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CHE COS'E' L'APOLOGETICA?

Ultimo Aggiornamento: 02/09/2009 08:00
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02/09/2009 08:00

Nel secolo XIX. - II primo nome che è legato all'apologetica romantica è quello di Chateaubriand, che la preannuncia in alcune pagine dell'Essai sur les Révolutions e la sviluppa con splendore e forza conquistatrice nel Genie du christianisme: la magia dello stile dapprincipio celò la debolezza dell'argomentazione, ma sarebbe eccessivo pretendere che in quest'apologetica sentimentale tutto quanto sia inoperante, avendo almeno avuto il merito d'attirare l'attenzione e la simpatia esplicita sul problema religioso.

In altra direzione, ma con eguale insufficienza nonostante le eccellenti intenzioni, i tradizionalisti cercano di costruire una nuova apologetica: Giuseppe de Maistre esalta in modo paradossale la Provvidenza nelle Soirées de Saint-Pétersbourg e mostra nel Du Pape un'ispirazione profondamente cattolica; Luigi de Bonald fu meno felice, nonostante la fede sincera, nelle ipotesi sulla rivelazione primitiva e la divina origine del linguaggio; Lamennais compromise il successo ottenuto con l'Essai sur l'indifférence fondando la sua apologetica sulla teoria rovinosa del a senso comune "; l'abate Boutain, autore della Philosophie du christianisme, per ordine di Roma doveva sottoscrivere alcune proposizioni che ristabilivano il diritto della ragione umana, troppo indebolita dal suo fideismo: il nobile pensatore e poeta lionese Ballanche nella Palingénésie sociale voleva utopisticamente ritrovare " la religione generale del genere umano ". In Belgio la scuola di Lovanio, con Mons. Laforét e il Cardinale Duschamps, proponeva un'apologetica più saggia; Ubaghs tentava di scoprire un'apologetica combinando con il tradizionalismo le tesi prese dall'ontologismo, quasi che l'intelligenza umana possa cogliere Dio direttamente e nel suo essere stesso, e indirettamente attingere in lui le cose create. Una decisione romana verrà a tagliar corto con simili imprudenze.

Sul pulpito francese, dopo un buon successo, anche se un po' offuscato, di Frayssinous, doveva comparire un apologista, il Lacordaire, le cui conferenze a Notre-Dame di Parigi fin dal loro inizio (1885) assunsero un'importanza grandissima, tanto l'autore aveva saputo dare all'insegnamento fondamentalmente tradizionale un accento attraente e presentarlo come gli uditori si attendevano. I suoi continuatori fecero anch'essi opera d'apologisti e non solo quelli che ne indicavano apertamente l'intenzione, come il P. de Ravignan, il P. Félix e, più vicino a noi, il P. Sanson, o, sul piano della ricerca erudita e della critica delle fonti, il P. Pinard de la Boullaye, ma anche quelli che sembravano aver scelto il compito del filosofo, come il P. Etourneau, del teologo, come il P. Monsabré, del moralista, come il P. Janvier; e nessuno fu evidentemente più preoccupato di fare dell'apologetica di Mons. D'Hulst quando commentava la morale del Decalogo come filosofo dotato di rara profondità. Anche se non tenute sul pulpito di Notre-Dame, sarebbe ingiusto dimenticare le conferenze e i Principes dell'abate Frémont.

Altri buoni operai preparavano in forma dottrinale la costruzione d'idee alle quali il Concilio Vaticano stava per dare la regola definitiva. Alcuni di questi lavori anteriori al Concilio oggi sembrano vecchi, perché il progresso provocato dalla Costituzione Dei Filius ha permesso di superarli; ma questo non toglie nulla all'utilità che ebbero al loro tempo i libri del P. Rozaven, di Augusto Nicolas (Etudes philosophiques sur le christianisme), d'Eugenio de Genoude, del P. Matignon. Scoppiata come una bomba, la Vie de Jésus di Renan (1863) provocò subito più d'una risposta appropriata da parte di Agostino Cochin, dell'illustre filosofo P. Gratry, del futuro Mons. Freppel. La vera risposta, quella che fa più opera di scienza positiva che di polemica, .doveva venire più tardi con le Vite di Gesù in grande stile, che vanno dall'abate Fouard (1880), ai PP. de Grandmaison, Lagrange, Prat... e all'abate RicciottL

Nello stesso modo si profilava il movimento nelle altre nazioni: in Spagna con Donoso Cortes e Giacomo Balmès; in Italia con Silvio Pellico, Man-zoni, uno dei massimi nostri scrittori, con il P. Ventura e il dotto Perrone; in Inghilterra con i grandi nomi di Wiseman, Newman, Manning, tutti e tre candidati alla porpora cardinalizia (i due ultimi han segnato la loro conversione al cattolicesimo con grandi opere apologetiche); in America con Mons. Spalding... L'attività dei cattolici in Germania ebbe risultati impareggiabili e, accanto a un'ortodossia come quella di uno Stolberg, di un Gorres, di un MShler, di un Denzinger e d'un Döllinger (che più tardi abbandonerà la Chiesa, ma che aveva cominciato col servirla bene) le opere dei quali riguardano l'apologetica solo indirettamente, pur essendo ad essa utilissime, vi furono uomini dotti come Giorgio Hermes e Antonio Gunther, i quali, nonostante il loro sincero attaccamento alla fede, per essersi ispirati alla filosofia di Kant e dei suoi continuatori, giunsero a interpretazioni dei rapporti tra la fede e la ragione che la Chiesa dovette condannare, in quanto impegnavano l'apologetica nelle vie del razionalismo e nelle incertezze della " ragion pratica ".

Naturalmente i protestanti, da parte loro, non rinunciarono alla difesa del cristianesimo. Nonostante le insufficienze della loro apologetica sul piano dottrinale, non si può misconoscere la nobiltà sul piano spirituale d'un Alessandro Vinet, d'un Guizot nelle Méditations sur l'essence de la religion chré-Henne, d'un Carlo Secrétan, d'un Ernesto Naville... per citare solo il nome di alcuni scrittori in lingua francese.

La Costituzione " Dei Filius " e le sue conseguenze. . L'influsso decisivo che determinò il progresso dell'apologetica cattolica fu determinato dalla Costituzione pubblicata il 24 febbraio 1870 da Pio IX nel Concilio Vaticano e indicata con le prime parole: Dei Filius. Lungamente preparata dal lavoro d'una commissione di Padri conciliari, essa fissa la dottrina sulla " fede cattolica " sulla rivelazione e le sue fonti, sui " motivi di credibilità ", aggiungendo ai miracoli e alle profezie, tra le prove considerate come a segni certissimi " (anche se non necessitanti, poiché l'adesione della fede è un atto libero sotto l'azione dello Spirito Santo), il fatto stesso della Chiesa; e, censurando l'affermazione che gli uomini possono essere condotti alla fede solo da

Dopo di allora in tutti i paesi cattolici,fu compiuto un lavoro attivo sulle basi cosi definite, e ormai diventa impossibile ricordare tutte le opere di grande importanza, sia in Germania, dopo i trattati di Hettinger, di Schanz, del P. Weiss e l'apologià molto più discussa del dott Schell, fino ai libri recenti di Carlo Adam, le cui traduzioni sono state molto ben accolte dai lettori stranieri; sia in Olanda, dopo la Somma apologetica del P. de Groot, in Belgio, dopo i PP. Portmans e Lahousse e, in Inghilterra, dopo il dott. Ward e il P. Vaughan... Indichiamo le grandi linee di quello che è stato fatto in Francia e in Italia.

È già un'apologetica completa la grande opera di Mons. Bougaud, Le christianisme et les temps présents, in cui, anche se lo stile e il tono sono invecchiati, l'armatura resta solida. Il motivo di credibilità, desunto dal a fatto della Chiesa ", venne valorizzato, seguendo il sulpiziano Brugère, dal canonico Di-diot, da Mons. Bruhnes... Libri come quelli dell'abate Picard, assai apprezzati da Brunetière, del P. Hugueny, dell'abate de Tourville... non perdono nulla della loro solidità col passare degli anni, e tutto fa credere che libri come quelli del P. Sertillanges (filosofo e apologista) saranno ancora per molto tempo di grande valore. 11 prezioso Dictionnaire apologéliqué de la Fot calholique, pubblicato su iniziativa dell'abate Jaugey, divenne più pregevole quando il P. d'Alès ne organizzò la totale rifusione, accogliendovi articoli d'importanza capitale, come la prima stesura del Jésus-Christ del P. de Grandmaison. In Francia l'apologetica ebbe la specializzata Revue pratique d'apologétique (più tardi Revue apologéliqué) e bollettini speciali nelle grandi riviste di scienze religiose, cattedre magistrali fondate negli Istituti cattolici (specialmente a Parigi). I problemi di metodo e di " tecnica a sono stati oggetto di studi sempre più precisi, come la Credibilité et l'apologétique del P. Gardeil, l'Objeci integrai de l'apologétique del P. Poulpiquet, VIntroduction à l'étude du met-veilleux et du miracle del P. de Tonquédec, la Grande mute apologétique del can. Masure, diversi lavori di G. Rabeau... Nello stesso tempo aspetti particolarmente interessanti della psicologia religiosa, come la Psychologie de la con-version o il Témoignage des apostats, studiati dal P. Mainage, apportarono alla costruzione d'insieme complementi di grande interesse, come si può vedere leggendo ad esempio A la trace de Dieu di Giacomo Rivière.

In Italia, dopo l'originale e profonda Propaedeutica del Card. Zigliara, dobbiamo ricordare: L'Ultima critica di Ausonio Franchi, penetrante ed efficace confutazione del razionalismo religioso ottocentesco; la solida trilogia Dio, Gesù Cristo, La Chiesa di Geremia Bonomelli; La breve apologià per i giovani studenti di Giuseppe Ballerini, opera organica di valore che ebbe molte edizioni crescendo da uno a quattro volumi; finalmente gli studi più recenti e più aggiornati, quali II Rivelatore di M. Cordovani, 27 cristianesimo rivela zione divina di Fabio Fabbi; La vera religione di A. Beni; l'Introduzione al cristianesimo di G. Ceriani; La Rivelazione e La Chiesa del card. Giuseppe Siri. Anche i problemi di metodo furono trattati con serietà e competenza come dimostra il saggio di sistemazione scientifica dell'apologetica di Giuseppe Monti, L'apologetica scientifica della religione cattolica. Non vanno poi dimenticati i buoni contributi apologetici dell'Enciclopedia Ecclesiastica diretta da Mons. Bernareggi e della più ampia Enciclopedia Cattolica.

 

Alcuni nuovi orientamenti. D'altronde ci sono pure stati apologisti cattolici che tentarono vie diverse da quelle dell'apologetica tradizionale e, bisogna anche ammetterlo, senza rinunciare a questa. Tali tentativi ebbero successo ineguale; alcuni si cacciarono in vicoli ciechi e finirono perfino in errori che la Chiesa dovette comprendere nelle condanne dirette contro il modernismo; invece altri sono stati fecondi e hanno dato alla scienza dei preamboli della fede un arricchimento d'indiscusso valore.

È questo, ad esempio, il caso dell'apologetica di Newman, il grande convertito di Oxford, morto cardinale nel 1890, che aveva compiuto il suo itinerario verso la Chiesa romana (e di esso lasciò un commovente racconto nell'Apologià prò vita sua) approfondendo la nozione di et sviluppo "; nel 1870 pubblicò la sua Grammatica dell'assenso, difficile ai non iniziati, che portò nel dominio comune idee come quella dell'assenso a nozionale " distinto dall'assenso " reale ", o del senso dell'inferenza. Numerosi discorsi di Newman con un minimo di sistemazione, potrebbero costituire una " psicologia della fede " sorprendentemente acuta.

Un altro inglese, un uomo di stato, il Balfour (anglicano) nel libro sulle Basi della credenza aveva proposto un'apologetica che tentava di salvaguardare, assieme alla fede, le aspirazioni o bisogni morali dell'anima umana. La sua è una costruzione interessante, ma insufficiente per stabilire la verità della dottrina. Il sistema venne presentato ai lettori francesi con una notevole prefazione di Ferdinando Brunetière, che doveva giungere alla conversione

Più importante è l'opera apologetica di Maurizio Blondel, che pubblicò la prima Action nel 1893 e non cessò di elaborarla per rispondere alle obiezioni provocate da un'opera incompiuta, essendo essa solo una parte d'un vasto insieme. È certo che se il filosofo di Aix usa con fortuna il e metodo d'immanenza ", valorizzando " il sentito bisogno d'un complemento ", cui la nostra natura è ordinata senza poterselo dare, essendo esso trascendente e soprannaturale, non ha mai acconsentito alla " dottrina d'immanenza ", che sacrifica la trascendenza del soprannaturale a una vaga mistica panteista. Un altro sistema dottrinale, sul quale la Chiesa ha fatto delle riserve, è quello di Bergson, interpretato da alcuni discepoli, come Giacomo Chevalier, in un senso più accettabile; gli ultimi libri del grande filosofo, dalle Deux sources de la morale et de la religion in poi, hanno provato che tale interpretazione era proprio nella logica e nello spirito della dottrina, e l'adesione finale del suo autore alla verità cattolica, anche se non basta a mascherare gli errori delle sue prime opere, ha dato il più bel coronamento al suo pensiero.

Le apologetiche specializzate. - Infine notiamo che alcuni apologisti, anziché riprendere l'edificio integrale dell'apologetica tradizionale, si sono applicati a eliminare le difficoltà sollevate in nome di speciali discipline, dimostrando come queste, se meglio studiate arrivano anzi a confermare la dottrina cattolica. Lavorarono in questo senso uomini di grande valore. Così, tanto per esemplificare, Giov. Battista de Rossi, Mantechi, Wilpert nel campo dell'archeologia cristiana; lo Schmidt e il Koppers nel campo dell'etnologia religiosa; il Lagrange sul terreno della critica biblica; e tutta una schiera di studiosi sul terreno della storia comparata delle religioni. D'altronde a questi contributi di specialisti l'apologetica chiede di restare perfettamente oggettivi e scrupolosamente fedeli alle esigenze dei metodi propri di ciascuna scienza, che solo cosi riusciranno efficaci nella difesa della fede cristiana.

R. A.

BIBLIOGRAFIA. - G. Monti, L'apologetica scientifica della religione cattolica, S. E. I., Torino 1922, pp. 279-345. Autori Vari, Apologetica in E. I. T., Ili, 692-697. L. Maisone-neuve, Apdogltique in D. T. C, I, 1533-1580. X. M. Le Bachelet, Apologitique, in D. A, F. C, I, 191-225. G. Cristaldii, Apologetica cristiana, Morcelliana, Brescia.

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