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BERNADETTE E LE APPARIZIONI DI LOURDES p. Luigi Chierotti C.M.

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2009 16:10
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03/09/2009 15:43

BERNADETTE E LE APPARIZIONI DI LOURDES [SM=g27998]

p. Luigi Chierotti C.M.

PREMESSA

Come le cinque precedenti, anche questa sesta edizione del «Mese di maggio» che vi presento, non vuol essere una storia completa e critica dei fatti di Lourdes. Vi sono oggi a tal fine opere di grande valore e su certi punti definitive.

Lo scopo di queste pagine è di offrire ai devoti, che forse non avranno la fortuna di recarsi a Lourdes, un racconto delle apparizioni fedele ma succinto, diviso in capitoletti, in calce ai quali, giorno per giorno, saranno suggeriti alcuni pensieri utili per una breve meditazione, con un fioretto, una giaculatoria ed un fatterello, il più possibile critico ed autentico.

In tal modo il lavoro potrà servire ai devoti dei 18 sabati di Lourdes o per un intero mese mariano.

A bella posta non ho seguito un ordine particolare in queste brevi meditazioni, preferendo cogliere dall'appari­zione del giorno l'insegnamento più ovvio.

Nessuno poi farà meraviglia che nel libro abbiano trova­to posto, seppur in breve, le maggiori apparizioni degli ulti­mi 170 anni, così strettamente unite nelle finalità alle manifestazioni di Lourdes. Queste infatti non possono esse­re considerate una parentesi mariana a sé stante, ma sono naturalmente legate a tutto il risveglio di fervore mariano e di rivelazioni straordinarie, che ebbe inizio appunto a Pari­gi (1830) e dura tuttora.

Il libro si rivolge al popolo. Non si cerchi quindi in esso voli di alta speculazione mariana o teologica e nemmeno un linguaggio forbito o difficile. Tutto vuol essere pane di casa, semplice, ma nutriente.

Il racconto delle apparizioni è stato tolto dagli storici francesi più recenti e critici, di cui la bibliografia reca l'e­lenco delle opere più importanti consultate.

Con questo prego l'Immacolata di voler concedere a que­ste pagine, pur così inadeguate allo scopo, la grazia di fare del bene, come già fecero le precedenti edizioni.

Genova, 21 giugno 2006

Luigi Chierotti c.m.



CAPITOLO I

LOURDES COME CI APPARE 150 ANNI DOPO


A chi giunge da lontano, dopo un viaggio disagevole, il cuore sobbalza di gioia e di emozione quando sente scan­dire dagli altoparlanti della piccola stazione il nome della città di Maria: «Lourdes!Lourdes!».

Immagino appena che cosa debbano provare gli amma­lati, che durante le lunghe ore di sofferenza, hanno sogna­to, forse per anni interi, Lourdes come la terra dei miracoli, ove sperano di ritrovare salute, forza, serenità, rassegnazio­ne.

Un senso di curiosità invade subito il pellegrino, che per la prima volta si affaccia al margine della città. Si cerca con gli occhi la basilica, la grotta. Si immagina di poter incon­trare per via Bernadette, avvolta nel suo mantello bianco, ma Lourdes, a primo colpo d'occhio, si presenta ben diver­sa dal minuscolo paesino dei Pirenei, quale doveva essere tanti anni fa.

Allora aveva da tre a quattro mila abitanti: oggi è una città ridente, con tanti alberghi, grandi ospizi, costruzioni nuove e soprattutto bazar di oggetti religiosi, lussuosi e modesti. Si può dire che la Lourdes esterna al recinto del Santuario, sia tutta una sola grande bottega di «souvenirs», medagliette, oggetti sacri. Questo commercio dissacra un poco Lourdes e ci serra il cuore.

Presto però si dimentica tutto questo. Nel recinto del Santuario, a circa 600-700 metri ad ovest della città, vi è l'at­mosfera del soprannaturale. Colà si va per pregare, per can­tare alla Vergine, per invocare la sua bontà, per inginoc­chiarsi davanti alla grotta senza rispetto umano, per bagnarsi nelle piscine di acqua miracolosa con spirito di fede, per assistere alle funzioni religiose sempre tanto commoventi. Colà è una gara continua tra fedeli di tutto il mondo per meglio onorare Maria e purificarsi interiormente con i Sacra­menti, onde essere più facilmente esauditi nelle richieste che ognuno porta di lontano ai piedi della Mamma.

La grotta. - Le rocce di Massabielle e particolarmen­te la grotta delle apparizioni, sono rimaste quali erano, la Grotta è il cuore di Lourdes. Affumicata dai ceri, levigata dai baci dei pellegrini, col torrente Gave, appena canalizza­to, che lambisce ancora il piazzale sorto su quello che fu il greto del corso d'acqua, la grotta commuove anche i cuori più duri, anche i fedeli più distratti, che a Lourdes si recano forse solo per curiosità.

La statua bianca posta nel cavo della roccia, di mediocre fattura, non è bella. Meglio chiudere gli occhi e pensare alla radiosa immacolata, che ciascuno si è raffigurato in mente fin da bambino.

Ai piedi della Vergine vi è un'urna, nella quale piovono quotidianamente plichi di lettere in tutte le lingue. Ogni giorno essa viene vuotata e le richieste bruciate, ma ogni giorno si riempie di nuovo.

Davanti alla Mamma tutti si sentono fratelli e questa è la prima grande lezione di Lourdes. Colà si tocca con mano che la Madonna, come una madre terrena, ama di più solo chi soffre di più e meglio, e chi è più buono. Davanti alla grotta di Lourdes si perdona, si prega per tutti, si fanno i più santi propositi.

E' la Mediatrice che versa i torrenti delle sue grazie spiri­tuali e materiali.

La sorgente e le piscine miracolose. - A sinistra della grotta, quella che fu la prima sorgente fangosa, a cui bevve la veggente, versa ora da dodici rubinetti un'acqua abbon­dante (122.000 litri al giorno), limpida e fresca, mentre a destra si allineano, nello stabilimento apposito, le vasche di pietra delle piscine, per ammalati di ogni specie.

Quanti si siano levati da quelle piscine risanati improvvi­samente nel corpo e nell'anima, per intercessione della SS. Vergine, a Dio solo è noto.



Riflessioni: Maria nel piano della salvezza

I cattolici furono spesso ingiustamente accusati di nutrire e pro­muovere una esagerata ed errata devozione verso la SS. Vergine. Si attribuì loro una devozione ricca di sentimentalismo, fondata di pre­ferenza sul meraviglioso delle apparizioni più che sulle basi della scrittura e della Teologia. Quando però Maria è collocata al suo posto giusto, quello che le è stato assegnato da Dio stesso, non è possibile esagerare ed errare nel venerarla ed amarla.

Il piano universale di salvezza, infatti, stabilito dal Padre nella eternità ed eseguito nel tempo dal Figlio e dallo Spirito Santo, com­prende anche la duplice presenza di Maria e della Chiesa e quindi la presenza di Maria nella Chiesa. Nella pienezza dei tempi, quando Dio mandò il Figlio suo nato da donna», Maria venne inserita nell'e­vento dell'Incarnazione come Madre del Redentore, unico ed uni­versale. Essa fu associata non solo all'esistenza umana, ma anche all'opera del Figlio, all'opera di salvezza del mondo.

Subordinazione a Cristo. - Maria e la Chiesa hanno certo un ufficio positivo nella storia della salvezza, però soltanto ed esclusi­vamente in completa dipendenza da Cristo e dallo Spirito. Quindi un ruolo totalmente subordinato e derivato. Sia Maria che la Chiesa sono orientate in riferimento a Cristo. È da Cristo che si deve partire per comprendere l'una e l'altra. Un dato comunque è certo: Maria entra in tutto l'orizzonte della redenzione e del mistero pasquale. Essa non è solo «Regina degli Apostoli», ma ha una relazione materna con tutti gli uomini.

Perchè possiamo e dobbiamo venerare Maria. - «Ad Jesum per Mariam», andare a Gesù attraverso alla Madonna pertanto, resta la via più facile, naturale ed utile per ogni suo figlio. Se noi diciamo «Maria!,, essa ripete «Gesù!», ed a Lui porta automaticamente le anime che ricorrono a lei. Essa prende, ripulisce ed arricchisce il bene che facciamo e lo presenta al Figlio suo per noi. Da Lui ci ottiene la gra­zia del ritorno ed il perdono quando ci siamo allontanati ed ogni altro aiuto spirituale e materiale di cui abbiamo bisogno. Per questo i cattolici amano e venerano la SS. Vergine, non come una figura staccata dall'insieme del dogma, quasi fosse una dea, ma come Mamma di Gesù, Madre del Redentore, della sua Chiesa e di ciascu­no di noi. Come si potrebbe rimproverare ad un figliolo di esagerare nell'amare e venerare la propria madre?

Fioretto: Rinnova un bell'atto di perdono, verso coloro che ti aves­sero fatto soffrire.

Giaculatoria: Padre, rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimet­tiamo ai nostri debitori.



A LOURDES SI PERDONA!

La prima lezione di Lourdes al mondo, troppo spesso diviso da odio profondo, è un insegnamento di fratellanza e di amore. Davan­ti alla Madonnina della grotta tutti si sentono suoi figli e quindi fra­telli.

Nel giugno del 1951, durante l'annuale pellegrinaggio dell'eserci­to francese (circa ventimila soldati), arrivarono pure alcuni malati tedeschi. Al momento di trasportarli alle piscine, non si trovò nessun barelliere della loro nazionalità. Fu allora rivolto l'invito ad un grup­po di soldati francesi.

Si fece avanti un giovane: era dell'Alsazia, la regione perpetua­mente contesa tra le due nazioni e che ha già fatto versare tanto sangue.

- Io stesso - disse - stavo per chiedere quest'onore. E aggiunse visibilmente commosso:

- I Tedeschi mi hanno fatto tanto male.. Torturato ed ucciso mio padre e mio fratello!... Bruciata la mia casa!... Ma qui siamo a Lour­des ed io perdono!

Passò i due giorni della sua permanenza a Lourdes al servizio dei malati tedeschi. (Riduzione da “Madre e Regina”).

[Modificato da Caterina63 03/09/2009 15:44]
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