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Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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Chi è il PAPA? (magisteriale lezione catechetica dottrinale)

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2009 20:06
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03/09/2009 19:54

LA «PIETRA»

Tra i suoi insegnamenti, una volta Gesù parlò della costruzione di una casa, che può essere fatta sulla sabbia o sulla roccia, esortando a non costruire mai la casa sulla sabbia, altrimenti all'arrivo dei venti impetuosi e delle tempeste violente, la casa non reggerà, ma crollerà miseramente, mentre la casa costruita sulla roccia resi­sterà impavida a tutte le furie degli elemen­ti atmosferici in tempesta (cf Lc 6, 47-48). Applicando questo stesso insegnamen­to all'edificazione della Chiesa, Gesù ha voluto, appunto, che la sua Chiesa venisse edificata sulla roccia e non sulla sabbia. E questa roccia è Pietro-Cefa: «Su questa pie­tra edificherò la mia Chiesa» (Mt 16, 18).

La pietra è ferma, la roccia è stabile e compatta. Per questo si ha l'immagine della solidità e dell'unità. La Chiesa è stata volu­ta così dal divino Fondatore. E così resterà, salda e compatta, fino alla fine dei tempi, grazie al Primato di San Pietro, grazie a quella «Cefa» (Pietra), posta a suo fonda­mento, contro cui nulla potranno le forze avverse, neppure le stesse potenze infernali (cf Mt 16, 18).



«Pietra angolare» della Chiesa

C'è stato chi ha avanzato la difficoltà di conciliare l'insegnamento sul valore di que­sta Cefa (pietra) a sostegno della Chiesa, con la verità che unico fondamento della Chiesa è Cristo (cf Gv 2,19; 1 Cor 3,11). Ma la difficoltà non ha ragione di sussistere, perché se è certamente vero che Gesù è la «pietra angolare» scartata dai costruttori (cf 1 Pt 2,7), ciò non contrasta con le parole stesse di Gesù che ha voluto Simone quale Cefa (pietra) di fondazione della Chiesa, così come le parole con cui Gesù si è pro­clamato «Luce del mondo (Gv 8,12; 9,5) non contrastano con le altre parole di Gesù stesso che chiama anche gli Apostoli «luce del mondo» (Mt 5,14).

Leggiamo nel Catechismo della Chiesa cattolica che «del solo Simone, al quale die­de il nome di Pietro, il Signore ha fatto la pietra della sua Chiesa» (n. 881). E su que­sta «Pietra» si basa tutta la saldezza della Chiesa, perché il Vicario di Cristo, il Suc­cessore di San Pietro, oggi e sempre, «è il perpetuo e visibile principio e fondamento dell'unità sia dei Vescovi sia della moltitu­dine dei fedeli», come insegna il Vaticano II (LG 23).

La saldezza che Gesù assicura alla Chiesa fondata su San Pietro è tale che nep­pure le potenze sovrumane dei demoni - «le porte degli inferi» - potranno mai distrug­gerla, come vorrebbero; e anzi, qualsiasi potenza nemica voglia scagliarsi contro, si abbatterà invano su questa «Pietra», perché il Vicario di Cristo e Successore di San Pie­tro «resterà la roccia incrollabile della Chie­sa», come insegna ancora il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 552).

Perciò scrive molto bene San Tommaso d'Aquino ammonendo che per salvarsi è necessario non mettersi mai contro nè mai separasi da questa «roccia incrollabile».



«Non toccate il Papa!» [SM=g28002]

Tra le memorie storiche della vita di Napoleone Bonaparte viene riportato anche questo breve episodio molto istruttivo per comprendere la verità delle parole di Gesù sulla incrollabilità della «Pietra» di fonda­zione su cui è costruita la Chiesa.

Sul finire della sua vita, Napoleone, esiliato dagli inglesi nell'isola di Sant'Ele­na, in mezzo all'oceano atlantico, un giorno chiese all'amico, il conte Giuseppe de Ritrel, venuto a visitarlo:

- C'eri tu a Fontaineblau, quando il Papa Pio VII mi predisse la fine?

- Sì, c'ero, e ricordo bene le parole che il Papa ti disse in quell'occasione, ossia: «Il Dio d'altri tempi vive ancora. Egli ha sem­pre stritolato i persecutori della Chiesa: lo stesso farà con vostra Maestà, se continue­rete a opprimere la Chiesa».

- Sì, adesso ricordo anch'io. Egli mi disse proprio così... - confermò Napoleone. E aggiunse: «Ah, perché non posso ora gri­dare, da qui, a quelli che hanno qualche potere sulla terra: `Rispettate il rappresen­tante di Gesù Cristo! Non toccate il Papa, altrimenti sarete annientati dalla mano ven­dicatrice di Dio. Anzi, proteggete la Catte­dra di Pietro!».

Un episodio analogo si legge nella vita di Bismark, il quale, al sommo della sua potenza militare e politica, diceva, nel 1870: «Bisogna schiacciare senza pietà il papato e il cattolicesimo. Dobbiamo festeggiare la Sèdan del Vaticano, la Sede papale». E di fatto, uscirono realmente i decreti del Kul­turkampf contro i vescovi e i sacerdoti da perseguitare e mettere in prigione. "

Ma da Roma, dalla Sede di Pietro, arri­vava un monito al tracotante sovrano tede­sco: «Dite a Bismark - così il Papa Pio IX - che egli è una potenza che passa; noi siamo una potenza che resta!».

Queste sono parole della «Roccia» che non può mai venir meno. Pochi anni dopo, infatti, il possente Bismark fu costretto a ritirarsi a vita privata nell'oscurità della sua fine, mentre al grande e santo Papa Pio IX succedeva il Papa Leone XIII, accolto e venerato dalla cristianità come «una luce nel cielo».



«Non prevarranno mai»

Dalla vita del Papa Pio XII, definito «Pastore angelico», viene riferito questo episodio molto semplice e bello nel suo significato di grazia e di forza in rapporto alla «Roccia» che sostiene la Chiesa ren­dendola indefettibile e vittoriosa su tutti i nemici visibili e invisivili, esterni e interni. Nel 1946, usciti appena fuori dalla catastrofe bellica mondiale, nel mese di novembre vennero beatificati 29 martiri cinesi, e la basilica di San Pietro fu invasa dai pellegrini venuti da ogni parte del mon­do per assistere alla solenne celebrazione.

Lo squillo delle trombe d'argento annunciò l'arrivo del Sommo Pontefice, il Papa Pio XII, che procedeva lentamente nella basilica vaticana, tra la folla osannan­te. Ad un certo punto, un pellegrino, dalla voce tonante, gridò al Papa: «Santità, San­tità, le porte dell'inferno non prevarranno mai...».

Il Vicario di Cristo, a quel grido tonan­te si voltò di scatto, guardò il pellegrino, gli sorrise, e ripetè anche lui con voce ferma e con uno sguardo sovrumano: «Sì, non pre­varranno mai!».

A quelle parole del Pontefice fece eco immediata un coro possente di voci che tut­te insieme gridarono con forza e passione di fede: «Non prevarranno!..Non prevarranno mai!..», riempiendo le volte maestose del tempio michelangiolesco.

Molti occhi allora si inumidirono e si riempirono di lagrime, mentre, guardando in su, potevano anche leggere, scritte a caratteri cubitali, le parole di Gesù a San Pietro: «Tu es Petrus, et super hanc petram azdificabo Eccle­siam meam, et portte inferi non prcevalebunt».



«È morto l'ultimo Papa»

Un giorno, durante un'udienza, il Papa Pio IX domandò a un giovane seminarista: «Quali sono le note caratteristiche del­la vera Chiesa?»

«Sono quattro: - rispose il seminarista - unità, santità, cattolicità, apostolicità».

«E quale è la quinta nota?» - chiese ancora il Papa.

Il seminarista non aveva mai sentito parlare di una quinta nota della vera Chiesa, e rimase in silenzio.

Allora il Papa gli disse: «È la persecu­zione, è la Chiesa perseguitata, come disse Gesù stesso: «Hanno perseguitato Me, per­seguiteranno anche voi».


Ma anche nelle persecuzioni e nelle lot­te, sotto accuse e calunnie, tra gli assalti e le minacce, la «Pietra» non viene mai meno, non può venir meno, perché essa porta in sè un'energia vitale che le viene da Gesù Cri­sto stesso, «Pietra viva» (1 Pt 2,4), «testata d'angolo, roccia contro cui si sbatte e pie­tra di rovina. Difatti, contro di essa andran­no a urtare coloro che non hanno voluto credere al Vangelo...» (Ivi, 7-8).

Quando il Papa Pio VI, depredato e trattato in maniera indegna, morì in esilio forzato a Valenza, alla veneranda età di 82 anni, l'operaio che chiuse la cassa con il corpo del Pontefice, disse sghignazzando: «È morto l'ultimo Papa!».

Napoleone e soci, nemici della Chiesa, credevano davvero di averla spuntata elimi­nando il Papato dalla storia del mondo. E invece dovettero restare sbalorditi quando sei mesi dopo veniva proclamata al mondo intero la notizia dell'elezione del nuovo Papa, Pio VII, avvenuta in un Conclave tenuto a Venezia, nonostante tutte le traver­sie e i travagli dell'ora che la Chiesa stava vivendo tra lotte e persecuzioni.

È rimasto anche celebre nella storia della seconda guerra mondiale l'episodio dell'alto gerarca nazista, il quale, in una riu­nione ad alto livello politico e militare, sca­gliando a terra una coppa di cristallo, esclamò con furore: «Così frantumeremo la Chiesa Cattolica!».

Ma la coppa, scagliata a terra, rimase intatta, sotto gli occhi di tutti! Non sapeva il gerarca nazista che la Chiesa non è di cri­stallo, ma di roccia infrangibile?



Una dinastia ... escatologica

Il Papato è stata e resterà l'unica dina­stia che non conoscerà tramonto fino alla fine dei tempi. Se leggiamo e pensiamo la storia, scopriamo ad occhio nudo che la Chiesa vive immortale e avanza tra i secoli e i millenni con una sicurezza che nulla può avere di umano.

Eppure, sappiamo bene che sono stati in tanti, di volta in volta, a credere di poter­le cantare il Requiem ceternam, in questa o quell'occasione di persecuzione e oppres­sione, di poter proclamare la fine del Papa­to per questo o quell'evento di travaglio o di caos nel mondo e nella Chiesa stessa.

Ricordiamo che già nel primo secolo lo storico e proconsole Plinio scriveva: «Fra poco, grazie alla persecuzione, la Chiesa sarà soffocata e non si sentirà più parlare del crocifisso». E da allora sono passati venti secoli.

Ricordiamo poi Giuliano l'Apostata, il quale, nel secolo quarto, si vantava di pre­parare - e con quale furia satanica - la tom­ba alla Chiesa di Cristo. E da allora sono passati sedici secoli.

Nel secolo decimo sesto, in seguito, Lutero malediceva il Papa predicendo, come un forsennato: «O Papa, io sarò la tua morte!... Sì, io, papa Lutero I, per comanda­mento di Nostro Signore Gesù Cristo e dell'Altissimo Padre, ti mando all'inferno!». E da quando Lutero è morto sono passati quat­tro secoli.

Nei secoli seguenti, inoltre, Voltaire, prima, e Napoleone, dopo, assicuravano la fine del Papato e della Chiesa, seguiti da Francesco Crispi, il quale proclamò che il Papa Pio IX sarebbe stato l'ultimo Papa, fino a Lenin, il quale promise il finimondo dell'era marxista...

Sono tutti passati, inesorabilmente. Solo la Chiesa rimane, pur tra lotte e trava­gli esterni e interni. Il Papa vive e opera. Egli è davvero «il Vecchio che torna sem­pre», come lo definì lo scrittore e filosofo cattolico che fu Giuseppe De Maistre. Con la barca di Pietro, con la sua Chiesa, il Papa avanza nel tempo fino al terminale della sto­ria, perché egli, come scrisse lo scienziato Guglielmo Marconi, «è il Navigatore che ha superato le burrasche della storia, che porta i soccorsi della Verità, e che dell'universale mondo dello spirito è il Sovrano».



«Per tutti i secoli dei secoli»

Il celebre predicatore francese, Padre Monsabrè, nei suoi scritti ha lasciato anche la descrizione della celebrazione del diciotte­simo centenario del martirio del primo Papa, San Pietro Apostolo, che si tenne nella basi­lica vaticana nel 1867. Così egli scrive:

«Cinquecento vescovi erano presenti all'augusta cerimonia nella basilica vatica­na, riboccante di una folla immensa venuta da tutte le parti della terra. Presso la tomba del Principe degli Apostoli, un vegliardo, Pio IX, salutò quella moltitudine, dicendo: - Il Signore sia con voi!

Ad un tratto voci infantili, simili a quel­le angeliche, dall'alto della cupola fecero scendere, in artistiche modulazioni, queste parole di Cristo: - Tu es Petrus, et super hanc petram tedificabo Ecclesiam meam, et portce inferi non prtevalebunt adversus eam.

Il coro e il clero, l'uno dopo l'altro rispondevano: - Non prevalebunt adversus eam.

Quando ebbero finito, il Vegliardo, appoggiando sull'altare le due mani, cantava a piena voce: - Per omnia scecula scecu­lorum... E così per tutti i secoli!

Avevo gli occhi bagnati di lagrime, il cuo­re mi martellava nel petto, dicevo a me stesso: - È dunque vero che Pietro vive ancora!...».



La leggenda dell'eternità

Amiamo riportare qui, a conclusione di questo capitolo, una graziosa e significativa leggenda sul Papato.

«S'innalzarono, ad Eliopoli, mille obe­lischi, che sembrano frecce di sfida lanciate al cielo: odoravano di balsamo le sale della reggia. Ma un giorno si presentò al Faraone un vecchio e disse: - Cedimi le armi, lascia la reggia ed il regno, abbatti gli obelischi, distruggi i templi e le città, e vattene.

Rise il Faraone. - Vattene tu, pazzo! Tutti i vicini hanno ceduto le armi a me, ho incendiato i loro palazzi, ho distrutto le loro città ed i templi e tu t'imponi a me? Sei tu più forte? Chi sei tu?

Tentennò il capo il vecchio e disse: - Io sono più forte di te poichè sono il tempo.

Impallidì il Faraone e chinò la testa, lasciò il regno, venne abbattuta la reggia, e le armi furono rose dalla ruggine.

E si presentò il vecchio a Babilonia, a Ninive, ad Atene, a Cartagine, a Roma, e tutti obbedirono. E passò e ripassò e tutto giacque.

Ma un giorno nel suo vagabondaggio ritornò a Roma e salì in Vaticano. Diede lo stesso comando: ma il Papa restò nella pace e non volle obbedire. - Ma io sono il tem­po: disse il vecchio. A lui il Papa rispose: - Ed io sono l'e­ternità!».


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