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LA CRISTOLOGIA DEI TESTIMONI DI GEOVA

Ultimo Aggiornamento: 01/09/2009 16:10
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01/09/2009 16:06

CAPITOLO VI

 

 

6.0. LA DOTTRINA DELLA TRINITA' NEL GEOVISMO

 

L'argomentazione basilare su cui fa leva il geovismo per insegnare che Gesù non è Dio, consiste nel rilevare come la Scrittura distingue tra Dio e Gesù Cristo e li considera come individui differenti e separati.

E' vero che alcuni testi distinguono tra Gesù ed il Padre,( Cfr. Gv. 8,17.18; 14,28.) ma non pongono alcuna difficoltà in quanto Gesù ed il Padre sono Persone distinte, per quanto non separate.

 

Inoltre vi sono testi che parlano dei Padre come del Dio di Gesù Cristo,( Cfr. Gv. 20,17. Dovreste credere alla Trinità?, ed. Watch Tower.  1989, pag. 17.) ed il geovismo nella pubblicazione dal titolo: "Dovreste credere alla Trinità", così argomenta:" Poiché Gesù aveva un Dio, il Padre suo, non poteva nello stesso tempo essere quel Dio".( Gv. 20,17.)

L'argomentazione è esatta; infatti Gesù non è il Padre, ma il Figlio; non è Dio Padre, ma Dio Figlio. Scriveva Tertulliano che Dio-Padre, intanto è Dio-Padre in quanto c'è un Dio-Figlio. Dio è Padre-Eterno come il figlio è Figlio-Eterno. E siccome in Dio tutto è eterno, Dio-Padre non è più vecchio di Dio-Figlio. Quindi il Padre è Dio a Gesù come Gesù Dio è Figlio al Padre Dio; è solo questione di relazione, non di essenza.

 

In secondo luogo, la figliolanza di Gesù rispetto al Padre non è uguale alla nostra. Quando Gesù dice: « Salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro »,(Cfr. Mt. 6,9.) non dice "salgo al Dio nostro", proprio per fare rimarcare la diversa paternità di Dio nei riguardi suoi e nei riguardi di tutti gli altri. La sua figliolanza è unica, non è uguale alla nostra. Gesù non si confuse mai nella figliolanza degli uomini rispetto a Dio. Egli

era Figlio per natura, mentre i cristiani sono figli di Dio per adozione.

Un'altra obiezione che il geovismo fa al concetto di Trinità è: "uno non è uguale a tre". Se Dio è uno, non può essere tre; se sono tre non è uno.

 

La Trinità, perciò, sarebbe irragionevole.

Perché un TdG possa accettare il concetto di trinità, dovrebbe prima capire che Dio non è "una persona con sensi di vista, udito, etc..",( Accertatevi di ogni cosa..., op. cit. pag. 204.) né tanto meno che Dio "è una Persona reale con una intelligenza, una mente, un cervello contenuto in un corpo di forma ben definita e che ha un luogo in cui vive",( Potete vivere per sempre-, op. cit. pag. 36.) come puntualmente lo immagina e lo descrive il C.D.; che Trinità non significa l'uno uguale a tre", ma "una natura e tre persone", e bisogna che capisca il concetto di "natura" e di "persona".

 

Poi bisognerebbe parlare di "mistero". Alla parola "místero" il geovismo reagisce con violenza criticando qualsiasi affermazione in tal senso. Dicono "Papa G.nni Paolo Il ne ha parlato come di un mistero impenetrabile".( Dovreste credere nella Trinità, op. cit. pag. 4.)

Attingendo qua e là da vari dizionari e citando frasi estrapolate dal contesto, il geovismo cita "Un dizionario teologico dice: « In che cosa consista con precisione la dottrina, o meglio, esattamente come debba essere spiegata, è qualcosa su cui non c'è accordo tra i cristiani stessi ».( Lyman ABBOT, A Dictionary of Refigiosus Knowledge, New York 1875, pag. 944.) L'opuscolo antitrinitario continua: « Possiamo dunque comprendere perché un'enciclopedia cattolica dica "Nei seminari cattolici sono pochi gli insegnanti di teologia trinitaria che prima o poi non si sono sentiti chiedere "Ma come si fa a predicare la Trinità" E se da un lato la domanda è sintomatica di confusione da parte degli studenti, dall'altro è forse altrettanto sintomatica di un'analoga confusione da parte dei docenti ».(cf New Calhofic Encyclopedia, Washington, 1967, voi. XIV, pag. 304.) Commentando la suddetta citazione tratta da un'encielopedia cattolica, il geovismo dice: « La giustezza di questa osservazione si può verificare andando in biblioteca e consultando i testi che sostengono la Trinità, Innumerevoli pagine sono state scritte nel tentativo di spiegarla. Nondimeno, dopo essersi addentrato nel dedalo di formule e spiegazioni teologiche disorientanti, il ricercatore ne viene fuori insoddisfatto ».(cf Dovreste credere..., op. cit. pag. 4.) Intanto diciamo che chi conosce bene dall'íntemo l'organizzazione geovista, sa che al testimone di Geova è proibito senza debita autorizzazione consultare, leggere, o fare ricerche o pubblicazioni che non sono edite dalla Società Torre di Guardia, quindi difficilmente il semplice testimone potrà personalmente verificare e consultare i testi trinitari in una biblioteca; inoltre considerando il livello di cultura medio-basso, sorgono realmente seri dubbi circa l'esatta comprensione da parte del TdG di ciò che sta leggendo.

 

Infine tale lettura e ricerca viene assolutamente sconsigliata dai vertici geovisti perché il tempo da dedicare per la ricerca è meglio impiegarlo nell'opera di predicazione. Ripetutamente il geovismo critica l'affermazione dei trinitari che tale "mistero" va oltre la comprensione della ragione umana. Ripetutamente asseriscono che nella Bibbia non ci sono misteri, ma solo "segreti". Una dottrina che la ragione non comprende è falsa.

Ma se i TdG non si limitassero a ripetere le frasi imparate a memoria e debitamente preparate loro da chi li guida, ma riflettessero con la loro testa, si renderebbero conto di quanto assurda sia questa affermazione. La nostra ragione, è in grado di comprendere Dio e le sue azioni? Potrebbe mai il nostro intelletto capire Dio? La parola “mistero" viene usata in teologia non solo nel senso di "incomprensibile perché contro la ragione", ma incomprensibile perché sopra la ragione.

 

La Trinità dunque è un mistero nel senso che, riguardando la natura stessa dell'Infinito Iddio, non sì oppone alla ragione, ma supera le sue capacità di comprensione.

 

Il fatto che l'eresia non sia capace di comprendere la novità paradossale del cristianesimo rimanendo così in una mentalità piuttosto razionalista, rivela non solo la difficoltà di accordarsi sulle formule, ma l'incapacità della stessa di accogliere la Trinità come mistero".(cf Lexicon, Diz. Teol. Encicl., op. cit. pag. 1082.)

 

In altra occasione ho avuto modo di dire che il geovismo, pur di sostenere una sua dottrina, ricorre a tutti gli espedienti: manomissioni, sostituzioni, alterazioni e falsificazione dei testi citati. L'opuscolo antitrinitario "Dovreste credere alla Trinità" è un condensato di falsificazioni, perché citando enciclopedie, opere varie, addirittura il pensiero dei Padri della Chiesa, come Giustino, Ireneo di Lione, Clemente Alessandrino, Tertulliano, Ippolito, Origene, fa loro dire esattamente l'opposto di ciò che è in realtà il loro pensiero.

 

 

 

 

6.1. Cosa dicono realmente le fonti

 

A pag. 5 dell'opuscolo antitrinitario si cita un testo cattolico con queste parole: « Il termine Trinità non si trova nella Bibbía…Non trovò formalmente posto nella teologia della Chiesa fino al IV sec." (The Illustraled Bible Diclionary, Sydney e Auckland, 1980, parte 3°, pag. 1597.)

 

Siccome chi conosce bene le tecniche usate dagli scrittori geovisti sa bene che tutte le volte che sono inseriti i puntini di sospensione nelle frasi tratte da altre fonti quasi sempre si nasconde qualcosa o se ne altera il senso, è sempre consigliabile, ove è possibile, controllare la citazione. Ebbene, andando a

consultare direttamente la fonte dalla quale è stato tratto il brano citato, il lettore avrà una sorpresa, perché al posto dei puntini messi ad arte dal geovismo, all'autore della citazione riportata è stato fatto dire l'opposto di ciò che in realtà dice. Così recita l'opera: « Trinità: La parola Trinità non si trova nella Bibbia, e

per quanto usata da Tertulliano nell'ultima decade del secondo secolo, non trovò formalmente posto nella teologia della Chiesa fino al IV sec. ». Ma continuando, il dizionario dice a spiegazione della suddetta affermazione e che il geovismo ha nascosto: "Quella della Trínità è tuttavia la dottrina distintiva e comprensiva di tutta la fede cristiana. Essa fa tre affermazioni: che c'è un solo Dio; che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo ciascuno è Dio; che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono ciascuno una Persona distinta. In questa forma essa è diventata la fede della Chiesa dal tempo in cui essa ricevette la sua piena

formulazione per le mani di Tertulliano, Atanasio, ed Agostino.(cf The Illustrated Bible..., op. cit. pag. 1597.)

 

Così, con la tecnica dei puntini il geovismo nasconde che:

 

a) Tertulliano, già alla fine del Il sec. Usò la parola Trinítà;

 

b) Gìà Tertuffiano diede piena formulazione teologica alla Trinità;

 

c) Il Dizionario afferma che il Figlio è Dio così come lo Spirito Santo e il Padre;

 

d) La dottrina della Trinità è distintiva e comprensiva di tutta la fede cristiana.

 

Così scrive il geovismo nell'opuscolo in esame al sottotitolo: Cosa insegnavano i Padri preniceni? "I Padri preniceni sono riconosciuti importanti maestri religiosi dei primi secoli dopo Cristo. Ciò che insegnavano è interessante. Giustino Martire, nato verso il 165 E.V., definiva il Gesù preumano un angelo creato, diverso dall'Iddio che fece tutte le cose".

Diceva che Gesù era inferiore a Dio e che "non faceva mai nulla all'infuori di ciò che il Creatore… voleva che egli facesse e dicesse".( Dovreste credere…, op. cit. pag. 7)

Non è questo il pensiero di Giustino. Leggiamo nella sua prima "Apologia" LXIII: « Ora la Parola di Dio è suo Figlio... I Giudei sono dell'opinione che fu il Padre dell'universo a parlare a Mosè, mentre fu davvero il Figlio di Dio chiamato Angelo ed Apostolo.

 

Per questo i Giudei sono accusati dallo Spirito della profezia e da Gesù stesso, perché non conoscono né il Padre, né il Figlio, perché essi affermano che il Figlio è il Padre, non conoscono né il Padre, né sanno che il Padre dell'universo ha un Figlio; il quale, essendo la primogenita Parola di Dio, è anche Dio e apparve anticamente sotto forma di fuoco e a somiglianza di un angelo a Mosè e agli altri profeti ». Quindi è del tutto falso affermare come fa il geovismo che Giustino Martire definiva il Gesù preumano un angelo creato, in realtà afferma che il Figlio, essendo la primogenita Parola di Dio, è anche lui Dio.

Senza citare nessuna fonte dalla quale avrebbe tratto la notizia, l'opuscolo antitrinitario dice:

« Ireneo, morto verso il 200 E.V., sosteneva che il Gesù preumano aveva un'esistenza separata da Dio ed era inferiore a Lui. Spiegava che Gesù non era uguale al "solo vero Dio", il quale regna supremo su tutti e oltre al quale non c'è nessuno" ». Del tutto opposto è il pensiero di Ireneo. Nella sua opera "Adversus" Ireneo scrive: « Dio Padre e la sua Parola hanno formato tutte le cose create per mezzo della loro propria potenza e sapienza ». Quindi Gesù non era inferiore al Padre come si vuole fare credere. L'opuscolo continua quindi a sostenere la sua "verità" ricorrendo alla falsità. Invece Ireneo continua dicendo: « Il Padre e la sua stessa parola sostengono la creazione simultaneamente e la Parola nata dal Padre dona lo Spirito a tutti corne il Padre vuole ».(cf  IRENEO di LIONE, Adversus Aereses, libro II, cap. XVIII,)

Se la Parola sostiene la creazione simultaneamente al Padre, vuol dire che è uguale a Dio; « Il Creatore del mondo è davvero la Parola di Dio; e questo è nostro Signore che negli ultimi tempi fu fatto uomo, esiste in questo mondo e che in maniera invisibile contiene tutte le cose create, che è inerente all'intera creazione, dal momento che la Parola di Dio governa e dirige tutte le cose ». Se la Parola di Dio governa e dirige tutte le cose, come fa il geovismo a dire che secondo Ireneo, Dio regna supremo da solo? Inoltre dice: « Gesù Cristo, Figlio di Dio incarnatosi per la nostra salvezza..., la risurrezione dai morti e la ascensione corporale al cielo del diletto Gesù Cristo…Signore nostro e Salvatore e Re (cf Adversus Aereses, libro I, X, I)

E ancora: « Egli (Verbo) era veramente ciò che sembrava, era Dio, e ricapitolava in sé questa carne dell'uomo, già da Lui plasmata ».( Idem, libro III, XVIIII,I )

Sempre a pag. 7 dell'opuscolo in esame, si legge: « Clemente Alessandrino, morto verso il 215 E.V., definiva Gesù nella sua esistenza preumana "una creatura", mentre chiamava Dio "l'increato", ed anche "imperituro e unico vero Dio".

 

Diceva che il Figlio "veniva dopo il solo onnipotente Padre", ma non era uguale a lui ».

Sarebbe del tutto opportuno che il TdG che ha conservato la propria facoltà di riflessione e di valutazione, si premuri di leggere qualche suo scritto; si accorgerà che Clemente di Alessandria insegnò esattamente il contrario di quanto gli fa dire il geovismo, che lo cita senza riferire la fonte dalla quale è tratto il suo pensiero. Nella sua opera "Il Pedagogo", Clemente dice "Il nostro pedagogo è simile a suo Padre Iddio di cui è Figlio: Dio puro in forma d'uomo, esecutore del volere patemo, Lògos Dio, Colui che è nel Padre, Colui che è alla destra del Padre, Dio anche con la forma umana ».(CLEMENTE ALESSANDRINO, Il pedagogo libro I, II, 4, 1.)

Negli scritti di Clemente Alessandrino troviamo affermato con esattezza il dogma della Trinità, la generazione del Verbo, che non solo precede la creazione, ma è senza principio, perché il Padre non è Padre se non alla condizione di avere un Figlio. (ndr certo, altrimenti si potrebbe pensare che ci fu un tempo in cui Dio non era Padre, era solo Dio, ma non Padre e per giunta muto, visto che gli mancava la Parola. E’ evidente che questa è un’eresia, ma i comuni TdG  non se ne accorgono.)

 

Nell'opera gli "Stromati" Clemente dice: « Il Presbiterio spiegò il signíficato di "dal principio", dicendo che il principio della generazione non è separato dal principio del Creatore, perché quando egli dice "quel che fu dal principio" egli intende parlare della generazione senza principio del Figlio, il quale è coesistente col

Padre ». Ci fu, quindi, una Parola che implica una eternità senza principio; come anche la stessa Parola, cioè il Figlio di Dio, che essendo uno con il Padre nella uguaglianza della sostanza, è eterno ed increato.

E che Egli sia stato sempre la Parola è detto dalle parole "nel principio c'era la Parola. Gesù era la Parola della vita ... fattasi in grado di essere toccata ... ? e noi vi mostriamo quella vita eterna che fu con il Padre!" Chiamando in causa il Padre, egli intende dire che il Figlio esistette sempre, senza principio... ";(cf CLEMENTE ALESSANDRINO, Gli Stromati, libro V, 1. 1.3,)

 

La Divina Parola, egli che è chiarissimamente Divinità, colui che è uguale al Signore dell'Universo; perché

egli era suo Figlio e la Parola era in Dio ... ».( Idem libro VII, II.6.1.)

 

Nel "Protreptico"  Clemente dice: « Questo è il canto nuovo, cioè l'apparizione, che fra noi ha brillato soltanto ora, del Verbo che era nel principio e perciò preesisteva: apparve sulla terra da poco il preesistente Salvatore, apparve Colui che esiste in Colui che esiste (Dio), perché "il Verbo era presso Dio", come Maestro; apparve il Verbo dal quale sono state create tutte le cose, e dopo averci dato nel principio il vivere mediante la creazione, ci insegnò il ben vivere ... per poterci procurare dopo, come Dio, il vivere eternamente ».( CLEMENTE ALESSANDRINO, Il Protreptico, 1,7,3.)

Tertulliano è un altro grande personaggio deIl'antichità che il geovismo cita per sostenere le sue dottrine.

A pag. 7 del famoso opuscolo "Dovreste credere nella Trinità?" scrive: « Tertulliano, morto verso il 230 E.V., insegnava la supremazia di Dio, dicendo: "Il Padre è diverso dal Figlio (un altro), in quanto è maggiore; colui che genera è diverso dal generato; colui che invia è diverso dall'inviato". E aggiunse: "Ci fu un tempo in cui il Figlio non era... Prima di tutte le cose, Dio era solo" ».

Non è dato sapere, come al solito, da quale fonte il geovismo abbia tratto il brano riportato, solo la profonda ignoranza del pensiero del grande africano può giustificare l'accettazione di simili frasi costruite a tavolino dal C.D.

Tertulliano espone la dottrina trinitaria tradizionale in termini che resteranno definitivi nella teologia cattolica; parla di unità di sostanza nella Trinità delle persone. Fu il primo a darci una vera dottrina nei termini e nei concetti, esattamente uguale a quella che sarà codificata a Nicea e trasmessa da duemila anni di storia della Chiesa di Cristo, come già si è accennato.

Nella sua opera: "Adversus Praxean ", dice: « ... il Dio unico ha un Figlio, il suo Verbo, che procede a Lui stesso per mezzo dei quale tutto fu fatto, e nulla fu fatto senza di lui. Questo Figlio fu mandato dal Padre nella Vergine e da lei nacque, uomo e Dio... »,( Q. S. F. TERTULLIANO, Adversus Praxean, II, 1,3) e prosegue: « ... è possibile credere in un Dio, unico, solo se si ritiene che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo siano la stessa cosa... il tutto si ha nell'uno per l'unità della sostanza, rimanendo tuttavia salvo il mistero di quella economia che dispone l'unità nella Trinità, ordinando i tre che sono il Padre, il Figlio e lo spirito Santo: tre di grado e non di stato, di forma e  non di sostanza, di aspetto e non di potere, essendo unica invece la sostanza, unico lo stato e unico il potere, perché unico è Dio, dal quale si hanno e i gradi e le forme e gli aspetti, che chiamiamo Padre, Figlio e Spirito Santo ».(Adversius Praxean, II, 1,3)

Sono interessanti le argomentazioni che Tertulliano espone sempre in "Adversus Praxean "; dice: « I semplici, per non dire gli sconsiderati e gli ignoranti, hanno paura di questa parola "Trinità«" ... Essi non capiscono che bisogna credere in un Dio, certamente unico, ma con la sua economia. Essi immaginano che questa economia, questo numero, questa disposizione della trinità suppongano la divisione dell'unità, mentre invece l'unità, derivando da se stessa la trinità, non è distrutta ma regolata da essa. Essi vanno ripetendo che noi predichiamo due o tre dèi, che loro invece rimangono fedeli al culto di un unico Dio, e non si accorgono che questa unità, mal compresa, costituisce un'eresia, mentre la trinità, ben spiegata, costituisce la verità ».( Idem III, I.)

 

Sempre Tertulliano nell' "Apologetícum ", dice: « Cristo è la Parola che procede da Dio ed in questa processione egli è generato così da essere Figlio di Dio ed è chiamato Dio dall'unità della sostanza con Dio. Anche Dio è Spirito, quindi Cristo è Spirito da Spirito, Dio da Dio, Luce da Luce. Ciò che esce da Dio è Dio, figlio di Dio ed i due sono uno. A questa maniera, anche, essendo Spirito da Spirito e Dio da Dio, egli è secondo nella maniera dell'esistenza, nella posizione, non nella natura. Nel seno di una vergine, come era stato predetto, si fece carne ».( Apologeticum, XXI, II.)

In un altro passo Tertulliano scrive: « . la Chiesa è propriamente ed essenzialmente quello stesso Spirito nel quale è la trinità di un'unica Divinità, Padre, Figlio e Spirito santo. E' Lui che forma il legame di quella Chiesa che il Signore fondò sulle tre Persone ».( De Pudicitia, XXI, 16. Per le citazioni vedi "Guido BOSIO", Iniziazione ai PadrC, S,EI, Torino, 1963, voi. I, pp. 309-377.)

 

Citando Ippolito, l'opuscolo antitrinitario lo presenta in tal modo: «Ippolito, morto verso il 235 E.V., diceva che Dio era “L’unico Dio", “Il primo e il solo, il Fattore e Signore di tutto", al quale "nulla è coevo" (di uguale età). Ma era Uno ed era solo; il quale, volendolo, portò all'esistenza ciò che prima non esisteva, come il creato Gesù nella sua vita preumana ». dell'opuscolo. Fin qui il testo. Occorre innanzi tutto evidenziare che la frase conclusiva "come il creato Gesù nella sua vita preumana", non è di Ippolito ma degli autori geovisti sono abituati a trarre conclusioni da premesse che non le consentono, quali E' vero che Ippolito scrive c'è solo un Dio al quale nulla è coevo, ma questo è anche l'insegnamento della Chiesa.

Quello che il geovismo invece non dice, è proprio la spiegazione che Ippolito dà a questa asserzione.

Si tratta di una affermazione molto importante, tanto è vero che il geovismo si  preoccupa subito di nasconderla con la ormai collaudata tecnica dei puntini di sospensione.

La frase è questa: « Egli, (Dio), mentre esisteva da solo, pure esisteva nella pluralità e non poteva non essere in compagnia della sua ragione, della sua potenza, che è il Figlio di Dio ».

Dice testualmente: « Apparve un altro accanto a Dio; ma quando dico un altro, non intendo dire che ci sono due "Dei", ma che questo altro è come luce di luce, acqua della fonte, raggio di sole ».(Sant'IPPOLITO, i Philòsophumena, libro IX, XII, 18.)

Inoltre Ippolito chiama Gesù "Onnipotente" e dice che il Dio Onnipotente che appare in Ap. 1,8 è proprio Gesù. Invece il geovismo afferma che solo Geova è "Onnipotente"; mentre Gesù è "Potente".

E' interessante notare l'intendimento di Ippolito sulla scrittura di Rm 9,5 che contrasta vistosamente con l'intendimento geovista; Ippolito nella omelia: "La dimostrazione contro i giudei " dice: « Consideriamo la parola dell'apostolo "dai patriarchi venne Cristo secondo la carne, Egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli". Queste parole dichiarano il mistero della verità giustamente e chiaramente. Colui che è sopra ogni cosa, è Dio; per questo Egli parla audacemente e dice: "tutto mi è stato dato dal Padre mio". Colui che è sopra ogni cosa, Dio benedetto, è nato, è divenuto uomo. Egli è quindi il Dio per sempre"

Per Ippolito, il Dio per sempre, il Dio benedetto è Gesù. A dimostrazione di come il geovismo non sia d'accordo con la divinità di Gesù basta consultare la sua traduzione di Rtn. 9,5 nella T.N.M.; il geovismo ha alterato il testo con l'ausilio della tecnica della parentesi.( Tratto dall'opuscolo.- Perché dovreste credere nella Trinità, del Movimento Biblico Cattolico, GRIS, Casamassima, Bari, pag. 42.) (vedasi prospetto finale dei testi riferiti a Gesù manipolati dal geovismo).

L'opuscolo antitrinitario geovista a pag. 7 dice: « Origene, morto verso il 250 E.V., diceva che "il Padre e il Figlio sono due sostanze  ... due rispetto alla loro essenza", e che "in paragone col Padre,[il Figlio]è una luce molto piccola" », Ancora una volta il geovismo non cita la fonte dalla quale ha tratto il presunto pensiero di Origene.

 

Ma basta dare uno sguardo alle sue opere per rendersi conto di quanto false ed infondate siano queste affermazioni. Nel Proemio 4, del "De principis", vi si legge: "Gesù…facendosi uomo, rimase Dio". Sempre in "De Principús", che è l'opera più importante di Origene, il più antico manuale di dogmatica, il primo saggio di sviluppo teologico sistematico della dottrina cristiana, Origene dice: « Noi non diciamo, come ritengono gli eretici.. che il figlio è creato dal nulla dal Padre, in modo che ci fu un tempo in cui Egli non era ma escludendo dall'invisibile e dall'immateriale ogni rappresentazione sensibile, noi diciamo che il Verbo, la Sapienza, è generato senza alcuna reazione corporale, precisamente come la volontà procede dall'intelletto... Come la luce non  potrebbe esistere senza lo splendore, similmente non si può concepire il Figlio senza il Padre, poiché egli è la figura espressa dalla sua sostanza, il suo Verbo, la sua sapienza. Come si può dunque dire che ci fu un tempo in cui il Figlio non era?  

Equivale a dire che ci fu un tempo in cui non era la verità, in cui non era la sapienza, in cui non era la vita perché queste perfezioni appartengono all'essenza di Dio e non sono inseparabili dalla sua sostanza ».(cf DePrincipiis, libro IV, 28.) Quindi secondo Origene, Dio è unità e trinità "Noi crediamo che vi siano tre Persone : il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo". Il Verbo è Dio, distinto dal Padre, eternamente generato, non creato, "non ci fu un tempo in cui non fosse" non è una emissione di sostanza  (In loann. II,6, ma un atto eterno, come splendore di luce eterna. ( In lerem., X,4.)

Il verbo è della stessa sostanza del Padre

Secondo Origene dunque la Trinità è unità di natura in tre Persone divine, in gradazione diversa di pienezza.

La sua condizione è ancora subordinazionista, nonostante tanti aspetti positivi, che sono vera conquista per la scienza teologica. Dobbiamo a lui termini tecnici fondamentali, confermati dai concili, (nel senso di persona), e l'approfondimento e formulazione di concetti basilari della teologia trinitaria(Cfr. Iniziazione ai Padri, op- cit. pag. 55 1.)

Dagli scritti geovisti emerge la tendenza a dimostrare la loro antichità sostenendo che il loro fondatore Russel avrebbe solo restaurato nel 1879 ciò che l'errore dei Papi e l'apostasia, aveva distrutto, e che in realtà i primi cristiani erano dei geovisti. A loro dire anche Ireneo di Lione, venerato come santo nella Chiesa Cattolica e vissuto nel Il sec. E.V.  era un TdG, addirittura nel linguaggio geovese era un "sorvegliante della congregazione di Lione", ossia l'anziano che presiedeva la congregazione geovista nella Francia di quel tempo.

Addirittura affermano « Da giovane conobbe bene Policarpo sorvegliante della congregazione di Smirne ».(cf La Torre di Guardia" del 15/7/1990 pag. 22.)

Era un testimone di Geova anche Policarpo!

(ndr incredibile la fantasia dei TdG è impressionante, potrebbero tranquillamente partecipare ad un concorso mondiale di romanzi fantascientifici, vincerebbero sicuramente il primo premio.)

 

E aggiungono: « le argomentazioni di Ireneo includevano la fede nel Millennio, e la prospettiva di una pacifica vita futura sulla terra ».( Idem pag. 23.)

Ma, immaginando che qualcuno avrebbe fatto ricerche per proprio conto sugli scritti di Ireneo, la Torre di Guardia si affretta ad aggiungere: « Si deve ricordare che Ireneo visse in un tempo di cambiamenti e di predetta apostasia. A volte le sue argomentazioni sono un po' vaghe, persino contraddittorie! »( Idem pag. 23.) come se Giustino Martire, Ireneo di Lione, Clemente Alessandrino, Tertulliano, Ippolito, Origene, non siano vissuti in un tempo di cambiamento.

 

Anche questa è una brillante trovata per giustificare l'insegnamento del tutto opposto a quello dei TdG. dei Padri menzionati, ed includere il loro pensiero tra le argomentazioni vaghe e contraddittorie. Roma, dai due gloriosissimi apostoli Pietro e Paolo", della sua supremazia su tutte le altre Chiese. (Adversus Aereses, libro III, c.III, 2.3.)

Lo stesso Ireneo era sottomesso al papa, nella cui persona riconosceva il "vicario di Cristo".

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