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IL PAPATO - 2 -

Ultimo Aggiornamento: 01/09/2009 08:34
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01/09/2009 08:31

Non cattolico. Dopo Onorio I vorrei sentire un giudizio riassuntivo sugli altri papi da me non ritenuti degni vicari di Cristo.

 

Cattolico. In ordine di tempo, dopo Onorio I abbiamo:

 

a) Bonifacio VI (896) il quale è accusato di essere asceso “al trono pontificio con la forza e l'intrigo. Per la sua malvagità il papa Giovanni VIII lo aveva già due volte colpito di scomunica".

Le notizie su questo papa sono piuttosto scarse avendo egli regnato per soli 15 giorni. La storia ci dice che la morte di papa Formoso (4 aprile 896) segnò l'inizio di lunghi e gravi tumulti in Roma, causati dai due opposti partiti di Arnolfo, re di Germania, e del duca Lamberto di Spoleto. Bonifacio, romano, fu eletto dal partito spoletano e consacrato nell'aprile 896. Nel Concilio romano dell'898 sotto Giovanni IX, si ricorda questa elezione faziosa, deplorando il fatto che Bonifacio era stato deposto come suddiacono e come prete. Da notare che nonostante gli intrighi e i tumulti creati dalle fazioni di Arnolfo e di Lamberto, il Signore non ha permesso che Bonifacio VI rendesse vana la promessa di Cristo: "e le porte degli inferi non prevarranno".

Quindi, anche un Bonifacio VI, certamente da biasimare per certi suoi comportamenti, ha lasciato incontaminata la Chiesa, Sposa di Cristo.

 

b) Stefano VI (896) “ha bruttato la storia del papato con un fatto di barbarie inaudito". Fece riesumare e processare il suo predecessore Formoso, gli fece tagliare le tre dita della mano destra con la quale benediceva, e il cadavere venne poi gettato nel Tevere. A sua volta Stefano VI venne poi cacciato in prigione e strozzato.

Pur dovendo chiarire qualche cosa, bisogna dire che i fatti di Stefano VI ancora oggi fanno onore. La chiarificazione è questa: che l'ordine di esumare il corpo di papa Formoso - che fu uomo di alto valore, di grande cultura e di vita austera - non fu dato da Stefano VI, ma dall'implacabile e astiosa imperatrice Agiltrude, la quale fece rivestire il cadavere dei paramenti pontificali e collocato in Cattedra. Davanti ad una pubblica assemblea che papa Stefano ebbe la debolezza di presiedere, il cadavere venne giudicato, condannato, deposto e tutti i suoi atti (rivalutati poi dai papi successivi) sono dichiarati invalidi. Alla fine la plebaglia si impossessa del suo corpo e lo getta nel Tevere.

 

c) Il fratello non cattolico ci dice che il papa Cristoforo (903) fece morire in carcere il papa Leone V e fu a sua volta incarcerato dal suo successore. Ho chiarito ed ora ribadisco che Cristoforo non fu mai papa, ma solo un antipapa che effettivamente commise il delitto contro papa Leone V.

 

d) Continua il fratello non cattolico e ci dice che Sergio III (904) ebbe il pontificato con le armi del conte Alberigo di Spoleto. Fu schiavo di ogni vizio e l'uomo più scellerato che ci fosse al mondo.

La storia ecclesiastica ci dice che dal 904, data dell'elezione del romano Sergio III (904- 911) fino al 964, le famiglie regnanti in Italia ebbero una nefasta influenza sulla Chiesa.

Come mai, ci domandiamo, questi vari papi, scelti dalle case regnanti, quindi senza virtù, con molta ambizione, disposti al delitto, pur di raggiungere lo scopo, non sono riusciti a portare danni dottrinali alla nostra fede? Se avessimo avuto tutti papi degni, si potrebbe anche pensare che la mano divina li avesse scelti di proposito, ma non saremmo rimasti scioccati da una cosa così insolita, contrastante e meravigliosa: uomini indegni, giunti al soglio pontificio, non hanno mai commesso un errore dottrinale, anzi spesso si sono battuti energicamente per l'ortodossia della fede.

 

e) Ho dato poi notizie dei due papi Giov. X e XI. Il “presunto" figlio di Marozia e di Sergio III, sarebbe Giov. XI e non X. La indicazione dell'elezione nell'anno 914 si riferisce a Giov. X, mentre Giov. XI fu eletto papa nel 931. Chiarite così le cose, la storia ci dice che Giov. X fu eletto nel 914 e deposto nel giugno del 928. La tradizione storica, appoggiata soprattutto al racconto maledico di Liutprando dà un ritratto assai sfavorevole del personaggio; studi recenti ne hanno messo in luce la vigorosa figura. Nel governo della Chiesa, Giov. X tenne alto il prestigio dell'autorità papale, prese provvedimenti per il mantenimento della disciplina ecclesiastica e per il miglioramento dei costumi. In conclusione, non solo Giov. X, ma anche il suo predecessore, Sergio III, tanto contestato, hanno saputo mantenere un contegno sufficientemente, decoroso per il posto da essi occupato nella direzione della Chiesa.

Giov. XI fu eletto papa molto giovane per volere della madre Marozia. Il suo pontificato si svolse in un periodo scuro per la Sede Romana, senza avvenimenti notevoli. L'unica cosa veramente positiva di Giov. XI fu l'assunzione sotto la protezione della Sede Romana (931-32) del monastero di Cluny; così anche in questo scuro periodo si andavano gettando inconsapevolmente i semi della futura riforma della Chiesa.

 

f) Giov. XV (985-996), figlio del prete Leonida, odiato perché distribuiva ai congiunti le cose sacre, disprezzando l'onore di Dio e la dignità della Sede Romana, in realtà questo papa è ricordato in alcune liste come Giov. XVI, essendo inserito prima di lui per errore un altro Giov. XV, donde in quelle liste l'accrescimento di una unità per tutti i papi fino a Giov. XIX e la mancanza di un Giov. XX. Giov. XV dimostrò un'attività religiosa assai notevole. Impose (991) la pace a Etelredo, re d'Inghilterra e a Riccardo, duca di Normandia, in un Sinodo tenuto a Roma (993); canonizzò Ulrico, vescovo di Augusta, primo esempio a noi noto di canonizzazione compiuta da un papa. Rivendicò energicamente l'autorità del pontificato in una gravissima controversia scoppiata in Francia, primo clamoroso episodio di galliganismo. Sotto il suo pontificato la Russia si converte al Cristianesimo e in Francia si fonda la dinastia dei Capetingi che fornirà alla Chiesa molti devoti difensori. Fu papa virtuoso e colto, ma troppo attaccato agli interessi della propria famiglia. E' proprio giusto, per queste ragioni, qualificarlo come uno che “disprezza l'onore di Dio e la dignità della Sede Romana?".

 

g) Il papa Giov. XVIII (1004), ci viene presentato come uno che "nel pontificato fu un grandissimo ladrone perché non l'aveva acquistato per la diritta via".

Le notizie storiche di questo papa sono più o meno le seguenti: fu papa dal gen. 1004 al lug. 1009; resse la Chiesa mentre Roma era governata da Crescenzio III; gli scarsi documenti lasciano capire suoi interventi nella Chiesa greca, nelle Chiese germaniche e britanniche, e perfino nella lontana Russia; condusse una vita degna e godette una buona reputazione; morì monaco a S. Paolo fuori le Mura. Dopo tutti gli accertamenti fatti nelle solite tre enciclopedie (Cattolica, dei Papato, UTET), si può concludere che Giov. XVIII godette una buona reputazione e visse degnamente.

 

h) Si chiede conto di un altro cattivo papa: Giov. XIX (1024), il quale fu fratello del papa Benedetto, suo predecessore (non successore, come è scritto erroneamente). Era laico e da laico si trasformò di colpo a forza di denaro in pontefice. Dalle ricerche effettuate, nelle tre suddette enciclopedie, risulta che egli fu eletto per simonia, ancora laico, e raccolse così nelle sue mani il potere religioso e civile. Corrado II, re della Germania, dopo la morte di S. Enrico II, si disinteressa della riforma della Chiesa iniziata da Enrico II. L'unico scopo è di dominare sul papato e sull'episcopato. In queste gravi difficoltà viene eletto Giov. XIX, dopo d'aver ricevuto tutti gli ordini sacri. Fu amministratore accorto, ma dotato di minor saggezza e minor fede di suo fratello, lasciò in pericolo la riforma già iniziata dal predecessore. Fu energico governatore temporale, ma la sua cultura ecclesiastica non doveva essere molta.

Il suo operato, tutto sommato, fu discreto e non pregiudicò per nulla la infallibilità pontificia, sia per la dottrina che per la morale.

 

Non cattolico. A Giovanni XIX successe il nipote Benedetto IX. “Con questo giovane indegno e ignorante, intruso di forza nella Chiesa, tornano i disordini dei tempi peggiori .... Finì per vendere il papato all'arciprete Graziano". .

 

Cattolico. Benedetto IX, figlio di Alberico III, arbitro dello Stato romano, fu dal padre proposto se proprio non imposto agli elettori. La sua giovanissima età è molto contestata. S. Pier Damiani scrive che la condotta del nuovo Papa cominciò subito dopo l'elezione ad essere biasimevole assai, ma ciò non si potrebbe dire d'un fanciullo dodicenne. Tanto più che Benedetto IX esercitò subito funzioni papali e governò con competenza. La critica più recente conclude che Benedetto al momento dell'elezione contava dai 25 a 30 anni. Si può affermare di Benedetto che rassomigliò a tanti principi secolari e nobili del tempo, saliti per interessi profani agli uffici ecclesiastici e si comportò più da signore secolare che da papa.

Molte sono le accuse contro questo papa, però la storia ci dice che sono controverse. Inoltre - è sempre la storia che ci parla - bisogna dire che l'insegnamento ufficiale del papa Benedetto IX è la condanna della sua vita.

Dio, che per far toccare col dito le funeste conseguenze dell'intromissione del potere civile nella scelta dei suoi vicari lascia che la corruzione salga fino al trono di Pietro nella persona di un papa indegno, non permette però che la Chiesa abbia ad arrossire d'un sol rigo del suo bollario.

 

Non cattolico. Ti prego di continuare in questa sintesi e fammi conoscere il riassunto dei papi successivi.

Cattolico. Ti parlo di Gregorio VI, Gregorio VIII e Innocenzo IV.

 

a) Gregorio VI (1045), è accusato di aver sborsato una buona somma a Benedetto IX perché gli vendesse il papato. Fu costretto ad abdicare sotto l'accusa di simonia.

La storia ci dice che Gregorio VI acquistò con una certa somma da papa Benedetto IX la tiara, per liberare la Chiesa da quel Papa. Uomo degno, fu eletto unanimemente dal clero e dal popolo romano.

 

b) Gregorio VIII (1187), è accusato di aver fatto aprire la tomba dell'antipapa Ottaviano, facendone gettare via le ossa dalla Chiesa. Gli accertamenti storici ci dicono che molto probabilmente l'accusato del delitto di cui sopra deve esser stato l'antipapa Gregorio V, la cui elezione fu dovuta all'arbitrio dell'imperatore tedesco Enrico V. Il vero papa Gregorio VIII morì dopo soli 57 giorni dalla elezione lasciando un pontificato che si presentava promettente per i suoi disegni specialmente di quelli riguardanti la riforma della Chiesa e la pacificazione dell'Impero.

 

c) Innocenzo IV (1243), è accusato di avere autorizzato l'uso della tortura contro gli eretici e di aver approvato un piano ingegnoso per l'uccisione dell'imperatore Federico II.

Tra questo papa e Federico II i rapporti sono stati sempre molto tesi e ostili. Ci risulta che Innocenzo IV ha dato la formula più assoluta della potenza papale nel medioevo... Questa è l'altezza prodigiosa a cui il papato è arrivato attraverso numerose lotte, sostenuto dalle idee del tempo, ma senza deviare dal suo Principio tradizionale. Essa rispondeva allora all'aspirazione dei popoli, salvaguardando la giustizia e creando il diritto in quella specie di società delle nazioni che era la cristianità medioevale. E' bene precisare che il rogo contro gli eretici fu proprio Federico II ad istituirlo (1231), e in Inghilterra il Parlamento inglese lo decretava contro i Lollardi (1401). Tutto era più duro allora. La procedura inquisitoriale e la penalità era regolata con la severa unità di misura, consona alla giurisprudenza e allo stato dei tempi. L'opinione pubblica spesso rimproverava alla Chiesa troppa clemenza e misericordia verso gli eretici divenuti un pericolo pubblico da cui il potere civile cercò di difendersi adeguatamente.

 

Non cattolico. Nulla ci dici circa il piano ingegnoso approvato da Innocenzo IV per l'uccisione di Federico II?

 

Cattolico. Le notizie che riguardano la vita di Federico II in rapporto a quella del suo avversario Innocenzo IV ci dicono che la condanna di Lione contro l'imperatore coincise con il precipitare delle sorti di Federico II che moriva poco dopo (1250). Innocenzo si rallegrò alla sua morte per la sorte dei Guelfi in Italia.

 

Non cattolico. Di Niccolò III (1277), che arricchì i suoi parenti con i beni della Chiesa, hai da dirci qualche cosa?

 

Cattolico. Niccolò III effettivamente peccò di nepotismo, però fu un papa che fece molte cose buone. Si capisce che sono da preferire papi santi, ma per la Chiesa di Cristo è assolutamente importante e indispensabile che il Papa non commetta errori in materia di fede e di morale.

 

Parlo poi di Bonifacio VIII [che secondo il regnante pontefice - Paolo VI - discorso ad Anagni, ha esercitato il suo mandato apostolico secondo delle forme rivestite di autentica luce], il quale è accusato di aver desiderato talmente il pontificato, da non lasciare nessun inganno per conseguire il suo fine. Avido di denaro, cercava di procurarselo con ogni mezzo. Fece imprigionare il papa Celestino V in una cella così stretta e malsana, che questi tosto morì. Sulle vicende di Bonifacio VIII sarà bene rileggere precedentemente quanto scritto su di lui. Qui in breve dirò che la storia, quella vera, gli ha reso giustizia.

Egli fu vittima di accuse e calunnie orchestrate contro di lui dagli avversari, calunnie ed accuse che per secoli sono state ripetute da una storia poco illuminata e non preoccupata di mettere in chiaro la verità. Bonífacio VIII fu di vivo ingegno, di instancabile attività e diplomatica abilità. Le accuse contro Celestino V sono destituite di ogni fondamento. La elezione di Bonifacio fu assolutamente canonica e regolare, avvenuta con grande maggioranza di voti e senza gli intrighi simoniaci cui allude Dante Alighieri, anch'egli ingannato dai giudizi fatti propalare da interessati mestatori di parte avversa. Avviene sempre così: gli avversari della Chiesa Cattolica studiano la storia e la stessa S. Scrittura soltanto in funzione anticattolica.

 

Non cattolico. Dopo Bonifacio VIII, potresti dirmi brevemente qualche cosa dei due successivi papi che non furono degni Vicari di Cristo, e cioè di Clemente VI e di Urbano VI?

 

Cattolico.

 

1. Clemente VI (1342), è accusato di aver continuato da papa le sue abitudini di vita splendida e spendereccia.. Quando gli veniva fatto osservare che i suoi predecessori non si sarebbero permesse tali cose, rispondeva: “i miei predecessori non seppero essere papi".

I genitori per ambizione, lo avviarono, fin da ragazzo, alla carriera ecclesiastica. Fu il 4° dei papi avignonesi. Amò le splendidezze e le pompe, fu dotto eloquente, largo verso i poveri. Fu grande principe, e sarebbe anche stato grande pontefice se non si fosse mostrato troppo ligio alla Francia, troppo prodigo e amante dei suoi. La frase "i miei predecessori non seppero fare i papi", da tutto il complesso fa pensare che sia una aggiunta degli avversari e non sarà facile appurarne la realtà storica, come è avvenuto con “l’eppur si muove" di G. Galilei perché anche oggi - accertatane la falsità - quella frase è tuttora ripetuta, forse nel mondo intero...

 

2. Urbano VI (1378), è accusato di mancanza di mitezza e di carità cristiana. Scoppiata una congiura, fece crudele vendetta dei cardinali ribelli, che vennero incarcerati, torturati e infine messi a morte.

I papi di Avignone erano stati in genere uomini degni e notevolmente istruiti, ma venivano considerati come cappellani del re di Francia; inoltre si rinfacciava loro il troppo fasto e le gravose tasse imposte alla Chiesa. Insomma non si voleva più un papa francese. Per tutte queste ragioni c'era molto malcontento e Urbano VI era stato eletto proprio per placare i tumulti del popolo. Dalle notizie attinte, non sembra che si possa ricavare che sia stata una vendetta personale e così crudele la morte di cinque cardinali ribelli.... anche se troviamo scritto (Enc. Cattolica) che cinque dei sei cardinali prigionieri perirono misteriosamente.

 

Non cattolico. Ti è stato chiesto conto di Bonifacio IX, di Gregorio XII, di Giovanni XXIII e di Martino V. Vuoi riassumere il tuo parere sui suddetti papi indegni?

 

Cattolico. Ti accontento subito e, come il solito, mi limito a brevissimi accenni. 

1. Bonifacio IX (1399), è accusato di aver adoperati mezzi poco retti per riempire le casse della camera apostolica e per il suo esagerato nepotismo. Rispondo che effettivamente Bonifacio IX non rifuggì dal procurarsi il denaro necessario ricorrendo ad elargizioni di indulgenze e di grazie spirituali, ma è anche vero che egli aveva ereditato dal suo predecessore (Urbano VI) un papato in difficilissime condizioni e con un antipapa, Clemente VII ad Avignone, che frustò tutti i suoi buoni tentativi per una pacificazione. Bisogna anche dire che nelle sue imprese di ricostruzione fu efficacemente aiutato dal fratello Andrea e dai nipoti, verso i quali egli mostrò un favore eccessivo, però bisogna anche saperlo scusare per le gravi difficoltà del momento. Non dimentichiamo neppure che la storia ci dice che fu uomo pio e buono, cortese e conciliante di modi, ma deciso e perspicace.

 

2. Gregorio XII (1410), è detto di lui che fu deposto solennemente come eretico, scismatico e spergiuro dal Concilio di Pisa del 1409. A queste accuse rispondo brevemente facendo presente che il Concilio di Pisa, che condannò Gregorio XII, non è da considerarsi Concilio vero e proprio della Chiesa. I papi Alessandro V e Giovanni XXIII sono antipapi, quindi illegittimi, per cui cadono tutte le accuse contro il papa legittimo, Gregorio XII.

 

3. Giovanni XXIIII di cui si chiede conto è inesistente. Nella storia è indicato col nome di Baldassare Cossa ed è antipapa.

 

4. Martino V (1417), è accusato di nepotismo eccessivo, ma fece anche molte cose buone. Riuscì a sollevare, almeno in parte, le sorti e i diritti della S. Sede, pur non riuscendo a togliere gli abusi. Della cresciuta autorità pontificia seppe fare in gran parte buon uso: creò cardinali degni; accordò per il 1423 il giubileo; fece trasportare solennemente a Roma le ossa di S. Monica; giustificò S. Bernardino da Siena dalle accuse degli avversari, approvando il culto del SS. Nome di Gesù (1427). Fu mite con gli Ebrei. Ebbe grandi meriti quale pacificatore e restauratore di Roma dopo gli orribili danni dell'età precedente.

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