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Omelia su san Gregorio Magno, Pontefice

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2009 10:33
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Sesso: Femminile
03/09/2009 10:33

La laicità diventa invece bieco laicismo quando comincia a dire: "allora bisogna staccarsi da qualsivoglia riferimento alla legge di Cristo. Vedete, cari fratelli. Per esempio (voi sapete l’ultima diatriba squallida che ha sconvolto tutto il mondo cattolico) vedete, cari fratelli, quando si tratta di problemi come il divorzio, anche se quella battaglia doveva essere persa, andava comunque combattuta e ciò a livello politico, cari fratelli. Non scelte di sacrestia, scelte, opzioni religiose, io vado a pregare in sacrestia, intanto gli altri si arrangino. No, io vado a combattere come cavaliere di Cristo, nella società nella quale il Signore mi ha mandato a vivere e a lottare, per affermare il regno del Figlio suo unigenito! Perché tale regno, cari fratelli, non è opzione nostra o bontà nostra se lo diamo a Cristo, il Cristo ha ricevuto il regno dal Padre suo e se lo è conquistato con la sua morte in croce e la sua resurrezione per noi. Vedete, cari fratelli, quali sono allora gli equivoci riguardanti la laicità e il laicismo. Quella che si dice "scelta religiosa", non è una scelta cattolica.

E’ inutile che si agitino poi questi signori, certe frange del cattolicesimo liberale, che stranamente sono proprio quelle frange che se la prendono con la Santissima inquisizione. Ma quando quei signori sono indicati come i guastatori dell’Italia cattolica per nome e cognome, allora ricorrono al tribunale umano, anche se ecclesiastico. Non si fidano più del potere del Vangelo che farà risaltare a meridiana luce la verità.

Ma, cari fratelli, anche se il giudizio umano giudica in un modo o in un altro, non ha importanza, c’è Colui che alla fine dei tempi si siederà sul suo trono come eterno giudice e allora saranno svelate le coscienze, allora saranno citati nomi e cognomi e nessuno sfuggirà a questo momento. Non ci sarà più appello, né al tribunale inquisitoriale, né al tribunale ecclesiastico, né a qualsiasi altra istanza umana. Allora ci sarà il Cristo che verrà a giudicare e le coscienze saranno svelate e nessuno si sottrarrà.

Ecco, cari fratelli, non giudichiamo nessuno. Però giudichiamo la situazione delle cose, vediamo l’opera di guasto, vediamo l’opera della scristianizzazione, della profanazione della vita sociale. Perché la vita sociale diventa invivibile? Ebbene perché non ha più l’impronta cristiana e mancandole l’anima cristiana, mancandole la vita di grazia le manca anche l’umanità, perché senza Dio l’uomo non può essere uomo! Senza Dio l’uomo non può essere uomo. E’ proprio un assioma sapete, è un assioma dell’antropologia teologica, di ogni antropologia che voglia essere veramente umana e non bestiale. Ecco, cari fratelli.

Allora riprendiamo la mentalità proprio di S. Gregorio Papa. L’autorità, pieno rispetto per tutti. Vedete S. Gregorio aveva rispetto per tutto, anche per le istituzioni pagane. Però nel contempo sapeva: il vero re è Cristo, a Lui solo onore, a Lui solo il potere.

Così dobbiamo di nuovo (non sono solo insegnamenti, diciamo così, preconciliari, come si suol dire), no, il concilio stesso dice che bisogna iscrivere la legge di Cristo nelle istituzioni umane. D’altra parte non potrebbe dire diversamente, se dicesse diversamente sarebbe un oltraggio immenso al nostro Signore.

Ecco allora come è importante saper distinguere i valori naturali dai valori soprannaturali, ma nel contempo sapere che non si possono sciogliere, nella prospettiva di una umanità piagata dal peccato delle origini, non si possono mantenere nella loro integrità i valori sociali e morali naturali senza la benedizione e l’aiuto della grazia di Cristo.

Volevo dirvi ancora..(ahimè, no, non ce la facciamo, perché abbiamo oltrepassato i limiti di tempo), solamente alla vostra pia meditazione propongo alcuni punti di riflessione riguardanti S. Gregorio Magno Papa. Uno potrebbe essere questo, dopo aver visto proprio questo suo sereno esercizio dell’autorità, autorità non gestita in prima persona, ma autorità della quale il Papa è consapevole che dovrà rendere conto a Dio. Vedete, finché i sovrani regnavano non per propria persona, ma per grazia di Dio, sapevano che se erano ingiusti dovevano poi pagare la loro ingiustizia anche con la salvezza eterna della loro anima. Invece adesso siamo in mano a degli atei, che non credono più in nulla se non a se stessi. Ecco allora perché la società è governata in maniera così disordinata e così arbitraria.

Un secondo tema di meditazione potrebbe essere quello di S. Gregorio Magno monaco. Nella sua casa paterna (era un uomo che veniva da una famiglia piuttosto agiata) ebbene mise queste ricchezze paterne proprio a servizio di Dio, nella sua casa sul clivus Caudi, a Roma, fondò il convento di S. Andrea e si dice di lui che sempre, in tutte le sue mansioni, quando fu eletto diacono di Roma, quando fu mandato ambasciatore alla corte di Bisanzio, apocrisiario del suo predecessore papa Pelagio II, quando fu eletto persino sul soglio pontificio, ebbene sempre visse da monaco. Tutti lo ammiravano per questa caratteristica, che in ogni circostanza sempre amava anzitutto la contemplazione. Poi, cari fratelli, secondo tema di meditazione, dopo questa caratteristica, diciamo così monastica, del primato della dimensione contemplativa, un secondo punto di meditazione potrebbe essere quello della estensione del contemplativo appunto nel campo apostolico. S. Gregorio è il grande apostolo delle genti. S. Gregorio ispirò una grande missione nell’Inghilterra attuale, tra gli anglosassoni, convertì gli ariani, gli ariani sia della Spagna, sia i longobardi, tramite la regina Teodolinda.
Questo, è l’ultimo tema di meditazione, penultimo, (perché l’ultimo riguarderà la sacra liturgia, che tanto ci sta a cuore), ma il penultimo potrebbe essere questo: si dice oggi "la scelta dei poveri". S. Gregorio fece la scelta dei potenti, proprio per essere utile ai poveri, vedete, ed io penso che San Gregorio abbia avuto proprio ragione, contro tutti i demagoghi contemporanei. Vedete si dice oggi: "Noi lasciamo da parte i potenti, questo non interessa la Chiesa. Mettiamoci a lavorare alla base". Gruppi di base, democrazia, tutto nasce dal basso. Vedete, non è questo il modo di fare. Anche i gesuiti ne sapevano qualcosa, voi sapete che S. Ignazio quando mandava i suoi missionari nel mondo, anzitutto cercava di convertire i capi. Perché? Per adulare i capi? No di certo. Per mettere i capi al servizio dei popoli, vedete, cari fratelli, che così vuole il Signore. Allora sappiate anche in questo esempio di San Gregorio, sappiate quale è la vera regola pastorale e quali sono i demagoghi e quali invece sono i veri pastori che ci insegnano le cose di Dio.

E infine, miei cari fratelli, la riforma liturgica. Cosa stupenda, San Gregorio che cosa fece? Scombussolò forse la tradizione? No. Con tanto amore raccolse tutti i dati della tradizione e si fece un grande assertore di una liturgia semplice e solenne nel contempo. Difensore della venerazione alle immagini e alle sante reliquie. Vedete già allora c’erano tendenze iconoclastiche, ebbene San Gregorio sapeva che bisogna onorare e lodare Dio nella bellezza, perché alla casa del Signore si addice la bellezza. Cari fratelli, mi viene persino un certo sgomento, quando leggo certe cose, per esempio anche in quella rivista "Trenta Giorni", che pure ha un indirizzo non malvagio, ebbene si trattava delle vicende del tradizionalismo ecc. Io leggo un pochino anche tra le righe, mi interessano certe espressioni. Si diceva : "A Roma stanno deliberando sulla Messa di San Pio V, si orientano verso un certo allargamento, ma per ora non pare ci sarà una liberalizzazione" Mi è venuta la pelle d’oca per la verità, capite, cari fratelli, in fondo una Messa che abbiamo detto per dei millenni, adesso deve essere oggetto di una liberalizzazione, come se si trattasse di metadone o di droghe leggere. Non so se rendo l’idea, capite, cari fratelli. Ma queste sono cose abominevoli, sapete. Pensate un pochino che cosa diranno gli storici a distanza di cento anni, come rideranno di questa epoca che ha buttato a mare i tesori più grandi della sua tradizione, ammirati, questi tesori, persino dai nemici della Chiesa.

Oh cari fratelli, cerchiamo, sempre con obbedienza, però con tanto amore e tanta consapevolezza che la bellezza ha i suoi diritti che nessuno potrà toglierle, ebbene coltiviamo la sacra tradizione e il Papa Gregorio ci benedirà assieme a nostro Signore, re dei secoli, Gesù Cristo benedetto e così sia.


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