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Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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Omelia su san Tommaso d'Aquino

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2009 09:41
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Sesso: Femminile
03/09/2009 09:38

Ora l’ultima volta ci siamo fermati a questo processo astrattivo, cioè abbiamo visto come l’intelletto, a differenza del senso che conosce i particolari, conosce la realtà diversa dal soggetto, ogni conoscere consiste nell’aver presente il diverso in quanto è diverso, aver in sé qualche cosa che non è sé stesso, qualche cosa di altro. Anche gli animali hanno in sé la conoscenza, la capacità di ricevere in sé la rappresentazione di altro da sé, però ricevono questa rappresentazione solo nel concreto, non hanno una capacità di astrarre la forma in sé stessa. Io dico sempre forma e materia. Invece nell’uomo c’è la capacità intellettiva. Sottolineo con veemenza questo fatto, perché mi sta a cuore, sentendo questi discorsi materialistici, il volgare materialismo che dilaga un po’ da per tutto al giorno di oggi, che si camuffa in apparenze diverse dal materialismo. L’angelo delle tenebre si traveste da angelo della luce, altrimenti non farebbe nessun colpo, non trascinerebbe all’inferno nessuna anima, se non rendesse l’inferno un po’ appetibile, così il materialismo si camuffa con il pragmatismo. L’agire è bello, il contemplare è un pregiudizio borghese, l’agire è bello, il fare è il sommo dell’uomo. Per di più c’è questa tendenza a dire: "Il concreto è bello", il discorso astratto è un discorso in qualche modo emarginato in partenza, Socrate non ha fortuna ai nostri tempi, come non l’aveva in Atene. Il fatto è che il materialista quasi istintivamente compie un processo estremamente metafisico (quello che il metafisico sa), dicendo che la materialità è sorgente di concretezza, l’uomo non metafisico lo intuisce, cioè lui sa che la materialità è concretezza, quindi ama la concretezza, perché ama la materialità.

Si dice al giorno di oggi: "Che prediche astratte dobbiamo sentire! No, concretezza, ci vuole, bisogna parlare del terzo mondo!". Non voglio esagerare ma il fatto è questo: bisogna pensare che astrazione è intelligenza, perché? Perché la nostra mente conosce immaterializzando il suo io. L’oggetto, in quanto è materiale e concreto, non è intelligibile, manca di intelligibilità. Dice già Aristotele, molto saggiamente, "de singularibus non est scientia", e non lo sarà mai. Noi potremmo inventare microscopi elettronici potentissimi, ma il concreto, in quanto è concreto, non lo conosceremo mai. Conosceremo i quark, ma non li conosceremo nella particolarità in quanto è particolarità, sempre avremo un concetto di quello che è un quark o mesone o qualche particella subatomica.

In sostanza la nostra mente astrattiva adatta l’oggetto al ricettacolo che è essa stessa, che è immateriale. Ora la nostra mente si sforza e riesce a conoscere, a separare conoscitativamente, non entitativamente, qui c’è l’errore di Platone, dice Aristotele, l’unico errore di Platone sta in questo: che lui ha scambiato il pensiero con l’essere, ma non alla maniera degli idealisti moderni, i quali pensano che l’essere dipenda dal pensiero. Platone faceva dipendere piuttosto il pensiero dall’essere, ma sempre identificandolo. Secondo Platone il vero essere è l’essere pensato, ma è l’essere, l’essere reale, che è l’intelligibile e l’intelligente. San Tommaso commenta l’errore di Platone, seguendo Aristotele, in questi termini, esso consiste nell’aver pensato che le cose esistono come noi le pensiamo. Siccome noi pensiamo le cose come stato di astrazione, cioè di separazione, Platone pensava che le cose esistessero in stato di astrazione. Platone ha perfettamente ragione in quanto al pensiero, non in quanto all’essere. L’uomo ideale di Platone esiste, ma esiste nella nostra mente, non esiste nella realtà. Però ogni volta che noi pensiamo formiamo un concetto, basandoci su un dato sensibile, ma innalzandoci al di sopra di esso.

Ora questo processo di astrazione è compiuto da una duplice facoltà intellettiva. C’è una certa dualità, nella volontà e nella intelligenza, perché la volontà è una facoltà che tende al fine e tendendo al fine, assieme al fine, per giungere al fine considera anche i mezzi. San Tommaso infatti giustamente paragona la volontà al movimento. Non che la volontà sia movimento, perché qui si tratta di analogie, ma nella volontà c’è qualche cosa di analogico al movimento. Se un treno si muove, per esempio da Bologna a Roma e fa via Firenze, attraverso Firenze arriva fino a Roma, non c’è un movimento fino a Firenze ed uno fino a Roma, c’è una fermata di mezzo. La volontà si muove verso il fine ultimo, ma nella intentio, nello stesso movimento volitivo coinvolge anche i mezzi.

Invece l’intelletto, a differenza della volontà, che è una facoltà motiva, l’intelletto è una facoltà rappresentativa, la conoscenza è sempre rappresentativa. Però questo essere presente, siccome avviene tramite l’astrazione, bisogna pensare che sia l’attuazione della mente umana per mezzo dell’intelligibile in atto. Vi ricordo ancora questo perno, attorno al quale gira tutta l’epistemologia realistica di San Tommaso, cioè l’identità reale tra l’intelligibile e l’intelletto nell’atto dell’intelligenza. San Tommaso ha questa bellissima frase che dice: "l’intelligibile e l’intelletto in atto sono la stessa cosa, si identificano". In qualche modo ciò che è l’atto della cosa conosciuta, diventa anche l’atto della mente pensante. Per esempio, se io al tavolino (faccio questo esempio che è vicino), se io penso al tavolino, che cosa faccio? Astraggo la sua forma e la imprimo nella mia mente. Ora la mia mente, quando conosce, quando è in atto di conoscere, sottostà alla stessa forma alla quale sottostà il tavolino fisicamente. La mia mente, nel conoscere l’oggetto, sottostà conoscitivamente, astrattivamente alla stessa forma alla quale sottostà la realtà fisica conosciuta. Importantissimo questo: identità della forma. La forma poi che assume due aspetti diversi, notate come si pone nella dottrina tomistica nella distinzione tra essenza ed essere. C’è l’essenza della forma, che è sempre la stessa, che però assume due modi di essere, uno ce l’ha già, fisico, l’altro lo riceve dall’astrazione della mente. Notate che la mente è attuata dall’aver presente non tutta la forma, che è materiale, ma la forma separata per astrazione dalla cosa.

A questo punto giustamente San Tommaso è d’accordo con Aristotele, anche se ci sono coloro che si dichiarano tomisti e che si ribellano contro questo sdoppiamento, che mi pare che sia inevitabile. Certo non bisogna moltiplicare gli enti senza necessità, ma qui mi sembra che la necessità ci sia, c’è uno sdoppiamento tra intelletto agente e intelletto possibile. L’intelletto possibile riceve l’attuazione dalla forma astratta, dal concetto, però il concetto per poter attuare l’intelletto possibile, deve in qualche modo essere derivato dalla cosa nell’intelletto possibile. Ora chi compie questa attività di derivazione, di astrazione della forma, per imprimerla nell’intelletto possibile? Certo non l’intelletto possibile, perché nulla, che è in potenza, può indurre sé stesso dalla potenza all’atto, quindi bisogna pur pensare all’intelletto agente. Intelletto agente, pur non essendo l’essere, altrimenti sarebbe Dio in persona, il puro atto di pensare, il contenuto pensato, questo intelletto agente, è una specie di luce che illumina l’oggetto. Però una luce attiva, se volete, come la luce che cade sull’oggetto divino, è una luce che illumina ed estrae la forma, attivamente, l’intelletto agente estrae questa forma che è nella materia, per imprimerla poi in questo substrato della separazione intenzionale- astrattiva, per imprimerla nell’intelletto.

In questo processo di astrazione (voi lo sapete dalla psicologia, vi dico cose già conosciute, ma poiché rientrano nel tomismo, bisogna pur dirle) in questa astrazione l’intelletto agente, che è la causa principale, il fantasma sensibile, l’immagine sensibile elaborata dall’immaginazione, è come strumento della stessa astrazione. Notate che in ogni pensiero umano c’è sempre la conversione, il fantasma, San Tommaso è sempre molto realista, la nostra mente è sempre molto legata ai sensi. Non solo la prima volta, quando noi formiamo il concetto, cioè ci facciamo alla materia sensibile, ma abbiamo anche una memoria sensitiva in cui rimane impresso il fantasma che abbiamo elaborato prima, quando facemmo la prima astrazione. Quindi ogni volta che noi pensiamo ad un concetto, in quel concetto è contenuto il primo fantasma, da cui lo abbiamo astratto, anche se l’oggetto sensibile non c’è più. Talvolta vi sono dei sorprendenti aspetti psicologici, ci si ricorda anche della propria infanzia, poiché succede che l’astrazione avviene quando vi è l’uso della ragione, quel momento felice in cui si risveglia la razionalità, a questo punto avvengono le prime astrazioni. Pensando, ad esempio, ad un tavolino, si pensa a un tavolino che uno ha visto a cinque anni, è persino un po’ buffo. Non è che sempre uno si renda conto dell’astrazione, però sempre c’è questa connotazione del sensibile in ogni concetto. C’è questa dualità: il fantasma sensibile, che è il punto di partenza e poi il concetto che viene astratto. ……..



continua....


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