosi duramente presentati.

 

Paolo II era figlio di una sorella del papa Eugenio IV. Nacque a Venezia il 23 feb. 1417 e morì a Roma il 26 lugl. 1471. Il 30 agosto 1464 fu fatto pontefice.

L'Enciclopedia Cattolica ci dice che “tenne con grande mitezza il governo e si adoperò a reprimere le fazioni e le private rappresaglie che turbavano l'ordine e la pace nell'Urbe, provvide all'annona e favorì l’agricoltura; sottopose ad una revisione gli statuti della città (1469) per migliorare la pubblica amministrazione; promosse i pubblici divertimenti…”

Dall'Enciclopedia del Papato sappiamo che Paolo II (1464-1471), benché maledetto, dagli umanisti per aver voluto riformare il "Collegio degli Abbreviatori", era convinto che il papa deve mostrarsi in una apparato corrispondente alla sua dignità, che è la più alta che ci sia sulla terra. Quantunque amante della semplicità nella sua vita privata, era fastoso in pubblico. Soprattutto cercava di dare un incomparabile splendore alle cerimonie religiose (Enc. del Papato, I vol., p. 549). A pag. 1387 della stessa Enciclopedia leggiamo che personalmente Paolo II era ricchissimo, seguì la politica della magnificenza, protesse le arti e le lettere. Chiuse il Collegio degli Abbreviatori (una sezione della Curia romana), diventato un ricettacolo di incredulità, insieme all'Accademia di Pomponio Leto.

 

Non cattolico. Cosa mi dici del papa Sisto IV?

 

Cattolico. Era un frate minore che però, da quello che apprendo, contrariamente alla mentalità di S. Francesco, volle diventare "maggiore" in tutti i sensi. “Fu largo e facile nello spendere, lasciò alla morte la finanza pontificia del tutto dissestata; ma particolarmente dimostrò la sua liberalità verso i suoi parenti" (Dalla Enc. Cattolica).

Dall'Enc. del Papato (I vol., p. 549) abbiamo qualche notizia più precisa: Sisto IV (1471-1484) ex francescano, dimentica il culto della povertà tanto onorato dai figli di San Francesco; ha un regno agitatissimo a causa di guerre e di torbidi che gravano sull'Italia e sugli Stati pontifici. Ma questo non gli impedisce di iniziare a Roma immensi lavori e di farsi zelante protettore delle arti e delle scienze.

Se la sua memoria, macchiata dalle abominevoli accuse d'un calunniatore come Infessura, merita di essere riabilitata, non si può scusarlo d'aver dato, lui ex francescano, lo scandalo di una incresciosa debolezza per i nipoti... di aver creato cardinali troppi soggetti indegni e d'essere stato causa, proprio per questo, dell'elezione d'un Alessandro VI.

 

In conclusione, pregherei i non cattolici di tener presenti le abominevoli accuse dello storico Stefano Infessura che era un deciso partigiano dei Colonna e, quindi, molto avverso a Sisto IV.

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