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Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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LIBRO DI GIOBBE

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2009 13:47
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03/09/2009 13:39

GIOBBE

 

1         1Viveva nella terra di Us un uomo chiamato Giobbe, integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male. 2Gli erano nati sette figli e tre figlie; 3possedeva settemila pecore e tremila cammelli, cinquecento paia di buoi e cinquecento asine, e una servitù molto numerosa. Quest’uomo era il più grande fra tutti i figli d’oriente.

4I suoi figli solevano andare a fare banchetti in casa di uno di loro, ciascuno nel suo giorno, e mandavano a invitare le loro tre sorelle per mangiare e bere insieme. 5Quando avevano compiuto il turno dei giorni del banchetto, Giobbe li mandava a chiamare per purificarli; si alzava di buon mattino e offriva olocausti per ognuno di loro. Giobbe infatti pensava: «Forse i miei figli hanno peccato e hanno maledetto Dio nel loro cuore». Così era solito fare Giobbe ogni volta.

6Ora, un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi al Signore e anche Satana andò in mezzo a loro. 7Il Signore chiese a Satana: «Da dove vieni?». Satana rispose al Signore: «Dalla terra, che ho percorso in lungo e in largo». 8Il Signore disse a Satana: «Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male». 9Satana rispose al Signore: «Forse che Giobbe teme Dio per nulla? 10Non sei forse tu che hai messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto quello che è suo? Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e i suoi possedimenti si espandono sulla terra. 11Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha, e vedrai come ti maledirà apertamente!». 12Il Signore disse a Satana: «Ecco, quanto possiede è in tuo potere, ma non stendere la mano su di lui». Satana si ritirò dalla presenza del Signore.

13Un giorno accadde che, mentre i suoi figli e le sue figlie stavano mangiando e bevendo vino in casa del fratello maggiore, 14un messaggero venne da Giobbe e gli disse: «I buoi stavano arando e le asine pascolando vicino ad essi. 15I Sabei hanno fatto irruzione, li hanno portati via e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato soltanto io per raccontartelo».

16Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «Un fuoco divino è caduto dal cielo: si è appiccato alle pecore e ai guardiani e li ha divorati. Sono scampato soltanto io per raccontartelo».

17Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I Caldei hanno formato tre bande: sono piombati sopra i cammelli e li hanno portati via e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato soltanto io per raccontartelo».

18Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I tuoi figli e le tue figlie stavano mangiando e bevendo vino in casa del loro fratello maggiore, 19quand’ecco un vento impetuoso si è scatenato da oltre il deserto: ha investito i quattro lati della casa, che è rovinata sui giovani e sono morti. Sono scampato soltanto io per raccontartelo».

20Allora Giobbe si alzò e si stracciò il mantello; si rase il capo, cadde a terra, si prostrò 21e disse:

              «Nudo uscii dal grembo di mia madre,

              e nudo vi ritornerò.

              Il Signore ha dato, il Signore ha tolto,

              sia benedetto il nome del Signore!».

 

22In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto.

 

 

2            1Accadde, un giorno, che i figli di Dio andarono a presentarsi al Signore, e anche Satana andò in mezzo a loro a presentarsi al Signore. 2Il Signore chiese a Satana: «Da dove vieni?». Satana rispose al Signore: «Dalla terra, che ho percorso in lungo e in largo». 3Il Signore disse a Satana: «Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male. Egli è ancora saldo nella sua integrità; tu mi hai spinto contro di lui per rovinarlo, senza ragione». 4Satana rispose al Signore: «Pelle per pelle; tutto quello che possiede, l’uomo è pronto a darlo per la sua vita. 5Ma stendi un poco la mano e colpiscilo nelle ossa e nella carne e vedrai come ti maledirà apertamente!». 6Il Signore disse a Satana: «Eccolo nelle tue mani! Soltanto risparmia la sua vita».

7Satana si ritirò dalla presenza del Signore e colpì Giobbe con una piaga maligna, dalla pianta dei piedi alla cima del capo. 8Giobbe prese un coccio per grattarsi e stava seduto in mezzo alla cenere. 9Allora sua moglie disse: «Rimani ancora saldo nella tua integrità? Maledici Dio e muori!». 10Ma egli le rispose: «Tu parli come parlerebbe una stolta! Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremmo accettare il male?».

In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra.

11Tre amici di Giobbe vennero a sapere di tutte le disgrazie che si erano abbattute su di lui. Partirono, ciascuno dalla sua contrada, Elifaz di Teman, Bildad di Suach e Sofar di Naamà, e si accordarono per andare a condividere il suo dolore e a consolarlo. 12Alzarono gli occhi da lontano, ma non lo riconobbero. Levarono la loro voce e si misero a piangere. Ognuno si stracciò il mantello e lanciò polvere verso il cielo sul proprio capo. 13Poi sedettero accanto a lui in terra, per sette giorni e sette notti. Nessuno gli rivolgeva una parola, perché vedevano che molto grande era il suo dolore.

 

 

3            1Allora Giobbe aprì la bocca e maledisse il suo giorno. 2Prese a dire:

 

                            3«Perisca il giorno in cui nacqui

              e la notte in cui si disse: “È stato concepito un maschio!”.

                            4Quel giorno divenga tenebra,

              non se ne curi Dio dall’alto,

              né brilli mai su di esso la luce.

                            5Lo rivendichino la tenebra e l’ombra della morte,

              gli si stenda sopra una nube

              e lo renda spaventoso l’oscurarsi del giorno!

                            6Quella notte se la prenda il buio,

              non si aggiunga ai giorni dell’anno,

              non entri nel conto dei mesi.

                            7Ecco, quella notte sia sterile,

              e non entri giubilo in essa.

                            8La maledicano quelli che imprecano il giorno,

              che sono pronti a evocare Leviatàn.

                            9Si oscurino le stelle della sua alba,

              aspetti la luce e non venga

              né veda le palpebre dell’aurora,

                            10poiché non mi chiuse il varco del grembo materno,

              e non nascose l’affanno agli occhi miei!

                            11Perché non sono morto fin dal seno di mia madre

              e non spirai appena uscito dal grembo?

                            12Perché due ginocchia mi hanno accolto,

              e due mammelle mi allattarono?

                            13Così, ora giacerei e avrei pace,

              dormirei e troverei riposo

                            14con i re e i governanti della terra,

              che ricostruiscono per sé le rovine,

                            15e con i prìncipi, che posseggono oro

              e riempiono le case d’argento.

                            16Oppure, come aborto nascosto, più non sarei,

              o come i bambini che non hanno visto la luce.

                            17Là i malvagi cessano di agitarsi,

              e chi è sfinito trova riposo.

                            18Anche i prigionieri hanno pace,

              non odono più la voce dell’aguzzino.

                            19Il piccolo e il grande là sono uguali,

              e lo schiavo è libero dai suoi padroni.

                            20Perché dare la luce a un infelice

              e la vita a chi ha amarezza nel cuore,

                            21a quelli che aspettano la morte e non viene,

              che la cercano più di un tesoro,

                            22che godono fino a esultare

              e gioiscono quando trovano una tomba,

                            23a un uomo, la cui via è nascosta

              e che Dio ha sbarrato da ogni parte?

                            24Perché al posto del pane viene la mia sofferenza

              e si riversa come acqua il mio grido,

                            25perché ciò che temevo mi è sopraggiunto,

              quello che mi spaventava è venuto su di me.

                            26Non ho tranquillità, non ho requie,

              non ho riposo ed è venuto il tormento!».

 

 

4            1Elifaz di Teman prese a dire:

 

              2«Se uno tenta di parlare, ti sarà gravoso?

              Ma chi può trattenere le parole?

              3Ecco, sei stato maestro di molti

              e a mani stanche hai ridato vigore;

              4le tue parole hanno sorretto chi vacillava

              e le ginocchia che si piegavano hai rafforzato.

              5Ma ora che questo accade a te, ti è gravoso;

              capita a te e ne sei sconvolto.

              6La tua pietà non era forse la tua fiducia,

              e la tua condotta integra la tua speranza?

              7Ricordalo: quale innocente è mai perito

              e quando mai uomini retti furono distrutti?

              8Per quanto io ho visto, chi ara iniquità

              e semina affanni, li raccoglie.

              9A un soffio di Dio periscono

              e dallo sfogo della sua ira sono annientati.

              10Ruggisce il leone, urla la belva,

              e i denti dei leoncelli si frantumano;

              11il leone perisce per mancanza di preda,

              e i figli della leonessa si disperdono.

              12A me fu recata, furtiva, una parola

              e il mio orecchio ne percepì il lieve sussurro.

              13Negli incubi delle visioni notturne,

              quando il torpore grava sugli uomini,

              14terrore mi prese e spavento,

              che tutte le ossa mi fece tremare;

              15un vento mi passò sulla faccia,

              sulla pelle mi si drizzarono i peli.

              16Stava là uno, ma non ne riconobbi l'aspetto,

              una figura era davanti ai miei occhi.

              Poi udii una voce sommessa:

              17“Può l’uomo essere più retto di Dio,

              o il mortale più puro del suo creatore?

              18Ecco, dei suoi servi egli non si fida

              e nei suoi angeli trova difetti,

              19quanto più in coloro che abitano case di fango,

              che nella polvere hanno il loro fondamento!

              Come tarlo sono schiacciati,

              20sono annientati fra il mattino e la sera,

              senza che nessuno ci badi, periscono per sempre.

              21Non viene forse strappata la corda della loro tenda,

              sicché essi muoiono, ma senza sapienza?”.

 

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