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LA CRISTOLOGIA DEI TESTIMONI DI GEOVA

Ultimo Aggiornamento: 01/09/2009 16:10
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01/09/2009 16:05

4.1 INCARNAZIONE

 

L'incarnazíone è una verità centrale della fede con la quale si indica l'ingresso del Figlio (Logos, Parola) eterno di Dio nella storia degli uomini mediante l'assunzione di una realtà umana (Gesù di Nazareth) come propria.

 

Nel prologo di Giovanni si parla del Verbo, dell'Unigenito presso il Padre dall'eternità che si è fatto came, uomo nella forma di vita segnata dalla caducítà, dalla debolezza, dalla morte; del Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo e che risale ad esso (3,13-31); del Figlio inviato nel mondo per salvarlo e che torna al

Padre (3,16; 13,1); del Verbo della vita che si è manifestato a noi nella storia (1 Gv. 1,1-4); il Figlio di Dio venuto nella carne (2 Gv. 7). Si può perciò dire che "Giovanni è la fonte neotestamentaria che ha ispirato la creazione del termine "incarnazione".(cf  PACOMIO-MANCUSO, Lexicon, Dizionario Teologico EncicIopedico, ed. Piemme, Casale Monferrato,     1993, pag. 514)

 

(1)"Quindi il Verbo di Dio, senza cessare di essere Verbo, ha assunto la natura umana, il Verbo invisibile apparve dunque visibilmente nella nostra carne; Colui che è generato prima di tutti i secoli, cominciò ad esistere anche nel tempo, per riconciliare il mondo con Dio e ricondurre al Padre l'umanità dispersa".(cf C.E.I. La verità vi farà liberi, Catechismo degli adulti, ed. Libreria Editríce Vaticana, Roma, 1995, n.298.)

 

"Senza lasciare il cielo dove da sempre e per sempre vive rivolto al Padre, disceso sulla terra per essere

Dio con noi, nostro amico e fratello. Ha condiviso in tutto eccetto il peccato, la nostra condizione umana"(Idem n. 299.) (cfr. Eb. 4,15).

"Pur rimanendo Dio come il Padre, ha voluto vivere e morire da uomo, pensare come noi, volere e agire come noi, sentire e sofffire come noi. Ha assunto un vero corpo ed una vera anima, una volontà umana liberamente sottomessa a quella divina, una conoscenza umana dall'esperienza intima di sé e del Padre,

derivata dall'esperienza del mondo e dall'esperienza intima di sé e del Padre.

Pur rimanendo trascendente, è entrato personalmente in una vera esistenza terrena con un concreto spessore storico: Si è umiliato, non perdendo la natura di Dio, ma assumendo quella del servo (Idem n. 312.). Qual è invece la veduta dottrinale dei TdG circa l'incamazione?

Una volta negata a Gesù la figliolanza divina, non sarà facile ritrovare il Cristo-Uomo nel Cristo-Verbo.

 

Se Cristo è puro uomo e nulla più che un uomo, come fa ad essere Verbo che presiede alla creazione di tutte le cose?

 

Per i TdG come si è detto è l'arcangelo Michele che è chiamato Parola di Dio in quanto presta servizio in cielo come portavoce di Dio. Poi, un giorno "improvvisamente, all'insaputa di Maria sulla terra, il primogenito Figlio di Dio scomparve dal cielo. La sua forza vitale fu trasferita nel corpo vergine di Maria".(cf Lo Spirito Santo, la forza del Nuovo Ordine avvenire, ed. Watch Tower..., 1977, pag. 87.)

 

"Il Figlio si privò lietamente dei suo corpo spirituale e prese la forma di uno schiavo, divenendo simile agli uomini. E così la Parola divenne carne".(cf Dal Paradiso perduto..., op. cit., pag. 231.)

 

"Dio Onnipotente aveva svestito il Figlio della sua esistenza simile a quella di Dio e aveva trasferito la sua vita dal cielo al seno di María per mezzo della forza attiva o spirito invisibile di Dio".(cf Cose nelle quali è impossibile …. Op. cit., pag. 231.)

 

Dunque, secondo il credo geovista non ci fu nessuna incarnazione del Figlio di Dio. Ciò è dichiarato in maniera esplicita secondo il loro insegnamento ufficiale. Dicono: "Gesù vuotò se stesso di ciò che aveva in cielo, così che rimaneva solo il suo non perduto diritto alla vita. Poiché vuotò se stesso, certo non ebbe dunque quelle cose celesti quando fu quaggiù sulla terra, dove si trovò nella forma di uomo. Come risultato di ciò egli fu non un Dio-uomo sulla terra; fu non parte spirito e parte uomo; fu non un'ibrida creatura celeste e terrestre.

 

Egli fu un puro uomo, la cui energia vitale era stata trasferita dal cielo mediante la miracolosa opera dello spirito (o forza attiva) di Dio Onnipotente. Non fu nessuna incarnazíone di una persona celeste, nessuna incarnazione della Parola di Dio".(cf Vita eterna nella libertà..., op. cit., pag. 75.)

 

Ma, come dichiara esplicitamente Gv. 1, 14: "La Parola è divenuta carne ed ha risieduto fra noi, e noi abbiamo visto la sua gloria, una gloria tale che appartiene ad un figlio da parte di un padre, ed era pieno di immeritata benignità e verità".( Cfr. T.N.M. 1987; in Gv. 1,14.)

E' legittimo chiedere ai vertici geovisti: Quale colpa aveva commesso Gesù per non meritare la benignità del Padre, dato che Gesù era pieno di immeritata benignità? Visto il silenzio sull'argomento dei vertici d'oltre oceano, suppongo che è un'altra trovata dei responsabili del geovismo per annullare, con l'ennesima manipolazione del testo biblico, la divinità di Gesù. (ndr le bestemmie geoviste fanno rabbrividire, essi sono in realtà dei pericolosi eretici.)

 

Continuando a sfogliare la sconfinata letteratura esegetica del movimento, vi leggiamo: "La teoria dell'incarnazione, consiste nel dire che uno spirito prende per un tempo abitazione in un corpo umano, o che un corpo umano è creato espressamente perché quel dato essere spirituale l'occupi per un certo tempo.

L'incarnazione di Gesù non è conforme alle Scritture.

Se infatti egli fosse stato un essere incarnato, non avrebbe mai potuto redimere l'umanità".(cf J. F. RUTHERFORD, L'arpa di Dio, ed. Internalional Bible Students Association, Brooklyn, 1921, pag. 101)

"Quando Gesù era sulla terra, non poteva essere spirito incarnato perché ciò avrebbe costituito una frode, e Dìo non avrebbe approvato nulla che fosse storto.

Egli deve essere un uorno perfetto uguale e corrispondente al perfetto Adamo".(Idem pag. 129.)

 

L'incarnazione è l'insegnamento della cristianità che insegna che Gesù era un Dio-uomo. Questa credenza è chiamata la dottrina centrale del Cristianesimo.

Ma anche questa, come altre dottrine insegnate dal clero, è contro la logica e la ragione. L'accettazione da parte della cristianità della teoria che Gesù fosse un Dio-uomo si basa su un imperatore pagano, Costantino il quale, interessato più alla politica che alla religione, "influì sulle decisioni" e determinò ciò che in genere la cristianità crede anche ai nostri giomi. Non fu che nel 451 al Concilio di Calcedonia che venne definita la dottrina dell'Incarnazione. Il Concilio, formato da cristiani sviati, decise che Gesù era un DIO-UOMO".(cf La Torre di Guardia deI 15/6/1957,pag. 380-381.)

(ndr nel concilio del 451 secondi i TdG c’erano cristiani sviati, ma non si accorgono che loro e solo loro sono sviati e svitati)

Il semplice TdG, che si fida ciecamente di ciò che viene scritto nella rivista che serve loro come studio della Bibbia, è convinto che sia stato Costantino a decidere a Calcedonia, e che l'incamazione è stata una invenzione di tale Concilio. Diciamo semplicemente ai TdG di leggere con più attenzione la storia e le date, perché tra Costantino e Calcedonia intercorrono circa centoventi anni.

 

Altre citazioni sull'argomento tratte da fonti geoviste: "Nascendo come uomo, non era più spirito, e non si limitò ad assumere un corpo carnale, come avevano fatto angeli in passato. Al fine di provvedere il riscatto per l'umanità, la Parola divenne carne nascendo proprio come un essere umano; non si trattò dunque di un'incarnazione". (cf Perspicacia nello studio..., op. cit. pag. 43 5.)

 

In sintesi il pensiero del geovismo sul tema dell'Incamazione, si può formulare con queste tesi:

 

a) La Parola-Michele si svestì completamente della sue esistenza andando al nulla.

 

b) La Parola-Michele si privò della sua gloria e del suo corpo spirituale.

 

c) Dio trasferì la vita del Verbo-Michele dal cielo al seno di Maria così che il Logos scomparve dal cielo.

 

d) La Parola-Michele vuotò se stesso della sua energia vitale.

 

e) Tale energia vitale è "il non perduto diritto alla vita". Non si concepisce come uno non possa perdere il    

    diritto alla vita, e nello stesso tempo andare all'inesistenza.

 

  

 

 

 

4.2. Scopo dei Concilio di Calcedonia

 

Il Concilio di Calcedonia non inventò l'Incarnazione di Gesù, perché i Concili non vengono indetti per inventare nuovi dogmi o nuove dottrine, come vorrebbe fare credere il geovismo, ma servono a fissare acquisizioni ormai certe, fissano una verità.

Nel Concilio di Calcedonia, si vuole dare una soluzione definitiva a temi e dispute teologiche che duravano da secoli. Nella definizione calcedonese si precisa che Cristo ha due nature, divina e umana che, senza confusione o cambio (contro il monofisismo) e senza divisione o separazione (contro Nestorio) sono unite in una sola persona.

Quindi Cristo non è composto da due persone, ma è uno solo e lo stesso Figlio Unigeníto, Verbo di Dio, consustanziale al Padre ed insieme consustanziale a noi uomini. Si fa finalmente chiarezza sui temi sorti con la scuola antiochena e quella alessandrina, delle quali la prima sottolineava in modo marcato l'umanità di Cristo, la seconda invece la sua divinità.

Con la formula calcedonese si giunge alla precisa affermazione della presenza in Cristo di due nature unite nell'unica persona divina del Verbo. In questo modo la verità cristiana fondamentale, cioè che la salvezza è stata compiuta da chi è ontologicamente perfetto mediatore tra Dio e l'uomo, (cfr. 1Tirn.2,5) che colma con il suo essere la distanza infinita che esisteva tra i due, veniva messa al sicuro da ogni rischio di annullare la dimensione umana del Cristo assorbita da quella divina, o di annullare la divina per affermare solo la parte umana.(cf Lexicon, Dizion. Teologico, op. cit. pag. 132, (alla voce "Calcedonia")

 

Quindi nessuna invenzione o manipolazione come usano fare regolarmente i teologi geovisti.

Anche il pensiero razionalistico moderno e laico vede in Gesù solo l'umano, rifiutando la preesistenza considerandola dogmatica e mitologica.

(1)          Ma il N.T. parla del Padre che ha inviato il suo Figlio, del Logos che è presso Dio e si è fatto uomo. "Il Figlio perciò è un soggetto divino, distinto da Dio Padre, che nel tempo è diventato soggetto di quella vicenda e parabola storica approdata all'eternità di Dio che è Gesù di Nazareth. La confessione della preesistenza eterna del Figlio fattosi uomo in Gesù Cristo è il presupposto della visione cristiana di Dio come eterna comunione dialogica di Persone; Padre, Figlio e Spirito Santo, e dell'annuncio cristiano dell'uomo quale invitato con tutta la creazione a partecipare alla vita di comunione divina".(cf Lexicon, Dizion. Teol. Encicl., op. cit. pag. 815.)

 

 

 

4.3.La fede della Chiesa

 

La fede della Chiesa cattolica, l'unica Chiesa voluta e pensata da Cristo, col termine "Incarnazione" fa riferimento al mistero dell'unione del Verbo con la natura umana, cioè a quell'azione divina in virtù della quale nel seno purissimo di Maria, per opera dello Spirito Santo, al Verbo si unì ipostaticamente una natura umana.

 Ma da questa unione non scaturì solo una persona umana come si ostina a sostenere il geovismo, ma la natura umana e quella divina confluirono nell'unica persona del Verbo, "il Verbo si fece carne---. (cfr. Gv. 1, 14).

Non solo Dio Padre nell'occasione del battesimo e della Trasfigurazione, ma anche Pietro e persino i demoni proclamarono tale mistero. Nel Vangelo è messa in rilievo la divinità di quel Gesù che di se stesso diceva di essere il "Figlio dell'uomo", e che quindi vi compare anche come perfettamente uomo con il suo progredire in età e sapienza, con il suo soffrire, la sua comprensione delle umane necessità ed infermità.

Paolo, nell'inno cristologico di Filippesi dice che Gesù, pur essendo Dio, non ritenne indegno di sé l'abbassarsi fino al punto di assumere e rivestire la natura umana, (non la sola apparenza) ed apparire addirittura come un servo in mezzo agli uomini. (cfr. Fil. 2,5-11.)

Per raggiungere l'umanità, questa comunicazione-donazione prende corpo nella storia ed è Parola incarnata.

Pertanto Gesù è Dio-Uomo, e non un Dio e un uomo, non un Cristo sdoppiato ma un unico Cristo in due perfette nature. Questo il geovismo non potrà mai capírlo, tanto che fino alla noia continua a

ripetere: "L'espressione Dio-Uomo è un'invenzione dei sostenitori della Trinità e non ricorre mai nella Bibbia; il fatto che divenne carne (Gv. 1,14) non significa null'altro che smise di essere una persona spirituale".(cf La Torre di Guardia del 1/3/1963, pag. 142.) E ancora: "Le scritture indicano chiaramente che Gesù dalla nascita alla morte fu in tutto e per tutto un uomo. Se Gesù fosse stato contemporaneamente un essere umano e divino, non si sarebbe potuto dire che era stato reso un poco inferiore agli angeli (Eb. 2,9).

 

Quelli secondo cui Gesù era un Uomo-Dio citano vari passi biblici nel tentativo di dimostrare che Gesù fa parte della Trinità adorata dalla cristianità, e che egli è uguale a Dio in sostanza, potenza, gloria ed eternità. Ma quando si esaminano a fondo questi passi, ci si accorge che i sostenitori della divinità di Cristo vi leggono più di quello che in realtà vi è scritto" (cf La Torre di Guardia del 15/1/1992, pag. 21.)

 

Il Magistero della Chiesa che custodisce gelosamente il deposito della fede, dichiara in maniera chiara:

"La Chiesa chiama Incarnazione il fatto che il Figlio di Dio abbia assunto una natura umana per realizzare in essa la nostra salvezza ... La fede nella reale incarnazione del Figlio di Dio è il segno distintivo della fede cristiana. L'evento unico e del tutto singolare dell'Incarnazione del Figlio di Dio non significa che Gesù Cristo sia in parte Dio ed in parte uomo, né che sia il risultato di una confusa mescolanza di divino e di umano. Egli si è fatto veramente uomo rimanendo veramente Dio.

 

Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo... L'umanità di Cristo non ha altro soggetto che la Persona divina del Figlio di Dio, che l'ha assunta e fatta sua al momento del suo concepimento dalla santa Vergine, e da lei nacque il santo corpo dotato di anima razionale a cui il Verbo è unito sostanzialmente   ......

La Chiesa così confessa che Gesù è inscindibilmente vero Dio e vero uomo. Egli è veramente il figlio di Dio che si è fatto uomo, nostro fratello, senza con ciò cessare d'essere Dio, nostro Signore".(cf Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana, 1922,nn. 461-469.)

In maniera molto chiara si vede come il Logos diventato carne non vuole dire altro che Egli si è reso partecipe, come noi, della carne e del sangue, e che ha fatto suo il nostro corpo e che è nato come un uomo da una donna, e questo senza perdere la propria natura divina, la sua generazione da Dio Padre, ma continuando ad essere ciò che era, pur assumendo la carne.

 

Questo è l'annuncio che fa la Chiesa in armonia con la Bibbia. Così pensarono i santi Padri. E per questo motivo chiamarono Madre di Dio la Santa Vergine.     Ciò non fu perché la natura del Logos, ossia la sua divinità, iniziò ad esistere a partire da lei, ma perché da lei nacque quel santo corpo animato razionalmente al quale si unì secondo l'ipostasi il Logos, e per cui diciamo che il Logos fu generato secondo la carne.

Con questa verità di fede rispondo alle fantasiose affermazioni che nel linguaggio geovese così suonano: "Secondo gli insegnanti della Trinità, quando la Parola fu fatta carne, Maria divenne la madre di Dio. Ma poiché dicono che Dio è una Trinità, ne consegue che la vergine giudea Maria divenne la madre solo di un terzo di Dio, non la madre di Dio. Divenne la madre di una sola Persona di Dio, della Persona che è messa al secondo posto nella definizione Dio il Padre, Dio il Figlio e Dio lo Spirito Santo.

 

Quindi Maria fu semplicemente la madre di Dio il Figlio; non fu la madre di Dio il Padre, né la madre di Dio lo Spirito Santo. Ma se i cattolici romani e altri insistono nel dire che Maria fu la madre di Dio, siamo costretti a chiedere: Chi era il Padre di Dio? Se Dio aveva una madre, chi era suo padre? Comprendiamo dunque nuovamente che l'insegnamento della Trinità conduce al ridicolo. Se il meraviglioso tempio del re Salomone non poteva contenere Dio, come poteva dunque una cosa così microscopica come l'ovocellula nel seno di Maria contenere Dio, affinché ella divenisse la madre di Dio? Stiamo dunque attenti a quello che insegnano per non sminuire Dio".(cf La Torre di Guardia, del 1/3/1963, pag. 143.)

 

 

4.4.Scopo della venuta di Gesù

La dottrina professata dai TdG, come si è accennato sostiene che Cristo non è neppure Redentore; è solo "il nuovo Adamo". Il concetto di Redenzione è collegato a quello di peccato originale, che è inteso come rovina della condizione morale e fisica che pregiudica l'eterna felicità terrena per cui l' uomo era stato creato. Pertanto la Redenzione operata da Cristo è vista come semplice riscatto pagato per ristabilire la condizione originaria dell'uomo. Tutto il concetto paolino di Redenzione è ridotto a semplice problema regale dove qualcuno deve pagare un prezzo esattamente equivalente. Per dare l'idea di perfetto equilibrio ed equivalenza tra condizione precedente e nuova condizione ristabilita con la venuta di Gesù, nella pubblicazione usata per gli studi biblici a domicilio, (cf Potete vivere per sempre-, op. cit. pag. 63.)  viene raffigurata una bilancia nella quale trovasi su di un piatto Adamo, sull'altro Gesù. Il perfetto equilibrio della bilancia permette di visualizzare l'equivalenza perfetta tra i due. Per sgombrare il campo da qualsiasi falsa interpretazione, vi si legge: "Gesù fu l'equivalente del perfetto uomo Adamo". Proviamo a leggere alcuni passaggi significativi della letteratura geovista: "Uno degli insegnamenti principali della Bibbia è il riscatto. il peccato e la morte vennero sul genere umano quando un uomo perfetto, Adamo, trasgredì la legge di Geova. Perché l'umanità ubbidiente fosse liberata, dalla condanna del peccato e della morte, si doveva pagare un riscatto. Esso doveva essere l'esatto equivalente del perfetto uomo Adamo, perché la legge di Dio esige esattezza: "darai anima per anima", (Es. 21,23). Quindi, perché Gesù potesse provvedere il riscatto, doveva essere un uomo

perfetto: niente di più, niente di meno.(cf  La Torre di Guardia del 15/6/1957, pag. 382.)

 

"Un Gesù imperfetto non sarebbe potuto divenire il riscatto né avrebbe potuto esserlo se fosse stato una Incarnazione o un uomo-Dio".(cf La Torre di Guardia del 15/8/1982, pag. 7.)

"Colui che poteva servire da riscatto doveva essere un uomo perfetto di came e sangue, l'esatto equivalente di Adamo (Rm. 5,14) Una creatura spirituale o un uomo-Dio non avrebbero soddisfatto la bilancia della giustizia".(cf La Torre di Guardia del 15/2/1991, pag. 13.)

"Vi è implicato un principio legale contenuto nella legge di Dio. Disubbidendo, il perfetto uomo Adamo perse, per sé e per tutti i suoi figli, la vita perfetta su una terra paradisiaca. Gesù Cristo cedette la propria vita perfetta Per ricomprare ciò che Adamo aveva perso. Si, Gesù "diede se stesso come riscatto corrispondente per tutti (1 Tim. 2,5-6). Poiché era un uomo perfetto, come lo era stato Adamo, Gesù è chiamato "L'ultimo Adamo", (1 Cor. 15,45). A parte Gesù nessun altro uomo avrebbe potuto provvedere al riscatto. Questo perché, di tutti gli uomini, Gesù fu l'unico uguale ad Adamo come perfetto figlio umano di Dio".(cf Potete vivere per sempre..., op. cit. pag. 62, (sottolineatura mia).)

 

"Riscattare vuol dire sciogliere, liberare qualche cosa; si tratta di un prezzo di redenzione. Riscatto è il mezzo o il prezzo di valore per sciogliere o rilasciare qualche cosa che era legata, rinchiusa, imprigionata.

Necessariamente bisogna che il prezzo di redenzione sia esattamente equivalente o corrispondente a quello che la giustizia richiede per la cosa o l'essere che è in leganie o in prigionia. Perciò diciamo che il riscatto significa un prezzo esattamente corrispondente. Un uomo perfetto aveva peccato ed era stato condannato a morte; perciò un prezzo corrispondente esattamente, sarebbe quello della morte di un altro uomo perfetto e il valore di quella vita posta in vece di quella di colui che prima peccò ed era legato".( L'Arpa di Dio   ... op. cít. pag. 124; "La creazione", op. cit. pag. 148.)

 

 

4.5. La teoria dei riscatto

 

Per mettere in cattiva luce la Chiesa Cattolica ed i suoi insegnamenti ritenuti satanici, la letteratura geovista, stravolgendone totalmente il pensiero ed il senso, presenta una lettura sul tema: "il riscatto , la dottrina dimenticata della cristianità!" Vi si legge: 'Nel IV sec. E.V. Gregorio Nisseno e altri sostenevano

che il riscatto fosse stato pagato a Satana il Diavolo! Essi argomentavano che, siccome Satana aveva autorità sull'uomo, per liberare l'umanità era stato pagato un riscatto a lui.

 

Un loro contemporaneo, Gregorio Nazianzeno, si accorse che questa teoria non reggeva, ma l'idea di un riscatto pagato al Diavolo prese piede e sopravvisse per secoli. Gregorio Nazianzeno riteneva che l'idea dei riscatto pagato a Dio presentava dei problemi, visto che "non eravamo in schiavitù nei confronti di Dio".

Nel XII sec. Anselmo d'Aosta, arcivescovo di Canterbury, tentò di rispondere a questi interrogativi nel suo libro "Cur Deus Homo" (Perché Dio si fece uomo).

 

Il libro insegnava che la morte di Cristo serviva come mezzo per soddisfare la giustizia divina, ma non come riscatto.. Le teorie di Anselmo erano basate interamente su una logica capziosa, non sulla Bibbia ... Dal Concilio di Trento in poi i teologi sono concordi solo nel rigettare il termine scritturale di "riscatto", preferendo ignorarlo, minimizzarlo, o accantonarlo con le proprie spiegazioni.

 

Il significato della morte di Cristo viene spiegato con termini specialisticí, con ragionamenti complicati quanto fallaci e con influsso fisico-morale e soddisfazione vicaría.( La Torre di Guardia, del 15/2/1991, pag. 5-6.)

Fin qui, il pensiero del geovismo.

L'intera teoria del riscatto dei TdG si fonda sul presupposto della perfetta equivalenza tra Adamo e Cristo; secondo la teoria geovista, se Gesù fosse stato Dio, la sua morte non sarebbe stato un sacrificio corrispondente, perché avrebbe rotto l'equilibrio legale stabilito dallo stesso Dio eccedendo la misura poiché "se Gesù avesse fatto parte della divinità, il prezzo del riscatto sarebbe stato infinitamente più alto di ciò che richiedeva la stessa legge di Dio".(cf Dovreste credere nella Trinità?, ed. dalla Watch Tower. , 1989, pag. 15.)

 

Il solito errore geovista vede le Persone divine "parte" della divinitá.

E' vero che la Bibbia insegna che Gesù ha riscattato adeguatamente l'inimicizia di Adamo e di tutti gli uomini con Dio, ma questo non significa che chi riscatta non possa superare il fabbisogno, specialmente quando sono in gioco operazìoni divine sempre dettate dall'amore.

 

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