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Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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BERNADETTE E LE APPARIZIONI DI LOURDES p. Luigi Chierotti C.M.

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2009 16:10
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03/09/2009 15:54

CAPITOLO X

VI APPARIZIONE

Domenica, 21 febbraio 1858 -Mattino presto


Prima ancora che il sole sorgesse, alla grotta di Massa­bielle vi era già una folla di centinaia di persone. La prima folla di pellegrini a Lourdes.

Bernadette giunse avvolta nel suo mantello bianco, un po' sdrucito, accompagnata dalla mamma e dalla sorella, che ormai credevano decisamente alla realtà delle appari­zioni della Bella Signora.

Con semplicità la fanciulla attraversò due ali di folla, tenendo un cero acceso in mano e andò ad inginocchiarsi davanti alla nicchia della roccia, sotto il roveto.

Qualche istante dopo il suo volto divenne più pallido ed entrò in estasi. Contemplava la SS. Vergine, ma non aveva perso la coscienza; difatti, quando il suo cero si spense, lo porse alla persona più vicina, affinché glielo riaccendesse.

Qualcuno anzi volle toccare il roveto con un bastone, ma Bernadette fece cenno spaventata di desistere: - Avevo paura - disse poi -, che si toccasse la Signo­ra e le si facesse del male!

Un dottore, il Signor Dozous, tastò il polso della ragaz­za: era calmissimo, tranquillo.

Pregate per i peccatori! - A questo punto la veggente fece con le ginocchia qualche passo avanti nella grotta. Lo sguardo della Vergine si volse lontano e poi si posò, pieno di dolore, su Bernadette.

- Che avete? Che occorre fare? - chiese la fanciulla. - Pregate per i peccatori! - rispose la Madonna.

Bernadette, vedendo il dolore della Signora, fu assalita da profonda tristezza e due lacrime rigarono il suo volto; ma, prima che la Vergine Santa svanisse, un nuovo raggio di gioia e di speranza si manifestò nel suo sguardo e in quello di Bernadette.

La luce, come d'ordinario, rimase nel cavo della roccia ancora per qualche istante e poi scomparve.

La figura della veggente tornò a poco a poco normale, serena, mentre attorno a lei si addensava la folla, la quale non aveva visto né udito nulla, ma ciononostante era ansiosa di sapere e commossa al tempo stesso.

Bernadette al Palazzo di Giustizia - Quel mattino, dopo la Messa solenne, Bernadette venne convocata dal procuratore imperiale e interrogata. La semplicità delle sue risposte fece impressione sull'uomo di legge, che la trattò con molta gentilezza. Più rude fu invece il commissario di polizia, che volle a sua volta interrogarla nel pomeriggio. Egli era convinto che tutta «quella montatura» dovesse finire presto con le buone o con le cattive. Fece pertanto promet­tere al babbo di Bernadette di non permettere più alla figlia di recarsi alla grotta.



Riflessioni: «Pregate per i peccatori!»

È la prima volta che sentiamo dalle labbra della Madonna di Lourdes questo invito, e più che le parole, ci commuove l'atteggia­mento accorato della SS. Vergine. Anche a Bernadette fecero tanta impressione queste parole, che pregare e soffrire per i peccatori divenne come lo scopo della sua giovane vita.

Quando soffrirà molto esclamerà a volte: - E per quel grande peccatore.

- Dov'è questo grande peccatore? - le si chiedeva. - Oh, la Madonna lo conosce bene!

Il pianto di Maria SS. - Ai piedi della croce la Madonna ha accettato un triste scambio tra noi e Gesù, il suo Gesù buono, inno­cente, che moriva per gli altri fratelli. Là è divenuta nostra madre, madre dei peccatori. Li ha tutti nel cuore i suoi figli, perché una madre per ciascun figliuolo ha sofferto qualcosa di particolare e cia­scuno ama con un amore singolare.

Per questo Essa soffre quando qualcuno dei suoi figli abbandona la retta via e si pone sulla strada comoda e larga della perdizione. Se un'anima costa a Gesù il suo sangue, a Maria costa il suo Gesù.

La Madonna piange forse anche per te! - Forse, se non fosse stata la sua preghiera, saresti già perduto anche tu.

Non voler più addolorare la tua Mamma Celeste, ma ora che sai quanto ha sofferto per te, promettile un amore più grande e lavora affinché i peccatori si ravvedano e si salvino.

Fioretto: Contempla per qualche minuto il crocifisso ed osserva le sue piaghe sanguinanti!

Giaculatoria: O Gesù, vittima dei peccatori, abbi pietà di me!



LA MADONNINA DELLE LACRIME CONVERTE UN COMUNISTA [SM=g27998]

Il 29-30-31 agosto ed il primo settembre 1953 a Siracusa una Madonnina di ceramica, a forma di lunetta, ha lacrimato silenziosa­mente e abbondantemente.

Accorsi medici e studiosi, esaminata ben bene la statua, si dovet­te confessare che la cosa aveva del prodigioso, poiché le lacrime raccolte, risultarono all'analisi lacrime umane.

Oggi, a tanti anni di distanza, avvenuti ormai tanti miracoli, la Chiesa ha parlato ed è stato costruito un tempio grandioso, che ricorderà il fatto miracoloso.

La Sicilia ha così uno dei più grandi santuari mariani, anche se a Siracusa la Madonna non ha parlato come a Parigi, a Lourdes, a Fati­ma, ma pianto.

Una mamma non piange per un nonnulla.

Tra i fatti prodigiosi verificatisi, merita di essere riportata una conversione singolare, quella di Vincenzo Mincella, dirigente del Partito Comunista siracusano, cosi come la raccontò il «Quotidiano Liberale» (Catania, 14 febbraio 1954):

«Risulta che il Mincella fece parte della Commissione di inchiesta, costituitasi in seno al Partito Comunista, allorché si effettuò la lacri­mazione, per effettuare sopraluoghi nelle case dei miracolati, per accertare l'autenticità delle notizie delle prodigiose guarigioni, che esaltavano e commuovevano l'opinione pubblica, facevano accorre­re folle di pellegrini da tutte le parti.

Sistematicamente si cercò di sminuire o di ridicolizzare gli eventi straordinari, che si verificavano con tanta frequenza e tale opera fu sostenuta con accanita, quanto sterile campagna della stampa comu­nista.

Vincenzo Mincella ebbe così modo di constatare gli effetti della Grazia Divina, discesa a sollevare le pene di tanta gente, immersa nel dolore e nella disperazione e vide, con i proprii occhi increduli, quanta luce e conforto scaturissero dalla Fede. Da questo contatto fecondo di rivelazioni e di meditazioni, che inutilmente la ideologia comunista tentava di soffocare, nacque nel Mincella il bisogno urgente di una revisione delle proprie convinzioni, l'esigenza di un equilibrio interiore che potesse tranquillizzare il suo spirito. La crisi è sempre più maturata, fino a quando il giovane attivista ha avuto il coraggio di risolverla con un atto franco e leale».



CAPITOLO XI

L'APPARIZIONE MANCATA

Lunedì, 22 febbraio 1858 - Verso le ore 14


Il lunedì 22 febbraio Bernadette ubbidì e andò a scuola, inghiottendo grossi lacrimoni. Aveva promesso alla Signora di recarsi per quindici giorni alla grotta ed ecco che non avrebbe potuto mantenere la sua promessa.

Dalle Suore dovette subire altre umiliazioni.

- Cattiva bambina! - le disse una Suora che sospetta­va un'impostura. - Tu cambi la quaresima in una inde­gna carnevalata!

Altre le rinfacciarono di voler far credere di essere una santa. Bernadette taceva e più che queste frecciate, le mor­deva il cuore il rincrescimento di non potersi recare alla grotta.

A mezzogiorno le scolare rientravano a casa per il desi­nare. Dopo pranzo, Bernadette si accinse a ritornare a scuola, ma quando fu al bivio del sentiero che portava alla grotta, una forza particolare vinse la sua volontà di obbedi­re, si impadronì di lei e delle sue gambe e la condusse suo malgrado dalla Madonna.

Perché mi avete abbandonata? - La gente, che aveva atteso invano tutta la mattina, si era assottigliata. Bernadette si inginocchiò e incominciò la recita del S. Rosario, ma il suo volto non si trasfigurò e la Bella Signora non si fece vedere. Anche lei l'aveva abbandonata? Avevano forse ragione le Suore? Bernadette piangeva dirottamente.

- Perché non apparite? diceva tra le lacrime. - Per­ché mi avete abbandonata?

Rivolta poi alla piccola folla confermò: - Nulla! Oggi la Signora non mi è apparsa. Non ho visto nulla!

Tornando a Lourdes triste, umiliata, la fanciulla si chiede quale mancanza da lei commessa abbia potuto dispiacere alla Signora. Come risposta la Madonna fa provare a Berna­dette una gioia vivissima quella sera stessa: il babbo e la mamma hanno creduto che Bernadette è stata spinta alla grotta da una forza superiore e che perciò non ha disobbe­dito né mentito e le tolgono la proibizione di recarsi dalla Bella Signora.

- D'ora innanzi - dice il babbo -, ti lascio libera di andare alla grotta quando vuoi!



Riflessioni: L'ora della prova

«Perché mi avete abbandonata?». - Anche Gesù sulla croce ha voluto provare questo triste momento ed ha esclamato accoratamen­te: «Dio mio, Dio mio, perché mi avete abbandonato?».

Un simile lamento abbiamo lasciato uscire dalle nostre labbra forse anche noi, quando tutti gli appoggi umani ci sembravano caduti a noi d'intorno. La nostra fede non ci è parsa sufficiente, per­ché non era talmente forte da credere senza sentire Dio.

È l'ora della prova che purifica la virtù, come l'oro si purifica col fuoco nel crogiuolo e ci fa toccare con mano come l'entusiasmo per il bene, che noi credevamo tanto sicuro, era solo un fuoco di paglia e si reggeva solo perché senza ostacoli.

Ma perché Dio si nasconde? - Sembra nascondersi, ma in realtà è più vicino a noi nella prova che nella gioia.

Santa Caterina da Siena, un giorno in cui la tentazione l'aveva sconvolta e Gesù sembrava assente e taceva, se ne lamentò con Lui, appena ne ebbe di nuovo la percezione sensibile: - Dove eravate, Signore, mentre io lottavo tanto?

E Gesù rispose: - Caterina, io ero nel più intimo del tuo cuore ed osservavo con quale generosità tu lottavi per amor mio.

Mezzi per non soccombere nella prova - A Bernadette per supe­rare quella triste giornata del 22 febbraio, fu certamente di grande conforto la preghiera che le aveva insegnato la Madonna, e l'amore­volezza con cui i suoi genitori seppero trattarla in casa.

Anche per te la preghiera resterà in simili circostanze la tavola di salvezza, e quando il Signore ti dona anche la comprensione delle persone care, ringrazialo. Ma anche se questa comprensione man­casse, Gesù è nel profondo del tuo cuore che osserva la tua genero­sità!

Fioretto: Non mi lamenterò oggi con i familiari di nulla e di nessuno.

Giaculutoria: Cuori di Gesù e di Maria, io confido in Voi!



“O LA MADONNA MI GUARISCE, O MI UCCIDO”!

Tutti conoscono l'”Unione Nazionale Italiana Trasporto Malati a Lourdes”, ma pochi sanno che essa è dovuta ad un singolare miraco­lo della Madonna. Essa fu suggerita da un giovane che, ammalato, si era recato a Lourdes dicendo: «O la Madonna a Lourdes mi guarisce, oppure là, dinanzi al suo santuario mi uccido!». Ma là né guari, né si uccise: tornò rassegnato.

Ecco come narra il fatto Mons. Ciccone: ««Col pellegrinaggio nazionale italiano del 1903, organizzato dal Comm. Filippo Tolli e Conte Acquaderni e diretto da Mons. Radini Tedeschi, viaggiavano per proprio conto quattro ammalati, uno dei quali attirava l'attenzione per la sua figura poco... simpatica. Era un giovane romano di circa 30 anni, dal viso pallido, dallo sguardo tru­ce. Il suo comportamento, il suo fare sprezzante ed altero allontana­vano da lui quella naturale e spontanea simpatia, che ogni anima cristiana sente verso un infelice. Solo a guardarlo negli occhi, si capiva che quel poveretto doveva sostenere dentro di sé una lotta terribile, che poteva volgere al tragico. Ma la Vergine vegliava amo­rosamente su quel giovane. Avrebbe Essa permesso che ai suoi pie­di, un suo figlio, in un momento di follia... di disperazione, mandas­se ad effetto il suo triste disegno?

Il 2 settembre era il giorno stabilito per il ritorno in Italia. Una giornata triste. Dopo un ultimo commovente saluto alla grotta, i pel­legrini si affrettano alla stazione. Nell'attraversare i binari vedo, den­tro una carrozzella, il giovane pallido, sfinito dal male; ma il suo sguardo questa volta è lieto e sereno. È così trasformato che mi sembra di sognare.

- È lui, è proprio lui! - mi dice Mons. Radini Tedeschi, che aveva notato la mia profonda meraviglia.

- Guarito? - Sì - soggiunge spiccando bene le parole -, guarito... nell'a­nima. Guardi... - e così dicendo Mons. Radini estrae dalla tasca una rivoltella!

- Me l'ha consegnata poco fa.

- Tenga - mi ha detto -, non mi serve più. Son venuto a Lourdes deciso a porre fine ai miei giorni con un colpo di rivoltella qualora non avessi ottenuto la guarigione. Iddio ha disposto altri­menti ed un sorriso della Vergine è bastato a mutarmi. Mi sento ras­segnato, mi sento felice nella mia infelicità e voglio dedicare le mie deboli forze per onorare la Madonna.

Quel giovane, Giovanni Battista Tommasi, mantenne la parola. Tornato a Roma, manifestò a Mons. Radini Tedeschi l'idea di fonda­re l'««Unione Nazionale Italiana Trasporto Malati a Lourdes,».

Mons. Radini accettò l'idea, l'aiutò, l'assecondò ed in breve tem­po sorse in Roma l'Opera Nazionale. G.B. Tommasi ne fu non solo il fondatore ma il primo presidente per parecchi anni.



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