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BIBBIA E CRISTIANI A CONFRONTO

Ultimo Aggiornamento: 01/09/2009 09:15
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01/09/2009 09:13

BIBBIA E CRISTIANI A CONFRONTO

 

Fascicoli dal n° 2 al n° 39 parte sinistra dei fogli

 

Quello che troverete:

"Importanza dei due Testamenti, gli autori di essi, vastità della materia, le fonti della divina Rivelazione, la differenza dei libri tra la Bibbia ebraica e quella cattolica per quanto riguarda l'A.T., il numero dei libri che compongono la Bibbia e la necessità di ogni credente di doverla conoscere, studiare e vivere.

 

A cura di fra Tommaso Maria di Gesù dei frati minori rinnovati

Via alla Falconara n° 83 - 90100 Palermo  - Tel. 0916730658

 

 

La Bibbia

 

Non vi aspettate grandi approfondimenti e neppure disquisizioni bibliche o filosofiche e teologiche. Scriverò con tutta semplicità e chiarezza.

Della Bibbia vi dirò soltanto l'essenziale e vi porgerò, quindi, le sue generalità.

Il nome Bibbia al singolare, ci viene dal latino e vuol significare "Libro" per eccellenza dal quale ci vengono insieme Antichità e Novità, e ciò perchè Gesù Cristo, promessoci fin dal principio della Creazione dell'uomo (Gen, 3,15), è la colonna portante dell'Antico come del Nuovo Testamento. La parola Testamento vuol dire Alleanza  patto tra Dio e l'essere umano.

Prima dei latini, i greci avevano denominato i libri sacri "la biblia" che in italiano significa

"I Libri" per antonomasia. In essi sono contenute le parole ispirate di molti autori suscitati da Dio per comunicarci il messaggio della salvezza. Il tutto è stato scritto in poco più di un millennio.

Fu nel Medio Evo che la Sacra Scrittura prese il nome di "Libri" e poi di "Bibbia" quasi a significare una piccola biblioteca in cui sono contenuti tutti i libri dell'Antico e del N.T.

La  Bibbia è, certo il libro che ha esercitato la più profonda influenza sull'umanità, infinitamente superiore a quella di qualunque altro libro di qualsiasi popolo e religione. Tutte le civiltà, ne sono state permeate. Essa costituisce, ed ha costituito per il passato, materia di ispirazione per le arti, la letteratura, le religioni e la loro morale, e per le stesse leggi di tutti i popoli dopo l'avvento di Cristo.

S. Gregorio definì la Bibbia una lettera scritta da Dio agli uomini. Gli spiriti più profondi, si sono abbeverati alle sorgenti della Bibbia che fu ed è la consolatrice di tanti cuori afflitti o dubbiosi.

Il quadro della sua materia è vastissimo: abbraccia Dio e l'uomo, il mistero delle origini e del fine di tutte le cose; la storia dei primi uomini e del popolo ebreo, immagine di tutta l'umanità, con i suoi vizi e le sue virtù.

Il protagonista principale è sempre Dio, ora sotto l'aspetto di Padre, ora di Giudice, ora di Redentore. La figura centrale verso la quale convergono tutte le linee maestre della Bibbia., è quella di Gesù Cristo.

Tutta la Bibbia è vista dagli esegeti moderni - e giustamente - in funzione del Regno dei Cieli, promesso ed attuato "in Gesù Cristo con il Regno della Grazia.

Leggendo questi fogli vi sorgeranno dei dubbi, vorreste subito porre delle domande. Vi esorto a proseguire con fiducia, e a poco a poco giungeranno - sempre per quanto sarà possibile - anche le chiarificazioni.

Tutto l'edificio della nostra santa religione poggia sopra un unico grande fondamento: la Rivelazione.

Con la venuta di Cristo, che ha stabilito la Nuova Alleanza, la Rivelazione è stata affidata alla Chiesa da Lui fondata, la quale ne è la custode e l'interprete legittima ed infallibile. Notiamo per inciso, che fra tutte le religioni, soltanto a. quella cristiana Dio ha rivolto la Sua rivelazione. Le altre religioni, pur ammirevoli per quella parte di verità che ognuna contiene, sono da considerarsi come lo sforzo dell'uomo che vuol raggiungere Dio e mettersi in contatto con Lui.

 

La Divina Rivelazione scaturisce da due fonti:

a)     La Tradizione;

b)      La Sacra Scrittura.

 

Della tradizione cristiana apostolica parleremo a suo tempo. Basti per ora sapere che essa ha dei forti addentellati nella S. Scrittura ed è contenuta in gran parte negli scritti dei SS. Padri, nelle decisioni dei Concili, nella professione di fede o simboli e nelle preghiere della Chiesa.

In breve: la tradizione è la trasmissione, per via orale e poi fissata anche negli scritti, di alcune verità cristiane ed evangeliche non comprese esplicitamente nei libri canonici.

La S. Scrittura è la trasmissione delle verità rivelate contenute nel Sacri Testi, in tempi diversi, sotto l'impulso dello Spirito Santo.

L’originalità essenziale dell'A.T., nell'ambito della storia religiosa universale, consiste nella rivelazione del Dio unico che interviene con la parola e con i fatti nelle vicende della storia umana per manifestare Se Stesso e la Sua volontà di ricondurre gli uomini alla Sua intimità e alla partecipazione dei Suoi beni soprannaturali mediante Il Messia, l'Aspettato dalle genti, al quale è affidata 1'ultima parola di Dio e l'adempimento della Sua volontà di salvezza.

Il Nuovo Testamento documenta la venuta del Messia, Salvatore e Redentore, Figlio di Dio, preannunciato dai profeti, nato della Vergine Maria, ed il compimento In lui delle Divine promesse e della completezza della Divina rivelazione.

Per queste ragioni, nonostante l'apparente frammentarietà dei libri che la compongono, la Bibbia è un solo libro in quanto narra una sola storia.

 

 

La Bibbia Ebraica

 

Nella sua composizione, per quanto riguarda l'A.T., si presenta così:

a) - La legge.  Comprende i cinque libri di Mosè, detti anche Pentateuco (dal greco = 5 parti). Essi sono: Genesi - Esodo - Levitico - Numeri - Deuteronomio.

b) - I Profeti. Sono distinti in anteriori e posteriori: i primi, in numero di 6, sono libri storici,  che la tradizione ebraica riteneva scritti dai Profeti. Essi sono: Giosuè - Giudici - 1° e 2° Samuele - 1° e 2° Re; i secondi, cioè i posteriori, in tutto 15, sono libri propriamente profetici, e cioè: Isaia - Geremia - Ezechiele - Osea - Gioele - Amos - Abdia - Giona - Michea - Naum - Abacuc - Sofonia - Aggeo - Zaccaria - Malachia.

c) Gli scritti. In tutto 13, sono una miscellanea che comprende: Salmi - Proverbi - Giobbe - Cantico dei Cantici - Rut - Lamentazioni - Qoèlet  (ex Ecclesiaste) - Ester - Daniele - Esdra    Neemia - 1° e 2° Cronache.

 In tutto i libri dell'AT. Sono 39.

La Bibbia della Chiesa Cattolica

Offre un elenco più ricco di libri, e cioè: 46 per l'A.T. e 27 per il N.T. Essi sono distribuiti in tre serie fin dal secolo XIII per l'A.T., cioè:

a) - Libri storici. Comprendono il Pentateuco (5 libri : Genesi - Esodo - Levitico - Numeri - Deuteronomio) - Giosuè - Giudici - Rut - 1° e 2°  Samuele - 1° e 2°  Re - 1° e 2° Cronache (in greco Paralipomeni - Esdra e Neemia (o 1° e  2° Esdra)  Tobia - Giuditta - Ester - 1° e 2° Maccabei In tutto sono 21

b) - Libri didattici. A componimento poetico e sapienziale. Sono 7: Giobbe - Salmi - Proverbi - Qoèlet - Cantico dei Cantici - Sapienza - Siracide.

N.B.: I libri Qoèlet e Siracide sono rispettivamente, gli ex Ecclesiaste ed Ecclesiastico.

Qoèlet designa una funzione: indica colui che parla nell'assemblea (in ebraico qahal, in greco ekklesia, da cui il, latino e italiano Ecclesiaste, ossia Salomone, il predicatore).

Siracide (ex Ecclesiastico).Il libro si chiamava "Sapienza di Gesù, figlio di Sira". Oggi si chiama Ben Sira o Siracide. Fu S. Cipriano per la prima volta a chiamarlo "Ecclesiastico", forse

dall'uso ufficiale che ne faceva la Chiesa.

 

c) - Libri profetici .In tutto 18, e sono Isaia - Geremia - Lamentazioni - Baruch (il Cap. 6 è la lettera di Geremia) - Ezechiele - Daniele e i dodici detti minori, per la minore ampiezza dei loro scritti: Osea - Amos - Gioele - Abdia - Giona - Michea - Naum - Abacuc -Sofonia- Aggeo - Zaccaria - Malachia.

La lista ufficiale dei libri della Bibbia è detta, fin dal 4° secolo d.C., Canone, che in greco significa: regola, norma, in quanto i libri sacri sono norma della fede e della morale.

La differenza tra il canone ebraico dell'A.T. e quello della Chiesa Cattolica sta nella mancanza in quello ebraico, del seguenti libri: Tobia, Giuditta, 1° e 2° Maccabei , Sapienza, Siracide, Baruc con la lettera di Geremia, alcune parti di Ester e Daniele.   

 

NOTE  la parola "deuterocanonico" fu introdotta - e accettata dai cattolici - da Sisto Senese nel 1566, dopo il Concilio di Trento. Così i libri non contestati furono detti protocanonici e quelli contestati deuterocanonici.

Tutti i libri dell'A.T. furono scritti tra il sec. XV e II  a.C. in ebraico per la maggior parte, ma dei cosiddetti deuterocanonici il testo originale è ignorato o furono scritti in greco.

Della gran parte di questi libri (46), sappiamo che erano 'accettati già dalla Sinagoga come ispirati, e li troviamo in tutte le Bibbie ebraiche. Altri invece li conosciamo soltanto nella versione greca detta dei "Settanta", e sono quelli che chiamiamo appunto deuterocanonici. La loro canonicità, ossia il loro carattere ispirato, fu posta in discussione da alcuni Padri della Chiesa; tuttavia il fatto che gli Apostoli e la Chiesa primitiva li avessero accolti, fece sì che fossero ritenuti ispirati.

Per brevità e chiarezza, i libri comuni ai due canoni si chiamarono protocanonici e quelli esclusi dall'edizione ebraica deuterocanonici, ma il significato in questi termini, nell'eccezione ecclesiastica, non va esteso ad una differenza di valore o di autenticità dei due gruppi.

La limitazione del canone ebraico e' dovuta all'influsso dei farisei di Palestina, i quali, alla fine del secolo primo dopo Cristo, fissarono l'elenco in base a criteri di molto discutibile validità: si vollero escludere dal numero i libri che non erano stati scritti in ebraico o in aramaico e si riteneva incerto o estinto il dono di profezia dopo Esdra (sec. 5 a.C.), al quale la tradizione attribuiva un intervento determinante nella fissazione dell'elenco dei libri sacri.

Queste opinioni di scuola non prevalsero tra gli Ebrei dispersi fuori dalla Palestina, ma che avevano Sinagoghe dove si leggeva la Bibbia nella stessa Gerusalemme (cf. At 6,9). Inoltre, tra i   manoscritti recentemente scoperti (1947) della Comunità di Qumran, si trovano anche i libri di Tobia e Siracide, esclusi dal canone ebraico.

La Chiesa Cattolica, fin dai tempi apostolici, ha adottato il canone della Bibbia greca dei "Settanta" e se, nel secoli successivi, alcuni scrittori cristiani mostrarono di preferire il canone ebraico, ciò fu dovuto alle necessita' polemiche che allora opponevano Cristiani ed Ebrei. A difesa della fede cristiana, non si riteneva di dover citare libri che non tutti gli Ebrei riconoscevano ispirati.

Questo motivo di carattere pratico provoco' in alcuni anche dubbi teorici sulla effettiva appartenenza al canone dei libri deuterocanonici, ma ogni esitazione fu tolta dal Concilio di Trento (1546), il quale, poichè i protestanti avevano accettato il canone ridotto ebraico (39 libri), definì solennemente, il canone tradizionale della Chiesa, vincolando la fede dei cattolici all'accettazione di esso.

I protestanti chiamano i libri deuterocanonici apocrifi, che significa ben altro.

La parola "apocrifo", dal greco apokriyptein = tenere segreto, si riferisce ad un libro di autore ignoto, il quale pero', spesso si nasconde sotto un nome noto e apprezzato. Nei libri apocrifi ci sono anche delle verità storiche, mescolate a molta fantasia.. La Chiesa, scopertili, li ha esclusi dall'ispirazione.

"Libri protocanonici" - dal greco protos+primo - sono quelli di cui non fu mai messo in dubbio l'autenticità canonica.

"Libri  deuterocanoni" - dal greco deuteros=secondo - sono quelli che solo in un secondo  momento furono dichiarati solennemente e definitivamente ispirati dal Concilio di Trento allo scopo di eliminare ulteriori dubbi e discussioni.

La tradizione ecclesiastica, fin dal tempi di Gesù, li aveva sempre ritenuti ispirati.

 

La versione più antica della Bibbia e' quella in greco dell'A.T.  fatta in Egitto, sotto il re Tolomeo Filadelfio. I traduttori (72) scelti fra gli Ebrei più colti, furono impegnati alla traduzione di tutti i libri realizzandola gradualmente tra il 250 e il 100 a. C.

Fu detta del "Settanta" (LXX). In essa sono distribuiti i libri deuterocanonici ognuno inserito nel proprio gruppo e nell'ordine conservato fino ad oggi dalla Chiesa Cattolica

Ci siamo ormai resi conto dei due elenchi dei Libri Sacri dell'A.T. Sappiamo pure che tanto i protocanonici quanto i deuterocanonici sono libri ispirati e che non v'è tra loro alcuna distinzione

di fatto. Sappiamo ancora che i fratelli protestanti, pur essendo una emanazione del Cristianesimo, non vollero accettare la lista dei Libri Sacri dell'A.T. adottata dalla Chiesa, ma accolsero - anch'essi in opposizione alla Chiesa Cattolica - quella limitata (39 libri) che aveva adottato l'Ebraismo nel primo sec. d.C., in polemica col Cristianesimo.

Per quanto riguarda il N.T. - scritto tutto in greco, eccetto Matteo, il cui originale in aramaico è andato smarrito - l'antico protestantesimo, contestò la Lettera agli Ebrei, 2 Lett. di Pietro, 2° e 3° Lettera di Giovanni, le Lettere di Giacomo e Giuda e l'Apocalisse, includendoli tra i libri deuterocanonici. Però, dopo queste iniziali incertezze, tutti i Cristiani, di qualunque estrazione, hanno accettato il Canone della Chiesa Cattolica.. E' ovvio che l'Ebraismo non riconosce il Nuovo Testamento.

 

Anche per i libri del N.T. furono stabiliti dei gruppi, e cioè:

 l. Libri storici. Sono i quattro Vangeli e gli Atti degli Apostoli.

2. Libri didattici. Le 13 (o 14) Lettere

di S. Paolo: ai Romani , 1° e 2° Corinzi , Galati, Efesini, Filippesi, Colossesi, 1° e 2° Tessalonicesi  1° e 2° Timoteo, Tito, Filemone.

- Lettera agli  Ebrei (probabile autore è Apollo o qualche altro discepolo di Paolo).

- Le 7 Lettere dette cattoliche a motivo di una più generale destinazione: di Giacomo -

1° e 2° Pietro - 1°, 2° e 3° Giovanni - Giuda Taddeo. .

3. Libro profetico; Apocalisse = Rivelazione.

 

N.B.: Le apocalissi

Le apocalissi ebbero un grande successo in certi ambienti giudaici.

L'autore di un'apocalisse riceve le rivelazioni in forma di visioni che riferisce in un libro. D'altra parte, queste visioni non hanno valore in se ma per il simbolismo di cui sono cariche. Tutto infatti o quasi, ha valore simbolico in un'apocalisse.

Per capire il veggente bisogna entrare nel suo gioco,  ritradurre in idee i simboli che propone. Altrimenti si falsa il senso del suo messaggio. 

Preparato già dalle visioni di profeti come Ezechiele o Zaccaria, il genere apocalittico si sviluppò nell'opera di Daniele e in molte opere apocrife scritte intorno all'era cristiana.

Per comprendere un'Apocalisse bisogna metterla nell'ambiente storico che le ha dato vita.

Prima di tutto diciamo che fino a qualche tempo fa l'Apocalisse di S. Giovanni era difficile a interpretarsi perchè era "unica" nel suo genere. Era allora un ottimo terreno di caccia per qualsiasi studioso che fosse stato un  tantino scettico.

Si poteva interpretare il libro esattamente come si voleva.

Divenne abbastanza comune il trovare nell'Apocalisse un riferimento a qualsiasi evento dal 1° sec. d.C., giù giù fino ai tempi nostri, e farne una specie di almanacco che dava previsioni dettagliate circa quanto doveva accadere sino alla fine del mondo.

La storia ci fa sapere che Gesù - nacque in un tempo di pace. L'impero romano si era abbastanza consolidato e Cesare Augusto si voleva rendere conto della consistenza dei popoli a lui soggetti. Perciò ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirino (cf. Lc 2,1-2) San Luca ci racconta la storia della nascita e dell'infanzia di Gesù. Dalla storia apprendiamo pure che, col tempo, la grande pace romana va divenendo sempre più fragile e che il governo romano pensa di consolidarla imponendo ai popoli soggetti l'obbedienza ed il culto dell'Imperatore che deve essere riguardato come un essere divino.

In base ad uno statuto speciale, í Giudei soltanto erano esonerati da tali ossequi e potevano rimanere fedeli alla loro religione. Tutte le altre religioni, anche se tollerate nelle loro espressioni private, erano obbligate - pena la morte - a dare il culto pubblico al Divino Augusto. E' così che, già verso la fine del governo di Nerone (incendio di Roma, 64), si arriva alla persecuzione dei dissidenti. Ma i veri dissidenti sono esclusivamente i Cristiani, che, per la loro fede in Cristo-Dio, si rifiutano decisamente di prestare un culto da essi ritenuto, giusta mente, idolatrico.

Alla persecuzione neroniana segue quella più violenta di Domiziano (81-96).

1 cristiani però, anche di fronte alla morte, affrontano coraggiosamente il martirio. Tra i sudditi dell'imperatore, i cristiani erano i più leali ed i più ligi al proprio dovere, ma come seguaci di Cristo, rifiutando il culto imperiale, essi diventano i traditori della patria, ribelli all'autorità e, quindi, degni di morte. Passato dunque, il tempo delle attestazioni di lealtà allo Stato, è necessario seguire Cristo fino alla morte.

Di fronte a questa situazione angosciosa, ecco che la coscienza cristiana, ispirata dall'Alto, dà libero sfogo alla protesta, impugna la penna ed in uno scenario grandioso grida a tutti i cristiani un messaggio di incoraggiamento. Nasce così l'Apocalisse, contenuta in simboli e numeri, allo scopo di celarsi al persecutore ma di raggiungere e rincuorare i perseguitati. Così concepita e intesa, l'Apocalisse è un modo speciale di profezia.

Non mi trattengo a presentarvi il pensiero degli studiosi sulla figura dell'autore. La critica è molto varia e nutrita : oggi si accetta che possa essere anche Giovanni l'Evangelista perchè ci sono delle affinità col quarto vangelo, ma le differenze sono ancora maggiori, la lingua è un'altra, un altro è soprattutto il contesto teologico.

C'è chi si trova in grandi difficoltà per strappare un qualsiasi messaggio a questo scritto straripante di fantasia. Altri si accaniscono su certi particolari e vorrebbero stabilire le epoche future. Questi sforzi sono inutili, perchè l'autore con i suoi simboli e allusioni, si riferisce ad un'epoca ben precisa e vuol rivolgersi a persone che lo capiscono.

In conclusione, quello che all'esegesi moderna sembra chiaro è che l'Apocalisse vuol segnare il cammino difficile e doloroso della Chiesa di Cristo peregrinante sulla terra, ma nell'attesa certa della vittoria finale, della gloria della nuova Gerusalemme, il compimento dell'Alleanza nuova, la Venuta di Cristo. Non è un messaggio di vendetta, ma di speranza, di resistenza e di fedeltà fino al martirio. In conclusione, l'Apocalisse impedisce calcoli precisi, assoluti in un'epoca della storia, stimola al rifiuto dell'idolatria qualunque possa essere la forma del potere che la impone, addita il premio, insegna a cantare la grandezza e la vicinanza del Signore Gesù. La vittoria dell'Agnello è la vittoria dei suoi seguaci, ossia la Vittoria di Cristo e della "Sua" Chiesa.

La Bibbia è il Libro più antico che possegga l'umanità. Il Pentateuco, nel quale ci ha messo mano lo stesso Mosè, è, sino ad oggi, il libro più antico giunto completo fino a noi. Tutti gli altri libri, di qualunque civiltà, si arrestano ad un certo punto dell'antichità. La Bibbia invece, ci narra il principio del genere umano, la creazione dell'universo. Noi non l'avremmo saputo se Dio non l'avesse rivelato a Mosè, il cronista storico più vicino alle origini, al Creatore, a Dio.

La S. Scrittura è anche il libro di tutti i popoli. Anche solo umanamente, è considerato il libro più bello della terra. Non c'è studioso che lo ignori; scrittori irreligiosi per apparire grandi lo copiano, imparano fatti, parole, descrizioni.

E' il Libro Sacro per eccellenza, e per la materia, e per l'autore, che è duplice: l'uomo e lo Spirito Santo (ne parleremo a suo tempo).

Il protestante Guizot diceva: "E' un libro che si legge sotto l'impressione di un soffio venuto da ben altro che dall'uomo". .Quante conversioni ha operato la sola lettura di esso...

Noi che ci diciamo cristiani, cattolici, apostolici, quali doveri abbiamo verso la S. Scrittura?

- Anzitutto dobbiamo averne una grande stima e venerazione perchè in essa è Dio stesso che ci istruisce. Poi dobbiamo procurarcela e leggerla spesso, almeno nei tratti più salienti e facili. In essa vi è tutto: Dio e i suoi attributi, sublimi esempi di virtù; ci sono mostrate le tristi conseguenze del vizio e ci insegna a fuggirlo. Tutto il bene che si può trovare altrove, lì si trova e non si finisce di imparare.

 

Una volta nelle famiglie cristiane gli anziani leggevano la Bibbia e la spiegavano ai giovani. Molte donne, mentre filavano, recitavano interi salmi e brani a memoria o li cantavano.

Certo non tutti i libri della S. Scrittura sono facili e fatti per tutti. Già vi ho detto che solo per quasi tutti i gruppi non cattolici la Bibbia è molto chiara e facile, semplicemente perchè viene letta ed interpretata nella "mente" dello stesso gruppo. Il moltiplicarsi ed il nascere continuo di tante sette, dipende proprio dalla interpretazione libera ed arbitraria di essa.

 

Devo aggiungere che neppure tutte le traduzioni sono permesse, perchè non tutte si attengono esattamente al testo biblico originale. Le migliaia di sette sono originate da questa "libertà" incontrollata di interpretazione e traduzione.

Ritornando ai "nostri doveri verso la S. Scrittura", di cui stavamo parlando, è bene avere e leggere almeno i Vangeli; ascoltare - ma con attenzione - le omelie domenicali, le istruzioni e spiegazioni bibliche e religiose, frequentare corsi di teologia, di. catechesi, ecc.   Soprattutto il vero cristiano "deve" sentire il bisogno di togliersi dalla perniciosa ignoranza che gli impedisce di conoscere la Verità e, quindi, di poter "gustare" la bontà e la gioia che ci procura la vita evangelica profondamente vissuta. La conoscenza della Verità ci procura la libertà dei figli di Dio (cf Gv 8,32), e ci mette in contatto con Cristo, che è la Via, la Verità e la Vita. Egli è il nostro Salvatore e Redentore, ed è anche il nostro Amore: l'Amore del mondo!... Conoscendo, amando e servendo Dio, ci renderemo conto di una frase di S. Agostino, che altrimenti ci potrebbe sembrare inaccettabile. Essa suona così : "Chi vuol prima comprendere e poi credere, finirà per non comprendere e non credere".

Dio è l'Infinito, il Necessario, l'Assoluto. Mai nessuna mente umana lo potrà comprendere. All'umile Egli si svela, mentre si nasconde ai superbi (Mt 1,25).

S. Antonio Abate, nella Tebaide, ricevette una lettera dell'imperatore Costantino il grande. Ai suoi discepoli, pieni di meraviglia, rispose: "Dovreste assai più meravigliarvi che il Dio del Cielo e della Terra, il Re di tutti i Re, abbia inviato a noi poveri uomini, una sua Lettera, vale a dire la S. Scrittura".

"Felici coloro che ascoltano la parola di Dio e la custodiscono nel loro cuore" (Lc 11,28).

Noi dobbiamo ricevere il Libro della Fede e della Rivelazione dalla S. Madre Chiesa, Maestra (Mt 28,19-20), Custode (1Tm 6,20), Guida suprema (Gv 21,15-17), Colonna e sostegno della Verità (1Tm 3,14-15).

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