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Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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LIBRO "MA IL VANGELO NON DICE COSI'?"

Ultimo Aggiornamento: 01/09/2009 08:55
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01/09/2009 08:54

PREFAZIONE DEL LIBRO DA CONFUTARE

"BIBBIA E CRISTIANI A CONFRONTO"

 

Fascicoli dal n° 62 al n° 79

 

PREFAZIONE DEL LIBRO

"MA IL VANGELO NON DICE COSI'"

 

A cura di frà Tommaso Maria di Gesù dei frati minori rinnovati

Via alla Falconara n° 83 - 90100 Palermo  - Tel. 0916730658

 

 

Come primo "assaggio" prendo in considerazione la prefazione alla sedicesima edizione" del libro "Ma il Vangelo non dice così", Editrice Claudiana, TorIno, 1987. Tale libro rappresenta, in qualche modo, la sintesi di tutte le questioni mosse contro la Chiesa di Gesù dai fratelli non cattolici, elencate nel vari documenti segnalati all'argomento precedente.

Col titolo "Ma il Vangelo non dice così", lo scrivente non cattolico vorrebbe dire che il Vangelo dice il contrario di quello che afferma il Magistero ecclesiastico, di istituzione divina. Ora, il mio compito è quello di dimostrare le verità bibliche, ossia cristiane, cattoliche, apostoliche, romane, che esse sono esattamente il contrario di quanto affermato nel libro.

Nella prefazione suddetta trovo le seguenti affermazioni:

 

a - "molte critiche hanno raggiunto lo scopo" (pag. 3).

L'autore si riferisce ai vari incontri e sforzi ecumenici.

 

b - Parlando della libertà religiosa si evidenzia lo sforzo "del sacrificio che deve aver rappresentato per la Chiesa romana la sconfessione del suo massimo teologo, il Dr. Angelico"   (S. Tommaso d'Aquino), e della sua famosa dichiarazione: "Se ancora l'eretico viene trovato pertinace, la Chiesa, disperando della conversione di lui, provvede alla salute degli altri, separando quello dalla Chiesa per sentenza di scomunica, ed appresso lo abbandona al giudizio secolare onde sia sterminato mediante la morte" ("Somma Teol. Minuta", Quest. XI: De Haeresi", Propos. III, ci tata da " Italia Evangelica", 4 Feb. 1888, pag. 3).

 

c - "Non dimentichiamo dunque l'esercito dei confessori di Cristo, al cui sacrificio si deve se oggi anche la Chiesa romana riconosce il diritto a tutti di professare liberamente la propria fede"         (pag. 3).

 

d - " ... La situazione in seno alla Chiesa romana  è in fase di tale rapida evoluzione, che ogni profezia può essere egualmente legittima o fallace. E' lo stesso regnante Pontefice a renderci avvertiti della crisi profonda da cui la sua Chiesa è travagliata, e, se lo spazio lo consentisse, sarebbe estremamente utile e interessante riferire tutti quei discorsi".

 

Ecco alcuni esempi:

1. "Una delle nostre sofferenze più frequenti e più acute è di vedere il numero di quelli che abbandonano la Chiesa, e di quanti la criticano" (Paolo VI, 15 apr. 1964, da: "La documentation catholique").

2. " ... Il Papa ha lui pure bisogno di conforto. Che dire della pene che proviamo ogni giorno vedendo il pensiero della Chiesa incompreso e.il suo amore respinto?" (Paolo VI, 17 Feb. 1965, ivi).

3. "Molti.che si dicono cattolici sono preoccupati dì cercare con una sorta di passione, i difetti della Chiesa e della curia romana, formulando delle critiche che non sono sempre serene e. obiettive",(Paolo VI, 29.4.1964, ivi).

4. "Diversi elementi d'informazione ci fanno sapere che oggi, e un pò dovunque, un senso d'incertezza si va diffondendo più o meno apertamente nel clero" (Paolo VI, 21.2.1966, ivi).

5. "Ma la parola più drammatica é stata rivolta ai Gesuiti, proprio a quei Gesuiti che per secoli hanno costituito la díga opposta all`esigenza di riforma proclamata dal protestantesimo: "Volete voi, figli di S. Ignazio, soldati della "Compagnia" di Gesù, essere oggi ancora, domani e sempre quello che siete stati dalla vostra.fondazione e per la nostra sede apostolica? Questa domanda che vi rivolgiamo non avrebbe ragion d'essere se non fossero giunte alle nostre orecchie delle notizie e dei rumori concernenti la vostra compagnia - come del resto anche altre famiglie religiose - riguardo ai quali non possiamo nascondervi la nostra meraviglia e, per alcuni casi il nostro dolore" (Paolo VI, 16.11.1965, !vi).

Nel libro da me preso in considerazione e che cercherò di "seguire nelle sue linee principali", sono segnalate altre tre lamentele del Papa; per brevità ho scelto solo le cinque sopra elencate, a pag. 4.

 

L'autore continua: "Quanto siamo lontani dal quadro di una Chiesa romana monolitica, saldamente unita intorno al Magistero infallibile del Sommo Pontefice!

 

Certo la realtá non è tutta qui. Mentre i segni di un rinnovamento vanno moltiplicandosi, altrettanto numerose e autorevoli sono le dichiarazioni da cui vediamo che la Chiesa romana non intende deflettere di un  passo dalla linea di autoritarismo e di infallibilismo che hanno determinato il suo secolare cammino" (pag. 5).

 

Mi fermo qui per ora. Nei prossimi numeri, con l'aiuto di Dio e con la luce dello Spirito Santo, spero di rispondere a mano a mano, a tutte le principa lì obiezioni mosse dai fratelli non cattolici - e anche daglì stessi cattolici - camminando sempre sulla "strada maestra" indicataci da Gesù e dalla Sua Divìna e infallibile Parola.

 

Non meravigliamoci perché l'uomo è sempre stato ed è ,un pò ribelle. Ma la Chiesa è stata fondata da Cristo ed ha per Guida sicura lo Spirito Santo, e Gesù che sará sempre con Essa sino alla fine del mondo. Lo vedremo.

 

Nella prefazione suddetta trovo le seguenti affermazioni:

 

a - "molte critiche hanno raggiunto lo scopo" (pag. 3). L'autore si riferisce ai vari incontri e sforzi ecumenici.

b - Parlando della libertà religiosa si evidenzia lo sforzo "del sacrificio che deve aver rappresentato per la Chiesa romana la sconfessione del suo massimo teologo, il Dr. Angelico" (S. Tommaso d'Aquino), e della sua famosa dichiarazione: "Se ancora l'eretico viene trovato pertinace, la Chiesa, disperando della conversione di lui, provvede alla salute degli altri, separando quello dalla Chiesa per sentenza di scomunica, ed appresso lo abbandona al giudizio secolare onde sia sterminato mediante la morte" ("Somma Teol. Minuta", Quest. XI: De Haeresi", Propos. III, ci tata da " Italia Evangelica", 4 Feb. 1888, pag. 3).

c - "Non dimentichiamo dunque l'esercito dei confessori di Cristo, al cui sacrificio si deve se oggi anche la Chiesa romana riconosce il diritto a tutti di professare liberamente la propria fede" (pag. 3).

d - " ... La situazione in seno alla Chiesa romana  è in fase di tale rapida evoluzione, che ogni profezia può essere egualmente legittima o fallace. E' lo stesso regnante Pontefice a renderci avvertiti della crisi profonda da cui la sua Chiesa è travagliata, e, se lo spazio lo consentisse, sarebbe estremamente utile e interessante riferire tutti quei discorsi".

 

Ecco alcuni esempi:

1. "Una delle nostre sofferenze più frequenti e più acute è di vedere il numero di quelli che abbandonano la Chiesa, e di quanti la criticano" (Paolo VI, 15 apr. 1964, da: "La documentation catholique".

2. " ... Il Papa ha lui pure bisogno di conforto. Che dire delle pene che proviamo ogni giorno vedendo il pensiero della Chiesa incompreso e il suo amore respinto?" (Paolo VI, 17 Feb. 1965, ivi).

3. "Molti.che si dicono cattolici sono preoccupati dì cercare con una sorta di passione, i difetti della Chiesa e della curia romana, formulando delle critiche che non sono sempre serene e obiettive"; (Paolo VI, 29.4.1964, ivi).

4. "Diversi elementi d'informazione ci fanno sapere che oggi, e un pò dovunque, un senso d'incertezza si va diffondendo più o meno apertamente nel clero" (Paolo VI, 21.2.1966, ivi).

5.  "Ma la parola più drammatica è stata rivolta ai Gesuiti, proprio a quei Gesuiti che per secoli hanno costituito la diga opposta all`esigenza di riforma proclamata dal protestantesimo: "Volete voi, figli di S. Ignazio, soldati della Compagnia di Gesù, essere oggi ancora, domani e sempre quello che siete stati dalla vostra.fondazione e per la nostra sede apostolica? Questa domanda che vi rivolgiamo non avrebbe ragion d'essere se non fossero giunte alle nostre orecchie delle notizie e dei rumori concernenti la vostra compagnia - come del resto anche altre famiglie religiose - riguardo ai quali non possiamo nascondervi la nostra meraviglia e, per alcuni casi il nostro dolore" (Paolo VI, 16.11.1965, ivi).

Nel libro da me preso in considerazione e che cercherò di seguire nelle sue linee principali, sono segnalate altre tre lamentele del Papa; per brevità ho scelto solo, le cinque sopraelencate.

 

L'autore continua: "Quanto siamo lontani dal quadro di una Chiesa romana monolitica, saldamente unita intorno al Magístero infallibile del Sommo Pontefice!

 

Certo la realtá non è tutta qui. Mentre i segni di un rinnovamento vanno moltiplicandosi, altrettanto numerose e autorevoli sono le dichiarazioni da cui vediamo che la Chiesa romana non intende deflettere di un  passo dalla linea di autoritarismo e di, infallibilismo che hanno determinato il suo secolare cammino" .

 

Mi fermo qui per ora. Nei prossimi numeri, con l'aiuto di Dio e con la luce dello Spirito Santo, spero di rispondere a mano a mano, a tutte le principali obiezioni mosse dai fratelli non cattolici - e anche daglì stessi cattolici - camminando sempre sulla "strada maestra" indicataci da Gesù e dalla Sua Divìna e infallibile Parola".

 

Non meravigliamoci perché l'uomo è sempre stato ed è, un pò ribelle. Ma la Chiesa è stata fondata da Cristo ed ha per Guida sicura.lo Spirito Santo, e Gesù che sará sempre con Essa sino alla fine del mondo. Lo vedremo.

 

a - Obiezione "molte critiche hanno raggiunto lo scopo"

Ho già detto che l'autore si riferisce ai vari incontri, risultati e sforzi ecumenici. Non mi fermo su questa questìone perchè sarà trattata più ampamente a suo tempo. Certo la Chiesa Cattolica è ben lieta di raffrontarsi con chiunque in un dialogo aperto e sereno che spinga ad un rinnovamento della vita cristiana secondo le esigenze evangeliche: essa, come Città di Dio, "ha per re la verità, per legge la carità, per misura l'eternità" (S.Agostino). Perciò noi non dobbiamo unirci per essere più forti contro... ma per essere più fedeli al Vangelo, migliori servitori di Dio e degli uomini.

 

b - Parlando della libertà religiosa si evidenzia lo sforzo "del sacrificio che deve aver rappresentato per la Chiesa romana la sconfessione del suo massimo teologo, il Dr. Angelico" (S. Tommaso d'Aquino), e della sua famosa dichiarazione: "Se ancora l'eretico viene trovato pertinace, la Chiesa, disperando della conversione di lui, provvede alla salute degli altri, separando quello dalla Chiesa per sentenza di scomunica, ed appresso lo abbandona al giudizio secolare onde sia sterminato mediante la morte" ("Somma Teol. Minuta", Quest. XI: De Haeresi", Propos. III, ci tata da " Italia Evangelica", 4 Feb. 1888, pag. 3).

L'autore del libro preso in considerazioneci dice che la Chiesa romana, ha dovuto fare uno sforzo considerevole per "sconfessare" il suo massimo teologo, S.Tommaso d'Aquino, detto il Dottore Angelico, il quale dice che "l'eretico pertinace va colpito di scomunica ed abbandonato al giudizio secolare onde sia sterminato mediante la morte".

Qui si apre la lunga e spinosa questione delle "inquisizioni" protrattesi per alcuni secoli. Non credo opportuno trattare adeguatamente l'argomento. Cercherò di rispondere soltanto alla grave colpa "di S. Tommaso e al considerevole sforzo" fatto dalla Chiesa per "sconfessarlo" in quelle sue parole.

Il problema della libertà di pensiero, come oggi è a noi familiare, era ignorato a quel tempo e non era nemmeno posto: il che cambia completamente la valutazione psicologica dei fatti e le relative responsabilità. Di fronte all'inquisizione stava il pensiero dei Càtari e degli altri movimenti sìmilari pullulanti in quell'epoca, che furono il motivo fondamentale dell'istituzione di quel tribunale. Ecco alcuni fiori dottrinali di quegli eretici:

 

- La natura umana è essenzialmente cattiva, essendo sgorgata rispettivamente per l'anima e per il corpo dai due principi eterni ed opposti dell'universo, affermati dai Manichei: Dio e Satana.

 

- L'anima è quindi nel corpo come in carcere, da cui è bene anticipare la liberazione mediante il suicidio, specialmente lasciandosi morire di fame, frattanto rinunciando alle attività terrene, tutte diaboliche.

 

- Il matrimonio che serve ad incarcerare altre anime nei corpi è satanico e la relazione dei sessi un abbrutimento ... Ma se la continenza riesce difficile, molto meglio sfogarsi con l'infecondo concubinaggìo e altre bassezze innominabili...

 

-Tanto per purificare l'anima basta, in punto di morte, uno pseudo battesimo chiamato "consolamentum".

 

E così via ....

 

La Chiesa è stata tacciata di "oscurantismo e di superstizione" per queste condanne.

Ma cerchiamo di avere il coraggio di domandarci da che parte stesse l'oscurantismo e la superstizione.

Queste malsane dottrine erano manifestate pubblicamente e con la violenza: praticamente era attaccata e distrutta la stessa cellula sociale, la famiglia. ... E se si pensa che intere regioni risultavano contagiate da queste eresie, non ci farà meraviglia che la Chiesa, pure avendo da secoli rifuggita sempre dal ricorrere alla coercizione, dovette cedere "finalmente" davanti alla grave:situazione di fatto e alle pressioni dei Principi e della opinione pubblica, che vedevano in pratica l'effetto socialmente nefasto di quegli errori.

 

Il seguente episodio è tipico.

Sotto Alessandro III (1159-1181), quando l'arcivescovo dì Reìms, fratello di Luigi VII, spaventato dal progresso dei Càtari, si preparava ad una energica azione repressiva, gli eretici fecero appello al  Papa. La trepidazione del Santo Padre, per evitare durezze e ingiustizie, si manifestò subito in questa risposta all'arcivescovo:

"E' meglio assolvere dei colpevoli che prendersela, per un eccesso di severità, con la vita di innocenti ... L'indulgenza è più consona alle persone di Chiesa che la durezza".

Era l'eco fedele della mitezza del Vangelo.

 

Ma ecco alla carica il re, con questa curiosa lettera al Papa, la quale illumina tutta la situazione:

"Nostro fratello, l'arcivescovo di Reims, percorrendo.recentemente la Fiandra, vi ha trovato uomini sviati dalle funeste dottrine, seguaci della eresia dei Manichei; i fatti han provato che sono assai più cattivi di quello che non sembrino. Se la loro setta continua a svilupparsi, sarà un gran male per la fede .... Dia la saggezza Vostra un attenzione tutta particolare a questa peste e la sopprima, prima che possa accrescersi. Ve lo imploro per l'onore della fede cristiana, date tutta la libertà all"arcivescovo in questo affare: egli distruggerà quelli che si eriggono così contro Dio; la sua giusta severità sarà lodata da tutti coloro che in questo paese, sono animati da una vera pietà.

Se Voi agiste altrimenti, le mormorazioni non si sopirebbero facilmente e Voi scatenereste contro la Chiesa romana i violenti rimproveri dell' opinione.

Bisogna notare anche quest'ultima espressione che era verissima.

 

Contro quegli eretici era l'avversione violenta del popolo. Un'azione energica contro di essi corrispondeva a quello che oggi diciamo l'opinione pubblica.

Finalmente nel 1179, al Concilio del Laterano, Alessandro III, proclamava una specie di crociata, contro gli eretici, pur sottolineando i principi di mitezza e di rispetto del fatto di coscienza, ricordando che il clero aveva l'orrore del sangue e che si trattava di reprimere coloro che non si contentavano di professare il loro errore in segreto, ma lo manifestavano pubblicamente.

Era venuto il momento di cacciare, come Gesù, i profanatori del tempio.

 

Oggi dobbiamo tutti deplorare i poteri dittatoriali ed estensivi di cui si approfittarono gli inquisitori, la tortura ed i roghi. Ma se vogliamo fare della storia e non del romanzo, non dobbiamo dimenticare che la Chiesa permise tutto ciò - contro il suo tradizionale orientamento e la sua tradizionale prassi - sospinta dalla pressione dei poteri civili, dall'opinione pubblica e dalla gravità del pericolo, un pò come in guerra quando legittimamente si istituirono (e si istituiscono) i tribunali di eccezione e si emettono i cosiddetti "decreti catenaccio".

Il rogo contro gli eretici, per es., risale all'imperatore Federico II (1231) e in Inghilterra al Parlamento che lo decretava contro i Lollardi (1401).

Rispettivamente poi la Chiesa intervenne contro gli abusi inevitabili in tali tribunali umani, specialmente in Spagna.

 

Però attenti a non cadere nell'evidente ingenuità di giudicare tutto ciò con la mentalità di oggi, ossia con il nostro costume sotto tanti aspetti felicemente ingentilito. Tutto era più duro allora.

 

E la procedura inquisitoriale e la penalità era tutta regolata con la severa unità di misura, consona alla giurisprudenza e allo stato dei tempi. Ma fu una misura sempre molto meno grave da parte dell'inguisizione verso gli eretici che da parte avversa e in epoche ben più tarde verso i cattolici.

A prescindere dai roghi usati dai protestanti, basta leggere le torture dei prigionieri cattolici in Inghilterra, anche al tempo della regina Elisabetta, per rabbrividire.

Il cardinale G. Fisher, benchè ottantenne, fu rinchiuso per ordine di Enrico VIII - nella "Torre di Londra" (che lo storico protestante Froude (1818-1894) chiama "la morte vivente") solo per aver detto, in una conversazione privata, che il re non era il capo supremo della Chiesa inglese, ottenendo, per grazia speciale, di essere soltanto decapitato.

 

I cattolici sono trascinati su un graticcio per le strade e poi impiccati ... Il corpo poi veniva fatto a pezzi e poi esposto al pubblico.

Lo storico protestante Raffaele Rolinsen, collaboratore con l'Harrison nella grande Cronaca d'Inghilterra, Scozia e Irlanda (1578) ha affermato che il numero dei cattolici uccisi in Inghilterra da Enrico VIII è di 72.000.

 

Guglielmo Cobbet nella Storia della Riforma Protestante in Inghilterra e Irlanda (1824-1827) afferma a sua volta che Elìsabetta in un solo anno mandò a morte più persone che l'Inquisizione in tre secoli.

 

Che farebbe oggi la Chiesa se riconquistasse un'autorità così potente come in passato?

 

Tornerebbe a ridifendere la fede strenuamente, ma, indubbiamente, sviluppando al massimo il nuovo spirito di libertà e di raddolcimento del costume, che ha le sue radici nel Vangelo e si è sviluppato dal seno stesso della Chiesa.

 

Continuando dobbiamo aggiungere: ciò che deve renderci pensosi invece è che certi metodi di        altri tempi siano rinnovati e aggravati a sostegno dei più gravi errori, dai movimenti totalitari oggi. 

Sono milioni e milioni le vittime delle spietate,"inquisizioni" russa e cinese...                                        

 

D. In definitiva, dobbiamo applaudire le inquisizioni ecclesiastiche?

 

R. Non intendo dir questo. Dico che nessuno deve stupirsi che la Chiesa si preoccupi di tutelare la fede e, quando è necessario, che chiarisca le idee e definisca i dogmi. Certo resta un doloroso mistero, come anche i teologi più avveduti, come per es. S.Tommaso, abbiano trovato questa condotta legittima e normale. Qualche luce ci viene dagli stessi avversari delle inquisizioni.

Il Lea, uno degli avversari moderni più accaniti contro l'Inquisizione arriva a questa concessione:   "Per quanto orrore possano ispirarci i mezzi usati nel combattere gli eretici, per quanto sia grande la pietà che dobbiamo provare per quelli che morirono vittime delle loro convinzione, riconosciamo senza esitare che la causa dell'ortodossia era la stessa causa della civiltà e del progresso".

Forse anche oggi, il liberale più tollerante accetterebbe che il potere civile reprima le dottrine contrarie alla moralità riconosciuta da gente onesta, ammettendo, ad esempio, che venga perseguito colui che volesse proclamare la pederastia come un bene, la violenza ai minorenni, l'assassinio politico, ecc.

Questo onesto liberale - e credo che ce ne siano ancora - non considererebbe abusivi i consigli di repressione che la Chiesa desse a un governo rimasto sensibile alle sue evangeliche suggestioni.

Ma per, capire come si potesse ricorrere alle pene temporali e anche alla pena di morte, contro le colpe di pura eresia, bisogna mettersi nella mentalità del Medioevo, quando il culto della verità oggettiva era cosi grande che l'eresia era considerata uno dei massimi crimini che l'uomo potesse commettere e la certezza della fede era così viva e generale che si stentava  a credere che fosse possibile negare in buona fede il minimo articolo del Credo.  Il potere spirituale e quello temporale erano cosi legati che sembrava loro cosa normale di ricorrere l'uno all'altro per   qualsiasi motivo.

D. Ma il potere spirituale non può e non deve essere legato a quello temporale. Gesù ha detto "date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio" (cf  Mt 22,21).

R. Si è vero. Ma lo stesso Vangelo già chiaro in sè stesso da duemila anni, col tempo va sempre più penetrando le coscienze, e credo che questo processo di penetrazione e comprensione si protrarrà ancora per molti secoli. Noi oggi sentiamo orrore davanti alla schiavitù che invece i Romani consideravano cosa indispensabile e allo stesso modo che non concepivano il mondo senza l'impero, non sapevano pensare l'impero senza schiavitù; e c'é da scommettere che quando i nostri lontani pronipoti vivranno in una Europa pacificata e unita, stenteranno a capire come mai abbiamo tardato tanto a uscire dall'attuale anarchia e disunione, si semplice sembrerà il mezzo... quando sarà stato trovato.

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