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Conferenze sulla Presenza reale di Gesù nell'Eucarestia

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2009 11:33
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Sesso: Femminile
03/09/2009 11:31



Prima lezione sulla Santissima Eucarestia:
Il Divino Sacramento dell'Eucarestia


Ci siamo proposti come tema della nostra meditazione un tema non da poco, giacché si tratta niente meno che del vertice di tutta l’economia sacramentale, Iddio Onnipotente si è compiaciuto di dispensare all’uomo i mezzi sicuri della sua salvezza, i mezzi con cui ci comunica la sua santa grazia, che sono appunto i sacramenti. E tra questi sacramenti il più alto e il più grande è appunto il sacramento della divina Eucaristia. Dico divina Eucaristia perché non è solamente un sacramento fondato, istituito da nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, con la sua autorità non già umana, ma divina, ma è anche un sacramento che contiene in sé il Cristo, nella sua reale presenza, nella sua presenza reale e sostanziale, Cristo vero Dio e vero uomo, il "Christus totus", come dirà San Agostino, il Cristo tutto con la sua divinità, la sua umanità, con il suo Corpo, con il suo Sangue, la sua anima e la sua umanità tutta intera. Quindi Christus totus è contenuto, è realmente, obbiettivamente presente nel sacramento dell’Eucarestia.

Perciò questo sacramento, più grande tra tutti gli altri, dovrebbe essere trattato a tappe differenziate. Io vi ho proposto appunto questo schema: anzitutto trattare dell’Eucarestia sotto l’aspetto della sua sacramentalità. Cioè l’Eucarestia ha in comune con tutto il settenario sacramentale, cioè con gli altri sei sacramenti, appunto questo, cioè di essere un sacramento. Però non è solo un sacramento come tanti altri, ma nella sua sacramentalità si cela questo suo primato, tra tutti gli altri, al di sopra di tutti gli altri, che è quello di rendere realmente presente in mezzo a noi il Cristo Signore. Quindi il secondo tema sarà appunto la presenza reale, la presenza reale, sostanziale di Cristo. Vedete è qui che dovremo appunto in questo secondo tema, (non sarà facile), meditare sul mistero che la nostra, non solo teologia occidentale, ma la nostra fede proprio cristiana chiama con l’unico termine appropriato, coniato e imposto autorevolmente dal concilio di Trento, ebbene si chiama questo processo "Transustanziazione".

Vedete, non sono cose facili, lo so bene, miei cari, ma per la divina Eucaristia faremo questo e quell’altro, quindi cercheremo appunto di fare questa fatica mentale di approfondire un po’ la nozione di sostanza e questo processo di trasformazione sostanziale, se no la presenza reale di Cristo Signore risulta assolutamente inintelligibile. Non dico che allora spiegheremo il mistero, perché questo non potremo mai farlo, tuttavia per lo meno lo renderemo non contraddittorio, lo renderemo intrinsecamente plausibile quanto alla sua ragionevolezza. Quindi questo sarà il secondo tema. Il terzo poi, molto importante, poiché al giorno di oggi si ha, ahimè, una certa tendenza ad abbandonare questa visione delle cose, sarà il tema "il sacrificio della Santa Messa". Voi sapete, la divina Eucaristia viene celebrata durante quell’azione che noi chiamiamo "azione liturgica della Santa Messa". Celebrazione Eucaristica, però pochi sanno che questa celebrazione Eucaristica è un vero e proprio sacrificio della nuova ed eterna alleanza. Voi che avete una solida formazione lo saprete, ve ne ricorderete bene. Tuttavia è una cosa da ripetere ai nostri giovani, alle generazioni nuove, in quanto questo mistero nella sua essenza, non potrà mai cambiare, Cristo è sempre lo stesso, ieri, oggi e nei secoli eterni. Così la Santa messa sarà sempre non solo il sacramento più alto di tutti, non solo il sacramento della presenza del Signore, ma anche l’azione sacrificale della Chiesa. Vedete è il sacrificio che da senso al nostro sacerdozio, il sacerdozio che cosa è? Non è niente altro che questo: avere il potere, a nome di Dio, di offrirgli dei sacrifici. Ora il Sacrificio unico della nuova alleanza è il sacrificio della Croce. E quello che noi celebriamo nella Santa Messa non è altro che questo: il sacrificio della Croce del Signore.

Penso che ci aiuterà molto questa meditazione ad essere devoti e raccolti durante la celebrazione della Santa Messa. Vedete la vera, intensa partecipazione a questo mistero, al di là di quello che si dice e si fa all’Altare (certo questo è molto importante, seguire il sacerdote nei suoi gesti, in quello che dice), però molto, molto più importante è avere nel cuore ed anche nella mente, ovviamente, in tutto il nostro essere umano, avere dentro di noi questa intima convinzione, che durante l’azione sacrificale della santa Messa, stiamo misticamente, ma realmente, davanti alla Croce di Gesù. Quindi con gli stessi sentimenti, dovremmo partecipare alla Santa Messa, come se stessimo dinanzi alla Croce di Gesù sul Golgota.

Quindi il terzo tema sarà appunto quello del sacrificio, infine ciò che scaturisce dal sacrificio della Santa Messa è la Comunione, la grazia della Comunione, Gesù ci dona la grazia, ci dona l’Eucarestia, l’Eucarestia che è istituita come un cibo spirituale, che esige appunto una manducatio spiritualis, come dice Gesù, che chi non mangerà la sua Carne e berrà il suo Sangue, non potrà avere in sé la vita eterna, vuol dire proprio che con questo mangiare e bere, non solo esteriormente e sacramentalmente, ma nel contempo anche interiormente e spiritualmente il Corpo e il Sangue del Signore, ci viene comunicato il pegno della vita eterna, farmacon the ethanasias, come diceva San Ireneo di Lione, ossia il farmaco della, la medicina dell’eternità e dell’immortalità.

Iniziamo subito, entrando come si sul dire in media res, in quello che è la sacramentalità dell’Eucarestia. L’Eucarestia è uno dei sette sacramenti. Ho posto come primo punto di meditazione l’istituzione divina. Non c’è nessun dubbio che l’Eucarestia è stata istituita da Gesù stesso nell’ultima cena con i suoi discepoli. Gesù, celebrando la festa pasquale con i suoi discepoli, pese il pane, lo benedisse, dopo aver compiuto tutti i riti dell’antica alleanza, e disse: "prendete e mangiatene tutti, questo è il mio Corpo" e poi fece lo stesso con il calice, lo benedisse e disse ancora: "Questo è il calice della nuova ed eterna alleanza, bevetene tutti, giacchè questo è il Sangue che sarà versato per voi, per la remissione dei peccati".

Quindi Gesù ha istituito, con la sua autorità divina, questo sacramento più alto nella nuova alleanza, questo sacramento del suo Corpo e del suo Sangue. Quindi se l’Eucarestia è un sacramento, bisogna anzitutto chiederci che cosa significa la nozione del sacramento, che cosa è un sacramento. Penso che qui ci viene in aiuto molto San Agostino, il quale con la sua genialità riguardo la lingua latina, immediatamente intravede nel "Sacramentum" un "sacrum signum", ovvero un "signum rei sacrae", quindi è un segno sacro o un segno che significa delle realtà sacre. San Tommaso, riprendendo questa meditazione agostiniana, si chiederà anzitutto in genere se i sacramenti sono nel genere del segno. E dirà ovviamente: " sì, i sacramenti nella loro essenza sono dei segni" e il segno, secondo la tutta la sua natura, è proteso a significare qualcosa, quindi ogni segno è rapportato a un significato. Quindi tra tanti segni che noi conosciamo ci sono dei segni che non significano una cosa qualsiasi, una realtà per così dire mondana, quotidiana, diciamolo così, profana, ma ci sono dei segni che significano delle realtà superiori all’uomo, dei segni appunto sacri.

E San Tommaso distingue appunto fra questi sacri segni, diversi tipi di segni, a secondo delle tappe della storia della salvezza. Potremmo allora dire che i sacramenti, la sacramentalità in genere, si divide in questi tre generi di sacramenti. Cioè i sacramenti della semplice natura, sacramenti di natura, poi ci sono i sacramenti dell’antica legge e infine i sacramenti della nuova legge. Quindi tre tappe distinte l’una dall’altra. I sacramenti di natura che cosa sono? E’ così che dobbiamo pensare riguardo le religioni non rivelate, diciamolo subito chiaro. La religione rivelata è la religione ebraica, in vista di Cristo, il Messia, dopo la venuta di Cristo è la religione cristiana, pienezza della rivelazione: Iddio che ci ha parlato, che ha parlato ai nostri padri tramite i profeti, in questo ultimo tempo, ci ha parlato per mezzo del Figlio suo. Quindi la religione rivelata è la religione cristiana, che contiene in sé questa preparazione del Vangelo, che è tutta l’economia, la dispensazione delle grazie divine durante la storia del popolo dell’antica alleanza.

Però prima di questo, prima del patto del Signore con Abramo, con Mosè, che cosa c’è stato? Ebbene c’è stata la creazione dell’uomo, il suo peccato delle origini, l’uomo che si è alienato da Dio. E’ stato espulso, come dice la scrittura, dal giardino di Eden. Tuttavia, vedete miei cari, nell’uomo rimase, dentro all’anima sua, quello che potremmo chiamare la nostalgia di Dio. L’uomo smarritosi, alienatosi da Dio rimane un nostalgico di Dio. E guai se un uomo non fosse nostalgico, l’essenza di ogni religione è la nostalgia (nel senso migliore della parola) però ogni religione è nostalgica, nostos algo, il dolore, il travaglio del ritorno. Nostos vuol dire il ritorno, vedete come Ulisse ha questo nostos algo, il desiderio di tornare alla sua patria, così ogni uomo, espulso dal Paradiso, dalla sua patria celeste deve avere la nostalgia del ritorno, di riconciliazione con Dio. Vedete noi cristiani cattolici sosteniamo che la nostra natura umana con il peccato delle origini, è stata profondamente inclinata al male, però non è stata completamente rovinata. Vedete ci vuole un grande equilibrio per procedere in media via tra questi due scogli, uno è quello del pelagianesimo: la nostra natura è tutta sana, è tutta buona, quell’altro che è quello del calvinismo, che dice che è tutto rovina, tutto maledizione.


continua.....

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