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Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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I LIBRI APOCRIFI E LA TRADIZIONE

Ultimo Aggiornamento: 01/09/2009 08:44
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01/09/2009 08:44

Non cattolico. Caro fratello, ne hai ancora per molto?

Cattolico. Si, caro. Il fatto é questo: il non cattolico, generalmente, si limita a dire, meglio a negare alcune verità sostenute dalla Chiesa, senza darne vere e circostanziate ragioni. Tocca al cattolico, poi, ricostruire quanto con una grossa bomba                          (= affermazioni generiche.) il non cattolico ha distrutto.

Ti prego, sii fedele agli impegni e lascíami ancora parlare.

Dopo avertí fatto ascoltare delle voci autorevoli, disponiti a riflettere su proposte più comuni e che derivano dall'esperienza della vita.

Per quanto riguarda il nostro argomento, si può dire che l'uomo, nella situazione concreta in cui si trova, sia in buona parte un dono della tradizione. L'uomo è dotato di libertà, per questo può assumere atteggiamenti teorici e pratici che, secondo i casi, lo definiranno - rispetto alla tradizione - come conservatore, tradizionalista, progressista, rivoluzionario, ecc ...

Nel campo del sapere, la tradizione ha un'importanza considerevole perché i contenuti spirituali, per quel tanto che superano la sfera dell'esperienza e della riflessione personale, dipendono completamente dalla testimonianza degli altri, (trasmessa a volte da epoche molto lontane).

Tutta la rivelazione si rifà all'Antico ed al Nuovo Testamento. Ne deriva l'importanza eccezionale di approfondire sia il sorgere delle tradizioni relative ai "momenti opportuni della storia", sia l'influenza che può avere esercitato sopra di esse una lunga trasmissione.

In merito, il Concilio di Trento si occupa unicamente delle tradizioni che risalgono agli Apostoli e delle tradizioni dottrinali. Non pretende, quindi di approvare ogni tradizione che risale agli Apostoli, ma solo quelle che contengono la rivelazione del Verbo Incarnato.

Il Vaticano I, preciserà che la Buona Novella di Cristo è trasmessa ugualmente sia dalle tradizioni orali che dalla S. Scrittura, e che esse hanno diritto ad un eguale rispetto. Molte cose sono soltanto implicitamente rivelate, per cui la tradizione può riferirsi all'esplicitazione di esse fatta dalla Chiesa. (Tradizione ecclesiastica).

Grazie a Dio, pare che oggi, l'antica opposizione tra la sola Scrittura da un lato e la Scrittura e la tradizione dall'altro, sia stata ampiamente superata sia tra noi che tra i protestanti.

La Formgeschichte (= Storia delle forme) ha portato il pensiero protestante all'idea che la Scrittura sotto l'aspetto umano, non è altro che una testimonianza della tradizione primitiva, e inoltre lo studio di Lutero ha rivelato che questi ha vissuto largamente della tradizione della Chiesa. La Parola di Dio fu per lui la "Viva vox evangelii", cioè la "parola pronunciata" in seno alla Chiesa, la cui storia ci è offerta

come mezzo in cui si é effettuata la trasmissione della Parola. Gli Apostoli, trasformati in testimoni dei fatti e della Risurrezione, vengono mutati in maestri, provocano nei nuovi discepoli una riflessione di fede religiosa di cui si trova un'eco nelle parole di S. Paolo: "Vi rendo noto, fratelli, il Vangelo che vi ho annunziato..., se lo mantenete in quella forma, in cui ve l'ho annunziato…ricevete la salvezza. Altrimenti avreste creduto invano! Vi ho trasmesso, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto…" (1 Cor 15,1-3)

         S. Paolo accettò dal gruppo apostolico la tradizione relativa al Gesù secondo la carne e tutto questo lo introdusse nel mondo pagano.

I protestanti pensano che i cattolici abbiano sostituito gradatamente la sola tradizione apostolica, prima fonte della rivelazione, con una tradizione apostolica ed ecclesiale. Ma non è così, giacché per la Chiesa Cattolica la tradizione, nel suo aspetto principale, è la predicazione viva ed infallibile della fede, pur distinguendo chiaramente fra tradizione costitutiva della Chiesa dei tempi apostolici e tradizione continuativa ed esplicativa della Chiesa successiva.

L'autorità romana, non molto tempo fa, espresse la sua disapprovazione per ogni formulazione che pareva identificare 'tradizione' (fonte della rivelazione) e magistero (interpretazione autentica della rivelazione), mettendo all'indice il libro di     L. Charlier che salutava "l'eliminazione della prova storica attraverso le fonti, sostituendola con la prova del Magistero" e "l'identificazione della predicazione della fede per mezzo del magistero ecclesiastico con la tradizione ".

E' anche vero che il cattolico, più che fidarsi di se stesso, trova la certezza della fede nella vita concreta della Chiesa, Corpo Mistico di Cristo.

Questa valorizzazione della tradizione viva si fonda sulla dottrina scritturistica relativa alla Chiesa e sul comportamento concreto della Chiesa antica nella lotta contro le eresie, come pure sulla ragione teologica, ossia il contenuto del messaggio apostolico, senza un'autorità infallibile, non potrebbe continuare ad essere presenza escatologica, ma sarebbe sommerso e travolto, quasi ineluttabilmente, dalla evoluzione delle dottrine e delle istituzioni umane.

Non è escluso che la Chiesa, vivendo del contenuto della rivelazione, possa acquisire, sotto la guida dello Spirito Santo, se non una intuizione più profonda, per lo meno una conoscenza riflessiva più sviluppata di quella degli Apostoli. La promessa che troviamo in Gv 16,13: "...Vi guiderà alla Verità tutta intera" vale, in un certo senso, per l'intera storia della Chiesa.

Nelle definizioni conciliari (Concilio di Trento e Vaticano I) si parla:

 

1.     solo di tradizioni divino-apostoliche;

2.     aventi relazione con la fede e con la morale;

3.     trasmesse ininterrottamente per mezzo del Magistero della Chiesa assistita dallo Spirito Santo.

 

Mancando una sola di queste condizioni si hanno sempre tradizioni umane fallibilissime.

Nella Bibbia si trova affermata sia l'esistenza di un mezzo vivo ed autentico di trasmissione orale, sia l'esistenza di determinate verità da tramandare fedelmente: "Andate dunque, fatevi discepoli tutte le genti... insegnando loro ad osservare tutto quanto vi ho comandato " (Mt 28,19-20). Gesù si preoccupò di predicare e di far predicare, non di scrivere o di far scrivere. E negli scritti degli Apostoli è innegabile la frammentarietà e la incompletezza, a confessione dei loro stessi autori:

 

-          Gv  20, 30: "Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro";

-          Gv 21,25: "Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere".

- S. Paolo (Rm 10,17) scolpisce la natura e la necessità della tradizione: la fede viene per ascoltazione, e l'ascoltazione per mezzo della Parola di Cristo".

-          In 2 Ts 2,15, più esplicitamente dice: "Perciò, fratelli, state saldi e mantenete le tradizioni che avete apprese così dalla nostra parola, come dalla nostra lettera"; anzi, prima che allo scritto, S. Paolo si appella alla sua viva voce: " ... tutti i nostri padri furono battezzati in rapporto a Mosé nella nuvola e nel mare. . . " (1 Cor 10,2).

-          - In 1 Cor 11,23, come ho già riferito altrove, S. Paolo precisa: "lo, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso". (Confrontare anche     1 Cor 15,3; 1 Ts 4,2; 1 Tm 6,20; 2 Tm 2,1-2).

 

L'atteggiamento dei Padri Apostolici riguardo alla tradizione orale è indicato da Papia (130 circa): "Se poi fosse venuto qualcuno che aveva seguito i presbiteri, ricercavo da costoro i detti dei presbiteri: che cosa aveva detto Andrea, o Filippo, o Tommaso, o Giacomo, o Giovanni, o Matteo, o qualche altro discepolo del Signore.... Infatti ero convinto che non avrei avuto tanto giovamento dalle cose apprese dai libri, quanto dalla voce viva e permanente" (Eusebio, Hist. Eccl. III, 39; PG 20, 297).

S. Clemente Romano dice che la predicazione degli Apostoli e dei Vescovi da loro costituiti è la "regola della nostra tradizione".

Secondo S. Ireneo (+ 202), la Chiesa le medesime cose predica, insegna e trasmette quasi avesse una sola bocca. Infatti, quantunque nel mondo ci siano lingue diverse, tuttavia una e identica è la virtù della tradizione. Né le Chiese che sono state fondate in Germania credono diversamente, né diversamente predicano" (Adv. hacr., 1, 10,2; PG 7,553).

"Se gli Apostoli non avessero lasciato nulla di scritto, si dovrebbe egualmente seguire l'ordine della tradizione consegnata da loro ai capi della Chiesa. Questo metodo è seguito da molti popoli barbari che credono in Cristo. Senza carta e senza inchiostro essi hanno scritto nel loro cuori la salvezza per opera dello Spirito Santo: essi conservano accuratamente l'antica tradizione" (ibid. III, 4, 2, PG 7,855).

Anche Tertulliano, S. Basilio, S. Agostino ci parlano di questa tradizione apostolica.  Vincenzo di Larino (sec.V) formulò la regola per riconoscere, fra tante, la vera tradizione apostolica:

"In ipsa item Ecclesia catholica magnopere curandum est ut teneamus quod ubique, quod semper, quod ab omnibus creditum est" (=  Similmente nella stessa Chiesa Cattolica è da tener presente che si conservi con fermezza ciò che dovunque, ciò che sempre, ciò che da tutti è stato creduto" (Commonit. 2, L 50.646).

 

S. Cirillo Alessandrino presentò una raccolta di florilegi sulle tradizioni al Concilio di Efeso (431) in difesa della divina maternità di Maria.

 

Alcune precisazioni

1. Sia nella Bibbia che presso i Padri, il concetto di tradizione è sempre collegato all'assistenza dello Spirito Santo: senza lo Spirito di Verità l'insegnamento orale, pur con tutte le cautele umane, non potrebbe non mescolarsi con inevitabili errori. E' su questo punto che erra il Protestantesimo.

2. Il concetto di tradizione è inscindibile dal magistero vivo della Chiesa: una tradizione, sia pure del 1° o del 2° secolo, non attestata dalla Chiesa di oggi, potrebbe valere come documentazione storica, ma non costituire norma di fede.

3. Da quanto detto, è chiaro che la rivelazione non è necessariamente espressa in modo completo nella S. Scrittura.

4. La tradizione, però, non è indipendente dalla Scrittura, come se fosse una seconda fonte della rivelazione, ma deve sempre orientarsi nel senso della Scrittura. Quindi la Scrittura é la norma della tradizione che a sua volta è l'interprete della Scrittura.

5. La Scrittura è opera e grazia di Dio che promana dalla Chiesa, sua unica custode ed interprete, e al di fuori della quale non può essere compresa. La Sacra Scrittura esiste solo in seno alla Chiesa e alla Storia della sua tradizione. La Divina Rivelazione nella Scrittura e nella tradizione viene proclamata in tutta la Chiesa. Essa è presente ed operante nella Chiesa o meglio é Dio stesso che è presente in mezzo agli uomini nella sua Parola.

6. Come ho già accennato, sotto il soffio dello Spirito Santo, la coscienza di fede della Chiesa penetra sempre più profondamente il senso della Scrittura. Si assiste cosi ad uno sviluppo nell'apprendimento e nella scoperta delle correlazioni finora occulte della rivelazione.

 

In conclusione, possiamo dire che la tradizione è l'altra maniera nella quale la rivelazione si manifesta. E' nella concretezza vissuta (= tradizione) che le S. Scritture trovano la loro autentica significazione. Non si possono isolare  Tradizione e Sacra Scrittura, né vi può essere dissidio tra l'una e l'altra, perché entrambe scaturiscono dalla stessa divina sorgente.

 

Nulla può proporre la Tradizione contrario alla S. Scrittura.

Se ci rifacciamo alle Chiese apostoliche, è chiaro che esse vivevano della predicazione degli Apostoli, della quale gli scritti neotestamentari sono soltanto occasionali e particolari documenti. Il canone stesso della S. Scrittura non può definirsi se non in base alla Tradizione. Senza la Tradizione la parola della S. Scrittura è polivalente ed equivoca. La S. Scrittura non porta in se stessa il criterio sufficiente e inequivoco della propria interpretazione. Si vince, per esempio, l'arianesimo, interpretando il testo biblico mediante un concetto ed una parola non biblici:  "consustanziale"..

Con l'accettazione di questo termine il Concilio di Nicea pose fine, all'equivoco ariano.

 

Lo stesso Credo, detto apostolico, è stilato - in alcune verità - con parole

non bibliche. Così, per esempio, la formula "comunione dei santi", "Chiesa santa cattolica". Si capisce allora come S. Agostino potesse asserire energicamente: "Non crederei nei Vangeli se non mi vi inducesse l'autorità della Chiesa".

Ora, la Chiesa è l'insieme dei credenti. Sono i credenti, nel loro insieme, i portatori della Tradizione, e ciò perché, come ho già detto tante volte, essi come Chiesa sono il "prolungamento" del Cristo, di cui costituiscono il Corpo Mistico.

 

Non cattolico. Tu dici delle belle cose, ma la realtà è che molte verità insegnate dalla Chiesa Cattolica non esistono né nella Bibbia né nel Credo apostolico, verità alle quali tutti diciamo di credere. Noi questi cambiamenti, invenzioni, tradizioni, per ragioni di fedeltà alla divina Parola, non possiamo ammetterli.

 

Cattolico. Preciserò successivamente le affermazioni troppo facili di fedeltà alla Bibbia ed al Credo fatte dai non cattolici. Per ora voglio precisarti che é regola fondamentale della Chiesa Cattolica l'immutabilità sostanziale della verità".

Infatti il Cristianesimo ha nella Chiesa la sua realizzazione secondo il disegno del suo Fondatore. La Chiesa appartiene a Cristo e non può mai mettere da parte l'insegnamento di Cristo: perciò la sua dottrina è immutabile.

I suoi membri possono essere perseguitati, messi al bando e uccisi, ma la Verità non muta. Non sarà mai possibile che sia vero quello che era falso e viceversa.

Caratteristica della Verità è la stabilità.

Esiste invece la possibilità di mutamento nella forma per venire incontro alle mutate esigenze dei tempi. Se, per esempio, si preferisce esercitare il culto in una certa lingua al posto di un'altra, non c'è alcuna obiezione da fare. Dio si può lodare in latino o in greco o in qualsiasi altra lingua. Se certe forme esterne vengono cambiate, come ha inteso di fare l'ultimo Concilio ecumenico, non c'è alcun motivo per fare obiezioni. Dio viene incontro all'uomo; e non ha forse introdotto la più grande novità quando il Figlio di Dio ha assunto la natura umana?

Altro è dunque aggiornarsi, come soleva dire papa Giovanni XXIII, e altro cambiare la dottrina, come è avvenuto ai tempi di Lutero e come qualche spirito critico vorrebbe fare anche oggi, mettendosi contro gli insegnamenti del magistero, cui Cristo ha affidato il compito di rappresentarlo sulla terra.

Riassumendo, c'è una sola Verità che non muta: quella fondata sulla Parola di

Dio. Le altre sono necessariamente mutevoli. (cfr. "Carroccio" n. 3 del 28 gennaio 1990. «La forma e la sostanza" di Ulderico Gamba, p. 2).

 

Non cattolico. Dopo tutto quello che hai detto, per me restano ancora insolute le obiezioni fatte, e cioè:

 

l. La Chiesa romana, secondo il Concilio di Trento ed il Vaticano II, afferma che la Scrittura non rispecchia tutto il pensiero di Gesù, e questo a noi sembra una bestemmia.

2. La Chiesa romana, in base alla teoria del "germe", proposta dal Cardinale John Henry Newman, ha formulato le sue tradizioni alterando così la divina Parola e prendendosi l'ardire di dire e insegnare ciò che Gesù e gli Apostoli non hanno voluto fosse scritto.

3. Le tradizioni della Chiesa cattolica non solo non si trovano nella Bibbia, ma sono in contrasto con essa. Per esempio, la tradizione insegna che i bambini non battezzati sono esclusi dal Paradiso, mentre Gesù dice che di essi è il Regno dei cieli              (cfr. Mt 19,14).

4. I Padri della Chiesa, in contrasto con la Chiesa romana non credevano alle tradizioni. Infatti:

a) S. Giustino martire (+ 155) afferma: "Non abbiamo alcun comandamento di credere alle tradizioni umane ... ed io ho cura di riferire ogni cosa alle Scritture";

b) S. Girolamo (400 circa) dice: "Fuori delle Scritture siete nella notte dell'errore ... Le cose che si inventano sotto il nome di tradizione apostolica senza l'autorità della Scrittura sono colpite dalla spada di Dio";

c) S. Giovanni Crisostomo (390 circa) scrive: "Quando l'eresia si impadronirà della Chiesa, sappiate che non vi sarà prova di vera fede e di cristianità se non con le Sacre Scritture, perché quelli che si volgeranno altrove periranno";

d) S. Agostino (400 circa) afferma: Io mi sottometto all'autorità dei libri canonici e a nessun'altra. Tutto ciò che è necessario alla fede e alla condotta della vita si trova nelle dichiarazioni della Scrittura".

 

5. La Tradizione della Chiesa romana, in contrasto col Credo apostolico, crede a tante cose in esso non esistenti, come: l'Immacolata Concezione, l'Assunzione di Maria in anima e corpo in cielo, il purgatorio, il limbo, la confessione auricolare, il papato, ecc.

Cattolico. Fratello, se non erro, tu mi stai ripetendo quello che già mi hai detto precedentemente e che è compreso nei numeri 105 e 106.

Quanto ti ho detto finora, a pensarci bene può essere già una esauriente risposta alle tue istanze. Ma per maggior precisione ti ricorderò brevemente le seguenti affermazioni:

 

a) La Tradizione di cui ti ho parlato è quella di origine apostolica. Nel n. 106 troverai riportati i passi del N.T. che si riferiscono a tale Tradizione. Questa progredisce nella Chiesa con l'assistenza dello Spirito Santo: cresce infatti la comprensione tanto delle cose quanto delle parole trasmesse, sia con la riflessione e lo studio dei credenti, sia con l'esperienza data da una più profonda "Intelligenza" delle cose spirituali, sia per la predicazione di coloro i quali con la successione episcopale hanno ricevuto un carisma sicuro della verità (cfr. n. 107). Questa può essere la teoria del "germe", che però, a pensarci bene, è l'iter di tutte le discipline: della storia, della filosofia, della tecnica, dell'arte, compresa quella del falegname, del fabbro, del progresso scientifico e del progresso in genere. Nulla v'è, sostanzialmente, nella S. Tradizione che non sia esplicitamente o "implicitamente" contenuto nella S. Scrittura.

 

b) La S. Tradizione, dunque, e la S. Scrittura sono strettamente tra loro congiunte e concomitanti. Il fatto di attingere anche dalla Tradizione, rafforza la certezza e la convinzione della verità, senza menomare la forza e l'importanza della S. Scrittura. Quando una notizia viene attinta da una fonte sicura, il sentirla confermata da un'altra fonte o da un testimone oculare, non toglie nessuna forza alla fonte ufficiale e autorevole, ma le conferisce un maggiore splendore, specialmente quando le due fonti hanno una sorgente in comune, che qui sono Cristo e gli Apostoli.

c) La S. Tradizione e la S. Scrittura costituiscono un solo sacro deposito della Parola di Dio affidate alla Chiesa. Il Magistero vivo della Chiesa è l'autentico interprete della parola scritta e trasmessa, la cui autorità è esercitata nel nome di Gesù Cristo. Quindi, il Magistero è a servizio della divina Parola: esso - assistito dallo Spirito Santo - insegna soltanto ciò che è stato apostolicamente trasmesso, sempre in connessione e mai in contrasto con la S. Scrittura

Dunque la S. Scrittura, la S. Tradizione e il Magistero ecclesiastico, per sapientissima disposizione di Dio, sono talmente tra loro congiunti da non poter sussistere indipendentemente (vedi n. 108).

d) La Chiesa vive della Tradizione e la Tradizione è Cristo stesso che si consegna col dono dello Spirito Santo. Per ciò, quando si afferma che la Chiesa è tradizionale si vuoi significare la sua sottrazione all'arbitrio, la sua origine e natura "Cristologica" e "spirituale".

Non dobbiamo mai dimenticare che la Tradizione è una realtà vivente, un'esperienza: ossia è tutta la Chiesa che procede nei secoli solidale con la storia e le sue circostanze, Corpo Mistico di Cristo, con a Capo Cristo stesso e "animata" dallo Spirito Santo.

e) Si ricordi pure che la Chiesa di Cristo, sempre una ed unica, si occupa, unicamente  delle Tradizioni che risalgono agli Apostoli e non di "ogni tradizione" che risale agli Apostoli, ma solo di quelle che contengono la rivelazione del Verbo Incarnato (vedi n.109).  E poi non si dimentichi che anche il protestantesimo è giunto all'idea che

la Scrittura, sotto l'aspetto umano, non è altroché una testimonianza della tradizione primitiva, e che anche Lutero', ha vissuto largamente delle tradizioni della Chiesa.

f) Si tengano anche presenti i passi del N.T. che ci fanno sapere che molte cose dette e fatte da Gesù non furono scritte (cfr. Gv 20,30; - 21,25); e gli altri passi ricordati nel n. 106 che ci parlano della tradizione apostolica, e anche di S. Paolo che dice " ... Ciò che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, è quello che dovete fare. E il Dio della pace sarà con voi" (Fil 4,9). Tutto quello che i Filippesi hanno visto, ascoltato, ricevuto e imparato da S. Paolo, noi non lo sappiamo, o non lo sappiamo con precisione... E' logico perciò che fin dai primissimi tempi i cristiani vivevano di tradizioni alle quali si è poi aggiunto lo scritto. Ma né lo scritto poteva e voleva distruggere la tradizione, né questa può essere in contrasto con lo scritto che è seguito ed è sorto da essa.

 

Non cattolico. Mi pare che con belle frasi, meglio con sofisticate e capziose parole cerchi di eludere le mie domande. Spiegami allora perché i Padri della Chiesa rifiutano energicamente le tradizioni della Chiesa romana?

Cattolico. Caro fratello, forse tu neppure ti accorgi di certi errori "tradizionali" dei non cattolici. Per te tali errori sono diventati verità. Infatti, guardiamo questi Santi Padri da te citati:

 

a)     S. Giustino. Egli è d'accordo con la Chiesa romana e perciò anche con Gesù che proibiscono tradizioni e dottrine umane.

b)      S. Girolamo. Io personalmente, fedele alla Chiesa romana e perciò a Cristo, dico a te ed a tutti i non cattolici, quello che diceva: "Se voi volete chiarire le cose in dubbio, andate alla legge e alla testimonianza della Scrittura; fuori di lì siete nella notte dell'errore. Noi ammettiamo tutto ciò che è scritto, rigettiamo tutto ciò che non lo è. Le cose che si inventano sotto il nome di tradizione apostolica senza l'autorità della Scrittura, sono colpite dalla spada di Dio". Chiaro? Io ti ho parlato di tradizioni apostoliche, non inventate, ma di quelle di cui ci parlano i Sacri Testi, ossia di quelle congiunte e concomitanti con la S. Scrittura.

a)     S. Giovanni Crisostomo. Egli da gran Santo e da grande Dottore della Chiesa, ha fatto una delle più attuali e tristi profezie quando ha detto: "Quando l'eresia si impadronirà della Chiesa, sappiate che non vi sarà prova di vera fede e di cristianità se non con le S. Scritture, perché quelli che si volgeranno altrove periranno". Pensando all'amore che Gesù mi inculca verso tutti e chiunque, io voglio dire: spero che i fratelli non cattolici si rivolgano sinceramente alle S. Scritture, perché così si convertiranno e vivranno. Ma se si faranno guidare, dalla avversione viscerale e dal pregiudizio, allora sì che periranno.

b)      S. Agostino. Egli ci dice con fermezza: "Io mi sottometto all'autorità dei libri canonici e a nessun'altra. Tutto ciò che è necessario alla fede, e alla condotta della vita si trova nelle dichiarazioni chiare della Scrittura". Come il solito, S. Agostino, è sempre chiaro e profondo. Chi lo conosce un po' sa che egli affermava enfaticamente, ma coraggiosamente: "Non crederei ai Vangeli, se non me lo dicesse la Chiesa". Frase chiara, semplice e solenne, carica di fede e coerenza. Leggendo la S. Scrittura, aveva ben capito l'autorità e l'infallibilità conferite da Cristo alla "Sua" Chiesa. Sapeva bene che Gesù aveva istituito, in Pietro e nei suoi successori, un vicario del suo Amore, che guidasse e pascesse il "Suo gregge" e che, nel dubbio, lo confermasse nella fede, perché a lui erano state affidate le chiavi del regno e la giusta interpretazione della divina Parola. Sapeva, S. Agostino, che la Chiesa era "Colonna e sostegno della verità", e che non ascoltare i suoi rappresentanti significava non ascoltare Cristo e che disprezzare Lui significava disprezzare lo stesso Padre che l'aveva mandato.

 

Non cattolico. Non mi sfuggire. Tutte queste parole vengono confutate egregiamente dall'ultima mia obiezione: dal "Credo" a cui aderiscono cattolici  e non cattolici e si capisce bene che la Chiesa primitiva non credeva a tutte le tradizioni. Cattolico. Non è difficile dimostrare che nel "Credo" ci sono solo le linee maestre della nostra fede. Chi crede in Cristo, crede anche a tutto ciò che Egli ha detto, e di ciò che Egli ha detto e fatto, nel "credo" non c'è nulla!..  Vedremo nella confutazione dei capitoli successivi come il papato, l'Immacolata Concezione, la Messa, ecc. sono verità bibliche e non invenzioni della Chiesa romana.

(fine conf. 3° Cap.)

 

Il Signore vi dia pace           

Frà Tommaso Maria di Gesù

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