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Conferenza sulla situazione nella Chiesa dopo il Concilio (da meditare)

Ultimo Aggiornamento: 08/01/2014 16:03
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Sesso: Femminile
03/09/2009 11:54

Perché questo si insegnava ai bambini, la domandina: chi ha fondato la nostra chiesa cattolica? Il nostro Signore Gesù Cristo con la sua autorità divina.

Lo sapevamo tutti, invece sembra che questa verità si sia smarrita nel frattempo. Allora siamo contenti che il cardinale abbia precisato, ma siamo anche un po’ avviliti che bisognava scomodare il cardinale Ratzinger in persona per richiamare alla nostra mente questa verità così semplice. Vedete io non racconto volentieri storie concrete della vita vissuta, questo stile strano, fa un po’ parte dello stile postconciliare, così detto stile pastorale, non dottrinale, quindi si raccontano fatti particolari, la propria esperienza, non lo faccio volentieri, sia perché penso che la mia esperienza sia poco rilevante, sia perché penso che anche se fosse rilevante, è difficile comunicarla, perché ciò che si vive, lo si vive sempre individualmente.

Tuttavia per dare un po’ un’idea del mio impatto con i testi conciliari, è accaduto un po’ così. Mi trovavo in Francia in questo anno terribile, il 1968, un anno di tremenda memoria, c’erano scioperi da per tutto, i treni non funzionavano, quindi noi studenti cecoslovacchi eravamo in Francia per studiare e dovevamo tornare in autobus. Allora in questa circostanza c’era uno studente mio collega che era buon cattolico, per fortuna c’era buona intesa fra noi e lui con un certo rischio, perché voi sapete che nei paesi dell’est la letteratura, anche quella conciliare, il ché è buon segno, è considerata una letteratura decisamente sovversiva, quindi lui non senza rischio portava con lui questi documenti del concilio al suo parroco.

Siccome il viaggio era lungo gli chiesi se mi prestava un po’ questi testi, che così mi diletterò anch’io a leggerli e lui mi diceva: vedrai che ti piaceranno tanto perché sai sono scritti in latino ed avrai un po’ di diletto. Devo dire che mi è piaciuto molto perché quando la chiesa parla il suo linguaggio, la lingua latina, allora è sempre una gioia per tutti noi cristiani. Quindi presi questi documenti conciliari e li lessi con grande gioia, era una cosa bellissima. Dicevo: è qualcosa di straordinario questo lusso che la chiesa si permette di insegnare serenamente, senza condannare delle eresie. Voi sapete care figliole che generalmente i concili erano convocati per condannare delle brutte dottrine che imperversavano in diverse epoche della storia ecclesiastica, così che sempre in appendice c’era un riassunto con le frasi eretiche che cominciano: si quis dixerit, se qualcuno osasse dire, poi segue la frase poco edificante, poi alla fine c’è la clausola "anatema sit", sia scomunicato dalla chiesa. Bene, quindi c’era una serie di condanne nei concili, anche nel magistero pontificio.

Adesso la chiesa ha avuto questa serenità, è una grande gioia sapete, un concilio pastorale appunto è una specie di lusso che raramente la chiesa può permettersi ed io allora ingenuo come ero, voi dovete capire care figliuole che la vita ecclesiastica di occidente arrivava molto raramente dalle nostre parti, cioè oltre cortina, quindi dicevo: beati questi cristiani occidentali, mentre noi poverini siamo un pochino sotto torchio, questi cristiani godono di una splendida libertà, sono tutti attaccati alla loro fede, alla loro tradizione, è uno splendore, quindi il Papa, i vescovi radunati in questa grande assemblea a Roma possono insegnare serenamente al popolo cristiano senza definire, in quanto si fidano dei cristiani, della loro maturità, proprio nel senso della lettera di convocazione di Giovanni XXIII e quindi è una gran bella cosa. Poi dopo quando ho sentito, novizietto che ero ancora molto ingenuo, nel noviziato di Frankfurt in Germania, c’era un sacerdote il quale spiegava questi sviluppi postconciliari, allora ebbe a dire una cosa veramente urtante, scioccante, allora io ho capito quali erano i pericoli dell’epoca postconciliare e quello che mi ha scioccato soprattutto era che i miei confratelli nel noviziato erano grandemente affascinati da questo "coraggioso" discorso.

Che cosa diceva questo reverendo? Diceva che finalmente ci siamo sbarazzati dalla tradizione, finalmente c’è il tramonto dell’epoca tridentina, finalmente la chiesa è tutta rifatta e tutta nuova, insomma tutt’altra chiesa. Insomma mi sono ricordato del mio catechismo e mi sono un po’ spaventato, perché chiesa nuova non mi pare che qualcuno possa fondarla, io ho sempre sentito dalla sacra scrittura che nessuno può porre un altro fondamento se non quello che è stato posto, cioè Gesù Cristo, nostro Signore. E lì cominciarono i miei guai con il concilio perché all’inizio ero tutto contento per questo fatto, si potrebbe dire del lusso spirituale della Chiesa la quale serena insegna pastoralmente senza definire dottrinalmente; sapete anche a me non piace scomunicare nessuno, proprio è un lavoro molto spiacevole ed anche la sacra congregazione per la dottrina della fede non piace, neanche al santo uffizio di beata e venerata memoria piaceva scomunicare qualcuno. Però vedete questa illusione, bisogna pur dirlo, questa illusione ottimistica della pretesa maturità dei cristiani di oggi è un mito che è assolutamente crollato: va bene, miei cari?

Allora bisogna rifarci seri e capire che il laicato cristiano e non solo ma ancora più lo stesso clero, persino l’alto clero, il Signore mi perdoni, non bisogna mai parlare male dei principi del popolo come dice la bibbia, però persino l’alto clero talvolta, sia detto con tutto il rispetto e pregando il Signore che tenga la sua mano sopra di loro, è coinvolto in queste cattive interpretazioni del concilio. Allora bisogna tornare effettivamente a questa serietà, che ci fa capire che un laicato ed un clero maturo di fatto non c’è mai, perché mai la chiesa potrà purtroppo permettersi questo lusso di insegnare pastoralmente senza definire dottrinalmente e senza prendere misure disciplinari là dove è necessario. Perché questo? Semplicemente per il peccato originale che tutti conosciamo, quindi vedete questo ottimismo è un po’ troppo roussoniano per poter essere cattolico, va bene? Non c’è questo buon selvaggio nell’uomo civilizzato, non è buono, noi nasciamo peccatori e questo è il realismo cattolico con cui va affrontata ogni questione.

Non ci deve essere questa superbia tipicamente modernista secondo la quale noi al giorno di oggi, a differenza di quei poveri cristianucci delle epoche passate, pensate quale superbia c’è in questo, noi oggi siamo maturi, noi oggi abbiamo capito. Gente che ha costruito una chiesa come quella in cui abbiamo appena adesso pregato il Santo Rosario è gente spiritualmente certamente ben più all’altezza del cristianesimo di noialtri che costruiamo delle chiese orribili in cemento armato, va bene questo discorso? Vedete, carissime? Proprio la stessa testimonianza dei documenti storici è più che eloquente a questo riguardo, dobbiamo farci molto, molto umili riguardo ai secoli passati che hanno molto da insegnare a noi e ben poco abbiamo noi da insegnare a loro. Allora prendiamo un po’ in esame alcune domande, alcune questioni, alcuni temi fondamentali trattati nel concilio e che sembrano causare una rottura con il passato. Il primo problema è quanto riguarda il grande silenzio del concilio. Quale è questo silenzio? Quella omissione che mi sta proprio a cuore, care figliuole, il silenzio sul comunismo, il concilio non si è pronunciato, stranamente, molto stranamente, è stato detto assai a proposito che è come se il concilio di Nicea non avesse mai pronunciato la parola arianesimo, va bene questo discorso?

Questo concilio convocato, dopo quello di Gerusalemme, quello degli apostoli, 320 dopo Cristo, convocato per combattere questa eresia secondo cui la seconda ipostasi, la persona del Verbo, è una creatura del Padre, mediatore quindi tra il Padre Creatore ed il creato, sempre solo creatura, per quanto la creatura la più eccelsa fra tutte, per sconfiggere questa eresia è stato convocato il concilio di Nicea.

Ebbene è come se in un’epoca piena di una bruttissima eresia la chiesa insidiata da una dottrina così insidiosa, perché poi gli ariani a differenza delle nostre sciocche eresie di oggi, dico sempre ogni epoca ha le eresie che si merita, ebbene l’eresia ariana estremamente filosoficamente elaborata, non è rozza e grossolana, allora è come se in un’epoca in cui imperversa questo pensiero assolutamente inattendibile ma nello stesso tempo molto raffinato, è come se quel concilio convocato per sconfiggerlo non avesse mai detto la parola arianesimo. Ecco questo silenzio è veramente preoccupante. Perché? Anche questo non lo dico da stupido, ma lo dico proprio rifacendomi a quello che disse lo stesso pontefice Giovanni XXIII nella lettera di convocazione che adesso vi leggerò in lingua latina, lo tradurrò anche, sia pure non ce ne sarebbe bisogno. Quello che è importante, care figliuole, quello che è molto importante è questo, che il concilio va sempre interpretato alla luce del magistero dei papi, questo è proprio un punto fondamentale, vedete lo dico proprio perché ci accingiamo a leggere questo brano della lettera di Giovanni XXIII. Il concilio non può essere interpretato da nessuna autorità tranne quella pontificia. I vescovi, per quanto godano di una grandissima autorità nella chiesa: sono successori degli apostoli, sono veramente pastori delle loro diocesi, i vescovi né singolarmente, né in sinodo possono mai elevarsi sopra al romano Pontefice.

Vedete, cari, voi lo sapete bene, avete imparato bene il vostro catechismo e studiato anche la struttura monarchica della chiesa, quindi sapete che il Papa è l’episcopus episcoporum, cioè al di sopra di qualunque concilio. Debbo dire con un certo rammarico che erano eretici purtroppo alcuni miei compatrioti che hanno avviato l’eresia così detta conciliarista, al concilio di Costanza, Giovanni Huss che si è preso quella pena che meritava e non poteva finire diversamente per la pace della santa chiesa di Dio, allora siamo nel quattrocento il concilio di Costanza e poi il concilio di Basilea. Il brutto guaio di quell’epoca è che purtroppo c’era lo scisma nella chiesa occidentale, c’erano tre papi e non si sapeva chi era il Papa legittimo.

Anche nel nostro santo ordine due santi, S. Vincenzo Ferreri e S. Caterina da Siena optavano ciascuno per un altro papa, ma senza colpa loro, perché effettivamente non si sapeva chi dovesse veramente comandare. Poi è risultato che nessuno dei tre era legittimo. Bisognava deporre tutti e tre e non c’era autorità che potesse farlo se non quella dell’imperatore. Cosa fortunata sapete la struttura monarchica del medio evo.

continua.....


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