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INFALLIBILITA'

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2009 20:38
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02/09/2009 08:47

Pubblichiamo il testo della conversazione che Gianpaolo Barra, direttore de "il Timone", ha tenuto a radio Maria il 3 dicembre 1998, durante la "Serata Sacerdotale", condotta da don Tino Rolfi. Conserviamo lo stile colloquiale e la suddivisione in paragrafi utilizzata per i suoi appunti dall'autore.

1. Questa sera affrontiamo un tema che da sempre è oggetto di discussione, di polemiche e di accuse alla Chiesa cattolica: il tema della infallibilità del Papa.
2. È necessario fare alcune precisazioni preliminari per comprendere questa straordinaria verità della Fede cattolica, insegnata dal Vangelo e dal Nuovo Testamento.
3. La prima riguarda il significato del termine "Infallibilità", che non significa impeccabilità. La Chiesa Cattolica insegna che il Papa non può commettere errori in materia di fede e di morale quando si verificano certe condizioni di cui ora parleremo.
4. Ma non dice che i Papi siano sempre esenti da imperfezioni o debolezze nel loro comportamento morale.
5. Nella storia del Papato - ricordiamo che da san Pietro a Giovanni Paolo II si contano 264 Vescovi di Roma - vi sono stati romani pontefici realmente santi, che hanno dato lustro alla Chiesa: e questi sono la gran parte; ma vi sono stati Papi il cui personale comportamento morale Jasciava molto a desiderare. E questo la Chiesa lo ha riconosciuto.
6. Ne consegue che chi accusa i Cattolici di insegnare, con la dottrina della infallibilità, che i Papi non possono peccare, o ignora la vera Fede cattolica o è in mala fede.
7. Veniamo a una seconda precisazione: il Papa è infallibile quando sancisce, cioè conferma e/o propone all'attenzione e alla fede del popolo cristiano verità di fede e di morale. Questo non vuoi dire che il Papa possa inventare verità di fede e di morale o imporre una sua idea personale. Il Papa può confermare, con l'autorità che gli è stata conferita da Cristo, una verità di fede o di morale contenuta nella Bibbia che merita particolare attenzione, che è da credersi nel modo in cui la Chiesa la interpreta e la impone alla adesione dei fedeli.
8. Come si vede, vi sono delle condizioni precise che devono verificarsi perché si possa parlare di infallibilità del Santo Padre. Queste condizioni sono quattro:
9. La prima: il Papa deve sancire, cioè confermare non come maestro privato, come fosse un teologo, un biblista, un giurista e nemmeno come semplice vescovo di Roma, ma deve esercitare il suo ruolo di supremo pastore universale della Chiesa, il ruolo di maestro di tutta la Chiesa.
10. La seconda: il Papa deve insegnare a tutta la Chiesa e non a una singola parte di essa, come accade quando egli emana disposizioni, generalmente a carattere temporaneo, per una diocesi, per i cristiani di una nazione o per i fedeli di un continente.
11. La terza: il Papa deve esplicitamente far comprendere che sta facendo uso del carisma dell'infallibilità, ossia deve far comprendere che sta confermando con atto definitivo una dottrina di fede e di morale.
12. La quarta: la materia su cui si esercita il carisma dell'infallibilità è la fede e la morale. Il Papa non è infallibile quando esprime considerazioni di carattere scientifico, storico o di altro genere.
13. Definite le condizioni necessarie per l'esercizio del dono dell'infallibilità pontificia, ci possiamo chiedere: quali sono le prove bibliche dell'infallibilità del Papa?
14. Procederemo passo dopo passo, tuttavia in modo superficiale, visto che il tema è molto vasto e il tempo è sempre tiranno.
15. Sappiamo che Cristo ha fondato la sua Chiesa sull'apostolo Simon Pietro: "Tu sei Pietro e su di te edificherò la mia Chiesa", si legge nel cap. XVI del Vangelo di san Matteo.
16. Veniamo ad una prima considerazione. Se Pietro fosse caduto in errore in materia di fede o di morale, Cristo avrebbe edificato la sua Chiesa - che deve illuminare e ammaestrare gli uomini nella fede e nella morale che ne deriva - sull'errore. E questo è inammissibile.
17. Ma anche i successori di Pietro, i vescovi di Roma, sono il fondamento della Chiesa - come abbiamo visto nelle scorse conversazioni - e dunque anche per loro valgono le stesse considerazioni che abbiamo fatto per Simon Pietro. Anche i successori di Pietro non possono errare in materia di fede e di morale.
18. Andiamo avanti e approfondiamo meglio questa verità di fede.
19. A Simon Pietro, Gesù ha dato il potere di legare e di sciogliere e ha promesso che tutto ciò che Pietro avrebbe "legato e sciolto" in terra sarebbe stato "legato e sciolto" anche in Cielo, cioè "legato e sciolto" da Dio. Abbiamo visto, nelle passate conversazioni, come questo potere doveva necessariamente essere esercitato anche dai successori di Pietro, i Papi.
20. Ora, Dio non può sbagliare, non può errare proprio perché è Dio.
21. Ne consegue che anche Pietro, anche i successori di Pietro, i Papi, nel loro compito di "legare e di sciogliere" devono essere infallibili. Infatti, se i Papi potessero sbagliarsi nell'esercizio di questo potere, il loro errore dovrebbe essere ratificato anche da Dio.
22. E qui ci troveremmo di fronte ad una situazione impensabile: Dio, per mantenere fede alla sua parola, si troverebbe nella necessità di ratificare un errore, di approvarlo.
23. Ne dobbiamo dedurre, se non vogliamo giungere a questa aberrazione, che Gesù Cristo ha promesso una particolare assistenza ai Papi che "legano e sciolgono" su questa terra.
24. È facile comprendere che la promessa evangelica di ratificare in Cielo ciò che i papi legano e sciolgono sulla terra, implica necessariamente che essi siano infallibili nell'esercizio di questo potere.
25. Ricordo che "legare" e "sciogliere" hanno un significato preciso nel linguaggio biblico.
26. In materia dottrinale, legare e sciogliere significano proibire e permettere. Il Papa ha il potere di proibire o permettere, cioè di sancire lecita o illecita una dottrina di fede.
27. In campo giuridico e disciplinare, legare e sciogliere significano condannare o assolvere. Il Papa ha il potere, datogli da Gesù Cristo, di sancire, di confermare come lecito o illecito un comportamento, di dichiararlo morale o immorale.
28. E queste decisioni -lo ricordiamo - vengono ratificate in Cielo, cioè da Dio stesso: "Tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli", dice il Vangelo di san Matteo al capitolo XVI.
29. Andiamo avanti con un'altra considerazione. Ricorderete che Gesù ha affidato a Pietro il compito di pascere il gregge. Per tre volte consecutive, Gesù gli ha detto di esercitare la funzione di pastore del gregge, cioè della Chiesa.
30. Gesù ha affidato questo compito perché Lui, pastore vero e infallibile, stava per salire al Cielo e voleva affidare la sua Chiesa a Pietro e ai suoi successori.
31. Ora, visto che secondo la volontà di Gesù - che è Dio - la Chiesa è strumento di salvezza, visto che si va in Cielo attraverso la Chiesa e nella Chiesa guidata dal pasto re Pietro e dai suoi successori, è del tutto impensabile, del tutto impossibile che questi pastori possano errare in quelle materie - fede e morale - che conducono al Cielo. Quindi, in questi campi, i Papi devono godere del dono dell'infallibilità.
32. Andiamo avanti. Il Vangelo di Luca narra, al capitolo 22, che Gesù ha pregato perché la fede di Pietro non venga mai meno.
33. Prestiamo attenzione a come san Luca racconta questo episodio. È Gesù che parla: "Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli".
34. Gesù pronuncia queste parole nel Cenacolo, la sera del giovedì santo. Mancano poche ore al momento dell'arresto nell'Orto degli Ulivi.
Gesù, che conosce quello che sta per succederGli, mette in guardia i suoi discepoli, li avverte che satana li ha messi alla prova ("satana vi ha cercato per vagliarvi"), e quel "vi" si riferisce proprio ai Dodici.
35. Poi - attenti bene - Gesù aggiunge, rivolgendosi "soltanto" a Simon Pietro: "Ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede".
36. Dunque, Gesù prega e nessuno può dubitare che la sua preghiera venga esaudita.
37. Gesù prega per un motivo preciso: che la fede di Pietro non venga mai meno. Riflettiamo un momento. Siccome la preghiera di Gesù è certamente esaudita dal Padre, ne consegue che Pietro, in materia di fede, non sarebbe sicuramente mai venuto meno, quindi sarebbe stato assolutamente infallibile. A meno che non vogliamo arrivare a dire che Gesù ha pregato per niente, oppure che non è stato esaudito dal Padre. Ma questo nessun cristiano, cattolico o protestante che sia, lo può ammettere.
38. Allora, dal Vangelo di san Luca si capisce molto bene che in materia di fede Pietro non doveva mai venire meno. Pietro doveva essere infallibile nella fede. Ma nel medesimo brano troviamo di più.
39. Stiamo attenti: Gesù aggiunge: " E tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli".
40. Quell'incarico di "confermare" merita la nostra attenzione. Spiega una nota della Bibbia di Gerusalemme che l'ordine di "confermare" i fratelli dato a Pietro implica il compito di dirigere i fratelli nella fede.
41. Ora, è impensabile che Gesù avesse dato questa altissima missione a Pietro, la missione di confermare i fratelli nella fede, il compito di dirigere i fratelli, vale a dire la Chiesa intera, se Pietro avesse potuto sbagliarsi proprio in materia di fede.
42. Se Pietro avesse facoltà di errare in materia di fede, non si spiegherebbe questo potere di confermare; anzi, sarebbe impossibile eseguire l'ordine dato da Gesù. Ci troveremo di fronte ad una situazione inaccettabile: Gesù avrebbe dato un ordine assurdo.
43. Non solo. Questo compito di confermare i fratelli deve essere riferito anche ai successori di Pietro, ai vescovi di Roma, al Papa.
Anche il Papa, come Simon Pietro, ha il compito di confermare i fratelli nella fede e anche il Papa, al pari di Simon Pietro, non può errare nel compito di confermare i fratelli.
44. Altrimenti, invece di confermarli nella verità, li confermerebbe nell'errore e Cristo avrebbe dato un incarico importantissimo senza munire di sicurezza infallibile chi lo riceveva.
45. Facciamo un altro passo avanti. Anche al Collegio apostolico, unito e sottomesso al Papa, Cristo ha promesso il dono dell'infallibilità.
46. Riportiamoci all'Ultima Cena come ci è raccontata dall'Evangelista san Giovanni, nel capitolo XIV del suo Vangelo.
47. Gesù si rivolge ai Dodici con parole molto chiare: "lo pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità". E qualche versetto più avanti, sempre nello stesso capitolo, Gesù dice: "II Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, Egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto".
48. Dunque, se le parole hanno un senso, e se Gesù, in quanto Dio non poteva sbagliarsi, qui vediamo chiaramente che Gesù promette agli apostoli, quindi alla sua Chiesa l'assistenza perpetua, continua e infallibile dello Spirito Santo, che è Dio, che è "Spirito di verità".
49. Ora, nell'esercizio della sua missione, il Collegio apostolico, in comunione con il Papa, è assistito dallo Spirito di Verità. E dunque, grazie a questa assistenza, non può sbagliarsi in materia di fede e di morale. Altrimenti, l'assistenza dello Spirito Santo sarebbe inutile e lo Spirito Santo non sarebbe Spirito di Verità.
50. Qualcuno chiederà: ma qual è la missione della Chiesa? In quale compito il Collegio apostolico, unito al Papa, sotto il governo giurisdizionale e disciplinare del Santo Padre, è infallibile?
51. La risposta si trova nel Vangelo. La missione della Chiesa è sintetizzata da san Matteo, nell'ultimo capitolo del suo Vangelo. E anche in questo brano - come potrete constatare - troviamo un elemento importante a favore dell'infallibilità del Papa e della Chiesa.
52. San Matteo riporta le ultime parole pronunciate da Gesù prima di salire al Cielo, prima di lasciare la sua Chiesa impegnata nella missione di salvare gli uomini.
53. Ascoltiamole: "Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù, avvicinatosi, disse loro: "Mi è stato dato ogni potere in Cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo".
54. Dunque, Gesù incarica la sua Chiesa di insegnare a tutto il mondo la verità:. naturalmente la veritàsu Dio, le verità della fede che portano alla salvezza dell'uomo.
Nell'insegnamento di questa verità, Gesù promette la sua assistenza speciale e perpetua: "lo sarò con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo".
55. Con l'assistenza promessa da Gesù, come ricorda san Matteo, è impossibile che il Papa, e il Collegio apostolico a lui unito e sottomesso, possano sbagliarsi. Se così non fosse, l'assistenza di Gesù - che è Dio - sarebbe inutile.
56. Con l'assistenza di Gesù, l'insegnamento impartito dalla Chiesa sarà sempre necessariamente conforme alla verità. Vi è l'assicurazione divina, promessa da Gesù, contro la possibilità stessa di errore in materia di fede, quindi vi è la promessa della infallibilità.
57. Badate che si tratta di una assistenza divina al compito di ammaestrare tutte le genti, al compito di battezzarle, quindi di condurle nella Chiesa, al compito di insegnare. Ed è una assistenza divina promessa per sempre, fino alla fine del mondo.
58. Quindi, il dono dell'infallibilità non riguardava solo gli Apostoli che ascoltano a viva voce le parole di Gesù, ma riguarda i successori di Pietro e i successori degli Apostoli uniti e sottomessi al Santo Padre.
59. Vi è un altro passo del Vangelo da considerare importante per il tema che stiamo trattando. Lo ricaviamo da san Marco, al capitolo 16. Sono poche parole, ma chiare e severe.
60. Gesù ha appena affidato alla sua Chiesa il compito di predicare il Vangelo ad ogni creatura, come ci ha ricordato san Matteo, Poi aggiunge questa frase lapidaria: "Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato".
61. È chiaro che qui si sta parlando della salvezza del Paradiso e della condanna dell'Inferno.
62. Gesù lega il destino eterno di ogni uomo alla fede che insegnerà la Chiesa. Chi crederà alla fede insegnata dalla Chiesa andrà in Paradiso. Chi non crederà alla fede insegnata dalla Chiesa andrà all'Inferno.
63. Ora, è impossibile, visto le conseguenze che derivano dall'accettare o dal rifiutare l'insegnamento della Chiesa in materia di fede, che la Chiesa si possa sbagliare.
64. Chi rifiuterà coscientemente la fede proposta dalla Chiesa rifiuterà la vera fede, annunciata infallibilmente dal Papa, che è capo visibile della Chiesa, sarà condannato alla dannazione eterna.
65. Chi accoglierà la fede proposta dalla Chiesa, accoglierà la vera fede, annunciata infallibilmente dal Papa, capo visibile della Chiesa e sarà destinato al Paradiso.
66. È giunto il momento di concludere. Debbo denunciare la superficialità con la quale abbiamo dovuto affrontare questo tema, ma è stata obbligata.
67. Era mia intenzione offrire solo alcuni spunti riguardanti il tema dell'infallibilità del Papa. Spero di esserci riuscito e comunque ritenetemi a disposizione - scrivendomi - per ogni tipo di chiarimento e di approfondimento.
68. Grazie.



Vi segnaliamo…

 

Su invito di Padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, Ganpaolo Barra conduca un “Corso di apologetica popolare” dai microfoni della benemerita emittente. L’appuntamento è fissato dal secondo sabato di ogni mese, a partire dalle ore 21 e fino alle 22,30. I prossimi appuntamenti: 11 ottobre, 8 novembre, 13 dicembre.

 


Bibliografia

 

Nicola Tornese, Pietro e la pietra, Piccola collana “I testimoni di Geova”
Catechismo della Chiesa Cattolica
Luigi Andrianopoli, Il Catechismo romano commentato, Ares, Milano 1990.




IL TIMONE – Settembre/Ottobre  2003 (pag. 64-65-66)
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