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QUESTO FORUM E' CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO... A LUI OGNI ONORE E GLORIA NEI SECOLI DEI SECOLI, AMEN!
 
Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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LE CENTO RISPOSTE

Ultimo Aggiornamento: 01/09/2009 12:26
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Sesso: Maschile
01/09/2009 12:22

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53 "Che Maria abbia mai domandato e ottenuto da Dio qualche grazia o favore per qualcuno dei suoi devoti? - (50) Che Maria sia la Porta del cielo, la dispensatrice dei doni celesti, la Corredentrice col Nostro Signore ... ? ".

Per la Chiesa cattolica - non diversamente di quanto ammettono i fratelli evangelici nella domanda 64 - "santi" sono non soltanto quelli canonizzati, di cui abbiamo trattato rispondendo alla domanda 18, ma quanti - vivi e defunti - fanno parte, come amici di Dio, del Corpo Mistico di Cristo rendendo in tal modo possibile tra di loro quel felice scambio di beni che nel Simbolo viene chiamato "Comunione dei Santi".

Alcuni di tali membri del Corpo Mistico di Cristo o santi, morti a testimonianza della fede o di una virtù ( martiri, cfr. Apoc. 2: 10 e 12: 11) o dopo una vita ricca di opere buone (cfr.Mt.7:15-20), sono proposti a tutti i fedeli come autentici imitatori di Cristo, e quindi come modelli di vita cristiana. Ciò lo mette assai bene in evidenza S.Paolo: i fedeli, imitando lui, - come raccomanda di fare (1 Cor.4:16;Gal.4:12;Fil.3:17) - imiteranno il Cristo (1 Tess.1:6;Fil.2:5,ecc.) che egli stesso imita (I Cor.11:10). Infine essi devono imitare Dio (Ef.5:1) e imitarsi gli uni gli altri (1 Tess.L7;2:14;Ebr.6:14).

Nel testo 2:1-5 di I Timoteo - citato alla domanda 66 - Paolo istruisce Timoteo sul comportamento dei fedeli, e raccomanda tra l'altro che essi preghino per gli altri, anzi per tutti gli uomini, comprese le autorità civili. Insegna altresì che l'intercedere per gli altri è cosa lodevole e gradita a Dio, perchè la preghiera dei fedeli farà sì che i lontani possano conoscere la verità (cioè l'unico Dio e Salvatore) e quindi salvarsi.

Ne consegue che i fedeli - secondo la Bibbia - possono e devono concorrere al bene altrui anche mediante la loro intercessione presso Dio. Ciò è confermato da molti passi biblici (basti ricordare Gv.5:16-17; Rom. 15:30-31; Ef.6:18-19;Col.1: 9-10).

L'intercessione è la pratica della fraterna carità, legge fondamentale dei seguaci di Cristo.

Ora, se tale fruttuoso scambio di beni e di vicendevole aiuto è possibile tra i santi quando sono ancora viatori sulla terra, e quindi limitati nel tempo e nello spazio, perchè non dovrebbe essere loro più possibile - e in modo certamente più largo ed efficace - quando regnano con Cristo in cielo? A fianco di Cristo sono infatti chiamati i santi dopo la morte come da lui stesso promesso al buon ladrone:"Oggi sarai meco in Paradiso"(Lc.23:43).

La S.Scrittura mostra un esempio di intercessione dei martiri presso Dio e l'esaudimento di essa nell'Apocalisse. Nel linguaggio simbolico di questo libro, Giovanni mostra i Santi del cielo che, con le loro preghiere, riempiono di profumi i vasi d'oro, che salgono continuamente al trono dell'Agnello(5:8); queste preghiere non sono solo di lode, ma anche di intercessione per i loro fratelli bisognosi di aiuto sulla terra (6:9-11); la loro preghiera è ascoltata da Dio (8:3-4) e infine esaudita (9:13): qui l'espressione

"udii una voce dai lati dell'altare d'oro" indica appunto che quanto segue è frutto della preghiera dei martiri sopra descritti.

Se dunque i santi possono in cielo intercedere ed essere da Dio esauditi a favore dei fratelli bisognosi sulla terra, perchè mai questo, e in modo immensamente più efficace, non può farlo la Madre di Dio, che i fedeli invocano appunto loro Avvocata?

I Protestanti per negarlo si basano unicamente sul citato testo a Timoteo: "Non vi è che un solo Dio, uno solo è anche il Mediatore tra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, che per tutti ha dato se stesso in riscatto (I Tim.2:5-6).

Ma è proprio questa verità paolina che la Chiesa cattolica ha sempre creduto ed affermato nel suo insegna mento! Sappiamo tutti, infatti, che Cristo è l'unico e vero Mediatore per avere redento l'umanità col sacrificio della sua vita. Ma dove è detto nella Bibbia che Cristo non possa - per gratuita sua benevolenza e a mirabile dignità dell'uomo - chiamare altri collaboratori nell'attuazione dell'opera salvifica da lui compiuta? Se Dio ha eletto Maria all'altissima dignità di Madre del Figlio suo, che vi è di strano se è stata chiamata anche a coadiuvarlo nell'opera della redenzione?

Si tratta - naturalmente - di mediazione subordinata e dipendente da Cristo ed è sotto questo particolare aspetto che la mediazione di Maria viene posta in evidenza dalla "Lumen gentium" del Concilio Vaticano II: "La funzione materna verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce questa unica mediazione di Cristo, anzi piuttosto ne mostra l'efficacia. Poichè ogni salutare influsso della Beata Vergine sugli uomini non deriva da intrinseca necessità, bensì soltanto dal beneplacito di Dio, e sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo, si fonda sulla mediazione di lui, da essa assolutamente dipende e attinge tutta la sua efficacia; non impedisce minimamente l'immediato contatto dei credenti con Cristo, anzi lo facilita" (Cap.III,n.60).

A lei infatti come a madre Cristo affidò sul Calvario l'umanità redenta; è lei che è divenuta madre della Chiesa e dei membri che la compongono, formanti tutti quel corpo mistico di cui Cristo, suo Figlio, è capo.

Se i fratelli evangelici - anzichè isterilirsi in illogiche contestazioni quasi sempre in aperto contrasto con la Bibbia - volessero collocare anch'essi la Vergine nel posto in cui Dio l'ha voluta nel piano della salvezza, non tarderebbero a riconoscere essi pure, doverosi e pienamente conformi alla S.Scrittura, i titoli e gli omaggi che il mondo cattolico le tributa. Finirebbero, anzi, per fare eco festosa anch'essi alle parole risuonate sulle sue labbra divinamente ispirate: "Perchè ha guardato (il Signore) l'umiltà della sua serva, ecco fin d'ora tutte le generazioni mi chiameranno beata" (Lc. 1: 48). Sarebbe questo un passo decisivo verso la bramata unione religiosa e il modo migliore di accogliere la parola che ella rivolse ai servitori al banchetto di Cana: "Fate tutto quello che egli (il Cristo) vi dirà" (Gv.2:5).

Restare ostinatamente muti nel crescente coro di benedizioni e di lodi, che dai primi secoli si eleva sempre più festoso alla Vergine, significa non aver compreso l'altissima missione che come Madre di Dio e degli uomini ella è stata chiamata a compiere nella Chiesa di Cristo!

I protestanti contestano inoltre (domande 60, 67, 70,) ogni forma di culto alla Vergine e ai Santi: "Che culto di dulia e iperdulia, dato ai santi e a Maria, non sia idolatria espressamente proibita nella Bibbia? (Es.20:4-5; Lev.26:1; Mt.4:10).

L'idolatria, che la S.Scrittura proibisce, consiste nel prestare culto divino ad una creatura.

Quando Dio comanda di adorare lui solo con culto supremo ed assoluto non intende proibire quello inferiore, cioè di dulia e iperdulia, che si presta ai Santi come a suoi amici. E come un re non si reputa offeso se vengono onorati i suoi ministri ridondando sulla sua persona un tale onore, così pure il culto che si presta ai Santi si riflette su Dio, la cui gloria in essi appunto risplende.

E che tale culto non sia per nulla proibito, ce lo fa toccar con mano la stessa S.Scrittura: Abramo, Lot e Giosuè si prostrano riverenti agli angeli del Signore; Abdia, uomo giusto, venera col volto fino a terra il santo profeta Elia (III Reg. 18:17); l'Ecclesiastico esorta addirittura a lodare e glorificare gli uomini virtuosi:"Diamo lode agli uomini gloriosi, come Mosè, David,Giosuè; la loro sapienza è celebrata dai popoli e le loro lodi sono ripetute nelle sacre adunanze" (44:1-15).

E perchè i semplici fedeli sappiano anche ben distinguere tra il culto dovuto a Dio e quello prestato ai Santi, la Chiesa ha sempre insegnato a chiare note che il primo è di 'latria" o adorazione, mentre il secondo è di semplice venerazione cioè di "dulia". E siccome tra i Santi un posto del tutto singolare occupa la Vergine perchè Madre di Dio, a lei viene tributato un culto superiore a quello degli altri Santi, detto di

"iperdulia", ma sempre distinto essenzialmente da quello di adorazione dovuto unicamente a Dio.

Quando dunque i Protestanti asseriscono - come ora nelle domande 54,69,72 - che i cattolici adorano la Vergine, i Santi o le loro reliquie o immagini, affermano delle autentiche falsità, e stupisce che dopo oltre quattro secoli dalla Riforma si vadano ripetendo simili banalità.

Non resta ormai che rispondere ad alcune specifiche domande circa l'uso delle immagini e la venerazione delle reliquie dei Santi, che gli Evangelisti ci pongono nei numeri 68 e 69: Che si possano fare delle statue dei Santi e della Madonna per ricordarsi di loro? (Is. 44:9-20; Salmo 115:2-9); e "portarle in processione? " (Es. 20:4-5; Is.44; 15:19; Ger.10:3-15).

Su questo punto delle immagini gli Evangelici non fanno che appellarsi al Vecchio Testamento, ma saprebbero essi direi come mai, mentre al c.20 dell'Esodo Dio proibisce le immagini, al c.25 comanda i cherubini per l'Arca santa? Come spiegare due ordini contraddittori di Dio nello stesso libro, a soli 5 capitoli di distanza?

Il c.20 è un testo molto antico, di fattura "eloista" e risalente a circa nove secoli prima di Cristo; vi era allora molto pericolo di politeismo e idolatria per gli Ebrei. Il c.25, invece, fu redatto dopo il ritorno dall'esilio babilonese e quindi quattro secoli più tardi del c.20: allora la mentalità giudaica era assai purificata per l'opera dei profeti e le sofferenze subite; infatti dopo di allora si avrà il rigido giudaismo, fedele (almeno esteriormente) alla Legge del Dio Unico. Per cui non era più troppo pericoloso l'uso delle immagini e si ricorse perfino ai cherubini, che erano divinità secondarie dei popoli circonvicini. Anche nell'antichissima sinagoga di Durw-Europos si trovano immagini nei resti archeologici.

Se dunque già nel quinto secolo avanti Cristo non vi era più pericolo che il popolo ebraico adorasse le statue e le immagini come divinità, vogliono i Protestanti che si cada in questo grossolano errore nel nostro secolo ventesimo?

Anche le citazioni bibliche apposte alle domande 62,63,68,69 si riferiscono tutte all'Antico Testamento, mentre per noi valgono invece le parole di S.Paolo "Noi sappiamo che non esiste alcun idolo al mondo, e che non esiste che un Dio solo"(I Cor.8:4). Cosi pure è puerile addurre in contrario Atti (10:25-26 e 14:18) nelle domande 72 e 73 in quanto ivi è chiaro che i pagani, venuti a contatto coi due Apostoli, li vogliono adorare perchè li credono esseri sovrumani, anzi gli abitanti di Listra scambiano addirittura Barnaba per Giove e Paolo per Mercurio! Noi questo non lo pensiamo neppure!

"Che le ossa dei morti ed altre reliquie siano investite di virtù miracolose, e che debbano essere esposte alla pubblica venerazione, baciate e portate in processione? "(71).

Cominciamo col dire che le immagini - in pittura o scultura - ci rappresentano la persona reale o ideale del Santo. le reliquie invece, riguardano o il loro corpo o frammenti di esso o cose adoperate da lui in vita o che vennero poi a contatto con le sue ossa o col suo sepolcro come sono appunto la croce, i chiodi, le spine, la Sindone cioé il lenzuolo che avvolse il corpo del Salvatore.

Alle une e alle altre - immagini e reliquie - la Chiesa Cattolica presta un culto relativo, vale a dire non vengono onorate per quello che sono in se stesse, ma in riguardo alla dignità della persona a cui si riferiscono, diretto, cioè, e indirizzato non a tali oggetti in sè, ma al santo a cui appartengono o che rappresentano. Così il fedele che si prostra in ginocchio dinanzi alla statua della Vergine, non intende venerare il pezzo di legno o di marmo che gli sta innanzi, ma la Vergine in persona che sta in Cielo. L'immagine gli serve solo a meglio elevare il cuore e la mente a Lei.

Lo stesso dicasi per le reliquie. Non sono le ossa e gli oggetti inanimati che distribuiscono grazie e miracoli, come si asserisce in campo protestante, bensì il Santo e in ultima analisi Dio, che si compiace di manifestare la sua potenza e la sua bontà per mezzo dei Santi, venerati con fede nelle loro immagini o nelle loro reliquie.

L'episodio evangelico con l'Emorroissa ce lo dimostra in modo evidente: "Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello - ella pensava di Gesù - sarò guarita".

Gesù, voltatasi, la vide e disse: "Coraggio, figliola, la tua fede ti ha guarita" (Mt.9:20-22).

Gesù approva quindi il comportamento della donna; non solo, ma anche altri passi del Vangelo (Mt.14:36; Me.6:15) ci fanno sapere che questo comportamento era normale: quanti toccavano l'orlo del mantello di Gesù guarivano. Anche di Paolo si raccontano negli Atti (19:11-12) cose simili: si mettevano sopra i malati fazzoletti e grembiuli che erano stati a contatto con Lui e le malattie cessavano e gli spiriti cattivi fuggivano". E di Pietro si legge che "operava guarigioni anche solo con la sua ombra" (At.5:15-16).

C'è dunque da stupirsi per il comportamento dei cattolici e per le numerose grazie e guarigioni prodigiose che i fedeli ottengono pregando con fede dinanzi ad immagini sacre e soprattutto nei Santuari Mariani come a Lourdes, Fatima, Loreto e Pompei?

Quanto al passo di Luca (11:27-28), citato in calce alla domanda 54, e da dire che - contrariamente a quanto gli Evangelici suppongono - Cristo, con l'affermazione: "Beati piuttosto quelli che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica", non solo non nega la grandezza di sua Madre, ma la esalta ancor più presentando un maggior motivo di lode, quello della sua fede, modello incomparabile per tutti i suoi seguaci. Ne è prova lo stesso Vangelo, il quale a questi riguardi esclama: "Beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore! (Lc. 1: 15).

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