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I 7 Vizi Capitali: Superbia, avarizia, lussuria. ira, gola, invidia e accidia

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2009 19:14
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Sesso: Femminile
03/09/2009 19:11

INVIDIA

L'invidia è il rincrescimento o tri­stezza del bene altrui, in quanto lo si riguarda come dannoso al bene nostro.

Sembrerebbe l'invidia un piccolo vi­zio, eppure tra i vizi capitali occupa un posto eminente, in quanto è comune e dà origine a molti peccati.

Giustamente si dice che se l'invidia facesse divenire gobbi, nel mondo diffi­cilmente si vedrebbe un uomo od una donna senza gobba.

L'invidia è un vizio tutto interno, na­scosto nell'intima del cuore umano; è un vizio vile, perciò tenta di nascondersi; ma per quanto faccia l'invidioso a celare la sua malignità, non sempre vi riesce.

Dobbiamo amare il prossimo come noi stessi; è questo il comando datoci da Dio; dobbiamo cioè rallegrarci del bene altrui come del bene nostro e dobbiamo rattri­starci del male altrui come del nostro male.

L'invidioso fa al contrario; gode del male della persona che invidia e soffre del bene suo. Come tale, l'invidia è un vero peccato, opponendosi al comando di Dio.

Un pittore dipinse un quadro raffi­gurante l'invidia. Vi era rappresentata una vecchia, stecchita e corrucciata, che guardava attraverso una lente d'ingran­dimento; era circondata da serpenti, che le mordevano il cuore. Questo ritratto riproduce a meraviglia l'invidioso.

Il ladro, rubando, si procura del de­naro e con esso può godere la vita; il goloso prova il diletto del gusto ed il sensuale gode nei sensi; ma l'invidioso non riceve alcuna utilità dal suo vizio.

È indovinato il detto: Chi d'invidia campa, disperato muore!



Peggiore dei demoni.

I demoni tentano al peccato gli uo­mini per l'invidia che provano verso di loro, sapendo che potranno andare in Paradiso.

Tuttavia, pur sfogando l'ira e l'invi­dia sugli uomini, si risparmiano tra loro stessi.

L'invidioso è peggiore dei demoni, perchè non risparmia il suo simile.

Non ha rispetto a vincolo di sangue o di amicizia; cosicchè troviamo il fra­tello che per invidia lotta il fratello; la sorella che perseguita la sorella, l'amico che fa guerra all'amico.



La madre dei peccati.

La superbia è la vera madre dei peccati; l'invidia ne è figlia; però l'invidia diventa subito madre di tanti peccati, che l'enu­merarli non sarebbe facile: desideri del male altrui, giudizi temerari, sentimenti di avversione e di odio, parole mordaci, discorsi di mormorazione e di calunnia, in­sidie, crudeltà e delitti inauditi ... Abele offriva a Dio le primizie della campagna e del gregge; attirò così sopra di sè lo sguardo amoroso del Creatore. Il fratello Caino ne senti’ invidia e gli tolse la vita, fracassandogli la testa. Ne ebbe però il meritato castigo, facendo una fine molto misera.

Giuseppe, figlio del Patriarca Giacob­be, fu oggetto d'invidia da parte dei fra­telli, perchè il padre lo prediligeva. In conseguenza di ciò, prima fu calato in una cisterna secca, per trovarvi la mor­te, e dopo fu venduto ad un mercante, in qualità di schiavo. Iddio, che veglia sugli innocenti, fece sl che Giuseppe diventasse il Vice Re d'Egitto e che i suoi stessi fratelli in tempo di carestia andassero a domandargli frumento. Quan­ta vergogna allorchè Giuseppe si manife­stò! - Io sono il vostro fratello ... colui che per invidia volevate uccidere e poi vendeste! ...

Il Re Saul sentì invidia di David, suo suddito, e lo perseguitò spietatamente. Più volte gli gettò la lancia addosso, per conficcarlo al muro; non riuscì nel mal­vagio intento, perchè la mano del Si­gnore era sopra David.

E Gesù non fu condannato a morte per invidia? Gli Scribi, i Farisei ed i capi del popolo, si rodevano di rabbia a vedere Gesù, che credevano il Figlio del fabbro di Nazaret, circondato di gloria e di stima.

Adunque, chi può enumerare gli ese­crandi delitti. che ovunque e sempre l'in­vidia ha compiuto?



COMPIACENZA

La virtù opposta all'invidia è la com­piacenza del bene altrui.

Come si è detto innanzi, la carità, o amore del prossimo, esige che amiamo il nostro simile come noi stessi. Noi ci au­guriamo sempre il bene e godiamo di quanto di buono ci possa accadere. Per il comando di Dio, dovendo amare il prossimo, dobbiamo augurargli il bene.

L'egoismo individuale trascina al la­to opposto; ma è dovere di ognuno re­primere le cattive tendenze e sforzarsi di nobilitare i propri sentimenti nei ri­guardi del prossimo.



Come reprimersi.

Appena ci accorgiamo che una per­sona eccita la nostra invidia, dobbiamo stare sull'attenti per non assecondare la passione e per reprimere subito i primi assalti.

La preghiera è utile a tutto; pre­ghiamo perciò per colui contro il quale siamo tentati d'invidia, domandando a Dio ogni benedizione per lui.

Parliamo sempre in bene della per­sona che siamo tentati ad invidiare; non opponiamoci quando sentiamo dirne bene dagli atri, anzi cerchiamo le, occasioni per lodarla.

Se possiamo fare un bene a chi muove la nostra invidia, prestiamoci volentieri. Agendo in tal modo, noi mettiamo del­l'acqua fredda sul fuoco dell'invidia e il nostro cuore godrà la pace dei figli di Dio.



La madre.

La madre è tutta per il bene dei figli; quando però viene a conoscere che i figli di altre donne, specialmente se parenti o amiche, hanno ottenuto un posto in socie­tà, hanno superato un esame ed eccellono per buone qualità, allora naturalmente, ac­cecata dall'amore dei propri figli, comincia a soffrirne internamente a motivo dell'in­vidia. Il marciume interno presto va alla bocca e così questa donna semina lamenti e calunnie.

- Già, i figli di quella signora riescono sempre! È naturale! Hanno denaro e col denaro possono fare qualunque imbro­glio! ... I miei figli invece sono onesti e restano indietro! ... Non c'è più giu­stizia in questo mondo! -

O donna, cosa ne guadagni dicendo così? Piuttosto educa meglio i tuoi figliuo­li, inculca loro il timore di Dio, esigi che si applichino allo studio o all'arte e poi prega il Signore affinchè prepari ad essi un buon avvenire!



L'eterna lotta!

La suocera e la nuora!... L'eterna lotta familiare! La suocera spesso ha invidia della nuora, perchè pensa: Mio figlio l'ama assai! Io sono la madre, ho fatto tanto per il figlio ed ora ecco mia nuora a goderselo! - Spesso avviene il contrario: Mio ma­rito, dice la nuora, appartiene a me, do­vrebbe essere tutto mio ed intanto pen­sa a sua madre! Va a trovarla spesso, le porta dei regali... ; io invece sono l'ul­tima ad essere pensata! -

Chi non vede la forte gelosia in tutto ciò? La madre dovrebbe essere contenta che il figlio ami la sposa, perchè da que­sto amore nasce l'armonia nella famiglia.

La sposa dovrebbe essere anche lieta che il marito ami la propria madre pen­sando che un giorno essa pure avrà da di­venire suocera e vorrà certamente essere amata e rispettata dai figli sposati.



Tra sorelle ed amiche.

Non è difficile trovare sì brutto vizio anche tra sorelle.

Una giovane è stata chiesta per fi­danzata. Dovrebbero in famiglia goderne tutti, quando il partito si presenta bene; qualche sorella invece sente gelosia.

- Hanno scelto mia sorella!... Io so­no stata posposta! Eppure sono più gran­de, più giudiziosa; ho il viso più grazio­so! - Questi e simili sentimenti sorgono dal cuore invidioso e superbo, e presto co­minciano in famiglia i malumori e le rabbie.

Non è raro il caso in cui la sorella metta in cattiva luce la sorella presso il fidanzato e solo allora è contenta quan­do ha tirato dalla sua parte il giovane, oppure questi si è allontanato definitiva­mente dalla famiglia. Lo stesso e peggio ancora suole av­venire tra amiche.

Quando la gelosia ha preso piede nel cuore di una giovane, perché l'amica ha trovato un buon fidanzato, subito comin­ciano le parole mordaci, le critiche e le mormorazioni.

Si mettono alla luce i difetti occulti dell'amica, le magagne segrete della sua famiglia e, quando ciò non basta, si ri­corre alle lettere anonime calunniose.

Non sempre, ma spesso l'invidiosa ami­ca raggiunge lo scopo di far perdere al­l'amica il fidanzato.

Quante lacrime ha fatto versare l'in­vidia a schiere di signorine!

Quante giovani si sono ammalate o suicidate in seguito a simili calunnie!

E quante altre sono state rinchiuse nel manicomio in conseguenza di un amore fallito!

Grande responsabilità davanti a Dio hanno le sorelle e le amiche invidiose! In questa categoria di persone, cioè tra sorelle e tra amiche, non solo trovasi l'invidia per il fidanzato, ma per tante altre cose: per la casa, per la mobilia, per le vesti, per la bellezza, ecc.

In questo campo la gelosia fa conimettere un gran numero di piccinerie, di ridicolaggini, le quali dovrebbero far vergogna a persona che abbia un po' di dignità!



La simpatia.

Quando due si amano troppo e si sviluppa il sentimento della così detta simpatia, facilmente sorge la gelosia.

Guai se una terza persona si avvicina a chi si ama o se costoro parlano in confidenza e peggio ancora se si fanno regali o dimostrano in altro modo l'af­fetto!

Chi prova questa forma di gelosia, soffre molto nel cuore e dà in smanie. Da ciò cominciano i sospetti, le rotture, gli odi e forse le risse.

Chi ha questa debolezza morale, si faccia violenza e non assecondi la gelo­sia! Pensi piuttosto a legare il proprio cuore a Gesù e non lo dia facilmente alle creature!



La clientela.

Tutti hanno diritto a vivere; di con­seguenza si è ingiusti allorché per gelo­sia si fa di tutto per togliere la clientela al prossimo.

Tu fai scuola; hai un discreto nume­ro di allievi. Perchè tenti di allontanare da quell'altro insegnante i suoi alunni? Anche lui ha diritto a vivere!

Tu hai una rivendita e guadagni di­scretamente. Perchè sei geloso degli al­tri rivenditori e ti sforzi di far loro la concorrenza?



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