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Omelia sul Cuore Immacolato di Maria

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2009 11:08
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03/09/2009 10:59


Trascrizione dell’omelia di p. Tomas Tyn
IL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

Secondo il calendario antico oggi, 22 di Agosto, non solo è sabato, vedete la bella e dolce coincidenza, non solo è sabato, miei cari fratelli, ma è anche la festa del Cuore Immacolato di Maria Santissima nostra regina, nostra madre e nostra avvocata presso il Signore.

Come è bello dunque in questa festa del Cuore Immacolato di Maria, di quel Cuore che ci ha dato a Fatima quella bella, quella stupenda promessa del suo trionfo, come è bello cantare le lodi della Santa Vergine in questa grande e bella festività. Ecco, cari fratelli, che cosa significa la festa del S. Cuore di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria, giacché i due cuori sono inseparabilmente legati l’uno all’altro, come la madre assieme al Figlio è vincitrice di Satana, del grande avversario di Dio ed omicida delle anime umane. Vedete, cari fratelli, sempre la madre associata ai trionfi del Figlio suo.

Il Cuore di Maria è pieno di Gesù, il Cuore di Maria che ha meritato di concepire in sé tramite la fede così esemplare il Verbo eterno del Padre prima che lo concepisse nel suo grembo verginale. Ecco, cari fratelli, quale è il significato, voi lo sapete già bene, ma repetita iuvant, come si suole dire, quale è il significato della celebrazione e della commemorazione del SS. Cuore di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria. Vedete il cuore significa la sede, questa è cosa già accertata, significa la sede dei sentimenti umani. Aristotele innanzitutto per un intuito che scientificamente si è dimostrato inattendibile, ma che misticamente ha un grande significato, Aristotele notando che c’era un legame fra quello che lui chiamava pathos, la passione in italiano, quando c’è una passione, una emozione, ebbene allora il cuore si muove più velocemente o meno velocemente e via dicendo, allora da quale acuto osservatore che era collegava le sensazioni dell’anima, le passioni, gli affetti ecc. ai movimenti del cuore. Ecco perché giustamente il cuore diventa, ovviamente per metonimia, il cuore divenne la sede degli affetti e dei sentimenti, ma non solo, scusate questa pretesa un pochino domenicana intellettualistica, senza voler escludere la grandezza dell’amore e del sentimento, tuttavia il cuore è proprio la sede della saggezza, della sapienza e dell’intelletto.

Non a caso noi invochiamo il Sacro Cuore di Gesù dicendo: oh Cuore di Gesù in cui sono nascosti tutti i tesori di scienza e di sapienza. Ricordate questa bella invocazione. Così anche il Cuore di Maria è la sedes sapientiae, la sede della divina sapienza. La differenza però, la grande differenza fra il Cuore di Gesù e quello di Maria è questa, che il Cuore di Gesù secondo il dogma della Santa Chiesa, non sono opinioni teologiche queste, sono verità di fede, imprescindibili, vedete il Signore Salvatore Gesù, in virtù del mistero della sua ipostatica unione, cioè dell’unione della natura umana con la natura divina, ebbene dal primo momento della sua esistenza, del suo concepimento nel grembo verginale di Maria per opera dello Spirito Santo, Gesù godeva della visione beata del Cielo, simulter et comprehensor, dice San Tommaso. Il Signore quando viveva in mezzo a noi su questa valle di lagrime, su questa povera terra, il Salvatore era viatore verso la patria del cielo, perché non era ancora asceso al Padre suo, ma nel contempo il Salvatore era comprehensor, cioè aveva la visione beatifica del Volto del Padre suo e della Trinità SS.

Non mi riferisco alla scienza divina: lì è anche troppo ovvio che come il Padre conosce tutta l’essenza di Dio, così anche il Figlio e lo Spirito Santo, giacché sono consustanziali. Ma anche l’intelligenza umana del Salvatore vedeva con la più grande visione beatifica il volto di Dio, la visione essenziale facciale, quella visione promessa da Gesù Cristo in Croce come nostro premio eterno.

Vedete dunque la differenza: Gesù non aveva fede, capite bene cari fratelli quando dico "non aveva fede " non intendo dire che non era perfetto a tale riguardo, ma non aveva la fede perché aveva eminentemente la fede, aveva più che la fede, ovvero aveva la visione. Ecco perché non si può dire correttamente che Gesù aveva la fede. Ci sono ahimè alcuni pseudoteologi che si permettono di parlare in questi termini: Gesù esempio di fede. No, è una eresia bella e buona, capite. Cerchiamo di parlare bene, stiamo nella "expositio reverenzialis", come dice S. Tommaso. Esponendo molto riverenzialmente, si potrebbe dire sì, Gesù è esempio di fede, ma non perché lui abbia avuto fede, ma perché ha avuto più della fede, ovvero la visione beatifica.

Nella Vergine Maria invece il Cuore immacolato di Maria è veramente per noi esempio di fede, non c’era mai creatura umana che avesse fede più grande di Maria, senza eccezione. Vedete in questo la Madonna ha un primato anche rispetto a nostro Signore perché, proprio per il motivo che vi spiegai, Gesù avendo la visione beatifica, non poteva avere la fede, quindi la più grande fede, la più stupenda fede è quella della beata Vergine Maria. Notate che la santa Scrittura per bocca di Elisabetta ispirata dallo Spirito Santo canta le lodi della Vergine: beata sei tu,Vergine Maria, beata tu che hai creduto nell’adempimento della parola del Signore.

È molto bello, cari fratelli, meditare un poco sulla Vergine Maria, quella sua fede così intelligente, così sapiente, molto bene, però sono cose molto difficili da giudicare, ma è bene meditare sulla essenza, sulla natura della fede. Vedete, i santi padri S. Agostino, S. Ambrogio tutti unanimemente dicono che la beata Vergine compì un duplice concepimento del Verbo: un concepimento per così dire corporeo, fisico nel suo grembo verginale, ma nel contempo nel suo Cuore verginale Maria, con castità spirituale perfetta, con la purezza della fede che faceva riscontro con la sua castità verginale, Maria con un cuore assolutamente puro, con il cuore celebrava le nozze mistiche solo con Dio.

S. Tommaso nel suo trattato sulla castità allarga in qualche modo questo concetto, dice che la materia propria sono quelle passioni che riguardano la procreazione, però si può parlare di castità anche in senso più ampio, perché non c’è solo il matrimonio fra uomo e donna, c’è anche il matrimonio spirituale tra l’anima e Dio. Vedete, così come il patto nuziale deve essere esclusivo ed esige una fedeltà assoluta, completa, totale, usque ad mortem, così anche possiamo dire dell’anima con Dio: questa alleanza sancita dal Sangue di Gesù nostro Redentore, questo patto deve essere casto e puro e non c’era mai un patto nuziale fra l’anima e Dio più casto e puro di quello di Maria.

Ma pensate, cari fratelli, in fede il Verbo dell’Eterno Padre. Noi non possiamo imitare i privilegi di Maria come la sua immacolata Concezione o la sua gloriosa Assunzione, come la sua pienezza di grazie, come la sua divina Maternità, ma in questo, nella fede possiamo, almeno da lontano, imitare quella che era la fede di Maria SS. Vedete la fede di Maria, il concepimento spirituale del Verbo ci rivela in qualche modo che cosa è anche la fede nostra.

Concepimento del Verbo (vedo qui che abbiamo poco tempo, quindi lo lancio lì per la vostra pia meditazione): pensate a questa analogia stupenda che vi è nientemeno fra l’Eterno Padre e Maria, la sua Figlia prediletta. Vedete analogia infinitamente distante in quanto ai termini, però una vera e propria analogia di proporzionalità, direbbe S. Tommaso, ovvero come il Verbo eternamente nasce, è eternamente generato dal Padre nella consustanzialità della natura e del supposto divino, anche se con la distinzione relativa delle persone, come il Verbo eternamente procede dal Padre così anche il Verbo rivestitosi della carne umana è proceduto dalla Vergine Maria. Vedete, cari fratelli, questa stupenda analogia e vedete come la divina maternità veramente fa passare Maria per partecipazione, ovviamente come creatura, ma come la creatura più divinizzata nella sfera del divino. Il ministero del Verbo, più sublime in Maria giacché era la madre del Verbo, la madre del Verbo incarnato.

Ma, notate bene, Maria questo concepimento corporeo del Verbo nel suo grembo verginale, questo concepimento lo ha preceduto da un altro, dal concepimento di fede nel suo Cuore immacolato. Se voi ci pensate, cari fratelli, immenso è il dono della fede giacché, dice S. Tommaso di Aquino, che nella fede noi tramite le proposizioni della medesima, insisto su questo perché al giorno di oggi ci sono molti anche buoni che dicono: S. Tommaso insegna che la fede è semplicemente aderire a Dio, io aderisco a Dio e della dottrina della Chiesa non so che cosa farmene, non è questa certamente la dottrina dell’aquinate, capite bene, quindi si aderisce alla fede tramite le proposizioni della fede.

Tanto per intenderci, cari fratelli le proposizioni sono non solo quelle, ma anche quelle elencate in quel bel libro che è appunto appunto chiamato il Denziger-Schönmetzer, ove sono raccolti tutti i dogmi più significativi della Santa Chiesa, anzi lo raccomando a voi che amate la santa tradizione e ne vale la pena perché la fede è tutta fondata sulla tradizione, se amate il magistero della Chiesa non sarebbe cosa malvagia poiché oltre tutto è scritto in un bel latino molto edificante, ebbene se vi procuraste quel libro, l’Enchiridion Symbolorum definitionum et declarationum de rebus fidei et morum, detto Denziger-Schönmetzer della Santa Chiesa edito appunto da questi padri gesuiti.

Solo tramite le proposizioni di fede ci si avvicina a che cosa ? Ci si avvicina non alla proposizione, notate bene, ma a Dio increato, la Prima Veritas, tramite le proposizioni di fede che sono come la fede, diciamo così, moltiplicata e frantumata si accede a quella pienezza dell’oggetto di fede che è Dio nel suo mistero nascosto dai secoli eterni rivelatosi in questa pienezza dei tempi in Cristo nostro Signore e Salvatore. Ecco che cosa significa fede. Allora voi capite la soprannaturalità della fede: nella fede è concepito il Verbo, perché nella intenzione della mente è accolto il Verbo sapienza increata, insisto, increata del Padre.

È un mistero. Ci penso cari fratelli, ma non vengo a capo di nulla, perché è un mistero inesplorabile È un po’, come dice S. Paolo, che noi abbiamo dei tesori immensi, stupendi in vasi di creta. Così anche la grazia di Dio, così anche la virtù teologale fondamentale che è quella della fede perché in essa noi riceviamo, concepiamo nella nostra povera mente il Verbo dell’Eterno Padre e però lo facciamo con un atto che è creato. Vedete: possedere in una partecipazione creata Iddio increato, il Verbo increato dell’Eterno Padre. La nostra fede in qualche modo ha una grande analogia con il concepimento verginale che si compì in Maria, non solo una volta fisicamente, ma anche prima nel suo Cuore immacolato tramite la fede.

Cari fratelli, cerchiamo di mantenere tutti, a voi è inutile che lo dica perché lo state già facendo, ma è bene fermarci sempre in questo soprattutto in questo tempo di corruzione, manteniamo verginale la nostra fede. S. Agostino insiste molto su questo concetto della purezza della fede, nella fede bisogna essere vergini, cioè bisogna allontanare ogni corruzione ereticale, bisogna essere appassionati della verità, come la Madonna che pendeva dalla bocca del Figlio suo ed ogni parola di Gesù la meditava nel suo Cuore. Vedete, miei cari, noi dobbiamo essere servitori umili e nel contempo coraggiosi, convinti della verità di Dio che non può cambiare.

Mi piace ricordare ancora qui ad un giorno di distanza il grande Papa, il nostro particolare protettore, lo so che gli volete tanto bene, S. Pio X, il Papa difensore della verità cattolica per eccellenza. Notate, cari fratelli, l’errore più pernicioso del modernismo, al di là dell’agnosticismo e dell’immanentismo, è quello dello storicismo, cioè dello sviluppo degli uomini. Vedete, come ci sono quegli stolti, scusate la parola, veramente la mentalità antimetafisica è una mentalità di stoltezza, S. Tommaso quando parla di un materialista dice: sicut stultissime dixit. Non dice così per offenderlo, ma per affermare che la saggezza sottomette le cose infime a quelle supreme, mentre la stoltezza fa il contrario, cercando di ridurre ciò che è superiore a ciò che è inferiore, molto democraticamente, detto fra parentesi.

Così si tende a dire che anche l’uomo, persino l’uomo, quella scintilla del divino come la chiama Platone, il grande Platone, ebbene la scintilla del divino sarebbe solo dovuta ad evoluzione. Basta avere una scimmia, lasciare la scimmia un milione di anni ed essa diventerà l’uomo. Ebbene no, senza l’intervento di Dio creatore onnipotente ciò non si verificherà perché dal meno non nasce mai il più, ex nihilo nihilum fit, già l’antico filosofo questa cosa la capì.

Ma peggio ancora di questo nostro evoluzionismo è quell’evoluzionismo più sottile applicato ad una materia ben più delicata, quella della nostra fede. Vedete, si dice: certe verità non sono più buone per l’uomo di oggi, ma la beata Vergine quando meditava le parole del Salvatore, non gli chiedeva: tu devi applicare queste parole a questo momento concreto, perché poi non mi va più bene. No, pendeva dalle labbra di Gesù e per tutta la sua vita, per tutta la sua beata vita meditava quelle stesse parole immutabili, immutabili cari fratelli.

Allora facciamoci sapienti, siamo grati per la parola del Signore, cerchiamo di non essere noi a cercare di imporre la nostra stolta, scusate se dico così, la nostra idiotica, di nuovo vedete è una etimologia, in greco, è una cosa stupenda il greco, è una lingua davvero bella. Il greco quando dice idiotes allude al particolarismo, gli idioti sono quelli che rimangono nel particolare, la mente si eleva all’astrazione, all’universale, all’eterno. Vedete, cari fratelli, che la battaglia della fede è una battaglia in favore dell’intelligenza e della ragione.

Ultime cose, tracimo i limiti del tempo, ma bisogna pur dirle. La vicinanza dell’immacolato Cuore di Maria al S. Cuore del Salvatore, solo brevemente.

Il Sacro Cuore di Gesù possiamo davvero dire che è un Cuore divino, vedete cari fratelli, questo per la famosa comunicatio idioma, come si dice in gergo teologico. Ovvero il Cuore del Salvatore è certamente un cuore umano, però appartiene a un Dio, ad una persona che umana non è, è una persona divina. Vedete, il Cuore di Gesù è ipostaticamente unito alla divinità. Il Cuore di Maria non è ipostaticamente unito alla divinità, perciò il Cuore di Maria è un cuore di una creatura puramente umana. Ma sotto a quel cuore, pensate cari fratelli, pensate questa stupenda poesia che Iddio ha voluto in qualche modo insegnarci, sotto quel Cuore di Maria, quel Cuore di Vergine e Madre, batteva il Cuore divino del Salvatore. Vedete la vicinanza dei due cuori. Il Cuore di Maria è pieno di Gesù, perciò non si può accedere a Gesù se non tramite Maria, poiché nel Cuore di Maria abita Gesù, nella fede di Maria abita Gesù, nell’amore materno di Maria abita Gesù.

Altra cosa importante, vedete cari fratelli: Gesù non può esserci dato se non per Maria. Chi non riceve Gesù per le mani di quella umile ancella che ha meritato di essere Madre del Signore e perciò Sovrana degli Angeli e dei Santi, chi non riceve umilmente Gesù dalle mani di Maria, non può riceverlo per nulla. Perché questo? Perché Iddio stesso, non l’uomo, Iddio ha voluto che tutto il bene che abbiamo ci venisse da Maria e Gesù stesso ci venisse da Maria.

Ma voi mi direte, obbiezione, la generazione, avere una madre, certo cosa molto bella, però poi i figli camminano per conto proprio, la mamma li dà alla luce e poi loro vivono. Ebbene, biologicamente parlando è vero, ma spiritualmente parlando non è più vero. Vedete cari fratelli la bellezza dell’anima umana, il fatto che l’uomo in qualche modo è proteso verso l’eternità, si eleva al di sopra dell’idiozia del particolare e del temporale, come abbiamo detto. L’uomo è destinato a raggiungere tramite il tempo l’eternità. Quindi cala l’eterno già nel tempo, vedete cari fratelli, ecco vedete come solo nell’uomo, mentre in tutti gli altri animali i genitori insegnano quelle poche cose che si devono sapere per sopravvivere e per procacciarsi da mangiare, poi la prole si allontana, per l’uomo i genitori spiritualmente rimangono sempre un punto importante di riferimento.

Vedete perché il matrimonio deve essere indissolubile, non è solo un capriccio dei preti, è qualcosa che è radicato profondamente nella legge naturale di Dio, nella natura spirituale dell’uomo. Ecco perché cari fratelli, nella maternità, soprattutto quella non solo fisica, non solo spirituale, ma addirittura divina e soprannaturale come la maternità divina di Maria, il legame fra figlio e madre è qualcosa che dura tutta la vita. Gesù anche quando ha abbandonato la casa della madre sua santissima, quando è andato a predicare, era sempre il Figlio di Maria, vedete, miei cari, non si può avere Gesù senza passare da Maria.

Ultimissima cosa e con questa veramente concludo, come Maria precede Gesù, vedete non lo precede come lo precede S. Giovanni Battista che lo precede e lo indica, Maria lo precede e porta, la creatura che porta il creatore. Stupendo modo di precedere, come l’Arca mistica dell’alleanza, Colui che poi non potrà più celarsi, come il Santo dei Santi in quell’arca tutta pura, e tutta Santa. Vedete cari fratelli come Maria sempre è quella aurora, mi piace tanto quell’espressione un pochino poetica spesso ripetuta, ma quando le cose sono belle non ci si stanca mai a ripeterle, vedete Maria come quell’Arca, quell’aurora mistica che sorge sull’orizzonte dell’umanità preparando la strada a Colui che è il sole di giustizia Cristo Signore nostro.

Così, cari fratelli, ogni venuta di Cristo è preceduta da Maria, la prima venuta secondo la carne, la seconda venuta intermedia, diciamo così, cioè la venuta mistica di Cristo. Cioè Gesù si impossessa delle anime nostre, ma come? Tramite Maria, tramite il martirio spirituale. Giustamente dicono i padri: "Colei che con gioia ha partorito Gesù, Colei ha partorito noi a Gesù con lo strazio del suo martirio dinanzi alla Croce del Figlio suo". Vedete come anche nella venuta mistica e spirituale Gesù ci è dato per Maria e forse io credo che anche l’ultima venuta del Salvatore, la venuta nella gloria dovrà essere preceduta da Maria come ci è stato annunciato a Fatima.

Ecco che il pontefice innanzi a questo terzo millennio della cristianità, il Pontefice scrisse questa stupenda enciclica "Redemptoris Mater", la Madre del Redentore, Maria precede Gesù in tutte le sue venute. Cari fratelli, abbiamo la devozione corrispondente al messaggio di Fatima: gli errori della Russia, gli errori dell’ateismo si spargono a piene mani nel modo intero, persino nella Chiesa, come ebbe a dire Paolo VI: è entrato il fumo del demonio, lo spirito di autodemolizione. Che cosa dobbiamo fare ? Consacrarci al Cuore di Maria, dimorare nel Cuore di Maria che è la sede di Gesù, che è l’arca dell’alleanza in cui si cela il mistero di Dio. Cari fratelli, tramite la nostra consacrazione al suo Cuore immacolato, Maria sia la nostra speranza, Maria sia la nostra forza affinché Maria sia in Cielo l’eterna consolazione e l’eterna beatitudine e così sia.


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Trascrizione dell’omelia di p. Tomas Tyn
sul Cuore Immacolato di Maria (la terza)


Fratelli carissimi e benamati nel cuore di Gesù e di Maria, quest’oggi ci rallegriamo nella festa del Cuore Immacolato della gloriosa madre del Signore. Ieri la Chiesa universale ha celebrato la festa del Sacro Cuore di Gesù ed oggi ci ricordiamo del Cuore Immacolato di Maria, anche se la festa del Cuore Immacolato, come ben sapete, secondo il rito tridentino ricorre il giorno 22 di Agosto, quindi rivedremo questo bellissimo mistero del Cuore della Madre del Salvatore. Vedete miei cari fratelli, bisogna sempre pensare a Maria come l’unica via verso Gesù, per Mariam ad Jesum, non c’è altra strada, in obbedienza e con amore, miei cari fratelli, dobbiamo sottomettere la nostra dura umana cervice alla volontà del Padre nostro che è nei cieli e che tanto ci ha amato, tanto ci ha amato da dare a noi indegni, peccatori, da dare a noi il figlio suo unigenito. Iddio ha tanto amato il mondo da dare per il suo misfatto e per la sua salvezza il Figlio suo unigenito Gesù Cristo. E però, miei cari fratelli, secondo il disegno eterno di Dio il Signore non solo voleva darci il Salvatore, non solo voleva darci il dono del suo Figlio, Gesù stesso, la seconda ipostasi della Trinità Santissima, consustanzialmente unita al Padre e al Divino Spirito. Iddio non solo ci diede il dono di sé stesso nella persona del Figlio suo rivestitasi della sua umanità, ma decise pure che non solo il suo figlio, ma anche tutta l’umanità da lui redenta avesse una madre, una madre tutta Santa, una Madre tutta pura dimora della Trinità Santissima, arca della nuova alleanza, madre nostra Maria.

Vedete cari fratelli quasi l’ansia del Signore era quella di preparare una degna dimora per il Figlio suo Gesù Cristo e in quella dimora, che era il grembo verginale di Maria tutta la cristianità trova rifugio perché il grembo verginale e però materno e fecondo di Maria Santissima è il simbolo, anzi il compendio della realtà della Chiesa, la Chiesa vergine e madre, la Chiesa che cammina nel tempo verso la patria del cielo, che purifica se stessa e purifica i suoi figli facendoli rinascere alla vita eterna, alla vita cristica del santo battesimo. Voi che siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo: "Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me".

Cari fratelli, per avere la vita in Cristo, la vita eterna bisogna riceverla da Colei tramite la quale Iddio ha voluto che questa vita venisse nel mondo, la strada che discese in eterno, la gloriosa Vergine Maria. Cari fratelli, repetita iuvant, come si suol dire, so bene di non insegnarvi cose nuove, e però è cosa meravigliosa, è proprio dolce e doveroso, come dice il prefazio della beata Vergine, è dolce e doveroso ricordarci sempre di Lei, madre del Salvatore e madre nostra. Il testamento di Gesù, la volontà ultima del Salvatore, Gesù stesso ci ha consegnato la sua madre Santissima perché fosse anche madre nostra, come dice il Vangelo: "accepit discipulus ille cui Jesus dicebat : accepit eam in suis". Da quell’ora in poi, da quel momento in poi il discepolo che Gesù prediligeva l’accettò, la ricevette, e qui la traduzione dice (le traduzioni non sempre sono fedeli miei cari, le traduzioni solitamente restringono il significato del testo originale) il latino dice: "accepit eam in suis", ovvero il discepolo prediletto, Giovanni, il cui nome significa " grazia di Dio" — vedete non a caso S. Giovanni è il prediletto del Signore, perché da tale grazia scaturisce la carità, l’amore soprannaturale di Dio —il discepolo prediletto che simbolicamente raffigura tutti coloro che amano il Signore, ebbene, in S. Giovanni tutti coloro che amano il Signore hanno ricevuto la Madre Santissima del Salvatore, "in suis", cioè nelle cose loro. Questa è la traduzione esatta. Infatti S. Luigi Maria Grignion de Monfort, l’apostolo del Cuore immacolato di Maria — cari fratelli non mi stancherò di raccomandare alla vostra attenzione quel bellissimo libro di S. Luigi Maria de Monfort che è stato recentemente pubblicato dalle Paoline, il Trattato della vera devozione a Maria — questo apostolo santo, il cavaliere dell’Immacolata e del Cuore di Maria, ebbene S. Luigi Maria de Monfort dice che è più esatta la traduzione: "accepit illam in sua", cioè fra le cose sue, ne fece quasi proprietà sua. Vedete cosa che potrebbe quasi lasciarci allibiti, certamente il mistero della Madre Santissima del Signore è talmente superiore alla nostra fragilità e povertà umana che sembra quasi una bestemmia dire che noi possiamo possedere Maria come qualcosa di nostro. Però noi sappiamo bene, cari fratelli, che il Signore Iddio nella sua infinita paterna bontà nei nostri riguardi ci ha dato dei beni infinitamente superiori alle nostre povere illusioni, alle povere viste della nostra umanità sulla terra. E però noi siamo davvero proprietari di cose che noi abbiamo senza poterle nominare perché sono cose superiori a noi. In questo senso il discepolo prediletto del Signore con tanta riverenza, ma anche con senso di proprietà ricevette Maria a casa sua come facente parte delle cose sue, vedete per quello che appunto S. Luigi Maria Grignion de Monfort dice con estrema chiarezza che la devozione alla beata Vergine è il segno sicuro della predestinazione, è il segno sicuro della bella religione cattolica.

Vedete quando l’ortodossia, quando la vera fede, quella che Gesù ci ha insegnato, quella che lo Spirito Santo tuttora ci rivela, quando questa verità comincia a vacillare in tempi particolarmente difficili della storia della Chiesa, ebbene anche è come se la devozione alla beata Vergine Maria si oscurasse, e viceversa potete essere sicuri che quando si oscura la devozione alla beata Vergine ci sono fenomeni diabolici che succedono intorno a noi. Vedete, miei cari fratelli, quale deve essere la vera lettura dei così detti segni dei tempi, altro che segni di consolazione, sono segni di desolazione e noi come cristiani contenti, che gioiscono nel Signore nostra salvezza, sull’esempio di Maria Immacolata è bene che noi con cristiana fortezza dobbiamo prendere in considerazione.

Vedete cari fratelli, Iddio, anche questo ce lo dice S. Luigi Maria Grignion de Monfort, Iddio ha creato una sola inimicizia, Iddio che è amore, Iddio la cui natura stessa è amore e misericordia, Iddio una sola inimicizia ha creato (non è poi stato Dio a crearla, incondizionatamente perché teologicamente non sarebbe esatto, perché ovviamente questa inimicizia è tutta dipendente, occasionata dal peccato degli angeli apostati, se non ci fosse l’apostasia di queste creature razionali e libere non poteva esserci nemmeno questa inimicizia). Quindi Iddio pose quella unica inimicizia, ma dopo il peccato, come conseguenza del peccato, come conseguenza del peccato degli angeli ribelli, inimicizia "ponero inter te et mulier", porrò una inimicizia tra te e la donna.

Vedete cari fratelli tra la Vergine Maria e Satana c’è un’inimicizia che si protrarrà fino alla fine dei secoli, quando il diavolo, il serpente antico, l’omicida, il menzognero fin dall’inizio sarà precipitato nell’abisso; sino a quel momento ci sarà uno scontro puro, senza esclusione di colpi tra Satana e la Donna vestita di sole con una corona di dodici stelle attorno al suo capo, uno scontro senza esclusione di colpi, cari fratelli, e di quella inimicizia, sbarazzandoci di ogni falso pacifismo che si fa strada in questi tristi tempi, di questa inimicizia proprio per amore del Signore dobbiamo incaricarci: stare dalla parte di Maria, perché dalla parte di Maria stanno le anime rivestite di Cristo. Non si può avere Cristo, se non tramite Maria!

Vedete cari fratelli, tutte le rivoluzioni, tutte le ribellioni sin dal primo rivoluzionario, sin da Lucifero sono rivoluzioni rivolte contro Dio ed il mistero della salvezza da lui predisposto, sono rivoluzioni dettate dalla superbia e perciò capiamo molto bene perché tali rivoluzioni, superbe come sono nella loro radice, si rivoltano anzitutto contro quelli dell’Umile per eccellenza, ed è ancora l’umile Ancella del Signore.

Vedete, miei cari fratelli, non sorge il pericolo, teologicamente è delicata questa questione, però io quasi lo riempio in questo senso: c’è chi dice che ci fosse Maria come antagonista del demonio perché il demonio non è tanto ferito dalla grandezza di Dio, quanto piuttosto dall’umiltà di quella creatura, alla quale è assegnato il trionfo: "alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà".

Questa, miei cari fratelli deve essere la nostra grande speranza in mezzo alla tristezza di questi tempi. A quale tristezza io mi rivolgo? Voi lo sapete, il modernismo. Che cosa è il modernismo imperversante dappertutto? È, oserei dire, la radicale protestantizzazione della Chiesa, un tentativo di sovversione dal di dentro, la protestantizzazione. Interessante, vedete: come la gnosi, lo gnosticismo dei tempi passati, è stata definita da uno studioso protestante, un certo Harmer, come un’acuta ellenizzazione del cristianesimo, un tentativo di rendere il cristianesimo salottiero per così dire, ebbene così il modernismo, la piaga dei nostri tempi, è un tentativo di protestantizzare la Chiesa dal di dentro.

Terribile, vedete cari fratelli, e in che cosa si rivela proprio lo zampino del maligno? Il tentativo di oscurare la devozione a Maria. È terribile quello che si è sentito in questi ultimi tempi: bisogna tornare a Gesù, bisogna tornare all’Eucarestia, bisogna tornare alla Trinità. Allora via il culto alla Vergine ed ai Santi. È un dolore parlare di questo, è una bestemmia, quella appunto che si dice blasfemia aereticalis, ovvero l’eresia, l’apostasia dalla vera cattolica fede porta poi a pronunciare delle vere e proprie bestemmie. Ciò che Dio ha congiunto, l’uomo non osi separare e il Signore ha congiunto la Vergine santa, la dimora del Figlio suo con il Figlio, con Cristo Signore, con il Verbo Incarnato.

Ecco cari fratelli: fatevi un vessillo, un vanto della vostra devozione a Maria. Consacratevi, vi supplico cari, consacratevi al Cuore Immacolato di Maria. In questo tempo così difficile abbiamo bisogno di un rifugio sicuro e Maria è il refugium peccatorum per eccellenza. Il Signore vuole schierare la sua schiera, la schiera di Cristo sotto lo stendardo del Salvatore, vuole schierare questa schiera dei suoi per la battaglia letale del demonio attorno a Maria, perché Maria è la condottiera di questa schiera di Cristo.

Ecco, cari fratelli, non a caso dice appunto S. Luigi Maria de Monfort partendo da questa simbologia della sapienza in Giacobbe, vedete partendo da questo lui appunto afferma giustamente in maniera molto attendibile che Maria dimora là dove c’è la Chiesa vera, la Chiesa cattolica. Vedete Maria dimora là dove c’è la Chiesa cattolica, dove c’è la città del Cielo, la città di Dio.

Quando invece la Chiesa nella sua esteriorità, perché il demonio non può colpirla nella sua vita interiore, però quando il volto della Chiesa sembra quasi oscurarsi tramite le eresie, ebbene ci si dimentica anche della devozione a Maria.

Vedete io porrò la mia dimora in Giacobbe e giustamente S. Luigi ci dice che questi due figli Esaù e Giacobbe rappresentano le due città, le città escatologiche, le città degli ultimi tempi, le città eterne, la città infernale dei reprobi che è Esaù che odiava il suo fratello e Giacobbe, il mite, l’umile, il figlio della promessa, Giacobbe che ricevette la benedizione del padre, Giacobbe che raffigura simbolicamente la città celeste, il Paradiso.

Vedete cari fratelli, per vivere già l’anticipo del Paradiso in questa terra bisogna coltivare il culto di Colei, sedes sapientiae, sede della Sapienza increata e sapienza creata Lei stessa, di Colei che ha preso la sua dimora in Giacobbe. Questo è il segno sicuro, indelebile della nostra appartenenza alla Chiesa cattolica, la nostra devozione a Maria.

Come è bello cari fratelli vedere anche il Sommo Pontefice dichiarare questo anno un anno mariano e ci scrisse quella bella Enciclica "Redemptoris Mater"! Vedete come il cuore del Papa che ha il sostegno dello Spirito Santo si rende conto quanto bisogno c’è della devozione a Maria in tempi così difficili e pericolosi come sono i nostri.

Bene cari fratelli facevo un buon proponimento di commentarvi anche un po’ anche la prima lettura, bisogna che lo faccia molto sinteticamente. Sono cose molto belle quelle che ci dice il capitolo 24 del Siracide nella prima lettura che abbiamo letto.

Vedete tutto un simbolo che si estende a tutto e si applica soprattutto a Maria. Oggi questa stipula si è compiuta, pensate a Gesù, la sinagoga di Nazaret quando appunto dice a riguardo a quel brano di Isaia : lo Spirito del Signore è su di me. Ecco Gesù prende quel rotolo del Libro, lo legge, poi lo arrotola di nuovo e dice una cosa molto semplice: oggi questa parola si è compiuta. Così gli antichi, quando il saggio Siracide ispirato dallo Spirito Santo del Signore scriveva queste poetiche immagini, gli antichi non potevano ancora sapere a chi queste immagini dovevano essere applicate.

Noi che abbiamo la pienezza della rivelazione in Cristo sappiamo che tutte queste belle, splendide immagini si realizzano perfettamente in Maria. Ebbene innanzi tutto ego sum Mater pulchrae dilectionis et timoris et annictionis et sanctae spei, "io sono la madre del bell’amore e del santo timore e della conoscenza, della vera conoscenza e della santa speranza". Vedete miei cari fratelli Maria ci insegna innanzi tutto come amare Dio, perché solo Lei, l’unica tra tutte le creature non ha conosciuto il morso dell’antico serpente, Lei sola, l’Immacolata nel suo Cuore Immacolato, cuore tutto di Dio, pieno della grazia di Dio, cuore umile, in quell’umile cuore Maria in perfetta obbedienza amava Iddio suo Signore.

continua........


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03/09/2009 11:08

Vedete come Maria è la madre del bell’amore perché ci insegna la verità, la gioia di un amore che è puro, umile ed obbediente, perché ciò, cari fratelli, che non è puro, né umile né obbediente non è amore. Uno dei pericoli più gravi di questi tempi che stiamo vivendo, cari fratelli, è la faciloneria con cui si adopera la parola amare, voler bene, in questo caos spontaneistico, io voglio bene, anche S. Agostino diceva: ama et fac quod vis, "ama e poi fa quello che ti pare", ma S. Agostino ben sapeva che colui che ama si riveste degli stessi sentimenti del Signore, diventa quasi la legge animata di Dio e tale era l’amore di Maria e tale era anche la spontaneità di Maria.

Vedete la sua obbedienza a differenza della nostra che siamo povere creature peccatrici, l’obbedienza di Maria non era un’obbedienza sofferta, la nostra è tanto sofferta spesso, invece quella di Maria era spontanea, perché per lei amare il Signore era fare limpidamente la sua volontà. Vedete l’obbedienza alla volontà del Signore: chi mi ama, osserva i miei comandamenti. Ebbene Maria ha adempiuto proprio questo nel suo innamorato Cuore: in me omnis gratia viae et veritatis, in me omnis spes vitae et salutis, vedete come è bello questo: viae et veritatis, vitae et virtutis, non dice ego sum via, veritas et vita, vedete come la sapienza creata, cioè Maria dice di sé stessa: in me c’è la grazia di ogni via e di ogni verità e c’è anche la speranza della vita eterna, perché in Maria e per Maria e solo per Maria noi abbiamo Gesù, Gesù la nostra via, la nostra verità e la nostra vita.

In me gratia omnis viae et veritatis. Gesù è verità, la prima verità, la fondamentale verità per la quale tutte le cose vere sono vere, secondo la sua divinità e secondo la sua umanità assunta in unità della persona divina. Ebbene secondo la sua umanità Gesù è per noi la via, vedete via e verità e quella grazia, quella presenza del dono ineffabile del Padre, la presenza di Gesù via e verità si realizza nel grembo verginale di Maria.

E poi c’è l’idea della speranza della vita e della virtù; vedete, quale vita? Ovviamente la vita di Cristo, la vita eterna e poi la speranza della virtù perché non si può avere la vita, la vita eterna del Paradiso senza esercitare le virtù. La speranza nostra, la speranza di essere anche noi partecipi della felicità della città celeste, ebbene tutta questa speranza riposa in Maria. Vedete allora perché Maria per la bocca della sapienza ci invita a transire ad eam, transite ad me ommnes qui concupisciste, "venite da me — ci invita Maria — venite da me voi tutti che mi desiderate", le anime sante, le anime predestinate sono tutte innamorate della bellezza spirituale di Maria e Maria invita queste anime, venite a me, transite ad me.

Ebbene queste anime passano da Maria la quale dice loro questo: spiritus meus super et hereditas mea super eos, memoria mea in generationem seculorum, accipite Spiritus meus per me, lo Spirito del Signore, lo Spirito Santo di Dio compì in Maria sua sposa i misteri sponsali, in lei Vergine fece germogliare la vita, come dice ancora l’inno akathistos, lo Spirito Santo di Dio trovò nel grembo verginale di Maria il talamo delle nozze divine. Vedete come giustamente Maria si dice la sposa dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo in lei ha plasmato, vedete come Gesù nella sua umanità è opera dello Spirito Santo amore, lo Spirito Santo in lei, Maria, ha plasmato la natura umana del Salvatore facendo appartenere ipostaticamente alla Persona divina. Quindi giustamente miei cari fratelli, S. Luigi ancora ci ricorda un detto di un altro Santo, di S. Bernardo, il quale dice una parola quasi tremenda, perché capite è molto coraggiosa, dice S. Bernardo: Maria est quasi forma Dei, Maria è forma di Dio, non nel senso ovviamente che Dio possa avere una forma, una configurazione, ma vedete Colui che era vero Dio, cioè Gesù Cristo nella sua umanità assunse tale umanità che rivela il Volto del Padre, assunse tale umanità da Maria e secondo quella forma che è Maria. Ecco come Maria, ricettacolo dello Spirito Santo datore di vita, Maria è davvero forma di Dio. Ille natus fuit in ea, dice appunto la Sacra Scrittura interpretata S. Luigi in questo senso: Costui e Costui in alto sono ambedue nati in essa, chi è l’uno e l’altro ? L’uno, dice S.Luigi giustamente secondo le regole dell’interpretazione allegorica, l’uno è l’alto, il Cristo, l’altro sono le membra, cioè il corpo di Cristo, corpus Cristi mistici.

Vedete come da Maria, in Maria è nato Lui e quell’altro che siamo noi, tutta la chiesa. Bene cari, scusate se a volte ho oltrepassato molto i limiti del tempo, però vedete l’eredità di Maria è dolce, vedete Maria non vuole solo essere madre per Gesù, non solo vuole averci su di sé, ma vuole comunicarci Gesù, donarci Gesù.

Ecco, cari fratelli, cerchiamo di ricorrere sempre nella nostra vita a Colei che è la benedetta nei secoli. Noi che siamo in un cammino così burrascoso e faticoso verso la patria del cielo, mettiamo al riparo le nostre povere anime, riceviamo in noi, tamquam in sua, come le cose nostre, riceviamo come il discepolo prediletto la Madre del Signore e così diventerà anche la madre nostra, colei che ci accompagna alla gioia della vita eterna in Paradiso e così sia.



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