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LA CRISTOLOGIA DEI TESTIMONI DI GEOVA

Ultimo Aggiornamento: 01/09/2009 16:10
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01/09/2009 16:06

La Bibbia non dice mai che superare il livello del fabbisogno, nell'amore, sia un peccato; anzi è cosa lodevole, e Dio lo ha fatto in Gesù.

Dio non ha dato a nessuno, tanto meno a sé stesso, regole restrittive d'amore. Gesù ricompensa col medesimo denaro i lavoratori della prima ora e quelli dell'ultima.

 

Nessuno può impedirgli, nemmeno il geovismo, di essere generoso dopo essere stato giusto. Zaccheo afferma di volere restituire quattro volte di più di quello che ha rubato. E poi, non dice la Scrittura che di fronte al peccato dell'uomo, ha sovrabbondato l'amore di Dio per l'uomo? (Rm. 5,20)

 

Il riscatto "corrispondente" geovista, non si concilia con la Bibbia per almeno due motivi:

a) Per il geovismo greco "antìlytron" di 1Tm. 2,6 significa "riscatto corrispondente", e "corrispondente" significa "né più né meno". Dicono esattarnente: "Scrivendo 1 Tm. 2,5-6, l'apostolo Paolo usò la parola greca speciale antìlytron per descrivere ciò che Gesù offrì in sacrificio a Dio".(cf  Cose nelle quali è impossibile-, op. cit. pag. 232; anche (cfr. A. AVETA , Storia e Dottrina dei T di G., ed. Dehoniane, Roma, 1994, pag. 107.)

 

Qui troviamo un mucchio di affermazioni bibliche inesatte proprio perché il geovismo vuole immettere di forza idee che la Bibbia non ha. Innanzitutto anfilytron significa riscatto, e la parola corrispondente non c'entra, è un'aggiunta. E poi, perché "corrispondente" dovrebbe significare "né più né meno"? E' riscatto "corrispondente" anche uno abbondante. Questo è uno di quei tanti casi nei quali si fa dire ad una parola o ad una frase, più di quello che in realtà dice. La parola "antìlytron" appare nella Bibbía solo qui in 1Tim. 2,6 ed è unanimamente tradotta "riscatto".

 

A dare l'esatto significato alla parola "antìlytron", ci viene in aiuto Mt. 20,28 e Mc. 10,45; con la stessa espressione "lytron antì pollòn", tradotta dallo stesso geovismo soltanto con "riscatto in cambio di molti".(Cfr. T.N.M. in Mt. 20,28; Mc. 10,45.)

 

Quindi "corrispondente" nella Bibbia non c'è e tanto meno nel significato di "né più né meno".

b) Come secondo motivo, notiamo che qui Adamo c'entra fino ad un certo punto, perché sia in Paolo che in Matteo, non si parla di Adamo, ma di tutti gli uomini; il sacrificio di Cristo non si applíca solo ad Adamo, ma a tutta l'umanità. E' pur vero che Gesù è chiamato l'ultimo Adamo" oppure è messo in contrasto con Adamo, ma questo non significa che ha redento solo Adamo. Anzi, secondo l'intendimento scritturale del geovismo, Adamo, avendo peccato con cognizione di causa come uomo perfetto, non ha diritto alla risurrezione, anzi con certezza non sarà mai risuscitato. Al di là delle deduzioni logiche geoviste, Gesù venne per salvare l'umanità, tutti gli uomini, tra i quali, checché né dica il geovismo, c'è anche Adamo.

 

Per quanto riguarda sant'Anselmo, nel suo trattato "Cur Deus Homo dice: "La restaurazione della natura umana non sarebbe potuta avvenire se l'uomo non avesse pagato a Dio ciò che egli doveva per il peccato .

 

Ma il debito era così grande che per soddisfarlo, essendo obbligato solo l'uomo, ma potendolo solo Dio, occorreva che l'uomo fosse Dio. Quindi era necessario che Dio assumesse l'uomo nell'unità di persona per far sì che colui che doveva pagare e non poteva secondo la sua natura, fosse personalmente identico a colui che lo poteva".(Sant'Anselmo, Cur Deus Homo , 11, 18; cft. Raniero CANTALAMESSA, I Misteri di Cristo nella vita della Chiesa, ed. Ancora, Mílano, 1991, pag. 47.)

 

Un altro elemento della rivelazione progressiva geovista riguarda il motivo della venuta di Gesù sulla terra.

Al tempo di Russel, il fondatore del movimento geovista, la dottrina centrale dei TdG era stata quella dei riscatto espiatorio di Cristo inteso come espressione dell'amore di Dio per il genere umano. Oggi registriamo nuove letture.

"Il motivo più importante per cui il Figlio di Dio venne sulla terra, non era quello di salvare l'umanità.

Era invece quello di dare risposta alle calunniose insinuazioni di Satana in relazione alla sovranità dì Geova".(cf La Torre di Guardia del 15110/1990, pag. 13)

 

I teologi si sono valsi della sapienza e della logica umana... ed il loro più grande fallimento è che hanno attribuito capitale importanza alla salvezza dell'uomo, ignorando contese più importanti relative al nome e al Regno di Dio".(cf La Torre di Guardia del 15/2/1991, pag. 7.)

 

"A tempo debito ulteriori lampi di luce rivelarono che il principale proposito di Geova non era la salvezza delle creature, ma la rivendicazione della sua sovranità.

 

Si comprese che il più importante tema della Bibbia non era il riscatto, ma il Regno, perché sarà questo a rivendicare la sovranità di Geova".(cf La Torre di Guardia del 15/5/1995, pag. 20.)

 

Così, con una "bordata lampo" come si usa fare in casa geovista, a cento anni dalla nascita, il geovismo scopre il reale motivo della venuta di Gesù sulla terra come semplice uomo.

 

La risposta più eloquente a tali elucubrazioni ci viene dalla lettura attenta della Parola di Dio. Mi limito a riportare in citazione solo alcuni passi bíblici, (se ne potrebbero citare molti di più) che evidenziano il punto di vista biblico e dimostrano che Gesù "per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e

per opera dello Spirito Santo si è incamato nel seno della vergine Maria e si è fatto uorno!", per portare l'uomo a Dio e non per ripicca o rivalsa del capriccioso Geova nei confronti di Satana.( Mt. 20,28; Rm. 5,8; 1Tm. 1,15; 2,6; Eb. 10, 12; 1Gv. 4,9,- 4,14; Gv. 3,17; 6,39.40; 6,51; Gal. 1,4; 3,13.)

Secondo i TdG il riscatto-rivendicazìone operato da Cristo, rende possibili due opportunità; una riguarda la terra, l'altra riguarda i cieli.

Il sacrificio di Cristo nell'interpretazione geovista, non si applica né riguarda tutto il genere umano, nemmeno i TdG destinati a vivere per sempre su questa terra: Gesù sarebbe venuto sulla terra solo per l'esiguo numero di 144.000 prívllegiati. Perciò niente riscatto per tutti. Così si esprimono le fonti geoviste: 'Ia grande folla non sarà giustificata o dichiarata giusta né adesso, né allora (dopo Armaghedon) (Armaghedon significa la futura condizione finale del genere umano durante la quale  Dio esprimerà il Suo giudizio sull'umanità- Dopo Armaghedon inizierà il milienario Regno di Crísto che ristabilirà una condizione edenica su tutta la terra.) così come sono stati gíustificati i 144.000 coeredi celesti.

 

La grande folla non subirà un cambìamento di natura da umana a spirituale, e non ha dunque bisogno della giustificazione per fede".(cf Vita eterta nella libertà... , op. cit. pag. 389.)

 

Il riscatto non reca una redenzione indiscriminata a tutti gli uomini.. Geova non diede suo Figlio come riscatto per ogni uomo, ma piuttosto per quelli. che sarebbero stati ubbidienti".(cf La Torre di Guardia del 15/2/1959, pag, 110)

 

"Il nuovo patto non è una disposizione approssimativa aperta a tutta l'umanità. E' un provvedimento legale attentamente predisposto che coinvolge Dio e gli unti. Le persone di tutte le nazioni che nutrono la speranza di vita eterna sulla terra beneficiano dei servizi di Gesù. Pur non essendo il loro Mediatore legale, in quanto essi non sono nel nuovo patto, egli è il loro mezzo per avvicinarsi a Geova. Di conseguenza 1Tm. 2,5-6 non dice che Gesù faccia da mediatore fra Dio e tutta l'umanità.

Piuttosto si riferisce a Cristo come Mediatore legale o (procuratore) del nuovo patto. Gesù è un riscatto per tutti coloro che sono in tale patto i quali riceveranno l'immortalità in cielo",(solo i 144.000). (cf La Torre di Guardía del 15/8/1989, pag. 3 1; vedasi anche Perspicacia nello Studio..., op. cit. pag. 245.)

 

Quindi, anche sul terna della giustificazione assume un valore determinante la discriminazione geovista dei due differenti destini riservati a due classi distinte di persone, i "144.000" e ---la grande folla".

 

Cristo non è neppure Redentore, ma solo "nuovo Adamo".

 

Il concetto di Redenzione è collegato a quello di "peccato originale ", che è inteso come rovina della santità morale e fisica che impedisce di godere felicemente i beni della terra; tale redenzione è vista come un semplice risanamento dell'integrità corporea.

 

La redenzione è un semplice riscatto da pagare in "contantì". Tutto il concetto paolino di redenzione è ridotto ad un semplice problema legale. Ma contrariamente a quanto sostenuto dal geovismo, la fede della Chiesa Cattolica insegna a credere che "tutta la vita di Cristo è Mistero di Redenzione". La Redenzione è frutto innanzitutto del sangue della croce... Tutta la vita di Cristo è Mistero di Ricapitolazione. Quanto Gesù ha fatto, detto e sofferto, aveva come scopo di ristabilire nella sua primitiva vocazione l'uomo decaduto".( C.C.C. op. cit. nn. 517-518.).

 

 

 

CAPITOLO V

 

5.0. LA RESURREZIONE DI GESU'

 

In teologia si dà enfasi al fatto che la risurrezione è la culla della Cristologia. La tomba vuota di Gesù è senza dubbio una delle più evidenti testimonianze della storia. Il suo significato e la sua importanza costituisce una pietra di fondamento della fede cristiana di tutti i tempi.

"Se Cristo non è risuscitato, vana è la nostra fede".(1 Cor. 15,14.)

L'angelo che stava a guardia della tomba, così annunciò che era accaduto: "Non è qui, è risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto".(Mt. 28,6.)

Nonostante l'evidenza biblica e la chiara esposizione dei fatti, i TdG, pur di non avere nessuna dottrina in comune con la babilonica Chiesa Cattolica, stravolgono totalmente il senso della risurrezione attribuendogli un signíficato del tutto differente e particolare.

Il risultato della dottrina dell'Incarnazíone comporta la negazione della resurrezione corporale di Cristo. Il corpo carnale di Gesù sarebbe stato fatto sparire da Dio dopo la sua sepoltura.

Il corpo del Risorto non era il corpo di Gesù, ma una materializzazione momentanea che assomigliava al corpo di Cristo. Per quanto riguarda il sepolcro vuoto così lo spiega la Bibbia aggiomata dei TdG: "Dio fece sparire il corpo di Gesù, evitando che vedesse la corruzione e impedendo così che diventasse una pietra d'inciampo per la fede".(cf La Torre di Guardia del 15/11/1991, pag. 31.)

Il C.D. dei TdG sostiene che se il corpo di Gesù non fosse stato fatto sparire, si sarebbe corso il rischio che gli uomini potessero costruire intorno ad esso un culto delle reliquie.

Dio avrebbe agito così per evitare che l'uorno si rendesse colpevole di idolatria attribuendo importanza alle reliquie del corpo dei semplice uomo Gesù, salvaguardando in tal modo la pura adorazione. Sorge quindi la necessità di trovare un sistema idoneo per far sparire questa pietra d'inciampo, il corpo del nostro Signore. La rivista Torre di Guardia illustra il sofisticato sistema al quale Dio fece ricorso per risolvere il problema. Il corpo di Gesù "Fu fatto sparire da Geova Dio, dissolvendolo nei suoi componenti costitutivi o atomi".(cf  La Torre di Guardia, ed. inglese, del 1/9/1953, pag. 518.)

In altre parole Dio Onnipotente per impedire che sorgesse un culto intorno a suo Figlio, il che sarebbe stato una pratica pagana, semplicemente lo disintegrò, lo ridusse in milioni di pezzettini che, da allora, vagano nebulizzati per il vasto universo. Scorrendo la letteratura dei TdG scopriamo: "Alla sua risurrezione dai morti, Gesù Cristo non riprese il suo corpo umano; Dio eliminò il corpo umano di Gesù. In che modo? Non lo sappiamo".(cf L'eterno proposito di Dio. op. cit. pag. 153.)

(ndr i TdG comuni, non si accorgono delle enormi bestemmie che leggono e che ripetono in giro per il mondo.)

 

Probabilmente all'epoca in cui fu edotto tale intendimento, il C.D. doveva attraversare un momento di crisi spirituale, perché è inconcepibile che chi ha la pretesa di sapere tutto su tutto dal momento che riceve direttamente da Dio le informazioni, negli scritti precedenti dice di sapere cosa avvenne al corpo di Gesù, e negli scritti successivi torna a spiegare come avvenne ciò.

Qualche anno dopo infatti scrivono: "Che accadde al corpo di Gesù? Dio lo fece sparire per adempiere ciò che era stato scritto nella Bibbia. Dio ritenne opportuno fare sparire il corpo di Gesù come aveva già fatto col corpo di Mosè. (ndr ecco un altro esempio di come equiparano Gesù a semplice creatura.)

Inoltre, se il corpo di Gesù fosse rimasto nella tomba, i suoi discepoli non avrebbero potuto capire che egli era stato risuscitato, dato che allora non comprendevano pienamente le cose spirituali.

Il fatto che Tommaso abbia messo la mano nella ferita al fianco di Gesù, indica che Gesù semplicemente si materializzò proprio in quel momento".(cf  Potete vivere per sempre._ op. cit. pag. 144.)

"Gesù aveva il potere di creare un corpo carnale e apparire in esso e poi dissolverlo ad ogni momento; quando egli appariva ai suoi discepoli attraverso le porte chiuse, egli creava il corpo immediatamente in loro presenza e lo dissolveva quando scompariva".(cf L'Arpa di Dio, op. cit. pag. 171.)

"Dio eliminò il corpo carnale di Gesù nella maniera che ritenne più opportuna, forse disintegrandolo negli atomi che lo componevano. Gesù non riprese il proprio corpo carnale, cosa che avrebbe annullato il riscatto per cui era stato dato".(cf Perspicacia nello studio..., op. cit. pag. 436, vol. I.)

 

"Se uno paga il debito di un amico, ma subito si riprende quanto ha versato, è ovvio che il debito rimane. Similmente, se Gesù, dopo essere stato risuscitato si fosse ripreso il corpo umano di carne e sangue che aveva sacrificato per pagare il prezzo del riscatto, che effetto avrebbe avuto questo sul provvedimento preso per redimere le persone fedeli dal debito del peccato?

(ndr ricordo ai TdG che Gesù ha sconfitto la morte, è proprio per questo motivo il suo corpo risuscitò, peccato che con molta probabilità sono pochissimi i TdG che ricordano a memoria ciò che scrive la Torre di Guardia nei vai numeri dell’omonima rivista, ma se controllano si accorgeranno che il C.D. si contraddice spesso, forse che Dio di tanto in tanto ripensi a ciò che detta agli unti dei TdG cambiandone il contenuto e il significato?)

 

E' vero che dopo la risurrezione Gesù apparve in forma fisica ai discepoli. Evidentemente in quella occasione Gesù materializzò dei corpi. Eliminare il corpo fisico di Gesù al momento della risurrezione non fu un problema per Dio".(cf Ragioniamo facendo uso.., op. cit. pag. 170-171.)

 

"Quando Gesù era sulla terra, egli non era immortale, ma Dio gli fece dono dell'immortalità alla sua risurrezione". (cf La Creazione, op. cit. pag. 243.)

"Gesù fu risuscitato come Figlio spirituale di Dio nella immortalità e nella incorruzione".(L'eterno proposito di Dio.., op.cit. pag. 153.)

 

"Quando Gesù tornò al cielo riprese il suo nome Michele ... il nome Michele lo ricollegava con la sua esistenza Preumana".(cf Sia fatta la tua volontà in terra, edito dalla Watch Tower. 1961, pag. 314.)

 

"Egli riprese il suo nome Michele, così che in cielo ci fu di nuovo un arcangelo Michele".(cf L'eterno proposito di Dio., op. cit. pag. 154.)

(ndr come vedete la fantasia non manca ai TdG, e le bestemmie neppure.)

 

 

 

 

5.1  Le testimonianze dei Vangeli

 

Partiamo dalla parola di Gesù: "Distruggete questo tempio, ed in tre giorni lo farò risorgere".(Gv. 2,19.) Alcuni giudei presenti pensarono che si riferisse al tempio letterale di Gerusalemme, ma la Bibbia spiega che "egli parlava del tempio del suo corpo".( Gv. 2,21.)

Così, secondo le stesse parole di Gesù, Dio non avrebbe fatto sparire il suo corpo, ma lo avrebbe fatto risorgere. Il testo biblico dei T.d.G. la T.N.M. usa l'espressione equivalente lo rialzerò. Nell'interpretazione della Parola di Dio, secondo il C.D. l'espressione Io rialzerò" non significa affatto che Gesù aveva la facoltà di risuscitarsi, come afferma anche Gv. 10, 17.18 "Io offro la mia vita per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, perché io ho il potere di riprenderla di nuovo", ma che Egli, Cristo, avrebbe fornito a Dio la "ragione morale" per destarlo dai morti. Scrivono infatti: "Con queste parole, Gesù voleva forse dire che avrebbe risuscitato se stesso dai morti, dal momento che At. 2,32 dice: « Questo Gesù Dio l'ha risuscitato? ».

Niente affatto. Una simile interpretazione sarebbe in contrasto con Gal 1,1 che attribuisce la resurrezione di Gesù al Padre.

Esprimendosi in modo analogo, Gesù, come si legge in Lc. 8,48 disse ad una donna: « La tua fede ti ha salvata ».

Si era salvata o guarita da sola? No; era stata guarita dalla potenza di Dio mediante Cristo a motivo della sua fede. Similmente, mediante la sua perfetta ubbidienza come uomo, Gesù fornì al Padre la ragione morale per destarlo dai morti, e riconoscere così Gesù come Figlio di Dio.

 

A motivo della vita di fedeltà vissuta da Gesù, si poteva giustamente dire che Gesù stesso fosse responsabile della sua resurrezione. Quindi l'espressione: "E in tre giorni lo farò risorgere" di Gv. 2,19 non

vuole significare che Gesù avrebbe risuscitato se stesso indipendentemente dal Padre come agente attivo".( Ragioniamo facendo uso... , op. cit. pag. 421.) Inoltre, l'espressione di Gv. 2,21 "egli parlava del tempio del suo corpo, per il C.D. non si riferisce al corpo letterale di Cristo, bensì alla Chiesa come corpo di Cristo, secondo il senso di Ef 1,23, oppure Ef 5,23 e cioè alla "congregazione dei T. di G. Già il loro fondatore, Russel, aveva dichiarato che "L'uomo Gesù è morto, morto per sempre".(cf  C.T. RUSSEL, Studi sulle Scritture, ed. da Intemational Bible Students Association Brooklyn,

N.Y., 1899, vol. 5, pag. 454.)

La Società Torre di Guardia ne spiega il senso dicendo: "Avendo ceduto la sua carne per la vita del mondo, Cristo non avrebbe più potuto riprendersela per ridiventare UOMO".( Potete vivere... , op. cit. pag. 143 - (cfr. Il popolo dell'Apocalisse, op. cit. pag. 128.)

 

Inoltre provvedono a dare un ulteriore spiegazione del perché Dio avrebbe fatto sparire il corpo di Gesù, oltre a quello di evitare che l'idolatria prendendo piede, avrebbe allontanato i discepoli dalla pura adorazione. La motivazione è: "Dio nascose il corpo di Gesù per esibirlo al mondo nell'età Milleniale".(cf L'Arpa di Dio, op. cit. pag. 172.)

 

La preghiera di Stefano, che è pieno di Spirito Santo, Quindi non sta, delirando per il dolore della lapidazione come vorrebbe fare credere il geovismo, è rivolta a Gesù, non a Michele: « Gesù Cristo Accogli il mio spirito ».( At. 7,59.)

La realtà della risurrezione di Cristo, ha implicato la risurrezione dell'intero essere di Cristo, la sua umanità, la sua corporeità. Con la risurrezione, Cristo è entrato nella doxa di Dio (Gv. 7,5); nel ritorno alla doxa, Cristo si è portato dietro la sua umanità, la sua corporeità. La risurrezione di Cristo è la promessa per il compimento di tutto il resto del creato. Quanta eresia ci sia in questi insegnamenti lo si può dedurre da una semplice riflessione. Quando Stefano fa la sua testimonianza di fede dinanzi ai membri del Sinedrio e riferisce ciò che stava contemplando, non asserisce di vedere Michele accanto alla destra di Dio, ma "vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra".(At. 7,55)

 

 

 

 

5.2. La testimonianza dei Padri

 

La realtà della risurrezione corporale di Cristo è attestata sin dall'inizio del cristianesimo.

Sant'Ignazio di Antiochia nella lettera agli Smirnesi afferma: « lo so e credo che anche dopo la risurrezione egli era nella came. Quando andò da quelli che erano con Pietro, disse loro "Prendete, toccatemi e vedete che non sono uno spirito senza corpo". Essi subito lo toccarono e credettero, aderendo alla sua carne

e al suo spirito. Dopo la risurrezione mangiò e bevve con loro come un uomo in carne e ossa ... ».(cf S. IGNAZIO di ANTIOCHlA, Le lettere, ed. Paoline, Roma, 1980, pag. 92; (cfr. Ai Cristiani di Smirne, III, 1-3).)

L'uso dei verbi "so" e "credo" usati da sant'Ignazio, enfatizza e dà forza alla sua convinzione nella risurrezione corporale di Cristo. Chi non accetta questa verità da sant'Ignazio è chiamato un "bestemmiatore" ed un "infedele".( Idem, V, 23.)

Anche nei saluti finali sant'Ignazio ribadisce la sua fede in Cristo risorto con la propria came.( Idem, XII,2.) L'insegnamento della Chiesa è molto chiaro: "Gesù risorto stabilisce con i discepoli rapporti diretti, attraverso il contatto e la condivisione del pasto. Li invita a riconoscere da ciò che Egli non è un fantasma ma soprattutto a spazio e nel tempo, ma può rendersi presente a suo modo dove e quando vuole    ... la Risurrezione di Cristo non fu un ritorno alla vita terrena.... Nel suo corpo risuscitato egli passa dallo stato di morte ad un'altra vita al di là del tempo e dello spazio, al tempo stesso le proprietà nuove di un corpo glorioso; esso non è più situato nello constatare che il corpo risuscitato con il quale si presenta a loro è il medesimo che è stato martoriato e crocifìsso. Questo corpo autentico e reale possiede però spazio".(cf C.C.C. , op. cit. m. 645,646.)

 

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