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I TDG E IL NAZISMO

Ultimo Aggiornamento: 01/09/2009 15:53
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01/09/2009 15:52

di Sergio Pollina

Le verità nascoste dal geovismo a proposito delle persecuzioni

subite dai t.d.G dal nazismo in Germania

di Sergio Pollina

 

La bibliografia relativa al comportamento dei testimoni di Geova nei confronti del regime nazista sta rapidamente avviandosi a diventare sterminata. Sembra che il Corpo Direttivo di questa organizzazione non possa fare a meno, di tanto in tanto, di ripescare qualche episodio relativo agli anni tragici del famigerato periodo nazista (1933 1945) e di citarlo nelle sue pubblicazioni a dimostrazione dell'eroismo e, spesso, del martirio degli intrepidi "proclamatori" tedeschi, oltre che a ulteriore conferma dell'unicità dell'atteggiamento di assoluta integrità degli antichi Bibelforscher in aperto contrasto con i compromessi ed i cedimenti alle lusinghe del potere alle quali si piegarono ‑ stando a quanto essi dicono ‑ tutte le altre confessioni cristiane di quel tempo.

 

Ma ciò che ci ha determinato ad impugnare la penna per redigere questo scritto, è senza dubbio stato l'articolo apparso nell'edizione italiana di Svegliatevi! dell'8 luglio 1998, intitolato I testimoni di Geova. Coraggiosi di fronte al pericolo nazista. Si tratta di un articolo, redatto dal corrispondente tedesco della Torre di Guardia, che si prefigge, com'è chiaramente indicato nei suoi paragrafi introduttivi, di smentire quelle che egli definisce alcune "false accuse" di oppositori dei Testimoni, segnatamente di alcuni ex testimoni che, grazie all'inarrestabile penetrazione ‑ anche nelle case dei più ortodossi tra i "proclamatori" ‑ della «rete" di Internet, ormai hanno reso di dominio pubblico ciò che accadde realmente in quel tempo. Su questo controverso soggetto vi sono molte altre cose da dire, in aggiunta a quelle che a suo tempo furono pubblicate sul Christian Quest di James Penton e nel volume di Achille Aveta e Sergio Pollina, I testimoni di Geova e la politica, in quanto da allora ad oggi molti altri elementi hanno arricchito la già vasta

(Tbc Cristian Quest, vol. 3, n. 1 ‑ Spring 1990 Illinois USA, pagine 3 3 ‑81).

(' I testimoni di Geova e la politica. Ma Martiri o opportunisti? Edizioni Dehoniane, Roma 1990.)

massa di materiale pubblicato, ma per il momento sembra più opportuno dedicare queste pagine all'esame degli argomenti trattati sulla Svegliatevi! già citata, che costituiscono un tentativo, in realtà mal riuscito, dell'organizzazione di nascondere quella che è ormai un'ovvia e consolidata realtà storica.

 

A pagina 12 della rivista, al sottotitolo "Coraggio o compromesso" si prendono in esame due episodi che, secondo l'estensore           dell'articolo, sarebbero frutto di "informazioni sbagliate" e di "travisamento dei fatti" da parte dei soliti "oppositori". Il primo di tali episodi riguarda l'assemblea tenuta alle Wil­mersdorfer Tennishallen il 25 giugno 1933. Di

questa assemblea nessun particolare degno di nota fu a suo tempo provveduto nell'Annuario del 1975 che si limitò solo ad una rapida de­scrizione dell'episodio già    succintamente tratteggiato 16 anni prima nel libro I testimoni di Geova nel proposito divino (pag. 130 dell'edizione inglese). L'Annuario (pag. 111) diceva solo che «... le congregazioni furono

invitate con breve preavviso a un congresso che si sarebbe tenuto il 25 giugno a Berlino», nessun altro particolare circa, ciò che avvenne veniva provveduto. Chi, allora, ha fornito agli "oppositori" le informazioni che adesso sono così vigorosamente smentite dall'organizzazione di Brooklyn Heights? La fonte è tra le più fidate, si tratta infatti di Konrad Franke, già servitore (o sorvegliante) della filiale tedesca della Torre di Guardia dalla fine degli anni quaranta (La Torre di Guardia del 1` maggio 1984, pag. 31; vedi an­ che La Torre di Guardia del l' febbraio 1964, pagine 73‑76). Nel 1976 questo importante             personaggio pronunciò una serie di discorsi in due parti della durata dì circa tre ore in tutto, in varie località della Germania Occidentale. Tali discorsi furono registrati m nastro e inti­tolati «Storia dei testimoni di Geova in Ger­mania». Le informazioni pubblicate sull'episodio "incriminato" derivano quindi dalla fonte più fidata e veritiera che i testimoni possano desiderare. Non sono state attinte dalla testimonianza di un oppositore, ma di uno che, fino alla morte “fu attivo nel combattere l’eccellente combattimento in qualità di soldato del Regno.

 

LE BANDIERE CON LA SVASTICA

Per far rilevare come siano proprio i testimoni di Geova a dimostrarsi infedeli nel riportare i fatti narrati da chi ha scritto su quest’argomento, citiamo le loro stesse parole così come sono state pubblicate su Svegliatevi!:

            Per esempio gli oppositori sostengono che i Testimoni ornarono le Wilmersdorfer Tennishallen di bandiere con la svastica. Fotografie dell’assemblea del 1933 mostrano chiaramente che non esposero nessuna svastica dentro la sala. Testimoni oculari confermano che non c’erano bandiere all’interno. E’ possibile, però che ci fossero bandiere all’esterno dell’edificio. In plotone d’assalto nazista aveva usato la sala il 21 giugno, il mercoledì prima dell’assemblea. Poi proprio il giorno prima dell’assemblea folle di giovani insieme a unità delle SS (Schutz-Staffeln, in origine guardie del corpo di Hitler in camicia nera), delle SA e altri celebrarono il solstizio d’estate nelle vicinanze. Perciò i Testimoni che arrivarono all’assemblea la domenica poterono trovarsi davanti a un edificio ornato di bandiere con la svastica. Se ci fossero state bandiere con la svastica esposte all’esterno, nei corridoi o anche all’interno della sala, i Testimoni le avrebbero lasciate dov’erano. Tuttora, quando i testimoni di Geova affittano edifici pubblici per adunanze o assemblee, non rimuovono gli emblemi nazionali. Ma non c’è alcuna prova che i Testimoni stessi abbiano esposto bandiere o abbiano fatto il saluto alla bandiera. (pagg. 12,13)

 

E’ bene precisare che la Tennishalle non era un edificio pubblico, ma un impianto sportivo, per cui gli eventuali emblemi nazionalisti potevano essere rimossi. Non è comunque vero che quando i Testimoni affittano un locale per tenervi i loro raduni non rimuovono gli emblemi e tutto ciò che è in contrasto con il loro credo, quali simboli religiosi o politici. A parte la mia personale esperienza di sorvegliante di numerose assemblee di circoscrizione, e di distretto, nel corso delle quali erano date precise istruzioni di coprire tutto ciò che non poteva essere rimosso, vi è un episodio interessante, narrato nell’Annuario del 1994. In esso, alle pagine 248 e 249, si narra di un’assemblea tenura nel 1991 in Polonia, esattamente a Chorzòw. “Sulla torre dello stadio venne appeso un grande cartello che annunciava l’imminente concerto in programma nello stadio di un famoso gruppo rock. Vi erano raffigurati immagini e simboli satanici. Il Comitato dell’assemblea protestò varie volte, chiedendo che fosse tolto, ma invano. Fu rivolta una sentita preghiera a Geova. Durante la notte un’improvvisa raffica di vento mandò in pezzi il cartellone, e così il problema fu risolto!” Non è quindi vero che i Testimoni non rimuovono gli emblemi o i simboli a loro sgraditi dai luoghi delle assemblee. Qui si fa ricorso persino all’intervento di Geova che, imitando le imprese di Eolo, si adopera per rendere decente e puro il luogo di raduno dei suoi Testimoni. Non si vede perché un altro “provvidenziale” sbuffo dei suoi potente polmoni, non avrebbe potuto fare lo stesso con qualche bandiera esposta all’esterno – e quindi non protetta – nel 1933.

Queste parole, frutto della sua diretta narrazione, sono riportate nella loro versione italiana nel volume I Testimoni di Geova e la politica, a pagina 65.

Ciò che inequivocabilmente, emerge da questa descrizione dell’episodio è che le bandiere c’erano, e che quindi, non solo la testimonianza di Konrad Franke è veritiera, ma che altrettanto veritieri sono stati gli “oppositori” nel narrare l’episodio. Proprio perché non vogliamo che nulla sia lasciato nell’indeterminatezza, riportiamo adesso, fedelmente, ciò che disse a suo tempo Franke nei suoi discorsi e che – come abbiamo già detto – è fedelmente custodito con la sua viva voce in una registrazione su nastro:

Quando arrivammo alla Tennis Halle il mattino successivo ciò che vedemmo ci sconvolse, né trovammo quell’atmosfera che solitamente caratterizzava le assemblee dei testimoni di Geova. Non appena entrati, ci colpì vedere la sala addobbata con le bandiere con la svastica!

Come si vede, ciò che colpì sgradevolmente quello zelante Bibelforscher fu la vista delle bandiere nel luogo di un’assemblea dei Testimoni. Il particolare che esse fossero “all’esterno”, nei corridoi o anche all’interno della sala” non è menzionato. E comunque, per ammissione della Società anche se vi fossero state (come in effetti c’erano) essi non le avrebbero rimosse in alcuno modo. L’organizzazione cerca di uscirsene dicendo che “non c’era alcuna prova che i Testimoni stessi abbiano esposto bandiere o che abbiano fatto il saluto alla bandiera”. Innanzitutto nessuno ha mai detto che essi abbiano fatto il saluto alla bandiera, ma che non ci siano prove del fatto che non siano stati loro a esporre le bandiere è del tutto infondato. Perché diciamo questo? Per il semplice fatto che proprio Franke, alto rappresentante dei Testimoni tedeschi; se egli avesse saputo che quell’esposizione nazionalistica non era opera dei suoi stessi fratelli non avrebbe esitato nemmeno un momento a dirlo per sgomberare così il campo da qualsiasi equivoco. Viceversa il suo doloroso stupore di persona informata si basa proprio sul fatto che quell’esposizione di doveva proprio a chi si era sempre proclamato neutrale e che adesso veniva meno a quell’impegno per il quale tanti sarebbero poi morti.

DEUTSCHLAND UBER ALLES!

Il secondo degli episodi riguarda, invece, l’inno nazionale tedesco. La rivista dell’8 luglio così lo descrive a pagina 13:

Gli oppositori affermano inoltre che i Testimoni iniziarono l’assemblea cantando l’inno nazionale. In realtà l’assemblea iniziò con il cantico 64, “La gloriosa speranza di Sion”, del libretto dei cantici religiosi dei Testimoni. Le parole di questo cantico erano state adattate a un brano musicale composto da Franz Joseph Haydb nel 1797. Il cantico 64 era nel libretto dei cantici degli Studenti Biblici almeno dal 1905. Nel 1922 il governo tedesco adottò la melodia di Haydn con le parole di Hoffmann von Fallersleben come inno nazionale. Nondimeno in Germani gli Studenti Biblici ogni tanto cantavano ancora il loro cantico 64, come facevano gli Studenti Biblici in altri paesi. Il fatto di cantare un cantico su Sion non poteva certo essere considerato un tentativo di placare i nazisti, Cedendo alle pressioni di nazisti antisemiti, altre chiese eliminarono termini quali “Giuda”, “Geova” e”Sion” dai loro libri di inni religiosi e dalla liturgia. I testimoni di Geova no. Gli organizzatori del raduno quindi non si aspettavano certo di ingraziarsi il governo cantando un cantico che esaltava Sion. Forse alcuni dei presenti saranno stati riluttanti a cantare “La gloriosa speranza di Sion”, visto che la melodia di questa composizione di Haydn era la stessa dell’inno nazionale.

E’ evidente che la memoria dei testimoni di Geova non è sempre all’altezza delle situazioni, specialmente in quei casi in cui i vuoti di memoria sono veramente provvidenziali! Qui ci troviamo di fronte a uno d’essi. Infatti, non è per niente vero che i testimoni di Geova non cedessero alle pressioni tutt’altro! Proprio in quel periodo la filiale tedesca dei testimoni di Geova aveva suscitato la disapprovazione delle autorità. Con atteggiamento supino di obbedienza fu subito trovata la soluzione per non irritare ulteriormente i rappresentanti dello Stato: “A Magdeburgo, i funzionari governativi avevano comunicato all’ufficio che l’illustrazione della pagina del titolo (un guerriero che impugnava una spada grondante di sangue) era inaccettabile e avevano chiesto di toglierla. Il fratello Balzereit, che ripetutamente si era mostrato disposto a fare compromesso, diede immediatamente istruzioni perché le copertine a colori degli opuscoli fossero tolte”  (Annuario del 1975, pagina 110. Vedi anche Cristine Elisabeth King, The Nazi State and the New Religions, pagina 151).

Non sembra, a questo punto, fuori luogo fare riferimento a quanto fu  a suo tempo scritto sull’argomento dalla Torre di Guardia del 1° marzo 1970. In essa, alle pagine 149-153, fu pubblicato un articolo intitolato Nuovo libretto dei cantici!, dedicato, appropriatamente alla presentazione di un nuovo innario geovista. In esso era spiegato che di tanto in tanto si rende necessario un aggiornamento dei cantici al fine di “sbarazzarsi” del sentimento babilonico e dell’adorazione della creatura”. Fra l’altro veniva spiegato che “Naturalmente sono le parole a rendere un libretto dei cantici adatto per i cristiani. E affinché fossero nella più piena misura appropriate per i dedicati ministri cristiani, non solo sono state tutte basate su temi delle Tradizione del Nuovo Mondo ma sono state eliminate tutte le liriche su cui c’era il dubbio che avessero origini babiloniche.

…D’altra parte tutta la musica che si sapeva aveva avuto origine da Babilonia la Grande è stata eliminata, come le poche rimanenti melodie di fonti secolari o “classiche”, a causa dei loro legami mondani. Da qualsiasi somiglianza delle melodie del nuovo libretto dei cantici con melodie mondane sareste distolti dalle differenze che contrastano. Inutile dirlo, tutto questo ha significato l’eliminazione di alcune melodie che forse erano care a molti; ma è bene ricordare che sono le parole a rendere questo libretto dei cantici un libretto di cantici alla lode di Geova ed è preferibile che queste parole siano esenti da qualsiasi associazione col mondo, religiosa o secolare”.

 

Ancora una volta, nel tentativo di negare la storia la Società le ha reso un servizio. Ha ufficialmente confermato quello che  i suoi “oppositori” avevano già scritto anni fa, e cioè che ad una loro assemblea, oltre ad essere circondati di svastiche, con uno scarsissimo senso dell’opportunità, avevano anche cantato un loro cantico la cui base musicale era nemmeno a farlo apposta l’inno nazionale tedesco, il famoso Deutschland uber alles!

Detto questo, cosa è stato scritto esattamente su questo evento? La fonte già citata, così lo narra, sempre basandosi con estremo scrupolo sulla narrazione di Konrad Franke:

Non appena entrati, ci colpì vedere la sala addobbata con le bandiere con la svastica! E non solo quello: l’adunanza ebbe iniziocon un cantico che non cantavamo da anni, specialmente in Germania a motivo delle melodia. Sebbene le parole fossero eccellenti, i musicisti presenti in sala riconobbero che le note della melodia erano state tratte dalla musica di “Deutschland, Deutschland uber alles!” Potete immaginare come ci sentimmo? Molti di noi non riuscirono a  cantare assieme agli altri; era proprio come se le nostre gole non riuscissero ad emettere alcun suono. Ci chiedevamo come fosse possibile che i responsabili dell’opera non si rendessero conto di cacciarci in gravissime difficoltà con il pericolo che in quello difficili circostanze tutto ciò invece di rafforzarci avrebbe potuto farci cedere non aiutandoci certamente ad assumere una ferma posizione è [contro il nazismo]. Possano tutti gli anziani che sono fra noi imparare qualcosa da questi esempi, possano riconoscere la loro responsabilità al riguardo nel prossimo futuro.

E’ evidente che il compromesso non consistette nel fatto di aver cantato un cantico su Sion, tanto è vero che nessuno ha mai sollevato obiezioni al riguardo, anzi sembra che questa giustificazione sia stata inventata dalla Torre di Guardia per aver qualcosa da dire. Il compromesso fu, com’è evidente quello di rispolverare un vecchio cantico che non si cantava più da anni, proprio perché basato sulla melodia dell’inno nazionale tedesco a riprova che i Testimoni condividevano con i nazisti al potere anche questa caratteristica. Si noti, infine, ciò che la stessa rivista non è riuscita ad omettere, e cioè che “Forse alcuni dei presenti saranno stati riluttanti a cantare “La gloriosa speranza di Sion”, visto che la melodia di questa composizione di Haydn era la stessa dell’inno nazionale”  Quindi è vero – parola per parola – ciò che è contenuto nella testimonianza di Franke e che è stato scritto dagli “oppositori” dei testimoni di Geova! Con un assoluto disprezzo dei sentimenti dei loro fratelli che si sentirono turbati nell’ascoltare un canto guerresco ad un’assemblea dei “puri adoratori”, l’organizzazione adesso racconta quell’episodio, minimizzandolo come se trattasse di un capriccio bizzoso di alcuni dei loro correligionari, quando, per molto meno, ha consentito, anzi ha voluto, che in circostanze simili, essi si giocassero addirittura la vita pur di non cantare un inno nazionalistico o semplicemente si alzassero al passaggio di una bandiera. La storia dei testimoni di Geova nel paese più libero del mondo, gli Stati Uniti, è una storia di lotte asprissime tutte dovute a fatti spesso di minore rilievo, quali quello di cantare l’inno a scuola, e in un contesto che non era certamente quello dell’esasperato e fanatico nazionalismo tedesco!

Per non andare troppo indietro nel tempo, basta leggere La Torre di Guardia del 1° novembre 1987, pagine 21-23, nella quale si loda la Corte Suprema di Nuova Delhi (India) per aver decretato che i figli dei testimoni di Geova non possono essere obbligati a cantare l’inno nazionale.

In precedenza  un’alta corte indiana aveva ritenuto corretto che alcuni ragazzi, appartenenti a famiglie di Testimoni, fossero stati espulsi da scuola per non aver voluto cantate l’inno nazionale. L’Alta corte aveva infatti “preso minuziosamente in esame  ogni parola e concetto dell’inno nazionale e ha concluso che nell’inno non c’erano parole o concetti che potessero offendere la suscettibilità religiosa di alcuno”. Ma, come rileva giustamente la corte Suprema, “il punto in questione non era affatto quello”. La questione è di natura religiosa, riguarda cioè il diritto del singolo alla libertà di culto”. Pertanto, mentre in questa e in innumerevoli altre circostanze i Testimoni non hanno consentito il cantare un inno che non  conteneva “nessuna parola o concetto che potessero offendere la suscettibilità religiosa di alcuno”, in Germania si volle che i Testimoni d’allora cantassero nientemeno che l’inno nazionale tedesco, ed ora quasi ridicolizzano coloro che a quel tempo si sentirono profondamente turbati per quello! – Vedi anche Svegliatevi! Dell’8 giugno 1964, pagine 20-24.

 

HA INIZIO LA “PROSCRIZIONE”

A questo punto è appropriato che torniamo indietro nella lettera dell’articolo di Svegliatevi! E che ne cominciamo l’esame dapprincipio. “I Testimoni compiono un’azione coraggiosa”, è il titolo dell’argomento trattato a pagina 12, prima colonna. E’, nel primo paragrafo la Società scrive:

 

            Preoccupato per la crescente tensione in Germania, Joseph F. Rutherford, l’allora presidente della Watch Tower Society, insieme al responsabile della filiale tedesca, Paul Balzereit, decise di preparare una campagna per informare il cancelliere Hitler, le autorità governative e il pubblico che i Testimoni di Geova non costituivano affatto una minaccia per il popolo e lo Stato tedesco. Evidentemente Rutherford credeva che Hitler non fosse al corrente degli attacchi contro i testimoni di Geova o che fosse stato malinformato su di loro da elementi religiosi.

 

                Ricordiamo che questa campagna di Rutherford fa luogo nel 1933, esattamente il 25 giugno di quell’anno. E’ credibile quanto essa dice in merito al fatto che Rutherford credeva che Hitler fosse ignaro di quel che succedeva o che fosse sviato dal clero? Per comprendere quanto lontano dalla verità siano queste affermazioni (alle quali, ovviamente, i primi a non credere sono proprio quelli che le hanno scritte) è utile dare uno sguardo al Dossier sui Testimoni di Geova, preparato dalla filiale italiana dei testimoni di Geova nel 1992, esattamente un anno dopo la pubblicazione in Italia e in Canada degli scritti che rivelavano le collusioni del Geovismo con il potere nazista. A pagina 22 del Dossier, sotto il titolo L’assemblea del 1933 a Berlino, l’organizzazione scrive:

 

Come di evince dalle date riportate nei libri qui citati, i Testimoni furono proscritti sin dall’inizio del 1933. Tra i primissimi gruppi ad essere internati nei campi di concentramento c’erano proprio i testimoni di Geova. Il 25 giugno 1933 (quando secondo i gruppi “antisette”  ci sarebbe stato il tentativo di cercare un compromesso col regime nazista) i testimoni di Geova erano già stati messi al bando praticamente in tutte le regioni tedesche… Come si è visto, il 20 marzo 1933 i nazisti aprirono il campo di concentramento di Oraniensburg, presso Postdam. Verso la fine della primavera  dello stesso anno i campi aperti dei nazisti erano diventati in tutto una cinquantina. Come già detto, tra i primi “ospiti” di quei campi nella primavera del 1933 c’erano “i Bibelforscher [gli studenti biblici o testimoni di Geova]”.

 

                La rivista Svegliatevi! del 22 agosto 1995, a pagina 6 diceva inoltre che:

 

Le riviste L’Età d’Oro e Consolazione spesso richiamavano l’attenzione sugli sviluppi militaristici che avvenivano in Germania. Nel 1929, più di tre anni prima che Hitler salisse al potere, l’edizione tedesca dell’Eta d’Oro del 15 ottobre affermava coraggiosamente: “il nazionalsocialismo è … un movimento che sta agendo … direttamente al servizio del nemico dell’uomo, il diavolo”. Alla vigilia dell’ascesa al potere di Hitler, l’Età d’Oro del 4 gennaio 1933 diceva: “Incombe  la minacciosa ombra del movimento nazionalsocialista. Sembra incredibile che un partito politico dalle origini così insignificanti e dalla politica così poco ortodossa possa nel giro di pochi anni assumere proporzioni tali da eclissare la struttura di un governo nazionale. Eppure Adolf  Hitler e il suo partito nazionalsocialista (i nazisti) hanno compiuto questa rara impresa”.

 

            Quindi, era già sin dal 1929 che Hitler era stato individuato come un pericolo mortale per i Bibelforscher; agli inizi del 1933 agli li aveva già cacciati nei campi di concentramento; non si può perciò sostenere che Hitler non sapesse niente di tutto ciò, e che bisognasse informarlo nel giugno dello stesso anno quando il Fuhrer aveva già tra i suoi primi “ospiti” proprio loro. Rutherford lo sapeva benissimo e non è assolutamente accettabile che ora, in un tentativo patetico di revisionismo il Corpo Direttivo cerchi ancora una volta di scrollarsi di dosso questa sanguinosa eredità mentendo.

 

LA “DICHIARAZIONE”

 

            Ma andiamo adesso alla famosa “Dichiarazione” che si asserisce non essere altro che una petizione, con lo scopo dichiarato di “esporre con chiarezza la loro posizione”, mentre in realtà essa assume chiaramente il significato si un’offerta di pace a qualunque costo. Vediamo, allora, come essi presentano i fatti:

 

A motivo del cambiamento di governo e dei disordini che travagliavano il paese, i Testimoni volevano esporre con chiarezza la loro posizione. Con la “Dichiarazione” i Testimoni smentiscono recisamente le accuse di interessi finanziari o legami politici con gli ebrei. Infatti il documento affermava: “Siamo stati accusati falsamente dai nostri nemici di aver ricevuto aiuti finanziari per la nostra opera dagli ebrei. Niente è più lontano dalla verità. Fino ad ora gli ebrei non hanno dato nemmeno un centesimo per la nostra opera”. Avendo accennato alla situazione finanziaria, la “Dichiarazione” proseguiva denunciando le pratiche disoneste dell’alta finanza. Diceva: “Sono gli affaristi ebrei dell’impero britannico-americano che hanno creato e sostenuto il mondo dell’alta finanza per sfruttare e opprimere i popoli di molte nazioni”. Queste parole chiaramente non si riferivano agli ebrei in generale, e ci dispiace che siano state fraintese e considerate offensive.

 

            La tardiva (e strumentale) resipiscenza del Corpo Direttivo  non modifica nemmeno di uno iota la gravità delle cose scritte a quel tempo, in particolare se si considera che levare accuse nei confronti degli ebrei nel periodo della piena affermazione del governo nazionalsocialista, era già di per sé un atto gravissimo, alla luce della situazione delicatissima in cui si trovavano tutti quelli che non appartenendo alla “razza ariana” erano soggetti ad angherie di ogni sorta. Dire che “ci dispiace che [queste parole] siano state fraintese e considerate offensive”, è come dolersi oggi delle tremende persecuzioni inflitte agli “eretici”  dalla chiesa cattolica. E così come il geovismo dileggia le moderne apologie del cattolicesimo (che, come è noto, non sono da tutti condivise) parimenti si può e si deve fare con le loro apologie. Alle quali si deve aggiungere l’aggravante che si tratta di episodi che non si possono giustificare con l’oscurantismo degli evi bui, dato che hanno avuto luogo in piena era moderna, non più di sessant’anni fa! Inoltre, nono si comprende perché, se il motivo della “Dichiarazione” era quello di ribadire la finalità religiosa del movimento dei Bibelforscher, fosse necessario, “denunciare le pratiche disoneste dell’alta finanza”. Se si esamina con attenzione la letteratura  pubblicata dai testimoni di Geova, e quindi non imputabile di parzialità a loro sfavore, non troviamo da nessuna parte che le accuse che si levarono contro di loro fossero quelle di collusione con il potere ebraico, o d’essere finanziati da loro. Ma, come è pubblicato nel loro Dossier, (pagina 22, I colonna) , le accuse che portarono al loro bando furono quelle di “incitare il popolo, tramite discorsi e per iscritto, a mettersi contro le istituzioni dello Stato e le istituzioni ecclesiastiche…  Insultano le istituzioni dello stato e quelle della Chiesa”.

            Pertanto, le “accuse  dei nostri nemici” non erano quelle che erano loro mosse dal governo che li proscriveva, ed era a queste ultime che bisognava, semmai, rispondere, non a quelle che circolavano sottobanco, e che le autorità non avevano fatto proprie. Non sfugga, poi, l’evidente, plateale menzione dell’impero britannico americano, nemico giurato del nazional socialismo, al quale la “Dichiarazione” si riferisce come allo strumento “dell’oppressione di molti popoli”, anche questa senza diretta relazione con il problema del bando inflitto ai Testimoni, ma con l’unico scopo di far comprendere  al dittatore nazista che essi erano contro il suo nemico e quindi dalla sua parte. No, non è proprio possibile nemmeno per un istante prendere per buoni i maldestri tentativi dell’organizzazione dei testimoni di Geova di scrollarsi di dosso l’infamante accusa di aver tentato in ogni modo di ingraziarsi il nazismo, le sue stesse parole, le spiegazioni contorte e chiaramente revisioniste della stessa storia, la condannano senza possibilità di appello!

            A pagina 14 della più volte citata Svegliatevi!, il terzultimo paragrafo cerca poi di mistificare il chiaro senso delle parole della “Dichiarazione” con le quali si condividevano gli ideali del nazismo. Ecco in che modo

 

La “Dichiarazione” inoltre ricordava al governo le sue stesse promesse. I Testimoni sostenevano certi ideali elevati, e questi erano affermati pubblicamente anche dal governo tedesco. Fra questi c’erano i valori della famiglia e la libertà religiosa. A questo proposito la “Dichiarazione” aggiungeva: “Un attento esame dei nostri libri e delle nostre pubblicazioni dimostrerà chiaramente che questi espongono, difendono e evidenziano con vigore gli stessi elevati ideali sostenuti e promulgati dall’attuale governo nazionale, e mostrano che sarà Geova Dio a far sì che al tempo opportuno questi siano conseguiti da tutti coloro che amano la giustizia”. Quindi i Testimoni non si espressero mai a favore del partito nazista. Inoltre, nell’esercizio della libertà religiosa, non intendevano smettere la loro predicazione pubblica.

 

                E’ evidente che l’organizzazione dei testimoni di Geova si può permettere il lusso di scrivere quello che vuole solo perché i suoi lettori sono persone che nella stragrande maggioranza non possiedono l’attrezzatura culturale per verificarle, e la parte rimanente non potrebbe, anche se in possesso di tale attrezzatura, smentire pubblicamente lo “schiavo fedele e discreto”. Quando leggiamo che la “Dichiarazione” voleva ricordare al governo tedesco “le sue stesse promesse”, evidentemente non si sa o si fa finta di non sapere che “il governo” cui ci si riferisce è quello che aveva visto la luce il 30 gennaio 1933 con il giuramento di Hitler davanti al maresciallo Hindeburg a mezzogiorno di quel tragico giorno; né tale presa di potere ebbe luogo, come scrive la Torre di Guardia in mezzo a “disordini che travagliavano il paese”, bensì, come scrive William L. Shirer, “essa fu inaugurata in tempo di pace e pacificamente”. Il che vuol dire che le promesse erano quelle del partito nazista in quanto, contrariamente a quanto dice la rivista in questione quando afferma che “i Testimoni non si espressero mai a favore del partito nazista”, in Germania sin dal 30 gennaio 1933 non esisteva altro che il partito nazista, esso era il partito di governo, quello che i Testimoni definiscono nella “Dichiarazione” “l’attuale governo nazionale”, tanto è vero che il 14 luglio dello stesso anno una legge statuì quanto segue: “Il Partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi costituisce l’unico partito politico in Germania.”
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