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Conferenze sulla Presenza reale di Gesù nell'Eucarestia

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2009 11:33
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Sesso: Femminile
03/09/2009 11:29

Il fatto è questo che la sostanza (ipokeimenon) è il presupposto in ogni movimento. Ora in un movimento accidentale, come substrato, (chiamiamolo così per non usare la parola greca) il substrato nel movimento accidentale è la stessa sostanza. Al correre sottostà tizio. La cosa si fa più difficile in quel movimento che non è più quel movimento accidentale, ma è un movimento che cambia tutta la natura della cosa. Il cambiamento in qualche modo sostanziale. Per esempio nella nascita di un essere vivente. Non prendo ad esempio la nascita dell’uomo perché l’uomo ha la sua anima da Dio onnipotente. Ma prendiamo ad esempio la nascita di un animale. L’ovulo fecondato dallo spermatozoo, queste due cellule si costituiscono come entità sostanziali a sé stanti, l’una e l’altra hanno una sostanza. Entrambe hanno e una struttura, una forma si potrebbe dire (mi piace tradurre forma con struttura) e una certa materia. Però quando queste due cellule si fondano (notate, è una cosa stupenda), cioè la loro fusione non è una pura addizione matematica, prima c’era una cellula così, di un’altra dimensione, poi c’è una semplice somma di dimensioni, non è così, c’è qualcosa di radicalmente nuovo, un tertium quid, un terzo essere irriducibile alle cellule di partenza. Vedete come ha ragione Aristotele contro i meccanicisti! Non è mai riducibile il fenomeno vitale alla somma di due materie. In questo caso, cioè nella generazione, ciò che cambia è la stessa sostanza, non è qualcosa che cambi nella sostanza, come il correre o lo stare fermo in tizio, ma lì c’è una sostanza nuova che nasce, da due sostanze ne nasce una terza distinta da entrambe e superiore ad entrambe. Ora, dice Aristotele, perché ciò possa capitare bisogna che si passi da una forma o da una struttura, cioè quella delle cellule di partenza , ad un’altra struttura, a quella del feto, della cellula fecondata. Però anche questo passaggio anche esso deve avvenire in un substrato, che non è però tutta la sostanza, però quello che sottostà alla stessa forma che costituisce la sostanza. Quindi è uno strato ancora più profondo della sostanza, che si chiama materia prima. Quindi ci sono due materie, quella che Aristotele chiama la materia seconda, che è la materia del corpo, quello che si vede, si tocca etc., e poi c’è la materia prima, che ovviamente invisibile, però che è il substrato necessario per il movimento sostanziale. Ciò che accade poi nella generazione, accade pure nella morte. Vedete il cadavere non è più l’uomo, per fortuna la nostra anima se ne va per conto suo, il cadavere è proprio come una specie di vestito che abbiamo lasciato su questa terra, è qualcosa che era di noi, ma ormai non ci appartiene più, non è più noi stessi, vedete il cambiamento di sostanza, non cambiamento in una sostanza, ma cambiamento di sostanza. Però questo cambiamento di sostanza avviene in un substrato che è detto materia prima. Questo si chiama generazione e corruzione e questo esiste nella natura delle cose.

San Tommaso (vi lascio con questo perché ho già abusato fin troppo.. c’è ancora un po’ di tempo?), il fatto è questo, dice san Tommaso che la transustanziazione, per capirla bene, è giusto collocarla tra questi due termini estremi, la transustanziazione è un movimento, un divenire se volete, anche se del tutto particolare, che si situa tra la generazione e corruzione, cioè un divenire fisico sostanziale, e il "divenire ontologico" che è la creazione. Nella creazione, ne abbiamo parlato in altra circostanza, nella creazione non c’è nessun soggetto che rimane in comune a ciò che c’era prima e a ciò che c’è dopo, giacchè prima non c’era proprio nulla. Quindi dal nulla si passa al tutto, Iddio fa emergere tutta la sostanza, con tutti gli accidenti, cioè con tutte le proprietà, la fa emergere dal nulla, dandole l’essere. Quindi non c’è nulla in comune fra ciò che c’era prima e ciò che c’è dopo, giacché prima non c’era nulla.

Nella generazione c’è un substrato, la materia prima, che rimane e prima e dopo, cambia la forma sostanziale, la struttura che dà impronta alla materia. Quindi in un substrato preesistente cambia la forma sostanziale nella generazione e nella corruzione.

La tansustanziazione si situa quasi a metà strada, si potrebbe dire, tra questi due processi, tra quello della generazione e corruzione da un lato, e quello divino della creazione dall’altro lato, perché nella transustanziazione ciò che cambia non è solo la forma di una sostanza in una materia preesistente, ma tutta la sostanza e forma e materia. Nella generazione suppongo la materia e prima e dopo, ciò che cambia è la forma: prima era un ovulo non fecondato, dopo diventa fecondato e quindi diventa un essere umano, un feto umano. Quindi c’è un passaggio da una sostanza ad un’altra, ciò che è comune è il substrato materiale, detto "materia prima", cambia la struttura sostanziale.

Nell’Eucarestia non c’è materia in cui cambia forma, quindi non è una generazione, ma è transustanziazione, perché tutta una sostanza cambia in un’altra sostanza, tutta la sostanza del pane, forma e materia, anche materia prima, cambia in tutta la sostanza del Corpo di Cristo, forma e materia. Però a differenza della creazione, dove prima non c’era nulla e dopo c’è tutto, nell’Eucarestia prima c’è il pane, dopo c’è il Corpo di Gesù. Che cosa rimane? Una sola cosa, rimangono solo gli accidenti del pane, le proprietà del pane, questi c’erano prima e ci sono dopo, l’apparenza del pane. Il sacerdote che eleva l’Ostia Santa: ebbene quell’Ostia appare ancora bianca, di quelle dimensioni, di quella struttura chimica e via dicendo.

Allora nella transustanziazione (teniamo presente questo, il resto lo diremo la prossima volta) teniamo presente questo che nell’Eucarestia, nella transustanziazione avviene il passaggio di tutta una sostanza in tutta un’altra sostanza, quindi la sostanza del pane passa nella sostanza del Corpo di Gesù, quindi il pane sostanzialmente, nella profondità del suo essere pane, non è più pane, ma è profondamente, nella profondità dell’essere sostanziale tutta la sostanza del Corpo di Gesù. Ciò che rimane è solo quasi la superficie, solo le apparenze del pane, sotto le quali si cela l’altra sostanza, che non è più quella del pane, ma è quella del Corpo di Gesù.

Quindi a differenza della creazione c’è qualcosa che rimane, ma non rimane come nella generazione il substrato materiale, bensì gli accidenti, quindi le proprietà del pane rimangono tali e quali, la sostanza non è più quella. Quindi è errato, è sbagliato, è eretico, empio dire che questa determinata realtà, dopo la consacrazione, è pane, è sbagliato parlare così. Questo Corpo di Gesù, poi uno può dire "questo pane" senza intenzioni cattive, ma non è esatto, perché l’essere spetta alla sostanza e la sostanza non è più quella del pane, nonostante le apparenze.

Vi ringrazio della vostra pazienza, di cui tanto ho abusato.

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Ti rendiamo grazie, Signore Dio Onnipotente per tutti i tuoi benefici, Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli, amen.


[SM=g27998]


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