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LIBRO "MA IL VANGELO NON DICE COSI'?"

Ultimo Aggiornamento: 01/09/2009 08:55
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01/09/2009 08:55

Proviamo brevemente:

 

l. LA LEGITTIMITA' DELLE CROCIATE

 

Le crociate furono giustissime e in diritto e nei loro motivi. Il loro fine fu giusto, generoso e civile.

Maometto aveva ispirato ai suoi seguaci l'ardore del proselitismo col mezzo della spada.  Il fanatismo dei musulmani, vincitori della Spagna, arrestato poi dalla valorosa spada di Carlo Martello (vincitore degli Arabi nel 739), non cessava dì meditare la conquista dell'Occidente e la distruzione della civiltà cristiana.

Gli imperatori di Costantinopoli chiamarono i cristiani dell'Occidente a soccorrere l'ultimo baluardo dell'Europa e a quel caldo appello la Chiesa aggiunse le sue esortazioni.

S.Gregorio VII nel 1074 scriveva all'imperatore: "I cristiani d'oltremare che sono afflitti da inauditi disastri e ogni giorno massacrati come bestie, nella loro estrema miseria si rivolsero a me, supplicandomi di soccorrere i nostri fratelli con tutti i mezzi che sono in mio potere affinchè ai nostri giorni, la cristiana religione non sia annientata, il che a Dio non piaccia".

Rispondendo all'appello di Urbano Il e Pietro l'Eremita nel Concilio di Clermont (1095), i principi cristiani credettero di obbedire alla volontà di Dio.

Fino a quel tempo non avevano fatto che difendersi: ora decisero di portare la guerra al cuore dell'Islam.

Era questo un loro diritto ed un loro dovere, giacchè tutti i diritti religiosi e sociali delle nazioni europee erano al tempo stesso minacciati dai Maomettani.

Avrebbe dovuto l'Europa aspettare tranquillamente l'onta ed il flagello della schiavitù?

"Quando biasimiamo quelle imprese, dice il dotto De Guignes (Memorie dell'Accademia delle Iscrizioni e delle belle lettere, t. 68°), è perchè non abbiamo riflettuto abbastanza sullo stato delle cose. I Musulmani, dopo di avere soggiogata la Siria, si erano fatti padroni dell'Africa, poi della Spagna e di tutte le Isole del Mediterraneo, donde continuamente infestavano le coste d'Italia.

Dalla Spagna e dalla Corsica entravano nelle nostre province meridionali depredandole, e saccheggiavano tutte le nostre navi. Costantinopoli era per essi una potente barriera, e se avessero potuto abbatterla, come tentavano, tutta l'Europa era minacciata, e correva rischio di cadere sotto il loro dominio.

Assalendoli nel centro del loro Impero, si poteva sperare di indebolirli considerevolmente, ciò che avvenne difatti, e fu dato loro un colpo dal quale non poterono più rialzarsi.

 

2. EFFETTI DELLE CROCIATE

 

E' vero che le Crociate non conseguirono pienamente il loro fine immediato che le aveva fatto intraprendere, ma possiamo dire col conte De Maistre: "Nessuna è riuscíta, ma tutte insieme sono riuscite".

Per giudicare bene queste grandiose spedizioni, bisogna considera.rìe nel loro complesso, senza fermarsi agli abusi e ai falli dovuti alle umane passioni e che s'incontrano in tutte le guerre...

Monsignor Pie (Panegirico dì S.Luigi, re di Francia) enumera i felici effetti delle Crociate. Ci basti notarne alcuni:

 

a)  La conquista di Costantinopoli ed il servaggio dell'Oriento ritardati di 400 anni;      

b)  L'Occidente e la Cristiana Civiltà salvati dal dominio dell'Islamismo. La potenza maomettana che da secoli minacciava di invadere tutto, fu così scemata, e tanto mortalmente ferita, da non sussistere più se non per le discordie sopravvenute tra i principi cristiani;

c)  I popoli d'Europa liberati in parte dai mali che essi stessi si cagionavano con le díscordie e con le continue guerre di principe a principe, di signore a signore, di città a cittá. La passione dei combattimenti che animava i cavalieri trovò una nobile diversione; cessando di straziarsi tra di loro, i guerrieri cristiani unirono i loro sforzi contro il comune nemico;

d)  La sorte del popolo migliorata. I servi e i vassalli affrancati a migliaia.; i comuni ottennero diritti e privilegi, che misero un freno all'arbitrio e al potere tirannico dei signori;

e)  I vantaggi che ne ritrassero l'agricoltura, il commercio, le scienze, le lettere e, le arti. Chi Ignora che quelle spedizioni prepararono da lontano i bei secoli di Leone X e di Luigi XIV?

f)   Il bene spirituale che produssero. Molti dei crociati  erano animati da nobili e cristlani   sentimenti e seppero morire per Cristo, guadagnandosi così la celeste patria, noncuranti dei pericoli e di perdere la patria terrena.

 

Tutti questì vantaggi compensano largamente le disgrazie che subirono le Crociate, in conseguenza dei dispareri e delle rivalità dei cristiani d'Occidente, e a ragione della perfidia dei greci.

 

N.B.: Sono pochi quelli che sanno valutare imparzialmente i momenti storici deglì avvenimenti che considerano. Molti giudicano con la mentalità di oggi le vicende del passato nel cui contesto storico devono essere guardati i fatti.

Mi soffermo adesso alle cosiddette "guerre dette di religione“, ossia le lotte che ebbero luogo in Francia tra cattolici e protestanti nella seconda metà del secolo 16°.

Se ne contano parecchie: la cosiddetta strage di Wassy diede il segnale della prima (1562), e la terza terminò con la conversione di Enrico IV e con l'Editto di Nantes.

Sotto questo nome si comprendono altresì le guerre del 1625 e del 1626 sotto Luigi XIII e la guerra delle Cevenne o dei Camisardi sotto Luigi XIV. Tutte le guerre servirono (e servono ancora) di tema alle declamazioni dei protestanti, degli anticlericali e degli increduli. Tuttavia non sarà difficile giustificare l'atteggiamento della Chiesa a questo proposito.

 

1. La Chiesa non ammise mai il principio maomettano d'imporre con la forza la sua dottrina. Essa si contentò di proteggere i suoi diritti acquisiti sia nella società che aveva formato, sia  sopra gli individui che le avevano fatto una promessa di fedeltà.

2. Le guerre di religione, cominciando dal secolo 13° sono da attribuirsi all'eresia e alle ribellioni contro il "principio costitutivo della società". Non si contentavano gli eretici di credere diversamente dagli altri, ma commettevano gli atti più barbari contro la proprietà e contro le persone; erano nemici dell'ordine e della civiltà, che i sovrani erano obbligati di reprimere e di castigare con le armi.

3. Che in queste guerre, giuste e neces sarie da parte dei principi cattolici, siano talvolta     avvenute crudeli rappresaglie, fu cosa deplorevole, ma assai difficile da prevenire. In ogni caso sarebbe sommamente ingiusto imputare questi eccessi alla Chiesa che li condanna.

4. Aggiungiamo col Montesquieu: "Ragiona malamente contro la religione chi enumera prima i mali che essa produsse (o piuttosto di cui fu l'occasione o il pretesto), e poi i beni arrecati: se io volessi narrare tutti i mali cagionati dalla monarchia, dalle leggi civili, dal governo repubblicano, direi cose terribili".

E' certo che se fosse legittimo questo modo di ragionare, di cui alcuni si servono per assalire la religione, si riuscirebbe, logicamente, a condannare e a distruggere tutte le istituzioni, la sovranità, la magistratura, l'esercito e la stessa società.

Percorriamo infatti la storia di tutti i tempi, e troveremo una spaventevole serie di delitti che fanno inorridire; vedremo che le guerre civili non cessarono mai di insanguinare la terra. Anche ai nostri giorni, con tutto il raddolcimento dei costumi, il sangue scorre ancora più abbondante ... su tanti campi di battaglia...

Sarebbe logico concludere che bisogna abolire la società, e che per l'uomo sarebbe meglio che vivesse nelle foreste e magari errante come gli animali selvatici?

 

 

LA REVOCA DELL'EDITTO DI NANTES

 

I principi suaccennati tolgono ogni valore alle accuse mosse alla Chiesa, ma che fanno breccia sugli ignoranti.

 

Notizia storica :

Con l'Editto di Nantes del 1598, Enrico IV aveva concesso agli Ugonotti (aderenti alla riforma religiosa in Francia. Il movimento cominciato sotto Francesco I (1535). si estese e assunse un carattere politico, divise la Francia lungamente, la gettò sempre in nuove guerre civili fino al 1628 e più)  non solo una assai larga libertà di culto, ma anche grandi privilegi . Egli concedeva loro, per esempio, la libera ammissione a tutte le cariche e a tutti gli impieghi del Regno; il pagamento da parte dello Stato di una somma annuale di L. 140.000 per il mantenimento dei ministri della religione calvinista; la custodia lasciata ai riformati di 121 tra piazze, città e castelli, che essi occupavano, e il re si incaricava di pagarne le guarnigioni. Questo era nè più nè meno, come diceva lo stesso Sully ad Enrico IV, che la creazione dì un altro Stato in mezzo allo Stato di Francia.

Con un editto del 22 ottobre 1685 Luigi XIV revocò ed annullò la libertà del culto e i suddetti privilegi, obbligando i protestanti a seguire esternamente tutti gli atti (battesimo, matrimonio) del culto cattolico.

Luigi XIV, com'è noto, era un principe dispotico che mirò costantemente a far prevalere a qualunque costo, in Fran cia e in Europa, i suoi voleri, anche allorchè questi erano arbitrari e ingiusti. Fin dai primi tempi si mise in rotta col papa Alessandro VII per sostenere certi privilegi dell'ambasciatore francese.

Più tardi, in un'altra controversia col papa Innocenzo XI, non fuggi dall'obbligare moralmente l'episcopato francese a formulare la dichiarazione del clero galligano da cui ebbe origine il cosiddetto galliganismo".

Revocando l'editto di Nantes, Luigi XIV più che al vantaggio della religione cattolica, mirò a disperdere i protestanti, nei quali egli vedeva dei ribelli, solo perché si ostinavano a non seguire la sua religione.

Riguardo alla legittimità dell'atto in se stesso, non mancarono scrittori cattolici che lo difendevano. Nè si può negare che a rigore, come Enrico IV aveva avuto il diritto di concedere la libertà religiosa ai protestanti, così 87 anni dopo Luigi XIV aveva diritto di ritirarla.

Ma non sempre il diritto assoluto è buono, specialmente se si tratta di bene della società. D'altra parte è certo che nessuna necessità v'era nel 1685 di violentare le coscienze dei protestanti: nè si può dire che la revoca dell'Editto di Nantes fosse conforme allo spirito della Chiesa e della religione cattolica; tanto più che esso in pratica condusse Luigi XIV e il suo governo ad atti di persecuzione contro i protestanti; sicché molti esularono, e tra quelli rimasti si generò uno spirito di opposizione e di odio contro la monarchia, che, dove non produsse una guerra aperta (come tra i Camisardi delle Cevenne) tenne gli animi disposti alle rivoluzioni, come poi si vide al sorgere della Rivoluzione francese.

Nulla,quindi, ha da vedere la Chiesa nè la religione cattolica col dispotismo di Luigi XIV. I protestantì, poi, dovrebbero ricordare che tutti i sovrani della loro religione fecero contro i loro sudditi cattolici (in Inghilterra, Irlanda, Germania, ecc.) ciò che Luigi XIV, e quasi lui solo, fece contro dì essi.

 

c) Quanto male ha prodotto la Chiesa con i suoi scandali!

 

D. Si dice che la Chiesa è opera di Dio. Come mai troviamo in essa scandali e male nel Clero, nel popolo e persino nei papi?

R. Certamente i Dodici furono scelti da Gesù per essere il “fondamento“ della "Sua Chiesa"        (cf Ap. 21,14), eppure osservandone la vita durante i tre anni pubblici di Gesù vi troviamo:

1-  un Giuda che vende il Maestro per 30 denari;

2-  un Pietro, scelto come capo responsabile, ch e lo rinnega per tre volte;

3-  tutti gli altri che al momento della cattura di Gesù, fuggono impauriti. per non essere coinvolti nel dramma.. Gli Apostoli conoscevano Gesù, ne avevano ascoltato i sublimi insegnamenti, lo avevano visto trasfigurato sul Tabor, avevano visto e constatato tanti suoi prodigi, nonostante tutto ciò il loro comportamento umano è stato scandaloso e disastroso.

 

Che dire di più? Credo che questi pochi accenni siano sufficienti per farci compredere che la Chiesa fondata da Cristo ha un duplice aspetto:

a-  quello divino, che è immutabile, indefettibile, infallibile, intoccabile, incriticabìle, soprannaturale....

b-  quello umano, che è fallibile, criticabile, defettibile, impregnato di debolezza umana. Si dice perciò che la Chiesa è teandrica (=divina e umana), e siccome è opera propriamente di Dio, per questa ragione gli scandali e il male fatto da chiunque, non esclusi i papi, non potranno smuoverne la saldezza: Essa è opera di Dio. E' stata fondata da Cristo, sulla  roccia: ”Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa,ed essa non cadde perchè era fondata sopra la roccia' (cf Mt:3,24-25).

 

I duemila anni di storia della Chiesa, stanno a dimostrare quanto sono vere le parole di Cristo:        "…e le porte degli Inferi non prevarranno contro di essa" (Mt 16,18).

E' certo che vi possono essere dei cattivi papi. Prego il lettore di distinguere sempre la infallibilità dalla impeccabilità - come ho già detto precedentemente -. Tutti i papi canonicamente eletti sono infallibili quando "definiscono" la dottrina cristiana riguardante la fede e la morale, ma tutti sono o possono essere contemporaneamente peccatori. La Chiesa ebbe sempre nel suo seno peccatori; sempre a fianco delle grandi virtù, si incontrano disordini e vizi, effetti della debolezza e della malizia del cuore umano (confrontare le parabole del grano e della zizzania, della rete che prende pesci buoni e cattivi: Mt 13,24-30; 13,47-50).

I peccati personali, dei fedeli, dei sacerdoti, dei vescovi e del Papa, per nulla colpiscono nè la santità nè l'autorità della Sede Apostolica. E' il caso di ripetere con Gesù: "Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perchè dicono e non fanno..." (Mt 23,3).

La storia dei Papi, da S. Pietro all'attuale Giovanni Paolo II, registra circa 300 pontefici, i quali, fatte pochissime eccezioni, furono irreprensibili e dei quali un gran numero furono eminenti per la loro scienza, saggezza e per le loro virtù.

Settantadue di essi sono nell'albo dei Santi, tre sono beati e di altri è in corso il processo di beatificazione.

Non è questo uno spettacolo degno di ammirazione! Dove si trova nell'ordine civile una dinastia  che possa essere paragonata a questa serie dei Capi della Santa Chiesa Romana?

Si citano alcuni Papi come non degni del soglio pontificio. Ma domandiamoci: sarebbè giusto parlare contro la magistra tura o:altre istituzioni perchè alcuni rappresentanti furono indegni?  E' anche provato che molti fatti addotti a carico di alcuni Papi (o dei Papi) furono inventati per malizia, o esagerati, o presentati sotto falso aspetto. Bisogna.ancora osservare che mai alcun Papa fece decreto contrario alla purità della fede o della morale. Nessuno di essi insegnò o stabilì qualcosa con lo scopo di legittimare i suoi disordini. Non si può dire certamente altrettanto di altri capi ...

In tutto ciò è da ravvisare una luminosa prova dell'assistenza che Dio non cessa mai di concedere alla Sua Chiesa.

Sono proprio queste ombre nella Chiesa che danno maggior risalto alla parte divina di essa ed alla sua indefettibilità, alla sua santità costituzionale, al suo aspetto di "Sacramento universale  di salvezza".

Nessuna meraviglia che nella Chiesa ci siano i peccatori: non è un'associazione di delinquenti, né un club di santi, ma una società di salvati. Ai farisei di ieri e di oggi, che giudicano gli altri e si credono i migliori, Gesù risponde: "Il medico non è per i sani, ma è per gli ammalati. Io non sono venuto per i giusti, ma per i peccatori" (cf Mt 9,12).

 

Dice S. Pascal che: "la Passione di Cristo continua nei secoli per il mistero del male. Ma prosegue anche la Risurrezione dal sepolcro".

Nel secolo di Lutero si è scatenata nella Chiesa la primavera dei Santi: S. Carlo Borromeo, uno dei Vescovi ideali della riforma tridentina;  S. Ignazio di Loyola, fondatore dei Gesuiti;  S. Teresa d'Avila, maestra di preghiera ad alta quota;  S. Francesco di Sales, il Vescovo della dolcezza e dell'umanesimo devoto;  S. Vincenzo dei Paoli, il buon samaritano dei poveri e dei malati. Potremmo continuare con una lista interminabile, ma questi nomi sono sufficienti per delineare la risurrezione della Chiesa, al coma della corruzione allo splendore della santità.        (cf  "Carroccio" del 15 Ott. 1989, n. 30).

 

         Continuando a rispondere su alcune obiezioni tratte dalla prefazione del libro "Ma il Vangelo non dice così" leggo a pag. 3-4:

"Non dimentichiamo dunque l'esercito dei confessori di Cristo, al cui sacrificio si deve se oggi anche la Chie sa romana riconosce il diritto a tutti" di professare liberamente la propria fede. Tendiamo tuttavia la mano a chi oggi manifesta uno spirito nuovo". 

 

Rispondo. Ho già chiarito molte questioni precedentemente Le affermazioni di cui sopra hanno bisogno di precisazioni.

 

 

Mi domando:

a) il fratello che scrive intende parlare di tutti i martiri del Cristianesimo, specialmente quelli dei primi tre secoli, fino all'Editto di Milano (312) dell'impieratore Costantino e di tutti quelli succedutisi nella Chiesa unica di Gesù Cristo, oppure dei ribelli alla Chiesa durante il periodo delle inquisizioni?

b) Per quanto riguarda poi la libertà alla quale siamo giunti oggi, essa è da attribuirsi al sacrificio dei martiri, oppure alle mutate situazioni dei tempi? Mi sembra che devono essere chiariti, provati e precisati questi interrogativi.

1. I martiri della Chiesa Cristiana, Cattolica ed Apostolica, morti per amor di Cristo, sono certamente la più fulgida gemma della nostra Santa Madre Chiesa. Essi hanno incrementato, solidificato e diffuso enormemente il Cristianesimo. Già Tertulliano potette scrivere: “Il sangue dei martiri é seme di altri cristiani". Lo sviluppo e la diffusione meravigliosi e prodigiosi del Cristianesimo ha avuto nei martiri gli eroici propulsori di esso.

Certamente anche tra gli erranti in buona fede ci  saranno state delle anime nobili il cui  sacrificio è salito sino al trono di Dio. Possiamo qui ricordare quelli che in Russia, in Cina e altrove, hanno molto sofferto, alcuni fino alla immolazione, (Ortodossi, Protestannti di varie estrazioni, fino ai Testimoni di Geova). Chi non ricoda la nobile figura di Luther King?

2. Però la conquistata libertà nella professione della propria fede, qualunque essa sia, non sembra dipendere "assolutamente" dai martiri. Stando allo svolgimento storico, dal Medio Evo in qui, la libertà di oggi, proclamata solennemente dal Concilio Vaticano II e ribadita in molti altri documenti ecclesiali, sembra piuttosto una conquista.del tempo, sfruttata ed affermata dalla Chiesa cattolica di fronte alle gravi persecuzioni subite da tutti i credenti, di qualunque estrazione, da parte dell'odierno ateismo organizzato a sistema (vedi Russia, Cina e stati satelliti).

Giustamente la voce della Chiesa ha trovato nei suoi responsabili la forza e l'autorità di reclamare i diritti di tut ta l'umanità oppressa da certi regimi totalitari. Gli errori e i soprusi di

questi stati totalitari erano stati predetti a Fatima dalla Madonna il 13 luglio 1917 (se non erro), ossia tre mesi prima che scoppiasse la rivoluzione in Russia.

3. Per quanto riguarda i "martiri" delle inquisizioni bisogna molto distinguere.

 

Ho già detto precedentemente che la libertà di opinione, come è intesa adesso, nel Medioevo non era neppure posta. Anzi le leggi vigenti in quella epoca erano abbastanza rigide e l'eresia era riguardata come un grave crimine: e ciò non soltanto dalla legislazione vigente, ma anche, e principalmente, dall'opinione pubblica. Allora l'Europa era tutta cattolica, mentre nell'epoca moderna. - in conseguenza delle varie correnti filosofiche avverse alla fede e alla religione - siamo approdati a questa specie di liberalismo che ha i suoi lati positivi, ma ne ha anche, e tanti, negativi. Si pensi un pò ai lavaggi di cervello, alla violenza psicologica, alla sistematica scristianizzazione prodotta dalla scuola pubblica e dai mezzi di comunicazione sociale. Non c'è quasi nessun freno al male dilagante  L'Italia ha raggiunto tre vergognosi primati mondiali: quello della bestemmia, quello della pornografia e quello della denatalità! ... Quindi, giustamente e opportunamente, la Chiesa di Dio, è intervenuta a dire la sua parola autorevole per difendere e tentare di salvare i sentimenti religiosi dell'essere umano contro i soprusi di certe ideologie atee o scetticheggianti di alcuni regimi politìci.

4. Per quanto riguarda poi i "martiri" provenienti dalle varie eresie, non bisogna dimenticare la storia di cui ho già fatto cenno precedentemente.

In essi è ricordato che l'eretico non si contentava soltanto di dissentire dalla ortodossia, ma si ribellava anche alle istituzioni governative, diveniva violento, anarchico, pericoloso per lo stato e per i privati cittadini. Anzi è da ricordare pure che furono proprio questi atteggiamenti violenti, ribelli ed anar chici che costrinsero i principi a prendere seri provvedimenti a loro carico tanto da costringere il potere civile ad inventare la pena del rogo. Gli inquisitori ecclesiali furono costretti a tacere i nomi di coloro che denunciavano gli eretici perché questi, quando conoscevano il nome dell'accusatore, arrivavano a commettere gravi rappresaglie contro di lui ... Altro che, "martiri" ed "esercito dei confessori di Cristo"...

5. Noi ringraziamo l'autore del libro che sto considerando, il quale è così ben disposto a "tendere la mano a chi oggi manifesta uno spirito nuovo".

Quante volte proprio io, mi sono rivolto fraternamente a questi fratelli "separati" perché si disponessero al dialogo fraterno, affettuoso, cristiano, e religioso. Nulla da fare!! ... I pregiudizi e tutte le istruzioni che li strumentalizzano nei loro incontri trisettimanali , si basano principalmente, se non esclusivamente, sulla denigrazione della Chiesa Cattolica. Gli istruttori, poi, riescono a "costringere", con delle "virtuose acrobazie", la S. Scrittura al loro "credo", che è quasi sempre evangelico.

Parlo e scrivo con cognizione di causa perché degli "ex" da me interrogati, hanno dovuto rispondermi: "sì,  è vero, la denigrazione della Chiesa cattolica costituisce l'istruzione "base" di tutti questi gruppi che "credono" di possedere la verità".

 

….La situazione in seno alla Chiesa romana è in fase di tale rapida evoluzione, che ogni profezia può essere legittima o fallace. E' lo stesso regnante Pontefice (Paolo VI) a renderci avvertiti della crisi profonda da cui la sua Chiesa è travagliata, e, se lo spazio lo consentisse, sarebbe estremamente utile e interessante riferire tutti quei discorsi".

 

Dopo questa introduzione, l'autore segnala, alcuni punti del Pontefice Paolo VI, il quale in pubblici discorsi si rammarica:

 

- per quelli che si allontanano dalla Chiesa Madre e di quelli che la criticano;

- per la pena che gli procurano quelli che non vogliono comprendere il genuino pensiero della Chiesa o che a volte lo respingono;

- per quelli che senza serenità e obiettività, formulano delle critiche sulla curia romana;

- per quelli che diffondono un certo senso di incertezza tra il clero;

-    per i figli di S.Ignazio (i gesuiti) e per altre famiglie religiose che, dopo il Concilio Vaticano II, specialmente, hanno dato segni di insofferenza e di incertezza nelle loro convinzioni...

 

L'autore continua: "Quanto siamo lontani dal quadro di una Chiesa romana monolitica, unita saldamente intorno al Magistero infallibile del Sommo Pontefice. Certo la realtà non è tutta qui...",

Non mi fermerò a considerare tutte le obiezioni del libro che sto esaminando, ma sarà bene far riflettere il lettore sulla sincerità e sulla sicurezza della nostra Santa Madre Chiesa.

Il Pontefice (come fanno spesso anche i vescovi) non teme di richiamare pubblicamente i suoi figli, anche quelli discoli e ribelli al proprio dovere. Sui libri della Storia ecclesiastica, nelle enciclopedie, nei discorsi (e anche papi, vescovi e altri responsabili della Chiesa), non si teme di dire la verità. La Chiesa ha carattere universale e non nasconde mai le difficoltà che sorgono nello svolgimento della sua vita. Infatti i denigratori di essa possono attingere, come ho già detto, tutte le notizie negative dalla vita ecclesiale, e dalla stessa storia della Chiesa .

Essa, fedele al Divin Maestro e alla luminosità dei Vangeli, segue lo stesso stile degli autori sacri: dire sempre la verità e informare tutti sullo scorrere della sua storia. Praticamente si attiene strettamente al sistema leale della S. Scrittura, che con semplicità sublime proietta la luce, e con altrettanta umile semplicità non nasconde le ombre. E' la tattica e la prassi di  Gesù, degli evangelisti, di tutti gli scrittori Sacri dell'Antico e del Nuovo Testamento, quindi questa deve essere anche la prassi della Chiesa.

Quante ombre in essa! ... Le eresie e le ribellioni hanno avuto inizio nel collegio apostolico, sono continuate lungo i secoli e... molto facilmente dureranno sino agli ultimi atti di questa scena terrestre. E' lo stesso Gesù che ci consiglia di lasciare insieme la zizzania col buon grano, di tirare la rete, anche se con i pesci buoni ci saranno anche i cattivi, di invitare alle nozze le vergini, anche se la metà di esse saranno stolte. Conosciamo l'epilogo di queste parabole: la zizzania sarà buttata nel fuoco, i pesci cattivi saranno buttati via, e le vergini stolte busseranno invano alla porta che per esse non si aprirà' ...

E qui potrei continuare con una lista interminabile di eresie e di rinnegamenti: incominciando da Giuda, da Pietro e finendo alla viltà di tutti gli apostoli che sono fuggiti quando Gesù venne catturato. Le eresie ed i rinnegamenti di gruppi ecclesiali orientali

molto considerevoli fino al doloroso scisma del protestantesimo che continua a frazionarsi in moltissimi gruppi e in sette e sottosette sino alle più recenti... fino ai Testimoni di Geova ... fino agli ultimi gruppi ereticali con varie denominazioni... tutti provenienti dalle prime e più importanti scissioni ... specialmente da quelle conclusesi con Lutero, Calvino... Enrico VIII..

Ma anche guanta luce nella Chiesa di Gesù!

Chi potrà calcolare la grandezza dei più luminosi Maestri e Pilastri della Chiesa Cattolica Apostolica Romana? E tutti sono suscitati da Dio.

I grandi Attanasio, Cirillo, Basilio, Agostino, Girolamo, Benedetto, Bernardo, Domenico, Francesco d'Assisi, Antonio di Padova, Tommaso, Alberto,  Ignazio, e mille e mille altri!....

 

Si, quanta infedeltà ... ma anche quanta splendida santità!

 

.  E la luce che ci viene dalla Madre di Gesù?  Quanti Santuari! quante presenze della Vergine Santissima e di tanti santi nei punti più remoti della terra ...

Gìà, ma i fratelli non cattolici non credono o non vogliono credere a tutti i prodigi, neppure a quelli inoppugnabili verificati e accertati dalla scienza.

E i miracoli eucaristici di Lanciano, di Orvieto, di Siena, ecc.?

Cose diaboliche, rispondono i fratelli non cattolici. E la Madonna di Guadalupe? Tutte invenzioni della Chiesa Cattolica, continuano a rispondere i fratelli non cattolici.

 

Ma voi in questa maniera rifiutate la realtà, la scienza, la verità divina! ...

Niente da fare, tutte suggestioni e invenzioni di gente esaltata, vi rispondono ancora i non cattolici ...

 

Ma vieni, vedi e crederai anche tu ... No, sono cose inventate, sono mistificazioni, sono imbrogli.

Ma...ma ... ma ... Crede chi vuol credere, e chi è aberrato da pregiudizi profondi, non riesce a vedere, non riesce a credere se non a quello che vuole .... e basta! ...

 

Ma la Chiesa fondata da Gesù, pure evolvendosi, resta sempre la stessa:

Una, Santa, Cattolica, Apostolica e Romana!

    Il Signore vi dia pace.                                               

Frà Tommaso Maria di Gesù  dei frati minori rinnovati

 

 

 

 

 

 

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