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LIBRO "MA IL VANGELO NON DICE COSI'?"

Ultimo Aggiornamento: 01/09/2009 08:55
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01/09/2009 08:54

D. Ma la Chiesa non è illuminata dallo Spirito Santo? Gesù non è sempre con Essa?

R. Si, la Chiesa è certamente guidata dallo Spirito Santo e Gesù è sempre con Essa, ciò però non toglie che Essa sia anche umana e come tale è soggetta alle fluttuazioni e alle sinuosità del tempo. Molte cose sono provocate e imposte da situazioni contingenti. Certamente la guerra non rispecchia l'amore insegnatoci da Cristo, eppure quante volte è stata ed è tuttora inevitabile ad opera di uno o anche di entrambi i contendenti? Io non voglio scusare il male, intendo semplicemente essere obiettivo.

Per comprendere le inquisizioni sarà necessario "farsi un'anima da antenato".

 

D. Tutte queste parole mi sembrano solo scuse, perchè i fatti che si leggono sono impressionanti e non sono scusabili nemmeno per quei tempi passati.

R. Ho già detto qualcosa circa gli eccessi e le violenze a cui giunsero molti eretici, per cui si applicò il principio: "a mali estremi, rimedi estremi" Si noti però che gli errori sono stati amplificati a piacimento e che scrittori più amanti dell'effetto da produrre che dell'oggettività da salvaguardare, diedero libero corso alla fantasia, come, ad esempìo, Victor Hugo.

Ciò premesso, dobbiamo ammettere lealmente i fatti e deplorare molte cose che si sarebbero potute evitare con la scelta di migliori metodi.

Il cattolico di oggi soffre al ricordo di certi metodi. Però bisogna anche sapere che dietro le istituzioni inquisitoriali si nascondeva l'ìnmmensa serietà con cui l'uomo medioevale, esasperatamente oggettivo, voleva vedere assicurata la ferrea realtà e la sublime dignitá della rivelazione soprannaturale. Non si può negare che lo sguardo ferreo dei valori obiettivi della religione abbia spesso indebolito la comprensione del mondo interìore, specialmente del diritto della dignitá della coscienza, anche della coscienza erronea. Tuttavia dobbiamo anche ricordare che certi principi di libertà, ormai da tutti riconosciuti, allora non erano neppure posti.

Voglio ancora dire che le disposizioni ferree di allora offuscarono la vista degli uomini che non seppero scorgere tante luminose perle evangeliche.

Ciò ammesso guardiamoci dalle esagerazioni abituali degli storici anticlericali quando parlano dell'inquisizione.

Da notare che l'Inquisizione relativamente fece poche vittime, e che nel suo genere, segnó un progresso. mettendo fine alle esecuzioni sommarie alle quali si abbandonava il popolo.

Ricordiamo pure che gli inquisitori venivano scelti con prudenza e ricevevano regole precise per l'esercizio della loro carica, e che se andavano oltre il loro diritto, la S.Sede li richiamava all'ordine infliggendo loro le pene più severe.

Roberto le Bougre fu condannato alla prigione perpetua per avere usato metodi ingiusti.

Si rimprovera l'Inquisizione perché non rivelava il nome dei denunciatori all'accusato. In principio lo rivelava, ma le conseguenti rappresaglie indussero gli inquisitori alla discrezione assoluta. Non dimentichiamo che il tribunale dell'Inquisizione comprendeva un giurì di notabili che funzionava pressappoco come quelli  moderni e si pronunciava. sulla colpevolezza o l'innocenza dell'accusato. La sentenza di morte era molto rara.

Per farcene un'idea riporto alcuni giudizi tratti dall'Enciclopedía Apologetica, Ediz. Paoline, 1953, della quale mi sono servito per lo studio delle Inquisizioni.

A pag. 1249-50 essa dice: "Delle 75 sentenze pronunciate dal tribunale di Pamiers, tra il 1318 ed il 1428 (cioé nello spazio di oltre un secolo), cinque sole consegnarono l'eretico al braccio secolare;

nelle 930 sentenze di Bernardo di Guido troviamo solo quarantadue volte la terribile menzione: "relicti curiae saeculari" (=abbandonati al braccio secolare).

Nella pratica poi le pene dell'Inquisizione venivano spesso addolcite e anche cancellate.

I condannati alla prigione a causa di malattia o per altre ragioni, potevano ottenere licenze talvolta di cinque e perfino sette settimane: l'eretico recidivo Bernardo Sabatier, condannato alla prigione perpetua, ottenne il permesso di ritornare a casa sua per curare il vecchio padre ammalato.

Pene gravi venivano spesso commutate in leggere, e vediamo inquisitori che graziano i condannati.

I Papi da parte loro intervennero spesso per addolcire i rigori dell'Inquisizione e la severità delle pene.

Insomma, l'Inquisízione non puniva per punire, ma si preoccupava di correggere, emendare, convertire il colpevole, ricondurlo alla fede.

"Che egli riconoscesse il suo errore, che vi rinunciasse e riprendesse fedelmente il simbolo del suo battesimo; ecco quanto si voleva... e la penalità doveva aiutare tale ritorno". (Duschesne, L'Inquisizione, pp. 224-225).

A partire dal principio del secolo XIV  l'Inquisizione sfugge sempre più alla direzione del potere religioso, per cadere nelle mani di quello civile, come avvenne in Francia particolarmente con Filippo il Bello.

"Da quando fu così soggettata all'influsso regio, l'Inquisizione assunse un carattere sempre più politico; dominata da un potere civile, che s'imponeva allo stesso potere spirituale, e maneggiata da re senza scrupoli, fu un terribile mezzo di dominazione e di tirannia" (Guiraud, L'Inquisition médiévale, pag. 22).

Da quanto detto finora, possiamo ben capire che la Chiesa, con le disposizioni del Concilio Vaticano Il sulla libertà religiosa, vuole patrocinare la libertà integrale dell'uomo che in questi tempi moderni è tanto conculcata da regimi politici che hanno ridotto l'uomo piuttosto a un "numero" che ad una persona, incapace di esercitare la propria libertà.

La Costituzione pastorale "La Chiesa nel mondo contemporaneo", detta anche "Gaudium et spes", al n. 73 (1365) dice: "Vengono condannate tutte quelle forme di regime politico, vigenti in alcune regioni,.che impediscono la libertà civile o religiosa, moltiplicano le vittime delle passioni e dei crimini politici e distorcono l'esercizio delle autorità dal bene comune per farlo servire all'ìnteresse di una fazione o degli stessi governanti".

Già ho detto che se ci mettiamo nei panni dei nostri antenati, comprenderemo che la Chiesa, con le odierne disposizioni sulla libertà, ha fatto quello che avrebbe fatto nel Medioevo se le fosse stato possibile.

Il delitto di eresia allora era sentito da tutti come grave crimine e la legislazione relativa che ne regolava le pene era serenamente accettata da tutti come quella giusta e perfetta. In una Europa tutta cristiana e di quei tempi, certe libertà, come quella di rinnegare il proprio Credo, non erano neppure concepibili.

La Chiesa, oggi come ieri, apprezza moltissimo il grande teologo e filosofo S. Tommaso, la cui umíltà, obiettività e santità è da molti ignorata.

Se S. Tommaso vivesse nel clima di oggi seguirebbe umilmente e fedelmente le direttive del Magistero e sarebbe uno dei più grandi paladini della libertà religiosa.

Con tale riconoscimento, però, la Chiesa non intende dire (e questo è bene a sapersi) che una religione vale l'altra o che tutte sono uguali.

.Qui è bene chiarire che il Cristianesimo non  può essere qualificato come una religione tra le altre. Certo esso si esprime anche in forme religiose, ma nella sua parte intima esso non è una religione, perchè le sue espressioni religiose sono profondamente diverse da tutte le altre e le altre forme religiose non sono in grado di potere contenere molti aspetti del Cristianesimo.

Il concetto di religione è applicabile al Cristianesimo in modo analogico perchè alcuni suoi aspetti lo rendono radicalmente dissimile dalle altre religioni.

Nelle altre religioni, infatti, è l'uomo che cerca Dio, lo prega, gli offre sacrifici....,si fa un'idea di Lui e poi lo traduce in dipinti, sculture, ecc.

La religione, dunque, è un fatto "umano "

 

Nel Cristianesimo l'iniziativa non è dell'uomo, ma di Dio... E' Egli che si rivela ed insegna all'uomo la preghiera, il suo nome, gli viene incontro e lo fa salire fino a Lui...

 

L'uomo nel Cristianesimo deve solo accettare la divina rivelazione, la Parola di Dio, la salvezza che Egli gli offre... facendosi trasformare dalla sua grazia...

Ciò che specifica il Cristianesimo è, perciò, il suo essere "dall'Alto“. Esso è propriamente "Opera Divina".

Certo nel Cristianesimo c'è anche dell'umano, perchè l'uomo non é un "contenitore" della Parola di Dio e della Grazia, ma un soggetto attivo che risponde con libera accettazione...

L'.umanità del Cristianesimo raggiunge il suo punto più alto nell'Incarnazione del Figlio di Dio nato da donna per redimere tutta l'umanítà. Il carattere specifico del Cristianesimo è il suo essere divino-umano, ossia l'incontro dell'uomo nella Persona di Gesù, ossia di Dio e dell'uomo.

 

Allora possiamo dire che il Cristianesimo è la religione di Dio fatto uomo. Ciò lo differenzia da tutte le altre religioni in maniera totale.

Possiamo ancora dire che il Centro e l'Essenza del Cristianesimo è la persona di Gesù di Nazareth; non è tanto una dottrina quanto principalmente e primariamente una persona storica, concreta che dà valore e autorità divina a tutto il suo insegnamento.

 

Per il cristiano Gesù Crísto è certamente il maestro e l'esempio, ma è prima di tutto il Salvatore.

Tutta la Bibbia è in funzione di Gesù: non ne prende il posto, perchè il Centro di tutto il messaggio della salvezza é solo Gesù Cristo, crocifisso e risorto e, dunque, vivente, ieri, oggi e sempre nella sua Chiesa.

In conclusione il Cristianesimo è: "la religione del Dio fatto uomo, unico e universale, e tutti gli uomini sono chiamati a divenire cristiani, ossia a credere in Cristo e a ricevere da Lui la vita".   (cf  "Civiltà Cattolica", del 17 dic. 1988, anno 139, 3324).

 

Obiezione. Il Medio Evo religioso e crudele mandava in carcere o alla tortura anche i poveri dementi ...

R. Per rispondere a questo delicato problema religioso, morale e storico, bisogna chiarire alcuni concetti. Bisogna distìnquere bene le attività diaboliche subite dal soggetto (stregoneria, metapsichica, demenza). Basta leggere i Vangeli per convincersi che il demonio può agire sulle persone e sulle cose, Dio permettendolo.

Era naturale che anticamente, mancando lo sviluppo attuale degli studi neurologici, psichiatrici e metapsichici, si potesse essere inclini ad ammettere la causa demoniaca molto più che oggi. Ciò dipendeva dal limitato sviluppo scientifico, senza intaccare minimamente la saggezza direttiva della Chiesa che con i suoi riti nulla arrecava di male ai credenti ammalati o ossessi. Sappiamo che la Chiesa in campo caritativo nel passato (ed anche oggi) é stata sempre l'antesignana di tutte le opere di carità e di soccorso. E' verissimo, invece, e questo soltanto per mancanza di adeguata valutazione scientifica, che le iniziative per i malati di mente vennero assai tardi. Il primo ospizio riservato ai pazzi sorse a Mirandola (Modena) nel 1400. Poi si ebbe S. Maria della Pietà a Roma. E' pur vero che il regime di tali ospizi si conservò a lungo come tipo carcerario: cosa anche praticamente spiegabilissima, mancando ancora la distinzione tra criminali

e non, e tra vari tipi di malattia, sicchè la energica separazione o reclusione poteva garantire l'ordine. In mancanza della conoscenza degli studi suddetti si può anche ammettere che vi sia stata una certa resistenza a concedere l'irresponsabilità ai malati di mente. Ma ciò era in fondo l'espressione dell'alta stima che si aveva dell'anima e dello spirito, ossia della personalità umana. Errore questo preferibile al positivismo criminologico del Lombroso che annullò la responsabilità umana, colpendo al cuore la dignità dell'uomo.

Qui intendo parlare di errore eventuale pratico nei singoli casi. Quanto al principio che il malato di mente sia assimilabile al fanciullo e come tale vada trattato anche per i Sacramenti, 1a dottrina era stata sempre ovvia e ben posseduta. In S.Tommaso è variamente trattata (III, 68, 12 S. Fed.).

E' gloria comunque della cristiana sensibilità italiana l'inìzio del grande raddolcimento e della adeguata trasformazione del regime manicomiale.

 

Fu Vincenzo Chiarugi (1759-1820) che stampó a Firenze uno dei primi trattati di psichiatria (1793), caldeggiando una più corretta assistenza agli ammalati, il che fu realizzato con l'ospedale della Carità di Firenze.

 

Credo che quanto ho detto sia sufficiente a giustificare gli eventuali errori commessi in quell'epoca dai responsabili chiamati a giudicare "certi ammalati" .

 

Obiezione. Quanti papi cattivi sono stati messi al governo della Chiesa! ...

 

R. Per rìspondere a questa obiezione basterebbe riflettere anche soltanto sul seguente episodio:    L'ex presidente della repubblica Italiana Oscar Scalfaro, quasi tutti i giornì si reca (o si recava) sulla tomba del Papa Alessandro VI Borgia. A chi gli domanda: "come mai lei viene a pregare su questa tomba?" Risponde: "Vengo a ringraziare Dio perché Egli ci sa illuminare anche con le lampadine bruciate".

Egli vuole dire: "Io so che papa Borgia è stato uno degli epìsodi più tristi della storia del papato. So che come uomo era dotato di alte qualità di carattere e di prudenza; ma so pure che come cristiano era più devoto alla dea Venere che a Cristo, per i suoi comportamenti scostumati. Fece l'interesse più dei suoi figli naturali, fra cui il famigerato Cesare Borgia, che della comunità cristiana. Ma so pure che come Pontefice non approvò mai dottrine errate, non errò mai nella fede, non venne meno mai nella custodia del depositum fidei (= deposito della fede affidato da Cristo alla Sua Chiesa). Anzi compì alcuni gesti decìsivi per la Riforma cattolica. Ratificò il severissimo Ordine dei Minimi, che praticano il voto di digiuno quaresimale perpetuo. Diede il cappello di cardinale al mondano Alessandro Farnese, che si converti e diventò papa Paolo III ed avviò il Concilio di Trento. Da un Pontefice corrotto come Alessandro VI é uscita la scelta di un porporato come il Farnese. Ma la Provvidenza si è servita di lui per trasformare la chiesa da centro politico in cure di anime (cf Carroccío - Settimanale Cattolico n. 30 del 15 Ottobre 1989, p. 2).

 

Obiezioni:

a)  Il potere temporale dei papi non è secondo il Vangelo;                                                               b)  Le guerre di religione non sembrano conformi allo spirito evangelico;                                      c)  Quanto male ha prodotto.la Chìesa con i suoi  scandali.

Rispondo per ordine:

a)  Il potere temporale dei papi non è secondo il Vangelo;

a)  Il potere esercitato dai Papi nel M.E. sul  temporale dei principi era perfettamente legittimo perchè fondato sul diritto pubblico del tempo. Il Papa era riguardato come il capo naturale e il

padre comune da tutti, principi e popolo.

Bisogna anzitutto sapere che parallelamente al diritto romano, piano piano e col tempo, le varie sentenze ecclesiastiche furono raccolte in un "Corpo di Diritto Canonico" (il monaco Graziano, secolo XII, raccolse le varie sentenze e fu il vero fondatore del Diritto Ecclesiastico).

Ma il. "Corpo di Diritto Canonico" non solo trovò posto nella Chiesa e nella società a fìanco del diritto romano antico e a quello di Giustiniano, ma li superò...

L'alta posizione spirituale del successore di Pietro era universalmente riconosciuta, apprezzata e richiesta. Molti furono quelli che rìcorsero alla protezione papale contro le ingiustizie e le violenze. Il potere diretto politico-ecclesiastico dei Papi sempre píù crescente, fece sì che la Curia popolare in Laterano, divenne la corte di giustizia del mondo . Se però é giustificato tale potere temporale per il tempo in cui fu esercitato e per le circostanze che lo determinarono, non si puó ammettere che tale sistema potesse divenire permanente. E le ragioni sono ovvie: la Curia Romana con tutto il da fare che l'esercizio di tale potere comportava,

o prima o poì, si sarebbe necessariamente indebolita nello spirito e nella sua efficacia di fermento evangelico nel mondo.

La presenza dei Santi nella Chiesa avrebbe certamente portato il risanamento di tale situazione.  E Dio non li ha fatti mai mancare alla Sua Chiesa.

Fatte queste precisazioni, non farà meraviglia vedere - in base alla legilazione vigente - nel Papa il diritto di giudicare controversie, dì richiamare al dovere i riluttanti e di costringerli con la scomunica e con la deposizione.       

N.B.  1) Non vi fu mai un Papa che usasse del suo diritto, approfittando a se stesso, in tutto o in parte, gli stati di un vassallo colpevole di fellonia.

            2) Giudicare il  Medio Evo con le idee che prevalsero dopo la rivoluzione protestante, e soprattutto dopo la pace di Vestfalia, in cui si diedero equali garanzie alle varie comunità cristiane, sarebbe commettere un deplorevole e frivolo anacronismo. "Tutti i cristiani nel Medio Evo formavano una sola famiglia, a cui bisognava un capo, un padre. Tutti i popoli guardavano al successore di Pietro e Vicario di Cristo come colui al quale era stato affidato il potere di pascere gli agnelli e le pecore" (il dotto Card. Hergenrother nell'opera "La Chiesa Cattolica e lo Stato Cristiano".

          3) Il Guizot nel 1861, scriveva nel suo libro "La Chiesa e la Società":

"Per dir tutto, il Papato ed esso solo, seppe essere la potenza mediatrice, difendendo in nome della religione i diritti natural dell'uomo contro gli Stati, principi e anche diversi popoli; Esso seppe conciliare i deboli con i forti, dappertutto e sempre raccomandò la pace, il rispetto dei doveri e degli impegni, e il Papato pose così la pietra fondamentale del diritto internazionale, levandosi contro le pretese e le passioni della forza brutale".

         4) Scrittori protestanti (il Voigt nella sua storia di Gregorio VII è lo Hurter in quella di Innocenzo III), hanno provato che questi Papi salvarono la civiltà con l'energica resistenza

che opposero alla corruzione del loro secolo, come pure alle mire ambiziose e dispotiche di Enrico IV e Federico II.  L'illustre scrittore protestante Unghart non esitò a chiedere che nelle questioni internazionali si rinunciasse al sistema dei congressi per ritornare al supremo arbitrato del Papa.

Sulla fine del secolo XVII il Leibnitz diceva: "Secondo me, l'Europa ed il mondo civile dovevano istituire a Roma un tribunale di arbitrato presieduto dal Papa ... ".

Il celebre ministro inglese Pitt  nel 1794 scriveva: "Bisognerebbe trovare di nuovo il legame che ci unisce tutti ... Solo il Papa saprebbe formare questo legame“.

Lo stesso Voltaire disse: "L'interesse del genere umano domanda un freno che ritenga i sovrani e che metta al sicuro la vita dei popoli: questo freno della religione avrebbe potuto - per un accordo universale - trovarsi nella mani dei Papi. ..; Essi sarebbero sempre stati riguardati come immagini di Dio sulla terra".

 

b) Le guerre di religione non sembrano conformi allo spirito evangelico.

 

La risposta a questa obiezione mi costringe ad andare un pò indietro e a dire qualche cosa - se pur brevemente - sulle "Crociate" perchè anche esse sono molto negativamente giudicate e presentate al pubblico.

Per convincersi della veritá storica basterebbe leggere i fatti imparzialmente.

La Chiesa é giustamente orgogliosa d'aver dato impulso ad esse.

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