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Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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LA BIBBIA IN LIBERTA' VIGILATA

Ultimo Aggiornamento: 01/09/2009 08:46
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01/09/2009 08:46

Per l'Italia non si ebbero proibizioni di sorta, e quanto ivi fosse comune, prima del movimento luterano, l'uso di leggere la Bibbia volgare è dimostrato, per la regione veneta, dalla prefazione di Isaia da Este, il quale, come è stato detto, si giustificava di aver scritto in volgare per dare una traduzione più corretta in quanto molte donne mentre filavano cantavano tratti della Bibbia.

Anche in altre regioni d'Italia consta che, prima di Lutero, era usuale la lettura della Bibbia in volgare (cfr Archivio Storico Italiano, Firenze, 1842, App. I, p. 334).

SENONCHE' LA RIVOLUZIONE RELIGIOSA DEL PROTESTANTESIMO PROVOCO' PER REAZIONE MISURE RESTRITTIVE.

 

Dopo prescrizioni locali la sede romana intervenne per la prima volta nel 1559, allorchè l’”Indice” di Paolo IV proibì di stampare e detenere la Bibbia in volgare senza il permesso del S. Uffizio.

I permessi erano concessi con notevole larghezza.

Divenuto poi remoto il pericolo del protestantesimo, la Congregazione dell"Indice" nel 1757, permetteva le versioni in volgare approvate dalla Sede romana o pubblicate sotto la sorveglianza dei Vescovi con annotazioni estratte da autori cattolici.

 

La sostanza di queste disposizioni è quella ancora vigente.

Il frequente uso della Bibbia fece sorgere costumanze varie, spesso encomiabili, talvolta strane, non di rado riprovevoli.

Per lo stesso volume materiale della S. Scrittura, Giudei e Cristiani ebbero

sempre particolare venerazione.

Ho ritenuto opportuno tracciare la cronistoria della “lettura della S. Scrittura” desumendola non dalla fantasia ma dalla storia bimillenaria della Chiesa e con l’aiuto dell'Enciclopedia Cattolica.

Per ragioni pratiche e facilmente comprensibili, mi sono limitato all'essenziale, presentando al lettore soltanto una specie di schema e per giunta scheletrico, però sufficiente - voglio sperarlo - a farsi un'idea abbastanza chiara e positiva, non catastrofica come quella presentata dall'"autore", della situazione circa la “vigilanza” protettiva e non repressiva, esercitata dalla Chiesa Cattolica a beneficio dei propri fedeli.

 

A pag. 17 l"autore" riporta, scandalizzato, le seguenti parole del Papa Paolo VI, il quale afferma che la Bibbia deve essere letta “non con le sole risorse dell'erudizione umana, ma con il concorso del Magistero della Chiesa, custode e interprete della rivelazione divina”. Sante e sagge parole! Ma chi rigetta l'autorità terrena, divinamente costituita, rigetta anche, forse senza saperlo e senza volerlo, anche quella della divina Parola e delle disposizioni in essa contenute.

Ho già detto e ripetuto centinaia di volte che Gesù ho fondato la “sua” Chiesa su Pietro, costituito suo vicario visibile, al quale si benignó di dare il carisma, unico sulla terra, di “confermare i fratelli nella fede” (Lc 22,31-32). Fondando la Chiesa su Pietro gli affidava le “chiavi del Regno dei Cieli”, precisandogli che contro di essa “non avrebbero prevalso le porte degli Inferi”; inoltre, gli commetteva la facoltà di "sciogliere e legare" (cfr Mt 16,18-20). Prima di salire al cielo, Gesù volle completare e togliere ogni dubbio su Pietro, nominandolo Pastore visibile e supremo del Suo gregge (cf Gv 21,15-17). Non mi sembra di dover commentare e chiarire questi tre punti così luminosi del Vangelo. La loro importanza è decisiva. Riporto le parola del fratello Nisbet (p.20) e con lui affermo: "quello che spaventa nella Bibbia non è quello che è oscuro, ma quello che è troppo chiaro".

Strano che finora non ho quasi mai trovato citati questi ed altri passi evangelici che, essendo troppo chiari e decisivi non sono tenuti in considerazione dal fratelli non cattolici: oppure, quando vengono citati, si dà loro una interpretazione completamente erronea ... facendoli diventare del tutto incomprensibili.

 

Continuando la confutazione, mi accorgo che l'autore cerca di giustificare tutti i suoi errori e ci dice che:

a) contro le pretese del Magistero ecclesiastico, Gesù afferma che lo Spirito Santo avrebbe reso i suoi discepoli (ossia tutti) capaci di ricordare e comprendere la Sacra Scrittura (cf Gv 14,26), perché "tutti saranno ammaestrati" direttamente da Dio, bastando la sola rivelazione dello Spirito Santo (cf 1 Gv 2,27).

Per rispondere a queste affermazioni apodittiche dell"autore" si potrebbe scrivere un intero lungo trattato. Ma questo io non le faccio. Spero che basteranno poche considerazioni.

l. Lo Spirito Santo é dato a tutti con la grazia del Battesimo, ma solamente

agli Apostoli e loro successori (=Chiesa) è dato in maniera da garantire l'autenticità del loro insegnamento. Se ogni singola persona è garantita dalle sole parole della Bibbia - interpretate a modo proprio - dobbiamo allora dire che lo Spirito Santo o si inganna o  inganna gli altri, giacchè sono migliaia le divisioni e suddivisioni dei non cattolici e ogni gruppo dà alla S. Scrittura una interpretazione propria. E’ da osservare ancora che essendo la Bibbia (Nuovo Testamento) nata nella Chiesa e dalla Chiesa, è solamente la Chiesa che può garantire la Bibbia e non viceversa. Infatti, fin dall'inizio i primi difensori della fede pensavano proprio così.

S. Ireneo (115-202 ca), scriveva: “C’è un solo Dio, un solo Cristo, una sola Chiesa fondata sull'unica fede tramandata dagli Apostoli, la cui missione è di riunire tutta l’umanità in Cristo”.

Il discorso di Ireneo (“Contro le eresie” IV 26,2) si sviluppa con semplicità e chiarezza: il disegno di Dio sulla umanità viene rivelato dalle Scritture che sono perfette “perchè dettate dal Verbo di Dio e dal Suo Spirito”; i quattro Vangeli in particolare, sono la norma della fede e della verità. Tuttavia, in ultima analisi, più che alla Scrittura è alla regola di fede che bisogna riferirsi per controbattere gli eretici e ciò per due motivi: perché essi hanno diffuso una massa di opere apocrife, che dicono ispirate e perchè interpretano le Scritture secondo la loro fantasia.

Quale è dunque la regola della fede?

E' il  simbolo degli Apostoli, cioè il “credo” che ciascuno ha ricevuto con il Battesimo e che può essere spiegato e capito più o meno bene, ma non cambiato. Tale simbolo si trova nella Chiesa. Infatti, solo in essa si trova la formula autentica della fede, formula o simbolo che riassume le Verità rivelate nella Scrittura e soltanto in essa questo simbolo viene fedelmente spiegato, perchè la Chiesa ha ricevuto queste verità attraverso una successione ininterrotta di pastori: dagli stessi Apostoli ai Vescovi di oggi. Inoltre, questa trasmissione o “tradizione” della verità è stata assicurata contro l'errore con un "carisma certo di verità" (ivi.... Formula ripresa dal Vaticano II, Dei Verbum, 8).

Tale carisma è un dono dello Spirito Santo trasmesso ai pastori per il bene di tutto il corpo ecclesiale. Dunque è ai Vescovi cattolici che bisogna chiedere la spiegazione vera delle Sacre Scritture: “Dov’è la Chiesa, ivi è lo Spirito di Dio… con tutta la grazia e la verità”.

Il criterio ultimo delle verità contenute nella Scrittura è dunque l'insegnamento della Chiesa che riflette quello di Gesú stesso: "Chi ascolta voi, ascolta me..." (cf Lc 10,16). Ma, continua a riflettere S. Ireneo, come è possibile distinguere gli eretici dagli ortodossi o l'errore dalla verità, quando una chiesa dissente dalla Chiesa universale?

         In tal caso ci si attiene all’autorità dell’insegnamento delle Chiese più antiche, la cui sede episcopale risalga direttamente ad un apostolo. Tra queste spicca la Chiesa di Roma che possiede “la più alta autorità”, perché fondata dagli Apostoli Pietro e Paolo. Perciò è necessario che tutte le altre chiese si accordino con la Chiesa di Roma             (cf Storia della Chiesa, Ediz. Istituto S. Gaetano, pagg. 109-112).

 

Le altre affermazioni o obiezioni presentateci dall’autore e da me sinteticamente riassunte, sono le seguenti:

 

b- I cristiani non hanno bisogno di nessuno per sapere che la Bibbia è ispirata. Infatti, diceva Calvino: "il domandarci come facciamo a riconoscere che la Bibbia è ispirata da Dio, è come se uno domandasse come facciamo a conoscere la luce dalle tenebre'', il bianco dal nero, il dolce dall'amaro.." (p. 18).

c- "Non spetta dunque alla Chiesa cattolica di decidere se la Scrittura sia veridica, ma spetta alla Scrittura di testimoniare se1a Chiesa è ancora cristiana..."  (pp.  18-19).

 

d- Ma non siamo noi degli orgogliosi affermando di possedere la “Testimonianza dello Spirito Santo?” Gesù, dopo aver ringraziato il Padre “perchè hai nascoste queste cose ai sapienti... e le hai rivelate ai piccoli” (Cf Mt 11,25) promise ai discepoli che il Vicario, cioè lo Spirito Santo, sarebbe stato sempre con loro (p. 19 - Cf Gv 16,13).

e- La Bibbia è di una chiarezza impressionante. Lo afferma il profeta Isaia (29,18) quando scrive: "In quei giorni i sordi udranno le parole del libro e, liberati dall'oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno". Se poi, malgrado tutto, la Bibbia rimane ancora per molti un libro oscuro... anche questo è previsto dalla Bibbia: “E’ l'Eterno che ha sparso su voi uno spirito di torpore; ha chiuso i vostri occhi (i profeti), ha velato i vostri capi (i veggenti). Tutte le visioni sono divenute per voi come uno scritto sigillato...” (Is 29,10-12).

Cosa rispondere a queste altre quattro apodittiche affermazioni? 

Precedentemente ho risposto brevemente alla prima obiezione (a-) dell'"autore". Credo che quella risposta possa valere anche per le quattro successive obiezioni-affermazioni sopra riportate.

Le parole di Calvino sono chiare come è chiaro l'atteggiamento prodotto nei suoi seguaci e, in genere, in tutti i protestanti. Si può rimanere sbalorditi e sconcertati dalle semplicistiche e strane affermazioni di Calvino e dell’"autore", ma esse sono li, e costituiscono il credo di tanti fratelli non cattolici. Si possono ritenere delle elucubrazioni ed un'inganno per gli ingenui, ma esse non possono essere credibili per nessuna ragione.

Il paragone è inadeguato e puerile.

Un analfabeta, un bambino, un matto distinguono facilmente la luce dalle tenebre, il bianco dal nero, ma certamente non sapranno e non potranno capire la S. Scrittura. Così, come è già stato detto, è la Chiesa, nella quale e dalla quale è nato il Nuovo Testamento, a garantirci della sua autenticità e non viceversa. Gesù, fondando la "Sua" Chiesa vi ha posto un "principio" di unità ed esso non deve infrangersi. Perciò S. Paolo non ha timore di dirci che la Chiesa di Dio “è colonna e sostegno della verità” (cf 1 Tm 3,15-16). La sola Bibbia senza “Pietro” e il suo Magistero non è atta ad unificare, ma divide, come purtroppo, siamo costretti a costatare in tutti i raggruppamenti cristiani non cattolici.

Gesù raccomanda accoratamente l'unità (cf Gv 17,11 ... ); la stessa cosa fa San Paolo in diversi punti delle sue lettere. In Ef 4,4-6 insiste: “Un solo corpo ... una sola fede, un solo battesimo…”

Sono, poi, proprio le S. Scritture che ci confermano 1`ortodossia dell'unica Chiesa fondata da Cristo la quale non potrà mai cadere nell'errore perchè Cristo stesso e lo Spirito Santo ne garantiscono la stabilità nella Verità: “e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”, perchè lo Spirito Santo “vi guiderà alla verità tutta intera” (Gv 15,26-27).

La Chiesa Cattolica, istruita dall'Alto, rigetta qualunque interpretazione arbitraria o personale. Essa sa bene, dal primo capo visibile, che la Bibbia “non è soggetta a privata spiegazione” (cf 2 Pt 2,20-21). Sa pure che "nelle lettere del carissimo fratello Paolo ci sono alcune cose difficili da comprendere e gli ignoranti e gli instabili le travisano, al pari delle altre Scritture, per la propria rovina. Voi, dunque, carissimi, essendo stati preavvisati, state in guardia" (2 Pt 3,15-17).

Inoltre (d-), è bene precisare che lo Spirito Santo, inviato dal Padre in nome di Gesù, cioè in stretta unione con Lui (cf Gv 16,13-14), ha la funzione, presso gli apostoli, di continuare l'insegnamento di Gesù, nel senso di farlo ricordare e comprendere; non può essere quindi il Vicario di Gesù, perchè Egli è Dio come il Padre e come il Figlio.

 

Il profeta Isaia  (e-) in 29,18, usa delle metafore che indicano un cambiamento morale che avverrà nel paese in contrasto con i versetti 10-12, dove è descritto l'accecamento del popolo. La guarigione sarà totale, corporale e spirituale. Viene cosi eliminata la triste prospettiva di Is 6,9-10, in cui Dio minaccia il castigo per l'indurimento del cuore. Le descrizioni metaforiche del profeta non hanno nulla a che vedere con la comprensione o meno della Parola di Dio. Si sa che quando Israele prevaricava non ascoltava neppure i profeti, e quando si ravvedeva riusciva a capire

che del male subìto, responsabile non era Dio ma il popolo stesso.

Quanto detto finora non impedisce ai credenti di leggere con profitto la Bibbia con tutte le risorse di cui possiamo disporre. Anzi il vero cristiano è invitato dalla stessa S. Scrittura, oltre che dalla Chiesa, a leggere, studiare, nutrirsi e vivere la divina Parola; ma il vero cristiano sa anche a chi deve rivolgersi nei casi difficili e di incertezza. La pretesa di leggere e capire tutto da sè è segno di presunzione, ma Gesù ci avverte che "queste cose sono rivelate dal Padre ai piccoli (= umili ) e non ai sapientoni (= superbi)". L'umile non ha difficoltà a rivolgersi ad altri per capire bene la Parola di Dio, come fece l'umile eunuco quando si volse al diacono Filippo per avere spiegazione su quello che stava leggendo (cf At 8,31).

Anche il grande scrittore, filosofo, vescovo Agostino di Tagaste, basandosi proprio sulla S. Scrittura, diceva umilmente: “Io non crederei al Vangelo se non me ne convincesse l'autorità della Chiesa Cattolica”. S. Agostino, dottore della Chiesa, sapeva che questa è madre, custode e destinataria della Bibbia e non il singolo cristiano.

Nell'atto di fede il Cattolico, infatti, recita così: “credo tutto quello che Dio ha rivelato e la Santa Chiesa ci propone a credere" e, non quello che passa per la nostra testa dopo aver letto la Bibbia.

 

Il Signore vi dia pace.

 

(fine delle risposte alle obiezioni del capitolo II).

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