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Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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Quel che Don Bosco diceva ai suoi giovani e che noi oggi non diciamo più

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2009 18:06
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Sesso: Femminile
03/09/2009 18:02

4. IL GIUDIZIO

IL GIUDIZIO DIVINO è la sentenza che Gesù pronuncerà al termine della nostra vita, con la quale fisserà la nostra sorte per l'eternità.

Appena la tua anima sarà uscita dal corpo, comparirà davanti al Giudice divino, che ti domanderà conto strettissimo del bene e del male che hai fatto durante la tua vita.

Con un sol colpo d'occhio, come in una luce improvvisa, tu vedrai tutta la tua vita messa a con­fronto con la volontà di Dio.

Allora sarai terrorizzato per i peccati commessi dei quali non ti sei pentito, per le preghiere trala­sciate, per gli scandali dati. Vedrai le anime che tu con i tuoi cattivi esempi hai condotto al peccato che ti maledicono nell'Inferno e che chiedono la tua condanna. Vedrai i demoni ansiosi di trascinar­ti con loro e, sotto di te l'Inferno spalancato che sta per riceverti.

Cercherai allora di alzare i tuoi occhi imploran sul volto di Cristo, ma non riuscirai a sostenerne lo sguardo. Invocherai l'aiuto della Madonna, ma essa non potrà più far nulla per te.

Allora, non trovando scampo griderai alle mon­tagne e alle pietre che ti coprano e che ti annienti­no, ma esse non si muoveranno. La tua anima immortale non potrà rifugiarsi neppure nel nulla. Allora tu stesso, riconoscendo la Giustizia di Dio, invocherai l'Inferno come una liberazione!

Mio caro giovane, tu sei ancora in tempo per evitare un giudizio di condanna! Chiedi subito perdono a Dio dei tuoi peccati e comincia da oggi una vita veramente cristiana. In quel giorno tre­mendo sarai felice di aver amato Gesù e di aver osservato i Suoi Comandamenti. Anche le soffe­renze che ora patisci ti saranno in quel momento fonte di gioia. Vivi quindi oggi come vorresti esse­re vissuto allora!

5. L’INFERNO

Chi rifiuta Dio fino all'ultimo, cioè anche men­tre muore, continuerà a rifiutarlo per sempre! Perciò la Giustizia divina, nel rispetto della libera scelta fatta dalla sua creatura, la allontana per sempre da Sé, lasciandola andare al destino di chi ha rifiutato il Sommo Bene per scegliere il sommo male, cioè L'INFERNO ETERNO.

La prima pena che i dannati patiscono nel­l'Inferno è la pena dei sensi, che saranno tormen­tati da un fuoco che brucia orribilmente senza mai consumare. Fuoco negli occhi, fuoco nella bocca, fuoco in ogni parte.

Ogni senso subisce la propria pena conforme­mente all'uso cattivo che se ne è fatto in vita. Gli occhi sono atterriti dalla vista dei demoni e degli altri dannati. Le orecchie non odono che urla e pianti di disperazione. L'odorato soffre per il feto­re e la bocca per la sete e la fame canina.

Il ricco Epulone in mezzo ai tormenti infernali, alzò lo sguardo al cielo e chiese, supplicando, una goccia d'acqua per temperare l'arsura della sua lingua: ma anche questa goccia d'acqua gli fu negata!

Oh! Inferno, Inferno! Quanto sono infelici quelli che cadono nei tuoi abissi!

Mio caro giovane, se tu dovessi morire in que­sto momento, dove andresti? Se ora non puoi tene­re un dito sopra la fiammella di una candela senza gridare dal dolore, come potrai sopportare il tor­mento di tutte quelle fiamme per tutta l'eternità?

La seconda pena che i dannati soffrono nell'Inferno è la pena del danno.

Essa è senza paragone più terribile di quelle dei sensi, perché è la privazione completa ed eterna del Bene Infinito per il quale siamo stati creati. Come i nostri polmoni hanno bisogno dell'aria per vivere, così la nostra anima ha bisogno di Dio; e come la morte per annegamento è la morte più ter­ribile che ci sia, così non vi è pena più terribile per l'anima del prepotente bisogno che sente di «respirare» Dio. Senza contare che la sofferenza dell'annegato dura pochi minuti, mentre la soffe­renza del dannato dura per sempre!

E con la privazione di Dio il dannato è privato anche della compagnia degli Angeli, della Madonna, dei Santi e dei suoi cari defunti, che non vedrà mai più.

Giovane caro! Come potrai ancora vivere in peccato, ora che conosci quali terribili pene aspet­tano chi non si decide ad amare veramente Dio? Non aspettare a convertirti! Come puoi sapere se questa non sia l'ultima chiamata, e che se non vi corrispondi non ne avrai altre per salvarti ?

«Gesù mio, ti ringrazio di avermi fatto cono­scere il pericolo eterno al quale tante volte mi sono esposto con i miei peccati. Tieni viva in me quella santa paura che ora sento nel cuore: essa mi aiuterà a vincere tutte le tentazioni e così a sal­vare l'anima mia!».

6. L’ETERNITA’ DELLE PENE

Pensa, o mio caro giovane, che sa andrai all'Inferno NON NE USCIRAI MAI PIÙ! Nell'Inferno infatti non solo si soffrono tutte le pene, ma si soffrono in eterno. Passeranno cento anni da quando sarai nell'Inferno, ne passeranno mille, e l'Inferno incomincerà allora; ne passeran­no centomila, cento milioni, passeranno milioni di secoli, e l'Inferno sarà al suo inizio.

Se un Angelo portasse ai dannati la notizia che Dio li vuole liberare dall'Inferno quando saranno passati tanti milioni di secoli quante sono le gocce d'acqua del mare, le foglie degli alberi e i granelli di sabbia della terra, questa notizia riempirebbe di gioia l'Inferno. «È vero - direbbero i dannati - che devono passare tanti secoli, ma un giorno finiran­no!». Invece passeranno tutti questi secoli e tutti i tempi immaginabili, e l'Inferno sarà sempre da capo!

Se almeno il povero dannato potesse ingannare se stesso e illudersi pensando: «Chissà che forse un giorno Dio mi potrà fare uscire da questo tor­mento... Ma neppure questo sarà possibile, perché è lo stesso dannato, che in punto di morte ha tenu­to ferma la sua volontà contro Dio, a non volerla più cambiare ora che è entrato nella eternità. Sarà lui stesso a volere per sempre quelle fiamme che lo bruciano, quei demoni che lo tormentano, e a respingere per sempre quel Dio che ha offeso! Ciò che deve riempire di spavento noi che siamo ancora su questa terra, è il pensiero che quella eterna fornace è continuamente aperta sotto i nostri piedi, e che basta un solo peccato mortale per cadervi dentro.

Mio giovane amico, capisci ciò che leggi? Una pena eterna per un solo peccato mortale che forse commetti con tanta facilità!

Ascolta dunque il mio consiglio: se la coscien­za ti rimorde per qualche peccato mortale (fosse anche uno solo) va presto a confessarti e comincia subito una vita buona. Per questo scegliti un santo sacerdote al quale potrai ricorrere per chiedere aiuto e, se necessario, per fare una confessione che abbracci tutta la tua vita.

Ricordati sempre che pur di non cadere nell'Inferno qualunque sacrificio che tu possa compiere è ben poca cosa, perché tutti i sacrifici di questo mondo durano poco mentre l'Inferno dura per sempre!

«O Gesù, che sei morto sulla Croce per preser­varmi dall'Inferno eterno, fa che anch'io muoia al peccato in questa vita per poter salvare l'anima mia nell'eternità».

7. IL PARADISO

Quanto fa spavento il pensiero dell'Inferno, così è consolante quello del PARADISO CHE DIO HA PREPARATO per coloro che lo amano.

Se tu potessi godere contemporaneamente tutte le gioie di questo mondo, dalle bellezze del creato ai cibi più prelibati, dalle musiche più soavi agli affetti più puri, sappi che tutto ciò è nulla in con­fronto alle gioie che ti aspettano in Paradiso!

Pensa infatti alla gioia che proverai incontrando i tuoi parenti ed amici, che ti verranno incontro per accoglierti con loro; pensa alla bellezza e nobiltà degli Angeli e dei Santi che a milioni e milioni lodano il loro Creatore. In Paradiso vedrai la gran­de moltitudine di giovani che conservarono intatta la virtù della purezza e di quelli che la riconquista­rono col pentimento e la penitenza: e li vedrai tutti felici di una felicità che non sarà loro tolta mai.

Ma sappi che tutte le gioie del Paradiso sono nulla in confronto della gioia che si prova nel vedere Dio! Come il sole illumina e abbellisce tutto il mondo, così Dio con la Sua presenza illu­mina e abbellisce tutto il Paradiso e riempie i for­tunati abitatori di piaceri inesprimibili. In Lui vedrai come in uno specchio, tutte le cose, godrai tutti i piaceri, amerai tutti i Santi del Cielo.

San Pietro sul monte Tabor, per aver guardato una sola volta il volto di Gesù raggiante di luce, si sentì riempito di tanta dolcezza che fuori di sè esclamò: «O Signore, come è bello star qui con Te!». E vi sarebbe rimasto per sempre. Pensa quin­di alla tua gioia nel poter contemplare ed amare non per un solo istante, ma per sempre, quel Volto divino che innamora gli Angeli ed i Santi e che abbellisce tutto il Paradiso!

E pensa quale gioia sarà per te contemplare e baciare il volto purissimo ed amabile di Maria, che sulla terra tante volte hai invocato e che ora ti rice­ve come figlio carissimo e ti presenta a Gesù!

Fatti dunque coraggio, mio caro figliolo: se anche ti toccherà patire qualche cosa in questo mondo, non importa; il premio che ti aspetta in Paradiso ricompenserà infinitamente tutti i tuoi patimenti.

Allora sì potrai dire: «Sono salvo! Sarò per sempre con il Signore!». Allora sì benedirai il momento in cui lasciasti il peccato, il momento in cui facesti quella buona confessione e incomincia­sti a frequentare i Sacramenti, il giorno in cui lasciasti i cattivi compagni, le cattive letture e i cattivi spettacoli... Allora, pieno di gratitudine ti volgerai a Dio, ed a Lui canterai la tua lode per tutti i secoli.

8. LA CONOSCENZA DI DIO

Alza gli occhi, o figlio mio, ed osserva quanto esiste in cielo e sulla terra. Il sole, la luna, le stelle, l'aria, l'acqua, il fuoco sono tutte cose che un tempo non esistevano. È stato Dio, con la sua onnipotenza, che le ha tratte dal nulla, creandole; e perciò Dio si chiama Creatore.

Questo Dio che è sempre stato e sempre sarà, dopo aver creato le cose che ci sono nel cielo e sulla terra, ha dato l'esistenza all'uomo, la più per­fetta di tutte le creature visibili. Perciò i nostri occhi, la bocca, la lingua, le orecchie, le mani, i piedi... sono tutti doni del Signore.

L'uomo si distingue da tutti gli altri animali soprattutto perché ha un'anima che pensa, ragiona, vuole e conosce ciò che è bene e ciò che è male. Quest'anima è un puro spirito e perciò non può morire col corpo; ma quando questo sarà portato al sepolcro, essa comincerà un'altra vita che non finirà più.

Se l'anima in questa vita fece del bene, sarà sempre beata con Dio in Paradiso dove godrà tutti i beni in eterno; se invece operò il male verrà punita con un terribile castigo nell'Inferno, dove patirà per sempre il fuoco e ogni altra sorte di tor­menti.

Bada per altro, figlio mio, che noi siamo tutti creati per il Paradiso, e Dio, che è padre pieno d'a­more, condanna all'Inferno solo coloro che lo hanno meritato con i propri peccati.

Oh, quanto ci ama il Signore! e quanto desidera che noi compiamo opere buone per renderci poi partecipi di quella grande ed eterna felicità che ha preparato per tutti in Cielo!

9. I GIOVANI SONO MOLTO AMATI DA DIO

Noi tutti, o caro giovane, siamo stati creati per il Paradiso, dobbiamo perciò indirizzare ogni nostra azione a questo gran fine.

A far questo deve spingerci il premio che Dio ci ha promesso e il castigo che ci ha minacciato, ma assai più IL GRANDE AMORE CHE EGLI CI PORTA. Infatti, benché Dio ami tutti gli uomini come Suoi figli, tuttavia ha un particolare amore per i giovani e «trova la Sua delizia nello stare con loro».

Dio ama i giovani perché da essi si aspetta molte opere buone; li ama perché sono in un'età semplice, umile, innocente e, in generale, non so­no ancora divenuti preda del nemico infernale.

Anche Gesù ha dato prove di speciale benevo­lenza per i giovani. Egli ci assicura che considera come fatto a Sè tutto il bene fatto ai fanciulli e minaccia terribilmente chi dà loro scandalo. Ecco le Sue parole: «Se qualcuno scandalizzerà uno di questi piccoli che credono in Me, sarebbe meglio per lui che gli fosse legata al collo una macina da mulino e che fosse gettato nel profondo del mare».

Gesù gradiva che i fanciulli lo seguissero, li chiamava a Sè, e dava loro la Sua santa benedizio­ne. Diceva: «Lasciate che i fanciulli vengano a Me, e non glielo proibite!», facendoci così com­prendere che i giovani sono la delizia del Suo cuore.

Poiché Gesù ti ama tanto tu pure lo devi amare, facendo tutto ciò che a Lui piace ed evitando tutto quanto lo potrebbe disgustare.

10. LA SALVEZZA DELL’ANIMA DIPENDE ORDINARIAMENTE DAL TEMPO DELLA GIOVINEZZA

Sono due i luoghi preparati per noi nell'altra vi­ta: l'Inferno per i cattivi, dove si soffre ogni male; e il Paradiso per i buoni, dove si godono tutti i beni.

Il Signore ti avverte che SE TU COMINCERAI AD ESSERE BUONO DA GIOVANE, lo sarai anche per tutto il resto della tua vita, che verrà così coronata con una eternità di gloria. Ma che se al contrario comincerai da giovane una vita catti­va, quasi sicuramente continuerai così fino alla morte, e andrai all'Inferno.

Perciò se vedi uomini anziani dediti al vizio, all'ubriachezza, alla bestemmia... puoi benissimo dire che quei vizi cominciarono in gioventù. Dice infatti il Signore: «La strada presa nella giovinez­za, invecchiando non verrà più abbandonata».

Mi dirai: «Se comincio ora a servire il Signore, diverrò triste!»

Ti rispondo che non è vero! Triste sarà colui che serve il demonio, perché quantunque si sforzi di stare allegro, sentirà notte e giorno la voce della coscienza che gli dice: «Sei nemico di Dio e sei sull'orlo dell'Inferno!» Del resto, chi più allegro e sereno di San Luigi Gonzaga, di San Filippo Neri e di San Vincenzo de' Paoli? Eppure la loro vita è stata una continua pratica di ogni virtù.

Fatti dunque coraggio! Scegli la strada della virtù, e ti assicuro che ti troverai contento e speri­menterai quanto è dolce e soave servire il Signore.


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